Allegato A
Seduta n. 237 del 10/12/2002


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(Sezione 2 - Esclusione di lavoratori precari della Croce Rossa italiana dalle procedure concorsuali interne)

B) Interrogazione:

RICCIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della salute e del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sulla trasparenza e correttezza della Croce rossa italiana sono state sollevate, da tempo oramai immemore, pesanti perplessità dovute all'attività, ad avviso dell'interrogante discutibile, dei propri organismi di governo guidati dalla signora Mariapia Garavaglia, evidenziate sia dai risultati fin troppo noti delle indagini parlamentari conoscitive che dalle numerose interrogazioni parlamentari presentate;
in riferimento ai suddetti esiti dell'indagine parlamentare ed ai legittimi atti di sindacato ispettivo finora proposti, nonché alle doverose segnalazioni degli organi di stampa, sul sito http://www.cri.it/evidenza.htm è apparsa la notizia che il consiglio direttivo della Croce rossa italiana, nella seduta del 31 luglio 2001, ha approvato una propria mozione tesa a respingere «con sdegno questa provocazione tendente a minare l'immagine dell'associazione ed il lavoro dell'intero organo di governo» rappresentata dall'attività di sindacato ispettivo posta in essere da numerosi parlamentari con interrogazioni palesemente orchestrate e peraltro non nuove, «i cui contenuti non rispondono al vero né nello specifico, né in generale», «con affermazioni capziosamente estrapolate»;
le perplessità sulla gestione dell'ente, invece, sarebbero avvalorate anche dal recente iter conclusivo di 5 concorsi pubblici riservati, banditi dal comitato centrale della Croce rossa italiana, ai sensi dell'articolo 32, comma 14, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successivamente pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 70, IV serie speciale, dell'8 settembre 2000, che ha visto l'esclusione di numerosi precari, così come rilevato sia dagli organi di informazione (Il Giornale del 5 agosto 2001), che dalla documentata e puntuale interrogazione n. 3-00130;
pare che la Croce rossa italiana, ignorando le indicazioni rese dal dipartimento della funzione pubblica nel dicembre 1999 sui requisiti dei candidati ai concorsi suddetti, riferiti inequivocabilmente al 1996, abbia spostato nel tempo detti requisiti, così consentendo la partecipazione di persone che non avevano titolo a partecipare a danno di lavoratori che erano precari da quindici anni;
risulta all'interrogante che nonostante le precedenti deroghe governative concesse il consiglio direttivo della Croce rossa italiana non avrebbe inserito nei ruoli i propri precari che mensilmente utilizza (nonostante siano risultati disponibili numerosi posti non coperti dai citati concorsi) e che anzi ora vorrebbe allontanare, come ad esempio il caso dei 225 militari richiamati da almeno quattro anni senza soluzione di continuità, che a decorrere dal 1o ottobre 2001 non sapranno se saranno interessati a rinnovo o meno -:


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se risponda al vero che la giunta esecutiva della Croce rossa italiana, in data 12 giugno 2001, non abbia inviato agli organi preposti, così come invece previsto per tutti gli enti, le graduatorie dei concorsi approvate con le determinazioni del direttore generale della Croce rossa italiana n. 81, 82, 85, 86 e 87 del luglio 2001;
se risponda al vero che, mentre venivano esclusi precari in servizio da molti anni ed aventi i requisiti anche per il concorso precedente, sarebbe stato assunto altro personale non precario non in possesso degli stessi titoli;
se non ritengano grave l'atto assunto dal consiglio direttivo della Croce rossa italiana nella seduta del 31 luglio 2001 tendente a sminuire la funzione degli onorevoli parlamentari della Repubblica e, conseguentemente, quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione a quant'altro prospettato per poter ripristinare la fiducia nei confronti di una istituzione benemerita come quella della Croce rossa italiana e per la giusta tutela di tutti i precari - civili e militari - che sono rimasti esclusi dalle procedure concorsuali e che l'ente vorrebbe allontanare. (3-00302)
(10 ottobre 2001)