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FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, voglio anch'io, in primo luogo, ringraziare il Governo, il ministro dell'interno e le forze dell'ordine per aver assicurato, come era, del resto, loro dovere, la libertà di manifestazione in una dimostrazione pubblica, che si è rivelata pacifica.
Voglio anche sottolineare che, probabilmente, l'aver suonato molti campanelli d'allarme sui rischi ed i pericoli ha consentito, da una lato, un coinvolgimento che non ci fu, invece, a Genova da parte di tutte le forze politiche e sociali sia di maggioranza sia di opposizione, dall'altro, un generale atteggiamento responsabile probabilmente ha consentito l'azione delle forze dell'ordine, dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e così via, che ha permesso pregiudizialmente di allontanare i violenti che hanno trovato un terreno, anche fra i manifestanti, molto diverso da quello determinatosi a Genova.
Per quanto riguarda, poi, il problema della globalizzazione, del rapporto tra paesi sviluppati e sottosviluppati, certamente è un tema che deve essere ripreso e approfondito, ma voglio anche ricordare - purtroppo, di fronte alla drammaticità degli eventi, quella parte del G8 è stata totalmente dimenticata e trascurata - che nel documento redatto dal Governo Amato e nel documento conclusivo del G8, a cui fu dato un contributo molto rilevante da parte del Governo Berlusconi, erano già presenti le linee di riflessione per un'azione non puramente propagandistica o ideologica di intervento e del rapporto tra i paesi sviluppati e quelli sottosviluppati.
Quindi, se si vuole avviare su tale tema un confronto parlamentare e politico, abbiamo a disposizione materiali che vengono non solo dalle riflessioni compiute qualche giorno fa a Firenze, ma anche dalle conclusioni del G8 di Genova.
FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che sono stati smentiti tutti i profeti di sciagura e coloro che hanno orchestrato una campagna intimidatoria ed allarmistica sulle grandi giornate di Firenze e, soprattutto, sulla straordinaria mobilitazione che si è registrata (la vedo tra i protagonisti, proprio lei di fronte a me, che annuisce). Ritengo sia giunto il momento di parlare di merito, delle grandi questioni poste da questo movimento, questioni che sono opposte alle conclusioni del G8. L'onorevole Cicchitto si arrampica quindi sugli specchi quando dice che vi sarebbero contenuti del G8 che potrebbero essere presi in considerazione, perché esattamente contro quel vertice e contro quei contenuti il movimento si è espresso.
Signor Presidente, vorrei dire, a scanso di equivoci, che quella di ieri è stata una tra le più grandi manifestazioni che questo paese abbia mai conosciuto: una manifestazione
contro la guerra e contro la possibile guerra in Iraq, contro la guerra in qualsiasi caso, con o senza l'ONU. Questo è stato l'orientamento di fondo che ha espresso la mobilitazione di ieri, ed io credo che, per discutere, dialogare con questo movimento, oltre che sui contenuti, sia necessario partire esattamente da tale grande questione. Sempre di più, in questi giorni ed in queste ore, questo sarà il nostro tema di discussione per poter essere in sintonia con quel movimento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
PIER PAOLO CENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, credo che la straordinaria giornata di ieri, preceduta da tre giorni di incontri e dibattiti ai quali hanno partecipato oltre 38 mila iscritti al Social forum europeo, abbia smentito clamorosamente gli iettatori del Governo e coloro che, come la Fallaci, hanno tentato - in tutti i modi - di far calare su un evento straordinario per i contenuti e per la quantità di partecipanti, un clima di ombre, sospetti, violenze che, in realtà, non c'erano prima e non ci sono state - questo, per noi, era però scontato - dopo.
Ritengo che quel movimento ponga il Parlamento e le forze politiche di fronte alla necessità di compiere una riflessione: i Verdi ritengono utile prevedere, nel calendario dei lavori dell'Assemblea prima della pausa natalizia, una giornata di discussione sui temi ed i contenuti dibattuti nel Social forum europeo: acqua, terra, libertà individuali e collettive nell'epoca della globalizzazione e, tra questi, sopra questi, il grande tema della guerra, della pace e di come il nostro paese e l'Europa possano attrezzarsi per fermare la guerra in Iraq e costruire le condizioni per una nuova legalità internazionale, capace anche di superare l'ONU, organismo sempre più sottomesso agli interessi di un potere globale che fa della guerra la propria sostanza.
