Risposta. - Si forniscono i seguenti elementi di risposta comunicati dalle Amministrazioni competenti.
monitoraggio delle acque sotterranee che ha permesso di disporre di un quadro aggiornato piezometrico e idrochimico nei primi mesi di funzionamento delle barriere idrauliche.
idraulico e della sua efficacia idrochimica in termini di recupero del carico inquinante disperso in falda.
Onorario Aggiunto (GOA) per il rituale tentativo di conciliazione, Enichem ha affermato che «potrebbe essere cessata la materia del contendere»; tale affermazione è stata motivata dai legali di Enichem e di Dibra in quanto alcune società convenute in giudizio (ovvero gli eredi ex Acna) hanno provveduto a disinquinare i terreni e sono in attesa delle attestazioni di avvenuta bonifica da parte della provincia di Milano.
Risposta. - La formazione degli insegnanti di sostegno rappresenta un aspetto del più ampio tema della formazione dei docenti.
dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 205, 206 e 207 della legge n. 549 del 1995, così come modificato dall'articolo 22, comma 1, lettere a), b) e c) della legge n. 133 del 1999, nonché l'illegittimità costituzionale dell'articolo 22, comma 2 della medesima legge n. 133 del 1999;
Risposta. - Come è noto, la Corte costituzionale, con sentenza n. 1 del 1999, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 205, 206 e 207 della legge n. 549 del 1995 nella parte in cui prevedeva la sostituzione del concorso pubblico con procedure selettive interne, in assenza di esigenze di rilevanza costituzionale che consentissero la deroga alla regola del concorso pubblico.
legge n. 549 del 1995, come modificato dal citato articolo 22, comma 1, della legge n. 133 del 1999.
corretto e rispettoso nei confronti delle forze dell'ordine;
Risposta. - Si fa presente che nella mattinata del 13 gennaio 2002, in occasione dell'incontro di calcio Roma-Verona, alcune pattuglie della polizia di Stato hanno sottoposto a controllo cinque pullman di tifosi scaligeri al loro arrivo al casello autostradale di Roma-Nord.
non vogliamo limitarci a formare solo diportisti o addetti ad attività marinaresche;
Risposta. - Al riguardo si premette che il disegno di legge di delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale è attualmente all'esame delle assemblee parlamentari.
nuovo sistema d'istruzione, nel cui ambito è inserito il canale dell'istruzione e formazione professionale, non si potrà non tener conto delle esperienze maturate dalle istituzioni scolastiche; inoltre i percorsi medesimi, sia per quanto riguarda il sistema dei licei che quello dell'istruzione e formazione professionale non potranno che essere definiti dopo una attenta riflessione su quali sono le figure professionali più rispondenti alle esigenze emergenti della società e del mondo produttivo.
Risposta. - La denominazione «Erica» contraddistingue un progetto sperimentale coordinato a livello nazionale, presente in 165 istituti tecnici per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere (PACLE), al termine del quale viene rilasciato il titolo di «Diploma di istruzione secondaria superiore per perito aziendale e corrispondente in lingue estere».
impartito nell'ultima classe di corso, occorre precisare che essi sono assorbiti da tre lingue diverse rispettivamente per 5,5 e 4 ore settimanali.
Risposta. - Si fa presente che il fenomeno della prostituzione nel quartiere di «San Berillo», sito nel centro storico della città di Catania, è stato esaminato nel corso di numerose sedute del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ha individuato le priorità degli interventi necessari al concreto recupero del quartiere, fortemente degradato sia sotto il profilo sociale che strutturale.
Risposta. - Si rappresenta che nella mattinata del 25 gennaio 2002 un gruppo di circa 40 persone, aderenti al movimento dei «disobbedienti», si è introdotto nel centro di permanenza temporanea ed assistenza per cittadini extracomunitari, sito a Bologna nell'ex caserma «Chiarini», forzando lo schieramento del locale reparto mobile.
di altri cinquantacinque dimostranti, noti aderenti a movimenti antagonisti.
alla stragrande maggioranza del paese, ha nel suo territorio un consistente numero di istituzioni scolastiche che hanno attivato progetti di tempo pieno e di tempo lungo, organizzazioni didattico strutturali per le quali vi è una forte richiesta sociale;
Risposta. - La razionalizzazione delle dotazioni organiche è stata effettuata dall'amministrazione nel rispetto delle disposizioni contenute nell'articolo 22 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria 2002) e delle relative previsioni numeriche indicate nella relazione tecnica allegata alla legge stessa.
dall'inizio dell'anno scolastico di tutte le istituzioni scolastiche del territorio di competenza.
Risposta. - Si fa presente che nel concorso pubblico per l'arruolamento di 780 allievi agenti della polizia di Stato, indetto nel 1996, sono stati sottoposti alle selezioni per l'accertamento del possesso dei requisiti psico-fisici ed attitudinali 21.634 aspiranti. Di questi 9.595 sono stati esclusi per inidoneità.
Presidente della Repubblica 23 dicembre 1983, n. 904 (di approvazione del regolamento sui requisiti psico-fisici ed attitudinali per l'accesso ai ruoli del personale della polizia di Stato che espleta funzioni di polizia) è effettuata ai sensi degli articoli 29 e 31 del decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1983, n. 903 (recante il regolamento per l'accesso ai ruoli della polizia di Stato), mediante la somministrazione di una serie di test, collettivi ed individuali, integrati da un colloquio, a cui fa seguito la decisione finale della Commissione, prevista dal citato articolo 29, nella sua collegialità.
Risposta. - Si fa presente che il signor Federico Del Prete è stato assassinato il 18 febbraio 2002 a Casal di Principe, in provincia di Caserta, mentre si trovava all'interno della sede del sindacato nazionale autonomo ambulanti, del quale era responsabile provinciale.
ed antiusura, prefetto Monaco, i responsabili provinciali delle forze di polizia, i sindaci delle aree interessate, i rappresentanti della locale camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato e dell'agricoltura, delle associazioni di categoria economiche e sindacali, della «Unione Casertana Antiracket» di Parete-Trentola Ducenta, unica di fatto attiva nella provincia, e dell'associazione «Libera».
Risposta. - Come è noto, la Corte costituzionale, con sentenza n. 1 del 1999, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 205, 206 e 207 della legge n. 549 del 1995 nella parte in cui prevedeva la sostituzione del concorso pubblico con procedure selettive interne, in assenza di esigenze di rilevanza costituzionale che consentissero la deroga alla regola del concorso pubblico.
Risposta. - Si rappresenta che con il decreto ministeriale 8 febbraio 2001 sono state distribuite, in un'ottica di trasparenza e secondo criteri oggettivi ed omogenei, le risorse disponibili, determinando le piante organiche del corpo di polizia penitenziaria a livello regionale.
le piante organiche di ciascun istituto, sulla base dei medesimi criteri.
Risposta. - Come è noto, l'articolo 15 della legge n. 38 del 2001, recante «norme a tutela della minoranza linguistica slovena», demanda l'istituzione della sezione predetta, unitamente alla pianta organica del personale docente e non docente, a successivo decreto del Ministro dell'istruzione, università e ricerca e stabilisce che con ordinanza, parimenti del MIUR, dovranno essere determinate le modalità di reclutamento del personale in questione.
Risposta. - Si fa presente che durante l'incontro di calcio Livorno-Triestina del 3 marzo 2002 alcuni tifosi ospiti hanno esposto uno striscione di carta, confezionato sul posto, recante un motto fascista, facendo il saluto romano e intonando un noto motivo dell'epoca.
registrati nel precedente campionato di calcio.
Risposta. - Come è stato evidenziato il 6 febbraio 2002, in sede di discussione presso la VII Commissione permanente della Camera dei deputati, il criterio di designazione, e la successiva nomina del professor Francesco Alberoni quale presidente della scuola nazionale di cinema nonché degli altri componenti del consiglio di amministrazione, è stato quello della professionalità delle personalità individuate, che sono chiamate a svolgere un nuovo tipo di impegno in relazione all'intenzione del Governo di assegnare a tali enti funzioni diverse rispetto a quelle svolte dalla precedente gestione ministeriale.
Risposta. - Si fa presente che le indagini relative all'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco in direzione di una finestra del municipio di San Cipriano d'Aversa, denunciata il 2 gennaio 2002 da un impiegato comunale, sono tuttora in corso. Allo stato, non sono emerse responsabilità a carico di alcuno, né è stato possibile accertare il movente dell'atto. In considerazione del giorno del fatto (1o gennaio), della carica utilizzata - sono stati rinvenuti tre pallini da caccia - e della parte dell'edificio colpita, gli inquirenti non escludono che l'esplosione possa essere stata opera di sconsiderati i quali hanno così inteso «festeggiare» il nuovo anno.
accertamenti disposti dalla prefettura non sono emersi elementi di conferma.
Risposta. - Si fa presente che nella mattinata del 13 giugno 2001, in Genova, circa 600 operai della «Ilva s.p.a.» di Cornigliano, al termine di un'assemblea svoltasi all'interno della fabbrica e indetta a seguito della decisione della locale autorità giudiziaria di disporre il sequestro preventivo della cokeria dello stabilimento, effettuavano una manifestazione di protesta, con l'utilizzo di una decina di mezzi pesanti (escavatrici e macchine movimento terra), lungo le vie cittadine.
rappresentanti del ministero dell'ambiente, mentre il successivo si terrà a Genova e verterà sulla destinazione delle aree dismesse nonché sulla quantificazione degli operai in esubero con la riconversione.
Risposta. - Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei ministri.
della vigente normativa, sembrava potesse bastare l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2002, predisposto dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, con il concerto dei ministeri della salute e delle attività produttive che, sottoposto alla Conferenza Unificata Stato/regioni/enti locali, ne aveva acquisito il parere favorevole in data 28 febbraio 2002.
Risposta. - Si fa presente che in provincia di Catania sono state presentate n. 6.650 domande per l'inclusione nelle graduatorie del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario.
anche in convenzione con enti o istituti specializzati di cui all'articolo 14 della legge n. 104 del 1992, corsi biennali di specializzazione per le attività di sostegno alle classi con alunni in situazione di handicap, limitatamente alle esigenze accertate in ciascuna provincia e fino agli anni accademici 2001-2002 e 2000-2001;
Risposta. - La formazione degli insegnanti di sostegno rappresenta un aspetto del più ampio tema della formazione dei docenti.
conclusione dei corsi di specializzazione entro i predetti anni accademici.
Risposta. - Si riferisce che tutte le attività svolte dall'Anpa sono oggetto di una relazione annuale che l'Agenzia trasmette al ministero dell'ambiente. In tale ambito sono descritte anche le attività di controllo sugli impianti nucleari e sulle altre installazioni ove vengono impiegate sorgenti di radiazioni ionizzanti.
Risposta. - Si premette che il disegno di legge di delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale è attualmente all'esame delle assemblee parlamentari.
professionale, non si potrà non tener conto delle esperienze maturate dalle istituzioni scolastiche; inoltre i percorsi medesimi, sia per quanto riguarda il sistema dei licei che quello della istruzione e formazione professionale non potranno che essere definiti dopo una attenta riflessione su quali sono le figure professionali più rispondenti alle esigenze emergenti della società e del mondo produttivo.
Risposta. - Si rappresenta che la materia relativa alle derivazioni di acque pubbliche rientra tra quelle trasferite, con decorrenza 1 o gennaio 2001, alle regioni ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del decreto legislativo n. 112 del 1998 e del successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 ottobre 2000.
quota di limiti di impegno quindicennali di lire 1 miliardo con decorrenza dagli anni 2002 e 2003.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che la nota legge 14 aprile 1975, n. 103, attribuisce la materia dei controlli sulla programmazione della RAI-Radiotelevisione italiana s.p.a. alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Risposta. - Si fa presente che la recente contestazione studentesca è stata contraddistinta da una serie di iniziative di protesta da parte degli studenti degli istituti superiori contrari alla parificazione tra scuola statale e scuola non statale, proposta dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
didattiche, il dirigente scolastico ha atteso l'intervento delle forze dell'ordine per poter consentire l'accesso ai soli studenti della scuola.
Risposta. - Si precisa che le azioni delittuose compiute a Padova nella notte tra il 23 ed il 24 febbraio 2002 ai danni della sede Arcigay «Tralaltro», sono oggetto di attento esame da parte degli organi investigativi che, per l'assenza di danneggiamenti e di scritte ritengono si sia trattato di un mero tentativo di furto.
per l'adozione di tutti quei provvedimenti necessari per garantire il regolare svolgimento della manifestazione e la sicurezza delle sedi degli organizzatori, anch'esse incluse negli itinerari dei servizi di vigilanza della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.
Risposta. - Si fa presente che in considerazione degli allarmi manifestati dalla comunità e dagli amministratori di Quarrata per gli episodi di criminalità predatoria verificatisi nell'ultimo periodo, il Prefetto di Pistoia ha convocato, il 21 dicembre 2001, una specifica riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, alla quale è stato invitato anche il sindaco di quel comune.
di taluni interventi tesi a contrastare con più efficacia tali tipi di reati, sia sul piano della prevenzione che su quello delle attività investigative, assicurando una presenza più visibile sul territorio delle forze dell'ordine.
Risposta. - Sin dal 1989 la legge istitutiva del ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, la n. 168, stabiliva che i finanziamenti dello Stato per il funzionamento delle università - una volta approvata la legge sulla loro autonomia - dovessero avvenire con sole tre distinte assegnazioni relative a:
Successivamente, la legge finanziaria per l'anno 1994 stabiliva che i mezzi finanziari destinati dallo Stato alle università, per il loro funzionamento, dovevano essere iscritti in soli tre distinti capitoli del bilancio destinati: al fondo per il finanziamento ordinario (FFO); al fondo per l'edilizia universitaria e per le grandi attrezzature scientifiche ed al fondo per la programmazione dello sviluppo del sistema universitario.
Essa è stata utilizzata, nei primi anni, per attenuare, progressivamente, le anomalie e le distorsioni determinatesi con le assegnazioni «storiche» gestite, prima del 1994, attraverso i rapporti tra università e ministero e rappresenta, comunque, un utile strumento di verifica anche per la quota di FFO che viene annualmente consolidata.
Risposta. - Il servizio per l'autonomia universitaria e studenti ha posto specifico quesito sull'argomento in parola al ministero della difesa che con nota del 16 febbraio 2001 n. 5/G/OM/01 ha fatto conoscere la determinazione di autorizzare, in deroga alla circolare di chiamata alle armi della classe in corso, un differimento eccezionale dei giovani interessati.
Risposta. - Si fa presente che la notizia relativa alla soppressione di alcuni commissariati della polizia di Stato nella regione Marche è, allo stato, priva di fondamento.
per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Risposta. - Si comunica che le agevolazioni di cui alla legge n. 488 del 1992, già concesse alla ISOSAR srl, con decreto ministeriale n. 31964 del 30 giugno 1997, sono state revocate con decreto ministeriale n. 99973 del 29 maggio 2001, avendo l'impresa rinunciato alle stesse.
superare sovrapposizioni, nel territorio, nella presenza delle forze di polizia;
Risposta. - Si fa presente che la notizia di una direttiva ministeriale volta alla riduzione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri sul territorio nazionale è priva di ogni fondamento.
Risposta. - Il Consiglio dei ministri nella seduta del 14 marzo 2002, ha approvato lo schema di disegno di legge recante la «Delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e disposizioni in materia di organico della Corte di Cassazione e di conferimento delle funzioni di legittimità», per effetto della quale il Governo è deputato ad emanare, entro due anni dall'entrata in vigore della legge in questione, uno o più decreti legislativi diretti a rideterminare le circoscrizioni territoriali degli uffici giudiziari.
solo per alcuni mesi l'anno e per poche unità sfornite peraltro di mezzi nautici;
Risposta. - Si fa presente che i comandi competenti, pienamente consapevoli della obiettiva importanza di garantire un servizio il più ampio ed efficace possibile, hanno attivato il posto stagionale già dal 26 marzo 2002, prolungandone l'apertura fino al prossimo 9 novembre 2002 e con una aumentata disponibilità di personale.
Risposta. - L'iniziativa connessa all'invio dell'Euroconvertitore da parte del Presidente del Consiglio dei ministri si collega al più ampio piano di comunicazione istituzionale relativo all'ingresso dell'Italia nell'area dell'Euro.
è rappresentata dalla possibilità per i cittadini di usufruire di uno strumento atto a consentire una maggiore e più proficua dimestichezza con la moneta unica al fine di ridurre gli evidenti problemi di valutazione dei prezzi e degli oneri connessi alla vita quotidiana.
igienico-sanitarie dei lavoratori marittimi e delle navi -:
Risposta. - Si fa presente che il controllo sulla sicurezza e la tutela delle condizioni igienico-sanitarie dei lavoratori marittimi e delle navi che toccano porti comunitari deve essere effettuato, ai sensi del decreto ministeriale del 19 aprile 2000 n. 432, dall'ispettore PSC (Port State Control) secondo i criteri e le procedure riportati negli allegati al succitato decreto. Infatti, a tale figura spetta il controllo dello stato di approdo, secondo quanto indicato nell'articolo 1 «Definizioni» del citato decreto.
Risposta. - Si fa presente, preliminarmente, che l'intendimento dell'ENI di uscire dal settore petrolchimico è stato manifestato da tempo. Ciò al fine di concentrare la propria attività nel settore energetico.
Risposta. - La razionalizzazione delle dotazioni organiche è stata effettuata dall'amministrazione nel rispetto delle disposizioni contenute nell'articolo 22 della legge 28 dicembre 2001 n. 448 (legge finanziaria 2002) e delle relative previsioni numeriche indicate nella relazione tecnica allegata alla legge stessa.
classi non più modificabile in organico di fatto in considerazione di quanto disposto dalla legge 2 agosto 2001, n. 333 che consente variazioni solo in aumento delle classi stesse.
UMA di Benevento, sede vescovile della Diocesi Cerreto-Telese-Sant'Agata de' Goti, sede del corpo forestale dello Stato, polo scolastico (liceo classico, istituto tecnologico, istituto statale d'arte, istituto comprensivo di scuola materna-elementare e media) e, infine, sede di n. 2 istituti bancari e di un ufficio riscossione tributi;
Risposta. - Al riguardo, nel far presente che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, come è noto, rientra nelle competenze degli organi statutari della società, si significa di aver interessato, in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, la medesima società la quale ha comunicato che la chiusura del turno pomeridiano dell'ufficio di Cerreto Sannita è stata adottata - in via sperimentale - a seguito del risultato di un monitoraggio, eseguito sull'andamento dei flussi di traffico presso l'ufficio in parola, che ha evidenziato una offerta di servizi eccedente la domanda, atteso che il volume delle operazioni pomeridiane è risultato particolarmente scarso.
Risposta. - Si fa presente che la notizia relativa alla possibile soppressione di alcune stazioni dei carabinieri in provincia di Viterbo è, allo stato, priva di fondamento.
Risposta. - Si fa presente che i funzionari del soppresso ministro dei lavori pubblici sono abilitati al servizio di polizia stradale ai sensi degli articoli 11 e 12 del codice della strada e che il suddetto servizio è regolamentato dalla direttiva n. 1000 del 13 marzo 1998.
concessionari, con particolare riguardo alla delimitazione dei centri abitati, e dei PUT. Il reparto procede inoltre ai sopralluoghi richiesti dall'ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale in caso di ricorsi od esposti in tutta Italia;
benefici economici consistenti in avanzamenti di carriera, incentivi individuali annuali e lavoro straordinario continuativo, che ex dipendenti siano incaricati come consulenti esterni e che esista parimenti personale qualificato che viene discriminato, emarginato, privato di incarichi e/o mansioni produttive e sia da anni in attesa di ricollocazione.
Risposta. - Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei ministri e, sulla scorta delle notizie pervenute dall'Enel S.p.A., si fa presente quanto segue:
Risposta. - La richiesta di estendere l'imposizione degli oneri di servizio pubblico anche per gli aeroporti di Reggio Calabria e Lamezia Terme, come è stato già previsto per lo scalo di Crotone, si fa presente che si deve porre particolare attenzione all'opportunità di imporre gli oneri di servizio pubblico su rotte per le quali già esistono servizi aerei svolti in conformità al principio generale della liberalizzazione e dell'apertura del mercato.
verso un aeroporto che serve una regione periferica o in via di sviluppo all'interno del suo territorio o una rotta a bassa densità di traffico verso un qualsiasi aeroporto regionale nel suo territorio, qualora tale rotta sia considerata essenziale per lo sviluppo economico della regione in cui si trova l'aeroporto stesso».
Risposta. - L'attuazione della legge 508 del 21 dicembre 1999, che dispone la riforma delle accademie, dei conservatori di musica e degli altri Istituti operanti nel settore artistico e musicale riveste particolare importanza per il nostro paese non solo dal punto di vista culturale, ma anche per i risvolti economici e sociali che la formazione impartita nelle predette istituzioni comporta.
Risposta. - Nel ribadire che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale, che rientra nella competenza propria degli organi statutari della società, si significa che non si è mancato di richiedere specifiche informazioni alla stessa, in merito a quanto rappresentato dalla interrogante nell'atto parlamentare in esame.
Risposta. - Il regolamento di esecuzione dei censimenti generali 2001, emanato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 2001, n. 276, all'articolo 25, comma 2, con l'acquisizione del parere della conferenza Stato-regioni-città, prevede che la somma totale dei contributi forfetari, corrisposti dall'Istat ai comuni per le spese censuarie, non possa superare, detratti gli importi destinati al censimento dell'agricoltura, il 75 per cento degli stanziamenti complessivi stimati per i censimenti generali 2000/2001.
3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 2001, n. 276;
Pertanto, preso atto che l'Istat, in veste di ente erogatore, ai sensi dell'articolo 25, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 276 del 2001, si è dichiarato disponibile a valutare le richieste dell'Anci e dell'Usci, in merito alle modalità di erogazione del contributo forfetario, con la riserva, però, di mantenere inalterata la percentuale del 75 per cento degli stanziamenti complessivamente stimati per i censimenti generali, prevista dall'articolo 25, comma 2, del regolamento di esecuzione, questo dipartimento, in qualità di organo vigilante sulle attività dell'istituto, potrà prendere in considerazione, nel momento in cui perverranno ufficialmente le proposte che le parti coinvolte nella vicenda, previo reciproco accordo, vorranno trasmettere, al fine del relativo esame e dell'eventuale avvio dell'iter procedurale di modifica dell'articolo 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 settembre 2001.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Poste italiane - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame - ha comunicato di ritenere che alla fine del corrente anno presso le succursali di Roma 77 e Roma 88 si registrerà un calo dei flussi di traffico dovuto al fatto che saranno attivati, in zone limitrofe, due nuovi uffici postali - in via degli Aceri ed in via dei Ciclamini - le cui sedi sono attualmente in fase di allestimento.
lo stesso è sottoposto al monitoraggio delle proprie attività e, pertanto, se dai risultati che ne scaturiranno si dovesse ravvisare la necessità di un potenziamento dell'offerta dei servizi, verrà attivato anche il turno pomeridiano di apertura.
Risposta. - Si fa presente che la notizia relativa alla possibile soppressione della stazione dei carabinieri di Latera, in provincia di Viterbo è, allo stato, priva di fondamento.
Risposta. - Al riguardo, nel ribadire che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azione, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale, che rientra nella competenza propria degli organi statutari della società, si significa che non si è mancato di richiedere specifiche informazioni alla stessa, in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame.
stessi è di 446 uffici distribuiti in 377 comuni, ha voluto sottolineare che a fronte di alcune chiusure verificatesi durante lo scorso anno, si sono registrate alcune contestuali attivazioni di nuovi uffici, per cui il numero generale delle strutture operative è rimasto sostanzialmente invariato.
Risposta. - Si fa presente che nella Vallata del Santerno, che conta una popolazione di circa 8.680 abitanti e ricomprende il territorio di quattro comuni (Casal Fiumanese, Fontanelice, Castel del Rio e Borgo Tossignano), nel ristretto spazio temporale di fine settembre-inizio ottobre 2001, effettivamente sono stati denunciati 22 furti in appartamento (dei quali 8 nei comuni di Fontanelice e Borgo Tossignano e altri 14 nel comune di Mordano, adiacente territorialmente alla Vallata del Santerno).
fronte dei 1945 provvedimenti adottati nello stesso periodo dell'anno 2000. Dal 1o gennaio al 31 marzo 2002, i provvedimenti di allontanamento sono stati 636, a fronte dei 420 adottati nello stesso periodo del 2001.
si ritrovano nelle confinanti aree del comune di Marciana, oggi a parco, che si vorrebbero escludere dall'area protetta con la scusa della caccia al cinghiale;
di piano del parco e la comunità del parco sul piano pluriennale di sviluppo economico e sociale;
Risposta. - Si comunica che, attualmente, non è possibile fornire un parere in ordine alle proposte di modifica del perimetro del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano avanzate dai comuni e dall'Ente Parco, dal momento che non è stata ancora avviata la relativa istruttoria tecnica, necessaria per dare inizio all'iter di riperimetrazione del Parco.
dissentiva la presenza dell'esponente del centro-destra estraneo a tale contesto -:
Risposta. - Si fa presente che il rispetto delle regole di convivenza democratica prevede che si possano svolgere liberamente cerimonie commemorative senza che intervengano turbative tese ad impedire il normale corso delle manifestazioni e la libera espressione di esponenti delle istituzioni democraticamente eletti.
Risposta. - Sulla base delle dichiarazioni inviate dal professor Giorgio Bernardi presidente dell'ente, al quale sono stati richiesti elementi conoscitivi sulle questioni illustrate dall'onorevole interrogante, il ministero ritiene di poter escludere che il predetto centro sia in procinto di trasformarsi da centro di ricerca di biologia marina in centro di ricerca sulle modificazioni genetiche anche in campo agroalimentare. È infatti ferma convinzione degli organi di direzione dell'ente medesimo che la stazione zoologica abbia un posto di grande rilievo presso la comunità scientifica nazionale e internazionale, proprio perseguendo quelle linee di ricerca di base in biologia e in particolare degli organismi marini che erano state alla base della fondazione dell'istituto da parte di Anton Dohrn.
Risposta. - Si fa presente che la notizia relativa alla soppressione della stazione dei carabinieri di Decollatura (Catanzaro), con l'accorpamento a quella di Soveria Mannelli è, allo stato, destituita di ogni fondamento.
Risposta. - Si assicura la massima attenzione da parte del Governo e delle forze di polizia alla tutela delle libertà garantite dalla Costituzione repubblicana, con particolare riferimento a quella di manifestazione, che nei limiti stabiliti dalla legge, è uno degli indicatori più affidabili del reale rispetto dei diritti politici dei consociati.
Risposta. - Si fa presente che il commissariato distaccato di pubblica sicurezza di Cisterna di Latina, a fronte di una dotazione organica di 36 unità, dispone di 34 operatori in servizio.
Risposta. - Si fa presente che nella notte dell'11 marzo 2002, nel parcheggio della sede operativa della Cooperativa So.La.Re. (Solidarietà, Lavoro, Responsabilità), ubicata a Padova, sono stati incendiati tre camion telonati, tutti recanti la scritta «CARITAS città So.La.Re.». I veicoli in questione venivano utilizzati dall'anzidetta cooperativa per la raccolta di indumenti e beni di consumo da destinare agli indigenti e agli emarginati per conto della CARITAS.
Risposta. - L'Ente Nazionale per le Strade, interpellato al riguardo, riferisce che l'ammodernamento della strada statale n. 64 «Porrettana» nel tratto Marano-Silla è stato inserito nel Piano Triennale 2001-2003, d'intesa con la Regione Emilia-Romagna ed è stata prevista la realizzazione di un 1o stralcio, per un importo complessivo di lire 43 miliardi, il cui progetto è attualmente in fase di istruttoria tecnica, conclusa la quale, si potrà procedere all'approvazione dell'intervento ed all'aggiudicazione dei lavori.
Risposta. - Si fa presente che il 25 febbraio 2002 è stato segnalato un guasto al circuito elettrico dei binari, nei pressi della stazione di Vittorio Veneto (TV), sulla tratta ferroviaria Conegliano-Vittorio Veneto.
Risposta. - Si fa presente che le rapine nelle abitazioni private, in alcune province del nord Italia, sono state perpetrate da piccoli gruppi di albanesi e di slavi, ai danni di proprietari di abitazioni, ville e cascine isolate, spesso prive di misure di difesa passiva e situate in aree servite da un'ampia rete viaria, tale da offrire maggiori occasioni di fuga.
mezzo pesante, nello specifico, un carro attrezzi, e la sgommata dello stesso che avrebbe generato un'alzata di polvere, avrebbe causato la scarsa visibilità del manto stradale e il successivo sbandamento del motorino guidato dal ragazzo;
Risposta. - Si riferisce che la problematica della sicurezza della circolazione stradale è stata oggetto, a più riprese nel corso degli ultimi anni, di specifico esame da parte del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Napoli, che ha messo a punto appositi piani di intervento volti sia alla prevenzione generale degli incidenti, sia, in particolare, al controllo degli obblighi di indossare il casco e le cinture di sicurezza.
in taluni quartieri, e che l'attuale sanzione accessoria del fermo amministrativo del ciclomotore, di cui all'articolo 171, comma 3, del codice della strada, risulta spesso poco efficace, specie in relazione alla possibilità, prevista dall'articolo 214 dello stesso codice, di ricorrere, a richiesta, all'affidamento in custodia del veicolo sotto la responsabilità del genitore o di chi ne fa le veci laddove la trasgressione sia stata commessa da minorenni.
dell'incontro, se il Ministro interrogato ritenga corretto ed adeguatamente proporzionato il ricorso a tale intervento in considerazione della contestuale permanenza dei tifosi avversari all'interno dello stadio, permanenza quest'ultima idonea a scongiurare contatti e rischi di possibili tafferugli.
Risposta. - Si fa presente che circa dieci minuti prima del termine dell'incontro di calcio «Internazionale F.C. - A.C. Parma», disputatosi presso lo stadio «G. Meazza» il 20 gennaio 2002, una cinquantina di giovani appartenenti alla tifoseria parmense, a seguito del secondo gol subito dalla propria squadra, si è improvvisamente diretta verso l'uscita, premendo violentemente contro le forze dell'ordine, e, benché invitati a desistere, brandivano cinture munite di grosse fibbie, aste porta-bandiera e lanciavano vari oggetti contundenti.
Risposta. - Al riguardo, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha comunicato che la stazione di Villa S. Giovanni è dotata di quattro scale mobili che agevolano l'accesso dei viaggiatori alle navi traghetto.
Risposta. - L'Ente nazionale per le strade, interpellato al riguardo, fa presente che un apposito emendamento al Collegato sulle infrastrutture prevede il reinserimento del centro sperimentale stradale ANAS di Cesano nel novero dei laboratori ufficiali di pubblica utilità.
alcune persone sostavano con atteggiamento minaccioso davanti all'emittente fino a quando l'arrivo dei carabinieri e della polizia li ha costretti ad allontanarsi -:
Risposta. - Si fa presente che il 14 febbraio 2002 l'amministratore delegato dell'emittente televisiva «Telelibera» ha presentato l'ennesima denuncia presso il commissariato di pubblica sicurezza «San Ferdinando» di Napoli, lamentando atti intimidatori nei confronti del direttore della testata giornalistica della citata emittente.
che lo stabilimento propellenti ricopre nel contesto della media Ciociaria.
Risposta. - In premessa appare opportuno chiarire che il presunto declassamento dello Stabilimento Militare Propellenti di Fontana Liri non trova alcun riscontro nella realtà. Nell'ordinamento della Difesa, infatti, non esiste una classificazione che distingua tra «Ente di punta» ed «Ente» ma tutti gli organismi dotati di autonomia amministrativa sono denominati genericamente «Enti».
Risposta. - Si fa presente che il 3 febbraio scorso l'equipaggio di una pattuglia della questura di Verona ha rilevato la presenza, all'esterno di una sede sezionale di Rifondazione Comunista di quella città, di uno striscione con scritte particolarmente offensive nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri e di altri esponenti del Governo.
auspicare, trovando su questo il pieno accordo dell'ambasciatore, «un accordo di riammissione in Turchia delle persone illegalmente provenienti dal quel paese»;
sta producendo una situazione drammatica: il solo servizio asilo dell'associazione Azad denuncia a Roma una ventina di casi di rifugiati kurdo-turchi non riconosciuti, di fatto clandestini. Circa un mese fa alcuni di loro hanno effettuato uno sciopero della fame, chiedendo un riesame (anche in base a nuove prove delle persecuzioni subite), per il quale sembra che non ci sia molta disponibilità da parte della Commissione -:
Risposta. - Si fa presente che il trattamento, a detta degli interroganti «inusuale», praticato nei confronti degli stranieri sbarcati a Gallipoli dalla nave turca Engin il 12 febbraio 2002, ai quali è stato chiesto individualmente se intendessero o meno fermarsi e chiedere asilo in Italia, era evidentemente volto a favorire la manifestazione della loro effettiva volontà in ordine ad una eventuale richiesta di asilo, senza alcuna coartazione in un senso o nell'altro, in modo quindi certamente non censurabile.
o meno dei requisiti previsti dall'articolo 1 della già citata Convenzione di Ginevra.
Risposta. - L'amministrazione interrogata, in ossequio alle disposizioni normative di cui ai decreti legislativi 1o dicembre 1997, n. 468 e 28 febbraio 2000, n. 81, ha - d'intesa con il ministero del lavoro - proceduto ad individuare in primo luogo gli strumenti giuridici per la stabilizzazione dei lavoratori già impegnati in progetti di lavori socialmente utili e successivamente a porre in essere tutte le iniziative intese allo svuotamento del bacino dei lavoratori suddetti ed aventi i requisiti di legge legittimanti la stabilizzazione occupazionale.
Tale cifra è stata utilizzata per l'attuazione delle convenzioni con le A.T.I che hanno interessato circa 469 unità già impegnate in lavori socialmente utili, mentre quelle stipulate direttamente con la A.L.e S. spa, per un importo complessivo di lire 43.500.000.000 gravanti sui fondi specifici di bilancio per gli anni 2000 e 2001 hanno
coinvolto circa 383 unità assunte da questa società a tempo indeterminato.
In tutte le convenzioni è stata prevista l'attività di monitoraggio circa l'effettiva erogazione dei servizi secondo le previsioni del progetto a cura dell'A.L. e S. spa.
per il Lazio sono state impiegate 208 unità, con 8 progetti. Anche per questi contratti la durata è quinquennale, con rinnovo annuale.
Risposta. - Tale problematica è stata messa in relazione alla carenza di organico nei tribunali per i minorenni, nonché alle procedure di adozione che dovrebbero risultare più snelle ai fini della tutela dei minori dichiarati adottabili.
di adozione nazionale, in quanto, come ben noto, l'istanza può essere depositata in ciascun tribunale per i minorenni presente sul territorio, ai sensi dell'articolo 19 legge 28 marzo 2001 n. 149. In proposito sembra opportuno altresì rilevare che la pendenza può derivare anche dal considerevole scarto esistente tra i minori dichiarati in stato di adottabilità dal tribunale per i minorenni (in numero ridottissimo) e le richieste di disponibilità all'adozione.
Risposta. - Si rappresenta che nella mattinata del 25 gennaio 2002 un gruppo di circa quaranta persone, aderenti al movimento dei «disubbidienti», si è introdotto nel centro di permanenza temporanea ed assistenza per cittadini extracomunitari, sito a Bologna nell'ex caserma «Chiarini», forzando lo schieramento del locale reparto mobile.
dall'immobile nel tentativo di sottrarsi al controllo e darsi alla fuga, avvalendosi anche della complicità del gruppo dei manifestanti attestato all'esterno.
ad oggi è in corso una battaglia legale tra il comune di Limbiate e alcuni colossi della chimica eredi dell'ACNA di Cesano Maderno: DIBRA, BASF, CAAM, ENICHEM, eccetera;
il comune di Limbiate ha subito negli ultimi anni la forma di inquinamento più subdola: la contaminazione della falda acquifera;
la rete idrica comunale di Limbiate può fornire acqua potabile solo grazie all'uso di filtri a carboni attivi costosissimi;
a seguito di una prima bonifica, il comune di Limbiate, oggi, chiede garanzie assolute sulla qualità dell'acqua, quella che dovrebbe dirsi «potabile»;
quattro anni or sono il danno materiale e morale fu stimato in nove miliardi, cifra, a detta del sindaco e dell'intera giunta, irrisoria che non estingue il debito di salute dei limbiatesi;
serve una ingente somma di danaro per realizzare nuovi pozzi che possano pescare a maggiore profondità;
nel 1996, l'interrogante, in relazione alla vicenda, propose l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti, e quali iniziative intendano intraprendere per risolvere il problema in essere.
(4-00323)
L'approvvigionamento idrico del comune di Limbiate è fornito esclusivamente da falde acquifere sotterranee; all'emungimento di acqua provvedono sei pozzi pubblici ad uso potabile e cinque pozzi privati ad uso industriale. La profondità dei pozzi è compresa tra 35 e 130 metri dal piano campagna e le fenestrature sono posizionate tra 43 e 112 metri, per cui l'acqua captata proviene da falde diverse. Dall'ottobre 1991, su cinque pozzi pubblici sono stati installati filtri depurativi a carbone attivo, causa il riscontro nei pozzi n. 2 e 4 di concentrazioni elevate di solventi clorurati e di esaclorobutadiene e per la presenza di esaclorobutadiene nei pozzi n. 1, 3 e 5.
L'adozione cautelativa dei presidi depurativi sui pozzi interessati da esaclorobutadiene si è basata su valutazioni delle proprietà tossicologiche che hanno indotto ad equiparare tale sostanza ai composti organo-clorurati del parametro 55 del decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988 per i quali il limite previsto dalla legge è di 0,1 microgrammi litro per componente.
L'analisi della qualità dell'acqua immessa nella rete acquedottistica dopo il trattamento a carboni attivi ha evidenziato concentrazioni di solventi clorurati inferiori al valore massimo stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988, con il quale è stata recepita nel nostro ordinamento la direttiva CEE 80/778.
L'abbattimento dei solventi clorurati e dei policlorobutadieni mediante gli impianti di depurazione a carboni attivi garantisce l'erogazione di acqua potabile tramite il pubblico acquedotto. È opportuno far presente anche i risvolti negativi conseguenti all'installazione dei presidi depurativi, che infatti implicano un gravoso lavoro di manutenzione e di controllo, con costi non trascurabili. Il monitoraggio continuo dell'efficacia dei carboni attivi costituisce un aspetto sostanziale per evitare rischi di desorbimento che si verificano ogni qualvolta i filtri, entrando in saturazione, provocano rilascio di quei contaminanti trattenuti in regime di funzionamento ottimale.
L'acquedotto comunale di Limbiate è gestito dal Consorzio Acqua Potabile ai comuni di Milano che ha precisato che la rete acquedottistica è attualmente alimentata da sette pozzi, di cui sei sottoposti a trattamento con carbone attivo per inquinamento di origine industriale, presenti nella prima falda interessata da pozzi perforati prima del 1984. La realizzazione dell'ultimo pozzo (Ceresolo) è stata motivata per reperire falde protette, indenni da contaminazioni; il pozzo è stato perforato nel 1999, completato successivamente e messo in esercizio nel luglio del 2001.
