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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI. Signor Presidente, pronuncerò poche parole dopo aver seguito attentamente lo sviluppo del dibattito relativo alla mozione in oggetto. Poche parole per giustificare il nostro voto favorevole, anche se parallelamente, da qualche tempo, il nostro gruppo ha iniziato un percorso attraverso la Commissione finanze della Camera, nell'ambito della quale, al termine di un lungo lavoro di ricerca, anche in sede europea, è stata presentata una risoluzione - che ha visto come primo firmatario il collega Antonio Pepe - un po' più completa rispetto alla mozione presentata dai colleghi del centrosinistra. Questa risoluzione è da considerarsi completa perché, ad esempio, non si rivolge esclusivamente alla questione relativa al prodotto musicale, ma affronta l'imposta sul valore aggiunto nei confronti di prodotti culturali intesi nell'accezione più ampia del termine. Ciclicamente, è successo anche nella passata legislatura, questo Parlamento, sia in aula sia nelle Commissioni di merito, si è trovato a discutere sull'IVA gravante sui cosiddetti prodotti culturali: oggi, come dicevo poco fa, è la volta dei CD musicali. Nella risoluzione che abbiamo presentato presso la Commissione finanze non abbiamo inteso dare un senso e un significato politico o, se vogliamo, demagogico al contenuto della risoluzione stessa, perché se avessimo voluto - e qui vi è un chiaro riferimento a quanto emerso nel dibattito venerdì scorso - noi non avremmo potuto tacere che in poco più di dieci anni di Governo di centro, di centrosinistra - non certamente di centrodestra - l'IVA sulla musica è salita di ben 11 punti percentuali, arrivando all'attuale aliquota del 20 per cento. Inoltre, in passato, gli atti politici di denuncia di questo malvezzo provenivano dai banchi del centrodestra. Comunque, ci affascina l'obiettivo, non la polemica. Voglio anche dire - concluderò facendo riferimento all'appello dei 150 artisti che sono stati menzionati anche nella mozione Ruzzante n. 1-00086 - che non potrebbe interessarci di meno questo appello di cantanti miliardari, per lo più schierati a sinistra e politicizzati che chiedono l'abbattimento dell'IVA sui CD. Un appello lo vorremmo fare noi a questi artisti strapagati, miliardari, i quali su ogni CD venduto percepiscono un'altissima percentuale di incassi. Se guadagneranno un po' meno su ogni CD vedranno che il
numero dei consumatori di musica - di giovani, ma non solo - aumenterà sensibilmente, magari contestualmente alla riduzione dell'IVA.
Nella risoluzione che Alleanza nazionale ha presentato presso la Commissione finanze invitiamo l'Unione europea a promuovere una nuova politica volta ad uniformare le aliquote IVA accomunando il prodotto musicale a quello inteso comunemente come culturale. Però, come ho detto in premessa, questo non ci basta. Peraltro, noi non ci limitiamo esclusivamente ai CD, ma parliamo anche dei DVD, dei CD-ROM e di altra tecnologia applicata.
Noi vorremmo che l'Unione stessa assuma l'impegno preciso di intraprendere tutte quelle iniziative necessarie al rilancio del settore discografico che è sicuramente messo in crisi dalla reperibilità gratuita, magari via rete, via Internet, di brani musicali ed è messo a dura prova, se non addirittura in ginocchio, anche dall'industria della pirateria o dall'avidità di taluni operatori e di talune case discografiche (il problema è molto più ampio).
Responsabilmente dovremmo anche ricordare, avendo già affrontato l'argomento in diverse occasioni anche nella trascorsa legislatura guidata dal centrosinistra - è stato affermato poco poc'anzi -, che il problema è tutt'altro che di facile soluzione. Mi rifaccio allora all'articolo 12, terzo paragrafo, lettera a), del terzo comma della VI direttiva europea sull'IVA che autorizza gli Stati membri, così come è stato riconosciuto anche dal collega Ruzzante, ad applicare una o due aliquote ridotte che non possono essere inferiori al 5 per cento (l'obiettivo, pertanto, del 4 per cento previsto dalla mozione è già fasullo); le stesse si applicano esclusivamente alle forniture di beni e alle prestazioni di servizi compresi nelle categorie indicate nel famoso allegato H) della direttiva che tutti quanti conosciamo. Sarà su questo allegato che occorrerà agire, non su concetti politici o su valutazioni astratte, ben sapendo che l'orientamento della Commissione europea (è stato ribadito anche recentemente) è quello di restringere, piuttosto che allargare le maglie e che la stessa riceve, con altissima frequenza, domande relative all'applicazione di aliquote ridotte ai supporti multimediali, quali CD, CD-ROM, DVD. Ciò è sintomo di una sensibilità assai diffusa.
