Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 242 del 18/12/2002
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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3449.

(Ripresa esame articolo unico - A. C. 3449)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.

FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, il disegno di legge di conversione al nostro esame - come è stato più volte detto - dispone l'ulteriore proroga della copertura assicurativa in favore delle imprese nazionali di trasporto aereo e di gestione aeroportuale in relazione ai rischi derivanti da atti di guerra e di terrorismo. Il decreto-legge di cui trattasi ricalca precedenti decreti-legge già convertiti da questo Parlamento, questa volta con alcune modifiche sia in ordine alla garanzia prestata ed alla compartecipazione dei soggetti assicurati, sia in ordine ai soggetti destinatari della garanzia medesima. Quindi, si tratta di modifiche che riguardano la quantità ed i soggetti.
La garanzia assicurativa introdotta a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001 aveva una prima scadenza il 31 dicembre 2001. In sede di conversione del primo decreto-legge, il 27 dicembre 2001, anche grazie alle nostre proposte, essa è stata prevista anche a favore delle imprese di gestione aeroportuale e durante l'esame al Senato di quest'ultimo decreto-legge è stata estesa alle società che gestiscono servizi di trasporto aereo mediante elicotteri. Successivamente, permanendo lo stato di crisi del trasporto aereo, le coperture assicurative statali, con la compartecipazione dei vettori e delle società di gestione, sono state prorogate con distinti provvedimenti al 31 marzo 2002, quindi al 31 maggio 2002 e, ancora, con il decreto-legge 1o giugno 2002, fino al 30 giugno 2002, prevedendosi la possibilità di ulteriori proroghe con conformi decisioni della Commissione europea e dell'Ecofin. Infine, con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con quelli dell'economia e delle attività produttive, il termine suddetto è stato prorogato sino al 31 ottobre 2002.
Con il decreto-legge al nostro esame, contrariamente a quanto stabilito in precedenza, si abbandona la strada del decreto ministeriale, ancorché emanato di concerto con gli altri due ministeri suindicati, e si ritorna in Parlamento in quanto all'atto dell'adozione del decreto-legge non risultava intervenuto un atto comunitario di indirizzo che autorizzasse l'ulteriore proroga delle garanzie assicurative.