La regione, in attuazione degli articoli 28 e 29 della legge regionale 27 maggio 1985, n. 62, ha approvato con D.G.R. 5 dicembre 1989, n. 49261, un piano di studi e di indagini finalizzato all'individuazione delle cause dell'inquinamento e alla realizzazione di un progetto di bonifica della falda sotterranea inquinata da solventi clorurati e da cromati nel territorio del comune di Limbiate ed altri, presentato dalla provincia di Milano, assegnando contestualmente un contributo di lire 125.000.000 per l'esecuzione delle indagini previste.
Si ricorda che l'area ex Acna interessa i territori dei comuni di Ceriano Laghetto, Cesano Maderno e Bovisio Masciago, situati a nord del comune di Milano. L'inizio dell'attività industriale da parte della società Acna ha avuto luogo nei primi anni trenta; l'insediamento era destinato alla produzione e fabbricazione di una vasta gamma di coloranti per tessuti, per la colorazione delle benzine e di oli minerali, acido solforico e oleum, pigmenti per inchiostri, vernici e materie plastiche ed altri intermedi. Nel dicembre 1993 l'Acna cessava la propria attività e ad essa subentravano altre attività; ad oggi l'area risulta suddivisa in diverse zone appartenenti a diversi proprietari: Dibra, Basf Italia, Pip, Enichem, Azienda Agricola Rivetti, Discarica Arca e Discarica Montedipe (Enichem).
I primi ritrovamenti di rifiuti industriali interrati avvenivano in terreno di proprietà Dibra di Ceriano Laghetto.
A seguito delle ordinanze regionali contingibili ed urgenti emanate nel 1994 e 1995, le ditte Enichem Basf e Dibra presentavano i progetti di sbarramento richiesti dalle ordinanze citate.
Per quanto riguarda lo sbarramento della prima falda, la società Enichem aveva inizialmente redatto un progetto di barriera idraulica costituita da sei pozzi localizzati a valle delle aree di proprietà Enichem e quindi conseguentemente a valle di tutta l'area Acna ad esclusione di una sola porzione dell'area Rivetti.
A seguito di specifiche richieste da parte degli enti preposti al controllo, si conveniva che tali acque non potevano essere scaricate in corso d'acqua superficiale ma riutilizzate all'interno dei cicli produttivi presenti nell'area; in particolare, previo il rispetto delle caratteristiche imposte dalla Tabella A della legge n. 319 del 1976, tali acque dovevano essere riutilizzate dalla ditta Basf.
Per quanto riguarda lo sbarramento della seconda falda le ditte Basf e Dibra predisponevano congiuntamente un progetto di pozzi barriera che prevedeva l'utilizzo sia di pozzi esistenti che di tre nuovi pozzi. In considerazione sia della particolare configurazione idrogeologica del sito che di quanto previsto dall'ordinanza regionale del 1995 si decise che i due progetti presentati dovessero pervenire comunque ad una gestione coordinata; nel dicembre 1995, le ditte Enichem Basf e Dibra presentavano un protocollo di intesa per la gestione integrata del sistema di sbarramento dell'area ex-Acna.
La società Enichem ha dato corso alla realizzazione dei 6 pozzi di sbarramento della prima falda, la società Dibra alla realizzazione (ad integrazione dei pozzi già esistenti) di un pozzo di prima falda ed un pozzo di seconda falda e da ultimo la Società Basf Italia alla realizzazione (ad integrazione dei pozzi già esistenti) di due pozzi di seconda falda.
Le società Basf Italia e Dibra hanno concluso le operazioni di realizzazione dei previsti pozzi di sbarramento entro la data di scadenza dell'ordinanza del 31 maggio 1996.
Dalle successive valutazioni, elaborazioni e dati forniti dalle ditte emergeva che la barriera idraulica di seconda falda realizzata da parte delle ditte Basf e Dibra, assicurava una completa efficienza idraulica ed efficacia idrochimica del sistema.
Nel luglio 1996, entrava in funzione a pieno regime la barriera idraulica di prima falda.
I dati emergenti dalle prove di collaudo effettuate sui pozzi di sbarramento dimostravano che il regime di funzionamento della barriera era sostanzialmente inferiore a quelli previsti dal progetto approvato, e, visto il cattivo funzionamento di alcuni pozzi, sono stati effettuati dei nuovi spurghi dei pozzi. Sono state quindi effettuate nuove prove di pompaggio che hanno permesso di ridefinire in maniera più corretta i valori di efficienza idraulica dei pozzi ed i parametri idraulici degli acquiferi.
In considerazione dei dati acquisiti e degli scarsi risultati raggiunti dagli interventi di spurgo su alcuni pozzi, Enichem ha realizzato nel marzo 1997, due nuovi pozzi a sostituzione ed integrazione dei due già esistenti. Uno dei due nuovi pozzi realizzati ha permesso di raggiungere un regime di pompaggio pari a quello previsto dal progetto ed è quindi entrato in funzione in sostituzione del pozzo precedentemente realizzato, mentre l'altro pozzo, viste le scarse portate di emungimento è entrato in funzione ad integrazione dei quantitativi emunti dai pozzi limitrofi.
In data 28 gennaio 1997 venne indetta una riunione al fine di coordinare le attività delle società Enichem e Basf, in modo da raggiungere l'obiettivo del riutilizzo delle acque emunte dalla barriera idraulica di prima falda di Enichem all'interno dei cicli produttivi Basf.
Tale riutilizzo era considerato come prioritario, rispetto allo scarico nel torrente Lombra, nella delibera di autorizzazione allo scarico rilasciata dalla provincia alla società Enichem.
Venne inoltre sottoscritto un accordo in tal senso da parte delle due società presenti con l'unica clausola da parte della società Basf che le acque in arrivo fossero caratterizzate da concentrazioni inferiori almeno a quelle previste dalla tabella A della legge n. 319 del 1976.
A tal fine venne richiesto ad Enichem un progetto di massima di un impianto di depurazione finalizzato all'abbattimento delle concentrazioni dei parametri della tabella; tale progetto fu consegnato ufficialmente da Enichem agli enti competenti.
Nel settembre 1997 a fine dei lavori previsti da parte di Enichem e Basf entrò in funzione il trasferimento delle acque della barriera di prima falda Enichem agli impianti della società Basf.
Nella riunione del maggio 1997, sullo stato di contaminazione dei terreni dell'area Dibra, gli enti si riservarono di valutare la necessità di richiedere un potenziamento degli interventi di disinquinamento già in atto ad opera di Dibra, sulla prima falda, nella zona del piezometro n. 105.
Con successiva nota la ditta si rendeva disponibile alla terebrazione di un ulteriore pozzo dello sbarramento della prima falda i cui lavori sono stati ultimati in data 8 agosto 1997 ed alla stessa data il pozzo è entrato quindi in funzione.
Successivamente alla realizzazione degli sbarramenti idraulici realizzati sulla prima e sulla seconda falda emergeva la necessità di predisporre un piano di monitoraggio piezometrico e qualitativo delle acque di falda, finalizzato sia alla verifica dell'efficienza idraulica ed efficacia idrochimica delle barriere idrauliche sia alla verifica dell'efficacia degli interventi di bonifica sinora realizzati.
Gli enti di controllo nel marzo 1996 avevano definito un primo protocollo di
Successivamente anche in base ai dati raccolti nel 20 dicembre 1997 gli enti di controllo hanno predisposto un definitivo protocollo operativo di monitoraggio idrochimico e piezometrico, approvato nella riunione della Commissione regionale del 3 febbraio 1997 finalizzato sia al controllo della efficienza idraulica ed efficacia idrochimica delle barriere realizzate, sia alla raccolta dati idrochimici per la valutazione dell'evoluzione dei fenomeni di inquinamento.
Dal maggio 2000, un terzo protocollo, autorizzato dalla regione Lombardia con nota del 1o giugno 2000, la cui validità è prevista fino alla primavera 2003, prevede campagne analitiche semestrali sia sui piezometri di prima falda, sia di seconda falda, interni all'area, a conoscenza dell'evoluzione dell'inquinamento, ed esterni, a valle della barriera idraulica a controllo dell'efficacia del sistema. Il protocollo prevede inoltre, sulla base di specifici obiettivi del monitoraggio, controlli analitici differenziati nei diversi punti di controllo.
Per i campioni d'acqua prelevati dai piezometri di prima e di seconda falda, a valle dell'area, è prevista la determinazione analitica di uno spettro completo ed approfondito di parametri chimici a controllo dell'efficacia della barriera stessa e di conseguenza a tutela e sicurezza delle acque sotterranee, mentre per i campioni provenienti dai piezometri interni all'area, sono previste determinazioni di specifici parametri chimici ritenuti indicatori dell'inquinamento riscontrato nelle singole zone.
Le risultanze di ogni singola campagna analitica di monitoraggio, sia provenienti dai laboratori pubblici di ARPA sia dai laboratori privati incaricati dalle ditte proprietarie delle diverse aree, vengono elaborati dall'ARPA Milano 1 - Area di Tutela Ambientale di Parabiago, responsabile della gestione del citato protocollo, che provvede a trasmettere periodicamente agli enti un aggiornamento dell'andamento del trend evolutivo di contaminazione nelle acque sotterranee e a verificare nel contempo la validità dei dati chimici messi a disposizione dalla Parte.
Sulla base della valutazione dei risultati dei controlli effettuati nel corso degli anni, è stato pertanto possibile valutare l'efficacia e la validità degli interventi attuati sull'area ex Acna.
In particolare, lo studio e l'interpretazione di tali elementi hanno permesso di riconoscere una graduale decrescita delle concentrazioni dei contaminanti in tutta l'area ex Acna.
L'esame condotto, atto ad individuare e verificare l'entità della riduzione delle concentrazioni dei contaminanti nelle acque di prima falda in seguito all'attivazione della barriera idraulica, ha considerato i valori analitici delle acque di falda in corrispondenza sia dei pozzi che costituiscono lo sbarramento idraulico, sia dei pozzi e/o piezometri ubicati a valle idrogeologico della barriera.
In particolare sono stati valutati i dati relativi a tutti i punti di monitoraggio compresi nel «primo protocollo di monitoraggio» applicato sino al marzo 1998, data dalla quale è stato applicato l'ultimo protocollo operativo di monitoraggio idrochimico e piezometrico.
I dati del monitoraggio sulle acque di prima falda permettono di evidenziare, a circa 400 metri a valle idrogeologico dello sbarramento, una riduzione delle concentrazioni in composti organoalogenati di oltre l'80 per cento rispetto a quelle rilevate all'inizio del 1997.
Il miglioramento qualitativo della falda idrica sotterranea a seguito dell'attivazione dello sbarramento idraulico, sono valide anche per le altre sostanze inquinanti presenti nelle acque di prima falda.
Il decremento delle concentrazioni dei composti organoalogenati totali e del 1,1,2 Tricloroetilene (Trielina), è stato osservato anche sulle altre sostanze presenti in minori concentrazioni nella prima falda tra il gennaio 1997 e la campagna conclusiva del novembre 1999.
Questi elementi sono a supporto della funzionalità del sistema di sbarramento
A seconda dei settori analizzati rispetto all'allineamento dei pozzi di sbarramento idraulico, si evidenziano, nel periodo gennaio 1997-novembre 1999, percentuali di riduzione delle concentrazioni variabili da un minimo del 55 per cento a un massimo di oltre il 90 per cento.
A tale sistema di sbarramento idraulico della prima falda, posto ai margini dell'area ex Acna con l'obiettivo di messa in sicurezza idraulica dell'intero territorio, va ad integrarsi un sistema puntuale di pozzi di disinquinamento della prima falda posti all'interno della proprietà Dibra nel comune di Ceriano Laghetto.
Il monitoraggio analitico condotto su tali pozzi dai laboratori privati nel corso del 1997 fino al novembre 1999, ha permesso di verificare l'entità della riduzione della contaminazione delle acque di prima falda a seguito degli interventi di bonifica realizzati e del sistema di sbarramento idraulico in atto.
L'esame dei referti analitici ha riguardato due piezometri e un pozzo, captanti esclusivamente dalla seconda falda, ubicati in Comune di Bovisio Masciago, in posizione di valle idrogeologico dell'area ex Acna, in corrispondenza del settore dove è localizzata la barriera idraulica di prima falda in proprietà Enichem.
Sono stati inoltre assunti i dati derivanti dal monitoraggio analitico delle acque di falda in corrispondenza dei pozzi costituenti la barriera di seconda falda, ubicati all'interno delle proprietà Dibra e Basf, in comune di Ceriano Laghetto.
Un quadro della situazione qualitativa della seconda falda, precedentemente all'attivazione della barriera di seconda falda, è fornito dai riscontri analitici ufficiali del febbraio-marzo 1995, condotti sui piezometri 0150300054 e 0150300056 nei quali la problematica di maggiore rilevanza è attinente alle elevate concentrazioni da composti organoalogenati.
Per quanto riguarda i pozzi della barriera di seconda falda, le uniche problematiche qualitative evidenziate e pertanto esaminate come parametro di valutazione del trend di riduzione del fenomeno di contaminazione, sono rappresentate dai composti organoalogenati, limitatamente a Tricloroetilene e Tetracloroetilene; sporadici e minimi superamenti della CMA del decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988 si sono avuti per Alluminio ed Esaclorobutadiene.
In alcuni pozzi in proprietà Dibra, le concentrazioni in composti organoalogenati totali sono risultate, nel corso del 1997, del 1998 e fino all'ultima campagna del novembre 1999, sempre inferiori alla CMA del decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988, con tracce di Metilcloroformio limitatamente ad un pozzo, mentre in altri si sono evidenziati fenomeni di contaminazione da composti organoalogenati, in particolare da Tricloroetilene e Tetracloroetilene.
L'esame dei risultati analitici sulle acque di seconda falda indica un progressivo e graduale miglioramento qualitativo della risorsa, a testimonianza dell'efficacia dello sbarramento idraulico appositamente predisposto e funzionante all'interno delle proprietà Dibra e Basf.
La bonifica, ad oggi, è in fase di conclusione essendo terminati gli interventi di risanamento e messa in sicurezza previsti: allo stato risultano attivi soltanto gli impianti di soil-venting nella zona del fabbricato C107 e le barriere idrauliche di prima e seconda falda. La situazione qualitativa delle acque sotterranee, in relazione agli andamenti delle concentrazioni degli inquinanti caratteristici dell'area ex Acna è in generale miglioramento sia all'interno dell'area ex Acna sia a valle della stessa dimostrando l'efficacia degli interventi attuati.
Il comune di Limbiate, con un intervento adesivo, si è aggregato quattro anni fa alla causa di risarcimento danni intentata dalla regione Lombardia nel 1994 i cui territori sono interessati dalla contaminazione. Il risarcimento del danno richiesto dal comune servirà, in caso in cui verrà riconosciuto, a costruire nuovi pozzi pubblici che attingeranno acqua in terza falda. Il 28 giugno 2002, davanti al Giudice
La regione Lombardia ha trasmesso allo scrivente servizio, la relazione «L'acqua potabile nel comune di Limbiate» redatta dall'Azienda sanitaria locale della provincia di Milano n. 1 - Dipartimento di Prevenzione di Garbagnate Milanese (Milano) che descrive la situazione dell'approvvigionamento idropotabile, quale risulta dai controlli effettuati nel corso del 2000 ai pozzi e ai punti rete dell'acquedotto di Limbiate, facendo riferimento, nei giudizi, agli standards di qualità fissati dalla normativa vigente in materia di acque destinate al consumo umano, al decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236 che ha recepito la direttiva CEE 80/778.
I controlli effettuati nel corso del 2000 confermano ancora concentrazioni di solventi clorurati superiori al carico massimo ammissibile (CMA), motivo per il quale la maggior parte dei pozzi che alimentano l'acquedotto del comune di Limbiate viene sottoposto a trattamento con carboni attivi; si denota tuttavia un costante decremento dovuto alle complesse operazioni di sbarramento messe in atto per la bonifica. Per quanto riguarda, infine, i nitrati, i valori ricercati sono attualmente al di sotto del carico massimo ammissibile (CMA) prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1988.
L'Amministrazione interrogata continuerà, in ogni caso, anche tramite l'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, a verificare che la rete idrica sia costantemente monitorata e sia assicurata la più ampia divulgazione delle informazioni sullo stato di qualità delle acque. A tale proposito, al fine di assolvere agli obblighi comunitari, questo ministero ha predisposto uno schema di decreto ministeriale che regola le modalità di informazione sullo stato di qualità delle acque, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 1999.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
con il decreto-legge 468 del 1998 e l'articolo 14, comma 4 della legge 104 del 1992 e decreto ministeriale 287 del 30 novembre 1999 si attribuisce alle Università la prerogativa della istituzione dei corsi biennali di specializzazione polivalente per insegnanti di sostegno alle classi con presenza di alunni portatori di handicap, anche convenzionandosi con enti, abilitati allo scopo;
la successiva circolare, Prot. 10496 del 24 aprile 2001 diretta ai Rettori delle Università, agli Uffici scolastici regionali ed ai Provveditori agli studi, di fatto vieta la istituzione di nuovi corsi dopo il 1 aprile 2001;
tale circolare impugnata dal Tar del Lazio veniva dichiarata inefficace; l'Avvocatura di Stato ha portato la sentenza avanti al Consiglio di Stato che si è pronunciato a favore del Tar e quindi ha confermato la legittimità della sentenza;
è risaputo che nelle scuole mancano insegnanti di sostegno e molti portatori di handicap non sono seguiti adeguatamente;
numerosi aspiranti docenti sono in attesa di potersi specializzare ed inserirsi in maniera produttiva e legittima nel mondo della scuola -:
quali siano i motivi che ostano per lo sblocco dei corsi citati e quali interventi urgenti intenda adottare per sopperire alla mancanza di docenti di sostegno e dare risposta a quanti vorrebbero operare nel settore.
(4-00915)
La legge n. 341 del 1990 ha previsto che alla formazione degli insegnanti provvedano le università con i corsi di laurea in scienze della formazione primaria per quanto riguarda gli insegnanti delle scuole materne ed elementari e mediante le SSIS (scuole di specializzazione) per gli insegnanti della scuola media inferiore e superiore.
In attesa che si realizzi la disponibilità del personale docente munito di titolo di specializzazione per il sostegno conseguito nel corso di laurea per le scuole materne ed elementari e nella scuola di specializzazione per le scuole secondarie (rispettivamente fino agli anni accademici 2001-2002 e 2000-2001) è stato consentito alle università - anche attraverso la stipula di convenzioni con enti o istituti specializzati (previsti dall'articolo 14, quarto comma, legge n. 104 del 1992) - di istituire ed organizzare corsi biennali di specializzazione per le attività di sostegno alle classi in presenza di alunni portatori di handicap.
Le condizioni di validità di tali corsi erano subordinate dalla normativa (articolo 6 decreto interministeriale n. 460 del 1998) al duplice requisito delle accertate esigenze di organico in ciascuna provincia e della conclusione dei corsi di specializzazione entro i predetti anni accademici.
In attuazione delle suindicate disposizioni sono stati attivati da parte degli atenei numerosi corsi. Poiché sono state segnalate presunte irregolarità nell'organizzazione dei corsi medesimi, il ministero ha impartito direttive per indurre gli Atenei a regolarizzare o sospendere le procedure poste in atto. Tali provvedimenti hanno comportato situazioni di contenzioso. In relazione alla richiesta dell'onorevole interrogante di riattivare i corsi di cui trattasi, si deve far osservare, per quanto anzidetto, che sono ormai decorsi i termini per l'attuazione dei corsi stessi. Corre l'obbligo di precisare che, in merito, il ministero ha ritenuto opportuna la costituzione di un tavolo di lavoro, (al quale hanno partecipato rappresentanti dei dipartimenti interessati, della conferenza dei direttori delle SSIS e della conferenza dei presidenti dei corsi di laurea in scienze della formazione primaria), al fine di effettuare una approfondita valutazione della problematica scaturita dall'applicazione della nuova normativa relativa all'attuazione dei corsi di formazione dei docenti di sostegno.
Nel corso dei lavori, avendo verificato che nelle scuole secondarie di secondo grado sono utilizzati, sui posti di sostegno, docenti abilitati all'insegnamento, ma sprovvisti dello specifico titolo, è stato concordato di predisporre apposito provvedimento che disciplini, tra l'altro, l'istituzione, la durata ed i requisiti di un corso speciale al quale possono accedere i predetti docenti per conseguire presso le SSIS il titolo di cui sono sprovvisti.
Il relativo decreto di attuazione è stato emanato il 20 febbraio 2002 e il competente dipartimento del Ministero dovrà definire il numero dei posti riservati per l'accesso al corso predetto in relazione alle esigenze espresse dalle direzioni scolastiche regionali e sulla base dell'offerta potenziale comunicata dalle università. Nell'accesso hanno priorità i docenti già utilizzati sul sostegno per un periodo di almeno un anno scolastico.
Si precisa, infine, che l'adozione di provvedimenti concernenti i corsi di formazione dei docenti per il sostegno ad alunni della scuola primaria è oggetto di studio e di valutazione da parte del ministero, considerato, altresì, che sono tuttora in corso di svolgimento alcuni dei predetti corsi attivati dagli atenei, i quali dovranno concludersi entro il 31 ottobre 2002.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
la Corte costituzionale, con sentenza decisa in Roma il 9 maggio 2002 e depositata in cancelleria il 16 maggio 2002, ha
tali norme avevano stabilito alcune procedure finalizzate alla riqualificazione professionale del personale e idonee alla copertura dei posti vacanti nelle dotazioni organiche, dei livelli dal quinto al nono, degli uffici finanziari attraverso dei corsi di riqualificazione, aggiornamento e specializzazione, organizzati su base regionale dal ministero delle finanze, il cui accesso era subordinato al superamento di una prova selettiva scritta diretta ad accertare la conoscenza dei servizi e la competenza necessaria per lo svolgimento delle mansioni del profilo al quale è indirizzato il corso;
alla prova erano ammessi, a domanda, i dipendenti dell'amministrazione finanziaria in servizio al 31 dicembre 1994, appartenenti a qualifiche funzionali immediatamente inferiori a quella a cui erano indirizzati i corsi, in possesso, alla data di pubblicazione del bando di ammissione, di un anzianità di servizio di almeno dieci anni e in possesso del titolo di studio inferiore a quello previsto per la qualifica per cui concorressero;
a conclusione dei corsi i candidati sono stati sottoposti ad una prova d'esame di carattere teorico-pratico, relativa al profilo al quale era indirizzato il corso e, sulla base della valutazione, è stata definita la graduatoria dei vincitori;
la dichiarazione di incostituzionalità delle suddette procedure, già completamente espletate dall'ex ministero delle finanze con ingenti spese in termini di organizzazione e risorse, ha, di fatto, impedito il riconoscimento di un livello superiore (area C) che per anzianità di servizio, per mansioni svolte, ma soprattutto per i meriti conseguiti dal superamento delle prove spettava al personale collocato nelle aree A e B, oltre a rendere vano il processo avviato dall'amministrazione di riqualificare professionalmente il proprio personale;
allo stato attuale le agenzie impiegano per oltre il 60 per cento del personale collocato nelle aree A e B a fronte di esigenze di personale altamente qualificato, quindi di area C, per i delicati compiti di controllo e verifica formale e sostanziale nella lotta contro l'evasione fiscale a cui sono predisposte -:
quali interventi si intendano intraprendere per garantire la più completa efficienza degli Uffici delle agenzie delle entrate;
a fronte della sentenza in premessa, non si ritenga opportuno adottare nuovi provvedimenti affinché non vadano dispersi gli investimenti fin qui intrapresi, siano sfruttate al massimo le capacità e le potenzialità operative e possano essere legittimate le aspettative del personale.
(4-03059)
Al fine di salvaguardare i diritti e gli interessi generali costituzionalmente garantiti, richiamati dalla Corte costituzionale con la predetta sentenza, nonché gli interessi dell'amministrazione finanziaria, è stata emanata la legge 13 maggio 1999, n. 133 che, all'articolo 22, ha disposto alcune modifiche al precedente testo normativo della legge n. 549 del 1995, nella direzione di renderlo più aderente al dettato costituzionale.
Tuttavia, con sentenza n. 194 del 16 maggio 2002, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 205, 206 e 207 della
In questo contesto, la questione in esame - soprattutto con riguardo ai riflessi che la stessa potrebbe determinare sull'operatività degli uffici -, in ragione della sua complessità e delicatezza, è valutata con particolare attenzione dall'amministrazione finanziaria, anche nell'ottica di salvaguardare, ovviamente nel rispetto della legge e in ossequio ai principi affermati nella sentenza, le posizioni dei dipendenti interessati dalla decisione della Consulta.
Infatti, quale atto preliminare, prima di assumere qualsiasi iniziativa, è stato richiesto un parere tecnico-legale all'Avvocatura generale dello Stato in ordine alle implicazioni conseguenti alla decisione della Consulta.
Contemporaneamente, per superare la situazione di impasse che si è venuta a determinare e tenuto altresì conto della interferenza della vicenda di che trattasi con la tematica più generale delle progressioni di carriera disciplinate dai contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego per tutto il personale dei Ministeri, si stanno valutando con il Dipartimento della funzione pubblica, con le amministrazioni interessate e con le parti sociali gli interventi da adottarsi in coerenza con il predetto quadro ordinamentale più generale.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
in occasione della partita di calcio Roma-Verona tenutasi in data 13 gennaio 2002, la tifoseria del Verona ha organizzato scrupolosamente la trasferta, dato l'elevato numero di tifosi che avevano deciso di sostenere la propria squadra in quest'importante evento calcistico;
per la trasferta sono partiti da Verona cinque pullmans e auto private, con a bordo circa 400 persone;
tutti i tifosi del Verona, seguendo alla lettera le raccomandazioni della Digos di Verona, erano in possesso di regolare biglietto acquistato nei punti vendita della loro città;
il viaggio è stato tranquillo, le soste in autogrill sono state due e in nessun caso sono accaduti episodi violenti o atti di teppismo, come confermato dal questore di Verona Zingales;
senza alcuna preventiva spiegazione, arrivati al casello di Roma Nord, i pullmans dei tifosi dell'Hellas Verona, anziché essere scortati in direzione dello Stadio Olimpico, sono stati dirottati presso la questura di Roma;
in questura, i tifosi sono stati identificati e perquisiti;
in prossimità delle ore 15:00, ora d'inizio della partita di calcio, i tifosi erano ancora bloccati in questura senza essere a conoscenza del reale motivo per il quale erano trattenuti;
i tifosi, vista la situazione spiacevole che si era venuta a creare e avendo intuito che le forze dell'ordine non avevano intenzione di rilasciarli, hanno chiesto spiegazioni al questore;
la questura di Roma ha risposto che i tifosi sarebbero stati trattenuti fino al termine della partita perché tra loro c'erano dieci ragazzi in stato d'ubriachezza;
tra i tifosi del Verona vi era un avvocato, che ha ravvisato un abuso di potere da parte delle forze dell'ordine, poiché non vi era nessuna reale motivazione per bloccare l'intero gruppo di supporters, circa quattrocento persone, solo perché tra loro vi erano dieci ubriachi;
la questura ha deciso in modo del tutto arbitrario di trattenere soltanto una cinquantina di tifosi e di permettere agli altri di recarsi allo stadio;
i tifosi del Verona, hanno mantenuto, in ogni modo, la calma ed un comportamento
durante quest'anno calcistico, i tifosi del Verona non sono mai stati protagonisti d'alcun disordine;
non è la prima volta che accade una simile situazione ai danni della tifoseria del Verona;
i tifosi del Verona che sono stati trattenuti in questura hanno subito numerosi disagi tra cui la perdita del costo sostenuto per affrontare il viaggio e quello per acquistare il biglietto per assistere alla partita di calcio -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti, e se non ravvisi un comportamento anomalo da parte del questore di Roma nell'esercizio delle sue funzioni, e in tal caso, quali provvedimenti intenda prendere per evitare che si verifichino casi simili a quello descritto nelle premesse.
(4-02200)
Ad una prima sommaria verifica, sono state rinvenute a bordo degli automezzi numerose lattine di birra e notevoli quantità di vino in damigiane e cartoni, per cui i passeggeri sono stati accompagnati presso la caserma «Guido Reni», nei pressi dello stadio Olimpico, per le operazioni di identificazione.
I controlli in questione non sono stati effettuati né al casello autostradale, per evidenti ragioni di riservatezza degli interessati, né all'ingresso dello stadio, per evitare che l'atteggiamento dei supporters, alcuni dei quali in evidente stato di ebbrezza, provocasse incidenti con la tifoseria locale.
Terminate le prime verifiche, nel corso delle quali sono stati eseguiti anche riscontri alcolimetrici nei confronti degli autisti dei pullman, circa 200 tifosi veronesi sono stati scortati fino allo stadio per assistere all'incontro di calcio.
Per altri cento giovani si sono resi necessari più approfonditi accertamenti; nei confronti di tredici di essi è stato emesso un provvedimento di rimpatrio nel comune di residenza, con foglio di via obbligatorio.
Essendo nel frattempo terminato l'incontro di calcio, il gruppo di tifosi in questione è stato accompagnato direttamente al casello autostradale per il rientro nella città di provenienza.
Tra questi ultimi figurano anche quattro tifosi scaligeri denunciati in occasione della partita di calcio Lazio-Verona, disputatasi a Roma il 26 gennaio 2001, in quanto risultati positivi all'etilometro.
I controlli delle forze dell'ordine sono stati eseguiti, nel quadro delle misure preventive predisposte a tutela dell'ordine pubblico in occasione delle partite di calcio, sempre nel rispetto della dignità e della riservatezza della persona.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la proposta di riforma del sistema scolastico e formativo prodotta dal gruppo di lavoro presieduto dal professore Bertagna (costituito con decreto ministeriale n. 18 luglio 2001, n. 672), non indica chiaramente quale posizione occupi l'istruzione nautica, aeronautica e dei trasporti in genere tra le aree professionali previste per l'istruzione tecnica;
l'istruzione tecnica è stata inoltre penalizzata gravemente, nella proposta Bertagna perché relegata in una regionalizzazione che potrebbe ridurla a mera formazione professionale e farla dipendere in modo esclusivo da tradizioni e risorse locali;
la peculiarità del settore trasporti e delle professioni nautiche devono invece, superare i limiti in ambito regionale se
è necessario, infatti, non diminuire l'importanza della cultura della navigazione, fondamentale nella storia della Nazione Italiana, che, con i suoi circa 8.000 chilometri di costa, ha rapporti con il mondo intero. Pertanto, solo in una visione culturale nazionale è possibile un'integrazione sia con il Mediterraneo che con l'Europa tutta e la formazione, del settore dei trasporti in generale e marittimi in particolare, deve essere nazionale ed a cura dello Stato, perché solo in queste condizioni si può esprimere una visione di solidarietà responsabile e non miopi interessi di nicchia o di parte;
i soli istituti nautici consentono, infatti, la formazione degli ufficiali della Marina Mercantile Italiana che, a livello mondiale, sono sempre i più richiesti dalle grandi Compagnie di navigazione e delle Multinazionali dei trasporti;
la Cofitarma ricerca ed assume ancora personale specializzato che possa frequentare i Corsi per allievo Ufficiale, richiede capitani di lungo corso e soprattutto macchinisti e direttori di macchine;
i recenti gravi incidenti che, purtroppo frequentemente, sono avvenuti in ambito navale ed aeronautico fanno, inoltre, comprendere la necessità di una rivalutazione della cultura nautica e sono il costo dell'attuale deregulation che paghiamo in termini di vite umane e risorse sprecate;
ne consegue che solo ufficiali e tecnici esperti e formati anche nell'ambito della sicurezza, della previsione, della programmazione-progettazione del settore possano scongiurare danni e perdite di vite umane;
la cultura nautica è un patrimonio della nostra civiltà e costituisce un vero e proprio modo di lettura della realtà, così come quella umanistica-artistica o come quella scientifica-tecnologica in quanto la cultura del mare e la cultura nautica nascono dalla dialettica dello scambio, promuovono la cultura del territorio e della comunicazione, gli scambi culturali, comprendono in sé l'accoglienza dell'altro e del diverso, tendono alla tutela del territorio, alla programmazione corretta dell'uso delle risorse ambientali, della loro trasformazione e del trasporto di uomini e merci;
se i ministri interrogati siano a conoscenza della gravità della situazione, nella quale versano di fronte alla proposta di riforma del Sistema scolastico e formativo, gli Istituti tecnici nautici, ed in particolare i problemi dell'Istituto tecnico «Carnaro» di Brindisi per sua tradizione legato al mondo della produzione al quale offre prospettive di turnover con giovani qualificati intorno all'indotto;
se e come intendano intervenire per risolvere in modo positivo il problema dell'istruzione tecnica per non renderla mera formazione professionale.
(4-01878)
Poiché è la legge di delega che per la sua intrinseca natura delinea la cornice complessiva e i principi fondamentali nel cui ambito potrà operare il legislatore delegato, soltanto dopo l'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge in parola si potrà giungere ad una più compiuta definizione del nuovo sistema d'istruzione e formazione professionale.
Occorre anche precisare che tale definizione dovrà avvenire d'intesa con la Conferenza unificata permanente prevista dal decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, riferendosi a materie che, anche a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 3 del 2001 di modifica del Titolo V della Costituzione, coinvolgono competenze delle Regioni.
Ciò premesso occorre anche precisare che nella riformulazione dei percorsi del
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nell'adottare i percorsi didattici di indirizzo, conformemente ai programmi stabiliti dal Ministero stesso, ha stabilito che gli istituti tecnici commerciali ad indirizzo «Erica» dedicassero 14 ore settimanali allo studio delle lingue e due ore settimanali allo studio dell'economia;
successivamente, nell'assegnare le materie relative alle prove scritte, ha individuato la materia dell'Economia aziendale come oggetto della seconda prova scritta per gli istituti economici, e commerciali ad indirizzo «Erica», nonostante il fatto che i percorsi didattici avessero previsto che in tali istituti ad essa fossero dedicate, come sopra segnalato, un assai limitato numero di ore di studio settimanali;
gli alunni che dovranno sostenere un esame di Stato non in linea con il corso di studi prescelti si troveranno in un comprensibile stato di disagio e incertezza;
questa situazione appare priva di giustificazioni, e rischia di incrinare la credibilità degli istituti scolastici a causa della non corrispondenza tra la dimensione formativa e quella valutativa, condizione indispensabile per garantire una scuola efficace ed equa -:
se e quali provvedimenti il Ministro intenda adottare per fare fronte a questa paradossale situazione e per rimediare all'incongruenza tra quanto previsto nei percorsi didattici di indirizzo, conformemente ai programmi ministeriali, e quanto stabilito circa le materie oggetto degli esami di Stato.
(4-02277)
Le finalità di tale corso sperimentale, secondo quanto enunciato nel testo del progetto medesimo, consistono nello «sviluppo di un atteggiamento interculturale che si fonda su un impianto culturale integrato presente trasversalmente nei programmi delle varie discipline». Tali finalità vengono conseguite «anche mediante l'ausilio di strumenti di analisi e di interpretazione che provengono dalle discipline dell'area delle scienze umane e da quelle delle scienze socio economiche presenti nel curriculum».
Il profilo professionale di tale percorso formativo si caratterizza per lo sviluppo e il potenziamento di conoscenze e abilità che si riferiscono alla visione sistematica dell'azienda e dei suoi sottosistemi e alla organizzazione amministrativa tipica dei vari settori di operatività che vanno dal turismo al commercio, dalle ricerche di mercato alla pubblicità, ai servizi con l'estero.
Competenze di base, nella formazione di tali figure professionali, sono ovviamente quelle linguistiche, il cui possesso risponde ad esigenze essenzialmente prammatiche e strumentali.
Per quanto concerne gli spazi orari destinati all'insegnamento delle lingue straniere
Maggior peso è invece riservato alla materia Elementi di legislazione ed economia aziendale, il cui insegnamento prevede non due ore, come affermato dall'interrogante, ma ben sei ore nella classe quinta, e cinque e sei ore rispettivamente nelle classi terza e quarta.
Il carico orario riservato alla «economia aziendale» lungi dall'essere «assai limitato» è al contrario di notevole consistenza ed è anche il più elevato tra quelli previsti per tutte le altre materie. Tale disciplina infatti riveste un ruolo di primo piano nella caratterizzazione dell'indirizzo di studi di cui costituisce, unitamente alle lingue straniere, l'asse portante.
A giusto titolo pertanto l'economia aziendale è stata scelta quale materia oggetto di seconda prova scritta all'esame di Stato in alternanza alle lingue straniere.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
l'area delimitata dalle Vie Luigi Sturzo, Di Prima, Rizzo e C.so Sicilia, interna al rione San Berillo di Catania, continua a vivere pesanti disagi per la presenza di un numero sempre crescente di prostitute;
la presenza di prostitute nelle vie indicate compromette la sicurezza dell'area e contribuisce ad aumentare lo sconforto dei cittadini residenti nelle istituzioni;
il fenomeno della prostituzione sta interessando in maniera crescente anche l'area di C.so Sicilia, Via Cosentino e Via Castiglione, e ciò sta vanificando gli sforzi dell'amministrazione comunale di Catania per restituire San Berillo alla gente onesta;
questo fenomeno crea situazioni di pericolo e fastidio ai residenti dell'area che subiscono continue intimidazioni e minacce dalle prostitute presenti e dai loro «protettori»;
le prostitute sono agevolate nell'espletare le proprie «prestazioni» dalla presenza di un parcheggio comunale al di sotto della sede stradale, incustodito non illuminato, che nelle ore notturne è impiegato come «alcova» -:
quali provvedimenti intenda porre in essere per la messa in sicurezza dell'area;
se non si reputi opportuno affrontare la questione in occasione del prossimo comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico di Catania;
se non ritenga doveroso dare disposizioni per sollecitare la presenza di una postazione fissa della polizia di stato nell'area in oggetto.
(4-00873)
In proposito, l'amministrazione comunale ha avviato due distinti programmi di risanamento: mentre il primo è finalizzato al reinserimento socio-lavorativo delle prostitute che intendono intraprendere percorsi alternativi di vita, l'altro attiene al recupero strutturale dell'area mediante una sua riqualificazione urbanistica.
A tale scopo è stato previsto il trasferimento nella zona degli uffici dell'assessorato comunale alle periferie ed al demanio, la realizzazione di un parcheggio diurno e notturno e l'istituzione di una postazione fissa dei vigili urbani.
