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in tale esposto il dottor Marino, fra l'altro, scrive: «Da anni ero sottoposto a misure di protezione, con la tutela composta da due uomini della polizia di Stato e la scorta dell'Arma dei carabinieri ... da un lato mi è stata tolta la scorta, così come avvenuto per altri colleghi e senza alcuna
mia rimostranza, ma dall'altro, inspiegabilmente e dietro proposta del procuratore capo Busacca, il mio servizio di tutela è stato assunto dalla guardia di finanza con la riduzione di una unità e proprio nel momento in cui maggiore era divenuta la mia sovraesposizione a causa delle indagini su mafia-politica-imprenditoria dei procedimenti su San Giovanni La Punta e sulla costruzione del secondo lato dell'ospedale Garibaldi di Catania»;
Marino nei confronti dell'imprenditore milanese Giulio Romagnoli, persona sottoposta alle indagini e nei confronti del pentito di mafia Agatino Marino;
la situazione di grave crisi funzionale della giustizia si traduce in un'eccessiva lentezza dei procedimenti penali e civili;
tale situazione di generale difficoltà presenta aspetti di particolare gravità presso il tribunale di Enna, dove, a fronte di una pianta organica completa, nel tribunale operano in realtà solamente cinque magistrati giudicanti, mentre due sono stati trasferiti e saranno presumibilmente sostituiti solo nella primavera del 2003;
ciò ha condotto, di fatto, alla completa paralisi dei ruoli civili ed ha creato grosse difficoltà anche nella gestione del ruolo penale, che per circa il 70 per cento viene affidato ai magistrati onorari, e, in ragione di ciò, il foro ennese ha proclamato un'astensione dalle udienze per quindici giorni, con decorrenza 24 giugno 2002;
occorre quindi intervenire prontamente, al fine di assicurare un ritorno alla normalità nella gestione del tribunale di Enna, anche attraverso il blocco delle applicazioni di magistrati in carico all'organico di Enna, l'istituzione di sezioni (civili e penali) e l'immediata sostituzione dei due magistrati trasferiti -:
quali provvedimenti intenda adottare per affrontare e definire le problematiche sopra indicate e per riportare serenità all'ambiente giudiziario nazionale ed ennese in particolare, nonché per consentire ad ogni cittadino di poter avere risposta in tempi ragionevoli alle proprie istanze di giustizia, anche per evitare che le lungaggini dei processi civili possano condurre ad una rilevante entità di azioni di responsabilità nei confronti dello Stato per i tempi nella definizione delle cause.
(3-01136)
il quotidiano Libero prosegue nella sua clamorosa inchiesta sulle vessazioni subite dal pubblico ministero di Catania dottor Nicolò Marino, definito «reo di essersi occupato di affari illeciti tra le vecchie amministrazioni di centro-sinistra e imprenditori in odore di mafia» (cfr. Libero di martedì 25 giugno 2002, pagina, 6);
secondo il citato organo di stampa, «autori delle vessazioni, da lui accusati per nome e cognome» sarebbero il procuratore capo dottor Mario Busacca e l'aggiunto dottor Giuseppe Gennaro, ex-presidente dell'Anm;
si fa riferimento ad un dettagliato esposto del dottor Marino inviato pochi giorni or sono al Ministro della giustizia;
ancora più gravi e sconcertanti le dichiarazioni relative relative alle pressioni che sarebbero state fatte sui collaboratori di Marino: «Addirittura inquietante appare poi la vicenda del trasferimento da Catania del comandante del nucleo operativo del comando provinciale dei carabinieri. Il maggiore Sottili, solo dal 1998 al comando di uno dei migliori reparti investigativi della provincia, aveva condotto molte importanti indagini sulle più pericolose famiglie mafiose del catanese ... l'ufficiale aveva dovuto subire nel tempo minacce, pressioni e ritorsioni dai vertici del mio ufficio e da alcuni miei colleghi che nel tentativo di fare terra bruciata intorno a me speravano di intimidirlo per indurlo a tralasciare le indagini delegategli ... Fallito il tentativo di aggressione diretta, la procura aveva allora aggirato l'ostacolo trovando, spiace dirlo, terreno fertile nei colonnelli Damiano e D'Agata. Più di una volta chi scrive ha sentito il colonnello Damiano, comandante provinciale dei Carabinieri, lamentare che il procuratore capo Busacca e il dottor Gennaro lo avevano intimato, che se non avesse fatto trasferire il maggiore Sottili, i carabinieri non avrebbero più avuto ordinanze di custodia cautelare né deleghe dalla procura ...»;