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Veniamo alle due critiche che vogliamo muovere e sulle quali abbiamo presentato emendamenti. Avevamo presentato in Commissione due emendamenti che sono stati respinti dalla maggioranza e che, con un atto di buon senso del Governo e della maggioranza, penso possano essere accolti in quest'aula. Il primo riguarda la forma, cioè il comma 1 dell'articolo 1 che parla di ulteriore proroga. In effetti, si dovrebbe correttamente parlare non di proroga, ma di differimento termini considerando che il decreto-legge ha iniziato a produrre i suoi effetti soltanto alla data del 4 novembre 2002, cioè quattro giorni dopo la scadenza del decreto precedente. La proroga si riferisce a termini non ancora scaduti, mentre il differimento a quelli già scaduti. Nel nostro caso il termine scadeva il 31 ottobre 2002 ed il decreto-legge in esame è entrato in vigore il 4 novembre 2002, pertanto a termine già scaduto.
Il decreto-legge stesso, se avete fatto caso, non fa decorrere il termine dal 5 novembre, ma dal 1o novembre, coprendo quei quattro giorni scoperti, al fine di evitare vuoti normativi dall'1o al 4 novembre; ci pare quindi molto sensato l'emendamento strettamente tecnico e formale da noi proposto. Voglio pertanto augurarmi che, in sede di votazione in Assemblea, questo emendamento possa incontrare il favore del Governo e della maggioranza.
Vi è invece una ben più consistente questione di sostanza, sulla quale invito il Governo e la maggioranza a riflettere. Mi riferisco al tema della garanzia statale, al quale si è accennato anche in occasione della discussione sulle linee generali del provvedimento. La garanzia statale fino al 31 ottobre 2002 è stata prestata in base ad atti di indirizzo comunitari, che di volta in volta hanno consentito agli Stati membri di effettuare questa indiretta sovvenzione alle imprese, visti gli insostenibili costi commerciali del mercato assicurativo per le imprese di trasporto aereo, a seguito della situazione venutasi a determinare con gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 agli Stati Uniti. Il proseguimento della garanzia previsto dal decreto-legge in esame, come si legge nella relazione del Governo che accompagna il provvedimento medesimo, è disposto anche in mancanza di un atto di indirizzo da parte dell'Unione europea. Mi pare quindi che si stia adottando una misura, in assenza dell'indirizzo europeo. Questo provvedimento, che non trova riscontro nella decisione della Commissione trasporti dell'Unione europea e del Comitato che riunisce a livello europeo i ministri finanziari - che sostengono che si tratterebbe comunque di aiuti di Stato -, giunge in un periodo di grave crisi, mentre secondo tali interpretazioni non sussisterebbero più le condizioni che si sono verificate all'indomani dell'11 settembre. Noi riteniamo invece che tali condizioni sussistano ed anzi proponiamo che il termine sia prorogato al 31 dicembre 2003.
Allo stato, non è stato raggiunto alcun accordo; dunque, manca il presupposto essenziale per impedire l'apertura della procedura di infrazione a carico dello Stato membro da parte dell'Unione europea. In passato, a fronte di nostri emendamenti che proponevano un'ulteriore proroga di questo intervento da parte dello Stato, il Governo ha sempre risposto, rigettando le nostre proposte, che non si poteva fare diversamente, perché così l'Unione europea aveva deciso. Oggi, invece, presentate questo provvedimento, mancante di questo presupposto, in quanto l'Unione europea così non ha deciso. Eppure, nel passato, tutti i nostri emendamenti e tutte le nostre proposte furono accolte in un provvedimento successivo: quindi prima furono bocciate, mentre successivamente ne furono riconosciute le motivazioni.
Dunque, perché non potevamo fare anche noi come ha fatto in questi giorni il Governo degli Stati Uniti d'America, che ha prorogato il termine della copertura assicurativa fino al 31 dicembre 2003? Il mercato del trasporto aereo - lo sappiamo tutti - è un mercato fortemente globalizzato e quello previsto dal Governo degli Stati Uniti rappresenta un forte intervento dello Stato verso le compagnie aeree americane, che si avvarrebbero di uno strumento


