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per l'uso del metano, perché notoriamente meno inquinante dell'olio combustibile e del carbone;
nel territorio dell'alto Lazio insiste il più grande concentramento di potenza d'Europa, dato dalla presenza di ben tre centrali elettriche per circa 7100 megawatt complessivi;
il 21 dicembre 2001 l'Enel spa ha presentato al comune di Civitavecchia una proposta di riconversione a carbone della centrale elettrica di Torre Valdaliga Nord di 2640 megawatt;
il 18 giugno 1989 si è tenuto un referendum comprensoriale che ha chiesto, tra l'altro, l'utilizzo del metano nel polo energetico Civitavecchia-Montalto di Castro;
le popolazioni, con oltre l'80 per cento di affluenza, si dichiararono d'accordo
i comuni di Civitavecchia (Roma) e Tarquinia (Viterbo) hanno deliberato l'effettuazione di un referendum consultivo per il 6 ottobre 2002;
contro tale pronunciamento Enel, Assocarboni e Federlazio hanno presentato un ricorso bocciato dal tribunale amministrativo regionale del Lazio;
i citati ricorrenti hanno proposto un appello al Consiglio di Stato sostenuto, sorprendentemente, da un intervento ad adiuvandum del ministero delle attività produttive;
negli anni '80 e '90 due indagini effettuate dall'osservatorio epidemiologico della regione Lazio evidenziarono per Civitavecchia un'alta incidenza di malattie respiratorie ed allergie, specialmente nei soggetti più deboli, in particolare nei bambini;
una rilevazione effettuata nel 2000 dalla fondazione Conti Curzia di Civitavecchia su circa 150 bambini delle scuole medie inferiori della città ha, purtroppo, riconfermato il dato dell'osservatorio epidemiologico della regione Lazio;
stanno, probabilmente, giungendo a maturazione i danni prodotti da decenni di «lecito» inquinamento. Basti pensare che fino al 1995 le centrali hanno potuto immettere in atmosfera sino a 2900 mg/mm3 di anidride solforosa (SO2) e che soltanto nel 1998 è stata applicata la normativa Cee con il limite dei 400 mg/mm3 di SO2;
la presenza Enel, a fronte dell'occupazione fornita ed oggi pesantemente messa in discussione, ha fortemente condizionato ogni ipotesi di sviluppo diverso e più legato alle potenzialità del territorio, tant'è che si parla di monocultura -:
se non ritenga che il ministero delle attività produttive stia contravvenendo alle procedure previste dalla legislazione vigente in materia di coinvolgimento di regioni ed enti locali nelle decisioni da assumere e, viste le numerose prese di posizioni di cittadini e di amministrazioni locali e tenuto conto del piano energetico della regione Lazio, se non ritenga di negare l'autorizzazione per la riconversione della centrale di Torre Valdaliga Nord a olio combustibile e carbone e, contestualmente, di valutare la proposta di riconversione della stessa a metano.
(3-01536)
(29 ottobre 2002)