Vi è ancora molto da fare in questo settore. Il Parlamento è sensibile e lo è stato anche in passato; cerchiamo, tuttavia, attraverso una discussione serena ed adulta, di non incolpare un Governo di un orientamento politico piuttosto che di un altro, per l'aumento dell'IVA, collega Ruzzante. L'IVA è aumentata di circa 10 punti - lo ribadisco - su questi prodotti musicali, grazie all'azione dei governi di centro e di centrosinistra.
Utilizziamo, sfruttiamo, quindi, la sensibilità che il Parlamento ha manifestato. Prova ne è, ad esempio, la proposta di legge per il riordino del settore musicale che, a breve, inizierà il proprio iter presso la Commissione competente (la Commissione cultura). Ci auguriamo che la disponibilità manifestata dal Parlamento, se pure su opposte fazioni, animi anche gli operatori del mondo della musica e della cultura affinché la musica stessa, la sua cultura, le sensazioni che produce possano, insieme ai suoi messaggi, raggiungere un sempre più crescente numero di fruitori che, non dimentichiamolo, non sono solo e necessariamente giovani (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, il nostro gruppo è favorevole alla mozione Ruzzante n. 1-00086. Anch'io vorrei ricordare, come ha fatto il collega Butti, che questa mozione rappresenta l'ultimo atto (forse il primo di questa legislatura, ma l'ultimo nelle ultime due) che ha indotto la Camera ad occuparsi del tema della produzione musicale e dei prodotti discografici. Nelle ultime legislature, sono stati presentati emendamenti alle ultime quattro leggi finanziarie, da parte della Casa delle libertà (in particolare, lo dico senza
offendere nessuno, da parte mia e del collega Bono), per chiedere al Governo di intervenire in questa materia e di intraprendere un'azione sul piano europeo, anche attraverso la presentazione di interpellanze urgenti sottoscritte dalla Casa delle libertà, per armonizzare al ribasso l'IVA per i prodotti discografici e fonografici.
Mi sembra che il sottosegretario Molgora abbia dimostrato quanto sia importante l'impegno del Governo per armonizzare (attraverso una direttiva, una norma comunitaria) le aliquote IVA in questa materia.
Il valore della mozione in esame, quanto meno nella prima parte sulla quale siamo assolutamente favorevoli, discende dal fatto che si intende equiparare le normative europee, restituendo dignità, più di quanta non ne abbia oggi, al prodotto musicale che è il prodotto di una cultura (un libro riveste lo stesso valore culturale per una nazione).
Noi ne siamo ancor più consapevoli: ho ribadito che l'intera Casa delle Libertà si era impegnata in questa direzione anche nella scorsa legislatura, proprio perché la musica italiana è esattamente come un libro di Manzoni - anche se questo può fare specie ma è così - e per la cultura occidentale essa rappresenta un riferimento.
Non è infatti pensabile che una canzone di Modugno valga meno di un libro di Camilleri; pertanto il nostro esempio, già allora come oggi, trova riscontro nell'azione sulla quale si è impegnato il Governo per definire una normativa europea che guardi a questo prodotto musicale come ad un prodotto che fa parte della cultura di un paese.
Vi è poi un secondo elemento che vorrei sottolineare: al di là dell'appello importante rivolto da 150 artisti italiani pubblicato sui maggiori quotidiani italiani, vi è da sempre, almeno negli ultimi 7-8 anni, l'azione dei discografici italiani che sarebbero i primi a beneficiare di questa riduzione-armonizzazione dell'imposizione IVA a livello europeo, nonché italiano. Per quale ragione? Perché i produttori indipendenti e i discografici italiani hanno dimensioni di produzione infinitamente minori rispetto alle grandi major, ma d'altra parte essi hanno il pregio di essere coloro che mettono nelle condizioni i giovani talenti di emergere e farsi conoscere. È così che nacquero i fenomeni di Modugno, di Villa, di Jovanotti, scoperti da piccoli produttori discografici italiani, prima ancora che dalle grandi major. Questi ultimi potrebbero lavorare tanto per scoprire nuovi talenti e per porre questi all'attenzione della discografia mondiale, non solo per valorizzare il talento dei nostri artisti, quanto - e mi ricollego a quanto ho affermato prima - per valorizzare una parte della cultura italiana, facendo conoscere, anche sotto questo aspetto, l'importanza della grande tradizione della musica del nostro paese nei confronti degli altri paesi europei e del resto del mondo.