Ritengo, quindi, che sia utile e necessario un dibattito parlamentare, non per sovrapporre il Parlamento a questo movimento - sarebbe una scelta sbagliata ed anche inutile - ma per comprendere quali risposte la politica possa dare alle ragioni che hanno portato alla mobilitazione di tanti uomini e donne italiane ed europee.
Le forze dell'ordine, ieri, hanno svolto il proprio lavoro con discrezione ed intelligenza. Credo si debba dare atto alle autorità locali, al prefetto ed al questore di Firenze di aver gestito l'ordine pubblico con intelligenza. Questo, però, signor Presidente, aumenta il rammarico per ciò che è accaduto a Genova. In realtà, le giornate di Firenze di questa settimana hanno dimostrato che anche a Genova la situazione avrebbe potuto essere gestita in maniera diversa dal Governo sul terreno dell'ordine pubblico. In realtà, a Genova fu operata la scelta scellerata di tentare di fermare questo movimento dei movimenti attraverso la criminalizzazione prima e la repressione dopo.
Anche per queste ragioni, forti del successo e della serenità della mobilitazione di questi giorni a Firenze espressa dai manifestanti e dalle forze dell'ordine, ribadiamo in questa sede la richiesta di una Commissione d'inchiesta sui fatti di Genova, perché quella gestione dell'ordine pubblico è ancora più stridente rispetto a ciò che, invece, è accaduto positivamente nei giorni scorsi a Firenze. Queste sono le ragioni per cui noi Verdi condividiamo il dibattito parlamentare ed insistiamo sulla richiesta di una Commissione d'inchiesta su Genova (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).
NICOLÒ CRISTALDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, i deputati di Alleanza nazionale esprimono soddisfazione per il civile momento vissuto a Firenze, come è normale che accada in un paese civile. Non è normale che accadano incidenti e non è
normale che si aprano polemiche. Il momento vissuto a Firenze è stato un momento normale di un paese civile. Sia, pertanto, consentito ai deputati di Alleanza nazionale di ringraziare nuovamente l'attività del Governo per l'azione preventiva che è stata messa in moto e per la capacità delle istituzioni a tutti i livelli di dare risposte preventive a una momento che destava preoccupazione.
Tutte le riserve che avevamo erano fondate, altro che infondate! Se quello di Firenze è stato un momento civile, lo si deve soprattutto alla capacità delle istituzioni di organizzare tutte le azioni preventive necessarie. Lo Stato ha funzionato, la collaborazione tra le forze politiche e tra le istituzioni ha funzionato e, soprattutto - come ha affermato il presidente della Commissione esteri, Gustavo Selva - ha funzionato il servizio di intelligence. È stato possibile, infatti, effettuare controlli efficaci già alle frontiere ed evitare l'infiltrazione di soggetti che con la protesta civile messa in moto a Firenze non avevano nulla a che vedere.
Onorevole Presidente della Camera, onorevoli componenti del Governo, vi sono però riserve che ancora manteniamo, perché il fatto che a Firenze sia andata bene non significa che sia ulteriormente percorribile la strada di scegliere città d'arte importanti come luoghi di protesta, anche se il momento fiorentino è stato civile. Rimane l'interrogativo che, se vi fosse stato qualche facinoroso che non avesse accettato i binari delle legalità e della civiltà, si sarebbe potuto verificare che in quella città, nella capitale dell'arte nazionale, una stretta minoranza avrebbe potuto creare problemi.
