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La seduta, sospesa alle 21, è ripresa alle 21,10.
PRESIDENTE. L'onorevole Pinotti ha facoltà di
ROBERTA PINOTTI. Con questa interpellanza vogliamo esprimere innanzitutto un motivo di preoccupazione - per questo interroghiamo il Governo - sul senso complessivo un po' di abbandono del Sud, anche da parte di aziende a partecipazione pubblica, come Finmeccanica, quasi fosse impossibile immaginare una nuova industrializzazione del Sud, come se gli stabilimenti al Sud fossero diseconomici per la loro collocazione geografica. Ciò preoccupa molto e fra altro l'IMESI di Carini, della quale stiamo parlando, ha avuto un percorso accidentato che non risale agli ultimi tempi: già nel 1991 è passata dall'ESPI al gruppo Breda-Ansaldo; i lavoratori, che erano 500, attualmente sono 130. Vi sono stati accordi sindacali nel 1991 e nel 1996 che prevedevano l'integrazione e l'aumento dei lavoratori, ma tali accordi sono stati sempre disattesi.
lì si gioca su aree - ritornano un po' gli stessi numeri - che pare abbiano più o meno la stessa valenza delle aree su cui investe la Keller, quindi una cinquantina di miliardi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le attività produttive, onorevole Valducci, ha facoltà di
MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Ministero delle attività produttive segue con attenzione l'evolversi del confronto tra Ansaldo Breda e le organizzazioni sindacali nazionali e locali sulla situazione e le prospettive della IMESI di Carini.
trova conferma nel piano industriale presentato dallo stesso al Ministero delle attività produttive, è quello di attivare le sinergie ottenibili dalla contiguità operativa dello stabilimento di Carini con quello K&M di Palermo.
PRESIDENTE. L'onorevole Lumia, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di
GIUSEPPE LUMIA. Signor Presidente, purtroppo non posso dichiararmi soddisfatto, perché il testo - non me ne voglia il sottosegretario - mi sembra un compitino piuttosto che una risposta seria di fronte ad una questione altrettanto seria. O il testo è sbagliato, o siete realmente impreparati a gestire l'ennesima vicenda di dismissione di attività produttive in Sicilia o, ancora, avete già deciso in maniera occulta, prima, e, adesso, con questa risposta state palesando un accordo.
segretario. La motivazione è quella della dispersione geografica. Mi ascolti: sa cosa significa la motivazione della dispersione geografica? Non si possono mantenere stabilimenti nel Mezzogiorno, perché sono lontani dal mercato. A parte il fatto che l'Ansaldo Breda, nel suo piano industriale, oltre che su Pistoia, punta su Napoli e su Reggio Calabria - quindi, si trova già nel Mezzogiorno -, viene considerato come una dispersione geografica il fatto che si voglia puntare su Palermo, che è vicinissima in un tempo in cui le comunicazioni sono diventate molto semplici. Mi sembra che ci troviamo davanti ad una barzelletta per ridere o ad una motivazione razzista per offendere. Ecco perché è una brutta vicenda. Pensiamo, invece, che bisogna cambiare passo.
venire a scartamento ridotto, attraverso produzioni a scarso valore aggiunto. Lo sviluppo in Sicilia deve avvenire sulle punte dell'innovazione. È una grande regione, ha una grande storia, ha grandi potenzialità e non deve essere abbandonata, oppure svenduta per quattro soldi.
In questo percorso accidentato vi è stato anche un tentativo, fortunatamente scongiurato, di cessione a Kurt Mayer, che aveva acquistato anche la Keller e che poi si è rivelato essere un truffatore. Adesso siamo di fronte ad un nuovo tentativo di cessione e ci chiediamo il perché. Vorrei far notare infatti che soprattutto laddove vi sono delle situazioni di difficoltà vi è bisogno di ricreare un'industrializzazione basata sulla presenza di aziende a partecipazione pubblica: per questo motivo interpelliamo il Governo, visto che è l'azionista di maggioranza di Finmeccanica. Ma ci chiediamo il motivo di tale cessione visto anche che ultimamente il gruppo Breda-Ansaldo ha acquisito molte commesse.
Allora chiediamo intanto se è vero, se sussiste quest'ipotesi di cessione dell'IMESI di Carini alla Keller Ferroviaria di Piero Mancini. Il signor Mancini tra l'altro ha acquisito la Keller circa otto mesi fa. Vi sono 230 lavoratori in cassa integrazione, ma sono otto mesi che la Keller è chiusa (non è stata mai riaperta). Allora, ci chiediamo se si tratta di un nuovo acquisto finalizzato alla chiusura anche dell'IMESI.