Sarebbe anche questo un grande strumento di penetrazione commerciale e culturale, sul quale certamente occorrerà riflettere, anche in vista di una rielaborazione della politica estera nel suo complesso e non certamente esclusivamente del Ministero degli affari esteri.
Spero che la mozione in questione si possa votare per parti separate e la voteremo con grande determinazione. Dico questo perché essa riassume nella prima parte l'impegno della nostra aggregazione politica e di tutti i soggetti politici che fanno parte della Casa della Libertà negli ultimi anni. Quanto alla seconda, essa è più un auspicio. Se si chiede oggi una armonizzazione in sede europea, come hanno più volte affermato i ministri dell'economia dei governi precedenti, bisogna perseguirla con determinazione e non è pensabile oggi ridurre le aliquote sui prodotti musicali sino al 4 per cento. Non siamo nelle condizioni di farlo e ciò sarebbe un'anticipazione ed una contraddizione rispetto alla prima parte del dispositivo della mozione sottoscritta dai colleghi Ruzzante e Montecchi.
Restano, l'impegno e l'auspicio che l'azione venga attuata con determinazione, dopo il voto di questa Assemblea, da parte del Ministero dell'economia e, in particolare,
da parte del sottosegretario Molgora, affinchè anche questo prodotto della cultura italiana, ovvero quello musicale, possa essere finalmente più libero e capace di penetrare non soltanto nel mercato, dando spazio ai giovani artisti e tonificando questo aspetto della cultura italiana, in particolare all'estero (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC CCD-CDU)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole di Rifondazione comunista sulla mozione Ruzzante ed altri n. 1-00086 che tra l'altro abbiamo sottoscritto per le ragioni che adesso brevemente esporrò.
L'Italia, come è stato ribadito dai colleghi che sono intervenuti, è il paese europeo che applica un'aliquota sul valore aggiunto fra le più alte. Nell'ambito della costruzione dell'Unione europea, pensiamo sia necessario promuovere al più presto - com'è stato ricordato e come la mozione al nostro esame richiede - una direttiva che stabilisca criteri uniformi sulle aliquote IVA ed un'armonizzazione per tutti i prodotti di interesse culturale. A questo proposito, credo sia necessario individuare con molta nettezza quali prodotti siano da considerarsi di interesse culturale. Certamente tra questi vi sono i prodotti musicali, che sono oggi investiti da una crisi del settore di serie proporzioni, che richiama la necessità di un intervento specifico al fine di valorizzare il settore, sostenerlo e neutralizzare gli effetti del fenomeno della pirateria.
Nell'ambito dei prodotti di interesse culturale è ascritto certamente in modo fermo l'enorme contributo di crescita, di circolazione di interessi, di intellettualità che la musica rappresenta. Naturalmente vi sono i prodotti di carattere letterario e vi sono, a nostro avviso, tutti quei prodotti che rientrano nel consumo di beni culturali, all'interno dei quali non si possono più distinguere i beni di lusso, come oggi di fatto avviene quando parliamo di musica, di prodotti musicali, di video, di DVD, di CD-ROM, di software.
L'imposta sul valore aggiunto, che oggi grava in percentuali diverse su tali prodotti, produce, quindi, un'evidente discriminazione tra opere intellettuali che, nella loro categorizzazione, vengono suddivise tra beni culturali e beni di lusso. Noi riteniamo che questo sia uno degli aspetti su cui è necessario intervenire, sia nell'ambito di un'armonizzazione a livello europeo della materia, sia nell'ambito di una politica culturale che il nostro paese deve avviare con determinazione.
Infatti, sui libri, come sappiamo, viene applicata un'aliquota IVA del 4 per cento, perché i prodotti librari sono considerati beni culturali, mentre su altri prodotti e, in particolare, su quelli musicali, considerati appunto beni di lusso, viene applicata un'aliquota IVA che negli anni ha subito un incremento enorme. Questa discriminazione, questa disparità determina un proibitivo aumento del prezzo finale a carico del consumatore e, oltre ad alimentare il fenomeno della pirateria in modo matematico, rappresenta per le fasce più deboli, più povere della popolazione e per quelle giovanili un grave impedimento all'accesso a questi prodotti.
Si tratta, pertanto, di un settore su cui noi pensiamo sia necessario intervenire molto chiaramente, perché la disparità nell'applicazione delle aliquote IVA rappresenta un ostacolo e come tale deve essere considerato ai fini dell'accesso, della reperibilità e dell'utilizzazione, da parte di tutti i cittadini, di tutti i prodotti di interesse culturale.