È stata, altresì, disposta l'intensificazione del dispositivo di controllo integrato del territorio, anche con il concorso della polizia municipale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
venerdì 25 gennaio 2002 un ampio gruppo di appartenenti al movimento dei «disobbedienti» è entrato nel centro immigrati in costruzione a Bologna in via Mattei, per protestare e denunciare la violazione dei diritti umani nei confronti degli immigrati stesssi;
in seguito alla loro iniziativa e al conseguente intervento delle forze dell'ordine gli occupanti del centro avevano iniziato a lasciare la struttura, dando la disponibilità a farsi identificare così come richiesto dalle forze dell'ordine, sia attraverso l'uso dei documenti di riconoscimento che l'uso delle telecamere in dotazione alle forze dell'ordine stesse, improvvisamente è partita una carica da parte delle forze dell'ordine contro i giovani che stavano sì uscendo dal centro, ma che erano ancora all'interno della struttura;
ancora una volta tale intervento delle forze dell'ordine risultava spropositato alle esigenze di ordine pubblico con numerosi agenti che manganellavano ragazzi e ragazze con le mani alzate;
nel merito della questione dei centri immigrati, lo stesso Presidente della regione Emilia Romagna, successivamente all'iniziativa, dichiarava la necessità di rivedere forme e modi di costruzione e apertura del suddetto centro immigrati, che rischiava di diventare cosa ben diversa da quella prevista dalla stessa legge sull'immigrazione -:
se non ritenga necessario impartire la disposizione generale alle questure, e più in generale alle forze dell'ordine, affinché iniziative di «disobbedienza» civile siano affrontate con la consapevolezza di essere di fronte ad un movimento che, pur violando alcune leggi, lo fa in maniera pacifica e senza offendere persone fisiche;
se non ritenga spropositato nello specifico e sbagliato l'utilizzo di manganelli contro ragazzi e ragazze a volto scoperto e con le mani alzate;
se non ritenga necessario sospendere, in accordo con gli enti locali interessati, la realizzazione dei di «detenzione» per immigrati in quanto lesivi della dignità umana degli stessi.
(4-01981)
Nella circostanza, alcuni agenti della polizia di Stato hanno riportato contusioni.
Mentre gli occupanti, asserragliatisi all'interno della struttura, provocavano ingenti danni, utilizzando gli attrezzi della ditta edile impegnata nei lavori di ristrutturazione, un altro gruppo di circa settanta giovani, dopo aver tentato di penetrare nell'immobile, inscenava, di fronte all'ingresso principale, una manifestazione estemporanea di protesta contro i centri di permanenza temporanea, esponendo alcuni striscioni ed imbrattando con scritte i muri di recinzione.
In tale contesto, le forze dell'ordine hanno quindi avviato, con la mediazione anche di alcuni parlamentari, una trattativa per un pacifico sgombero dell'immobile e l'identificazione degli occupanti.
Ogni tentativo di mediazione risultava, però, vano, in quanto questi ultimi, che pure avevano inizialmente acconsentito a fornire le loro generalità, uscivano improvvisamente dall'immobile nel tentativo di sottrarsi al controllo e darsi alla fuga, avvalendosi anche della complicità del gruppo dei manifestanti attestato all'esterno.
Le forze di polizia, quindi, sono state costrette ad un'azione di contenimento, che consentiva l'identificazione e il deferimento in stato di libertà all'autorità giudiziaria, per invasione arbitraria di edificio, danneggiamento aggravato e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, di ventuno manifestanti che si erano rinchiusi nella struttura.
La polizia scientifica ha effettuato riprese filmate, che hanno consentito il riconoscimento
Per quanto concerne l'ultimo quesito posto nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare, si rappresenta che l'istituto del trattenimento presso i centri di permanenza temporanea ed assistenza è stato introdotto dalla cosiddetta legge «Turco-Napolitano» per rendere effettivi gli allontanamenti degli extracomunitari espulsi.
L'articolo 14 del Testo Unico sull'immigrazione, approvato con il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 prevede, com'è noto, che il trattenimento avvenga per il tempo strettamente necessario per consentire l'identificazione e il successivo rimpatrio degli stranieri espulsi secondo modalità che assicurino il pieno rispetto della dignità umana.
Inoltre, la misura è sottoposta alla convalida dell'autorità giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la legge finanziaria per il 2002 ha previsto un taglio di 8.500 posti negli organici dei docenti;
le regioni particolarmente avanzate in materia di qualità e quantità dell'offerta formativa garantiscono agli alunni e alle famiglie un'organizzazione scolastica integrata antimeridiana e pomeridiana, avendo attivato da qualche anno progetti educativo-formativi di tempo pieno e tempo lungo (articolo 8, legge n. 148 del 1990). I richiamati progetti rappresentano una risposta di forte qualità della scuola pubblica a fronte di una crescente richiesta sociale che, ad oggi, non può essere compiutamente soddisfatta a causa di croniche carenze di organico, le quali provocano disagio da parte di quelle famiglie che vedono i propri figli collocati in liste d'attesa che non trovano successivamente soddisfacimento. In particolare le istituzioni scolastiche della regione Veneto, che oltretutto mostra un significativo aumento di popolazione scolastica per il prossimo anno, sono fortemente impegnate nello sviluppo di un'offerta formativa allargata e integrata con il territorio anche attraverso convenzioni ed iniziative con associazioni e/o enti locali, tali azioni formative, pur in presenza di cospicui investimenti strutturali e sociali da parte degli enti locali stessi, rischiano di non venire garantite causa la decurtazione degli organici -:
come mai le tabelle elaborate su dati regionali certi - organico di fatto 2001-2002, alunni previsti 2002-2003, mostrino così forti discrepanze nella previsione dei posti per l'organico docenti 2002-2003 e questo rispettivamente in base a quali differenti indicatori applicati tra: prima elaborazione Ministero dell'istruzione, università e ricerca del 10 gennaio 2002, seconda elaborazione Ministero dell'istruzione, università e ricerca del 28 gennaio 2002, ammesso che lo stesso Ministero dell'istruzione, università e ricerca non sappia bene quali indicatori applicare e sia tutt'ora in fase di rodaggio;
perché risultino penalizzate e sperequate, rispetto alle altre regioni, proprio le regioni particolarmente avanzate in materia di qualità e quantità dell'offerta formativa;
cosa il Ministro interrogato intenda fare in relazione agli impegni programmatici espressi in Parlamento relativi alla volontà di elevare la qualità del servizio scolastico attraverso anche un incremento del tempo scuola e tramite forme di offerta formativa mirata al territorio e personalizzata agli alunni che come noto, dipendono dall'interazione della professionalità docente e dal numero di risorse impegnate nel sistema formativo;
quali iniziative ritenga di adottare in relazione al fatto che la penalizzazione più marcata si riscontra in una regione, il Veneto, che oltre ad avere un consistente aumento di alunni, in controtendenza rispetto
infine, quali iniziative intenda porre in essere in relazione al fatto che il taglio di detti organici comporterà un effettivo ridimensionamento dei citati progetti e dei progetti di ampliamento dell'insegnamento della lingua straniera nelle prime classi della scuola elementare provocando il sicuro risentimento e proteste da parte delle famiglie i cui figli stanno da tempo frequentando classi dove sono presenti tali modelli organizzativi.
(4-02142)
La consistenza dell'organico dei docenti e la distribuzione dei posti tra le regioni e tra i diversi gradi d'istruzione è stata effettuata su base regionale in considerazione del numero degli alunni iscritti, dell'andamento della scolarità nonché tenendo presenti le condizioni di funzionamento delle singole istituzioni scolastiche, le specificità dei diversi contesti territoriali ed il disagio scolastico presente negli stessi.
La riduzione è stata realizzata tra le regioni per i diversi gradi d'istruzione sulla base di indicatori e di parametri che hanno tenuto conto, tra l'altro in applicazione del principio di differenziazione dell'andamento e delle caratteristiche delle frequenze scolastiche, delle condizioni socio-economiche e delle peculiarità dei contesti territoriali interessati, con particolare riferimento ai fenomeni di disagio ed insuccesso scolastico, connessi alla dispersione, ai casi di ripetenze ed ai flussi migratori.
È necessario verificare l'aumento degli alunni nei vari gradi d'istruzione anche attraverso l'esame della serie storica dell'andamento della popolazione scolastica, dei tassi di passaggio da un anno di corso all'altro, delle ripetenze, al fine di evitare, come sempre avvenuto negli anni scorsi, che previsioni errate portino ad autorizzare classi con un numero di alunni inferiore ai minimi consentiti.
Da una attenta lettura delle serie storiche riguardanti il numero di alunni in organico di diritto ed il numero degli stessi si registra ogni anno, infatti una notevole diminuzione di alunni percentualmente valutabile intorno al 2,5 per cento.
Alla luce della legge n. 333 del 2001 ciò comporta un aumento di classi del tutto ingiustificato.
Anche per quanto riguarda il Veneto per l'anno scolastico 2001-2002 risulta una diminuzione in fatto di n. 282 nel I grado di n. 2.565 nel II grado e di n. 755 nella scuola elementare, rispetto ai dati comunicati in diritto per lo stesso anno, situazione che sicuramente ha portato in organico di diritto ad un aumento del numero delle classi non più modificabile in organico di fatto in considerazione di quanto disposto dalla legge 2 agosto 2001, n. 330 che consente variazioni solo in aumento delle classi stesse.
È pur vero che il direttore generale del Veneto ha affermato che per il prossimo anno scolastico per le scuole elementari della regione si preannuncia un aumento di iscrizioni ma a tale riguardo occorre precisare che è prevista la possibilità di istituzione di ulteriori posti, ad integrazione di quelli previsti in organico di diritto, secondo le esigenze delle varie istituzioni scolastiche attentamente verificate e valutate dai competenti uffici regionali entro il 31 luglio. Decorso tale termine l'assunzione del personale sui posti è disposta dal competente dirigente scolastico a seguito di motivate ed inderogabili esigenze.
Si ritiene peraltro che i direttori generali regionali insieme ai dirigenti scolastici e con la collaborazione degli enti locali, nell'esercizio delle loro rispettive competenze sappiano individuare le adeguate soluzioni, nel rispetto della normativa vigente per consentire un buon funzionamento, sin
Ed invero il direttore regionale del Veneto nel rispetto delle disposizioni vigenti in tema di formazione delle classi e nel rispetto della tempistica prevista è già pervenuto alla determinazione dell'organico funzionale di circolo, ferma restando l'esclusiva competenza dei dirigenti scolastici sull'organizzazione complessiva sia per quanto riguarda la distribuzione di posti ed il funzionamento effettivo delle classi sia per quanto riguarda l'assegnazione dei docenti.
Si ribadisce anche in questa sede, infine, che il processo di razionalizzazione delle dotazioni organiche, previsto dalla legge 28 dicembre 2001, n. 448, non incide sul diritto allo studio per gli alunni e le loro famiglie ed i risparmi che ne deriveranno andranno ad incrementare, così come previsto dall'articolo 16 della stessa legge, le risorse finalizzate alla valorizzazione del personale docente della scuola per rendere il sistema di istruzione più aderente agli standard europei.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
con decreto del Ministro dell'interno dell'8 novembre 1996, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 101 del 20 dicembre 1996, veniva bandito il concorso per l'arruolamento di 780 posti di allievo agente di polizia di Stato;
il predetto concorso per alcuni aspiranti agenti si è trasformato in una vera e propria «odissea», con prove superate, successive dichiarazioni di non idoneità prima revocate dal Tar e poi riconfermate;
tale situazione coinvolge circa 30 aspiranti agenti e per rendere il senso della situazione di drammaticità nella quale questi si trovano, giova ricordare un caso: Diana Pasquale, nato a Caserta il 3 settembre 1973, partecipa al predetto bando e, superata la prova scritta nonché quella psicofisica, alla prova psicoattudinale viene ritenuto non idoneo dalla Commissione per carenza del livello evolutivo, nel controllo emotivo, nelle capacità intellettive e nell'adattabilità. L'interessato presenta ricorso al Tar Lazio che, con sospensiva, annulla il provvedimento, sicché l'amministrazione della polizia di Stato invita il candidato a presentarsi, il giorno 29 dicembre 1999, presso la Scuola allievi agenti di pubblica sicurezza di Peschiera del Garda per la frequenza al 153 corso di formazione. Il corso ha avuto inizio il 29 febbraio 1999, ed è terminato il 13 luglio 2000, con rilascio al candidato dell'idoneità ai Servizi di Polizia e con inclusione nella graduatoria finale. Terminato il corso, l'interessato viene inviato nel luogo di residenza in attesa di essere chiamato. Intanto, il 6 dicembre 2000, il Tar emette sentenza definitiva n. 11069/2000 con l'accoglimento del ricorso. In data 22 gennaio 200l, il Diana viene nuovamente invitato dal Ministero a ripetere gli accertamenti e questi, in perfetta buona fede, si sottopone a visita il 24 gennaio 2001. In data 25 gennaio 2001, la Commissione dichiara il Diana non idoneo per gli stessi motivi già oggetto del precedente giudizio. Di qui un nuovo ricorso al Tar con altra sospensiva. È stato inoltre presentato appello da parte del Ministero al Consiglio di Stato che, ultimamente, ha revocato la sospensione rimandando la questione alla sentenza definitiva -:
se non ritenga opportuno ed utile ritirare il ricorso al Consiglio di Stato, chiamando in servizio i giovani vincitori di cui in premessa.
(4-01421)
La verifica dei requisiti attitudinali richiesti dagli articoli 3 e 4 del decreto del
Il contenzioso instaurato dal signor Diana Pasquale, evocato nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare, concerne l'esclusione dell'interessato dalla procedura concorsuale per mancanza dei requisiti attitudinali e fa parte di un gruppo di 33 analoghi ricorsi giurisdizionali.
Il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno ha ritenuto di resistere a tutti i gravami in questione in considerazione di precedenti pronunce del Consiglio di Stato, secondo cui legittimamente la commissione per l'accertamento dei requisiti attitudinali, in esecuzione della sentenza di annullamento per inidonea motivazione della precedente decisione, ha rinnovato il proprio giudizio negativo anche se successivamente a quello espresso a conclusione del corso di formazione, al quale il ricorrente era stato avviato, con riserva, in esecuzione dell'ordinanza cautelare di sospensiva del TAR.
Inoltre, per analoghi gravami, il tribunale amministrativo regionale del Lazio, con le sentenze n. 9511/2000 del 17 novembre 2000 e n. 10244/2000 del 24 novembre 2000, ha respinto i ricorsi presentati dai candidati, accogliendo le tesi dell'amministrazione.
Pur rilevando che lo stesso TAR Lazio, in difformità alle suddette sentenze, ha emesso l'ordinanza cautelare n. 3149/2001 del 10 maggio 2001, relativa al ricorso presentato dal signor Diana, si segnala che il Consiglio di Stato, con propria ordinanza n. 5546/2001 del successivo 3 ottobre 2001, ha accolto l'appello dell'amministrazione confermando ulteriormente il proprio orientamento.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
lunedì 18 febbraio 2002 è stato assassinato Federico Del Prete, quarantacinquenne coraggioso commerciante ambulante di Casal di Principe, dirigente dello SNAA, sindacato autonomo degli ambulanti;
gli investigatori ritengono che il Del Prete sia stato ucciso per la sua attività sindacale; era considerato, infatti, un soggetto scomodo perché aveva ripetutamente denunciato gli abusi sulle concessioni di aree nelle fiere settimanali e le frequenti estorsioni di matrice camorristica commesse ai danni degli stessi ambulanti;
il sindacalista, che era sposato e padre di cinque figli, è stato ucciso proprio alla vigilia dell'inizio del processo nei confronti di un presunto esattore di un clan camorristico, che operava in una fiera comunale settimanale;
qualche mese fa al Del Prete era stata incendiata l'auto; a seguito di tale episodio, la prefettura di Caserta gli aveva assegnato la cosiddetta «vigilanza generica», una forma di protezione che purtroppo non è servita a salvargli la vita -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere per la tutela dell'ordine pubblico nel casertano e per individuare prontamente i responsabili del vile assassinio del signor Del Prete;
quali misure intenda adottare a protezione dei familiari di Del Prete e per erogare celermente a quest'ultimi le provvidenze economiche previste dalle leggi 20 ottobre 1990, n. 302, e 23 febbraio 1999, n. 44.
(4-02203)
Il signor Del Prete aveva subito, nel passato, diversi atti di intimidazione, evidentemente riconducibili alle sue ripetute denunce di episodi estorsivi ai danni di ambulanti, nonché di abusi in materia di gestione delle aree pubbliche adibite a mercati e di riscossione dei tributi erariali da parte di alcune amministrazioni locali.
Dal 5 gennaio 2002, a seguito dell'incendio doloso della sua autovettura, era destinatario di una vigilanza generica radiocollegata presso l'abitazione e nei luoghi da lui frequentati, eseguita da personale dell'arma dei carabinieri.
Le dichiarazioni del signor Del Prete avevano contribuito, tra l'altro, all'arresto per estorsione aggravata di un vigile urbano del comune di Mondragone, sospettato di appartenere al clan camorristico «La Torre», il cui processo ha avuto inizio davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere proprio il giorno dopo l'omicidio del sindacalista.
Gli inquirenti, perciò, pur non escludendo altre ipotesi investigative, sono propensi a collegare il delitto al tipo di attività sindacale svolta dalla vittima, che lo ha posto in conflitto con settori della criminalità organizzata del casertano.
A seguito di questo omicidio e dell'uccisione di un noto pregiudicato, Antonio Amato, avvenuta nella stessa giornata a Villa Literno, il prefetto di Caserta ha immediatamente convocato il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, con la partecipazione di magistrati della procura distrettuale Antimafia di Napoli e della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
In tale sede sono stati concordati, in particolare, il potenziamento dei servizi di controllo del territorio nei comuni di Casal di Principe, Villa Literno, Mondragone, Castel Volturno, Casapesenna e San Cipriano d'Aversa, con l'impiego nelle ventiquattro ore di almeno due autopattuglie in ogni Comune, nonché l'attuazione di uno specifico piano operativo di contrasto della malavita in tutto «l'agro aversano», con lo svolgimento di numerose perquisizioni domiciliari per la ricerca di latitanti, di armi e di sostanze stupefacenti, con il controllo dei soggetti sospettati di contiguità con le associazioni camorristiche locali e con l'attuazione di un esteso dispositivo di posti di blocco attorno alle aree urbane interessate dalle stesse operazioni.
Nel corso di tali operazioni sono stati catturati due importanti latitanti del clan dei «Casalesi», Paolo e Riccardo Di Grazia.
Di fatto, l'area dell'agro è, assieme alla fascia domizia ed ai comuni di Marcianise, Maddaloni e San Felice a Cancello, tra quelle dove risulta più radicata la presenza di agguerriti sodalizi, tra i quali spicca il clan dei «Casalesi», cartello criminale composto da otto «famiglie» (Schiavone, Zagaria, Biondino, Della Volpe, Di Grazia, Buompane, Tavoletta e Bidognetti).
L'organizzazione dei «Casalesi», pur continuando a mantenere il predominio in tutto il casertano, dopo l'arresto del boss Francesco Schiavone, avvenuto nel luglio del 1998, ha attraversato una fase di instabilità segnata dalla formazione di raggruppamenti in lotta tra loro per la gestione delle attività illecite e la ricerca di nuovi assetti. In tale contesto, permangono focolai di tensione nei comuni di Aversa (scontro tra il gruppo «Picca-Di Grazia» e quello «Carobene-Lucariello», quest'ultimo legato ai «Casalesi») e di Villa Literno (scontro tra il clan «Tavoletta» ed alcune ramificazioni del clan «Bidognetti»).
Proprio alle tensioni registrate nell'area di Villa Literno vanno ricondotti sei omicidi commessi a partire dal 2000, ultimo dei quali quello cui si è fatto cenno del pregiudicato Antonio Amato.
Per quanto riguarda, in particolare, la lotta alle estorsioni nel settore del commercio su aree pubbliche, si informa che il 27 febbraio, presso l'ufficio territoriale del Governo di Caserta, si è svolta una apposita riunione, alla quale hanno partecipato il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket
Durante l'incontro sono state concordate alcune iniziative con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e di volontariato impegnate nel settore, anche allo scopo di estendere agli altri comuni l'esperienza della citata associazione antiracket.
A tutti gli intervenuti è stato rivolto l'invito a sottoporre al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ogni manifestazione del fenomeno in questione di cui si abbia notizia, soprattutto allo scopo di prevenire l'esposizione a rischio delle vittime dell'estorsione o dell'usura.
Il prefetto di Caserta ed il citato commissario straordinario del Governo hanno poi partecipato, nella stessa giornata, ad una seduta straordinaria del consiglio comunale di Mondragone, avente all'ordine del giorno le medesime tematiche.
In ordine, infine, alle iniziative di sostegno dei congiunti del signor Del Prete, nei giorni immediatamente successivi all'omicidio, funzionari dell'ufficio territoriale del Governo si sono recati presso il domicilio della famiglia per far sentire la vicinanza dello Stato fuori dai clamori della cronaca, assicurando l'assistenza occorrente sia per la presentazione dell'istanza per le provvidenze previste in favore dei superstiti delle vittime della criminalità organizzata, sia per ogni ulteriore aiuto eventualmente richiesto.
Al riguardo, l'istruttoria, subito avviata, tende in primo luogo a verificare la possibilità di concedere, in tempi brevi, l'erogazione di una provvisionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la Corte Costituzionale, con sentenza n. 194 del 16 maggio 2002 ha dichiarato illegittima la normativa sulle procedure di riqualificazione del personale dell'ex Ministero delle finanze annullando, di fatto, l'inquadramento nelle qualifiche superiori di circa 15.000 lavoratori;
nello specifico, la Corte afferma che l'accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni più elevate è soggetto alla regola del pubblico concorso;
secondo tale affermazione, a rischio non sarebbe solo il corso-concorso interno di riqualificazione dell'ex Ministero delle finanze, ora agenzia delle entrate, ma anche degli altri comparti del pubblico impiego come Giustizia, Parastato, Stato, Enti locali;
spetta al TAR del Lazio, a questo punto, recepire l'indicazione della Corte Costituzionale edemanare le direttive del caso;
la decisione della Corte, oltre a segnalare i sicuri riflessi sulle altre procedure di riqualificazione in atto che coinvolgono altre decine di migliaia di lavoratori, mette a serio rischio anche le funzioni e i trattamenti economici consolidati da diversi anni;
secondo la CGIL la soluzione del problema deve avvenire attraverso un accordo sindacale che sterilizzi gli effetti della sentenza in preparazione del prossimo rinnovo contrattuale;
le organizzazioni sindacali hanno già diffidato l'amministrazione finanziaria a non reinquadrare i lavoratori interessati nelle qualifiche precedenti e a non procedere al recupero economico delle quote già elargite;
è indubbio che senza un intervento decisivo l'efficacia e l'efficienza dell'amministrazione finanziaria subirebbero un duro colpo con scadimento della qualità del servizio offerto ai cittadini -:
quali iniziative il Governo ritenga di poter assumere in merito alla descritta questione del personale dell'ex Ministero delle finanze.
(4-03083)
Al fine di salvaguardare i diritti e gli interessi generali costituzionalmente garantiti, richiamati dalla Corte costituzionale con la predetta sentenza, nonché gli interessi dell'amministrazione finanziaria, è stata emanata la legge 13 maggio 1999, n. 133 che, all'articolo 22, ha disposto alcune modifiche al precedente testo normativo della legge n. 549 del 1995, nella direzione di renderlo più aderente al dettato costituzionale.
Tuttavia, con sentenza n. 194 del 16 maggio 2002, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 205, 206 e 207 della legge n. 549 del 1995, come modificato dal citato articolo 22, comma 1, della legge n. 133 del 1999.
In questo contesto, la questione in esame - soprattutto con riguardo ai riflessi che la stessa potrebbe determinare sull'operatività degli uffici -, in ragione della sua complessità e delicatezza, è valutata con particolare attenzione dall'amministrazione finanziaria, anche nell'ottica di salvaguardare, ovviamente nel rispetto della legge e in ossequio ai principi affermati nella sentenza, le posizioni dei dipendenti interessati dalla decisione della Consulta.
Infatti, quale atto preliminare, prima di assumere qualsiasi iniziativa, è stato richiesto un parere tecnico-legale all'Avvocatura generale dello Stato in ordine alle implicazioni conseguenti alla decisione della Consulta.
Contemporaneamente, per superare la situazione di impasse che si è venuta a determinare e tenuto altresì conto della interferenza della vicenda di che trattasi con la tematica più generale delle progressioni di carriera disciplinate dai contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego per tutto il personale dei Ministeri, si stanno valutando con il Dipartimento della funzione pubblica, con le amministrazioni interessate e con le parti sociali gli interventi da adottarsi in coerenza con il predetto quadro ordinamentale più generale.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
è stato inviato alle organizzazioni sindacali del Corpo di polizia penitenziaria il decreto relativo agli organici degli istituti penitenziari italiani e relative a ciascun istituto penitenziario;
le tabelle per il Piemonte evidenziano un totale di 244 unità fra ispettori, sovraintendenti, agenti e assistenti per il carcere di Cuneo (di cui 23 ispettori, 24 sovraintendenti, 197 agenti o assistenti);
tale assegnazione non tiene conto del numero assai rilevante, ben 104, di detenuti «speciali» (ad elevata pericolosità e strettamente vigilati) ospitati nello stesso carcere di Cuneo nonché di 205 detenuti ordinari (di cui 130 extracomunitari) -:
quali misure s'intenda adottare in proposito per modificare organici che appaiono - fin dal loro nascere - inadeguati.
(4-02285)
Successivamente, con diversi provvedimenti, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha provveduto ad individuare
Con i suddetti provvedimenti non si è fatto riferimento alle reali esigenze di personale degli istituti di pena, bensì, più semplicemente, si è operata una distribuzione delle unità disponibili.
Pertanto, l'organico individuato per la sede di Cuneo deve essere considerato il risultato di un'equa ripartizione del personale disponibile; in ogni caso, in considerazione della particolarità di alcuni detenuti presenti, l'amministrazione penitenziaria ha ritenuto opportuno inviare a Cuneo alcune unità del gruppo operativo mobile al fine di garantire un maggiore livello di sicurezza.
Si rappresenta, infine, che alla data del 5 maggio 2002, data dell'ultima rilevazione statistica disponibile, i detenuti presenti presso la casa circondariale di Cuneo sono 284, di cui 92 sottoposti al regime speciale di cui all'articolo 41-bis, secondo comma dell'ordinamento penitenziario.
La capienza di tollerabilità dell'istituto è stimata in 340 posti e, pertanto, il rapporto presenze/capienze detentive può ritenersi nella norma.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il 23 marzo 2001 è entrata in vigore la legge n. 38 del 2001 recante «Norme per la tutela della minoranza slovena nella regione Friuli-Venezia Giulia»;
l'articolo 15 prevede che con decreto ministeriale sia «istituita, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la sezione autonoma, con lingua di insegnamento slovena, del Conservatorio di musica "Giuseppe Tartini" di Trieste»;
nell'aprile scorso si è svolta l'apposita Conferenza dei servizi tra i ministeri e gli altri soggetti interessati per quanto previsto dal citato articolo 15;
nel frattempo è iniziato il nuovo anno scolastico del Conservatorio e fino alla data odierna non risulta sia seguito alcun altro riguardante la piena applicazione di quanto previsto dalla legge n. 38 del 2001 -:
quali siano i motivi del ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge e quali passi il Governo intenda intraprendere per dare attuazione a quanto previsto all'articolo della citata legge.
(4-02354)
Proprio allo scopo di definire contenuti, modalità e tempi di attuazione della legge, è stata pertanto convocata una conferenza di servizi, cui hanno partecipato rappresentanti del ministero dell'economia e delle finanze, dell'interno, della regione Friuli-Venezia Giulia, del conservatorio triestino e delle due scuole di lingua slovena «Glasbena Matica» ed «Emil Komel».
Dalla discussione sono emersi problemi applicativi di non poco rilievo. Essi sono determinati dalla necessità di assicurare il coordinamento tra le disposizioni della citata legge n. 38 del 2001 e quelle di cui alla legge n. 508 del 1999 di riforma degli istituti di formazione artistica per la quale sono in corso di formazione e di approvazione i prescritti regolamenti ai quali occorrerà rapportare il raccordo tra le due citate normative al fine di assicurare la tutela della minoranza linguistica slovena.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
in occasione dell'incontro di calcio Livorno-Triestina di domenica 3 marzo 2002, dal settore dei popolari è stato esibito uno striscione gravemente offensivo della memoria storica del popolo italiano e, più in generale, della dignità umana, nonché configurante apologia di reato «Tito ce l'ha insegnato, la foiba non è reato»;
tale striscione è rimasto esposto per tutta la durata dell'incontro;
con apprezzabile tempestività il Sindaco di Livorno ha fatto giungere un messaggio di scuse al Sindaco di Trieste, che correttamente le aveva reclamate;
stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal questore di Livorno, sedicenti tifosi triestini sarebbero entrati nello stadio con uno striscione recante un motto fascista e magliette raffiguranti «la testa del duce», là dove i sedicenti tifosi di parte opposta avrebbero esposto, tra gli altri simboli politici, l'immagine di Stalin -:
quali, esemplarmente severi, provvedimenti intenda assumere il Ministro dell'interno nei confronti del questore di Livorno e dei responsabili incaricati ai fatti riportati e da loro stessi confermati;
quali passi intenda intraprendere il Governo per sollecitare le competenti autorità preposte ad assumere ci si augura esemplarmente severi provvedimenti nei confronti, da un lato dell'arbitro della citata partita Livorno-Triestina, che a par legge vigente non avrebbe nemmeno dovuto fischiare il calcio d'inizio prima che venisse tolto ogni striscione inneggiante alla violenza o comunque apologetico di reato, dall'altro verso la squadra ospitante e perciò oggettivamente responsabile;
quali misure intenda adottare il Governo per finalmente arginare con fermezza concreta la vergognosa deriva di parte minoritaria tuttavia non insignificante del tifo calcistico organizzato verso forme meschine e inaccettabili di intolleranza razziale, etnica, politica o dettate dal malinteso amore di campanile non altrimenti riconoscendo plausibile per i contribuenti l'oneroso dispiego di forze dell'ordine negli stadi.
(4-02408)
Pur se tale striscione è stato immediatamente rimosso, la parte più accesa della tifoseria livornese ne ha mostrato un altro inneggiante all'odio politico, che si è rifiutata di togliere, nonostante le sollecitazioni delle forze dell'ordine e dei dirigenti della società sportiva ospitante.
Nella circostanza, i responsabili del servizio di ordine pubblico non hanno ritenuto opportuno intervenire con un'azione di forza, non solo per l'esiguità del numero degli operatori di polizia rispetto a quello degli ultras locali ma, soprattutto, per evitare ulteriori e più gravi disordini a causa del particolare clima di tensione venutosi a creare.
Peraltro, la polizia scientifica ha effettuato riprese filmate, che hanno permesso di individuare e di denunciare alla competente autorità giudiziaria dodici tifosi livornesi e sei supporters della Triestina.
Nei confronti di costoro sono stati adottati provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono competizioni sportive.
Gli episodi sono stati poi approfonditi in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Livorno nel corso del quale, oltre all'intensificazione dei controlli agli accessi dello stadio, è emersa la necessità del ricorso alla misura della sospensione della gara, prevista dalla vigente normativa, qualora dovessero ripetersi casi analoghi.
Quello in questione è l'unico episodio, nella corrente stagione calcistica, in cui sono stati esposti striscioni inneggianti all'odio politico, a fronte dei nove casi
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nei circa quattro anni trascorsi in carica il professor Lino Micciché ha svolto l'incarico di Presidente della scuola nazionale di cinema - per unanime giudizio - in maniera eccellente, imprimendo all'istituzione nuova forza, nuove competenze e una nuova immagine, in ambito didattico come in ambito cinetecario, nelle attività editoriali come in quelle della produzione specializzata, nel reperimento di film come nell'acquisizione di fondi bibliotecari e documentari, stabilendo anche nuove e funzionali connessioni con gli ambienti universitari e con quelli scolastici, con i cineasti e con gli studiosi italiani e stranieri, dando vita altresì ad altre iniziative quale quella di una collettanea «Storia del cinema italiano» in quindici volumi, cui partecipano centinaia di studiosi che il Ministro per i beni e le attività culturali ha pubblicamente elogiato assieme al suo promotore, o quale l'apertura, per la prima volta nella ultrasessantennale storia dell'istituzione, di sedi e di attività didattiche distaccate;
il Ministro per i beni e le attività culturali ha deciso comunque di cambiare gestione procedendo a designare quale futuro presidente dell'ex Centro Sperimentale di Cinematografia - che è una scuola professionale di eccellenza ma anche la maggiore cineteca nazionale, uno dei più importanti editori di opere scientifiche sul cinema, un fondamentale archivio di documentazione cinematografica e un centro di produzione di film culturali e sperimentali - non una personalità scelta fra le centinaia e centinaia possibili tra cineasti, critici, docenti e studiosi di cinema, ma un sociologo prossimo alla pensione e del tutto ignaro di cinema, il professor Francesco Alberoni, il quale ha candidamente ammesso di essere soltanto un appassionato della VII Arte, quasi che potesse bastare una generica passione a sostituire la specifica competenza -:
quali siano state le motivazioni che hanno indotto il Ministro interrogato, che più volte ha affermato di voler imprimere sempre più efficacia e funzionalità alla macchina della Stato e di voler procedere alla gestione della cosa pubblica sulla base delle competenze e dell'interesse di tutti i cittadini, a non rinnovare l'incarico di Presidente della Scuola Nazionale di Cinema al professor Lino Miccichè;
in base a quali criteri abbia designato il professor Alberto Alberoni;
se, di fronte alla giusta e unanime reazione del mondo del cinema, costernato che possa accadere per la X Musa ciò che nessuno si sognerebbe di far accadere - e mai è in effetti prima accaduto - per le altre nove Muse, e ovvero, come è stato detto «chiamare un astrologo a italianistica» (Lizzani), il Ministro non ritenga di lasciare migliore memoria di sé al cinema italiano, ritirando l'incauta designazione - senza esporre il professor Alberoni ad ulteriore ludibrio - e designando chi crede purché abbia le competenze specialistiche necessarie a gestire e dirigere una istituzione che più specialistica di così non potrebbe essere.
(4-01823)
In sede parlamentare, si è poi evidenziata la necessità di garantire «un pluralismo fatto di esperienze, indirizzi professionali e attitudini a collaborare, anziché un pluralismo basato su criteri di appartenenza politica».
Il professor Alberoni, sociologo di chiara fama in ambito internazionale, è stato proposto per i suoi alti meriti nel campo socio-culturale, per le conoscenze e gli studi nel settore cinematografico e per la sua competenza non limitata solo alla «mera organizzazione e gestione», come sottolineato nel dibattito del 29 gennaio 2002 nell'ambito dei lavori della 7a Commissione permanente del Senato della Repubblica e, pertanto, più idonea ai nuovi obiettivi formativi in questo settore.
La scelta governativa è stata, comunque, confermata dalle competenti Commissioni parlamentari, che hanno approvato a larga maggioranza la designazione del professor Francesco Alberoni a presidente della scuola nazionale di cinema.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
il 1 gennaio 2002 ignoti hanno sparato più colpi di fucile contro il balcone dell'ufficio di Ragioneria del Municipio di San Cipriano d'Aversa (Caserta);
la traiettoria dei colpi conferma che il balcone è stato un bersaglio voluto e non casuale;
i colpi sparati possono avere uno scopo intimidatorio proprio alla vigilia del Consiglio comunale;
recentemente si sono verificati altri episodi nei comuni dell'agro Aversano, fra cui Frignano dove pochi mesi fa ignoti hanno incendiato le auto di due consiglieri comunali;
ultimamente si assiste ad una ripresa di tentativi di intimidazione e condizionamento degli enti locali da parte della camorra interessata, dopo i colpi subìti negli anni '90, a riconquistare il controllo degli appalti e della spesa comunale;
ci sono inoltre motivi per ritenere che alcuni appalti dei comuni dell'area possano essere sotto l'ipoteca della camorra;
nell'Agro Aversano negli ultimi dieci anni sono stati sciolti ben nove consigli comunali per condizionamenti camorristici -:
quali iniziative si intenda assumere per evitare che la camorra possa rimettere le mani sui comuni dell'agro Aversano e per garantire la piena agibilità democratica.
(4-01762)
Quanto agli ulteriori episodi menzionati nell'interrogazione, il prefetto di Caserta ha segnalato che non risultano attentati incendiari in danno di autovetture di amministratori di Frignano. In detto comune, il 9 ottobre 2001 è stato denunciato il danneggiamento, mediante liquido infiammabile, del muro di cinta dell'abitazione di un consigliere comunale e nel novembre successivo, per cause che non è stato ancora possibile accertare, si è verificato, nel cortile della casa comunale, l'incendio di un veicolo della polizia municipale nonché della vettura di un pregiudicato, fratello di un consigliere comunale.
Quanto alle preoccupazioni relative a presunte ingerenze della criminalità organizzata su alcuni appalti nell'area, dai frequenti
Le forze di polizia hanno intensificato l'attività di contrasto dei sodalizi criminali del cosiddetto «Agro» aversano, ove predomina il «cartello» criminale dei Casalesi, che, dopo l'arresto, nel luglio 1998, del boss Francesco Schiavone, ha conosciuto una fase di instabilità segnata dalla formazione di raggruppamenti in lotta fra loro.
Sono stati tratti in arresto numerosi latitanti, anche a capo di taluni dei sodalizi ricompresi nel «cartello».
Quanto alla presenza delle forze di polizia nell'Agro, la polizia di Stato dispone nell'area del commissariato distaccato di Aversa, del posto fisso di Casapesenna, del posto Polfer di Aversa e della sottosezione Polfer di Villa Literno.
L'Arma dei carabinieri è presente con il comando gruppo di Aversa, operativo dal settembre del 2001 e la compagnia di Casal di Principe, nonché con dieci stazioni, mentre la guardia di finanza disloca la compagnia di Aversa.
Il dispositivo di controllo del territorio da parte dei presidi territoriali è stato intensificato con l'impiego di pattuglie del reparto prevenzione crimine «Campania» e del reparto mobile di Napoli, oltre che con unità di rinforzo dell'Arma e della guardia di finanza.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
a Genova si sta profilando concretamente la chiusura della «cokeria» delle acciaierie di Cornigliano, mettendo così sul lastrico 200 operai immediatamente licenziati;
lo stesso pericolo corrono i circa mille operai dell'altoforno;
se si verificasse questa seconda ipotesi si tratterebbe, a detta dei sindacati, di un pesante ricatto da parte dell'imprenditore Riva;
a seguito del pesante intervento della polizia contro un corteo operaio che tentava di incontrare i rappresentanti della Regione Liguria, rimanevano feriti quattro lavoratori -:
quali siano state le dinamiche degli avvenimenti che hanno portato alla carica al corteo dei lavoratori e a chi siano attribuibili le responsabilità del ferimento dei quattro operai;
quali iniziative si intenda porre in essere a carico dei responsabili stessi;
quali iniziative si intendano adottare per scongiurare il licenziamento dei lavoratori a fronte della difficile situazione venutasi a creare;
se il Governo non ritenga opportuno bloccare la procedura di mobilità e riaprire un tavolo delle trattative così come chiedono i sindacati ritenendo come unica strada percorribile quella dell'intesa raggiunta con la prima stesura dell'accordo di programma.