i brani riportati dal quotidiano Libero, se rispondenti alla verità dei fatti, sono di una gravità inaudita e configurano precise fattispecie delittuose;
gli accertamenti debbono essere eseguiti con straordinaria urgenza in considerazione del fatto che una procura della Repubblica come quella di Catania, in prima linea da sempre nella lotta generosa ed intelligente contro l'eversione mafiosa, non può essere percorsa da vicende interne tanto gravi e devastanti per l'efficacia della sua azione -:
se effettivamente al Ministero della giustizia sia pervenuto nei primi giorni del mese di giugno del corrente anno, un dettagliato esposto a firma del pubblico ministero dottor Nicolò Marino;
in caso affermativo, se esso contenga le gravissime accuse riportate dal quotidiano Libero di martedì 25 giugno alla pagina 6;
quali giustificazioni siano state addotte per eliminare la scorta al dottor Marino;
se non si ritenga di dover disporre immediata ispezione per verificare il fondamento delle gravissime accuse lanciate dal dottor Marino contro il procuratore capo e contro il colonnello dei Carabinieri Damiano, e, qualora si ravvisino ipotesi di reato, se non ritenga che tale esposto debba essere trasmesso alla magistratura inquirente.
(3-01142)
ilquotidiano Libero di domenica 23 giugno 2002, a pagina 8, pubblica un articolo dal titolo «Ecco i verbali che accusano Bianco e Orlando ma che il Csm nasconde nel cassetto» nel quale si afferma che «da più di un anno il Consiglio Superiore della Magistratura e la Commissione Antimafia tengono nei propri cassetti almeno due imbarazzanti verbali di interrogatorio che dipingono in maniera niente affatto idilliaca i rapporti che le passate amministrazioni comunali di centro-sinistra di Catania e Palermo tennero con quel mondo di faccendieri e imprenditori border line con la mafia vera e propria»;
il quotidiano Libero pubblica ampi stralci dei due verbali di interrogatorio assunti dal pubblico ministero dottor Nicolò
il verbale del 19 febbraio 1999, che registra le dichiarazioni rese da Giulio Romagnoli, cita, fra gli altri, l'allora sindaco di Palermo Leoluca Orlando, come personaggio in rapporti con tale Seminara Mario che si proponeva di individuare, a sua volta, un interlocutore fisso in grado di curare i rapporti con la mafia;
il verbale del 15 dicembre 2000, che registra le dichiarazioni rese da Agatino Marino, riferisce di vicende relative al piano regolatore di Catania e, segnatamente, alla zona di San Birillo vecchio e della pescheria, in ragione delle quali poteva essere organizzata una succulenta speculazione edilizia, rispetto alla quale sarebbe stato interessato Enzo Bianco ed alcuni suoi parenti;
il quotidiano Libero, dopo aver pubblicato tali sconcertanti documenti, afferma che il pubblico ministero Nicolò Marino è finito sotto procedimento disciplinare dinnanzi all'organo di autogoverno della magistratura;
l'impostazione ed il significato dell'articolo appaiono espliciti, come il titolo medesimo e tutto il contenuto;
se è vero che occorre prestare straordinaria e prudente attenzione alle dichiarazioni rese da pentiti e comunque da collaboratori di giustizia, è altresì vero che occorre essere certi che la magistratura vagli con assoluta determinazione e con volontà di approfondimento l'eventuale fondamento delle gravissime affermazioni, sia per la necessaria tutela delle persone accusate laddove il contenuto sia calunnioso, sia, alternativamente, per procedere nei confronti delle persone accusate laddove le dichiarazioni abbiano significativi e seri riscontri -:
se il procedimento disciplinare avviato dal Consiglio Superiore della Magistratura nei confronti del pubblico ministero dottor Nicolò Marino sia da porsi in relazione, come appare implicitamente dalla lettura dell'articolo citato in premessa, alle indagini svolte dal medesimo sulle responsabilità di persone autorevoli legate alle amministrazioni comunali di Palermo e di Catania.
(3-01143)