Occorrono, dunque, un riequilibrio ed una riduzione dell'imposta sul valore aggiunto. Ciò potrà rendere il nostro paese protagonista, nell'ambito europeo, di una battaglia che finora non è stata condotta e che, finalmente, potrà rimuovere un'odiosa disparità di status tra le varie opere. Esse, in virtù del medesimo valore sociale e culturale, devono essere considerate, indistintamente, beni culturali accessibili a tutti.
Siamo d'accordo, dunque, sull'intero dispositivo di questa mozione perché crediamo che un'indicazione sulla riduzione dell'aliquota, per quanto concerne i prodotti musicali, rappresenti un principio di politica culturale, di cui è importante che il nostro paese si faccia portavoce, anche nell'ambito di un'azione nell'Unione europea.
Proprio in virtù di queste ragioni, il gruppo di Rifondazione comunista ha presentato una proposta di legge che suggerisce la riduzione dell'aliquota IVA su tutti i prodotti di interesse culturale. Consideriamo prodotti di interesse culturale tutti quelli contrassegnati dal bollo SIAE: prodotti musicali, librari, video DVD, CD-ROM e software. Tutti questi prodotti, oggi, devono essere, alla stessa stregua, oggetto di una politica di welfare culturale che, sottoscrivendo questa mozione e presentando la proposta di legge suddetta, intendiamo promuovere come pressione, come indirizzo rispetto alle politiche che questo Governo sta portando avanti.
È necessario, dunque, intervenire in questa direzione. Penso che l'approvazione della mozione Ruzzante ed altri n.1-00086 possa rappresentare il segnale dell'assunzione di un impegno inderogabile. Vi è, infatti, la necessità di risolvere il problema a fronte di una crisi evidente e di una sempre maggiore crescita della fascia di popolazione oggettivamente discriminata nell'accesso ai prodotti di interesse culturale a causa dei costi enormi che gli stessi, nel corso degli anni, hanno raggiunto. Questa mozione può rappresentare un indirizzo preciso ed un orizzonte di welfare culturale verso cui andare.
Politica di welfare significa non soltanto riaffermare una politica di accesso e di pari dignità dei cittadini rispetto al mercato e alla produzione culturale, ma anche considerare la produzione culturale come produzione di beni culturali il cui accesso deve essere garantito - come prevede la nostra Costituzione - a tutti i cittadini, rimuovendo le cause sociali e di ordine culturale che, oggi, oggettivamente, non consentono a tutti l'accesso. Welfare culturale significa anche rispetto dei valori e dei principi fondamentali della nostra Costituzione, crescita civile del nostro paese, valorizzazione della produzione culturale, delle nostre risorse e di quella importante produzione culturale giovanile che, oggi, in modo estremamente pesante, rischia di essere tagliata fuori dal mercato e penalizzata nel suo sviluppo e che, invece, reclama, a ragione, un maggiore investimento, tutela e valorizzazione da parte dello Stato attraverso l'impiego delle proprie risorse e l'attuazione di politiche di settore.
In questa direzione noi crediamo vada il dispositivo della mozione.
Considerati gli interventi di sostegno proposti, in questa sede, anche da alcuni colleghi della maggioranza, invito, quindi, i partiti e le forze politiche dichiaratisi favorevoli a svolgere, nella Commissioni competenti, un'azione comune: se vi sono mozioni (oggi ne voteremo una) e proposte di legge in tale direzione, quanto è stato affermato oggi, nel corso della discussione su questa mozione, potrà auspicabilmente ricevere conferma, nei prossimi mesi e, in prospettiva, in occasione dell'esame del prossimo disegno di legge finanziaria, da un'ulteriore iniziativa di impegno comune che vada verso la valorizzazione di una politica di welfare culturale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sergio Rossi. Ne ha facoltà.
SERGIO ROSSI. Signor Presidente, anche alla Lega nord Padania farebbe piacere abbassare subito l'aliquota IVA sui prodotti musicali ma, sinceramente, riteniamo che tantissimi prodotti meriterebbero un abbassamento dell'aliquota IVA con precedenza sui prodotti musicali. Non vogliamo, adesso, attardarci nell'esposizione dell'elenco, ma facciamo presente che una revisione generale dell'IVA è già prevista dal disegno di legge delega in materia fiscale: in quella sede, potrà essere affrontato il problema dell'incidenza dell'IVA soprattutto sui generi di prima necessità (come prevede, appunto, il disegno di legge delega).