Peraltro, vi sono degli interrogativi che ci poniamo in merito alle operazioni industriali, al loro significato e al loro valore finanziario. La Keller è costata 10 miliardi, ma le aree su cui insiste tale impresa sono molto pregiate: pare che abbiano un valore di circa 50 miliardi e che si tratti di aree edificabili. Allora che cosa interessa? Interessano sinergie possibili di lavoro fra la Keller e l'IMESI o vi è un interesse per altre aree? Non so se l'informazione che mi è stata data sia corretta o meno, se siano fantasiose le notizie che girano o se vi sia un fondo di realtà, ma pare che esista un preliminare di vendita - che peraltro qualora ci fosse sarebbe illegittimo perché risulterebbe firmato prima di iniziare il percorso sindacale, mentre secondo la cosiddetta legge Salvi sappiamo che soltanto alla fine di tale percorso è possibile formulare un preliminare di vendita -, nel quale si prevederebbe una vendita, un costo dell'IMESI di 8 miliardi più il TFR dei lavoratori, quindi alla fine di nuovo la cifra di 10 miliardi circa. Tuttavia, anche
Tra l'altro - sempre se le informazioni sono corrette - in questo preliminare di vendita si parlerebbe di 50 miliardi di commesse attribuite appunto all'IMESI.
Allora, tenuto anche conto che i macchinari esistenti in questa fabbrica hanno un valore di circa 10-15 miliardi, considerando il valore delle aree e il valore dei macchinari, si tratterebbe di una cifra assai alta (circa 65 miliardi), mentre la vendita è stata pari ad una cifra che si aggira intorno ai 10 miliardi.
Dunque, 100 miliardi di aree, una ventina di miliardi di apparecchiature, 50 miliardi di commesse, non un posto di lavoro in più, l'azienda probabilmente declassata; tutto ciò ad un imprenditore che opera nel settore da non più di tre anni. Sono questi gli investimenti che pensiamo di realizzare al sud?
Vorremmo dunque capire qual è il pensiero del Governo su ciò, tenendo anche conto che, recentemente, è stata avanzata l'ipotesi di costituire una Finmeccanica 2 legata al civile, con al centro Fincantieri, ma che potrebbe raggruppare anche tutta una serie di altre imprese, anche le piccole. Si tratta quindi di un contenitore che, riempito di contenuto industriale, potrebbe essere molto interessante, potendo fornire davvero un volano di sviluppo.
Vogliamo capire se il Governo possa dare una mano per evitare che vi sia un'altra dismissione, altri lavoratori senza occupazione, altre imprese chiuse e se, nell'ipotesi di sviluppo, vi sia non quello di edificare aree, ma quello di creare posti di lavoro.
La Ansaldo Breda ha da tempo assunto la determinazione, nell'ambito del processo di razionalizzazione e riorganizzazione delle sue attività produttive, di concentrare la propria attività negli ambiti di maggiore specializzazione tecnologica, mettendo sul mercato gli impianti dedicati alla revisione e al revamping del materiale rotabile e, quindi, di concentrare la propria attività nei soli siti di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria.
Si tratta di una strategia, riconfermata nel verbale di intesa sottoscritto il 9 maggio 2001 presso il Ministero delle attività produttive, che consegue alle dinamiche sempre più competitive dello specifico mercato dove le attività produttive a livello globale sono ormai concentrate nelle mani di pochi operatori.
La Ansaldo Breda risulta, in ogni caso, interessata al rilancio delle stesse attività di revisione e revamping, ma attraverso imprese con autonoma capacità di management, produzione e mercato. Il tal senso la Ansaldo Breda è impegnata a garantire la continuità delle attività operative degli stabilimenti da dismettere, attraverso operazioni di cessione ad imprenditori che ottimizzino prevalentemente le attività di manutenzione e che siano in grado in tal modo di assicurare il mantenimento degli esistenti livelli occupazionali.
In questa strategia si inserisce il progetto di cessione dello stabilimento di Carini allo stesso imprenditore che ha già rilevato le attività della Keller Elettromeccanica di Villacidro (CA), della Ferrosud di Matera e, più recentemente, della K&M di Palermo: si tratta dell'imprenditore Pietro Mancini che vanta una consolidata attività nel settore impiantistico e che sta costituendo un polo industriale nell'ambito delle manutenzioni ferroviarie di rilevante consistenza.