Vi sono molte cose che il Governo ha fatto ed è bene anche ricordare in questa sede con un minimo di orgoglio non soltanto l'azione preventiva. Vi sono, infatti, passaggi che ancora devono essere amplificati. Si pensi all'e-government, ai provvedimenti legislativi adottati da questa Camera e dal Senato e si pensi all'azione del Governo circa la possibilità di partecipare al processo di globalizzazione attraverso precise responsabilità di competenza degli Stati. Mi riferisco all'informazione, all'aiuto tecnologico, alle collaborazioni economiche e sociali con i paesi rivieraschi, con i paesi del mediterraneo e con quelli che si muovono intorno ai paesi industrializzati. L'Italia sta facendo la sua parte e ancor più la dovrà fare.
Ecco perché, nell'esprimere la soddisfazione dei deputati di Alleanza nazionale, intendiamo rivolgere anche un ulteriore ringraziamento al Governo per tutto ciò che è stato compiuto in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, quella di ieri è stata una manifestazione straordinaria. Purtroppo, i tanti che non hanno potuto partecipare hanno potuto vederla soltanto su LA7 perché la RAI, per ore ed ore, non ha trasmesso alcuna immagine di tale straordinaria manifestazione.
È stata una grande vittoria innanzitutto per gli organizzatori, per tutta quella miriade di associazioni italiane ed europee che da mesi hanno costruito questo appuntamento. È stata una grande vittoria per tutte le forze democratiche, per gli enti locali, per il sindaco di Firenze, per il presidente della regione toscana che hanno accolto questo grande appuntamento. È stata una vittoria per la politica perché questo movimento, che non è inglobabile, pone domande anche conflittuali - anzi, soprattutto conflittuali - a tutte le forze politiche e pone problemi seri che insieme dobbiamo tentare di risolvere. È stata una vittoria straordinaria per la democrazia. Nel momento in cui si stanno riducendo gli spazi democratici e crescono le ingiustizie, credo sia fondamentale questo protagonismo delle nuove generazioni: esso parla della qualità della democrazia.
Contemporaneamente, colleghi, dobbiamo ricordarlo, la manifestazione di ieri dimostra che vi è stata una grande sconfitta di tutti quelli che, attorno ad essa,
avevano creato la linea dell'allarmismo, dello scontro, e non mi riferisco solo ai nuovi talebani di Oriana Fallaci. Il Governo ha scelto di non spostare il Social forum, ma Berlusconi si era permesso alcune dichiarazioni gravissime sul fatto che comunque vi sarebbero state devastazioni, l'unico dubbio era quanto sarebbero stati gravi tali atti di devastazione. Dunque, la linea dello scontro, dell'allarmismo, di criminalizzazione del Social forum è stata sconfitta. Credo di ciò oggi, in Parlamento, si debba tenere conto.
Questo movimento pone problemi e, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, credo che le forze democratiche, quelle dell'opposizione tutte debbano prendersi la responsabilità di dare risposte. È stata anche sconfitta la linea secondo cui da Firenze avrebbe potuto costruirsi una saldatura nuova di tutte le opposizioni contro il Governo Berlusconi.
Questo movimento è un baluardo per la qualità dello sviluppo, per un'Europa diversa, soprattutto per dire «no» alla guerra. Vi è una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU...
PRESIDENTE. Onorevole Cossutta...
MAURA COSSUTTA. Concludo, signor Presidente.
Credo che dopo Firenze, a partire dalla suddetta risoluzione, comunque il «no» alla guerra sia sicuramente più forte (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Poiché sto dando la parola ad un deputato per gruppo, vi segnalo che sta per esaurirsi questa fase.
ALFREDO BIONDI. Anche gli altri hanno diritto di parlare!
PRESIDENTE. Onorevole Biondi, sa che per lei vi è sempre un'eccezione.
ALFREDO BIONDI. Questi sono temi sui quali i gruppi sono un monolito e le persone sono persone!
PRESIDENTE. Onorevole Biondi, non volevo urtare la sensibilità dei parlamentari, era solo perché, come lei capisce, dovremmo cominciare a parlare della legge finanziaria.