Un commento merita il passaggio della mozione in cui si sostiene che, a fronte
dell'acuirsi del fenomeno della pirateria, l'unico strumento efficace di contrasto a tale fenomeno parrebbe consistere, principalmente, nell'abbattimento dei costi finali dei prodotti culturali illecitamente riprodotti. Ponendosi in tale ottica, però, dovremmo abbassare l'IVA anche su tutti gli altri prodotti colpiti dal fenomeno della pirateria! Noi crediamo che non sia questa la strada per risolvere il problema.
Siamo favorevoli, pertanto, soltanto sulla prima parte del dispositivo della mozione, che impegna il Governo a promuovere, presso l'Unione europea, tutte le azioni necessarie volte alla possibile emanazione di una direttiva comunitaria che stabilisca, per tutti i paesi membri, criteri uniformi sulle aliquote IVA, mentre siamo contrari sulla seconda, non perché nutriamo avversione per i prodotti musicali, ma perché la revisione dell'IVA costituisce già oggetto di delega fiscale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il dibattito di stamani ha permesso di porre in luce come il problema dell'IVA sui CD e sui prodotti musicali in genere non sia così semplice come viene esposto, e risolto, nella mozione Ruzzante ed altri n. 1-00086, ma molto più complesso.
Pertanto, ha ragione il Governo quando ritiene di poter dare parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo della mozione e non anche sul secondo: evidentemente, il problema va affrontato nel quadro della normativa non solo nazionale, ma europea.
Ricordo ai colleghi firmatari di questa mozione come, nella scorsa legislatura, ci sia stato un provvedimento di riduzione o di aumento delle aliquote IVA per tutta una serie di prodotti, che era legato alle direttive europee. Noi facemmo una battaglia su alcuni tipi di prodotti e ci venne risposto sistematicamente dal Governo dell'epoca e dall'allora maggioranza che non si poteva derogare alle direttive europee.
Lo stesso discorso vale oggi per questa mozione, non tralasciando di dire che vi è sostanzialmente una sorta di contraddizione tra la prima parte del dispositivo e la seconda parte, nel momento in cui si auspica una normativa di natura europea di concordia con il resto dell'Europa e poi si chiede tout court semplicemente una riduzione delle aliquote IVA. Questo, naturalmente, sul piano tecnico, oltreché politico, non è possibile.
La mozione in questione non tocca i problemi principali che sono legati principalmente alla pirateria. Faccio un esempio: nel momento in cui si dovesse accedere alla richiesta riduzione dell'IVA, il prezzo dei dischi da 20 euro scenderebbe a 16 euro. Rammento a tutti come un disco masterizzato costi invece solo e soltanto cinque euro, per cui l'effetto della riduzione dell'IVA non ci sarebbe. Non dimentichiamo che questo problema è stato affrontato negli Stati Uniti in maniera forte. Si prevede addirittura per il 2001 una riduzione del 20 per cento sul mercato della vendita dei prodotti musicali di questa natura; ciò in conseguenza della possibilità dei siti Internet di accedere ad una copiatura delle più recenti produzioni musicali.
Del resto anche l'accordo concluso con Napster non ha sortito alcun effetto. Napster è stato il primo sito a consentire diffusamente la possibilità di scaricare migliaia di brani gratuitamente; ci fu un accordo tra Napster e le case discografiche USA che ha portato al fallimento del sito e alla migrazione del software necessario sui siti al di fuori dei paesi che tutelano il diritto d'autore. C'è stata una esportazione di quel fenomeno, visto che negli Stati Uniti esso è stato bloccato in seguito a quell'accordo, e si è provveduto ad esportare la possibilità di masterizzare o di copiare i brani sui siti Internet.
Non ometto di ricordare come anche in Commissione cultura sia in corso una discussione su una serie di provvedimenti di tutela della musica leggera italiana, ed i vari testi sono all'esame del Comitato ristretto. Evidentemente, c'è, all'interno della maggioranza e del Governo, la volontà
di dare un senso logico e sistematico a tutta la normativa in materia. Ricordo anche la mozione presentata in Commissione da parte di alcuni colleghi di Alleanza Nazionale, che ricalca proprio quella famosa legge di iniziativa dell'onorevole Jerry Scotti, deputato nella X legislatura, in base alla quale si prevedeva di caricare il diritto di autore sulle audiocassette vergini (norma che poi non fu mai applicata). C'è tutta una serie accorgimenti, tutta una serie di idee, di possibilità, per rimettere in piedi il mercato. Si tratta di un problema che non è assolutamente possibile risolvere con una riduzione tout court dell'IVA.