(4-00054)
Raggiunto il centro cittadino, il corteo, controllato dalle forze dell'ordine, si portava nei pressi dell'ingresso carraio della sede della regione che, nel frattempo, era stato fatto opportunamente presidiare da una aliquota di personale di pubblica sicurezza.
Qui, il gruppo di testa, formato in prevalenza da giovani, tentava di forzare ripetutamente lo sbarramento delle forze di polizia, schierato a protezione del varco, nel tentativo di entrare in massa all'interno della sede dell'ente.
Nonostante i ripetuti inviti alla calma, accompagnati dall'assicurazione del responsabile del servizio di ordine pubblico che una delegazione di manifestanti sarebbe stata ricevuta dal Presidente della Regione, i dimostranti continuavano, nella successiva mezz'ora, a contrapporsi fisicamente alle forze di polizia, le quali resistevano senza ricorrere all'uso della forza.
Nel frattempo, agli operai si aggregavano circa trenta aderenti alle cosiddette «Tute Bianche». Queste ultime erano state appena ricevute dal sindaco al quale avevano consegnato una «Dichiarazione di Pace» in prospettiva dello svolgimento del Vertice G8 programmato a Genova.
In tali frangenti, il vice presidente della regione Liguria rappresentava al dirigente del servizio di ordine pubblico l'indispensabilità di garantire la difesa degli accessi al palazzo della regione, ubicati sotto il porticato e costituiti da ingressi a vetri.
Conseguentemente i contingenti di personale a disposizione erano fatti spostare, consentendo così ai manifestanti di entrare nel cortile del palazzo sede del citato ente, peraltro delimitato da piccoli muretti di recinzione facilmente scavalcabili.
Nella circostanza, un gruppo di essi iniziava a lanciare contro la forza pubblica uova e corpi contundenti (pezzi di legno, sassi e bottiglie), mentre altri gruppi tentavano di violare, senza riuscirvi, il cordone di protezione, disposto dalle forze di polizia, per entrare in massa nell'edificio.
Giova precisare che nel corso del servizio, teso esclusivamente al contenimento della protesta, non si è fatto uso di alcun artifizio lacrimogeno.
Anche il tentativo di rasserenare gli animi, successivamente effettuato dal presidente del consiglio regionale Ligure, onorevole Gianni Plinio, si rivelava vano. Questi, infatti, uscito dal palazzo per invitare al dialogo i lavoratori, era fatto oggetto di aggressioni verbali da parte di un operaio, immediatamente bloccato da personale delle forze di polizia.
Placatesi le intemperanze dei dimostranti, il prefetto di Genova indiceva una riunione, per le successive ore 17, tra le organizzazioni sindacali, il presidente dell'ILVA, il presidente della regione, della provincia, ed il sindaco di Genova.
Appresa la notizia, gli operai lasciavano spontaneamente il cortile del palazzo della regione, alle ore 16 circa, trasferendosi in corteo dinanzi la sede della prefettura.
Al termine della giornata ricorrevano alle cure dei sanitari tredici appartenenti alle forze dell'ordine e quattro manifestanti.
Nel corso della lunga trattativa in prefettura è stata fornita assicurazione sulla disponibilità offerta dal Ministro dell'interno di un suo interessamento per un confronto in sede governativa utile a reperire una soluzione per la riconversione dello stabilimento siderurgico.
Di altrettanta disponibilità, offerta dai Ministri dell'ambiente e delle attività produttive e del lavoro, veniva fornita assicurazione da parte del presidente della giunta regionale.
Si rappresenta, infine, che dopo forte pressione sindacale e lunga mediazione, si otteneva la disponibilità dell'ILVA a non attivare alcuna procedura di mobilità dei lavoratori in attesa dell'auspicata ulteriore azione governativa.
Dell'opportunità di tale azione, tesa a salvare i livelli occupazionali delle acciaierie di Cornigliano, si rendevano partecipi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sia il prefetto di Genova che la Presidente dell'Amministrazione provinciale.
In particolare, il 12 febbraio 2002 si è inaugurata la serie dei tavoli tecnici decisivi per il futuro della siderurgia ligure di Cornigliano con l'incontro, a Roma, presso il Ministero delle attività produttive.
Tali incontri sono finalizzati a concludere la dismissione delle lavorazioni «a caldo» dello stabilimento, garantendo ai lavoratori in esubero la tutela dell'occupazione e del livello di reddito, armonizzando l'articolo 53 della Finanziaria 2002 - con cui sono state sdemanializzate e passate al patrimonio della Regione, le aree su cui sorge l'acciaieria, con la legge n. 426 del 1998 che stanzia i fondi per la bonifica di alcuni terreni della fabbrica.
Il prossimo incontro avverrà presso il ministero del lavoro anche alla presenza di
Al termine del primo incontro è stato confermato il preesistente accordo di programma per lo stabilimento, cioè il progetto che prevede un potenziamento delle lavorazioni «a freddo» della fabbrica, mentre è definitivamente accantonata la possibilità di costruire un forno elettrico per le lavorazioni «a caldo».
La proprietà ha inoltre aggiunto che, se verrà consentito, con le necessarie autorizzazioni, di completare gli investimenti programmati, potrà assumere, nell'area «a freddo» anche 150 dipendenti che oggi sono ancora impegnati nell'area «a caldo».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
a fronte della gravissima situazione che si è determinata a seguito del decreto con il quale la procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela ha disposto il sequestro preventivo di parte degli impianti del petrolchimico dell'Agip Petroli;
la decisione oltre a produrre una immediata riduzione dell'attività lavorativa comporta il rischio della chiusura totale dell'impianto e la perdita del lavoro per oltre 3.000 dipendenti;
tale decisione comporterebbe oltre ai danni occupazionali una gravissima crisi economica nell'area la cui economia gravita sostanzialmente sull'attività dell'impianto;
a tale decisione la Procura è addivenuta per la pervicace volontà dell'Agip Petroli di non voler effettuare i necessari interventi per la riduzione del danno ambientale che è altissimo -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano attuare a garanzia dell'occupazione;
quali iniziative si intendano prendere affinché si individuino soluzioni atte a garantire la certezza della continuità produttiva, la salvaguardia dell'occupazione e la riduzione del danno ambientale;
quali iniziative il Governo intenda prendere nei confronti dell'Agip affinché presenti un piano di risanamento o riconversione degli impianti in modo da garantire la convivenza tra la tutela della salute e la produzione industriale;
se non ritenga preoccupante che, a quanto risulta all'interrogante, la regione Sicilia non abbia predisposto un piano di bonifica per l'area in oggetto;
inoltre se il Governo non ritenga opportuno impegnarsi affinché ci sia l'immediata apertura di un confronto serio con le istituzioni locali, i ministeri interessati, l'azienda e le forze sociali per la definizione di un programma di interventi in grado di trovare soluzioni positive in tempi certi ai problemi ambientali e quindi la garanzia di continuità dell'attività produttiva e dell'occupazione.
(4-02226)
In ordine alla situazione determinatesi a seguito del sequestro degli impianti del petrolchimico Agip di Gela, il Governo ha già avuto occasione di rispondere ad alcuni atti di sindacato ispettivo sia presso la Camera che presso il Senato. In questa sede, pertanto, non può che ribadirsi quanto sostanzialmente rappresentato in quelle occasioni.
Gli illeciti contestati hanno riguardato, in particolare, l'utilizzazione del coke derivante dalla lavorazione del petrolio greggio come combustibile presso la centrale elettrica del petrolchimico, sul presupposto che tale residuo di lavorazione costituisse un rifiuto piuttosto che un combustibile.
Alla risoluzione della questione concernente la natura del coke, attesa la complessità
Detto provvedimento che aggiorna l'attuale regolamentazione dei combustibili impiegati per usi industriali e civili, per quanto concerne il coke da petrolio, prevede, rispetto all'attuale normativa, una nuova puntuale determinazione dei casi in cui tale materiale può essere utilizzato come combustibile presso il medesimo luogo in cui è stato prodotto.
Con riferimento allo specifico problema dello stabilimento di Gela ci si è però resi conto che la sola adozione del decreto in questione poteva non risolvere i problemi alla radice e, pertanto, il 7 marzo 2002, il Governo ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio un decreto-legge con il quale si è inteso ovviare al problema della chiara individuazione della disciplina applicabile al coke da petrolio, sostanza derivata dai procedimenti di raffinazione del greggio.
Riguardo a tale aspetto, occorre precisare che mentre il documento tecnico approvato nel dicembre 2001 dalla Commissione europea sulle migliori tecniche disponibili (BREF) per il settore delle raffinerie, elaborato in conformità della direttiva 96/61/CE, identifica il coke da petrolio, cosiddetto pet-coke, come prodotto di raffineria e combustibile con caratteristiche assimilabili a quelle di altri combustibili solidi, tra cui il carbone, la qualificazione giuridica dello stesso, ai sensi della vigente normativa nazionale, presenta profili di ambiguità. Il pet-coke, infatti, pur essendo classificato come combustibile e quindi assoggettato alla disciplina relativa all'uso dei combustibili, sarebbe da ricomprendere, comunque, secondo un orientamento giurisprudenziale, nell'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti di cui al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.
Proprio quest'ultima interpretazione aveva portato l'autorità giudiziaria a disporre il sequestro di impianti industriali (ubicati nel comune di Gela), ove, appunto, viene lavorata la sostanza in questione, sul presupposto che tale residuo di lavorazione, ancorché qualificato come combustibile, costituisca un rifiuto per il cui trattamento occorre osservare le specifiche prescrizioni dettate dal citato decreto n. 22 del 1997.
In considerazione di quanto esposto si è, pertanto, ritenuto necessario un intervento legislativo inteso a dare certezza alla disciplina applicabile nella fattispecie, in particolare prevedendo, in coerenza con le linee guida comunitarie, la non assoggettabilità del pet-coke alla disciplina relativa alla lavorazione dei rifiuti.
A tal fine, con il decreto-legge n. 22 del 7 marzo 2002, convertito con modificazioni, nella legge 6 maggio 2002, n. 82 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2002), sono state apportate modifiche al citato decreto legislativo n. 22 del 1997, in materia di rifiuti, inserendo all'articolo 8, ove sono indicate le sostanze per le quali non si applicano le disposizioni del decreto medesimo, il pet-coke utilizzato come combustibile per uso produttivo.
In particolare, viene consentita la combustione del coke da petrolio (pet-coke) con contenuto di zolfo non superiore al 3 per cento in massa, negli impianti di combustione termica con potenza nominale, per singolo focolare, uguale o superiore a 50 MW.
L'entrata in vigore del citato decreto-legge ha reso possibile il dissequestro degli impianti del petrolchimico di Gela e, come già risulta, è ripresa la lavorazione della sostanza, pertanto, sono state superate le gravi ripercussioni sociali e di ordine pubblico determinatesi a seguito dei provvedimenti di sequestro sopra indicati.
Si aggiunge, inoltre, che nel citato documento la Commissione europea considera Gela fra le più avanzate raffinerie europee, avendo installato una tecnologia di elevato livello che assicura una combustione ambientalmente sicura di pet-coke.
Per quanto concerne, infine, il risanamento ambientale di Gela si fa presente che tale problematica è già stata rilevata nel 1990. Una delibera del Consiglio dei ministri dichiarava, infatti, l'area in questione «ad elevato rischio ambientale».
Successivamente (dicembre 1995) è stato sottoscritto dai ministeri dell'ambiente, del bilancio e della programmazione economica, del tesoro, dalla regione siciliana, dalla provincia di Caltanissetta e dai comuni di Gela, Misani e Butura, un accordo di programma per gestire in modo unitario ed integrato tutte le problematiche ambientali dell'area. Al fine di dare concreta attuazione a tale accordo è stato istituito un comitato di coordinamento che si riunisce periodicamente.
Il ministero delle attivita produttive, insieme ai ministeri competenti e, soprattutto quello dell'ambiente e tutela del territorio, è comunque attento ed interessato a seguire tutti i risvolti di natura ambientale affinché il citato accordo di programma venga aggiornato in modo che si possano compiere tutte quelle iniziative e quegli investimenti diretti al miglioramento dell'impatto ambientale del sistema industriale dell'area in questione.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
presso il Provveditorato agli studi di Catania ben 3.500 persone sono state escluse dalla graduatoria del personale tecnico, amministrativo ed ausiliario;
molti di essi non erano in possesso dei requisiti prescritti dalla legge ma tanti altri sono stati esclusi perché non avevano prestato almeno trenta giorni di servizio nelle scuole di Stato -:
se non si ritenga opportuno disporre degli interventi ispettivi al fine di accertare se tutti coloro i quali sono stati nominati abbiano svolto regolarmente almeno i trenta giorni di servizio presso le scuole di Stato richiesti per l'ingresso in graduatoria.
(4-01059)
Nella fase della pubblicazione delle graduatorie provvisorie sono stati esclusi 3.380 candidati, per la maggior parte non in possesso del prescritto requisito di almeno 30 giorni di servizio prestato in scuole statali.
Avverso dette esclusioni sono stati presentati 1.200 ricorsi e, soltanto dopo l'esame degli stessi, si è proceduto alle pubblicazioni delle graduatorie definitive.
Si fa anche presente che nel corso dell'esame dei fascicoli degli aspiranti alle inclusioni in dette graduatorie e, successivamente, nel corso di ulteriori accertamenti con riguardo alle autocertificazioni allegate alle singole istanze, sono state individuate n. 13 certificazioni false di altrettanti aspiranti.
Le n. 13 persone responsabili sono state immediatamente denunciate alla procura della Repubblica di Catania ed escluse dalle graduatorie provinciali.
Il dirigente preposto al centro servizi amministrativi di Catania ha fornito assicurazioni che saranno effettuate ulteriori accertamenti «a campione» e qualora dovessero emergere analoghe gravi irregolarità si procederà ad inoltrare ulteriori denunce con immediata revoca dei benefici se eventualmente maturati, derivanti dalla inclusione in graduatoria.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
con l'articolo 6 del decreto interministeriale n. 460/1998, veniva consentita alle Università la possibilità di istituire ed organizzare,
in attuazione di tale normativa venivano attivati da parte di numerosi atenei corsi di specializzazione;
il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica - con nota del 24 aprile 2001 - invitava le università a non indire nuovi corsi e a rinunciare definitivamente all'organizzazione di quelli per la formazione dei docenti di sostegno per la scuola materna ed elementare per i quali l'attività didattica non risultasse effettivamente già iniziata alla data del 1 aprile 2001, nella considerazione che gli eventuali titoli di abilitazione conseguiti in base ai corsi iniziati oltre la predetta data non potessero considerarsi validi;
con ordinanza del 18 giugno 2001, il TAR Campania ha successivamente annullato la nota ministeriale e il decreto con il quale il rettore dell'Istituto universitario Suor Orsola Benincasa aveva revocato il bando di concorso per lo svolgimento di un corso biennale di specializzazione polivalente nel biennio 2000-2002;
nella risposta che il Governo ha dato il 26 luglio 2001 all'interrogazione n. 5-00104 si affermava che - in attesa della definizione del contenzioso in sede di giurisdizione amministrativa - non potevano intendersi riaperti i termini per bandire nuovi corsi di specializzazione;
questa situazione, oltre ad essere penalizzante nei confronti del personale docente che intende conseguire in tempo utile il titolo di specializzazione, si porrebbe in contrasto con le attuali esigenze del mondo della scuola dove il fabbisogno di insegnanti di sostegno è in costante crescita, come del resto risulta da uno studio recentemente elaborato dall'Osservatorio per l'integrazione degli alunni in situazione di handicap;
la mancata attivazione dei corsi di specializzazione per il sostegno determinerebbe inoltre il rischio di dover ampiamente utilizzare personale non specializzato con il grave pericolo della declassazione professionale del sostegno -:
quali immediate iniziative intenda intraprendere al fine di risolvere definitivamente la questione e se non ritiene opportuno attivare già sin da subito i corsi per insegnanti di sostegno - sia per la scuola materna ed elementare che per la scuola secondaria - almeno fino a quando non vi sarà disponibilità di personale docente specializzato ai sensi della legge n. 341 del 1990.
(4-01273)
La legge n. 341 del 1990 ha previsto che alla formazione degli insegnanti provvedano le università con i corsi di laurea in scienze della formazione primaria per quanto riguarda gli insegnanti delle scuole materne ed elementari e mediante le SSIS (scuole di specializzazione per gli insegnanti della scuola media inferiore e superiore).
In attesa che si realizzi la disponibilità del personale docente munito di titolo di specializzazione per il sostegno conseguito nel corso di laurea per le scuole materne ed elementari e nella scuola di specializzazione per le scuole secondarie (rispettivamente fino agli anni accademici 2001-2002 e 2000-2001) è stato consentito alle università - anche attraverso la stipula di convenzioni con enti o istituti specializzati (previsti dall'articolo 14, quarto comma, legge n. 104 del 1992) - di istituire ed organizzare corsi biennali di specializzazione per le attività di sostegno alle classi in presenza di alunni portatori di handicap.
Le condizioni di validità di tali corsi erano subordinate dalla normativa (articolo 6 decreto interministeriale n. 460 del 1998) al duplice requisito delle accertate esigenze di organico in ciascuna provincia e della
In attuazione delle suindicate disposizioni sono stati attivati da parte degli atenei numerosi corsi. Poiché sono state segnalate presunte irregolarità nell'organizzazione dei corsi medesimi, il ministero ha impartito direttive per indurre gli atenei a regolarizzare o sospendere le procedure poste in atto. Tali provvedimenti hanno comportato situazioni di contenzioso. In relazione alla richiesta dell'onorevole interrogante di riattivare i corsi di cui trattasi, si deve far osservare, per quanto anzidetto, che sono ormai decorsi i termini per l'attuazione dei corsi stessi. Corre l'obbligo di precisare che, in merito, il ministero ha ritenuto opportuna la costituzione di un tavolo di lavoro, (al quale hanno partecipato rappresentanti dei dipartimenti interessati, della conferenza dei direttori delle SSIS e della conferenza dei presidenti dei corsi di laurea in scienze della formazione primaria), al fine di effettuare una approfondita valutazione della problematica scaturita dall'applicazione della nuova normativa relativa all'attuazione dei corsi di formazione dei docenti di sostegno.
Nel corso dei lavori, avendo verificato che nelle scuole secondarie di secondo grado sono utilizzati, sui posti di sostegno, docenti abilitati all'insegnamento, ma sprovvisti dello specifico titolo, è stato concordato di predisporre apposito provvedimento che disciplini, tra l'altro, l'istituzione, la durata ed i requisiti di un corso speciale al quale possono accedere i predetti docenti per conseguire presso le SSIS il titolo di cui sono sprovvisti.
Il relativo decreto di attuazione è stato emanato il 20 febbraio 2002 e il competente dipartimento del ministero dovrà definire il numero dei posti riservati per l'accesso al corso predetto in relazione alle esigenze espresse dalle direzioni scolastiche regionali e sulla base dell'offerta potenziale comunicata dalle università. Nell'accesso hanno priorità i docenti già utilizzati sul sostegno per un periodo di almeno un anno scolastico.
Si precisa, infine, che l'adozione di provvedimenti concernenti i corsi di formazione dei docenti per il sostegno ad alunni della scuola primaria è oggetto di studio e di valutazione da parte del ministero, considerato, altresì, che sono tuttora in corso di svolgimento alcuni dei predetti corsi attivati dagli atenei, i quali dovranno concludersi entro il 31 ottobre 2002.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
(4-00910)
Per quanto riguarda, in particolare, la centrale di Caorso, per il biennio 1999-2000 l'Anpa ha riferito, con una istruttoria tecnica conclusasi nell'agosto 2000, con l'emanazione da parte dell'allora ministero dell'industria, commercio e artigianato, di un decreto autorizzativo per la disattivazione della centrale, a seguito dell'iter svolto tramite un'apposita conferenza dei servizi indetta dallo stesso ministero.
Nella relazione l'Anpa ha indicato nel «decommissioning accelerato» la strategia da perseguire, con la conseguente richiesta all'esercente di predisporre in breve tempo una nuova documentazione congruente con tale strategia mirante alla custodia protettiva passiva dell'impianto ed al differimento di diversi decenni del suo smantellamento e ha dato inoltre parere favorevole al rilascio di un'autorizzazione parziale che consentisse di avviare senza ulteriori ritardi attività sul sito coerenti con la nuova strategia.
In tal senso, con il decreto dell'agosto 2000, la società Sogin è stata autorizzata a svolgere attività sul sito, previa presentazione ed approvazione da parte dell'Anpa di progetti di dettaglio o piani operativi. Le attività autorizzate prevedono in particolare interventi di smantellamento nell'edificio turbina, sul sistema off-gas e sul sistema di rimozione del calore residuo, operazioni di decontaminazione del circuito primario, nonché la realizzazione di un sistema di condizionamento dei rifiuti e un deposito temporaneo a secco per il combustibile, attualmente contenuto nell'impianto.
Per quanto riguarda l'attività ispettiva, che l'Anpa esercita a mezzo di ispettori aventi la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, e pertanto con obbligo di rapporto alla magistratura, gli interventi di vigilanza ispettiva ordinaria svolta annualmente su ciascuna delle centrali nucleari sono generalmente tre o quattro. In nessun caso gli interventi effettuati sulla centrale di Caorso hanno evidenziato alcun problema di carattere ambientale che richiedesse particolari comunicazioni.
Nel rapporto predisposto dall'agenzia regionale prevenzione e ambiente dell'Emilia-Romagna con i risultati dei controlli radiometrici effettuati negli anni 1999-2000 intorno al sito della centrale, risulta che i dati non evidenziano alcuna presenza anomala di radioattività artificiale.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il settore dell'agricoltura, dell'agro-industria, dell'agro-alimentare, dell'agro-ambiente rappresentano per il nostro Paese un segmento estremamente significativo in termini di occupazione e di fatturato;
ad oggi il settore in questione è supportato da un sistema scolastico estremamente qualificato rappresentato dagli istituti tecnici agrari, e dagli istituti professionali per l'agricoltura e l'ambiente, ben integrati con il mondo della formazione professionale e dell'università;
l'esclusione del settore agrario dai canali dell'istruzione comprometterebbe in modo irreversibile il sistema d'integrazione fra istruzione, formazione e mondo del lavoro contraddicendo, quindi i principi cardine cui intende ispirarsi la proposta di riforma degli ordinamenti scolastici, vanificando le professionalità esistenti, le competenze acquisite e le esperienze acquisite -:
se intenda, il Ministro interrogato, fornire concrete assicurazioni in ordine al mantenimento degli istituti tecnici agrari nel canale dell'istruzione e, in particolare, se intenda disporre l'inserimento degli stessi nel piano dei licei tecnologici con specifico indirizzo.
(4-02187)
Poiché è la legge di delega che per la sua intrinseca natura delinea la cornice complessiva e i principi fondamentali nel cui ambito potrà operare il legislatore delegato, soltanto dopo l'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge in parola si potrà giungere ad una più compiuta definizione del nuovo sistema d'istruzione e formazione professionale.
Occorre anche precisare che tale definizione dovrà avvenire d'intesa con la Conferenza unificata permanente prevista dal decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, riferendosi a materie che, anche a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 3 del 2001 di modifica del Titolo V della Costituzione, coinvolgono competenze delle regioni.
Ciò premesso occorre anche precisare che nella riformulazione dei percorsi del nuovo sistema d'istruzione, nel cui ambito è inserito il canale dell'istruzione e formazione
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
con deliberazione n. 290 del 23 ottobre 2001 il commissario regionale del Consorzio bacini Tidone-Trebbia ha adottato il progetto definitivo relativo ad interventi di ristrutturazione e miglioramento funzionale del sistema irriguo della Val Trebbia, in provincia di Piacenza;
i comuni di Gossolengo, Rivergaro e Gazzola, interessati dalla realizzazione del progetto di cui sopra e l'amministrazione provinciale di Piacenza, anche in ragione dei numerosi espropri che dovrebbero essere attuati, hanno espresso ampie e giustificate riserve in merito alla detta iniziativa del Consorzio bacino Tidone-Trebbia -:
se il magistrato per il Po e l'autorità di bacino siano a conoscenza del progetto in questione e quale ne sia la valutazione, anche con riferimento agli aspetti tecnici e amministrativi riguardanti la derivazione di acque pubbliche dal fiume Trebbia;
se - tenuto conto che il progetto prevede un costo complessivo dei lavori pari a 13.334.241,89 euro - risultino assegnati fondi (e di quali entità) al Consorzio di bonifica Tidone-Trebbia da parte del Ministero dell'economia e delle finanze.
(4-02910)
Nello specifico, le pratiche di concessione di grandi derivazioni, già di competenza del provveditorato alle opere pubbliche per l'Emilia-Romagna, tra cui proprio quella relativa al consorzio di bonifica Bacini Tidone-Trebbia, sono state inviate alla regione Emilia-Romagna-servizio provinciale difesa del suolo in data 18 giugno 2001.
In merito alle competenze del Magistrato per il Po, il citato istituto riferisce di aver esclusivamente espresso parere favorevole alla redazione del progetto definitivo relativo ad «interventi di ristrutturazione e miglioramento funzionale del sistema irriguo della Valle del Trebbia in Provincia di Piacenza» ai sensi della legge n. 109 del 1994.
Il ministero dell'economia e delle finanze, dal canto suo, riferisce preliminarmente che l'articolo 141 della legge n. 388 del 2000, stabilisce, tra l'altro, quanto segue: «al fine di assicurare il recupero di risorse idriche disponibili in aree di crisi del territorio nazionale e per il miglioramento e la protezione ambientale, mediante eliminazione di perdite, incremento di efficienza della distribuzione e risanamento delle gestioni, nonché mediante la razionalizzazione e il completamento di opere di interconnessione, il ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica provvede alla concessione, ed alla conseguente erogazione direttamente agli istituti mutuanti, di contributi pari agli oneri, per capitale ed interessi, di ammortamento di mutui o altre operazioni finanziarie».
Tra i soggetti autorizzati a contrarre mutui o altre operazioni finanziarie, con ammortamento a carico dello Stato, per le predette finalità è compreso il consorzio di
bonifica Bacini Tidone e Trebbia, per la
Il consorzio ha trasmesso, in data 24 dicembre 2001, il progetto esecutivo riguardante «interventi di ristrutturazione e miglioramento funzionale del sistema irriguo della Valle del Trebbia in provincia di Piacenza», per la spesa valutata pari a euro 13.334.241,87.
Il competente dipartimento del ministero dell'economia e delle finanze precisa che, nella documentazione in possesso risulta, altresì, l'approvazione del progetto da parte del Comitato tecnico amministrativo del Magistrato per il Po di Parma, espressa appunto nell'adunanza del 21 novembre 2001, con voto n. 12389.
Detto dipartimento sta procedendo all'istruttoria, unitamente alle altre pervenute, dell'istanza e della documentazione presentata dal citato consorzio, al fine di accertare la rispondenza del progetto alle finalità previste dall'articolo 141, della legge n. 388 del 2000.
In caso di esito positivo dell'istruttoria medesima, il ministero dell'economia e delle finanze provvederà a concedere il contributo e a fissare le condizioni per l'accensione del mutuo.
Per completezza di informazione, il citato dicastero - servizio per le politiche di sviluppo territoriale - comunica infine che, allo stato, risulta finanziato un solo intervento riguardante il torrente Tidone denominato «Formazione difese spondali torrente Tidone» (codice PV045), previsto nell'ambito dell'accordo di programma quadro «Ripristino danni alluvione del 2000 in aree depresse», attuativo dell'intesa istituzionale di programma tra il Governo e la regione Lombardia.
Tale intervento è attuato a cura del genio civile della regione Lombardia e dispone di un finanziamento di circa 25.000 euro.
Nell'ambito di tale programma non risultano fondi assegnati al consorzio bacini Tidone-Trebbia.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Guido Walter Cesare Viceconte.
il nuovo Direttore generale della Rai, a quanto appare dalle odierne notizie giornalistiche, ha definitivamente deciso di non acquistare i diritti per trasmettere la telecronaca della gara di Coppa UEFA Valencia-Inter, valida per il passaggio ai quarti di finale dell'importante manifestazione sportiva, che è peraltro l'unica nella quale sono ancora presenti squadre del nostro paese;
il prezzo richiesto per l'acquisto dei diritti della trasmissione televisiva, sempre a quanto si apprende dalla stampa quotidiana, pare essere sensibilmente inferiore rispetto a quello pagato dalla Rai in occasioni recenti e analoghe: infatti sono stati pagati 1.300.000 euro per trasmettere la precedente gara di Coppa Uefa Hapoel-Milan da Nicosia, mentre la richiesta per acquisire i diritti della gara in oggetto sarebbe stata di 850.000 euro;
quasi contemporaneamente nella serata di oggi andrà invece in onda la trasmissione della gara di ritorno, sempre di Coppa Uefa, tra Milan e Hapoel su Rete 4, con evidente vantaggio per Mediaset che potrà così agire in assenza di concorrenza -:
se il Ministro interrogato non ravvisi nel comportamento messo in atto dalla Direzione della Rai, oltre che scelte difficilmente comprensibili sia sotto il profilo dell'economicità e dell'efficienza della gestione anche la grave rinuncia ad una necessaria e giusta competizione del servizio radiotelevisivo pubblico nei confronti di quello privato.
(4-02557)
Tuttavia, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la concessionaria RAI la quale ha riferito che il direttore generale, solo dopo aver preso atto del budget stanziato per la Coppa UEFA di calcio per la stagione 2001-2002 e dell'eccessiva onerosità dell'importo richiesto dalla società Bianchi Group, titolare dei relativi diritti, ha deciso di non acquisirne i diritti di trasmissione.
La concessionaria ha precisato che l'orario di inizio della partita era stato fissato, senza tener conto delle esigenze della RAI, per le ore 21,45, in una fascia oraria quindi che non avrebbe garantito gli stessi introiti pubblicitari della prima serata e che non avrebbe potuto giustificare il pagamento di un importo così elevato.
Con riferimento alla somma pari a 1.300.000,00 euro versata dalla RAI per l'acquisizione dei diritti di trasmissione dell'incontro di calcio Hapoel Tel Aviv-Milan, la società ha sottolineato che essa era obbligata all'acquisto di tali diritti alle modalità ed alle condizioni economiche prestabilite nel contratto quadro firmato nel luglio 2000 con la società tedesca UFA Film & TV Produktion.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il 17 novembre 2001 sono state intraprese da parte del Rimini Social Forum e dagli studenti riminesi varie iniziative politiche con diversi obiettivi, tra i quali, l'occupazione simbolica per un giorno, del liceo scientifico Serpieri contro la riforma Moratti;
in seguito a suddetta occupazione sono partite 15 denunce per interruzione di pubblico servizio ed occupazione di immobile pubblico con il concorso nel reato per 15 persone tra le quali 9 minorenni;
il capo dell'Istituto non ha riscontrato nessun danno al patrimonio e non ha inoltrato alcuna denuncia alle autorità competenti;
gli interroganti ritengono che tale vicenda si possa configurare un atteggiamento di intimidazione nei confronti di giovani che si affacciano alla politica quasi a voler ostacolare la nascita di un soggetto politico nel territorio -:
che iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché sia ripristinato un clima di agibilità dei diritti costituzionali e di esplicitazione della critica e del dissenso.
(4-01854)
Il fenomeno, che ha assunto le forme delle autogestioni e delle occupazioni degli istituti, ha visto l'intervento preventivo delle Forze di Polizia e, in alcuni casi, a seguito delle denunce sporte dai presidi di alcune scuole, è stata informata l'autorità giudiziaria, che ha instaurato i relativi procedimenti penali per i reati di invasione di edificio, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento.
In merito agli episodi segnalati nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame, si fa presente che, nella mattinata del 17 novembre 2001, il preside del locale liceo scientifico «Serpieri» di Rimini ha chiesto, tramite il 113, l'intervento della forza pubblica avendo notato dinanzi la scuola la presenza di circa duecento giovani, alcuni dei quali estranei all'Istituto e, in particolare, una persona, successivamente riconosciuta come appartenente al «Rimini Social Forum», che, con un megafono, diffondeva comunicati relativi alla «giornata nazionale della disobbedienza sociale».
Nel timore di occupazioni ed al fine di assicurare il regolare svolgimento delle attività
Tuttavia, circa sessanta manifestanti sono entrati nell'edificio, eludendo i controlli degli agenti.
Constatata l'impossibilità dell'ordinario svolgimento delle lezioni, il preside, dopo aver incontrato una delegazione di manifestanti, ha acconsentito alla formazione di gruppi di lavoro su temi proposti da questi ultimi, riguardanti la riforma scolastica, il «World Trade Organization e la guerra in Afghanistan».
Il personale docente, pur non partecipando a tali attività, è rimasto nell'aula insegnanti a disposizione degli studenti e del dirigente scolastico. L'occupazione è terminata a tarda notte.
Gli operatori di polizia, nel corso dei controlli all'ingresso dell'edificio, hanno identificato quindici soggetti estranei all'istituto ed hanno informato dei fatti l'autorità giudiziaria, ipotizzando i reati di cui all'articolo 633 codice penale, (invasione d'edificio) ed articolo 340 codice penale (interruzione di servizio pubblico).
La mattina successiva un gruppo di trecentotrenta studenti del liceo (sui seicento iscritti) ha espresso, tramite comunicato stampa, un forte dissenso nei confronti dell'iniziativa, definita imposizione di un'esigua minoranza autoproclamatasi rappresentante dell'intera collettività studentesca.
Appare, quindi, evidente che è stata largamente consentita la libera manifestazione del pensiero, mentre al tempo stesso si è doverosamente informata l'autorità giudiziaria delle ipotesi di reato riscontrate in concreto.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
a Padova nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2002 ignoti hanno tentato di scassinare la serranda della sede dell'Arcigay «Tralaltro» in via Santa Sofia 5 con l'uso di fiamma ossidrica rendendo impossibile l'accesso alla sede stessa;
in detto attentato sono state fatte scritte con vernice spry volgari, ingiuriose e razziste verso le persone omosessuali;
a Padova si terrà l'8 giugno 2002 la manifestazione del Padova Pride 2002, manifestazione di rilievo nazionale, verso la quale gruppi di estrema destra hanno preannunciato una opposizione anche fisica alla manifestazione stessa;
sarebbe opportuno che l'amministrazione cittadina si pronunciasse con una netta condanna di questi attentati e si impegnasse nel contempo a garantire gli spazi di agibilità democratica per la manifestazione stessa anche attraverso la concessione del patrocinio -:
quali iniziative intenda adottare per garantire la sicurezza delle sedi e degli organizzatori della manifestazione dell'8 giugno;
se non ritenga opportuno di incontrare il coordinamento organizzatore del Padova pride.
(4-02304)
Le indagini sono tuttora in corso, anche se non hanno ancora portato all'individuazione dei responsabili.
Per quanto riguarda la manifestazione dell'8 giugno 2002, cui fa riferimento l'interrogante, a seguito di incontri svoltisi tra la locale questura ed il comitato organizzatore, si è stabilito che il corteo interesserà solo parzialmente il centro storico, evitando i luoghi legati alle celebrazioni di Sant'Antonio.
Si assicura, infine, l'impegno da parte dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il territorio del Comune di Quarrata è stato oggetto, nelle scorse settimane, di alcuni reati di rapine di particolare gravità e di un generale aumento dei fenomeni di microcriminalità, in particolare i furti nelle abitazioni;
gli ultimi episodi di rapina evidenziano il rischio di preoccupanti infiltrazioni della criminalità organizzata;
la struttura sociale, demografica ed economica di questo comune ha subito profonde trasformazioni nel corso degli ultimi anni, con un notevole incremento della popolazione (da 14 mila a 23 mila abitanti), di aziende e di occupazione;
attualmente in questo Comune è residente un presidio dell'arma dei carabinieri che conta n. 15 militari in attività con una pattuglia in servizio 24 ore su 24;
la crescita dei fenomeni dell'immigrazione legata alle opportunità di lavoro rende necessario il potenziamento e il decentramento sul territorio dei servizi di anagrafe;
gli ultimi episodi di rapina e i frequenti furti nelle abitazioni hanno generato un clima di preoccupazione e di incertezza nella popolazione, diffondendo un senso di impunità e di paura;
da alcuni anni sono in corso iniziative di petizioni organizzate da cittadini che richiedono il potenziamento della presenza delle forze dell'ordine e l'istituzione di un commissariato di Polizia che possa servire tutta l'area della pianura pistoiese comprendente i comuni di Quarrata, Montale e Agliana, molto affini per problematiche e struttura economica e sociale -:
quali iniziative intenda adottare per verificare la possibilità dell'istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza a Quarrata per garantire un miglior controllo del territorio e servizi più efficienti alla popolazione e agli stranieri che lavorano regolarmente sul territorio per rafforzare il grado di controllo delle infiltrazioni di organizzazioni criminali nella provincia di Pistoia e nella comunità dei cittadini di origine straniera residente in provincia e per assicurare ai cittadini di Quarrata gli appropriati livelli di sicurezza personale.
(4-02344)
Nel corso della seduta si è svolto un attento esame della situazione locale, anche sulla base dell'analisi dei dati statistici in possesso delle forze dell'ordine, che ha evidenziato in generale un progressivo miglioramento rispetto all'anno 2000, essendosi registrata una diminuzione della perpetrazione di fenomenologie criminose di tipo predatorio, con il decremento, in quel contesto territoriale, del numero complessivo dei furti, passati dai 289 episodi denunciati nell'anno 2000 ai 268 del 2001.
Unica eccezione in tale quadro è rappresentata dal numero delle rapine consumate nell'anno 2001 - quattro di cui una scoperta - mentre nell'anno 2000 tale fattispecie criminosa non si è in alcun modo evidenziata.
Sulla base dell'analisi eseguita, pur ritenendosi allo stato la situazione locale non particolarmente preoccupante rispetto alla generalità degli altri comuni della provincia, in quella sede è stata concordata l'attuazione
È stato, perciò, definito un programma di potenziamento dei servizi coordinati di controllo del territorio, con il coinvolgimento costante anche della polizia municipale e con la previsione di servizi straordinari in particolari ricorrenze o occasioni.
Servizi di tal genere sono stati eseguiti periodicamente, da ultimo dall'11 al 15 marzo 2002.
Ulteriore misura, in tale quadro, è costituita dal disposto rafforzamento a decorrere dallo scorso mese di febbraio, del servizio di controllo del territorio anche nelle ore notturne, sia a Quarrata che nel vicino comune di Agliana, mediante l'invio di una pattuglia automontata dell'Arma dei carabinieri.
In relazione alla proposta di istituire nell'area in discorso nuovi presidi delle forze di polizia e di potenziare quelli esistenti, si coglie l'occasione per informare che presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione su tutto il territorio nazionale dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio. La verifica è svolta, per la prima volta, anche a livello dei comuni.