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finanziario in più, a tutto svantaggio delle compagnie aeree europee e italiane.
Tali compagnie si vedrebbero messe in concorrenza, probabilmente, con regole alterate rispetto ai vettori americani, che avrebbero un supporto maggiore nei confronti di quelli europei.
Sarebbe bastato, quindi, approvare già qualche tempo fa la nostra posizione e, oggi, non saremmo qui. Infatti, il nostro emendamento, che avete respinto, prevedeva, allora, il termine del 31 dicembre 2002 che oggi, avendolo allora bocciato, riproponete. Attualmente, vi proponiamo di estendere tale termine sino al 31 dicembre 2003 in quanto, francamente, riteniamo che in questo momento la situazione di crisi e di difficoltà dell'intero comparto aereo sia sotto gli occhi di tutti. Lo dimostrano i continui processi, anche di riorganizzazione, di ristrutturazione e di alleanze aziendali, che stanno investendo tutte le compagnie aeree americane.
Con questo provvedimento, interveniamo sui prossimi 15 giorni; siamo al 18 di dicembre e proroghiamo queste disposizioni fino al 31 dicembre di quest'anno. C'era e c'è ancora la possibilità di riconoscere un momento di serenità e di tranquillità alle nostre compagnie, prorogando le misure fino al 31 dicembre 2003.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, ritengo sia necessario ragionare sul decreto-legge oggi in esame. Siamo tutti convinti che i problemi, che hanno indotto il Governo ad emanare più provvedimenti con riferimento al trasporto aereo, non si siano risolti.
Come tutti hanno evidenziato, ci troviamo in un periodo di grande difficoltà, dovuto in primo luogo a quanto accaduto l'11 settembre dello scorso anno.
Come dicevo, riteniamo che tale problema non sia superato in quanto, in questi giorni, stiamo verificando, con grande preoccupazione, alcuni incidenti, che stanno mettendo in grossa difficoltà il mercato del trasporto aereo.
Quindi - come già sottolineato in sede di discussione sulle linee generali -, proprio in considerazione delle difficoltà che tale settore sta attraversando e al di là dei termini squisitamente amministrativi e giuridici (se proroga o differimento), riteniamo necessario che il nostro emendamento sia approvato.
Si tratta, dunque, di definire un intervento molto più ampio, che possa essere attuato fino al 31 dicembre 2003, in quanto ciò consentirebbe alle compagnie aeree di agire con maggiore tranquillità e, nello stesso tempo, potrebbe porci nelle condizioni di discutere, con altrettanta serenità, il piano di riordino più generale, che stiamo già discutendo in Commissione trasporti e che continueremo a discutere perché siamo convinti che questo settore abbia la necessità di avere un riferimento chiaro a livello normativo, che consenta di rideterminare la struttura generale del trasporto aereo.
Abbiamo, inoltre, sottolineato, con altrettanta fermezza e con altrettanta onestà intellettuale, che vi è bisogno di definire, in una riforma generalizzata, anche gli aspetti che investono il sistema della gestione aeroportuale, con tutte le implicazioni relative. In questo settore, infatti, non vi sono condizioni adeguate, perché i molti lavoratori che sistematicamente si trovano in difficoltà non hanno la possibilità di usufruire dei cosiddetti ammortizzatori sociali che consentirebbero loro di superare i momenti critici che il settore vive. Anche su questo aspetto pensiamo vi sia la necessità di discutere con grande intelligenza, con grande fermezza e con grande determinazione, affinché i lavoratori possano essere garantiti.
Signor Presidente, signor sottosegretario, ne ho parlato in sede di discussione sulle linee generali, facendo riferimenti anche ad alcune discussioni svoltesi in altre Commissioni. La nostra è una Commissione che, tutto sommato, ragiona, anche attraverso un confronto forte, serrato e, però, responsabile. Alla fine i provvedimenti che abbiamo adottato, in tante


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circostanze all'unanimità, ci consentono di capire che lavoriamo per lo stesso fine, vale a dire per rendere molto più adeguate e significative le condizioni del trasporto aereo e anche di altri settori.
È per questo che, con altrettanta onestà e con altrettanta determinazione, vi chiediamo di prendere in considerazione le proposte emendative da noi presentate, in virtù delle considerazioni che sono state già ben evidenziate dal collega Raffaldini e che non intendo sottolineare ulteriormente. Credo che svolgeremmo un servizio utile e che faremmo un'operazione importante, per consentire la tranquillità ad un settore che, secondo il nostro punto di vista, è tuttora in grande difficoltà. Ecco perché vi chiediamo in modo forte che questi emendamenti, di merito e anche di metodo, possano essere accettati dal Governo nel corso dell'esame del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trantino. Ne ha facoltà.