Il gruppo di Forza Italia concorda con il parere favorevole espresso sulla prima parte del dispositivo con cui si impegna il Governo ad orientarsi e ad agire in tal senso, ma non concorda con la richiesta di defiscalizzazione tout court per alleviare il mercato, tra l'altro in contrasto con tutta una serie di prese di posizione del centrosinistra non solo su questa materia. Mi sembra che questa presa di posizione, altre volte criticata dal centrosinistra, non possa essere, oggi, introdotta con la mozione al nostro esame. Per queste ragioni voteremo contro la seconda parte del dispositivo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Signor Presidente, interverrò molto brevemente perché il dibattito, da venerdì scorso, si è articolato molto ampiamente.
Voglio solo confermare che i Verdi voteranno convintamente a favore di questa mozione che hanno sottoscritto. C'è anche una nostra elaborazione, da parte del collega Bulgarelli, volta a dare ordine e a ridurre l'aliquota IVA per tutte le produzioni culturali ed artistiche, non solo quelle musicali. L'Italia, infatti, è il paese con l'aliquota IVA più alta in Europa anche per quanto riguarda l'arte contemporanea e questo crea un mercato viziato che favorisce la pirateria, la masterizzazione e le copie illegali tanto che anche quando il sito Napster è stato chiuso, la diffusione è continuata sotto altre forme e ciò vale anche per l'arte contemporanea e per tutte le produzioni artistiche che riguardano, in particolare, i giovani. Di recente, 150 artisti italiani hanno rivolto un appello in questo senso; credo che ciò ci imponga, come Parlamento, di prendere una decisione.
Nell'attesa che l'Europa dia sistematicità alla normativa, credo che, comunque, il Governo debba prendere provvedimenti che facilitino la produzione di cultura e l'accesso alla cultura ai giovani perché di giovani discutiamo, ma troppo poco ci impegniamo a difendere le loro esigenze. Siamo sempre troppo repressivi e poco disponibili a comprendere quali siano le esigenze dei giovani oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, abbiamo voluto lanciare, attraverso questa mozione, una campagna più generale che abbiamo denominato «libera la musica» di cui l'aspetto affrontato nella mozione, cioè la riduzione dell'IVA sui CD musicali, è solo una delle nostre proposte. La campagna, tra l'altro, è iniziata proprio ieri sera, qui a Roma, durante il concerto di Ligabue, di fronte a 40-50 mila giovani.
Ritengo, innanzitutto, positivo l'accoglimento da parte del Governo, e mi pare anche della maggioranza, del primo punto del dispositivo della mozione. È la prima volta che il Parlamento vota una mozione; erano stati assunti altri impegni con ordini del giorno, nell'ambito della legge finanziaria, o con atti di indirizzo nelle Commissioni, ma è la prima volta che l'Assemblea vota un impegno previsto in una mozione per la promozione, presso l'Unione, di azioni volte all'emanazione una direttiva comunitaria che stabilisca, per tutti i paesi membri, criteri uniformi sulle aliquote IVA equiparando, in particolare, il consumo dei prodotti musicali a
quello di altri prodotti culturali come quelli librari. Ritengo, dunque, si tratti di un passo in avanti. Ovviamente controlleremo e verificheremo l'impegno del Governo in sede comunitaria.
Giudico invece negativamente il non accoglimento del secondo punto, che prevede l'impegno concreto, a partire dal prossimo DPEF di ridurre l'aliquota dell'IVA sui prodotti musicali.
Ritengo che si sia persa un'occasione. Ho qui una nota che so essere stata inviata anche al sottosegretario da parte della Federazione dell'industria musicale italiana - quindi di Confindustria - nella quale si invita il Governo, se non ad introdurre un'aliquota pari a quella dei prodotti librari - quindi del 4 per cento - quantomeno a dare un segnale utilizzando le cosiddette aliquote provvisorie o di parcheggio, per esempio con una riduzione almeno fino al 15 per cento. Sarebbe stata una riduzione del 5 per cento (certo, non è ciò che si auspica con la mia mozione o che auspicano i consumatori).
Ritengo che un segnale in questa direzione avrebbe potuto forse essere colto nell'ambito di tale mozione, ben sapendo che si tratta di un atto di indirizzo che poi si sarebbe potuto in qualche modo concretizzare nell'ambito del DPEF e, soprattutto, nella finanziaria.
Mi dispiace che non sia stata colta tale possibilità, opportunità, occasione, che credo sia andata persa. Ritengo che vi sia stato poco coraggio, soprattutto anche da parte degli interventi dei colleghi della maggioranza e sia invece importante sostenere questa iniziativa - come d'altra parte hanno fatto molti colleghi prima di me nei loro interventi - considerando che il tema all'ordine del giorno non è solo quello della riduzione dell'IVA al 4 per cento per i CD musicali.
