![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di MAURIZIO ENZO LUPI. L'interpellanza in oggetto fa riferimento ad un'inchiesta
pubblicata dal settimanale Tempi la scorsa settimana, con riferimento alla recente gara del CONI per l'affidamento del 49 per cento della nuova società Cinque cerchi e, più in generale, con riferimento al rapporto fra la società Lottomatica, il CONI e il Ministero dell'economia e delle finanze.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Contento, ha facoltà di MANLIO CONTENTO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interpellanza al nostro esame gli onorevoli interpellanti hanno chiesto di avere chiarimenti riguardo alla posizione della società Lottomatica Spa nell'ambito del settore giochi e scommesse nonché ai suoi rapporti con l'erario.
alla raccolta del gioco. Peraltro, occorre ricordare che al concessionario Lottomatica, a differenza della Sisal, sono stati trasferiti pubblici poteri in materia di lotto, con ogni connessa responsabilità e relativi oneri economici delle operazioni estrazionali per le dieci sedi di ruota. Questo per dire che è rilevante sia il regolamento del concorso sia il contratto accessivo al rapporto concessorio, che è relativo ad ogni concorso e, quindi, differenziato rispetto agli stessi.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, non solo
per la puntualità della risposta che ha voluto dare a nome del ministero e del Governo, ma anche, non tanto per la forma, quanto per la sostanza con cui questa risposta è stata data e per il coinvolgimento diretto che mi sembra di aver percepito in alcuni passaggi della sua risposta. Proprio per questo mi preme di fare due considerazioni che questo Governo, il ministero e il sottosegretario sono certo condividano.
Molto sinteticamente le due grandi questioni sottese all'interpellanza riguardano, da una parte - considerata peraltro la recente conversione in legge, da parte di questo ramo del Parlamento, del decreto-legge dell'8 luglio 2002, che prevede dunque il passaggio della gestione dei giochi dal CONI ai Monopoli di Stato -, la correttezza della gara che si è svolta per l'affidamento del 49 per cento, dall'altra, la collocazione di questo risultato della gara all'interno del nuovo progetto di gestione, che giustamente questo Governo, non a caso, ha voluto perseguire relativamente alla gestione dei giochi nel nostro paese.
La seconda parte delle domande contenute nella presente interpellanza sono invece relative - come risulterebbe dall'inchiesta del settimanale Tempi (è quindi doveroso da parte dei parlamentari, ma credo anche da parte del Governo, fornire risposte su questi dubbi avanzati) - ad eventuali trattamenti di favore che in questi anni si sarebbero (uso ovviamente il condizionale) effettuati a favore della società Lottomatica, in particolare rispetto a trattamenti di favore differenti rispetto ad altri gestori di giochi.
Il secondo aspetto è quello relativo ad eventuali trattamenti di favore che, ad esempio, hanno riguardato il rinnovo della concessione del lotto con 3 anni di anticipo e addirittura per ulteriori 9 anni, alle stesse condizioni.
Ritengo che questa sia la questione di fondo e che la presentazione di questa interpellanza fosse doverosa da parte degli oltre 50 parlamentari che l'hanno presentata. Ringrazio, inoltre, il Governo per essere venuto tempestivamente a rispondere.
Occorre, preliminarmente, chiarire la vicenda relativa al rinnovo della concessione a favore della Lottomatica per la gestione del servizio del gioco del lotto automatizzato, notizia tratta - come si legge nell'interpellanza - dal settimanale Tempi.
Al riguardo, l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha precisato che l'articolo 6, comma 3, del decreto ministeriale del 17 marzo 1993, come è noto, prevedeva una durata complessiva del rapporto di 9 anni, utilizzando la forma dell'automatico rinnovo tacito per altri 9 anni alla scadenza del primo novennio, salvo disdetta dell'amministrazione da comunicarsi almeno sei mesi prima della scadenza.
Considerato che, con l'articolo 33, comma 1, della legge 23 dicembre 1994 n. 724 e, in particolare, con l'articolo 19, comma 7, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, si era stabilito che, una volta raggiunto il numero di 15 mila punti di raccolta del gioco del lotto, la rete sarebbe stata estesa a tutti i tabaccai che ne avessero fatta richiesta entro il 1o marzo di ogni anno, l'amministrazione aveva richiesto alla società Lottomatica una previsione dei costi per l'estensione della rete di raccolta a 22 mila punti, quantificata e verificata in 1.021 miliardi per il quadriennio 2000-2003. Quanto alla verifica, mi consenta di aggiungere che ho voluto svolgere un accertamento e che, in effetti, all'epoca risulta essere stata costituita una commissione deputata, appunto, a valutare la congruità di questo dato.