La realizzazione del progetto, che prevede anche una fase di sperimentazione preventiva in ambiti territoriali delimitati, richiederà comunque tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'Università di Bergamo ha raggiunto, a seguito dell'ampliamento dell'offerta formativa e della diversificazione dei corsi di laurea, la quota di oltre novemilacinquecento iscritti per l'anno accademico 2001-2002;
tale dato, attestatosi a fronte di un notevole quanto rapido sviluppo strutturale e didattico, colloca l'Ateneo bergamasco in una posizione di assoluta rilevanza nell'ambito del panorama universitario nazionale, e segnatamente di quello lombardo;
i finanziamenti statali assegnati all'Università di Bergamo ammontano a lire trentasei miliardi annui (18.592.448,36 euro) pari ad una quota pro capite studente di lire sei milioni annui (3.098,74 euro);
i suddetti finanziamenti creano un netto sbilancio se rapportati ad altri Atenei lombardi, in particolare all'Università di Brescia la quale, per circa tredici mila iscritti riceve dallo Stato un finanziamento annuo pari a centotré miliardi di lire (53.195.060,60 euro), o all'Università di Pavia dove si registra una quota pro capite di finanziamento statale annuo per studente pari a lire diciannove milioni (9.812,68 euro);
all'Università di Bergamo vengono erogate risorse del tutto insufficienti, in considerazione non solo della ordinaria amministrazione dell'Ateneo, ma altresì delle ristrutturazioni e delle acquisizioni immobiliari necessarie e non più procrastinabili per consentire il corretto svolgimento dell'attività didattica;
gli attuali fondi destinati all'Università di Bergamo risulterebbero sottostimati del 30 per cento se rapportati ai criteri di parametrazione mediante i quali il Governo dovrà stabilire, entro la fine del 2002, una media nazionale cui attenersi nell'erogazione dei fondi alle Università italiane;
il 2002 sarà comunque l'ultimo anno utile in cui il Ministero dell'Università elargirà i fondi di riequilibrio -:
quali misure il Ministro intenda porre in essere al fine di adeguare congruamente, in ragione delle motivazioni e delle proporzionalità evidenziate, la dotazione finanziaria dell'Università di Bergamo.
(4-01562)
a) spese per il personale;
b) spese per il funzionamento, compresa l'edilizia;
c) spese per la ricerca scientifica.
Nel fondo per il finanziamento ordinario (FFO) sono stati, pertanto, accorpati i circa 20 separati capitoli attraverso i quali venivano in precedenza finanziati specifici tipi di spesa, lasciando le università autonome nel ripartire il fondo assegnato tra le varie voci di spesa e consentendo che le eventuali «economie» non sarebbero state riassorbite al termine dell'esercizio finanziario.
Fino a quella data, il controllo statale sulla spesa delle università avveniva per la sua quota più consistente, quella per il personale, attraverso le autorizzazioni ministeriali a bandire concorsi per nuove assunzioni. Una volta ottenuta l'autorizzazione, le maggiori spese venivano coperte automaticamente con maggiori assegnazioni statali (a consuntivo).
Contestualmente all'approvazione di questa legge le università divenivano completamente responsabili nell'assicurare la copertura delle spese conseguenti alle decisioni assunte, con particolare riferimento a quelle per il personale.
In considerazione del fatto che, con il nuovo finanziamento dello Stato alle università, il costo del personale non è più una variabile indipendente, ciascuna istituzione ha dovuto definire «regole» finalizzate alla compatibilità tra impegni assunti per l'assunzione di personale e le entrate previste, che tendenzialmente dovrebbero essere sempre più correlate al servizio istituzionale reso (numero degli studenti iscritti ed attività di ricerca scientifica).
Nel 1994, anno di prima applicazione della legge n. 537 del 1993, il budget da assegnare a ciascuna istituzione, fu determinato dalla quantificazione delle spese di personale sostenute nell'anno precedente e dal consolidamento delle assegnazioni disposte, sempre nel 1993, sui capitoli di spesa non obbligatoria confluiti nel FFO.
Dal 1995, la quota consolidata di FFO nell'anno precedente, è stata progressivamente ridotta (con decreti del Ministro che fissavano la percentuale di riduzione ed il modello da utilizzare per il calcolo) e complessivamente ripartita quale «quota di riequilibrio».
L'università di Bergamo, sorta come ateneo privato e statizzata solo nel 1990, presentava nel 1994 un FFO pari a lire 10.241.560.000. A seguito degli interventi di riequilibrio, operati dal 1995, il FFO dell'Ateneo risulta nel 2001 pari a lire 35.941.305.000 con un incremento, rispetto al 1994, del 250,6 per cento, che rappresenta in assoluto l'incremento più elevato dell'intero sistema.
Con gli interventi che saranno posti in essere nel 2002, sarà possibile ridurre ulteriormente la distanza dal riequilibrio del FFO dell'università di Bergamo.
Si rappresenta infine che nessuna norma attualmente vigente prevede il 2002 come ultimo anno utile per l'applicazione di criteri connessi con il riequilibrio del sistema universitario. In proposito occorre precisare che la «quota di riequilibrio», tiene conto «dinamicamente» delle variazioni di funzionalità delle singole Istituzioni.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
l'Isef, a partire dall'anno accademico 2001-2002, è stato sostituito dalla Facoltà di scienze motorie;
gli studenti che non si diplomano entro la sessione di febbraio 2002, per i quali non vi è la possibilità di iscriversi fuori corso ed intendono continuare a studiare, saranno iscritti, dopo questa data, alla Facoltà di scienze motorie;
il problema riguarda gli studenti maschi che devono richiedere entro il 31 dicembre 2001 il rinvio del servizio di leva perché non hanno modo, almeno fino a febbraio-marzo di dimostrare di essere iscritti all'Università;
i responsabili dell'Isef e quelli del Distretto militare interpellati da studenti interessati, hanno dichiarato che il problema non è di loro competenza;
risulta all'interrogante che al Distretto sia stato proposto agli studenti di fare una dichiarazione, sotto la propria responsabilità, accompagnandola da una dichiarazione dell'Università che quest'ultima non rilascia -:
se esistano circolari esplicative per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento e come sia possibile per gli studenti richiedere il rinvio del servizio militare.
(4-01863)
La comunicazione favorevole del ministero della difesa è stata portata a conoscenza, con le relative modalità per ottenere il rinvio del servizio di leva, dei direttori degli Isef e del rettore dello Iusm, con nota del SAUS ufficio VI, protocollo 1629 21 marzo 2001.
Per quanto concerne, poi, la richiesta di conoscere eventuali circolari esplicative di passaggio di studenti dagli Isef ai corsi di laurea in scienze motorie, si fa presente che con la circolare protocollo 4305 del 28 novembre 2001, avente per oggetto «completamento trasformazione Isef», le Università interessate sono state invitate a consentire agli studenti Isef - che non completino o che non intendano completare il corso di diploma in educazione fisica presso gli Isef - di seguire l'attività formativa dei corsi di laurea anche a partire dal primo semestre dell'anno accademico 2001-2002, ed eventualmente mediante iscrizione con riserva ed in soprannumero per coloro che non dovessero completare il corso di diploma nell'appello straordinario di marzo 2002.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
nell'ambito delle proposte di riorganizzazione della rete dei servizi di sicurezza a livello territoriale, notizie giornalistiche, danno per imminente la soppressione dei commissariati di polizia di Senigallia, Fabriano, Jesi e Osimo;
ove tali notizie corrispondessero alle reali intenzioni delle autorità preposte, si determinerebbe una situazione di estrema gravità, dal momento che le cittadine interessate avrebbero piuttosto bisogno di un potenziamento della sicurezza in considerazione anche delle loro accresciute dimensioni;
per quanto riguarda Senigallia non si terrebbero in alcun conto delle problematiche connesse alla massiccia presenza turistica estiva che porta al raddoppio della popolazione che insiste su quel territorio, mentre per quanto riguarda Jesi, Osimo e Fabriano si andrebbe ad incidere negativamente in importanti bacini produttivi in forte crescita;
la regione Marche ha, di contro, richiesto l'elevazione del commissariato di Senigallia al rango dirigenziale e il provveditorato alle opere pubbliche, ha progettato e sta programmando la realizzazione della nuova sede del commissariato di polizia di Senigallia;
per quanto riguarda Jesi l'amministrazione comunale sta predisponendo la delocalizzazione del commissariato in una sede più idonea e di adeguate dimensioni;
la stessa ipotesi di trasferimento in una sede più adeguata è nei programmi del comune di Osimo;
la proficua collaborazione tra polizia e carabinieri ha permesso, fino ad oggi, il raggiungimento di risultati importanti e solo in questo modo si è riuscito a soddisfare le esigenze di garantire la sicurezza del territorio;
le esigenze di garantire le insopprimibili esigenze di sicurezza della cittadinanza, verrebbero gravemente pregiudicate da un eventuale riduzione della presenza di forze di polizia sul territorio -:
se corrispondono al vero le indiscrezioni riportate dalla stampa, e conoscere le intenzioni del Governo sulle sedi di Senigallia, Fabriano, Jesi, Osimo e dell'intera provincia di Ancona;
se, qualora le notizie corrispondano al vero, il ministero in indirizzo non ritenga di dover riconsiderare attentamente questa ipotesi di riorganizzazione;
quali siano le motivazioni alla base dell'eventuale riordino degli uffici periferici della polizia;
quali iniziative intenda assumere codesto ministero per tranquillizzare l'opinione pubblica riguardo il rischio di veder sensibilmente ridotto l'organico delle forze dell'ordine e quindi la sicurezza stessa dei cittadini.
(4-02250)
In realtà, presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio, superando le disarmonie e le sovrapposizioni esistenti, secondo una logica di integrazione ed armonizzazione delle forze dell'ordine. Si punta, per questa via, ad elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard
Allo stato è dunque da considerare arbitraria qualunque anticipazione o indiscrezione relativa a situazioni locali singolarmente considerate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nell'area industriale di Manfredonia è stato varato un processo di reindustrializzazione anche a seguito della chiusura dello stabilimento ex Enichem, motivo per il quale ci sono stati forti stanziamenti anche della CEE;
logistica dello stoccaggio del GPL in Italia è carente, specialmente in previsione dello sviluppo futuro di questo combustibile per uso autotrazione, visto l'importante valore ecologico;
per i motivi suddetti la società Isosar ha presentato un progetto per la realizzazione di un deposito costiero nella zona industriale di Manfredonia, lontano dal centro abitato e dalla costa di Siponto, avendo anche ritenuto la posizione strategicamente importante per il Paese anche a seguito di indagini di mercato ad hoc;
a termine di legge è stato perseguito l'iter procedurale per l'ottenimento dei pareri delle autorità competenti (Vigili del fuoco, Capitaneria, ed altri) che hanno condotto alla concessione da parte del Ministero dell'industria del nulla osta;
si è altresì atteso che si concludesse la valutazione d'impatto ambientale (Via), che nel frattempo si è resa necessaria, da parte del Ministero dell'ambiente;
avverso al decreto negativo del Ministero dell'ambiente è stata presentato ricorso al Tar Puglia forte e anche del parere negativo dell'assessorato regionale competente, ottenendo l'annullamento di tale decreto in quanto contraddittorio e carente rispetto alle prescrizioni normative;
sul territorio esiste, a Brindisi, un deposito costiero di GPL che opera in regime di esclusivo monopolio;
tale situazione comporta un trasporto del prodotto via terra con copertura di distanze notevoli, cosa che desta reali preoccupazioni in termini di sicurezza -:
quali provvedimenti intendano adotsituazione nei confronti della società investitrice anche al fine di evitare che fondi europei vengano perduti per eccessiva burocratizzazione e per tutelare il diritto del pubblico interesse ad una corretta concorrenza commerciale.
(4-01680)
Dalla situazione contabile risulta che tutte le somme che erano state rese disponibili presso la Banca concessionaria (San Paolo IMI spa), per la successiva erogazione all'impresa, sono stata restituite dalla Banca stessa.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
da diversi fonti si sostiene che esisterebbe una direttiva del Ministro dell'interno volta a ridurre i presidi dell'Arma dei carabinieri e della rete dei commissariati di pubblica sicurezza, al fine di razionalizzare gli organici, per una maggiore efficacia nell'utilizzo delle risorse finanziarie disposte dagli appositi capitoli del bilancio dello Stato, oltre che per
il sentore dell'intervento sopra ricordato sta diffondendo preoccupazioni e inquietudini nei cittadini, nelle comunità locali e nei consigli di comuni e province poiché ovunque si teme che si assumano decisioni inidonee a contrastare, con più efficacia, la criminalità e ad ottenere un controllo maggiore del territorio, misure decisive per la sicurezza dei cittadini -:
se risponda al vero quanto citato in premessa circa l'esistenza di tale direttiva ministeriale;
se non si ritenga doveroso e utile almeno informare il Parlamento, in particolare sui criteri e sui parametri assunti oltre che sugli obiettivi che si intenda perseguire, e, soprattutto, sulle ricadute concrete che si determinano nei territori per quanto riguarda la presenza dei presidi delle forze di polizia;
se non si ritenga necessario, oltre che utile, coinvolgere per la determinazione delle decisioni operative le regioni e gli enti locali dei territori interessati, oltre che i comitati provinciali dell'ordine pubblico e della sicurezza;
se siano in programma decisioni concrete, per quanto riguarda il territorio della provincia di Pesaro e Urbino, volte a modificare gli assetti attuali, per numero e sedi, dei commissariati di pubblica sicurezza e dei presidi dell'Arma dei carabinieri.
(4-02672)
In realtà, presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzate la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio, secondo una logica di integrazione ed armonizzazione delle forze dell'ordine. Si punta, per questa via, ad elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Allo stato è dunque da considerare arbitraria qualunque anticipazione o indiscrezione relativa a situazioni locali singolarmente considerate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'isola d'Elba è la terza isola italiana per dimensioni, composta da otto comuni, con una popolazione di 30.000 abitanti nel periodo invernale e di 300.000 residenti nel periodo estivo, quindi con problematiche analoghe a quelle di capoluogo di provincia;
sull'isola d'Elba si trova l'Istituto Penitenziario di Porto Azzurro, circostanza che rende ancora più indispensabile un normale e puntuale funzionamento dell'amministrazione giudiziaria;
la sede distaccata del Tribunale di Livorno a Portoferraio ha un elevato contenzioso, determinato dalla fitta rete di piccole e medie aziende dell'indotto turistico e dalla recente istituzione dell'Ente Parco Arcipelago Toscano;
la pianta organica dell'Ufficio Giudiziario determinata con decreto ministeriale 6 aprile 2001 prevede la presenza di sette dipendenti, quando invece la Sezione Distaccata di Portoferraio opera con soli tre dipendenti di ruolo, di cui uno ausiliario A1 a tempo determinato, un operatore amministrativo B2 di imminente pensionamento e un cancelliere C1, oltre ad un ausiliario A1 a tempo determinato;
al 30 settembre 2001 i procedimenti in carico all'Ufficio Giudiziario erano pari a 337 procedimenti penali e 710 contenziosi civili, 110 tutele e 109 procedimenti non contenziosi;
l'attuale funzionamento è garantito dallo sforzo straordinario, peraltro non retribuito, degli attuali dipendenti mentre risulta attualmente una richiesta di trasferimento di un Cancelliere B3 presso il Tribunale di Milano alla Sezione Distaccata di Portoferraio del Tribunale di Livorno -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato al riguardo e in particolare se non ritenga di integrare immediatamente l'organico dell'Ufficio Giudiziario di Portoferraio, al fine di consentire la ripresa normale dell'amministrazione giudiziaria sull'Isola d'Elba e di garantire a migliaia di cittadini, già penalizzati dall'insularità del territorio, il diritto di difendersi.
(4-02006)
La riforma si pone come fine la razionalizzazione della distribuzione degli uffici giudiziari e del carico di lavoro, tenendo in considerazione l'estensione del territorio, il numero degli abitanti e le caratteristiche dei collegamenti esistenti.
I problemi di carenza di organico saranno presumibilmente affrontati in occasione della revisione citata.
Le vacanze di personale in ciascuna Corte d'appello potranno essere colmate solo all'esito delle procedure di riqualificazione del personale amministrativo, attualmente in corso di svolgimento.
Per far fronte ad esigenze urgenti di funzionalità degli uffici, i presidenti delle Corti di appello possono ricorrere all'istituto dell'applicazione distrettuale ai sensi dell'articolo 18 dell'accordo sulla mobilità interna del personale sottoscritto il 28 luglio 1998.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'isola di Panarea, nelle Eolie, pur avendo avuto negli anni recenti uno sviluppo notevole, per qualità e quantità, risulta ancora, inspiegabilmente, frazione del comune plurinsulare di Lipari, e priva dunque dei necessari poteri amministrativi di autogoverno;
l'isola di Panarea, che dovrebbe godere di un miglior collegamento diretto con la costa Calabra, è tuttavia assai conosciuta e frequentata solo nei mesi estivi, con modalità aggravate dallo sbarco di turisti one day che consumano, senza alcuna tassa, le risorse dell'isola, e sia negli altri mesi dell'anno, come dimostrano i dati oggettivi;
ciononostante, sull'isola di Panarea è garantita la presenza di forze dell'ordine, presso la locale caserma dei carabinieri,
come dimostrato anche in occasione del naufragio sugli scogli delle Formiche dell'Aliscafo della SNAV, nell'agosto 2001, l'attuale organico, nonostante la dedizione, non risulta idoneo per fronteggiare le emergenze, peraltro non infrequenti in un'isola, e per il pieno controllo del territorio;
in particolare, risulta inammissibile ed assai grave che l'isola risulti totalmente priva di forze dell'ordine per circa nove mesi, abbandonando i luoghi ai traffici criminali e i cittadini a se stessi, con grave pregiudizio dell'immagine e della stessa vocazione turistica dell'isola -:
quali provvedimenti il Governo intenda assumere sui fatti in premessa ed in particolare per garantire la sicurezza e la legalità nell'isola assicurando almeno la presenza delle forze dell'ordine durante l'anno.
(4-01392)
L'istituzione di un presidio permanente sull'isola è obiettivo condiviso da tutte le istituzioni interessate; sono in corso contatti per individuare uno stabile idoneo all'esigenza ed uno studio di fattibilità per arrivare ad un ulteriore incremento dei presidi, con l'istituzione di un comando di livello compagnia, competente sull'intero comprensorio delle isole Lipari.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
negli ultimi giorni dell'anno 2001 è stata inviata una lettera alle famiglie italiane, a firma del Presidente del Consiglio, contenente istruzioni sull'euro e i personali auguri scritti a mano dal Presidente del Consiglio;
il medesimo plico conteneva inoltre un apparecchio convertitore euro-lire di cui il Presidente del Consiglio ha ritenuto di fare «omaggio» ad ogni famiglia degli italiani;
il medesimo apparecchio convertitore reca in stampa una bandiera tricolore, priva di altre diciture ufficiali, non dissimile dallo stemma del Partito Forza Italia di cui è leader il Presidente del Consiglio;
nonostante la solennità e la straordinarietà del momento storico riguardante il volontario cambio di moneta nel nostro paese e in tutta Europa, nessuna frase, commento o elemento di natura politico-istituzionale era al riguardo presente nella lettera -:
se la lettera e l'omaggio soprarichiamati siano stati inviati agli italiani a titolo individuale o ufficiale;
se i costi relativi siano stati affrontati con denaro pubblico o privato;
se, nel caso in cui si tratti di denaro pubblico, sia stata esperita una regolare gara per la fornitura pubblica degli apparecchi convertitori, ai sensi delle specifiche direttive europee.
(4-01752)
In tale ottica, l'invio dell'Euroconvertitore alle famiglie italiane va inquadrato quale elemento significativo della suddetta campagna di comunicazione, ai sensi della legge n. 150 del 2000, decisa da questa Presidenza del Consiglio al fine di effettuare un'opera di puntuale sensibilizzazione dell'opinione pubblica in vista della introduzione della moneta unica.
In ordine a questo aspetto si precisa che l'utilità connessa all'invio ed utilizzo dell'Euroconvertitore
Considerata quindi la rilevanza della ricorrenza, si è inteso richiamare sull'apparecchio convertitore la bandiera nazionale e quella dell'Unione europea, con un messaggio in grado di esprimere le difficoltà connesse all'introduzione dell'Euro e, al tempo stesso, manifestare la vicinanza delle istituzioni politiche ai cittadini in questo momento.
Per quanto attiene alle modalità relative alla scelta del contraente, va osservato che la stessa è stata realizzata da Poste italiane spa che, in qualità di gestore unico del servizio postale universale, ha gestito l'intera operazione attraverso un pacchetto unitario comprensivo della spedizione del plico a ciascun capofamiglia italiano (da cui l'obbligatorietà di contrarre con il gestore del servizio universale) sulla base di dati provenienti dagli elenchi telefonici e dalle liste elettorali pubbliche dei comuni e della fornitura dell'apparecchio convertitore.
A tale proposito nella lettera contratto di Poste Italiane spa del 6 dicembre 2001 è stato evidenziato che «... si precisa che l'intera commessa, per le caratteristiche indicate (mancanza di ricarico sui costi sostenuti da Poste Italiane S.P.A.) è esclusa dal campo di applicazione della normativa nazionale e comunitaria relativa alla scelta del contraente in materia di forniture e sevizi a carattere universale».
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri: Gianni Letta.
la Katwkab è una nave egiziana che ormai da settimane è ormeggiata presso la banchina di Porto Marghera;
i problemi a bordo di questa «carretta del mare» (secondo la capitaneria di porto le scialuppe della nave sono in condizioni tali da non poter essere calate, le manichette antincendio sono bucate, c'è dell'olio in sentina, e le pompe stabilizzatrici non funzionano) sono moltissimi e di vario tipo;
da mesi infatti l'equipaggio non riceve la paga, e le condizioni igienico-sanitarie a bordo della motonave battente bandiere egiziana sono estremamente precarie;
mentre è in corso un braccio di ferro con l'armatore per una vertenza che si sta rivelando di difficile soluzione, la Katwkab è attraccata presso il porto di Venezia, porto che rischia seriamente di diventare il ricovero per un'altra carretta del mare;
quest'episodio non è affatto isolato nei porti italiani, infatti ci si trova spesso di fronte al ripetersi di situazioni di questo tipo, che non fanno altro che evidenziare la grave e dolorosa condizione dei lavoratori marittimi e che nello stesso tempo procurano pesanti limitazioni all'operatività delle banchine portuali;
è da tenere presente che il traffico marittimo rappresenta uno dei settori fondamentali per la mobilità delle merci e dei passeggeri nel nostro paese, tanto che nei porti italiani transitano e soggiornano ogni anno oltre 3.000.000 lavoratori marittimi, e che, al di là di alcune pregevoli ma limitate per risorse umane ed economiche, iniziative promosse da associazioni di ispirazione religiosa o dalle organizzazioni sindacali del settore non esiste in realtà un organico sistema di interventi di tutela, né per i bisogni ordinari dei marittimi né per i casi di emergenza;
in base alla normativa vigente, la capacità d'intervento della capitaneria di porto di Venezia (così come d'altronde quella di tutte le capitanerie dell'intero paese) risulta infatti estremamente depotenziata rispetto ai compiti di controllo sulla sicurezza e la tutela delle condizioni
se i Ministri competenti non ritengano opportuno intervenire al fine di sollecitare un controllo organico e continuato da parte della capitaneria di porto di Venezia, in particolare rispetto a navi che per vetustà, caratteristiche degli armatori, provenienza e bandiera possono essere più facilmente individuate per limiti di sicurezza e trattamenti salariali e normativi dei lavoratori fuori delle regole internazionali, al fine di impedirne l'accesso al porto di Venezia;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere al fine di potenziare in modo tempestivo gli organici della capitaneria di porto di Venezia e in generale quelli di tutti i porti italiani, per generalizzare le capacità effettive di prevenzione e di controllo sull'attuazione delle norme internazionali e in particolare sull'attuazione della normativa in materia di sicurezza;
quali passi intendano muovere per intervenire in ambito europeo ed internazionale al fine di costruire un organo di monitoraggio del naviglio, per interdire l'uso di navigli obsoleti e fuori delle norme di sicurezza e per escludere dai traffici marittimi armatori che siano segnalati per il mancato rispetto delle norme internazionali di tutela dei lavoratori marittimi;
se non ritengano opportuno attivarsi per arrivare a realizzare una politica di organica e continuata opera d'assistenza, nonché per approntare interventi umanitari di carattere straordinario, nei confronti dei marittimi in transito nei porti italiani, di concerto con le organizzazione sindacali del settore e le associazioni di volontariato.
(4-00698)
Per quanto concerne la verifica del rispetto delle norme internazionali di tutela dei lavoratori marittimi, le attività svolte nell'ambito del controllo dello Stato di approdo già consentono, allo stato attuale, sia di realizzare il monitoraggio del naviglio che approda nei porti comunitari che, eventualmente, di negare l'accesso ai porti delle navi sulle quali dovessero essere riscontrate carenze o non conformità a quanto previsto dalle norme internazionali.
Per quanto riguarda, in particolare, l'unità denominata «Katwkab» il comando generale del corpo delle Capitanerie di porto, per quanto di competenza, sentita la Capitaneria di porto di Venezia, rende noto che l'imbarcazione è stata trattenuta in quel porto per effetto di un primo sequestro cautelare del 19 luglio 2001 disposto dall'autorità giudiziaria competente, per garantire la posizione creditizia di taluni soggetti.
La visita di sicurezza svolta da tale comando periferico, su pertinenti segnalazioni operate da altro organismo, hanno consentito di accertare gravi deficienze tecniche per ciò che concerne la sicurezza, che hanno comportato quale effetto la «detenzione» della nave ai sensi del Memorandum di Parigi del 1982.
Inoltre, ai sensi dell'articolo 1159 del codice della navigazione, venivano denunciati alla locale autorità giudiziaria sia il comandante sia l'armatore per aver fornito insufficienti razioni di viveri all'equipaggio che, solo dopo la denuncia, risulta abbiano ricevuto pasti regolari. Oltre a ciò veniva fatto obbligo alla nave di effettuare la disinfestazione e la derattizzazione dei locali.
Da una ulteriore ispezione eseguita dal citato comando periferico congiuntamente ai funzionari della locale Sanità Marittima, è stato a suo tempo rilevato un notevole miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie di bordo.
Successivamente, la nave è stata sottoposta ad un nuovo sequestro cautelare in data 31 agosto 2001 e, attualmente, è gravata da un ulteriore provvedimento di sequestro cautelare emesso il 24 dicembre 2001.
La Capitaneria di porto di Venezia, rappresenta che il fenomeno delle «carrette del mare», ferme nei porti a causa di provvedimenti cautelari promossi da creditori a vario titolo, non presenta alcun nesso causale con le attività del corpo che anzi vengono complicate da ulteriori impegni di difficile approccio.
Infatti, il problema del monitoraggio del naviglio obsoleto è stato da sempre considerato sia sotto il profilo giuridico, con la legge 7 marzo 2001, n. 51 sia con altre iniziative, tendenti a rendere via via obbligatorio per un certo tipo di naviglio il doppio scafo.
Evidentemente, però, a causa dell'incidenza di natura economica che tale obbligo assume, non è stata prevista un'attuazione immediata, bensì, progressivamente differita.
Il predetto comando periferico sottolinea, comunque, che la problematica in discorso non riguarda il naviglio italiano che difficilmente sfugge ai controlli, quanto piuttosto, le navi battenti le cosiddette bandiere ombra e dell'est europeo.
A riguardo, le cosiddette «direttive Bordon» hanno cercato addirittura di precludere l'afflusso ai porti ad unità non in possesso di specifici requisiti, ma i suddetti provvedimenti in atto risultano sospesi da intervenute deliberazioni dell'autorità giurisdizionale amministrativa. Infatti, si deve precisare che come ogni azione diretta a precludere l'ingresso nei porti ad unità cosiddette sub-standard debba essere originata da norme di natura convenzionale derivanti da accordi internazionali; diversamente, ogni provvedimento impositivo del tipo citato causerebbe un'ipotetica lesione di diritti soggettivi che sono riconosciuti di diritto internazionale marittimo, quali il transito inoffensivo ed il passaggio in transito, espressione del principio generale della libertà dei mari.
In assenza, quindi, di una norma convenzionale internazionale, solo una circostanza di fatto accertata di grave entità può favorire ogni provvedimento impositivo mirante ad interdire l'accesso, il transito o la sosta di navi che non garantiscono una condizione di sicurezza tout court obiettivamente necessaria.
Il Sottosegretario di Stato delle infrastrutture e dei trasporti: Nino Sospiri.
la ricerca è condizione indispensabile per il mantenimento di elevati standard tecnologici, e che ciò è testimoniato dal fatto che i paesi più sviluppati hanno alti tassi di investimento in questo settore;
l'industria chimica nel nostro paese investe poco più dell'uno per cento del proprio fatturato, mentre i grandi gruppi europei, statunitensi e giapponesi investono almeno il doppio, alcuni addirittura quasi il sei per cento e ciò a dimostrazione della forza tecnologica e della capacità di tenuta sui mercati;
la lunga storia di Porto Marghera è caratterizzata dalla presenza di qualificati gruppi di ricerca che hanno permesso interventi di eccellenza sul versante della innovazione di processo e di prodotto oltre che approfonditi studi ed applicazioni sul versante ambientale;
nel corso della gestione dello stabilimento da parte di EniChem in questi anni si era caratterizzata una particolare esperienza sul campo dei materiali ed in particolare nella ricerca legata alla produzione ed applicazione dei poliuretani e che nell'accordo di programma per la chimica a Marghera si prevedeva una ricerca per la produzione di toluendiisocianato senza l'impiego del fosgene, e che tale produzione è stata recentemente venduta da EniChem alla multinazionale Dow Chemical;
la presenza in Porto Marghera della ricerca legata alla produzione di etilene in particolare per la sperimentazione di cariche di Cracking alternative finalizzate anche alla riduzione dei costi energetici e che tale settore dello stabilimento è stato conferito a Polimeri Europa con la prospettiva di vendere alla società Saudita SABIC;
EVC-Ineos, azienda del comparto CVM-PVC, ha trasferito in Germania parte dei suoi temi di ricerca e si appresta ad un ulteriore ridimensionamento della presenza a Marghera, storicamente punto di riferimento in questo settore;
da notizie apparse sulla stampa locale e da informazioni assunte direttamente dai lavoratori si è appreso del possibile trasferimento di circa 60 tecnici dal Centro di Ricerca di Porto Marghera al petrolchimico di Mantova nonostante le assicurazioni sul mantenimento degli impegni assunti da parte di EniChem con l'accordo di programma di Porto Marghera -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per scongiurare il processo di depauperamento delle risorse umane costituite dai circa 350 tecnici e quadri che sono impegnati nei vari gruppi di ricerca;
e quali iniziative intenda adottare nei confronti delle aziende per sospendere il trasferimento dei lavoratori e per rilanciare l'impegno nel settore della ricerca e dell'innovazione nell'area di Porto Marghera.
(4-02286)
Riguardo, poi, alle notizie circa il possibile trasferimento di 60 tecnici dal Centro Ricerca Enichem di Porto Marghera al Petrolchimico di Mantova, l'ENI, che ha assunto informazioni presso l'Enichem, ha comunicato che le stesse risultano del tutto infondate e che l'Accordo per la chimica di Porto Marghera e gli impegni pregressi in materia ambientale previsti dall'Accordo medesimo continueranno ad essere garantiti in ogni caso.
Ciò precisato, con riferimento alle iniziative intraprese o da intraprendere per rilanciare il settore della ricerca e dell'innovazione, si fa presente che a Venezia è stato istituito un Osservatorio chimico locale che, in linea con i progetti dell'Osservatorio chimico nazionale istituito presso il ministero delle attività produttive, si adopererà anche per realizzare iniziative a sostegno della ricerca, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico.
L'Osservatorio per il settore chimico sta, peraltro, realizzando un Progetto finalizzato alla costruzione di una rete della ricerca che, attraverso la valorizzazione delle risorse esistenti, lo scambio delle informazioni, l'attivazione di meccanismi che favoriscono l'incontro della domanda e dell'offerta di innovazione, consenta il superamento dei fattori che ostacolano l'innovazione e la ricerca nel nostro sistema industriale.
La finalità ultima del progetto è di riuscire ad orientare la ricerca come risposta alla domanda espressa dalle imprese, evidenziando le convenienze economiche e sociali - in termini di valorizzazione delle risorse umane - che si verrebbero a creare in seguito all'attivazione di rapporti di cooperazione tra il mondo scientifico ed il sistema produttivo.
Per quanto riguarda, in particolare, l'area di Porto Marghera, l'Osservatorio per il settore chimico ha già preso contatti con Veneto Innovazione spa - l'agenzia di promozione dell'innovazione per la regione Veneto - e con il Dipartimento di Chimica ambientale dell'Università Ca' Foscari di Venezia per avviare forme di cooperazione finalizzate a sostenere il progetto della rete e, più in generale, per attivare e supportare iniziative di sostegno all'innovazione ed al trasferimento tecnologico.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il clima di grave incertezza che si è creato nel mondo della scuola italiana, per la quale, a fronte delle annunciate riforme a mezzo stampa fatte dal ministro Moratti, gli unici provvedimenti realmente adottati dal Governo, sono i tagli già stabiliti dalla legge finanziaria, che con uno strumento improprio ad anno scolastico abbondantemente avviato hanno ad esempio modificato radicalmente l'esame di maturità;
le perentorie dichiarazioni del direttore scolastico del Veneto, dottor Enzo Martinelli, annunciano tagli del personale di oltre 600 unità nella sola regione Veneto, nonostante sia previsto un aumento del numero di alunni, dichiarazioni che oltretutto non tengono in alcun conto il rapporto tra scuola e territorio, stabilito dal nuovo quadro normativo meglio noto come Autonomia scolastica;
i tagli del personale non solo colpiscono in modo ingiustificato i lavoratori della scuola, ma incidono pesantemente sulla qualità e l'articolazione dell'offerta formativa, penalizzando gli utenti più deboli della scuola, come ad esempio i portatori di handicap, mettendo peraltro seriamente in discussione l'applicazione dell'articolo 3 della Costituzione italiana -:
quali siano i criteri ai quali si è ispirato il ministro per stabilire una riduzione del personale scolastico, di fronte all'aumento del numero di alunni, previsto in particolare nel Veneto;
quali iniziative intenda assumere per ripristinare l'indispensabile clima di serenità nel mondo della scuola senza il quale rischia di essere vanificato il lavoro degli operatori stessi.
(4-02325)
La consistenza dell'organico dei docenti e la distribuzione dei posti tra le regioni e tra i diversi gradi d'istruzione è stata effettuata su base regionale in considerazione del numero degli alunni iscritti, dell'andamento della scolarità nonché tenendo presenti le condizioni di funzionamento delle singole istituzioni scolastiche, le specificità dei diversi contesti territoriali ed il disagio scolastico presente negli stessi.
La riduzione è stata realizzata fra le regioni per i diversi gradi d'istruzione sulla base di indicatori e di parametri che hanno tenuto conto, fra l'altro in applicazione del principio di differenziazione dell'andamento e delle caratteristiche delle frequenze scolastiche, delle condizioni socio-economiche e delle peculiarità dei contesti territoriali interessati, con particolare riferimento ai fenomeni di disagio ed insuccesso scolastico, connessi alla dispersione, ai casi di ripetenze ed ai flussi migratori.
È necessario verificare l'aumento degli alunni nei vari gradi d'istruzione anche attraverso l'esame della serie storica dell'andamento della popolazione scolastica, dei tassi di passaggio da un anno di corso all'altro, delle ripetenze, al fine di evitare, come sempre avvenuto negli anni scorsi, che previsioni errate portino ad autorizzare classi con un numero di alunni inferiore ai minimi consentiti.
Da una attenta lettura delle serie storiche riguardanti il numero di alunni in organico di diritto ed il numero degli stessi si registra ogni anno infatti una notevole diminuzione di alunni percentualmente valutabile intorno al 2,5 per cento.
Alla luce della legge n. 333 del 2001 ciò comporta un aumento di classi del tutto ingiustificato.
Anche per quanto riguarda il Veneto per l'anno scolastico 2001/2002 risulta una diminuzione in fatto di n. 282 nel I grado di n. 2565 nel II grado e di n. 755 nella scuola elementare, rispetto ai dati comunicati in diritto per lo stesso anno, situazione che sicuramente ha portato in organico di diritto ad un aumento del numero delle
È pur vero che il direttore generale del Veneto ha affermato che per il prossimo anno scolastico per le scuole elementari della regione si preannuncia un aumento di iscrizioni ma a tale riguardo occorre precisare che è prevista la possibilità di istituzione di ulteriori posti, ad integrazione di quelli previsti in organico di diritto, secondo le esigenze delle varie istituzioni scolastiche attentamente verificate e valutate dai competenti uffici regionali entro il 31 luglio. Decorso tale termine l'assunzione del personale sui posti è disposta dal competente dirigente scolastico a seguito di motivate ed inderogabili esigenze.
Si ritiene peraltro che i direttori generali regionali insieme ai dirigenti scolastici e con la collaborazione degli enti locali, nell'esercizio delle loro rispettive competenze sappiano individuare le adeguate soluzioni, nel rispetto della normativa vigente per consentire un buon funzionamento, sin dall'inizio dell'anno scolastico di tutte le istituzioni scolastiche del territorio di competenza.
Ed invero il direttore regionale del Veneto nel rispetto delle disposizioni vigenti in tema di formazione delle classi e nel rispetto della tempistica prevista è già pervenuto alla determinazione dell'organico funzionale di circolo, ferma restando l'esclusiva competenza dei dirigenti scolastici sull'organizzazione complessiva sia per quanto riguarda la distribuzione di posti ed il funzionamento effettivo delle classi sia per quanto riguarda l'assegnazione dei docenti.