Questa iniziativa, che è nata in particolar modo dal gruppo dei parlamentari under 40 dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, si è poi allargata ricevendo l'adesione - lo sottolineo - di tutti i gruppi dell'opposizione, dalla Margherita all'UDEUR, da Rifondazione comunista ai Verdi, ai Socialisti democratici, al Partito dei comunisti italiani, alle minoranze linguistiche.
Pertanto, riteniamo che questa iniziativa abbia coinvolto tutti i parlamentari dell'opposizione, ponendo al centro un tema che va ben al di là della questione dell'IVA sui CD musicali.
Ciò che oggi intendiamo porre al centro dell'attenzione è una richiesta di maggiore sensibilità attorno alle tematiche culturali, in particolar modo attorno alle tematiche delle giovani generazioni.
Troppo spesso il Parlamento ed anche i mass media, non si occupano - non ci siamo quasi mai occupati nel corso di questa legislatura - delle politiche giovanili. Né ci occupiamo del tema delle giovani generazioni.
Purtroppo, quando il Parlamento, e soprattutto i mass media, si occupano dei giovani, lo fanno perché accadono fatti negativi (pensiamo al consumo di sostanze stupefacenti, agli incidenti del sabato sera e via dicendo).
Troppo spesso, pensiamo alle politiche giovanili e alle problematiche delle giovani generazioni in termini di problemi e non di risorse per il paese. Un paese serio, tuttavia, è tale se sa investire nelle giovani generazioni e ne parla anche in termini positivi!
Ci sono centinaia di migliaia di giovani che si impegnano, per esempio nel mondo del volontariato, dell'associazionismo. Ci sono migliaia di giovani che producono cultura, musica e sono protagonisti in modo positivo nella nostra società. Non solo non ce ne occupiamo ma non facciamo nulla per favorire in qualche modo un investimento nei confronti delle giovani generazioni.
Quindi, con questa mozione, vogliamo rivolgere un appello al Parlamento, a tutti i gruppi parlamentari affinché si possa iniziare a parlare anche in termini positivi delle giovani generazioni. Vi è un secondo tema che abbiamo inteso affrontare con questa mozione. Riguarda gli aspetti economici, che concernono quindi tutti i soggetti
della catena discografica e di produzione di un atto artistico quale è un CD musicale.
In Italia, secondo i dati presentati dalla federazione contro la pirateria musicale, il 25 per cento del mercato discografico è nelle mani della pirateria musicale.
Al sud tale percentuale si eleva fino al 40 per cento. Ciò, ovviamente, significa che vi sono altri soggetti - mi riferisco anche all'intervento del collega di Alleanza nazionale - che veramente si arricchiscono attraverso questo mercato alternativo e parallelo a quello ufficiale. Si tratta di organizzazioni malavitose con fatturati miliardari e con la mozione in esame si intende dare un contributo per incidere su questo mercato nero; vi sono, infatti, oltre 350 miliardi delle vecchie lire che vanno nella direzione del mercato della pirateria musicale.
È vero che nella scorsa legislatura il Parlamento è intervenuto ed ha approvato una nuova legge sul diritto d'autore (la legge n. 248 del 2000) nella quale si prevedono sanzioni penali e sanzioni pecuniarie molto pesanti nei confronti di chi produce abusivamente un'opera culturale o d'autore. Crediamo, però, che quella legge non abbia modificato la reale situazione o che l'abbia modificata in maniera del tutto parziale, anche alla luce dei dati presentati questa mattina dal sottosegretario. Peraltro, si tratta di una frode nei confronti del consumatore, che si trova di fronte a un prodotto non di qualità.
Riteniamo che la legge approvata nella scorsa legislatura non sia sufficiente e che si possa sconfiggere la pirateria nella misura in cui si offre ai consumatori un'altra strada che consenta di abbattere il costo della cultura e della musica.
Vorrei ricordare che nel corso del 2001 vi è stata una forte riduzione delle vendite e in Italia si è registrato un calo più sensibile rispetto al livello mondiale ed europeo. Vi è stata una riduzione dell'8,6 per cento e ancora peggio sta andando nel primo trimestre del 2002, poiché vi è stato un calo di oltre il 10 per cento. Ritengo vada sottolineato il fatto che questo dato non coinvolge tutti i paesi dell'Unione europea. In Francia ed Inghilterra, ad esempio, attraverso un'azione di promozione, rivolta in particolar modo al mercato discografico degli autori locali, si è invertita la tendenza: in Francia si è registrata una crescita delle vendite nel mercato discografico interno del 12 per cento e in Inghilterra vi è stato un incremento del 5 per cento. Ciò è avvenuto perché quei paesi, a differenza dell'Italia, hanno investito fortemente proprio a favore degli autori locali. Credo, pertanto, che si debba ragionare e riflettere sui dati del nostro paese, i quali sono in controtendenza rispetto agli altri paesi europei.
