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PRESIDENTE. L'onorevole Giovanni Bianchi ha facoltà di
GIOVANNI BIANCHI. Signor Presidente, signor ministro, la regione che ci è comune, la Lombardia, è giustamente all'onore delle cronache per le sue performance produttive e per il contributo al prodotto interno lordo. Eppure, troppe volte torna nelle cronache per il contributo di morti sul lavoro. Vi sono stati 16 morti nelle ultime settimane nella sola provincia di Milano (ad esempio, ex lavoratori della Falck nel centro rifiuti di Lambrate): è un numero veramente impressionante. I morti sono cresciuti rispetto al 2001 di più del 30 per cento. Si tratta anche di infortuni invalidanti dove due sono gli aspetti rilevanti: le menomazioni gravi e permanenti che segnano tragicamente un'esistenza (la stessa famiglia di appartenenza subisce una virata essendo costretta a vivere quotidianamente con l'handicap) e le morti.
PRESIDENTE. Onorevole Giovanni Bianchi...
GIOVANNI BIANCHI. Ebbene, i morti in Lombardia sono il doppio di quelli della grande Germania, con la differenza che noi siamo 9 milioni, la grande Germania 80 milioni.
sulla prevenzione e sulla sicurezza del lavoro, considerato il forte incremento degli infortuni sul lavoro.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La questione sollevata dall'onorevole Giovanni Bianchi è di estrema importanza e merita la massima attenzione da parte del Governo e del Parlamento. Nel poco tempo che ho a disposizione mi limiterò a tratteggiare le linee fondamentali dell'intervento del Governo. È stata incrementata l'azione di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro nei settori di competenza del mio ministero utilizzando tutte le risorse attualmente disponibili e ricorrendo anche alla riconversione del personale ispettivo.
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanni Bianchi ha facoltà di
GIOVANNI BIANCHI. Signor ministro, la soddisfazione è per la parte della sua risposta che esprime la disponibilità per la conferenza, anche se vorrei un impegno più pressante, non per una ragione di bandiera, ma per i motivi che adesso le esporrò. L'insoddisfazione è invece per come si è intervenuti. Lo dirò con molta franchezza: da quando con il decreto legislativo n. 626 del 1994 abbiamo recepito le norme europee si sono moltiplicati gli studi (ci sono professionisti, formatori, che hanno fatto una serie di corsi in questo senso) e si sono investite anche delle risorse. I risultati però non mi sembrano corrispondere né al livello degli studi (che non ho dubbi nel giudicare alto) né rispetto alla prevenzione. In particolare mancano ispettori del lavoro. A Brescia per esempio siamo sotto del 70 per cento; cito Brescia perché in Italia essa è la provincia con il maggior numero di infortuni sul lavoro ed anche con il maggior numero di invalidi a seguito di infortuni sul lavoro. In tutta la Lombardia manca il
personale sia tecnico, sia medico. So benissimo anche la divisione delle competenze, ma in tutta una serie di casi abbiamo delle forti inadempienze della regione Lombardia: qui siamo sotto del 50 per cento per le spese sanitarie.
Concludo chiedendo quali iniziative il Governo intenda adottare per porre fine al crescente numero di incidenti sul lavoro, soprattutto di quelli mortali, e se non intenda promuovere una conferenza nazionale
L'incremento dell'azione di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro registrato nell'ultimo anno è valutabile in circa il 10 per cento. Nei primi due mesi del 2003 l'attività di controllo è stata intensificata in collaborazione più stretta con i servizi ispettivi di INPS, INAIL, Guardia di finanza e agenzia delle entrate. Nell'ambito di un piano straordinario di vigilanza in materia di emersione del lavoro sommerso sono stati effettuati circa 20 mila controlli nei primi due mesi del 2003 finalizzati anche all'individuazione di violazioni di norme in materia di igiene e sicurezza del lavoro. La riforma Biagi del mercato del lavoro recentemente approvata chiede al Governo di razionalizzare le funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e del lavoro consentendo un coordinamento più efficace dei servizi ispettivi del ministero e degli enti previdenziali. La recente istituzione dei CLES, i comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso, costituisce un utile strumento anche per garantire maggiori certezze ai lavoratori.
Con riferimento specifico alla regione Lombardia, la competente direzione provinciale del lavoro ci ha comunicato che si è tenuta, presso la prefettura, il 5 febbraio una riunione con le parti sociali, le autorità e gli enti interessati per affrontare e trovare le possibili soluzioni operative di contrasto alla recrudescenza di questo fenomeno infortunistico in Milano e provincia.
Si sono costituiti due gruppi tecnici di studio, che devono relazionare all'ufficio territoriale di Governo entro marzo con l'obiettivo di definire le iniziative più urgenti ed opportune. Segnalo infine che il Ministero della salute, che ha la competenza specifica in ordine alla vigilanza sull'applicazione della legislazione antinfortunistica, ha attualmente allo studio un progetto di modifica della normativa vigente, al fine di renderla più efficace.
Quanto alla conferenza nazionale, credo che essa sia opportuna. Ricordo che pochi mesi fa si è tenuta a Milano una settimana di studio internazionale in materia di sicurezza del lavoro che ha prodotto risultati molto interessanti. Nulla vieta comunque che si possa riproporre.
Insomma, se confrontiamo la nostra regione, che ha 9 milioni di abitanti, di cui 3 in età di pensionamento (e non tutti lavoreranno o avranno un secondo lavoro, signor ministro), con la grande Germania che ne ha 80 milioni, siamo di fronte a un paragone impressionante (ma purtroppo non è la prima volta che mi tocca farlo). Per questo l'invito che rivolgo al Governo è quello di intervenire di più, oltre che di studiare. Non sto dicendo di studiare di meno: continuiamo pure a studiare, ma si intervenga di più, soprattutto aumentando il numero di ispettori ed il personale sanitario necessario.
Infine, questa conferenza facciamola, augurandomi che non sia soltanto un elemento di approfondimento, ma un elemento di decisione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).