Si ribadisce anche in questa sede, infine, che il processo di razionalizzazione delle dotazioni organiche, previsto dalla legge 28 dicembre 2001 n. 448, non incide sul diritto allo studio per gli alunni e le loro famiglie ed i risparmi che ne deriveranno andranno ad incrementare, così come previsto dall'articolo 16 della stessa legge, le risorse finalizzate alla valorizzazione del personale docente della scuola per rendere il sistema di istruzione più aderente agli standard europei.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Valentina Aprea.
sin dai primi giorni del corrente anno sono circolate in provincia di Benevento voci ufficiose in merito ad una possibile soppressione della riapertura pomeridiana dell'ufficio postale di Cerreto Sannita;
a seguito di un colloquio informale intercorso tra il sindaco ed il direttore di detto ufficio postale, quest'ultimo ha ipotizzato una adozione del suindicato provvedimento di chiusura, da parte degli organi competenti, nel giro di pochi mesi, per ragioni organizzative dell'azienda;
nella seduta del consiglio comunale del 14 febbraio 2002 è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno per mantenere in Cerreto Sannita l'apertura dello sportello pomeridiano al servizio di tutta la popolazione della Valle del Titerno;
successivamente il sindaco è stato contattato informalmente dalla direzione provinciale della poste di Benevento, la quale ultima, attraverso un proprio dirigente, ha reso nota l'esistenza di precise disposizioni, provenienti dalla sede centrale, per la soppressione del servizio durante la fascia oraria dalle 14 alle 18, con decorrenza dall'1 marzo 2002;
il comune di Cerreto Sannita è sede di sezione distaccata dell'agenzia delle entrate di Benevento, di sezione distaccata dell'Inpdap di Benevento, della comunità montana del Titerno; della sezione distaccata dell'ufficio del territorio di Benevento (ex catasto), del comando compagnia carabinieri, del presidio ospedaliero di zona «Maria delle Grazie», dell'ufficio del giudice di pace, di sezione distaccata dell'ufficio
quindi un provvedimento di tale genere potrebbe essere di notevole gravità per tutta l'utenza della Valle del Titerno, assumendo nel contempo i connotati di una vera punizione per essere lo stesso adottato, in questo momento, solo nei confronti del comune di Cerreto Sannita nell'ambito dell'intera provincia del Benevento -:
se non ritenga il Ministro interrogato di assumere informazioni per verificare in base a quale criterio sia stato individuato il comune di Cerreto Sannita quale unico comune nell'ambito dell'intera provincia di Benevento a dover subire la soppressione dell'apertura pomeridiana del locale ufficio postale e quali organi abbiano disposto l'annunciato provvedimento di chiusura e se questo sia avvenuto nel rispetto di una programmazione più ampia che va ad individuare in via prioritaria proprio il comune di Cerreto;
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per scongiurare in maniera definitiva il pericolo di veder soppresso un servizio essenziale non solo per i cerretesi, ma anche per la numerosa popolazione di tutta la Valle del Titerno.
(4-02245)
Il provvedimento di riduzione dell'orario di apertura quotidiana dell'ufficio postale di Cerreto Sannita, ha proseguito la società, è stato deciso anche in considerazione del fatto che nei numerosi comuni limitrofi - che presentano una elevata densità di popolazione, numerose presenze turistiche oltre che un considerevole numero di attività commerciali - sono presenti uffici postali che operano con doppio turno di apertura (antimeridiano e pomeridiano) ai quali la clientela può agevolmente rivolgersi.
È bene sottolineare, tuttavia, che, come riferito dalla medesima società Poste, il provvedimento è stato adottato solo in via sperimentale e che l'ufficio è sottoposto ad un costante monitoraggio per valutare l'andamento del traffico postale anche, e soprattutto, in relazione all'introduzione dell'offerta di nuovi prodotti, per cui se in futuro dovessero modificarsi in positivo le situazioni che hanno determinato la chiusura pomeridiana, anche tale decisione verrà riconsiderata.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
molti rappresentanti istituzionali della provincia di Viterbo si sono fatti portavoce delle forti preoccupazioni di tanti cittadini in ordine alla possibile chiusura della stazioni dei Carabinieri nei comuni di Latera, Onano, Proceno, Farnese, Cellere e Piansano;
tale riduzione delle caserme sul territorio della provincia di Viterbo, risponderebbe ad un piano nazionale di ristrutturazione della presenza dell'Arma in ambito locale;
per motivi collegati alla sicurezza del territorio, alla tutela dei cittadini, alla presenza istituzionale, è certamente auspicabile che la ventilata riduzione delle caserme, quali presìdi di sicurezza, non venga attuata, soprattutto in un momento che vede il Governo fortemente impegnato nella lotta alla criminalità;
è quindi opportuno rassicurare i tanti cittadini che hanno già promosso, all'interno dei propri comuni, raccolte di firme per sensibilizzare le istituzioni al mantenimento delle caserme dei Carabinieri sul territorio -:
quali iniziative voglia intraprendere il Governo per evitare che le stazioni dei Carabinieri presenti attualmente nei comuni di Latera, Onano, Farnese, Proceno, Cellere e Piansano (tutti nella provincia di Viterbo), vengano chiuse o comunque ridotte nella loro operatività.
(4-01862)
In realtà, presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio, superando le disarmonie e le sovrapposizioni esistenti, secondo una logica di integrazione ed armonizzazione delle forze dell'ordine. Si punta, per questa via, ad elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Allo stato è dunque da considerare arbitraria qualunque anticipazione o indiscrezione relativa a situazioni locali singolarmente considerate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
quante siano le tessere di polizia stradale in possesso del personale in servizio presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
quanti siano i verbali di contravvenzione per violazioni al codice della strada elevate dal personale sopra citato negli ultimi tre anni;
quale sia l'organizzazione complessiva dei servizi di polizia stradale e lungo quali arterie gli stessi siano effettuati.
(4-01659)
Tale direttiva suddivide l'attività in tre aree:
a) reparto di controllo strade con compiti di controllo sulla segnaletica stradale sulle strade urbane ed extraurbane, sugli adempimenti degli enti proprietari o
b) reparto accertamento delle violazioni riservato al personale tecnico e amministrativo di adeguata esperienza acquisita attraverso specifici corsi di qualificazione finalizzato alla verifica del rispetto delle norme del codice della strada;
c) reparto prevenzione con compiti di educazione stradale presso le scuole di ogni ordine e grado.
Complessivamente sono stati abilitati circa 2050 funzionari, che svolgono la loro attività di polizia stradale in maniera collaterale agli altri compiti istituzionali.
In relazione alle caratteristiche professionali del personale del ministero interrogato, costituito principalmente da tecnici (geometri ed ingegneri), il personale abilitato è impiegato prevalentemente nelle attività di controllo strade e di prevenzione.
Si fa presente, comunque, che all'attività di repressione, svolta soprattutto da altre forze di polizia stradale, sono destinate al momento circa 400 unità.
Il reparto di accertamento delle violazioni ha effettuato, in concomitanza alle campagne di promozione della sicurezza promosse dal ministero interrogato, servizio su strada con particolare riferimento ai controlli sull'uso delle cinture di sicurezza e del casco, elevando numerosi verbali di contestazioni delle violazioni.
Pur non disponendo di una centrale operativa, il succitato Ispettorato attraverso il CCISS (Centro Coordinamento Italiano Sicurezza Stradale) è collegato con le sale operative della Polizia Stradale, delle Autostrade e di alcuni comandi dei vigili urbani.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
se risulti corrispondere al vero che l'Enel in Firenze abbia ristrutturato, nel piano di OPEN Space, alcuni palazzi in parte già occupati, in parte in via di completamento ed in parte in via di progettazione situati in Lungarno Colombo n. 54 e via Corridoni n. 35/37, che i dipendenti allocati nei suddetti fabbricati, appartenenti alle varie società del gruppo, dal 1996 siano continuamente traslocati con grave disagio individuale e per le attività lavorative e che gli stessi traslochi siano ancora in corso;
se risulti corrispondere al vero che l'immobile situato in Lungarno C. Colombo n. 54, denominato palazzo «A3», locato dal 2001, presenti carenze e deficienze nell'impianto di riscaldamento, di condizionamento nonché nella sicurezza antincendio, che gli arredi utilizzati nel suddetto palazzo non siano conformi alle attività lavorative degli addetti, che i pavimenti siano già in parte deteriorati ed emanino odore di plastica e collante;
se risulti corrispondere al vero che l'immobile situato in Lungarno C. Colombo n. 54, denominato palazzo «A1» sia in fase di ultimazione e presenti parte degli inconvenienti del Palazzo «A3»;
se risulti corrispondere al vero che l'immobile, denominato «Palazzo C», situato in via Campofiore n. 22, del valore commerciale di circa 20 miliardi abbia sostenuto un impegno di spesa per lavori di ristrutturazione di circa 10 miliardi e non sia stato ancora locato -:
se risulti corrispondere al vero che il patrimonio mobiliare aziendale, costituito da mobili, arredi di pregio, mobili e armadi direzionali, librerie, pareti attrezzate, mobili per impiegati direttivi ed esecutivi, sedie, poltrone, divani, quadri d'autore, tappeti di valore, macchine da scrivere, da calcolo, lettori stampatori, audiovisivi, tecnigrafi, plotter, computer, stampanti e quant'altro, sia stato alienato, irreparabilmente danneggiato o ammassato in grandi capannoni alla periferia di Firenze;
se risulti corrispondere al vero che parte del personale abbia conseguito ingenti
(4-01254)
i lavori di trasformazione in open space dei locali dell'immobile sito a Firenze in via Lungarno Colombo n. 54 sono stati svolti per singole parti ed avendo cura di limitare al massimo il disagio per il personale occupante. I lavori relativi all'immobile sito in via Corridoni n. 35, finalizzati alla realizzazione di locali per un contact center Enel distribuzione S.p.A., non hanno arrecato alcun disagio al personale essendo l'immobile originariamente utilizzato come magazzino;
gli edifici in questione presentano le caratteristiche, i presupposti e l'organizzazione funzionale necessari a garantire, conformemente a quanto previsto dalla legge, la sicurezza degli occupanti. Gli impianti di riscaldamento e condizionamento, progettati ed eseguiti secondo avanzate tecnologie, sono in linea con i più alti standard europei e sono pienamente conformi alla normativa UNI 10339. Gli arredi, i pavimenti ed i relativi sistemi di ancoraggio rispondono ai requisiti di legge per ambienti ad uso uffici e similari;
il valore commerciale dell'immobile sito a Firenze in via Campofiore 22 è di circa 20 miliardi di lire. I lavori di ristrutturazione di tale immobile, finalizzati alla realizzazione di un data center per la società WIND S.p.A. ed alla successiva locazione alla stessa ad un canone adeguato all'investimento realizzato, hanno impegnato una spesa di circa 10 miliardi di lire. L'immobile non risulta ancora locato poiché WIND S.p.A. ha rinunciato alla locazione dello stesso. Per tale rinuncia è stata già riconosciuta alla SEI S.p.A. una remunerazione adeguata all'investimento ed alla mancata locazione e si sta provvedendo alla ricerca di soggetti in grado di utilizzare lo stesso nel suo attuate allestimento;
poiché la trasformazione dei locali in open space non consente la riallocazione degli arredi tradizionali, questi sono stati ritirati e sostituiti con elementi appositamente studiati per tali ambienti. Gli arredi riutilizzabili sono stati immagazzinati in ambienti idonei, i mobili di pregio, già da tempo inventariati mediante documentazione fotografica, sono stati recuperati e conservati con criteri di massima cura. Gli arredi di maggior valore, nuovamente inventariati e schedati, verranno immagazzinati in caveau blindati appositamente allestiti;
la SEI S.p.A. non ha mai adottato, nella definizione e ripartizione degli incentivi al proprio personale, comportamenti volti ad attribuire a taluno indebiti benefici. In particolare, nella sede di Firenze sono applicati gli stessi istituti in tema di incentivazioni economiche e le stesse metodologie in tema di avanzamenti di carriera applicati nelle altre sedi. La ripartizione degli incentivi annuali avviene, quindi, - in coerenza con l'accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali nazionali il 18 dicembre 1996 - in base alla valutazione delle performance individuali.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il comma 34 dell'articolo 52 della legge n. 448 del 28 dicembre 2001 prevede che per il completamento degli interventi per la comunità territoriale della Sicilia, per l'anno 2002 siano assegnate risorse finanziarie per complessivi 51.645.689,91 alla regione Sicilia;
il comma 35 dell'articolo 52 della legge n. 448 del 28 dicembre 2001, in conformità alle disposizioni dell'articolo 4 (CEE) n. 2408/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992 prevede che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, entro due mesi dalla entrata in vigore della legge, disponga con proprio decreto l'imposizione degli oneri di servizio pubblico relativamente ai servizi aerei di linea effettuati tra lo scalo aeroportuale di Crotone e i principali aeroporti nazionali, e con il medesimo decreto il ministro dei trasporti definisca i contenuti dell'onere di servizio in relazione alle tipologie e ai livelli tariffari, ai soggetti che usufruiscono di agevolazioni, agli orari dei voli, alle tipologie degli aeromobili, alla capacità di offerta;
il comma 36 dell'articolo 52 della legge n. 448 del 2001 prevede che qualora nei trenta giorni successivi all'adozione del decreto di cui al comma 35, nessun vettore abbia istituito servizi di linea con assunzione di oneri di servizio pubblico, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica con proprio decreto una gara di appalto europea per l'assegnazione delle rotte tra lo scalo aeroportuale di Crotone e gli aeroporti nazionali secondo le procedure previste dall'articolo 4, paragrafo 1, lettere d), f), g) del regolamento CEE n. 2408/92 del Consiglio;
l'articolo 136 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000 prevede al comma 1 che al fine di realizzare politiche di coesione fra le diverse aree del paese, con riguardo ai servizi aerei di linea, il ministro dei trasporti e della navigazione disponga, con proprio decreto, l'imposizione di oneri di pubblico servizio in conformità al regolamento CEE n. 2408/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992, nelle regioni in cui l'obiettivo 1 di cui al regolamento CEE n. 1260/99 del Consiglio del 21 giugno 1999 e provveda a costituire le condizioni necessarie a determinare una effettiva riduzione delle tariffe dei servizi aerei di linea nelle predette regione, e al comma 2 che i contenuti dell'onere di pubblico servizio siano determinati secondo le modalità di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 36 della legge n. 144 del 17 marzo 1999 -:
per quale motivo sia stato deciso di limitare allo scalo aeroportuale di Crotone l'imposizione degli oneri di servizio pubblico relativi ai servizi aerei di linea e di non estenderla a tutti gli aeroporti delle regioni comprese nell'obiettivo 1 del regolamento CEE n. 2408/92, come previsto dal comma 1 dell'articolo 136 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, e in particolare non anche agli altri aeroporti calabresi di Reggio Calabria e Lamezia Terme;
se non ritengano di estendere l'imposizione degli oneri di servizio pubblico agli aeroporti di Reggio Calabria e di Lamezia Terme in sede di decreto di attuazione, come previsto al comma 35 e al comma 36 della legge n. 448 del 28 dicembre 2001;
se il Governo non ritenga in ogni caso di estendere all'aeroporto di Reggio Calabria quanto previsto dall'articolo 52 comma 34 della legge n. 448 del 28 dicembre 2001, preso atto che il bacino di utenza di quello che non a caso è denominato «Aeroporto dello Stretto» è costituito in prevalenza da cittadini e da utenti provenienti da Messina e preso atto che della «Sogas spa - Società di gestione dell'aeroporto dello Stretto» fanno parte anche il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio di Messina.
(4-01821)
Il regolamento CEE 2408/92 articolo 4 consente ad uno Stato membro la facoltà di «imporre onere di servizio pubblico riguardo ai servizi aerei di linea effettuati
L'applicazione non conforme di tale principio potrebbe produrre aspetti negativi sugli aeroporti dove esiste la libera concorrenza dei vettori aerei, in quanto da un regime di concorrenza si passerebbe ad un regime di monopolio mentre è auspicabile che il principio di cui sopra venga applicato in termini coerenti con le norme comunitarie.
Si sta valutando la possibilità, tra l'altro, di proporre l'erogazione di contributi a particolari categorie di utenti con il vantaggio di sostenere i vettori senza alterare la concorrenza tra le compagnie aeree. È importante tuttavia rammentare che l'articolo 136 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000 prevede l'istituzione di oneri di servizio pubblico nelle regione di cui all'obiettivo 1 del regolamento CEE n. 1269 del 1999.
La legge sopraccitata non contiene tuttavia la previsione della necessaria copertura finanziaria che dovrà quindi, di volta in volta, essere reperita.
Gli aeroporti calabresi sono ricompresi in detta elencazione ma la legge del 28 dicembre, n. 448 del 2001, che specifica gli aeroporti oggetto dell'imposizione degli oneri in parola per l'anno 2002, indica, tra gli aeroporti calabresi, solo lo scalo di Crotone.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nel 2000 il Ministro della pubblica istruzione ha indetto un'apposita sessione riservata per l'immissione in ruolo dei professori precari delle Accademie di Belle Arti e dei Conservatori, ai sensi delle leggi n. 124 del 1999 e n. 508 del 1999;
l'ufficio dell'alta formazione artistica e musicale del Miur sta per ultimare i lavori di predisposizione delle graduatorie permanenti da utilizzare per le immissioni in ruolo;
posti vacanti risulterebbero 292 per le Accademie e 620 per i Conservatori di Musica (totale 912), suddivisi in varie classi di Concorso;
la legge finanziaria del 1997 ha previsto la riduzione del 3 per cento degli organici del personale della scuola, ma l'Ispettorato per l'Industria Artistica ha innalzato senza alcuna giustificazione, il citato tetto al 10 per cento solo per le Accademie ed i Conservatori;
sembrerebbe che nello scorso mese di agosto, anche con il parere favorevole del Ministero dell'economia, sia stato raggiunto l'accordo per ripristinare il tetto al 3 per cento anche per le Accademie ed i Conservatori;
nei giorni scorsi è divenuta insistente la voce secondo la quale il Ministro dell'università, non intenderebbe mantenere l'accordo raggiunto;
la grave eventuale applicazione del 10 per cento ridurrebbe i posti per le immissioni in ruolo da 912 a 238;
tale eventuale scelta appare, peraltro, contraddittoria con il comma 2 dell'articolo 6 della legge riforma n. 508 del 1999, il cui contenuto intendeva assicurare l'immissione nel ruolo ad esaurimento per i precari delle Accademie e dei Conservatori in applicazione della legge n. 124 del 1999;
non va dimenticato l'impegno finanziario che ha comportato lo svolgimento di tutte le procedure concorsuali e le attese che le stesse hanno infuso nel personale docente precario delle Accademie e dei Conservatori;
i posti in questione risultano già in organico e pertanto la loro copertura non aggraverebbe il bilancio dello Stato;
le citate palesi incertezze e mancanze creano grave danno per un adeguato inizio del nuovo anno accademico -:
il Ministro dell'istruzione non ritenga necessario ed urgente rivedere le procedure intervenendo con sostanziali modifiche sul meccanismo, al fine di renderlo effettivamente compatibile con le esigenze di una classe docente più volte mortificata nelle sue aspettative.
(4-01022)
Il progetto di riforma prevede profonde innovazioni per tutte le componenti delle attuali istituzioni ed è quindi modulato da una serie di provvedimenti che il ministero sta predisponendo e sottoponendo all'iter di approvazione.
L'interrogante sollecita l'emanazione dei provvedimenti relativi alla determinazione degli organici del personale delle nuove strutture, alla quale sono rivolte le aspettative di tutto il predetto personale, sia di ruolo che non di ruolo.
Al riguardo, si fa presente che, il dicastero interrogato ha già disposto l'applicazione del decreto, cui si fa diretto riferimento nella presente interrogazione, che riduce dal 10 per cento al 3 per cento la riserva dei posti non utilizzabili per le assunzioni.
Si ritiene pertanto che le aspettative delle categorie interessate siano state soddisfatte.
Il Sottosegretario di Stato dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Stefano Caldoro.
icittadini della frazione Messignadi di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) si sono visti interrompere il servizio a causa della decisione, assunta dall'ente Poste italiane, di chiudere il locale ufficio postale;
il locale ufficio postale serviva numerosi abitanti, anche anziani, del territorio;
la frazione di Messignadi dista 4 chilometri dal centro di Oppido Mamertina ed altrettanti da quello di Varapodio, e non è servita da alcun mezzo pubblico;
l'amministrazione comunale di Oppido Mamertina ha reperito adeguati locali per il mantenimento dell'ufficio postale in questione -:
se non ritenga necessario ed urgente attuare le iniziative utili a garantire il ripristino dell'ufficio postale nella frazione di Messignadi, di cui sarebbe opportuno prevedere la funzionalità almeno due o tre giorni settimanali.
(4-02481)
In proposito Poste italiane ha precisato che la chiusura dell'ufficio postale ubicato nella frazione di Messignadi nel comune di Oppido Mamertina (Reggio Calabra) non ha carattere definitivo.
L'ufficio in parola, infatti, è stato oggetto di un provvedimento di chiusura temporanea, reso necessario dai danni provocati da un incendio verificatosi nel corso di una rapina nel mese di settembre 2001.
L'ufficio, pertanto, verrà trasferito e riaperto presso nuovi locali, già individuati, al termine dei lavori di ristrutturazione allo scopo programmati.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la gestione dei censimenti della popolazione, degli edifici, dell'industria ha comportato per i comuni notevoli difficoltà, in quanto i modelli sono stati recapitati nel migliore dei casi alcuni giorni prima della data fissata per il censimento (21 ottobre 2001), nonostante un piano Istat che prevedeva, per esempio nel caso di Torino, la consegna entro il 20 agosto 2001;
i censimenti sono regolati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 276 del 25 maggio 2001 (Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2001), che demanda ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (articolo 25, comma 3), la regolamentazione dell'erogazione dei fondi per lo svolgimento dei censimenti attribuendo tra l'altro gli eventuali maggiori oneri ai bilanci dei comuni (articolo 25, comma 1);
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 settembre 2001 sono stati fissati i contributi per i singoli modelli censuari ed i modi e i tempi di erogazione dei medesimi. Successivamente l'Istat ha comunicato ai comuni le stime del contributo erogando una prima quota pari al 35 per cento a tutti i comuni;
Anci e Usci, viste le difficoltà operative dei comuni, hanno elaborato dei documenti con l'Istat intesi a tutelare i comuni, ultimo dei quali la richiesta di un impegno da parte dell'Istat a garantire ai comuni l'85 per cento del contributo economico stimato per i censimenti;
secondo alcune notizie, nel corso della riunione del 5 marzo 2002 della Commissione grandi comuni dell'Istat, l'istanza suddetta non avrebbe avuto attuazione e sarebbe rimasta unicamente sulla carta;
è opportuno inoltre sottolineare che i rilevatori devono essere pagati entro termini decorosi e ciò, qualora non vengano recepite le modifiche proposte, costringerà i comuni a consistenti anticipazioni di cassa poco compatibili con le limitate risorse di bilancio dei medesimi -:
se non intenda adoperarsi affinché si possano garantire il versamento minimo dell'85 per cento sul contributo stimato ai comuni, il versamento del secondo acconto del 35 per cento in occasione della consegna dei dati provvisori ed il saldo alla consegna dei modelli da parte dei comuni;
se non ritenga di dover procedere alla riscrittura dell'articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 settembre 2001 ed in particolare dei punti b) e c), valutando l'aggiunta di un comma d) nel quale viene garantito il contributo minimo dell'85 per cento sulle stime di contributo formulate dall'Istat.
(4-02451)
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 settembre 2001, relativo ai criteri di ripartizione del contributo forfetario, all'articolo 6, dispone, invece, le sole modalità di erogazione del contributo citato.
L'Istat ha comunicato agli uffici di questo dipartimento la sua disponibilità a valutare le eventuali istanze dell'Anci e dell'Usci, fermo restando, comunque, il limite del 75 per cento, stabilito dall'articolo 25, comma 2 del regolamento di esecuzione citato:
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 settembre 2001, è stato emanato, previo parere della Conferenza Stato-città, ai sensi dell'articolo 25, comma
da parte delle associazioni rappresentanti le amministrazioni interessate non sono pervenute a questo dipartimento richieste o sollecitazioni di modifica del richiamato decreto.
Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.
sono stati denunciati da parte sindacale gravi problematiche nei rapporti con l'amministrazione di Poste Italiane. Nello specifico dell'Udr San Silvestro di Roma sono state ad esempio denunciati:
il mancato rispetto dell'orario di servizio regolato dall'attuale Ccnl:
gli eccessivi carichi lavorativi per i portalettere, i quali si trovano, a seguito della nuova organizzazione del lavoro attualmente avviata, a consegnare la corrispondenza in aree eccessivamente distanti dall'ufficio postale di partenza, senza vedere sempre riconosciuti, nella determinazione dei giusti carichi di lavoro, i tempi di percorrenza necessari;
situazioni igienico ambientali totalmente inadeguate: si pensi a proposito alla presenza di pareti in amianto negli uffici;
queste problematiche, oltre a determinare una situazione di conflittualità tra amministrazione e lavoratori, aggravano ulteriormente i già pesanti sovraccarichi di lavoro dovuti al passaggio all'Euro, e si ripercuotono negativamente sulla capacità di fornitura del servizio postale e sulla sua qualità, come tra l'altro dimostrato dalle sempre più frequenti lamentele da parte della clientela -:
quali siano gli impegni che il governo ha preso o intenderà prendere per risolvere una così delicata e diffusa situazione, che colpisce direttamente i lavoratori e indirettamente i clienti del servizio postale.
(4-01952)
Tuttavia, al fine di dispone di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la medesima società Poste la quale ha riferito che il trasferimento del personale dell'ufficio di San Silvestro a Roma nei locali in precedenza utilizzati dal CMP (centro di meccanizzazione postale) in località San Lorenzo, rientrando in un più vasto processo di ottimizzazione dell'uso degli immobili della società, si è reso necessario per l'esigenza di liberare la vecchia sede, in attesa della sistemazione del personale di cui trattasi nei locali situati in Viale Trastevere.
La società ha precisato che tale temporanea ubicazione non ha influito sulla durata dell'orario di servizio; eventuali prolungamenti dello stesso sono legati esclusivamente a particolari esigenze tipicamente connesse allo svolgimento dell'attività di recapito.
Con riferimento ai carichi di lavoro dei portalettere Poste italiane ha voluto sottolineare che la riduzione delle zone di recapito è stata determinata da un attento riesame, condotto su tutto il territorio nazionale, dei fattori utili a quantificare le loro prestazioni, che recentemente sono state molto ridimensionate non dovendo essi più provvedere né al recapito dei pacchi né alla consegna della corrispondenza tassata.
Il problema della maggiore distanza che gli addetti dovrebbero percorrere per raggiungere le zone di recapito a ciascuno assegnate è stato risolto con l'istituzione di un servizio-navetta che accompagna gli operatori sia all'inizio che al termine della giornata lavorativa. Inoltre, al fine di facilitare e rendere più veloci gli spostamenti, è stato aumentato di circa trenta unità il numero dei motomezzi a disposizione.
La società ha infine precisato che i locali che ospitano temporaneamente gli addetti al recapito, prima di essere adibiti all'uso attuale, sono stati ritinteggiati e rinnovati nelle attrezzature nonché dotati di impianto di illuminazione a norma del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
gli uffici postali n. 77, 88, 71 e di Tor Tre Teste, rispettivamente siti in via dei Narcisi, via delle Palme, via del Campo e via dei Berio, costituiscono punti di riferimento di estrema importanza ed ingente affluenza per utenti provenienti da zone periferiche di Roma, quali Centocelle, Alessandrino e Tor Tre Teste. Di conseguenza, grava su detti uffici postali, un afflusso di clientela direttamente proporzionale alla popolosità delle zone sopra indicate;
alle quotidiane operazioni per il pagamento di conti correnti, di vaglia e quant'altro, devono essere addizionate le esigenze dei principali utenti dei già menzionati uffici postali, ossia di circa 20.000 pensionati, che mensilmente sono a riscuotere le proprie pensioni. Il tutto, ovviamente, è sottilmente incorniciato, dal disagio tuttora esistente, per la recente entrata in vigore dell'euro;
la maggior parte dei disagi, quindi, consistenti per lo più in file interminabili agli sportelli, aggravate, non solo dalle cosiddette operazioni di routine, ma anche dal pagamento mensile delle pensioni, si riflette su di un bacino di utenza costituito per lo più da anziani -:
quali provvedimenti intenda assumere, al fine di consentire agli abitanti di zone popolose, quali quelle sopra indicate, di poter beneficiare, nel miglior modo possibile, dei servizi postali.
(4-02420)
Allo scopo di razionalizzare l'offerta dei servizi nella zona servita dall'ufficio di Roma 71, inoltre, la società ha comunicato che prossimamente l'ufficio di Roma 122 verrà spostato ed ubicato in posizione meno decentrata rispetto a quella attuale: ciò dovrebbe consentire di assorbire parte della clientela che al momento si serve della succursale n. 71.
Per ciò che concerne, infine, l'ufficio di Tor Tre Teste - inaugurato nel mese di luglio 2001 - la società ha significato che
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
da informazioni in possesso dell'interrogante risulta che nel comune di Latera (Viterbo) è a rischio di chiusura la locale stazione dei carabinieri, tanto che sia il sindaco del comune che alcuni consiglieri, comunali e provinciali, e numerosi cittadini - allarmati dalla notizia - si sono rivolti direttamente al Prefetto e al comandante provinciale dell'arma, per chiedere di non procedere a tale soppressione -:
se corrisponda al vero la notizia di cui sopra e se non ritenga opportuno intervenire presso gli organi preposti al fine di scongiurare la chiusura della locale stazione dei carabinieri che, anche a detta delle massime autorità territoriali - e come testimoniano le prese di posizione di gran parte della cittadinanza - rappresenta un oramai consolidato punto di riferimento per tutta la comunità;
se tale notizia risultasse fondata, quale sia l'opinione del ministro interrogato in merito e se non la ritenga stridere con la politica sulla sicurezza adottata dall'attuale Governo che, impegnato ad istituire il poliziotto di quartiere, arriva invece a smobilitare, come in questo caso, un punto di sicurezza esistente da lungo tempo e ben integrato nel tessuto sociale di questo territorio.
(4-02005)
In realtà, presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio, superando le disarmonie e le sovrapposizioni esistenti, secondo una logica di integrazione ed armonizzazione delle forze dell'ordine. Si punta, per questa via, ad elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Allo stato è dunque da considerare arbitraria qualunque anticipazione o indiscrezione relativa a situazioni locali singolarmente considerate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il settore postale nel territorio della Provincia di Sassari è in piena emergenza;
da anni vengono denunciate dai rappresentanti degli operatori la chiusura di uffici postali e la carenza degli organici;
questo essenziale servizio risulta, col passare dei mesi, sempre meno aderente alle esigenze dei cittadini;
le Poste hanno addirittura annunciato la chiusura del Centro di smistamento provinciale (CPO) di Sassari che comporterebbe la perdita di circa 100 poti di lavoro oltre alle evidenti ulteriori penalizzazioni del servizio -:
quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare per scongiurare le ipotesi di chiusura del CPO di Sassari;
quali misure intenda adottare affinché siano garantiti i livelli occupazionali e la conseguente qualità dei servizi postali.
(4-02566)
In proposito Poste italiane ha riferito di avere prestato - in ottemperanza a quanto stabilito con il piano di impresa, che impegnava la società al raggiungimento di livelli di efficienza e affidabilità paragonabili a quelli degli altri paesi europei, nonché al conseguimento di un sostanziale equilibrio economico-finanziario - particolare attenzione alla gestione del personale.
In tale ottica, pertanto, è stata attuata una diversa distribuzione delle risorse sul territorio ed una più razionale applicazione degli interessati privilegiando le attività di recapito e di sportelleria, per poter arrivare ad una graduale diminuzione del numero totale degli addetti.
In tale contesto va inquadrato l'accordo siglato il 17 ottobre 2001 fra la società e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a completamento della procedura di cui alla legge n. 223 del 1991, in base al quale è stata attuata la risoluzione del rapporto di lavoro del personale che, alla data del 31 dicembre 2001 o del 31 marzo 2002 aveva maturato il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia.
Lo stesso accordo stabiliva, inoltre, che a conclusione di questa prima fase, il personale risultato ancora in esubero sarebbe stato adibito a mansioni di recapito, ovvero di sportelleria, attuando specifici processi di mobilità; se anche al termine di tale seconda fase si fossero verificati degli esuberi, gli interessati - se in possesso dei requisiti previsti dal successivo accordo del luglio 2001 e fino al limite massimo di 2200 unità - avrebbero potuto avanzare richiesta di utilizzazione del meccanismo legato al Fondo di solidarietà, nel frattempo attivato.
Il processo di riorganizzazione, derivante dall'applicazione del suddetto accordo, è finalizzato a conseguire una più efficiente dislocazione delle risorse sul territorio, trasferendo le unità che in alcune strutture operative risultano eccedenti, per applicarle in altre realtà che, al contrario, presentano carenza di organico.
Per quanto concerne la specifica situazione della Sardegna la medesima società Poste ha precisato che effettivamente nell'anno in corso è previsto il trasferimento, presso il CMP (centro meccanizzazione postale) di Cagliari, delle lavorazioni attualmente svolte dai settori di smistamento esistenti a Sassari, Nuoro ed Oristano.
Il personale che a seguito del citato trasferimento risulterà in esubero - e che riguarderà un numero di addetti inferiore a quello indicato dall'interrogante - ha proseguito la società Poste, verrà applicato ad altri servizi all'interno della stessa struttura o in altre divisioni presenti sul medesimo territorio senza comportare conseguenze negative sugli attuali livelli occupazionali.
Quanto, infine, alla paventata chiusura di «numerosi uffici postali» la ripetuta società, nel precisare che la presenza di uffici postali nella regione è da considerare soddisfacente atteso che il numero degli
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
nei comuni della vallata del Santerno si è recentemente registrato un preoccupante aumento dei furti nelle abitazioni private, tanto da creare un forte senso di insicurezza nei cittadini, che vedono minacciata la sicurezza delle loro abitazioni, specie nelle ore notturne e specie per le abitazioni più isolate dai centri urbani;
i comuni della vallata del Santerno sono stati in questi anni luogo di grande immigrazione extracomunitaria sempre debitamente controllata. Questi dati sono confermati da uno studio dell'Ervet Emilia-Romagna, incaricata al riguardo di uno studio sul territorio, che rileva la presenza di extracomunitari irregolari, e per questo facile preda della malavita locale, non registrati alle anagrafi dei comuni;
fra i comuni della vallata del Santerno, quello di Borgo Tossignano è privo di una caserma dei Carabinieri;
le forze dell'ordine impegnate nel controllo del territorio della vallata sono a volte demandate a prestare servizio anche in altri comuni non limitrofi. Questa situazione rende difficile l'operato, per altro encomiabile, delle stesse forze dell'ordine -:
quali provvedimenti intendano prendere i Ministri interrogati per restituire sicurezza ai residenti della vallata del Santerno, potenziando la presenza ed i mezzi delle forze dell'ordine, in modo da renderne più efficace l'opera di prevenzione sul territorio.
(4-01159)
Le autorità provinciali di pubblica sicurezza, hanno immediatamente intensificato i servizi di prevenzione con la specifica finalità di controllo dei cittadini extracomunitari di volta in volta individuati.
A seguito di tale attività, dall'ottobre 2001 al 20 marzo 2002, si è registrata una flessione del fenomeno criminoso in questione (in media un furto al mese in ciascuno dei comuni in questione).
Per quanto concerne la presenza extracomunitaria regolare nella Vallata del Santerno, essa è rappresentata prevalentemente da nordafricani inseriti nel tessuto produttivo del territorio che, tra l'altro, garantiscono la prosecuzione di alcune attività economiche, altrimenti minacciate dal costante abbandono della zona da parte dalla popolazione autoctona.
L'Arma dei carabinieri è presente nella Vallata del Santerno con le stazioni dei Carabinieri di Casal Fiumanese, Castel del Rio e Fontanelice, per una forza complessiva di 18 unità. Solo l'organico della Stazione di Fontanelice è carente di una sola unità.
Nel comune di Borgo Tossignano il controllo del territorio è assicurato dai militari della stazione del limitrofo comune di Fontanelice e, saltuariamente, da personale del comando stazione carabinieri di Casal Fiumanese e dell'aliquota operativa e radiomobile del comando compagnia carabinieri di Imola.