Prego, onorevole Volontè.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, anch'io mi associo ai ringraziamenti fatti dagli altri colleghi. Tutti i colleghi intervenuti, indipendentemente dalla parte politica, hanno riconosciuto grande intelligenza e rivolto grandi ringraziamenti al ministro, alle forze dell'ordine, agli organizzatori ed agli amministratori locali. È merito loro e dei partecipanti che la manifestazione di ieri non abbia prodotto quello che si era già visto a Genova ed in altre parti del mondo durante raduni che avevano lo scopo non di protestare, ma di proporre, nel merito di alcune questioni riguardanti la globalizzazione, un punto di vista diverso rispetto al dibattito che si sta svolgendo su tale materia.
Mi permetto di ringraziare anche lei, signor Presidente, e tutti i presidenti di gruppo di questa Assemblea. Infatti, ritengo che l'opera di moral suasion svolta, anche nel dibattito avvenuto in due tempi in quest'aula, da parte dei capigruppo e del ministro dell'interno Pisanu abbia contribuito a rasserenare il clima ed a far sì che la manifestazione di ieri avesse lo scopo che gli organizzatori si erano proposti: quello di discutere nel merito del tema della globalizzazione.
Questi meriti - per questo mi sono fatto portavoce di un ringraziamento a tutti i colleghi che hanno partecipato alla discussione che abbiamo avuto in aula insieme al ministro Pisanu - per il successo di questa manifestazione è bene che li prenda anche la nostra istituzione parlamentare, così come sarebbe utile, su iniziativa di alcuni gruppi parlamentari dell'opposizione, entrare finalmente nel merito di queste proposte.
Il risultato più bello delle manifestazioni e dei tre giorni di dibattito che si
sono svolti a Firenze è stato proprio quello di aver tentato di far concentrare l'opinione pubblica su un punto di vista diverso sul tema della globalizzazione, che gli organizzatori hanno cercato di comunicare all'opinione pubblica italiana e anche a quella internazionale. Ebbene, sarebbe positivo continuare a discutere sul merito di questo approccio alla globalizzazione in un clima molto più sereno e non funestato invece da manifestazioni simili a quelle che si sono verificate negli scorsi anni in giro per il mondo, ma anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (CCD-CDU).
UGO INTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Signor Presidente, non avrei preso la parola se avesse parlato solo l'onorevole Violante per l'intera sinistra, il cui intervento condivido.
La grande manifestazione di Firenze non è stata un problema di ordine pubblico. Ha invece dimostrato che la questione della globalizzazione è al centro di un grande e utile dibattito: non è quindi un problema di polizia. Credo che la sinistra riformista nei confronti di questi giovani no global debba comportarsi esattamente come nei confronti dei giovani del '68: dobbiamo dialogare, difendere la loro libertà di manifestare, difendere le loro tante buone ragioni, ma anche contrastare le tesi sbagliate o pericolose. Questi giovani sono i nostri potenziali alleati, sono una parte del nostro futuro e sono una risorsa per la politica. Tuttavia, dobbiamo distinguere la sinistra del possibile dalla sinistra dell'utopia; la sinistra riformista dalla sinistra massimalista; la sinistra socialista democratica da quella che torna a essere comunista, a rimorchio dei movimenti, con il rischio di far compiere un passo indietro a tutta l'opposizione.
Questa è la nostra scommessa. Per questo il mio partito vuole chiarire che la sua posizione è diversa da quella dei verdi o dei comunisti italiani, che stanno «di là» - su una posizione peraltro rispettabile -, ma noi stiamo «di qua», stiamo con la risoluzione della Nazioni Unite che è condivisa non dal solo Bush, ma anche dalla Cina, dalla Russia e dal Partito socialista europeo. Noi siamo con chi ha l'obiettivo di disarmare l'Iraq: è un obiettivo che è possibile raggiungere solo se Saddam teme la guerra. Non vogliamo costituire un chiassoso cartello dei «no» a Berlusconi, bensì vogliamo formare il cartello dei «sì» a una credibile politica di governo, alternativa a quella di Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani e di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di Alleanza nazionale).
ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei che tutti i colleghi avessero chiaro quello che è accaduto in questi giorni a Firenze. Pur avendo un'esperienza politica di movimenti inferiore a quella che hanno molti altri colleghi presenti in quest'aula, posso tuttavia dire che non ho mai visto, nella storia di questo paese, 60 mila persone iscriversi, partecipare ordinatamente a centinaia di incontri, discutere, esprimere idee (anche diverse fra loro ed anche immature in molti casi). Non ho neanche mai visto, nella mia esperienza politica, una manifestazione di quelle dimensioni avere questo livello di civiltà e di compostezza. Mi sia consentita una considerazione: il giorno prima in quest'aula - non lo dico per stigmatizzare i colleghi parlamentari, i quali poi si sono scusati con il Parlamento e con i cittadini - due parlamentari si sono presi a schiaffi; se lo stesso atteggiamento fosse stato tenuto dalle centinaia di migliaia di manifestanti a Firenze, potete immaginare cosa sarebbe accaduto. Credo questo sia merito innanzi tutto dei manifestanti, perché vi è stata senz'altro una maturazione in questo movimento dopo il G8 di Genova. Si è capito che bisognava essere più attenti rispetto al rischio di violenze e di strumentalizzazioni.
C'è stato un atteggiamento, molto diverso e positivo, da parte delle forze dell'ordine. Occorre ringraziare, innanzitutto, il prefetto Serra, che ha operato benissimo. C'è stato un atteggiamento, intelligente e coraggioso, da parte delle istituzioni.
Ritengo spetti a noi - a noi Ulivo, a noi centrosinistra, ma anche a tutta la politica - ascoltare ciò che è emerso a Firenze, cercando - se ne siamo in grado - di fornire delle risposte, pena la delegittimazione della politica.
Le risposte vanno fornite su diversi terreni. Innanzitutto, su un terreno inequivoco posto dalla manifestazione, vale a dire il «no» alla guerra preventiva in Iraq. Inoltre, su altri campi - condividendo, comunque, l'ipotesi di un dibattito generale su tali temi - e, in primo luogo, in quello relativo alla verità su Genova. Genova pesa come una ferita sul nostro paese; ieri si è cominciato a ricostruire un rapporto di fiducia nelle forze dell'ordine e anche un modo diverso di concepire le manifestazioni. Tuttavia, le bugie raccontate su Genova vanno fugate: penso a quanto accaduto alla scuola Diaz, penso alle condizioni che hanno consentito le violenze accadute a Genova, in ordine alle quali accolgo la richiesta del collega Cento relativa alla Commissione di inchiesta.
Un altro terreno, molto limitato - lo dico ai colleghi Volontè e Cicchitto -, riguarda la questione - ce ne sono tante di tipo contenutistico e molte riguardano la globalizzazione e temi cari anche ai colleghi della Lega - relativa alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo.
Questa finanziaria, contrariamente agli impegni più volte assunti in sede internazionale dal Presidente del Consiglio Berlusconi, sterilizza l'impegno preso dall'Italia di eliminare il debito dei paesi in via di sviluppo. Questo è esattamente il contrario di quanto l'Italia più volte ha affermato nelle sedi internazionali e di quanto chiedono tutti i partecipanti a quell'iniziativa. Prendiamone atto e intanto ringraziamo il presidente della regione toscana, il sindaco di Firenze, i cittadini fiorentini che, per una volta, ci hanno fatto essere orgogliosi di essere italiani, rendendo Firenze all'altezza della storia, del presente e, soprattutto, di quello che vorremmo fosse il futuro del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
ALESSANDRO CÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, chiaramente siamo soddisfatti di come si è svolta la manifestazione di ieri e ringraziamo le forze di polizia e tutte le istituzioni che hanno partecipato positivamente a questo risultato.
Da sempre, riteniamo che questa sia l'unica modalità possibile di manifestare il nostro pensiero; questa, nel nostro paese, deve essere la regola e non l'eccezione. Da quanto emerso da qualche intervento di questa mattina sembra quasi che questo sia un risultato eccezionale, invece deve essere la regola (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale)! Le manifestazioni si devono svolgere nel rispetto della legge, nel rispetto della proprietà privata, nel rispetto della sicurezza di tutti gli altri cittadini che magari hanno idee diverse, o anche simili, ma non intendono manifestare. Altrimenti, non si comprende se questo è uno Stato di diritto o uno Stato in cui qualcuno può consentire che si rispetti la legge; si tratta di due cose diverse (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale)!