ENZO TRANTINO. Signor Presidente, certo è un grande successo per il Presidente Berlusconi, se non viene riconosciuto colpevole anche dell'emissione lavica di Catania. Ho sentito, infatti, un ingeneroso e irriconoscibile onorevole Burtone attaccare a testa bassa, trasferendosi di peso in casa Cupiello per esprimere, anch'egli, il «no» risoluto a tutte le richieste di gradimento del presepe. «'O presepe nun m' piace». E a Burtone questo presepe non piace, comunque fatto, comunque modulato, comunque presentato. Sono scelte e sono gusti. Non posso entrare nella sfera soggettiva.
Dico, invece, che l'onorevole Burtone si trova nelle condizioni di un deficit di informazione, che non lo autorizza certamente ad essere ipercritico nei confronti di un Governo - egli è medico e, quindi, non è versato nella scienza giuridica - che nulla poteva fare verso una compagnia aerea, se non sollecitazioni e pressioni. Tali azioni sono state esercitate costantemente, ottenendo dalla compagnia Alitalia, in qualità di capo cartello, una risposta che richiama lo stato di necessità, che siamo i primi a disattendere, tanto è vero che, proprio ieri, ho presentato alla procura della Repubblica di Catania una denuncia contro le compagnie che non atterrano a Catania. Le compagnie che continuano ad operare, vale a dire Azzurra, Lufthansa e Air Malta, ovviamente, dovrebbero rispondere al quesito se siano o meno kamikaze o autori di possibili stragi: se atterrano vuol dire che l'aeroporto è agibile.
A ciò si aggiunga la dichiarazione responsabile da parte del Governo, per cui il capo dei servizi della protezione civile, vale a dire Guido Bertolaso, ha rifiutato ogni possibile estremizzazione dello stato di attualità del pericolo, perché essa, secondo Bertolaso, non sussiste. In un incontro ieri avuto con il Presidente Berlusconi avrebbe partecipato l'onorevole Burtone se avesse tenuto in considerazione che anche altri esponenti dell'opposizione erano presenti e, se in questa vicenda si fosse attivato di più, avrebbe appreso che è già pronto allo studio e tra qualche mese sarà installato un radar meteorologico speciale che consente di avere in tempo utile previsioni che possono alla fine aiutare a definire i passaggi critici del vulcano stesso.
Se questo non è stato fatto sul piano della vigilanza dall'onorevole Burtone, l'intervento pressante che ha esercitato la delegazione catanese della maggioranza, con qualche rara presenza dell'opposizione (anche se la posizione numerica altro non consentiva), ha trovato delle spiegazioni necessarie e sufficienti per poter stabilire che la pressione è tornata ancora più interessante e più vicina nei confronti della compagnia di bandiera e delle altre compagnie del cartello, che si è ottenuta da parte del ministro Lunardi un'assicurazione ed una risposta e che l'aeroporto di Catania da domani dovrebbe essere a pieno regime. Se noi dobbiamo a tutti i costi non trovare il consenso per operare una scelta di necessità e, nello stesso tempo, non unire gli sforzi ma trovare tutti gli argomenti per un attacco


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che a volte diventa rancoroso - anche se nei confronti dell'onorevole Burtone mi rifiuto di usare questo termine, conoscendo la sua correttezza, nel caso oscurata dalla passione -, devo dire conclusivamente che la cenere lavica, per come abbiamo visto - la cenere vulcanica per essere più preciso -, disturba la vista ma non deve certamente oscurare la politica. Per queste ragioni mi sono permesso, autorizzato da lei, signor Presidente, di dare questa informazione che è specifica sul tema, perché si parla di problemi dell'aviazione, e nello stesso tempo di rassicurare l'onorevole Burtone ed altri sul fatto che certamente non c'è l'attesa del miracolo come in Cechov, ma c'è l'attività vigilante di chi ha la responsabilità del fare (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e dell'UDC (CCD-CDU).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, il mio intervento è dovuto al fatto che l'onorevole Burtone probabilmente non conosce quello che ha fatto la Presidenza del Consiglio il giorno 14, cioè lo stesso giorno in cui è venuta a conoscenza del fatto che le compagnie avevano deciso di non volare, anche perché sembrava strano che loro potessero prevedere come soffiava il vento, quindi le ceneri dell'Etna. Mi limito a leggere l'ultima parte del dispositivo della nota in cui si dice che va altresì rilevata la sostanziale incoerenza della motivazione riferita alla necessità di evitare disagi per l'utenza e per dare certezza al servizio dell'utenza. Infatti, trattasi di giustificazione apparente, perché l'annunciata sospensione evidentemente impedisce all'utenza, che si intenderebbe tutelare, il trasporto fino a Catania. In realtà, il disagio per l'utenza è dato proprio dal fatto che questa deve necessariamente concentrare le operazioni di arrivo e di partenza presso l'aeroporto di Palermo, anche se la stessa utenza deve viceversa recarsi a Catania.
Questa nota, tra l'altro, è stata inviata dal dipartimento della protezione civile alla procura della Repubblica - caro collega Burtone - sia di Catania che di Roma. Questo sta a dimostrare che il Governo è immediatamente intervenuto per cercare di capire cosa non va. Quindi, credo che andrebbe prestata maggiore attenzione prima di fare un intervento in aula.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sulle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