Per quanto concerne, infine, l'azione di contrasto all'immigrazione clandestina in provincia di Bologna, dal 31 gennaio al 31 dicembre 2001, sono stati adottati 1994 provvedimenti di espulsione nei confronti di cittadini stranieri in posizione irregolare, a
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
risulta all'interrogante che recentemente, in seguito ad una riunione presso il ministero dell'ambiente a Roma con esponenti della maggioranza di Governo, gli otto consigli comunali elbani abbiano votato delibere che chiedono una drastica riduzione del territorio dell'isola d'Elba protetto dal parco nazionale dell'arcipelago toscano;
il comune di Marciana richiederebbe l'esclusione di grandissima parte del suo territorio che è incluso interamente in un sito di interesse comunitario e comprende vaste aree interessate dalla migrazione di specie protette dalle direttive europee. Si vorrebbe così escludere dal parco molto dell'83 per cento di territorio comunale oggi protetto (Marciana è il comune con maggiore area destinata a Parco), lasciando nel parco solo la vecchia bandita di caccia regionale confinata sul massiccio del Monte Capanne e piccole e frazionate aree costiere in zone impervie, a picco e non costruibili. Via dal parco anche le due vallate di Pomonte e Patresi, di grandissimo valore ambientale-paesaggistico, dove esiste l'ipotesi di costruire due grandi dighe;
il comune di Campo nell'Elba, interessato quasi per intero dalla presenza di un sito di interesse comunitario, vorrebbe relegare il parco nazionale nei confini della ex Bandita di Caccia, eliminando dall'area protetta tutta la zona sud-occidentale, con l'esclusione della stretta e pressoché inaccessibile fascia costiera sotto la strada provinciale;
il comune di Campo nell'Elba proporrebbe addirittura di togliere dal parco (per farci cacciare) una grande zona tra Pomonte e Seccheto percorsa da un gigantesco incendio doloso nell'estate 2001, mentre, secondo la legge, è proibito cacciare nelle aree incendiate;
risulta inoltre all'interrogante che lo stesso comune chieda di togliere dal Parco Galenzana, una delle spiagge più belle e selvagge d'Italia, che negli anni passati è stata strenuamente difesa da cittadini e ambientalisti contro progetti di speculazione edilizia e di un porto turistico. Tanto che il Comune fu costretto a deliberare che Galenzana era intoccabile e doveva diventare un parco pubblico. Nello stesso tempo il Comune (vedi DUPIM, Documento Unico Programmatico delle Isole Minori) ha ritirato fuori dai cassetti il progetto di mega-porto turistico per 650 posti barca a Galenzana non previsto dal piano regionale dei porti e degli approdi turistici;
il comune di Campo nell'Elba che inizialmente aveva firmato con Parco, Provincia e Regione protocolli per uno sviluppo sostenibile di Pianosa vorrebbe oggi provare a tagliare via dal Parco il paese abbandonato dopo la dismissione del carcere. L'esclusione del paese dal Parco sarebbe una catastrofe per la delicatissima arca protetta terrestre e marina. Si andrebbe ad una gestione «turistica» di un centro abitato che, secondo il Comune, non dovrebbe in futuro rispettare le regole del Parco;
il Comune di Marciana Marina vorrebbe eliminare dal parco una zona definita di rilevante valore ambientale dallo stesso piano strutturale del comune. L'area comprende un vigneto che produce vini doc, un lecceto con esemplari enormi e ruscelli in cui vivono due importanti rarità uniche al mondo: il plecottero Isoperla ilvana e il coleottero Hydraena aethaliensis, due insetti endemici che vivono solo nei corsi d'acqua superficiali tra Marciana Marina e Procchio. Naturalmente, gli stessi enormi valori ambientali
il comune di Portoferraio era già scarsamente interessato dal parco nazionale, ora chiede di tagliare tutto il demanio forestale regionale di San Martino (in proposito, gli interroganti si chiedano quale possa essere la valutazione della regione Toscana) con villa di Napoleone inclusa. Ma i tagli colpiscono anche aree dove la caccia era proibita prima dell'istituzione del parco;
se venisse accolta questa proposta del Parco rimarrebbero solamente piccole aree costiere;
la nuova amministrazione comunale di Rio Marina avrebbe deciso eliminare «solo» il 90 per cento dell'area protetta; rimarrebbero due isolette ancora protette a nord a sud del territorio comunale. La zona che il Comune di Rio Marina vorrebbe eliminare dall'area protetta è considerata dall'UNESCO «Patrimonio dell'Umanità» per il grande valore geologico e per la grande varietà e rarità di minerali che vi si trovano. Il Comune non vuole il Parco, però riceve i finanziamenti: il Ministero dell'ambiente ha concesso al comune 700 milioni destinati ai parchi che Rio Marina utilizzerà per risanare la Spiaggia del Cavo, negli anni passati oggetto di un disastroso ripascimento;
il comune di Rio Marina, che il sindaco vorrebbe escludere dal parco ha ricevuto un più corposo finanziamento, circa 2 milioni e mezzo di euro (circa 5 miliardi di lire), concesso sempre dal ministero dell'ambiente per il risanamento e recupero dell'area mineraria. Da rilevare che il progetto finanziato dal Ministero dell'ambiente lo ha redatto proprio quel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che si vorrebbe eliminare;
il comune di Rio nell'Elba sembrava avviato verso una proposta di allargamento del Parco: liberare alcuni territori alla caccia ma includerne altri, più estesi, per compensare i tagli. Invece propone di rendere libera alla caccia, in deroga ali; leggi sui parchi e sulla caccia, una grande area centrale del comune, compresa in parte in un sito di interesse regionale. Il Parco rimarrebbe confinato in frammenti intorno all'eremo di Santa Caterina, al castello del Volterraio e nella fascia costiera occidentale;
il comune di Porto Azzurro avrebbe deliberato di eliminare dal parco circa il 65 per cento dell'area attualmente protetta. Anche qui la scusa è la caccia, addirittura si adduce la necessità di contenere inesistenti danni causati dalle lepri lanciate dai cacciatori, ma gli interessi sono ben più corposi e ben visibili: la costruzione di un mega-albergo in località Pontecchio da 30.000 metri cubi e da 400 posti letto che il parco ha bocciato e per il quale il tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso dei proprietari. Il comune, guarda caso, per favorire la caccia taglia proprio la zona di Pontecchio e non fa mistero di voler far costruire l'ecomostro, avversato anche dall'associazione albergatori elbani, in una delle più belle e intatte colline elbane;
anche il comune di Capoliveri vorrebbe tagliare il Parco: sparisce l'area ai confini con Portoferraio e un bel pezzo nel promontorio di Calamita. Il comune chiede anche di eliminare la fascia costiera di Cala nuova e Mola, uscirebbe così dal Parco anche la fortezza spagnola di Forte Focardo ma, soprattutto, resterebbe completamente isolata e senza alcun collegamento con la rimanente area protetta la zona umida di Mola, un sito di interesse e regionale di notevole importanza ed unico nell'intero arcipelago per le sue caratteristiche ambientali;
tagli all'area del Parco sono richiesti anche dall'Isola di Capraia, il comune meno abitato dell'intera Toscana con meno di 300 abitanti (poco più di 50 in inverno);
il tutto avviene mentre il consiglio direttivo del parco nazionale dell'arcipelago toscano sta discutendo sulla proposta
di fatto verrebbero ad essere eliminate gran parte delle aree di interesse naturale, i siti di interesse comunitario e regionale, le aree archeologiche, habitat e biotopi preziosissimi, zone di passaggio delle migrazioni degli uccelli protetti da normative europee, boschi, castagneti, spiagge selvagge, zone di grande rilievo paesaggistico riducendo l'attuale perimetrazione ad una burla di parco fatta di 14 pezzetti staccati tra loro, un puzzle da manicomio;
il profilo che esce dalle 8 delibere dei consigli comunali elbani colpisce inoltre per l'approssimazione, l'evidente mancanza di coordinamento tra i vari comuni, l'ignoranza delle emergenze ambientali che pure il piano del parco analizza in maniera approfondita, la scarsa o nulla conoscenza delle ricchezze e delle rarità del territorio che sindaci sono chiamati ad amministrare ed il parco a proteggere -:
se il Ministro intenda recepire le istanze avanzate, dagli enti locali che riducono il parco a qualche morso di montagna, a pochi brandelli di collina e tratti di costa scoscesa e a qualche isoletta disabitata, che riaprono questi territori alla caccia e al rischio di favorire le speculazioni edilizie in agguato o già bocciate dall'ente parco.
(4-02504)
Il ministero interrogato, qualora l'esito della suddetta istruttoria sia favorevole alla richiesta di riperimetrazione, esprimerà le proprie valutazioni quando verrà avviato il procedimento di revisione del perimetro a cui parteciperanno tutti gli enti interessati, così come prescritto dalla legge quadro sulle aree protette del 6 dicembre 1991, n. 394, e successive modifiche e integrazioni.
Naturalmente, qualora il Parco in questione dovesse essere riperimetrato, questo avverrà nel pieno rispetto della natura e senza soppressione di zone a grande rilievo paesaggistico.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
domenica 18 novembre 2001 presso il comune di Corio Canavese si è tenuta l'annuale commemorazione del martirio di 18 sbandati dell'8 settembre 1943 rastrellati e fucilati dalle SS tedesche;
tale commemorazione era affidata ad un rappresentante dell'ANPI provinciale e al sottosegretario, onorevole Vietti. Nel corso della manifestazione, appena quest'ultimo ha preso la parola una parte della gente riunita in piazza si è allontanata civilmente al canto di Bella Ciao per segnare civilmente il disappunto per il fatto che a celebrare tale ricorrenza ci fosse un oratore che, tra l'altro, è anche sottosegretario alla giustizia del Governo Berlusconi;
questa civile protesta deve aver irritato qualche autorità presente sul palco perché sono subito intervenuti i carabinieri della locale stazione che, con l'evidente scopo di intimidire i manifestanti che si erano allontanati, li hanno fermati lungo la strada ed hanno proceduto alla loro identificazione personale. Un comportamento, quello dei carabinieri di Corio Canavese, non giustificabile sia perché la protesta era stata condotta in modo pacifico e civile sia perché fra i 18 soldati trucidati dalle SS tedesche vi erano anche dei carabinieri cui andava il rispetto di chi
per quali ragioni siano state fermate ed identificate le persone che hanno abbandonato la piazza di Corio Canavese in dissenso per la presenza del sottosegretario Vietti;
se ritengano che, nel nostro Paese, tutte le persone che esprimono un dissenso in modo civile e democratico debbano subire fermi ed identificazioni.
(4-01513)
Gli interventi orientati ad impedire il libero svolgimento di manifestazioni non rientrano nella normale dinamica di una ordinata convivenza civile. Quanto poi all'identificazione di soggetti che turbano il normale svolgimento di una manifestazione trattasi di ben altra cosa rispetto all'istituto del fermo citato nella interrogazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la Stazione Zoologica «Anton Dohrn», ente pubblico di ricerca, con sede in Napoli presso la Villa Comunale, da oltre un secolo rappresenta, a livello mondiale, un punto di riferimento molto importante per tutti gli studiosi di biologia marina;
secondo numerosi articoli di stampa, gli organismi di vertice dell'ente starebbero mettendo in atto alcune iniziative tendenti a snaturare, di fatto, le finalità statutarie e scientifiche dello stesso ente;
in particolare, sarebbe stata attivata, da tempo, all'interno della Stazione Zoologica, una struttura di ricerca sulle modificazioni genetiche, con applicazioni anche nel settore agroalimentare;
tale iniziativa, palesemente in contrasto con le finalità istituzionali del predetto ente, sarebbe destinata ad assumere proporzioni sempre maggiori ove si consideri che la Stazione Zoologica risulta essere tra i soci del Consorzio per la Biotecnologia e Genetica Molecolare denominato «Biogem», Consorzio che, sempre secondo fonti giornalistiche, starebbe per essere incorporato dalla medesima Stazione;
risulta, altresì, all'interrogante che l'Acquario della Stazione Zoologica che ospita rarissime specie marine, da sempre meta di studiosi, scolaresche e cittadini di ogni età, dal 31 luglio scorso è chiuso al pubblico, a seguito della rottura del vetro di una vasca;
nonostante le formali assicurazioni fornite dagli organi di vertice dell'ente, anche al sindacato USI/RdB-Ricerca, e dai responsabili degli uffici tecnici per una sollecita riapertura dell'importante struttura, a tutt'oggi, non è dato conoscere le ragioni per le quali non si è provveduto a porre in essere alcuna iniziativa concreta per eliminare la suddetta manchevolezza -:
se rispondano al vero le notizie secondo le quali la Stazione Zoologica «Anton Dohrn» starebbe per trasformarsi da centro di ricerca di biologia marina, in centro di ricerca sulle modificazioni genetiche anche in campo agroalimentare;
se risponde al vero, quali provvedimenti si intendano adottare per impedire un siffatto snaturamento che andrebbe a penalizzare gravemente la ricerca nel campo della biologia marina;
se la mancata effettuazione dei lavori di restauro dell'Acquario non sia da inquadrare nel disegno organizzativo di trasformazione dell'ente che, se realizzato, determinerebbe la chiusura definitiva dello stesso Acquario;
se così non fosse, quali provvedimenti si intendano sollecitare per una rapida riapertura del medesimo Acquario che, dalla sua fondazione ad oggi, mai era stato chiuso, se si escludono due giorni nel settembre del 1943, durante l'occupazione «nazista».
(4-01588)
Per quanto concerne, invece, l'Acquario pubblico, l'Ente ha precisato che verrà riaperto al pubblico entro il mese di giugno 2002 essendo stata realizzata la protezione provvisoria in sicurezza consistente in una idonea struttura in ferro con pannelli di metacrilato.
Contemporaneamente, è iniziato l'iter per effettuare il completo ripristino funzionale dell'Acquario: è stata infatti già espletata la gara pubblica per l'affidamento dell'incarico della progettazione preliminare, di quella definitiva e di quella esecutiva, nonché per la direzione lavori e la tenuta della contabilità.
L'ente ha inoltre comunicato di prevedere l'acquisizione del progetto esecutivo per la fine di ottobre 2002 e di procedere successivamente con la gara di appalto dei lavori.
Il Viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Guido Possa.
risulta all'interrogante che si intende procedere alla chiusura della stazione dei carabinieri di Decollatura, in provincia di Catanzaro, con l'accorpamento a quella di Soveria Mannelli;
questo importante comune della provincia di Catanzaro è stato teatro di recente di numerosi fatti criminali che sarebbero quali un tentato omicidio e la gambizzazione di un imprenditore boschivo maturati, secondo quanto dichiarato alla stampa da un ufficiale dei carabinieri (il capitano Paolo Storone della Compagnia dei carabinieri di Lamezia Terme), nell'ambito degli interessi della malavita, che in questo comune si sono concentrati nel settore dei tagli boschivi;
oltre che l'incendio doloso con la conseguente distruzione di un'abitazione e all'attentato ad altra abitazione, con il grave ferimento di una donna, si sono verificati numerosissimi furti, in un contesto nel quale, sembrerebbe, molti reati non vengono denunciati -:
se corrisponda al vero che si intende chiudere la stazione dei carabinieri di Decollatura (Catanzaro);
se i ministri interrogati non ritengano, invece, che in questo comune, dal vastissimo territorio, difficilmente controllabile anche perché l'abitato - a causa di insensate scelte urbanistiche - è ormai costituito da numerose case sparse, debba essere rafforzata la presenza dello Stato e che la paventata chiusura della caserma dei carabinieri significhi la definitiva consegna di questa comunità alle varie mafie che imperversano nella regione.
(4-02019)
In realtà, presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio, secondo una logica di integrazione ed armonizzazione delle forze dell'ordine. Si punta, per questa via, ad elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Allo stato è dunque da considerare arbitraria qualunque anticipazione o indiscrezione relativa a situazioni locali singolarmente considerate.
Per quanto concerne la situazione dell'ordine pubblico nel territorio del comune di Decollatura, si sono registrati, nell'ultimo periodo, eventi criminosi di una certa rilevanza (nel 2001: un tentato omicidio, 4 casi di estorsione, 22 furti consumati; nell'anno in corso: due casi di estorsione ed un furto), per cui si è reso necessario tenere, il 22 febbraio 2002, un'apposita riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia, alla quale ha partecipato anche il sindaco di quel centro.
Nel corso della riunione è stata esaminata anche la questione del taglio indiscriminato di alberi nelle zone boschive ad opera di elementi appartenenti alla criminalità organizzata.
La riunione si è conclusa con la decisione di intensificare i servizi di prevenzione generale e di controllo del territorio e di tenere un ulteriore incontro con la partecipazione del coordinatore provinciale del Corpo Forestale dello Stato.
Per quanto concerne, in particolare, l'azione di contrasto della malavita associata, l'attività investigativa finora svolta ha consentito l'arresto di 11 persone, ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, alle rapine, ai furti ed alle ricettazioni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
alle ore 21,30 di venerdì 10febbraio 2002, mentre nella sede del partito della Rifondazione Comunista di Catanzaro, in via Casalinuovo 11, era in corso un'assemblea, un gruppo di 15 persone, coperti da sciarpe e cappelli calati sul volto al grido di «comunisti carne morta, viva il duce, vi ammazziamo tutti, vi pestiamo» tentava di sfondare, con un masso e una struttura metallica usati a mo' di ariete, il portone del palazzo che, fortunatamente, resisteva ai violenti colpi;
già in precedenza, all'atto di varcare il portone dello stabile, il signor Antonio Giuseppe Commodari (segretario locale del partito della Rifondazione comunista), che si recava, all'assemblea, era stato fatto oggetto di gravi minacce e insulti da parte di alcuni giovani con il volto coperto da sciarpe giallorosse e vestiti tutti nello stile noto per essere quello adottato dai giovani neofascisti;
i partecipanti all'assemblea chiedevano l'intervento del soccorso pubblico 113 e dopo 15 minuti giungevano due volanti della polizia di Stato, raggiunte poi da una terza;
al sopraggiungere delle forze dell'ordine gli aggressori si davano a precipitosa fuga;
gli ufficiali e sottufficiali di polizia raccoglievano dai presenti le informazioni sull'accaduto e repertavano la struttura metallica utilizzata come ariete e un masso che veniva affidato in giudiziale sequestro al signor Giuseppe Antonio Commodari, mentre invece la struttura metallica, a tutt'oggi, giace abbandonata in via Casalinuovo;
precedentemente all'assalto in via Casalinuovo, vi erano stati altri episodi di intimidazione (scritte sui muri in prossimità della sede del partito della Rifondazione Comunista inneggianti al fascismo e con minacce di morte, sassate contro i vetri e minacce a singoli militanti);
tali episodi hanno avuto inizio in concomitanza con l'annuncio di una manifestazione antifascista indetta per il giorno 9 febbraio da tutte le forze democratiche e antifasciste e resa nota anche attraverso una «lettera aperta» comparsa su tutti gli organi di stampa a difusione regionale;
nella stessa data è prevista anche una manifestazione indetta da un'organizzazione denominata «Forza nuova» che si richiama notoriamente ed inequivocabilmente al fascismo e già nota anche a livello nazionale -:
quali iniziative concrete di vigilanza democratica il Ministro interrogato voglia costruire ed adottare nel più breve tempo possibile per permettere la libera espressione della dialettica democratica e costituzionale, duramente attaccata da organizzazioni fasciste.
(4-02051)
Le forze di polizia sono costantemente impegnate su questo fronte ed hanno ben chiara la percezione dell'importanza della problematica de qua; è auspicabile da parte di tutti una sempre maggiore maturità democratica, che guidi ad inscrivere in modo leale, nel quadro di una civile convivenza, l'espressione del proprio dissenso e l'affermazione della propria visione del mondo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
a Cisterna di Latina (Latina) è ubicato un commissariato della polizia di Stato composto da appena 25 poliziotti ai quali, nonostante tale esiguo organico, è affidato il controllo di un territorio molto vasto che comprende, oltre a quello di Cisterna, anche i comprensori di Aprilia, Cori e Roccamassima;
l'indice di criminalità, negli ultimi tempi, vede in quella giurisdizione un preoccupante aumento;
chiunque si rechi presso il commissariato di Cisterna, ha modo di essere sgradevolmente colpito per la sua collocazione, i locali bui, maleodoranti e malsani, assolutamente inadeguati in base al vigente decreto legislativo n. 626 del 1994 sulla sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro;
i locali del commissariato, che pure per legge opera fermi ed arresti, sono immediatamente confinanti con un istituto scolastico (li divide, da esso, una semplice parete di cartongesso più volte bucata, addirittura con le matite, dai ragazzi della scuola);
ultimamente anche l'USP - Unione sindacale di polizia - ha decisamente affrontato la carentissima situazione nella quale versa ed opera tale commissariato, chiedendo l'adeguamento dell'edificio che lo ospita alle reali necessità, oppure il trasferimento in altro e più idoneo edificio, ed il raddoppio minimo dell'organico -:
se intenda impartire urgenti e necessarie disposizioni per l'adeguamento alle norme dei locali del commissariato;
se non ritenga inoltre di disporre il suo urgente trasferimento in un edificio più idoneo;
se non intenda, infine, disporre il necessario aumento del personale e, di conseguenza, l'altrettanto indispensabile aumento dei mezzi e delle tecnologie.
(4-02076)
Poiché il predetto ufficio è ubicato, sin dal 1992, in uno stabile effettivamente inadeguato, dal 1999 è stato individuato, d'intesa con l'amministrazione comunale, un nuovo immobile, per il quale il dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno ha già fornito adesione di massima alla locazione.
Peraltro, i tempi della procedura si sono dilatati in quanto si è reso necessario attendere il cambio di destinazione d'uso dell'immobile prescelto, poi deliberato a seguito di un'apposita conferenza di servizi.
Attualmente, il comune si è riservato di far conoscere le proprie definitive determinazioni, sulla scorta di ulteriori elaborati tecnici depositati dalla società proprietaria dello stabile in questione.
In relazione alla proposta di procedere alla revisione degli organici dell'ufficio in questione, si informa che è in corso di elaborazione, presso il ministero dell'interno, un piano di razionalizzazione dei presidi della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto ad ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio.
La realizzazione del progetto, che prevede anche una fase di sperimentazione preventiva in ambiti territoriali delimitati, richiederà comunque tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali, com'è noto, partecipano anche le realtà locali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nella notte tra il 10 e l'11 marzo 2002 la cooperativa So.La.Re., che raccoglie gli indumenti usati per la Caritas di Padova, ha subito un gravissimo attentato incendiario;
tre camion sono stati bruciati;
questo gravissimo attentato arriva dopo intimidazioni, furti e un altro attentato mancato ai danni della Caritas;
la cooperativa impiega circa cento persone: immigrati, detenuti ammessi a misure alternative, tossicodipendenti, donne extracomunitarie sottratte alla strada e al racket della prostituzione;
la funzione sociale svolta dalla Caritas e della cooperativa So.La.Re. è notevolissima e insostituibile;
nella città di Padova questo è solo l'ultimo di una serie di atti violenti e intimidatori commessi sia dalla criminalità comune e organizzata sia dall'estremismo politico: ci si riferisce in particolare agli attentati nei confronti dei circoli omosessuali «Tralaltro» e «Drasticamente» e all'attentato incendiario compiuto ai danni della sede cittadina della Lega Nord -:
se il Governo sia a conoscenza dell'accaduto;
se il Governo non ritenga che a Padova il clima politico e dell'ordine pubblico rischi di degenerare;
quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che episodi di tale gravità possano ripetersi;
se il Governo non ritenga opportuno rinforzare gli organici delle forze dell'ordine della città e della provincia di Padova per migliorare il contrasto alla criminalità comune, organizzata e politica.
(4-02510)
L'episodio non è stato in alcun modo rivendicato, né gli accertamenti della Polizia scientifica sono riusciti ad evidenziare elementi utili alle indagini. Gli investigatori stanno approfondendo le dichiarazioni del responsabile della cooperativa che ha, tra l'altro, riferito che un ex dipendente, allontanato nel settembre 2001, si era in più occasioni presentato presso gli uffici della So.La.Re. (l'ultima volta sette giorni prima dell'attentato in questione), minacciando i presenti.
Per quanto riguarda gli altri episodi evocati, il 25 febbraio 2002 il responsabile dell'Associazione studenti universitari (A.S.U.) di Padova ha denunciato che la notte precedente era stata danneggiata e imbrattata, con scritte ingiuriose contro il circolo Arcigay «Talaltro», la saracinesca della sede dell'associazione. Un'ulteriore scritta ingiuriosa è comparsa, nella notte del 26 febbraio, a fianco del circolo Arci Lesbica «Drasticamente».
Sempre a Padova, nella notte del 22 febbraio precedente, erano state lanciate due bottiglie incendiarie contro il portone della sede della Lega Nord. L'atto criminoso è stato rivendicato, con un volantino dattiloscritto inviato per posta alla locale redazione del quotidiano Il Mattino di Padova, da una sedicente formazione «G.A.P.» (Gruppi d'Azione Proletaria), dove, fra l'altro, si criticavano le politiche governative in tema di lavoro. Le indagini per l'identificazione dei responsabili sono in corso. L'evolversi della situazione è attentamente seguito dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza, che hanno intensificato l'attività di contrasto e di controllo del territorio, mirata anche alla prevenzione dei fenomeni delittuosi in questione.
In relazione all'opportunità di rinforzare gli organici delle forze dell'ordine della città e della provincia di Padova, si informa che è in corso di elaborazione, presso il ministero dell'interno, un piano di razionalizzazione dei presidi di polizia e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto ad ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione del personale e dei presidi territoriali, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la strada statale n. 64 (Porrettana) costituisce un importante arteria nazionale di collegamento tra l'Emilia-Romagna e la Toscana;
in particolare tale strada rappresenta - a fronte di eventuali blocchi del tratto autostradale appenninico - l'unico canale di collegamento fra le due regioni in grado di smaltire il traffico pesante;
tale strada, particolarmente sul versante bolognese, attraversa comunità dell'alta valle del Reno importanti per l'insistenza di realtà produttive e commerciali di grande importanza, per le attività turistiche invernali ed estive e per le attività termali, che inducono notevoli spostamenti di persone e di merci;
per queste ragioni tale strada è stata annoverata tra le arterie di valenza nazionale ed è rimasta sotto la gestione dell'ANAS;
in seguito a gravi movimenti franosi verificatisi nel 1995, il Governo e l'ANAS, a seguito alle reiterate richieste dei comuni, della provincia e della regione, si sono impegnati a finanziare l'ammodernamento di essa nel tratto Marano (chilometro 45,815) e Silla (chilometro 38,470);
il decreto ministeriale n. 411 del 23 marzo 2001 ha adottato lo schema di programma triennale per la gestione e l'incremento della rete stradale ed autostradale dello Stato e in tale schema, relativamente al programma 2001-2003 del compartimento per la viabilità dell'Emilia-Romagna, è inserito il primo stralcio (di tre) del progetto di ammodernamento sopra citato per una cifra stimata di 43 miliardi di lire. Nell'articolazione della copertura finanziaria è prevista la copertura dai fondi indicati dalla legge finanziaria 388 del 2000 -:
quali siano le ragioni del grave ritardo nel mettere a gara i lavori previsti dal progetto di ammodernamento e se in questo ritardo non vi siano responsabilità soggettive dei dirigenti dell'ANAS;
che cosa intenda fare il Governo per assicurare gli abitanti e gli amministratori delle comunità dell'Alto Reno della provincia di Bologna che tale primo stralcio verrà realizzato quanto prima e che, in immediata successione, verranno cantierati gli altri due stralci facenti parte del progetto complessivo concordato in questi anni tra amministrazioni locali, Governo ed ANAS.
(4-02445)
L'Ente stradale fa presente, infine, che la strada statale n. 64 rientra tra gli interventi strategici di preminente interesse nazionale, indicati nella delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 nell'ambito del «sistema di attraversamento Nord-Sud dei valichi appenninici», per i quali dovranno essere attivati i meccanismi attuativi e di finanziamento previsti dalla legge obiettivo.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
la settimana scorsa si è verificato un probabile atto di sabotaggio lungo la linea ferroviaria Conegliano-Vittorio Veneto;
a seguito del posizionamento di un cavo di rame, un corto circuito ha «messo fuori uso» ben 17 passaggi a livello;
ciò, potenzialmente pericolosissimo, ha fortunatamente causato solo il blocco della circolazione ferroviaria recando comunque non pochi problemi ai cittadini e un diffuso senso di insicurezza -:
se il Governo sia a conoscenza di tale fatto e quali misure preventive abbia interesse di mettere in atto per impedire il ripetersi di tali atti;
se vi sia l'intenzione di mettere in campo energie adeguate a scoprire eventuali autori.
(4-02290)
Sul posto è immediatamente intervenuto personale della polizia ferroviaria di Conegliano, nonché tecnici delle Ferrovie dello Stato spa.
Il guasto, provocato da una treccia di rame della messa a terra che si era posizionata sopra la rotaia, ha determinato la chiusura del solo passaggio a livello situato nel comune di Vittorio Veneto, per il tempo strettamente necessario ad effettuare la manutenzione necessaria.
Secondo quanto riferito alla polizia ferroviaria dai tecnici delle Ferrovie, l'inconveniente, che non ha in alcun modo messo a repentaglio l'incolumità dei viaggiatori, sarebbe stato determinato dall'usura degli elementi che compongono il circuito, a causa della vibrazione dei treni in transito.
Dagli ulteriori accertamenti svolti dal Compartimento della polizia ferroviaria di Venezia, è stato confermato che il guasto non ha avuto origine dolosa.
È stata, peraltro, intensificata l'attività di pattugliamento lungo la linea ferroviaria in questione.
Appare utile precisare che l'episodio in questione è stato enfatizzato il giorno successivo da un quotidiano locale che ha riportato notizie acquisite da un dirigente delle Ferrovie, prima che fossero svolte le necessarie verifiche sulla natura e sulle dimensioni del guasto.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nel Trevigiano sono in spaventoso aumento le rapine nelle case e nelle ville private;
i malcapitati vengono sequestrati e segregati, a volte persino seviziati nella propria abitazione, sino a razzia completata, dopo di che i delinquenti si allontanano portando via la refurtiva consistente in gioielli e oggetti di valore e persino in automobili;
il volume della refurtiva impone che la stessa venga poi ricollocata sul mercato degli antiquari e dei gioiellieri oltreché nel traffico di auto rubate;
secondo le testimonianze gran parte di queste incursioni notturne vengono compiute da cittadini extracomunitari clandestini -:
come si intenda fermare il fenomeno che potrebbe colpire chiunque, ivi incluse persone anziane o inermi;
come si intenda indagare seriamente sul traffico di merci rubate, gioielli e pezzi di arte o antiquariato e auto per individuare i responsabili delle azioni criminali;
come si intenda potenziare la presenza nella provincia di Treviso delle forze di polizia preposte al controllo del territorio;
come si intenda tutelare i cittadini da questo quotidiano e impunito assalto della delinquenza.
(4-01091)
I malviventi, generalmente armati, hanno agito secondo una strategia consolidata, minacciando o malmenando le vittime, appropriandosi di denaro, oggetti di valore, armi nonché di autovetture di pregio.
Nell'intento di mettere a punto un'immediata ed efficace strategia di contrasto, già il 7 settembre 2001, presso le prefetture di Brescia e di Vicenza, si sono tenute apposite conferenze delle autorità di pubblica sicurezza, presiedute nell'occasione dal Sottosegretario di Stato onorevole D'Alì ed allargate alla partecipazione del vice capo della polizia prefetto Manganelli, dei Procuratori della Repubblica, degli esponenti degli enti locali e delle associazioni di categoria delle province interessate, in particolare di Brescia e Bergamo per la Lombardia e di Vicenza, Verona, Padova e Treviso per il Veneto.
È stato immediatamente rafforzato, anche con l'invio di trecento unità dei reparti prevenzione crimine della polizia di Stato, il dispositivo di controllo del Nord-Est, soprattutto nei comuni e nelle frazioni considerati maggiormente a rischio, così come sulle arterie stradali in passato più frequentemente utilizzate dai malviventi come vie di fuga.
Contemporaneamente sono state effettuate capillari verifiche della regolarità della posizione di soggiorno degli extracomunitari ed è stata potenziata l'attività investigativa.
Inoltre, sono stati sensibilizzati i vertici della missione delle forze di polizia italiane in Albania per il contrasto delle organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per la ricerca dei latitanti albanesi.
Per quanto in particolare concerne la provincia di Treviso, dal 1999 al settembre 2001 sono state perpetrate complessivamente 75 rapine in abitazione, con una media mensile di circa due al mese (di 19 delle quali sono stati scoperti gli autori) mentre, dall'ottobre 2001 al febbraio 2002, si registra una netta flessione del fenomeno, in quanto il numero delle rapine denunciate è sceso a tre.
Sono ancora in atto, peraltro, servizi di vigilanza nell'arco notturno, con posti di controllo sugli itinerari di più facile accesso e deflusso.
Per quanto concerne il richiesto potenziamento degli organici delle forze dell'ordine nella provincia di Treviso, si rappresenta che presso il ministero dell'interno è in corso di elaborazione un piano di razionalizzazione dei presidi della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, che si propone di ottimizzare la distribuzione dei presidi territoriali, per la prima volta anche a livello dei piccoli comuni, nonché di recuperare operatori da destinare al controllo del territorio.
Ciò al fine di elevare gli standard qualitativi dei servizi di ordine e di sicurezza pubblica in ogni area del Paese.
L'elaborazione tiene conto dell'andamento tendenziale della criminalità, dei rapporti tra la forza organica degli operatori deputati al controllo del territorio e la rispettiva popolazione, e tra quest'ultima ed il totale dei delitti commessi.
È inoltre prevista una fase di sperimentazione preventiva delle linee del possibile riordino, da avviare in una regione ove è maggiormente avvertita l'esigenza di ottimizzare le risorse.
Solo dopo una attenta analisi dei risultati raggiunti in tale fase potranno essere individuati i criteri di intervento standard per l'avvio concreto, su tutto il territorio nazionale, del piano di razionalizzazione in parola, che comunque richiederà tempi adeguati e cadenzati, nonché il coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica ai quali partecipano anche le realtà locali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nella notte tra domenica 30 settembre e lunedì 1 ottobre 2001 a Napoli, su corso Malta, snodo stradale notoriamente pericoloso, all'imbocco della tangenziale, si è verificato, purtroppo, un drammatico incidente che ha occupato le cronache dei quotidiani partenopei;
il giovanissimo Mauro Reia, dopo aver sottratto di nascosto il motorino al padre, stando a quanto si è appreso dalle cronache giornalistiche, si è recato con alcuni coetanei presso la tangenziale, ove, di lì a poco, ha perso la vita;
Mauro, come del resto i suoi amici, viaggiava privo dell'obbligatorio casco protettivo, palesando una consuetudine ben radicata a Napoli e trasgredendo, dunque, all'imposizione prevista dal codice della strada;
sempre dalla lettura dei quotidiani si è appreso che il sopraggiungere di un
i medici hanno tentato invano di strapparlo alla morte senza tuttavia riuscirvi, poiché le condizioni nelle quali l'adolescente versava dopo l'incidente erano irrimediabilmente compromesse;
il trauma cranico subito, a seguito della mancanza di casco protettivo, ha decretato, purtroppo, la morte del giovane;
l'episodio di corso Malta, rappresenta, purtroppo, solo uno dei numerosi casi di decesso collegati alla trasgressione delle norme di sicurezza stradale, specie quelle riguardanti il non utilizzo dell'apposito casco di protezione -:
se i Ministri interrogati ritengano di adottare provvedimenti eventualmente di carattere normativo allo scopo di consentire maggiore severità nei controlli preventivi delle infrazioni e nella predisposizione di correttivi regolamentari in grado di punire con sanzioni più aspre le trasgressioni;
se il Ministro dell'interno non ritenga opportuna la predisposizione di norme rivolte alla confisca del motorino e alla conseguente loro inutilizzabilità attraverso l'adozione di disposizioni che prevedano l'uso di strumenti quali ganasce o speciali sigilli, in grado di rendere realmente effettiva la indisponibilità dei mezzi a due ruote, spesso usati imprudentemente da minorenni.
(4-00875)
Si è seguita una strategia incentrata innanzitutto su servizi mirati di controllo del territorio cittadino, segnatamente in una serie di punti critici che vengono presidiati con particolare attenzione dalle forze di polizia e dagli operatori della polizia municipale; d'altro lato, sono state definite campagne di sensibilizzazione volte ad incidere sul sistema di valori e sull'atteggiamento nei confronti della sicurezza stradale sia dei giovani che degli adulti.
Piani particolari sono stati definiti contro i cosiddetti «motociclisti selvaggi».
Gli interventi operativi vengono eseguiti in stretta collaborazione con il comune di Napoli e con il corpo dei vigili urbani di quella città.
Per effetto di tali iniziative, nel 2001, sono stati elevati 97.206 verbali per il mancato uso del casco, con una percentuale pari al 20 per cento di veicoli sequestrati o sottoposti a fermo amministrativo.
Quanto alle campagne di sensibilizzazione, personale della polizia stradale ha partecipato attivamente a tutte quelle avviate negli ultimi anni sia da amministrazioni pubbliche, quale la regione (ad esempio, il progetto «Ama la vita», avviato nel 1999), sia da associazioni private con esperienze nel settore.
Nei mesi scorsi è inoltre iniziata, nella città di Napoli, una ulteriore campagna di informazione sulla sicurezza stradale e, in particolare, sull'uso del casco, che ha coinvolto tutte le amministrazioni pubbliche interessate al problema, l'ASCOM Confcommercio e la Federazione italiana pubblici esercizi.
Nell'ambito di tale campagna sono in programma, tra l'altro, appositi incontri nelle scuole con agenti e operatori qualificati.
I risultati ottenuti sono incoraggianti. Gli organi di polizia stradale segnalano che in alcune aree del napoletano si registrano già buoni livelli di rispetto delle norme del codice della strada e di quelle particolari che impongono l'uso del casco.
Tuttavia, va riconosciuto che il problema si pone ancora in termini seri, specie
È questo il caso dello stesso episodio dal quale trae spunto l'interrogazione, relativo alla morte del giovane Mauro Reia, vittima di una sciagura stradale mentre era alla guida di un motoveicolo sequestrato dopo una contravvenzione per guida senza casco ed affidato, su richiesta, alla custodia dei genitori.
De iure condendo, l'introduzione della sanzione amministrativa accessoria della confisca del ciclomotore in caso di violazioni dell'obbligo dell'uso del casco, potrebbe risultare obiettivamente sproporzionata e non omogenea rispetto al quadro sanzionatorio complessivo stabilito dal codice della strada, tenuto conto - tra l'altro - che quest'ultimo stabilisce per tale infrazione una sanzione amministrativa principale obiettivamente contenuta (pagamento in misura ridotta della somma di 31.30 euro, ove la violazione sia commessa da adulti).
Per questa ragione, nell'ambito dei lavori della commissione interministeriale che ha allo studio la possibilità di ulteriori modifiche al codice della strada, i rappresentanti del Ministero interessato si sono già fatti portatori dell'esigenza di una revisione dell'apparato sanzionatorio relativamente ad una serie di infrazioni, tra le quali anche quelle in discorso, specialmente nei casi di recidiva.
Sembrano necessari, in particolare, sia un inasprimento della sanzione pecuniaria principale, sia l'introduzione di correttivi per rendere effettivo il provvedimento di blocco a tempo determinato dei motoveicoli nei casi di recidiva e qualora la violazione sia stata commessa da minori.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nel corso della trasmissione Novantesimo Minuto andata in onda in data 20 gennaio sulla emittente televisiva nazionale RAI 1, è stato mostrato il riflesso filmato relativo all'incontro di calcio disputatosi, alcune ore prima, allo stadio «G. Meazza» di Milano, tra l'Inter ed il Parma;
all'interno del servizio relativo all'incontro di calcio, sono state mostrate alcune immagini afferenti violenti tafferugli scoppiati nel settore di stadio riservato ai tifosi del Parma, tra questi ultimi e la polizia;
stando a quanto si è appreso dal commento sonoro che ha accompagnato le immagini andate in onda per pochi secondi, detti disordini si sarebbero verificati in assenza di specifiche condotte offensive e violente da parte dei tifosi parmensi;
la decisa azione posta in essere dagli agenti delle forze dell'ordine sarebbe stata determinata, stando sempre a quanto sinteticamente è stato rappresentato, dal tentativo operato da parte di alcuni tifosi ospiti, di abbandonare lo stadio dopo il secondo goal realizzato dalla formazione avversaria;
prima della gara e nel corso della stessa non si sono registrati episodi di violenza né comportamenti teppistici e pericolosi da parte della tifoseria parmense -:
se il Ministro interrogato, accertati i fatti, non ritenga di chiarire le dinamiche relative ai denunciati disordini, disponendo una accurata verifica in ordine alla genesi degli stessi ed alla riconducibilità o meno della reazione di forza al tentativo da parte dei tifosi di abbandonare lo stadio;
qualora la causa della reazione di forza da parte degli agenti di polizia fosse riconducibile al tentativo dei tifosi ospiti di abbandonare il settore prima della fine
(4-01848)
Il conseguente intervento delle forze di polizia, esauritosi nell'arco di pochissimi minuti, si è reso necessario in quanto, secondo le norme di sicurezza che disciplinano il deflusso della tifoseria della squadra ospite, peraltro ripetutamente diffuse dallo speaker dello stadio, si procede prima al deflusso dei tifosi della squadra ospitante per poi consentire l'uscita di quelli della formazione ospitata.
Inoltre, numerosi tifosi della squadra milanese avevano già abbandonato i propri settori, per cui l'uscita non controllata dallo stadio di quelli parmensi avrebbe comportato l'inevitabile contatto tra le due opposte tifoserie.
Al termine dell'incontro, ultimato il deflusso della tifoseria locale, anche i tifosi ospiti hanno abbandonato lo stadio per raggiungere il parcheggio dei pullman. Durante il deflusso, le forze di polizia hanno accompagnato tredici giovani presso il posto di polizia dello stadio per l'identificazione e l'accertamento delle eventuali responsabilità per i disordini avvenuti. Nove di essi sono stati denunciati in stato di libertà per gli atti di violenza in precedenza perpetrati e nei loro confronti è stata richiesta l'applicazione della misura del divieto di accesso allo stadio; tre sono stati riconosciuti estranei alle condotte violente in questione e uno arrestato perché, anche durante l'accompagnamento presso il citato posto di polizia, ha opposto resistenza violenta agli operatori di polizia.
