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PRESIDENTE. L'onorevole Detomas ha facoltà di
GIUSEPPE DETOMAS. Signor Presidente, era il 1998. Signor Presidente, signor ministro, si tratta di una questione di grande attualità, anche perché in questi giorni si sta discutendo dell'impiego delle basi e del sorvolo dello spazio aereo nel nostro paese. La questione, quindi, è di particolare importanza e riguarda il caso del risarcimento dei danni, non delle vittime e dei familiari delle vittime del disastro del Cermis, ma della comunità di Cavalese, rappresentata dal comune di Cavalese, e della società degli impianti a fune, che è stata colpita, essendo stata abbattuta una delle funivie del Cermis. Nella mia interrogazione viene sollevata la questione relativa al risarcimento di questi ultimi due soggetti.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Detomas, una volta risarciti giustamente i familiari delle vittime vi sono 20 milioni di dollari messi a disposizione dagli Stati Uniti, mentre il restante 25 per cento del risarcimento dovrebbe essere messo a disposizione dal Governo italiano. Su tale punto è nata una controversia perché il Ministero della difesa, sentita l'Avvocatura dello Stato, non ritiene che le richieste della funivia Alpe Cermis, della provincia di Trento e del comune di Cavalese, siano corrispondenti ai danni subiti.
PRESIDENTE. L'onorevole Detomas ha facoltà di
GIUSEPPE DETOMAS. Signor Presidente, purtroppo posso considerarmi solo parzialmente soddisfatto. Tale non completa soddisfazione non è la mia, ma è la non completa soddisfazione dell'intera comunità rappresentata dal comune di Cavalese e dalla società funivia Alpe Cermis che rappresenta il nerbo dell'economia turistica di quella realtà.
I familiari delle vittime del disastro del Cermis sono stati risarciti anche grazie ad una particolare legge approvata dal Parlamento su proposta dell'allora maggioranza e dell'allora opposizione, quindi con uno schieramento trasversale.
Dal risarcimento del danno rimangono, invece, fuori altri due soggetti colpiti dall'evento che non rientrano nei criteri di risarcimento proposti dal Ministero della difesa.
La causa aperta presso il tribunale di Trento verte sul fatto che le richieste avanzate, particolarmente dalla provincia di Trento, non abbiano stretta relazione con i danni subiti. Si tratta, infatti, di ulteriori richieste riguardanti il piano regolatore, la sostituzione della funivia ed altri aspetti non direttamente riferibili all'incidente. Ciò rende difficoltosa anche la prospettiva di una legge perché non stiamo parlando di un risarcimento dei danni, ma di qualcosa di più.
Detto questo, poiché ritengo che fra amministrazioni dello Stato, province e comuni la conflittualità non possa e non debba essere risolta da un tribunale, per quanto riguarda la Difesa vi è piena disponibilità a trovare un equilibrio fra le diverse esigenze ed arrivare ad un componimento bonario di tutta la vicenda. Credo che tale componimento bonario possa trovare un giusto equilibrio con la piena soddisfazione risarcitoria dei danni subiti da chi gestiva l'impianto e dal comune. Potrebbe, poi, esservi una transazione sulle ulteriori richieste avanzate. Infatti, è vero che 20 milioni di dollari vengono coperti dagli Stati Uniti, ma è anche vero che il 25 per cento viene coperto dallo Stato italiano che, oltre ai danni, può riconoscere qualcosa di più da concordare bonariamente con la provincia, con il comune e con le aziende interessate.
Con rammarico devo dire che si tratta di una posizione incomprensibile perché, essendovi stato uno stanziamento del Congresso americano di 20 milioni di dollari, il 25 per cento che lo Stato italiano dovrebbe comunque risarcire verrebbe coperto, dal punto di vista diretto ed indiretto, dal gettito tributario e fiscale degli investimenti fatti per la ricostruzione dell'impianto e dell'immagine turistica di una comunità e di un paese che vivono di turismo.
È vero che non vi è stata una composizione perché non sono stati rispettati i criteri giurisprudenzialmente prevalenti, ma anche per quanto riguarda le vittime si era provveduto con una legge apposita che aveva derogato in maniera sensibile ai criteri ordinari del risarcimento dei danni. Chiedo che in tal senso si proceda anche in questo caso.
Ricordo ancora la meraviglia degli organi del Governo americano, espressa soprattutto dall'allora ambasciatore americano, con riguardo al fatto che l'Assemblea americana aveva deliberato con una certa fatica e responsabilità lo stanziamento ed il Governo italiano ritardava nell'assunzione di responsabilità e nell'incamerare tali fondi.
A questo punto, chiedo che il Governo ci dia una mano, anche a livello parlamentare, per portare avanti il progetto di legge pendente, di cui sono primo firmatario, che credo risponda ad esigenze di equità e giustizia rispetto ai risarcimenti nei confronti delle vittime (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze linguistiche e della Margherita, DL-l'Ulivo).