L'obiettivo che si intende perseguire con l'operazione di trasferimento della IMESI da Ansaldo Breda a Mancini, che
In un settore che dimostra una rinnovata vitalità per effetto del dinamismo che caratterizza le produzioni ferroviarie, anche a seguito della progressiva liberalizzazione del mercato di riferimento e delle politiche di promozione del trasporto su ferro, le linee di sviluppo strategico che Mancini è impegnato a realizzare prevedono il rilancio dello stabilimento IMESI, concentrando in esso anche le attività di K&M e aumentando l'organico attuale sulla base delle commesse che l'imprenditore ha già acquisito.
Dalle informazioni che abbiamo, gli organici dovrebbero aumentare dagli attuali centosettanta addetti circa a quattrocentocinquanta, cinquecento addetti.
Si precisa, infine, che, nel rispetto dell'autonomia decisionale dell'azienda in questione, peraltro quotata in borsa - almeno per quanto riguarda la capogruppo Finmeccanica -, non si ritiene possibile un intervento da parte del Ministero delle attività produttive in ordine al prezzo stabilito per la cessione della IMESI.
Comunque, qualunque sia la motivazione, tutte e tre le ipotesi appena indicate portano lungo la strada del declino. La regione Sicilia è una regione in declino industriale. Certamente, il nostro paese si avvia progressivamente lungo la strada del declino. In Sicilia si corre velocemente lungo questa strada.
Signor sottosegretario, è una brutta vicenda. È bene che la prendiate nuovamente in esame, che ci ritorniate sopra, che cambiate le vostre strategie, perché è impossibile accettare quest'idea. L'Ansaldo Breda è una realtà che è diventata leader nel mondo; è una realtà che conquista spazi di mercato, è una realtà che ha visto l'aumento esponenziale di commesse. Pensiamo che la Ansaldo Breda ha recuperato quasi un milione di euro nei soli primi nove mesi del 2002, con commesse che mettono la società in condizione di far lavorare tutto il gruppo per i prossimi anni. L'Ansaldo Breda è una realtà che innova e che investe. Non può innovare e non può investire, con le commesse che ha già nel suo portafoglio, soprattutto in Sicilia.
Signor sottosegretario, è una brutta vicenda perché è rappresentativa di questo declino. In Sicilia non si può fare innovazione. C'era un accordo nel 1991 ed è stato stracciato. Ancora più interessante è quello del 1996: in quell'anno l'Ansaldo Breda stipula un accordo e assegna allo stabilimento IMESI di Carini, che si trova alle porte di Palermo, una funzione importante, vale a dire quella di produrre componentistica ad alto valore aggiunto. Quando si trovava in difficoltà, quando non aveva il parco commesse, quando non era ancora riuscita a ristrutturarsi, l'Ansaldo Breda ha assegnato un compito importante. Adesso che è una azienda sana, che produce e che innova, assegna allo stabilimento IMESI di Carini in Sicilia semplicemente attività di revamping, vale a dire una produzione a scarso valore aggiunto. In sostanza, lo stabilimento IMESI di Carini viene declassato.