LUIGI MURATORI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

PAOLO MAMMOLA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.
Avverto che della serie di emendamenti a scalare, da Duca 1.2 a Duca 1.4, porrò in votazione il primo e l'ultimo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Duca 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, comprendo che il relatore ed il Governo non intendano modificare il decreto-legge, anche perché in tal caso quest'ultimo dovrebbe essere riesaminato al Senato. Tuttavia, ritengo sarebbe più opportuno perdere un'ora, anzi cinque minuti al Senato; ciò perché tra due mesi potremmo trovarci a riesaminare, a votare di nuovo un ennesimo decreto-legge - sempre uguale -, il quale prorogherebbe dei termini già stabiliti da un precedente decreto-legge.
Se i colleghi esaminano il testo dell'articolo 2 e fanno caso all'elenco dei decreti-legge che sono stati approvati soltanto nel


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corso dello scorso anno, si accorgeranno che, se fosse stato accolto il nostro emendamento, presentato in occasione della precedente conversione del decreto-legge, oggi non si sarebbe perso tempo a riesaminarne uno nuovo. Quindi, è opportuno stabilire una decorrenza; in questo caso, abbiamo scelto la più lontana e cioè quella del 31 dicembre 2003. Peraltro, tale decorrenza combacia anche con la data che è stata stabilita dal Governo degli Stati Uniti d'America in conseguenza dell'attentato dell'11 settembre. Si è cioè stabilito che queste misure valgono nel territorio degli Stati Uniti d'America fino al 31 dicembre 2003. Noi abbiamo iniziato con un periodo di due mesi, poi prorogato di nuovo e per ben due volte di altri tre mesi. Speriamo che questo decreto-legge non debba mai servire agli scopi per i quali è stato pensato, ciò infatti significherebbe che non si verificherebbero più attentati. Comunque, evitiamo di fare in modo che il Parlamento sia ogni due mesi costretto a riesaminare e riapprovare sempre le stesse, medesime cose.
Detto questo, l'appello che rivolgo ai colleghi è di votare favorevolmente nei confronti di questo provvedimento, poiché così facendo non dovremo discutere di nuovo delle stesse cose da qui a qualche giorno.

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duca 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 302
Maggioranza 152
Hanno votato
127
Hanno votato
no 175
Sono in missione 69 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duca 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 303
Maggioranza 152
Hanno votato
127
Hanno votato
no 176
Sono in missione 69 deputati).

Ricordo che gli articoli aggiuntivi Tidei 1.01, 1.02 e 1.03 sono stati dichiarati inammissibili.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tidei 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, questo emendamento tende a migliorare tecnicamente e formalmente il provvedimento perché si potrebbe interpretare assurdamente che, per un massimale maggiore, si possa poi corrispondere un premio minore. È per questo motivo che noi vorremmo aggiungere la parola «ulteriori» e cioè, oltre al premio di 0,70 dollari per massimale di 150 milioni, un ulteriore premio di 0,25 dollari per un massimale di 2 miliardi di dollari. Diversamente, già qualche dubbio interpretativo è sorto, per cui vi proporremmo di accogliere questo emendamento per evitare successivi dubbi interpretativi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 311
Maggioranza 156
Hanno votato
136
Hanno votato
no 175).

Prendo atto che l'onorevole Stradella non è riuscito a votare.
Poiché il disegno di legge consiste in un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.

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