Dunque, se da sempre difendiamo la libertà di manifestare, ci ricordiamo tuttavia delle voci - specie della sinistra - che emersero quando, qualche anno fa, milioni di persone scesero in piazza pacificamente, si radunarono senza alcuna violenza per sostenere una loro idea, un'idea di libertà. In quel momento, questi movimenti, promossi dalla Lega nord, furono criminalizzati, senza aver mai divelto nulla, senza aver mai danneggiato nulla. Questo è il modo giusto di manifestare e noi lo abbiamo insegnato a tutti (Applausi
dei deputati del gruppo della Lega nord Padania - Commenti dei deputati di Rifondazione comunista)!
Ancora oggi, in quest'aula, ho sentito - in particolare da parte degli onorevoli Maura Cossutta e Realacci - toni di vittoria e di sconfitta, ma non esasperati; tuttavia, volti a rivendicare, ancora una volta, che una certa parte politica è in grado di garantire manifestazioni pacifiche, mentre i disordini di Genova sarebbero stati, in qualche modo, motivati da un atteggiamento sbagliato delle forze dell'ordine.
È un'interpretazione che va respinta al mittente; all'interno di quest'aula dobbiamo essere tutti responsabili. Perché questa manifestazione si è svolta in modo corretto? Fondamentalmente per due motivi: perché tutto il Parlamento, tutte le forze politiche, tutte le istituzioni sono state responsabili e perché, permettetemelo - senza nota di polemica - ricordo ancora il Cofferati a Genova e lo ricordo ancora in questi giorni. L'atteggiamento è stato completamente diverso: assolutamente responsabile in questa occasione e non lo fu a Genova (Commenti di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e di Rifondazione comunista, Applausi di deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Ricordiamo tutti l'intervista in diretta di Cofferati a Genova. A Genova non fu così responsabile come è stato oggi...
FRANCESCO GIORDANO. Non c'era a Genova!
GIOVANNI RUSSO SPENA. Cosa stai dicendo?
ALFONSO GIANNI. Informati almeno!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...
ALESSANDRO CÈ. Diciamo grazie anche a Cofferati ma l'unica possibilità di intervenire in questo dibattito è quella del rispetto della democrazia, del rispetto delle istituzioni e dello svolgimento delle manifestazioni in modo realmente pacifico.
Sul tema della guerra è chiaro che non possiamo svolgere una discussione in questa sede; credo però si debba già in questa sede distinguere quella che è una visione della pace che tutti noi condividiamo (penso che il cento per cento dei cittadini italiani la condivida) da uno pacifismo utopistico che alcune volte purtroppo si vede in tutti i partiti, non solo nella sinistra.
Da questo punto di vista la Lega ha un atteggiamento assolutamente a favore della pace ma anche pragmatico. E di questo parleremo nel corso del dibattito che credo sia doveroso svolgere in quest'aula.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ritengo opportuno svolgere alcune precisazioni; mi sembra giusto farlo per evitare che i termini della questione vengano letti in modo distorto.
In uno Stato di diritto è doveroso manifestare pacificamente; questa è la normalità che coincide con il rifiuto di ogni violenza. In secondo luogo, il Social forum di Firenze ha posto al centro questioni politiche importanti (come il rapporto tra paesi ricchi e paesi poveri) su cui la Camera dei deputati ha già discusso in passato e sui quali dovrà sicuramente discutere in futuro. Si tratta delle grandi questioni che riguardano il futuro dei nostri figli ed il futuro di tutti noi. Infine, vi è un compiacimento generale, espresso dalle istituzioni locali al ministro dell'interno ed alle forze dell'ordine. Di questo mi rallegro, mi fa piacere che vi sia una convergenza su questo punto perché è il segno che in questo paese non ci si divide solo e sempre - a volte anche artificialmente - ma c'è senso di responsabilità per trovare anche momenti unificanti.
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