Ecco perché è una brutta vicenda. Ecco perché ci dovete ritornare sopra. Non è assolutamente possibile che copriate con questa motivazione ciò che abbiamo potuto leggere tutti nel piano industriale che giustifica la scelta. Mi segua, signor sotto
Anche la stessa vicenda Keller deve essere rivista, seguita e affrontata con maggior rigore e serietà. Ci sono tantissimi lavoratori - più di 230 - che da metà ottobre aspettano che si attui quel contratto di vendita tra la vecchia realtà della Keller e il nuovo proprietario Mancini. Ci siamo liberati del truffatore Kurt Mayer, adesso vorremmo che le cose si facessero sul serio. Vada avanti la Keller, si sviluppi, ma non si giochi a fare i furbi. Bisogna allontanare - qui sì - il legittimo sospetto che tutto sia funzionale all'acquisizione delle aree, perché, come diceva prima l'onorevole Pinotti, la Keller si trova a Palermo, nel cuore di Palermo, in aree pregiatissime che valgono molto di più dell'intero stabilimento e della realtà produttiva. Noi vorremmo, invece, che lì si continuasse a produrre e se Mancini ha interessi diversi lo dica chiaramente, punti direttamente ed eviti di collegare la vicenda della Keller di Palermo a quella dell'Imesi di Carini. Inoltre, evitiamo che si crei uno scontro frontale tra i lavoratori, tra una parte dei lavoratori della Keller e i lavoratori della Imesi: mettere contro i lavoratori non è mai frutto di un'azione di un Governo serio, di un buon Governo. I governi devono disinnnescare i conflitti, devono investire, devono soprattutto puntare sulla Sicilia, magari non gridando al miracolo economico come avete fatto in campagna elettorale, ma in modo molto più sobrio e più serio, facendo sì che sia messa nelle condizioni di avere quelle opportunità che la parte sana, produttiva e legale della Sicilia vuole avere: quella opportunità di dimostrare di essere capace di produrre, di innovare, di misurarsi con la sfida e con le competizioni. Nello stabilimento della Imesi di Carini esistono queste condizioni. Ci sono le professionalità, le qualità e le capacità per stare all'interno del sistema Breda-Ansaldo e seguire le sue sorti. Si parla moltissimo di una ristrutturazione di Finmeccanica, di strategie nuove in collegamento con la Fincantieri. Ebbene, anche questo stabilimento segua quel percorso; si faccia di questo stabilimento quello che si intende fare a Pistoia, a Napoli, a Reggio Calabria, nella riorganizzazione e nelle nuove sinergie che si voglio creare con la Fincantieri nel settore dei trasporti navali.
Ecco perché è importante dire «no» e cambiare passo. Ricordo al sottosegretario - così magari si incontra con il viceministro Miccichè - che qualche anno fa, quando eravate all'opposizione e ci si trovava di fronte a questa realtà, di fronte all'ipotesi di vendita allora vi stracciavate le vesti e gridavate al complotto, puntavate il dito contro il centrosinstra e dichiaravate che mai e poi mai voi avreste accettato l'ipotesi di una vendita dello stabilimento della Imesi di Breda-Ansaldo situato in Sicilia. Adesso che siete al Governo la doppia morale si fa sentire, si cambia passo, si fanno altre scelte, si ignora quello che si diceva quando si era all'opposizione e ci si accontenta di questa idea minimalista: così non va bene.
Tra l'altro, ricordo che si parla di un accordo tra Mancini e la Breda-Ansaldo. Ebbene, questo accordo non è mai stato fatto prima, quando Mancini ha acquistato la Keller. Oggi, è vero, si parla di un preliminare di vendita - lo diceva anche qui l'onorevole Pinotti - che non è stato eseguito secondo le norme corrette, quelle appunto che prevedono di coinvolgere prima le organizzazioni sindacali. Ecco perché, anche da questo punto di vista, questa vicenda non è chiara ed è bene che si scelga la via maestra, quella della legalità e dello sviluppo. Questo non può
Lei sa che questa storia la stiamo già vivendo in altri settori. L'abbiamo conosciuta con lo stabilimento FIAT di Termini Imerese: anche quella è una storia triste ed anche lì con il Governo disattento, impreparato oppure pronto passivamente ad accettare logiche di dismissione e di chiusura. Lo stesso, ancora, sta avvenendo in queste settimane in altri settori, penso alla Telecom. Anche in quel caso si vuole dismettere, ci si vuole allontanare dalla Sicilia. Lo stesso ragionamento viene portato avanti per l'ENI, per l'ENEL, per l'ENICHEM: insomma, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disastro nel settore industriale.
Il 7 febbraio in Sicilia le organizzazioni sindacali - CGIL, CISL e UIL - hanno protestato e denunciato il fatto che in questa regione ci si trova di fronte al rischio di perdere ben 15 mila posti di lavoro. Tali organizzazioni, provincia per provincia, hanno indicato i punti deboli, hanno fornito delle cifre molto serie, hanno saputo indicare quali sono i motivi della crisi ed hanno anche saputo offrire delle proposte alternative. Il Governo non ha saputo accogliere questa realtà, non ha capito, e continua a disinteressarsi ed a svendere in Sicilia pezzi di produzione.
In questo stabilimento esiste realmente una impressionante voglia di lavorare; da ben due giorni - me lo segnalano ancora adesso - diversi lavoratori si sono posizionati sul tetto perché vogliono, attraverso la loro professionalità, produrre, innovare, rimanere all'interno del sistema Breda-Ansaldo. Al lavoro sottosegretario, cambiamo passo e facciamo le cose sul serio!