Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 178 del 17/7/2002
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(Realizzazione di un terzo traforo al servizio del laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso - n. 3-01231)

PRESIDENTE. L'onorevole Crisci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01231 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).

NICOLA CRISCI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, il Gran Sasso d'Italia è parco nazionale dal 1995 e rappresenta la fonte essenziale di approvvigionamento idrico per circa 800 mila persone e per le imprese dei settori agroalimentare e turistico.
La realizzazione delle due gallerie esistenti ha determinato un abbassamento della falda acquifera di oltre 600 metri e il conseguente essiccamento delle sorgenti in quota. Nel cuore della montagna sono ospitati i laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. Ella, signor ministro, continua a sostenere che è necessaria la realizzazione di un'ulteriore galleria di circa 7 chilometri per garantire la sicurezza dei laboratori, pur in presenza di una valutazione di compatibilità ambientale che, seppur vecchia di un decennio, tuttavia afferma che gli scavi interferiranno con l'acquifero.
Signor Presidente, parlerò per altri dieci secondi; gran parte dell'opinione pubblica e molti enti locali abruzzesi sono fortemente preoccupati, tant'è che le amministrazioni provinciali di Teramo e Pescara hanno richiesto un referendum consultivo ed il consiglio regionale dell'Abruzzo si pronuncerà nel merito il prossimo 30 luglio.

PRESIDENTE. Onorevole Crisci, la invito a concludere il suo intervento perché ha oltrepassato il tempo a sua disposizione.

NICOLA CRISCI. Le chiedo se non ritenga opportuno attendere la decisione


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del consiglio regionale e l'esito della successiva consultazione popolare, sospendendo ogni determinazione e, nel contempo, pensare ad un nuovo impianto normativo e ad una nuova progettazione, capaci di garantire la sicurezza dei laboratori senza compromettere irrimediabilmente l'assetto idrogeologico del Gran Sasso, la montagna più amata dagli abruzzesi.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, professor Lunardi, ha facoltà di rispondere.

PIETRO LUNARDI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Crisci, la realizzazione del terzo traforo e delle due stanze aggiuntive è stata prevista dalla legge 29 novembre 1990, n. 366 recante norme per il completamento ed adeguamento delle strutture del laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso ed in virtù della quale l'ANAS è stata autorizzata a progettare il definitivo completamento del laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso d'Italia.
In particolare, la legge prevedeva la realizzazione di due nuove sale sotterranee del laboratorio e di una galleria carrabile di accesso e servizio per il collegamento autonomo del laboratorio in sotterraneo con l'esterno sul versante aquilano, ivi compresi la corsia di attesa, le nicchie ospitanti il monitoraggio ambientale e gli eventuali cunicoli di emergenza; il miglioramento ed il restauro, da parte dell'ANAS, dell'ambiente delle zone interessate dalle opere da realizzarsi, nonché di quelle interessate dai lavori già eseguiti per il traforo autostradale e le sale già esistenti.
Bisogna spiegare che il cosiddetto terzo traforo è costituito da una piccola galleria necessaria a dare accesso ed uscita al laboratorio di fisica nucleare, indipendente dalle canne del tunnel autostradale. Questo tunnel è stato concepito e previsto per migliorare le condizioni di sicurezza sia degli operatori scientifici sia degli utenti dell'autostrada.
Questa piccola e nuova galleria sarà ubicata nell'interasse delle due canne esistenti ed a quota più elevata e, quindi, nella zona già drenata dall'esistente traforo. Ribadisco, pertanto, che l'assetto idrogeologico della montagna non sarà minimamente modificato.
Per quanto riguarda la valutazione di eventuali alternative progettuali ai fini degli standard di sicurezza, si rappresenta che le soluzioni prospettate dall'ente parco, riassunte nel corso della conferenza dei servizi del 21 gennaio 2002 dall'ANAS, costituenti in particolare l'alternativa alla realizzazione del tunnel di servizio, sottoposte ad una verifica tecnico-amministrativa, non sono state ritenute rispondenti ai requisiti di cui alla legge n. 366 del 1990 ed in ogni caso sono state ritenute impraticabili.
Tuttavia, in sede di Conferenza dei servizi, è stata approvata la costruzione del tunnel per i laboratori di fisica nucleare, rinviando la realizzazione delle due nuove sale laboratorio, previste dalla legge n. 366 del 1990, all'esito di nuove indagini da effettuare nel corso dei lavori di scavo del tunnel. È, pertanto, in fase di redazione un progetto stralcio comprendente esclusivamente il tunnel di servizio e le opere di restauro ambientale, ma non la realizzazione delle due nuove sale.
Tali opere di restauro ambientale saranno sottoposte, prima dell'inizio dei lavori, all'esame del Ministero dell'ambiente per l'approvazione definitiva, così come disposto in occasione della richiamata conferenza dei servizi. Il progetto stralcio definitivo, in corso di definizione, consentirà l'appalto integrato dei lavori.
Desidero poi sottolineare che, ogni giorno, all'interno del traforo, lavorano 60 scienziati e la loro vita è a rischio. Non credo sia opportuno indire un referendum per stabilire se 60 persone debbano vivere o morire in caso di incidente.

PRESIDENTE. L'onorevole Lolli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIOVANNI LOLLI. Signor ministro, non posso assolutamente dichiararmi soddisfatto della sua risposta.


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Per quanto riguarda il problema essenziale dell'acqua, sono sorpreso del modo così sbrigativo con il quale lei ha eluso la questione inerente ad un danno che già si è prodotto. In questi giorni, il suo Governo è impegnato a rispondere ad una gravissima e drammatica emergenza idrica che, come lei ci ha spiegato in altre occasioni, è strutturale.
Bene, con il traforo del Gran Sasso si è forato e svuotato uno dei serbatoi più consistenti, ubicato sicuramente alla quota più alta di tutto il centro sud d'Italia. Milioni di metri cubi di acqua sono perduti per sempre e lei lo sa benissimo perché è stato progettista di quell'opera.
Di fronte ad un danno così profondo già recato, lei capirà che siamo particolarmente sensibili a valutare se si possano recare danni ulteriori, sia pure minori, a quel patrimonio e la nuova galleria causerà certamente danni. Lei ha detto una cosa parzialmente esatta: è vero che la terza canna si situerebbe sopra le altre due, ma per i primi chilometri; nell'ultimo chilometro - ho esaminato il progetto - la terza canna si disporrebbe lateralmente alle due canne già eseguite e, quindi, si produrrà un danno.
In ogni caso, per quanto riguarda la messa in sicurezza del laboratorio, problema che preme a tutti quanti ed anche a noi, mi meraviglio di ascoltare da lei che gli unici progetti alternativi presi in esame siano quelli suggeriti dall'ente parco che dovrebbe occuparsi di tutt'altro. Dovrebbe essere il suo ministero a valutare se vi sono possibilità alternative.
Le assicuro che queste possibilità certamente vi sono - e lei lo sa meglio di me - e noi non ci periteremo di farle sapere, anche se non sarebbe nostro compito, quali sono i terreni da studiare.
Il problema è complesso. Vi sono opinioni diverse, tutte legittime, di fronte alle quali lei sa bene che è possibile che si possa svolgere un referendum. Le chiedo, allora, di riflettere ancora sulla possibilità di sospendere l'esecutività di questo lavoro, oppure di studiare le possibili alternative per la messa in sicurezza del laboratorio o, infine, di aspettare l'esito delle referendum attraverso il quale i cittadini abruzzesi esprimeranno la propria opinione.

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