A causa dei traumi e delle contusioni subite, durante i disordini, sei agenti della polizia di Stato sono dovuti ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso dello stadio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
lo scalo ferroviario di Villa San Giovanni (Reggio Calabria) rappresenta una struttura di fondamentale importanza per il collegamento fra la sponda calabra e la sponda sicula dello stretto di Messina;
lo scalo ferroviario di Villa San Giovanni è attraversato quotidianamente da migliaia di passeggeri in senso nord-sud e viceversa;
molti passeggeri sono anziani o portatori di handicap o donne in stato interessante;
lo scalo è dotato di scale mobili che quando funzionanti assolvono una mirabile funzione di agevolare il passaggio specie per l'imbarco sulle navi traghetto;
che senza l'ausilio di dette scale mobili, in particolar modo per l'imbarco sulle navi traghetto, l'attraversamento diviene difficoltoso, faticoso e fonte di notevole disagio;
dette scale mobili sono ferme e/o fuori uso da diversi mesi (o anni) in una struttura così importante -:
quali siano i motivi di tale fermo e quali provvedimenti intenda attivare al più presto al fine di eliminare l'inconveniente sopra lamentato, per ridare efficienza alla struttura ferroviaria e agevolare così il passaggio ai tanti viaggiatori che attraversano lo Stretto.
(4-01435)
L'impianto è stato fuori esercizio per circa dieci mesi a causa dei lavori di manutenzione per un guasto che ha interessato alcune parti della componentistica di sicurezza.
L'intervento posto in essere sia di manutenzione straordinaria sia di adeguamento a norma, è risultato più lungo del previsto per le difficoltà di reperimento sul mercato delle parti di ricambio di uso non comune.
Le scale mobili sono state riaperte all'esercizio in data 21 gennaio 2002, dopo i necessari collaudi effettuati dai tecnici del ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il centro sperimentale stradale dell'Anas, sito a Cesano (Roma), ha svolto dal 1962 compiti di emissione del certificato di qualità dei materiali utilizzati e prove sistematiche di controllo in fase esecutiva;
tale centro è stato inserito nel novero dei laboratori ufficiali, delegato a svolgere una funzione di pubblica utilità (legge n. 95 del 1968);
nel decennio 1980-1990 il centro perde progressivamente il ruolo di laboratorio centrale dell'azienda e viene declassato al ruolo di laboratorio interregionale;
negli anni successivi a tale ridimensionamento, il centro si è dedicato a diverse attività, arrivando così ad essere inserito nel 1995 anche nel disciplinare tecnico del ministero dei lavori pubblici come uno dei laboratori ufficiali in cui determinare il livello di qualità delle pellicole retroriflettenti impiegate per la costruzione dei segnali stradali;
nella fase attuale il centro conta numerose attività tra cui formazione e corsi di aggiornamento professionale, attività di sperimentazione, laboratorio mobile, laboratorio di acustica, oltre a svolgere numerosi servizi con l'ausilio di moderne attrezzature;
il centro sperimentale stradale è stato recentemente estromesso dall'elenco dei laboratori ufficiali con l'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, in quanto considerato «non più attivo» -:
se intenda verificare l'attività del centro e l'eventuale possibilità di reinserimento nel novero dei laboratori ufficiali.
(4-02317)
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
si sono verificati più casi che hanno portato l'emittente televisiva Telelibera ad operare in un particolare clima intimidatorio nel quotidiano svolgimento del delicato ruolo di informazione che si trova a svolgere;
Telelibera è un'emittente televisiva che è sempre stata aperta a tutti i liberi cittadini che vogliono denunciare spontaneamente il loro disagio sociale;
l'ultimo avvenimento in ordine di tempo si è verificato il 12 febbraio 2002 quando, durante una trasmissione sportiva,
quali interventi intenda attuare il Ministro interrogato, alla luce di quanto emerso, per porre fine ai disagi che l'emittente si trova ad affrontare, consentendo così una attività di informazione più libera.
(4-02201)
In particolare, è stato segnalato che il precedente 12 febbraio, successivamente alla trasmissione di un servizio dai contenuti fortemente critici nei confronti della dirigenza della Società Sportiva Calcio Napoli e di parte della tifoseria locale, due autovetture avevano effettuato, in modo sospetto, ripetuti passaggi nei pressi della sede della televisione.
Già dall'autunno del 2001 legali rappresentanti dell'emittente televisiva avevano sporto le seguenti denunce: il 27 settembre 2001, nei confronti di ignoti per scritte oltraggiose e minacciose contro l'editore ed un giornalista; il 10 dicembre 2001, per il contenuto degli striscioni esposti presso lo stadio di Benevento da un gruppo di ultras della tifoseria partenopea contro alcuni dirigenti della precitata società sportiva.
Gli inquirenti stanno espletando indagini per risalire agli autori dei fatti e, al momento, non escludono che gli stessi possano essere ricondotti al clima di tensione tra una parte della tifoseria partenopea più accesa ed i giornalisti sportivi di «Telelibera», in relazione al contenzioso in atto all'interno della dirigenza della Società Calcio Napoli per la cessione delle quote azionarie.
Peraltro, al fine di evitare il verificarsi di ulteriori atti di teppismo, in sede di riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia, sono state predisposte misure di vigilanza mobile a tutela della sicurezza degli impianti di «Telelibera», del direttore editoriale e dell'amministratore unico.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
è giunta voce allo scrivente che lo stabilimento propellenti di Fontana Liri è stato declassificato, attraverso un documento del direttore generale dell'agenzia industria difesa, da «Ente di punta» a mero e semplice "Ente»;
un tale cambiamento di cui si è detto, lungi da rappresentare una mera questione lessicale, potrebbe celare, sconsideratamente una volontà diretta alla riduzione della sua attività financo a comportarne una chiusura definitiva dello stesso;
la qualità delle polveri è stata certificata e provata dalla NATO;
lo stabilimento propellenti annovera tra i propri clienti anche privati, segno questo che l'opificio fontanese costituisce un'azienda moderna ed efficiente e ciò che più conta di qualità;
tra il personale dipendente dello stabilimento militare così come tra le persone che vedono la loro attività inscindibilmente legata all'indotto generato dallo stesso serpeggia malessere ed incertezza per la delicata questione;
il territorio sul quale ricade lo stabilimento militare è stato già in un recente passato oggetto di crisi occupazionali ed un eventuale chiusura o ridimensionamento anche dei propellenti rappresenterebbe, di fatto, un colpo mortale per i livelli occupazionali per questa parte della Ciociaria -:
se la circostanza sia vera, se qualche notizia sia giunta al Ministro e soprattutto quale iniziativa si vuole intraprendere per mantenere e riconvertire il ruolo e il compito
(4-02461)
Per quanto attiene, in particolare, agli stabilimenti dell'area industriale transitati alle dipendenze dell'Agenzia industrie difesa, essi, pur conservando la denominazione preesistente, sono indicati, a fattor comune, come unità produttive.
Ciò premesso, con riferimento al quesito posto, si sottolinea che lo scopo principale dell'Agenzia industrie difesa è quello di rivalutare le attività produttive degli stabilimenti ad essa affidati, sia nei riguardi del ministero della difesa che nei confronti del mercato esterno, promuovendo progetti mirati a conseguire un effettivo rilancio produttivo ed una gestione economicamente conveniente degli stessi, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 459 del 1997, relativo alla ristrutturazione dell'area industriale della Difesa, e dalle norme istitutive della citata Agenzia (decreto legislativo n. 300 del 1999 e decreto del Presidente della Repubblica n. 424 del 2000).
Al riguardo, le linee generali dei progetti di ristrutturazione di ciascuno stabilimento sono state ampiamente illustrate alle organizzazioni sindacali nazionali e locali. In tali circostanze sono stati messi in particolare evidenza gli aspetti della riorganizzazione e del conseguente incremento delle attività produttive che fanno escludere eventuali propositi di chiusura ma che, nel contempo, non possono prescindere da adeguamenti di organico da realizzare, attraverso processi di riconversione e riqualificazione professionale e mediante ridimensionamenti, in funzione delle prevedibiliacquisizioni di commesse dal mercato trattato dai singoli stabilimenti.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
come risulta da un comunicato stampa del circolo del Partito della Rifondazione comunista «Antonio Gramsci», di Verona Sud, Largo Cervignano n. 20, domenica 3 febbraio 2002, verso le 8,30 del mattino, un gippone a pieno carico, e un automezzo dei vigili del fuoco si sono arrestati davanti la sede del circolo stesso, e le forze dell'ordine che ne sono uscite hanno tolto uno striscione che da due settimane stava appeso sulla facciata del circolo denunciando, come si confà ad un'espressione politica dell'opposizione, lo stretto connubio tra Confindustria e Governo;
il circolo del Partito della Rifondazione comunista di Borgo Roma si trova in una sede «storica» ben conosciuta dalle forze dell'ordine, in quanto appartiene a RC fin dalla sua costituzione e ancora da prima è sempre stata sede di organizzazioni della sinistra (sicuramente da oramai oltre 20 anni), così come sono assolutamente ben conosciuti i responsabili e i frequentanti di tale circolo (aperto al pubblico il giovedì dalle 18 e la domenica dalle 11 più altri momenti a seconda delle esigenze) cui le forze dell'ordine avrebbero potuto rivolgersi prima di effettuare il sequestro;
questo metodo di informazione e propaganda politica è utilizzato dal circolo Gramsci ormai da quattro mesi, con l'affissione sull'ingresso della sede, così come dall'avvento della democrazia nel nostro paese tutte le sedi dei partiti politici hanno sempre legittimamente fatto con i «giornali murali», di uno striscione, sostituito ogni 15 giorni con scritte di attualità politica;
la sostituzione della scritta, come ogni quindici giorni, sarebbe stata fatta proprio il lunedì successivo, come in effetti è avvenuto con un nuovo striscione già dalle 17,30, con la riproposizione di uno slogan analogo;
la DIGOS, davanti alle proteste immediate da parte dei responsabili del circolo e della federazione provinciale del partito della Rifondazione Comunista, ha sostenuto di «non sapere che lo striscione fosse vostro: non era firmato. Gli agenti in servizio hanno pensato che fosse stato qualcun altro ad appenderlo» -:
con quale diritto le forze dell'ordine si siano appropriate con, una scusa puerile di un legittimo strumento di propaganda politica legittimamente esercitata da un partito politico;
se del sequestro sia stato redatto un verbale;
quali siano state le motivazioni addotte;
se vi siano nuove norme o ordini che giustifichino il sequestro dopo 4 mesi dal momento in cui il ben visibile striscione campeggiava sulla sede del circolo;
se l'iniziativa sia stata spontanea da parte delle forze di polizia o se vi sia stata una qualche denuncia o richiesta in tal senso e, nel caso affermativo, da parte di chi;
se non riterrebbe più opportuno che le forze dell'ordine utilizzassero il tempo e il denaro pubblico per rimuovere, piuttosto che scritte più che legittime da parte di un partito politico rappresentato in Parlamento e costituzionalmente garantito, i numerosissimi striscioni, manifesti e scritte che infestano la città di Verona da parte di formazione, organizzazioni, bande ed orde dell'estrema destra incostituzionale, inneggianti al fascismo, al razzismo, allo sterminio e sicuramente fuori legge ai sensi della legge Mancino.
(4-02350)
Pertanto, il personale operante, ritenendo che il tenore delle scritte potesse configurare un'ipotesi di reato, ha dovuto procedere, nella qualità di agenti di polizia giudiziaria, alla rimozione ed al sequestro dello striscione, ponendolo a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, alla quale è stata inoltrata anche una apposita informativa, per le valutazioni di competenza.
Inoltre, per quanto concerne scritte riconducibili a gruppi o movimenti di estrema destra, di tenore razzista o comunque in violazione della legge «Mancino», si rappresenta che le forze di polizia assicurano, attraverso quotidiani servizi di controllo, un monitoraggio sul territorio, investendo i competenti uffici comunali per la successiva, tempestiva rimozione o cancellazione degli stessi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nella giornata di martedì 12 febbraio 2002 la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato si è trasferita in Puglia per le audizioni relative alle centinaia di richiedenti asilo sbarcati a Gallipoli ed attualmente ospitati, per quanto si conosce, nei locali del Centro Orizzonte;
subito dopo lo sbarco, il sottosegretario all'interno Mantovano affermò il 31 gennaio 2002 che «esaurita la fase della prima accoglienza (...) tutti coloro che non hanno titolo a vedersi riconosciuto lo status di rifugiati saranno espulsi e riaccompagnati nel paese d'origine». Il giorno dopo il presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Berlusconi convocava alla Farnesina l'ambasciatore turco Utkan per
il Governo non può ignorare che il rimpatrio coatto dei richiedenti asilo non riconosciuti non può essere deciso in via generale, ma può solo essere disposto caso per caso, dietro verifica della situazione personale e di quella del paese di origine, nel rispetto di tutte le garanzie (ivi compreso il ricorso alla magistratura ordinaria e amministrativa) e comunque del divieto di refoulement in paesi in cui si rischino persecuzioni (Turchia e Iraq, ad esempio); né che il motivo per cui gli accordi con la Turchia non sono giunti finora a prevedere la riammissione coatta sta proprio negli scarsi standard di quel paese in materia di diritti umani;
ai quasi cinquecento cittadini stranieri sbarcati dalla nave turca Engin è stato riservato un trattamento inusuale. A tutti è stato chiesto se volevano fermarsi e chiedere asilo in Italia. A coloro che hanno risposto di no, o che siano stati considerati non meritevoli di accedere alla procedura di asilo (anche in base a criteri opinabili: un cittadino turco, figlio di un genitore turco e uno kurdo, si è visto negare la possibilità di chiedere asilo solo perché turcofono e non kurdofono), è stata immediatamente notificata l'intimazione a lasciare il territorio nazionale. Viceversa, a coloro che hanno risposto di sì non è stato dato, fino ad oggi, alcun permesso di soggiorno provvisorio, come accade di solito. Gli uni e gli altri sono stati trattenuti sotto stretta sorveglianza, evidentemente in attesa dell'arrivo della Commissione centrale;
già nell'estate 2001 la Commissione si trasferì in Puglia per l'audizione dei reduci da un altro grande sbarco. Quei profughi hanno riferito di colloqui non superiori a cinque-dieci minuti a testa (necessariamente sommari per l'impossibilità di raccogliere in pochi giorni idee, memorie e prove delle persecuzioni subite) su sei o sette tavoli operanti contemporaneamente, e quindi con la fisica impossibilità del rappresentante Acnur di seguirli tutti. L'esito fu il rigetto di una parte non irrilevante delle istanze. Gli interessati furono trasferiti nel centro di permanenza temporanea «Regina Pacis» di San Foca, da dove dodici di loro furono poi prelevati dalla polizia, nonostante avessero presentato ricorso, e rimpatriati in Turchia via Malpensa. Uno dei dodici è poi rientrato fortunosamente in Italia ed ha ottenuto un riesame della sua posizione, poiché portava ancora i segni delle torture subite all'arrivo, mentre una delegazione di giuristi italiani, recatasi in seguito a Istanbul per altre ragioni, ha saputo dai legali turchi che un altro dei dodici è in carcere e vi resterà a lungo, essendo stato precedentemente condannato per reati politici. Tutti gli altri erano stati comunque detenuti e spesso maltrattati all'arrivo, e poi liberati solo dietro il pagamento di una forte penale da parte delle loro famiglie;
quanto sopra corrisponde del resto a quanto verificato da una missione della tedesca Pro Asyl, in seguito alla quale lo scorso anno diverse Corti tedesche e lo stesso Governo dovettero rivedere, rispettivamente, molte decisioni prese e l'orientamento generale al rimpatrio in Turchia dei rifugiati non riconosciuti;
tutto sembra convergere ora verso una ripetizione su più vasta scala della stessa procedura sommaria di audizione e dell'altrettanto sommario rimpatrio, quantomeno dei kurdi di origine turca, se non anche (in caso di un accordo di riammissione con la Turchia che lo preveda) dei kurdi di origine irakena, per i quali un rimpatrio diretto non può darsi per ragioni logistiche;
da alcuni mesi la Commissione si è orientata (forse anche per un problema di aggravio di lavoro in sede di rinnovo) a non associare come avveniva un tempo per quasi tutti i kurdi, la richiesta di protezione «umanitaria» al rigetto dell'istanza di asilo. Questo orientamento, insieme al moltiplicarsi dei rigetti spesso non motivati se non attraverso formule riprodotte in fotocopia,
se il Ministro interrogato non ritenga di dover spiegare le dichiarazioni citate del sottosegretario Mantovano e del presidente Berlusconi, che viceversa, se confermate, configurerebbero una grave violazione delle garanzie previste dalla convenzione di Ginevra e della legge italiana;
se il Ministro interrogato non ritenga necessario vigilare ed eventualmente intervenire affinché non si realizzino violazioni delle medesime garanzie nell'esame delle richieste di asilo in corso in Puglia e nel successivo trattamento delle persone le cui istanze fossero eventualmente respinte, escludendone comunque un rimpatrio forzoso nei paesi nei quali la loro sicurezza e incolumità non è garantita;
se, a fronte delle notizie circa il perdurante divieto di espressione della cultura, della lingua dell'identità kurda in Turchia e negli altri paesi che ospitano minoranze kurde, il Ministro interrogato non ritenga di disporre affinché, ferme restando le eventuali procedure individuali di asilo politico, sia attribuita ai kurdi che giungono in Italia, per decreto interministeriale o attraverso una raccomandazione della Commissione centrale, una forma di protezione umanitaria automaticamente prorogabile finché permangano le condizioni di repressione.
(4-02175)
Di conseguenza, coloro che hanno dichiarato di non volersi avvalere della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 sono venuti a trovarsi in una situazione di ingresso illegale, sanzionabile con il respingimento o con l'espulsione, ai sensi delle norme vigenti.
Relativamente al rilievo, riferito al non immediato rilascio del permesso di soggiorno ai richiedenti asilo, nelle circostanze accennate, è necessario precisare che detto rilascio, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 maggio 1990, n. 136, è limitato al tempo di espletamento della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato ed è disposto a seguito di taluni adempimenti, quali - in particolare - la raccolta dei dati sull'identità degli stranieri, la verbalizzazione delle loro dichiarazioni e un'indagine tesa ad appurare l'eventuale presenza dei motivi ostativi di cui all'articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 416 del 1989 convertito in legge n. 39 del 1990.
Nel caso di specie i tempi tecnici degli accennati adempimenti si sono inevitabilmente allungati, a causa dell'elevato numero di stranieri arrivati contemporaneamente in Puglia, con le intuibili ripercussioni sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno.
Per ciò che attiene alle modalità di svolgimento dei lavori della Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato, che - giova sottolineare - agisce in piena autonomia, si richiama quanto dichiarato il 21 febbraio 2002 all'Assemblea della Camera dei deputati dal Sottosegretario D'Ali, in risposta all'interpellanza n. 2-00247 dell'onorevole Violante.
Come già riferito in tale occasione, le audizioni dei richiedenti asilo si sono svolte per il tempo necessario a formare il convincimento della Commissione sulla sussistenza
La stessa Commissione per i suoi adempimenti si è recata in più occasioni nel luogo di sbarco degli stranieri per effettuare sul posto l'esame delle istanze dei richiedenti asilo, evitando così agli stessi ulteriori disagi.
Dopo l'intervento a Foggia del 2001, la Commissione ha operato a Crotone dal 5 all'8 febbraio 2002, dove ha esaminato 111 domande di asilo di cittadini srilankesi, di cui 11 riconosciuti come rifugiati, 97 non riconosciuti e 3 hanno avuto la protezione umanitaria, da parte delle questure competenti, in relazione all'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo n. 286 del 1998. Dal 13 al 26 febbraio 2002 la Commissione si è recata a Lecce dove ha esaminato 294 richieste di asilo, accogliendone 161 e ritenendo che a 26 degli stranieri non riconosciuti come rifugiati potesse essere rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il successivo 12 marzo si è nuovamente recata a Crotone dove, fino al 22 marzo, ha esaminato più di 500 richieste di asilo da parte di soggetti provenienti dallo Sri Lanka, di etnia tamil e cingalese, sbarcati nella seconda metà di febbraio e radunati nel centro di accoglienza di Sant'Anna: 279 domande sono state accolte, 204 respinte, mentre 74 stranieri hanno avuto la protezione umanitaria.
Ciò contrasta evidentemente con quanto asserito dai senatori interroganti, in ordine a orientamenti generalizzati della Commissione volti a non associare la richiesta di protezione «umanitaria» al rigetto dell'istanza di asilo; l'organo collegiale continua infatti a valutare tale possibilità, come per il passato, per ognuno dei casi esaminati.
Va d'altra parte precisato che la richiesta di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, come del resto ad altro titolo, può essere avanzata direttamente alle questure da parte degli stranieri, ai quali il riconoscimento dello status di rifugiato non sia stato accordato.
Altre forme di protezione umanitaria in via generale, invocate nell'interrogazione per gli appartenenti ad etnia curda giunti irregolarmente nel Paese potrebbero essere disposte - ai sensi dell'articolo 20 del citato decreto legislativo n. 286 del 1998 - esclusivamente con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, d'intesa con i Ministri competenti, «in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità».
Si ritiene, infine, per quanto riguarda l'eccepita impossibilità per la Commissione, in relazione all'attività svolta in Puglia nella scorsa estate, di reperire le memorie e le prove delle persecuzioni degli stranieri, a causa della ristretta disponibilità di tempo, di dover precisare che - secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale - l'onere della prova, anche soltanto indiziaria, delle persecuzioni subite o che si tema di subire, grava sul richiedente asilo ai sensi della Convenzione internazionale del 1951.
La Commissione, nel valutare ogni posizione, si limita necessariamente, in particolare nelle situazioni di emergenza come quelle caratterizzate da improvvisi e consistenti sbarchi di stranieri, a tener conto delle condizioni socio-politiche dei Paesi di provenienza, che risultano da fonti ufficiali, nonché della credibilità delle dichiarazioni degli interessati, anche in base a eventuali documenti prodotti, essendo tra l'altro estremamente problematica la possibilità di chiedere e ottenere informazioni dai Paesi di provenienza dei richiedenti asilo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nel 1991 la Società GEPI, nata per reimpiegare i lavoratori fuoriusciti dal ciclo produttivo di industrie dismesse, utilizzò numerosi lavoratori per soddisfare esigenze avanzate dal Ministero per i beni culturali con progetti che venivano rinnovati di anno in anno;
nel 1995 la GEPI licenziava tutti i lavoratori che venivano messi in mobilità pur proseguendo il rapporto lavorativo con il Ministero dei beni culturali;
va comunque evidenziato che detti lavoratori, nel corso degli anni, hanno svolto all'interno delle strutture periferiche del Ministero, oltre che mansioni straordinarie, come previsto inizialmente, soprattutto mansioni ordinarie, allo stesso modo del personale di ruolo, anche sostituendosi ad esso la dove si è reso necessario;
visto il perdurare di tale insostenibile situazione l'ex ministro Melandri varò la costituzione di varie società la cui capofila è la ALES S.p.a., costituita da Italia Lavoro (ex GEPI) per il 70 per cento è Ministero beni culturali per il 30 per cento;
attraverso finanziamenti dello Stato, la ALES ha approntato una serie di progetti per i quali sono stati assunti nell'anno 2000 circa 450 lavoratori ripartiti tra Lazio e Campania;
è stato altresì costituito un Consorzio di imprese (COFATEC-IACOROSSI, eccetera) che ha assorbito il restante numero di lavoratori ex GEPI per un totale di circa 800 unità;
sottolineata la preoccupazione dei lavoratori che ormai da un decennio operano nelle Soprintendenze di codesto Ministero ma che vengono gestiti attraverso società il di cui futuro è ignoto -:
quale sia l'orientamento del Ministro interrogato circa gli obbiettivi e l'eventuale futuro programma per i lavoratori della ALES S.p.a.
(4-00805)
A tal fine in data 17 dicembre 1998 è stata costituita la società mista A.L. e S. spa tra il ministero per i beni e le attività culturali e la Italia Lavoro spa con rogito notarile rep. N. 76584/18474, omologato al tribunale di Roma in data 1o marzo 1999 al n. 16285.
In data 5 ottobre 1999 è stata sottoscritta con la A.L.e S. spa una convenzione quadro approvata con decreto ministeriale n. 1725 del 17 dicembre 1999 - intesa a regolamentare le modalità inerenti la resa dei servizi da parte della predetta AL. e S. spa.
Tale convenzione ha costituito premessa necessaria per gli interventi che l'Amministrazione ha inteso intraprendere utilizzando gli ulteriori strumenti previsti dalla normativa vigente quali la stipula di convenzioni tra le A.T.I. (Associazione Temporanea di imprese) e questo ministero - in conformità al parere espresso dall'Avvocatura Generale dello Stato in data 12 luglio 2000 - e la conseguente sottoscrizione dei relativi contratti di servizio per i soggetti già impegnati in lavori socialmente utili presso l'amministrazione.
Il C.I.P.E. con delibera n. 14/2000 del 15 febbraio 2000, concernente il riparto delle risorse per le politiche attive del lavoro 2000-2002 - legge 23 dicembre 1999, n. 488 (legge finanziaria 2000) - ha assegnato all'Amministrazione dei beni culturali per gli anni 2000 e 2001 la somma di lire 40.000.000.000 così ripartita:
a) lire 20.000.000.000 per l'anno finanziario 2000;
b) lire 20.000.000,000 per l'anno finanziario 2001.
Inoltre l'Amministrazione ha provveduto a stipulare con 98 unità di lavoratori contratti di collaborazione, coordinata e continuativa finanziati con i fondi ordinari di bilancio.
Poiché il decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, oltre ad individuare il tipo di personale dipendente ed i relativi limiti percentuali, prevede che «per l'affidamento a terzi dello svolgimento di attività uguali, analoghe o connesse (ovvero diverse) a quelle già oggetto dei progetti socialmente utili,» gli enti interessati «possono stipulare convenzioni di durata non superiore a 60 mesi con società di capitali...» per tutte le convenzioni è stata prevista una durata quinquennale con approvazione e rinnovo annuale.
Sono da aggiungere, altresì, 308 unità di lavoratori già impegnati in lavori socialmente utili attualmente in prepensionamento e 104 unità in mobilità lunga, utilizzati ai sensi degli articoli 7 e 12 del decreto legislativo n. 468 del 1997 e articolo 2, comma 2, del decreto interministeriale 21 maggio 1998 con onere a carico dei capitoli di bilancio ordinari.
La forza lavoro - già impegnata in progetti di lavori socialmente utili - ha coinvolto anche 220 unità di personale addetto ai servizi di vigilanza (cosiddetti «giubilari») assunti con contratto a tempo determinato, in applicazione della legge 16 dicembre 1999, n. 494 con scadenza prorogata al 31 dicembre 2002 dall'articolo 34 della legge 23 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria 2002).
È stata, pertanto, sottoscritta dal ministero per i beni e le attività culturali tutta una serie di convenzioni in data 26 ottobre 2000 che si riporta di seguito, in sintesi:
a) con la SERVIZI GLOBALI srl - capogruppo e mandataria delle imprese riunite in Associazione Temporanea di Impresa (A.T.I.) - per l'attuazione del progetto per l'«Informatizzazione degli archivi degli Istituti periferici del Ministero per i Beni e le Attività culturali»;
b) con la M.P. PUBBLICITÀ (poi M.P.MIRABILIA) - costituitasi in A.T.I. - per il «Piano di comunicazione del patrimonio culturale nazionale relativo alle regioni Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna» per il raggiungimento degli obiettivi della massima fruibilità dei beni culturali;
c) con la MULTISS spa - quale capogruppo e mandataria delle imprese riunite in Associazione Temporanea di Impresa con la A.L. e S. spa - relativa al «Documento propedeutico alla manutenzione delle aree archeologiche comprese nei territori dei comuni del Nord Ovest della Sardegna e della Gallura Costiera» per consentire la massima fruibilità attraverso la gestione dei servizi e delle attività relative alla manutenzione delle aree e dei siti archeologici in quei territori, agevolando così la conservazione di quei siti archeologici, architettonici, ambientali e storico-artistici;
d) con la ITER SERVIZI srl, costituita in A.T.I con la A.L. e S. spa per il «Piano per l'attivazione e gestione del servizio call center» per il raggiungimento dell'obiettivo della massima fruibilità dei beni culturali attraverso l'erogazione di informazioni sul patrimonio dei beni culturali al cittadino agevolando così la conoscenza dei beni archeologici, architettonici, ambientali e storico-artistici e degli eventi culturali ad essi connessi;
e) con la JACOROSSI IMPRESE srl - mandataria dell'A.T.I. - il «Progetto per la sicurezza e la tutela del patrimonio culturale» finalizzato all'attivazione dei servizi.
A seguito, infine, di specifiche segnalazioni sia di uffici dell'Amministrazione centrale che di alcuni Istituti del Lazio e della Campania, sono stati stipulati appositi contratti di servizi con la A.L. e S. spa. Per la Campania sono stati redatti ed approvati 15 progetti, con l'impiego di 262 unita, mentre
Si segnala infine che l'amministrazione interrogata, al fine di pervenire alla completa osservanza delle obbligazioni contrattuali di cui alle stabilizzazioni suindicate, ha attivato, con note n. 4640 del 1o luglio 2001 e n. 34452 del 6 agosto 2001, l'iter procedurale affinché il C.I.P.E. possa procedere agli ulteriori finanziamenti.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
migliaia di coppie in Italia hanno avanzato richieste di adozione sia nazionale che internazionale al fine di accogliere orfani o bambini abbandonati;
la gran parte delle domande è correttamente istruita, le coppie hanno indubbiamente le caratteristiche previste dalle leggi in vigore, ma che le istanze si arenano nei diversi tribunali dei minori dove, per carenze di organici e difficoltà di procedura, rimangono bloccate per lungo tempo;
ai sensi di legge, le istanze di adozione internazionale decadono dopo due anni dalla presentazione, periodo di tempo nel quale i richiedenti restano all'oscuro dell'evolversi del procedimento e vedono avvicinarsi la data di scadenza senza nulla poter fare;
giunti alla fatidica data di scadenza, nulla ricevendo, l'istanza decade e che bisogna quindi procedere nuovamente alla formulazione della stessa, spesso con il rifacimento di analisi sanitarie, informative e così via, e comunque ad una nuova serie di colloqui, analisi psicologiche eccetera con ulteriore intasamento delle già precarie ed insufficienti strutture giudiziarie;
al fine di giustamente tutelare il minore adottabile, di fatto si vincola pesantemente il numero delle possibili adozioni che invece potrebbero ben più intensamente rappresentare una positiva soluzione per migliaia di stati di necessità, oltre a poter essere il compimento del desiderio di decine di migliaia di coppie -:
quali iniziative di propria competenza abbia in animo il Ministro al fine di procedere ad un più semplice esame delle istanze, ad una garanzia per i tempi di adozione ed esame delle stesse, per un rafforzamento delle strutture dei tribunali dei minori in pressoché tutte le zone d'Italia, se non si ritenga da parte ministeriale che questo problema rappresenta una priorità di alto contenuto morale e sociale e come tale debba essere più attentamente seguita dall'esecutivo sia dal punto di vista legislativo che operativo.
(4-00012)
Da un quadro statistico dei dati complessivi sulle adozioni relative all'anno 1999 (data dell'ultima rilevazione disponibile) fornito dal competente dipartimento per la giustizia minorile risulta che le domande presentate dinanzi ai tribunali per i minorenni italiani nell'anno 1999 contenenti la dichiarazione di disponibilità all'adozione nazionale risultano essere n. 10.102; di queste n. 8.530 sono state archiviate e riguardano casi di avvenuto affidamento di un minore adottabile, di decadenza della dichiarazione di disponibilità all'adozione dalla data di giacenza (articolo 19 legge 28 marzo 2001 n. 149, che ha modificato l'articolo 22 della legge 184, prevede che la domanda decade dopo tre anni dalla presentazione e può essere rinnovata) e di mancanza dei requisiti previsti dalla legge. Le domande pendenti all'inizio dell'anno sono risultate n. 22.235.
Tale pendenza, però, non può considerarsi indicativa di un corrispondente numero di coppie che hanno avanzato richiesta
Per quanto riguarda poi le domande di idoneità all'adozione internazionale presentate nel 1999, premessa una pendenza di 10.311 domande, esse risultano n. 7.352, di cui 6.967 definite nel corso dell'anno.
Dal confronto tra le richieste di adozione nazionale (10.102) e quelle internazionali (7.352) emerge la prevalenza delle prime sulle seconde, dovuta sia - come appena accennato - in gran parte al fatto che le coppie hanno facoltà di presentare domanda di disponibilità all'adozione nazionale in più tribunali ed una sola possibilità di avanzare domanda d'idoneità all'adozione internazionale, sia dal fatto che la maggior parte delle coppie mostra più predisposizione ad adottare un bambino italiano che uno straniero.
Con riguardo poi alla correlazione tra la citata pendenza e le carenze nell'organico dei tribunali per i minorenni, si rileva che, rispetto alle 182 unità previste in organico, risultano presenti 164 magistrati, con una percentuale di scopertura dell'organico pari all'8,24 per cento, mentre gli uffici requirenti minorili presentano una dotazione organica di 105 unità ed una percentuale di scopertura del 2,86 per cento.
Per quanto riguarda il personale amministrativo, la pianta organica nazionale degli uffici giudicanti è costituita da 826 unità complessive e presenta una percentuale di scopertura del 10,56 per cento. La dotazione organica degli uffici requirenti totalizza 529 unità con una percentuale di scopertura dell'8,88 per cento.
Va anche soggiunto che per quanto riguarda gli uffici giudicanti minorili, al dato prima citato deve aggiungersi anche il personale comandato da altre pubbliche amministrazioni e quello assunto a tempo determinato ai sensi della legge n. 242 del 2000 che determina una percentuale di effettiva scopertura di detti uffici pari al 7,02 per cento.
Appare opportuno sottolineare che il Governo ha presentato il disegno di legge «Misure urgenti e delega al Governo in materia di diritto di famiglia e dei minori» (A.C. 2517 - assegnato alla 2a Giustizia in sede referente in data 8 aprile 2002; dal 18 aprile 2002 in corso di esame in Commissione), di riforma della giustizia minorile.
Il disegno di legge in esame si pone l'obiettivo di realizzare, da un lato, l'attribuzione ad un unico organo giudiziario della cognizione su tutte le tematiche inerenti la famiglia ed i minori e, dall'altro, di apportare significative modificazioni alla disciplina processuale che attualmente governa la crisi del rapporto tra i genitori, anche al fine di meglio tutelare i diritti dei soggetti coinvolti nella risoluzione giudiziale delle relative controversie.
Sotto il primo profilo, è prevista l'unificazione delle competenze, oggi ripartite su tre diversi organi giurisdizionali, presso le istituende sezioni specializzate per la famiglia e per i minori; in tal modo si raggiunge l'obiettivo sia di porre termine ai contrasti ed alla parcellizzazione delle competenze, sia di garantire una specializzazione del giudice in una materia vasta e delicata come quella in esame.
Sotto il profilo dell'innovazione normativa, un più aggiornato disegno processuale intende garantire che, all'esigenza di maggiore specializzazione del giudice, corrisponda una più accurata preparazione della lite da parte dei difensori, al fine di consentire nel massimo grado al processo di contenere, sin dalle sue prime battute, gli elementi necessari per garantire una soluzione rapida ed aderente alla realtà del singolo caso concreto.
Sulla riforma della giustizia minorile è stato inoltre presentato il disegno di legge governativo «Modifiche alla composizione ed alle competenze del Tribunale penale per i minorenni» (atto Camera 2501 - assegnato alla 2a Giustizia in sede referente in data 18 marzo 2002; dal 18 aprile 2002 in corso di esame in Commissione).
Il disegno di legge in esame, pur confermando e salvaguardando l'impianto complessivo sia dell'organizzazione della giustizia penale minorile che del relativo processo penale, dispone alcuni puntuali correttivi, allo scopo di tener conto del mutato clima sociale e della stessa natura e consistenza dei fenomeni di devianza minorile, che presentano oggi aspetti estranei ed assenti rispetto a quelli considerati in sede di approvazione del processo penale minorile risalente al 1988.
Viene ridotta da due ad una unità la componente onoraria della Corte di appello e del tribunale dei minori e si prevedono modificazioni del regime di giudizio in tema di concessione di attenuanti, di applicazione di misure cautelari e di esecuzione della pena, nell'eventualità che i minori coinvolti abbiano un'età compresa tra i 16 e 18 anni, con lo scopo di graduare l'afflizione all'effettiva capacità di comprensione della vicenda da parte del soggetto coinvolto.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il giorno 25 gennaio 2002 un folto gruppo di giovani appartenenti al movimento dei «disobbedienti» entrava all'interno del centro immigrati attualmente in costruzione a Bologna, in via Mattei, al fine di denunciare le intollerabili condizioni che gli immigrati avrebbero dovuto affrontare una volta che la struttura sarebbe stata completata;
in seguito all'iniziativa intrapresa dai giovani e al conseguente intervento delle forze dell'ordine, mentre gli occupanti defluivano, partiva senza preavviso una violenta carica delle Forze dell'ordine che coinvolgeva sia i giovani che, pacificamente e con le mani alzate, stavano uscendo dal centro sia quelli ancora all'interno della struttura. Nonostante gli occupanti non opponessero alcuna resistenza, numerosi di loro venivano percossi duramente riportando ferite e contusioni -:
se l'iniziativa della carica, risultata inopportuna e sproporzionata, sia stata adottata dal ministero dell'interno o se, invece, essa sia frutto di decisioni prese sul campo dai responsabili dell'ordine pubblico;
se non ritenga opportuno impartire alle questure disposizioni volte a far sì che le iniziative di «disobbedienza civile» - che, anche quando infrangono delle leggi, sono caratterizzate da comportamenti pacifici che non portano offesa alle persone fisiche - siano affrontate con senso di responsabilità e con la necessaria moderazione.
(4-02018)
Nella circostanza, alcuni agenti della polizia di Stato hanno riportato contusioni.
Mentre gli occupanti, asserragliatisi all'interno della struttura, provocavano ingenti danni, utilizzando gli attrezzi della ditta edile impegnata nei lavori di ristrutturazione, un altro gruppo di circa 70 giovani, dopo aver tentato di penetrare nell'immobile, inscenava, di fronte all'ingresso principale, una manifestazione estemporanea di protesta contro i centri di permanenza temporanea, esponendo alcuni striscioni ed imbrattando con scritte i muri di recinzione.
In tale contesto le forze dell'ordine hanno quindi avviato, con la mediazione anche di alcuni parlamentari, una trattativa per un pacifico sgombero dell'immobile e l'identificazione degli occupanti.
Ogni tentativo di mediazione risultava, però, vano, in quanto questi ultimi, che pure avevano inizialmente acconsentito a fornire le loro generalità, uscivano improvvisamente
Le forze di polizia, quindi, sono state costrette ad un'azione di contenimento, che consentiva l'identificazione ed il deferimento in stato di libertà all'autorità giudiziaria, per invasione arbitraria di edificio, danneggiamento aggravato e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, di 21 manifestanti che si erano rinchiusi nella struttura.
La polizia scientifica ha effettuato riprese filmate, che hanno consentito il riconoscimento di altri cinquantacinque dimostranti, noti aderenti a movimenti antagonisti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.