A fronte della disponibilità della società concessionaria a sostenere tutti gli oneri connessi all'estensione, così azzerando il costo per l'erario, è stato predisposto l'atto integrativo - quello cui l'onorevole Lupi fa riferimento richiamando il suddetto settimanale -, vale a dire il decreto direttoriale 15 novembre 2000, che ha adeguato il rapporto concessorio all'ampliamento della rete di raccolta del gioco, condizionando l'esercizio del diritto di disdetta della concessione - rimesso, fino a quel momento, alla mera discrezionalità dell'amministrazione finanziaria - al solo caso della mancata attivazione dei nuovi punti di raccolta. Quindi, l'intervento avviene nel novembre del 2000 e, sostanzialmente, modifica il rapporto in essere, agganciandone l'operatività all'estensione della rete cui ho fatto riferimento.
Passando alla trattazione delle singole questioni che formano oggetto dei quesiti contenuti nell'interpellanza, occorre precisare quanto segue. Il CONI, riguardo alla procedura seguita per l'individuazione del socio cui cedere il 49 per cento delle azioni della società Cinque cerchi, ha rappresentato che la costituzione di una società strumentale e la cessione ad un partner privato della suddetta quota societaria del 49 per cento è facoltà espressamente prevista dall'articolo 13 dello Statuto del comitato olimpico, in attuazione dell'articolo 14 del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242.
Sull'intera operazione di privatizzazione, il CONI ha costantemente tenuto informata la propria autorità vigilante - il Ministero competente, naturalmente - che ha approvato gli atti esecutivi della gara, peraltro, predisposta in conformità al parere del Consiglio di Stato n. 981 del 26 luglio 2000, rilasciando pertanto la prescritta autorizzazione.
Aggiudicatario della gara, sulla cui legittimità si è pronunciato il tribunale amministrativo regionale del Lazio, rigettando due ricorsi giurisdizionali presentati da società concorrenti, è risultato il raggruppamento temporaneo d'impresa, costituito, tra gli altri, dalla società Lottomatica e dalla Banca nazionale del lavoro, a cui è stato assegnato un punteggio complessivamente superiore rispetto a quello attribuito alla concorrente, pur in presenza di un'offerta economica inferiore a quella della predetta società concorrente. Inoltre, la partecipazione della Banca nazionale del lavoro nel raggruppamento aggiudicatario della gara, secondo il CONI, non ha costituito, come più volte ha avuto modo di chiarire anche la giurisprudenza amministrativa in casi analoghi, violazione del principio d'imparzialità; caso mai, l'eventuale esclusione del citato istituto di credito dalla gara, motivata dall'aver tale istituto intrattenuto un rapporto contrattuale con il CONI, avrebbe costituito sicura violazione del principio di par condicio tra gli aspiranti a partecipare alla gara. È evidente - se mi permette - che il raggruppamento come entità è qualcosa di diverso, nella sua configurazione, rispetto ai partecipanti e, quindi, anche sotto questo profilo, una valutazione di legittimità difficilmente potrebbe essere data in senso difforme da quanto appena detto.
Tutto ciò porta a ritenere che la procedura di gara seguita dal CONI si sia svolta nel rispetto delle norme che ne regolano lo svolgimento. Per completezza di esposizione, va precisato, infine, che la Banca nazionale del lavoro, attualmente, non figura più tra i soci di Lottomatica, avendo ceduto l'intera partecipazione posseduta, pari a circa il 19 per cento del capitale sociale, nell'ambito dell'offerta pubblica di acquisto preventiva totalitaria, svoltasi dal 17 dicembre 2001 al 25 gennaio 2002, promossa da Tyche Spa sulle azioni Lottomatica.
Per quanto concerne, poi, l'aggio richiesto dalla società Lottomatica, l'amministrazione dei Monopoli di Stato ha precisato che il compenso spettante al concessionario è il risultato delle aliquote applicate sugli scaglioni d'incasso lordo della raccolta del gioco del lotto, con una riduzione costante dello 0,160 per cento sui mille miliardi di vecchie lire successivi, oltre i primi 3 mila di incasso. Ne consegue che l'aggio non può essere costante ma è variabile, essendo strettamente connesso
Non può, infine, omettersi di considerare, onde poter correttamente valutare i dati relativi alla misura dell'aggio, che la raccolta del gioco del lotto nell'anno 2001 è stata di circa 14 mila 200 miliardi di vecchie lire, a fronte di 4 mila 700 miliardi di vecchie lire raccolti dall'Enalotto, valori complessivi rispetto ai quali deve, quindi, rapportarsi, su base proporzionale, la misura dell'aggio richiesto dai singoli concessionari.
Circa le differenze nel prelievo fiscale sulla spesa del pubblico, mentre per l'Enalotto il predetto prelievo è determinato per differenza, scorporando dalla spesa complessiva del pubblico la somma della quota destinata a montepremi, l'aggio ai ricevitori, nonché il compenso del gestore, per il lotto, invece, la quota spettante all'erario viene determinata al netto sia del pagamento delle vincite conseguite, senza alcuna predeterminazione di montepremi, sia dell'aggio dell'8 per cento spettante ai ricevitori sia, infine, dei compensi dovuti alla società Lottomatica e agli operatori della raccolta del lotto telefonico. Nell'anno 2001 l'utile per l'erario è stato di 3.413.860.492.499 vecchie lire, pari al 24 per cento dell'incasso totale dell'Enalotto, dove la predeterminazione del montepremi consente di poter stabilire, a priori, in percentuale fissa le entrate erariali.