Proprio per questo motivo, pensiamo che l'appello dei 150 artisti italiani, espressione di tutti i generi musicali, sia rivolto al paese, affinché si possa intervenire, a partire dalla questione dell'IVA, per affrontare più in generale e più complessivamente tutti gli aspetti che attengono agli investimenti sulla cultura.
Signor Presidente, vorrei che partissimo proprio da questa mozione, o almeno dalla parte che verrà accolta da tutta l'Assemblea, per tentare di lanciare un messaggio al Governo, affinché nella prossima legge finanziaria vi sia un forte investimento, in particolar modo in direzione del made in Italy. Credo che questo sia il segnale che vogliamo, in qualche modo, lanciare, anche attraverso la nostra mozione e che mi sembra sia stato recepito anche da parte dei colleghi della maggioranza (mi riferisco, in particolare, all'intervento del collega Volontè). Investire sul made in Italy significa investire nel settore della cultura e, forse, rilanciare un mercato della musica che può andare oltre i confini nazionali e può far conoscere ed apprezzare il livello culturale del nostro paese.
In conclusione, voteremo, ovviamente, a favore della mozione Ruzzante ed altri n. 1-00086, che il nostro gruppo ha proposto insieme agli altri gruppi dell'opposizione. Credo si sia persa un'occasione di impegno nei confronti del Governo.
Certo sarebbe positiva l'approvazione del primo punto. Crediamo, però, che il non accoglimento da parte del Governo e
dei gruppi di maggioranza del secondo punto sarebbe un'occasione persa nei confronti delle migliaia di artisti che sviluppano la loro capacità musicale in tutto il nostro paese. Soprattutto, è un'occasione persa per dare un messaggio ai giovani, ai consumatori che fanno della musica un momento di confronto, a coloro che comunicano attraverso la musica e la utilizzano come elemento fondamentale di espressione di una generazione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pistone. Ne ha facoltà.
GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole ed il nostro consenso. Tra l'altro, mi sembra corretto, dal punto di vista dell'informazione parlamentare, segnalare che nel mese di febbraio avevo presentato una risoluzione esattamente dello stesso tenore in Commissione finanze. Tale risoluzione chiedeva al Governo di adoperarsi, nell'ambito dell'Unione europea, in modo da ridurre l'aliquota IVA ad un livello consentito dalla Comunità. Ritengo che ciò sia corretto anche per un'altra motivazione. Mi riferisco al fatto che i CD e le cassette musicali sono sicuramente assimilabili ad un prodotto culturale come i libri che godono di un'agevolazione dal punto di vista dell'IVA.
Ritengo che si tratti di una battaglia e di un impegno coerente con il mercato dei prodotti musicali che, peraltro, vede notevoli difficoltà dal punto di vista della pirateria. Infatti, si tratta di un mercato rivolto ai giovani, a persone che hanno problemi ad affrontare spese elevate. Non si capisce, dunque, per quale motivo si debba penalizzare tale settore che, sostanzialmente, è omologabile al settore cartaceo per quanto riguarda l'aspetto culturale.
Ritengo che il Governo si debba impegnare e mi auguro che possa addivenire al convincimento di approvare la mozione presentata dal collega Ruzzante. Ripeto, non solo la condivido, ma avevo presentato una risoluzione analoga nella mia Commissione. Lo dico per sottolineare il fatto che si tratta di una preoccupazione ampia e condivisa che non credo possa appartenere esclusivamente ad una parte del Parlamento. Ritengo che anche i colleghi di maggioranza possano compiere le stesse considerazioni di buon senso che ognuno di noi ha modo di maturare osservando con attenzione il mondo che ci sta davanti.
Per questo motivo riterrei effettivamente un corretto atteggiamento da parte del Governo se volesse accettare la mozione e quindi adoperarsi affinché l'intero settore sia beneficiato non da un privilegio, bensì da un atteggiamento per così dire paritetico rispetto ad altri settori culturali, che già godono di queste facilitazioni.
Preannuncio pertanto il voto favorevole del nostro gruppo sulla mozione in oggetto, che peraltro, se il collega Ruzzante fosse d'accordo, potremmo tranquillamente sottoscrivere, proprio per dichiarare il nostro consenso e il nostro appoggio pieno al tema sollevato (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
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