L'altro quesito verte sulla lamentata attribuzione a carico dello Stato delle attività pubblicitarie di Lottomatica. Al riguardo, giusto quanto previsto dall'articolo 8 del decreto ministeriale 15 novembre 2000, a far tempo dal 1o gennaio 2001, gli investimenti per promozione e pubblicità del gioco del lotto sono a totale carico della società concessionaria, previa approvazione da parte dell'amministrazione del piano annuale, in misura che non potrà essere inferiore al 7 per cento del compenso percepito dal concessionario per l'anno precedente. Per quanto riguarda, invece, gli anni dal 1998 al 2000, le campagne pubblicitarie e promozionali sono sempre state a carico dell'amministrazione finanziaria, per un importo prossimo a 150 miliardi di vecchie lire nel triennio, dal momento che nell'atto di concessione tale costo non era riversato a carico del concessionario.
In merito poi alla questione afferente alla selezione dei punti vendita, l'istituzione di nuove ricevitorie del lotto è attività di esclusiva competenza dell'amministrazione dei Monopoli di Stato, trattandosi di concessione che viene svolta nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali. La società Lottomatica, invece, come prevede espressamente l'articolo 8, comma 1-bis, del decreto ministeriale 17 marzo 1993, sostiene integralmente tutte le spese relative all'installazione dei terminali e delle linee telefoniche per ogni nuova concessione istituita.
Signor Presidente, vorrei concludere richiamando quanto gli interpellanti e, in particolare, l'onorevole Lupi, hanno già sottolineato, cioè il fatto che il decreto-legge, che proprio recentemente questo ramo del Parlamento ha approvato, mentre l'esame ora si è spostato al Senato, ha un po' rivoluzionato quell'assetto che era stato inizialmente predisposto da parte del CONI. Quindi, è evidente che, dal momento che l'amministrazione e la gestione dei giochi vengono unificate, anche gli approfondimenti che - se l'onorevole Lupi mi consente - sono sottesi a quell'interpellanza e al suo contenuto, saranno direttamente nelle responsabilità del nostro ministero, tramite l'amministrazione competente.
Non è un caso che il sottosegretario abbia concluso esattamente parlando di questa nuova impostazione che si vuole dare al mondo complessivo dei giochi e alla sua gestione, con un controllo più diretto da parte del Governo. Infatti, la forma a volte può essere rispettata, ma la questione sostanziale rimane. Ricordo in proposito la discussione fatta in questa Camera, in Commissione, riguardo alla necessità di reperire delle risorse, che possono derivare dal mondo complessivo dei giochi, anche per finanziare giustamente un mondo parallelo, ma più importante e specifico: penso al contenuto del decreto-legge riguardante il finanziamento delle associazioni sportive dilettantistiche o quant'altro. Credo che il sottosegretario condivida che una puntuale verifica delle condizioni potrebbe portare a delle entrate maggiori per lo Stato che in qualche modo finanzierebbero l'attività sportiva dilettantistica determinando una corretta gestione ed un recupero di efficienza ed efficacia. Questa è la prima considerazione, che credo il Governo condivida e che riguarda un impegno che maggioranza e Governo hanno assunto e che vogliamo continuare ad assumere.
La seconda considerazione, più generale, riguarda il mondo del giochi e la gestione dei giochi: anche qui credo che il Governo reciterà una parte da protagonista. Vi è una domanda che è sottesa all'interpellanza. Si è andati a configurare negli anni passati, alla fine, una sorta di nuovo monopolio: da una parte, lo Stato, come concezione, rinunciava ad essere protagonista di ciò che non gli competeva; quindi, da un monopolio di Stato, nei fatti, si è rischiato di creare un nuovo monopolio nella gestione dei giochi, anche se da parte di un privato. Credo che a questo Governo non interessi il monopolio, sia esso di Stato che di privati, ma interessi la possibilità che sia dato lo spazio a chiunque abbia le carte in regola per gestire in maniera efficiente ed efficace un settore che lo Stato ritiene non più strategico; contemporaneamente, spetta allo Stato, ovviamente, valutare la convenienza di questo rapporto tra privato e Stato. Ciò vale nel settore dei giochi, ma credo, più in generale, come linea politica del nostro Governo.
Questa è la grande preoccupazione manifestata nella nostra interpellanza urgente. Da parte degli interpellanti non vi è nessun intento persecutorio nei confronti di Lottomatica, alla quale nessuno vuole impedire di continuare a svolgere la propria attività. In ogni caso, è evidente che laddove continuassimo a trovarci di fronte a monopoli che si sviluppano, si ampliano, qualche dubbio rispetto alla correttezza sostanziale della strada che si sta percorrendo potrebbe venire sia a questa maggioranza, sia - credo - a questo Governo.