Allegato B
Seduta n. 155 del 10/6/2002


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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

RANIERI e SUSINI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
secondo le denunce di numerosi organismi di tutela dei diritti umani e della stessa amministrazione degli Stati Uniti, la Guinea Equatoriale, dove l'attuale Presidente Teodoro Obiang Nguema Mbsago è salito nel 1979 al potere con un colpo di stato, è uno dei regimi più oppressivi del mondo;
nonostante la Guinea Equatoriale sia il terzo produttore di greggio dell'Africa sub-sahariana, la stragrande maggioranza della popolazione (500.000 abitanti) non ha beneficiato minimamente dei proventi di tali ricchezze e continua a vivere in condizioni molto precarie;
negli anni '90 la scoperta di ricchi giacimenti petroliferi ha dato il via ad un


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boom economico e riacceso storiche tensioni tra la tribù dominante Fan e la tribù Bubi aggravando ancor di più la situazione;
nel gennaio del 1998 amnesty international denunciò l'arresto di numerose persone appartenenti alla minoranza Bubi, quindici persone vengono giustiziate nel giugno dello stesso anno, poco prima delle elezioni che nel marzo del 1999 avrebbero confermato con il 99 per cento dei voti il dominio del PDGE e la presidenza di Teodoro Obiang. Alle denunce di brogli elettorali si rispose con decine di arresti;
durante il mese di marzo è arrestato l'ex Presidente del Parlamento e fondatore della Forza Democratica Repubblicana e due altri esponenti della opposizione. A seguito di questi primi arresti, alle richieste di spiegazioni da parte di alcuni partiti di opposizione il governo ha convocato la sua maggioranza e le forze alleate pretendendo l'immediato scioglimento dei partiti di opposizione e procedendo all'arresto dei loro dirigenti;
da allora sono state arrestate più di cento persone, militari in servizio, ex militari, funzionari dell'amministrazione. Numerose fonti confermano che a tutti questi arresti, privi di alcun mandato giudiziale che li autorizzi, sono seguiti maltrattamenti e torture, alla pratica delle quali viene ricollegato il probabile decesso di sei persone, sul quale il Governo tuttora non si pronuncia;
la lista dei detenuti aggiornata al 4 aprile 2002 contiene 109 nomi, il 90 per cento dei quali sono persone originarie del distretto di Mongorno (distretto di origine dell'ex Presidente del Parlamento);
tra gli oppositori del governo, di cui non si hanno notizie dal 4 aprile 2002, si trova anche l'ex ambasciatore presso l'ONU della Guinea Equatoriale, Damaso Obiang Ndong, la cui moglie e le cui figlie sono cittadine italiane -:
quali provvedimenti intenda assumere il Governo al piano internazionale per porre fine alla inaccettabile situazione in atto, salvaguardare i diritti umani e garantire il diritto di informazione sulle condizioni delle persone oggetto di atti repressivi nel territorio della Guinea Equatoriale e delle quali non si hanno notizie.
(4-03133)

RUSSO SPENA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
Antonio Olivieri, segretario generale del sindacato Fiom-Cgil di Alessandria, ha invitato, in data 6 maggio 2002, a nome del Sindacato, i signori Kamile Kendal, Presidentessa dell'Associazione TUAD di Istanbul, Mustafà Caliskan, dell'Associazione TUAD di Istanbul, ed Abdullah Akengin, dell'Associazione TUAD-DER di Diyarbakir, al fine di consentire la loro partecipazione al ciclo di incontri indetto dall'organizzazione sindacale che rappresenta, sul tema: «La situazione sociale e la situazione dei sindacalisti in Turchia oggi»;
il consolato italiano in Istanbul, dopo aver ricevuto l'invito suddetto, ha convocato per ben quattro volte le persone sopra elencate il 16, 17, 20 e 22 maggio, dando sempre la medesima motivazione: «stiamo facendo indagini sul vostro conto»;
infine, in data 23 maggio 2002 è giunto il respingimento della domanda di Visto, un respingimento senza fondamento e privo di qualsivoglia motivazione specifica, facente riferimento ad una presunta inadeguatezza delle condizioni previste dalla legge n. 388/1993, articolo 18 (!) -:
quali siano le reali motivazioni di questo rifiuto che costituisce un episodio assai negativo, non solo per il fallimento di un ciclo di incontri che aveva suscitato caloroso interesse ed aspettative, ma anche per i presagi preoccupanti di deficit democratico che lascia intravedere sul futuro.
(4-03141)


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PERROTTA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la FAO (Food and Agricoltural Organization), è l'agenzia delle Nazioni Unite, costituita il 16 ottobre 1945, in continuità con il disciolto istituto internazionale dell'agricoltura, che ha competenza nei settori dell'alimentazione, dell'agricoltura e dello sviluppo rurale ed a cui aderiscono, oltre all'Unione europea 183 paesi membri;
con la legge del 1o gennaio 1951, n. 11, è stato ratificato l'accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite relativo alla sede della FAO a Roma;
con la stipulazione di questo accordo lo Stato italiano si è impegnato ad assegnare alla FAO una località situata nella città di Roma come sede centrale dell'organizzazione mondiale;
in base a quanto disposto dall'accordo, il Governo italiano oltre a riconoscere l'extraterritorialità della sede FAO a Roma, si è impegnato ad ottemperare all'installazione di forniture come, ascensori, impianti di riscaldamento, aria condizionata, ma anche a curare le riparazioni degli edifici, a fornire sufficienti forze di polizia per assicurare un'adeguata protezione sia all'interno che all'esterno della sede centrale, ed altresì a praticare eque agevolazioni di servizi pubblici necessari, quali tariffe speciali per l'energia elettrica, gas, acqua, poste, telefoni, trasporti, servizi ferroviari, e tutta una serie di esenzioni dal pagamento di tasse;
con un personale che supera le 4.000 unità, tra esperti, consulenti ed impiegati, la FAO è, per consistenza, la maggiore organizzazione delle Nazione Unite;
il bilancio dell'organizzazione attestato intorno ai 650 milioni di dollari nel 2000-2001, risulta assorbito in gran parte dalle spese destinate al personale;
gli interventi della FAO nei paesi in via di sviluppo sono finanziati con le risorse del programma ordinario (il programma per la cooperazione tecnica), dai fondi fiduciari messi a disposizione dai paesi donatori e con risorse fuori bilancio provenienti in parte dal programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite;
l'Italia partecipa alle spese dell'organizzazione con un quota che supera il 5 per cento, ma ad esso vanno aggiunti anche i 7.750 milioni di euro di contributi volontari versati annualmente;
la legge del 15 novembre 1996, n. 580, recante misure urgenti per l'organizzazione del vertice mondale sull'alimentazione del novembre 1996, ha conferito un nuovo e motivato impulso allo storico rapporto tra Italia e FAO, rafforzando l'impegno per un forte sostegno finanziario, logistico e politico del nostro Paese, attraverso importanti progetti che la FAO gestisce sotto la direzione di un panel misto Italia-FAO, come il sostegno al censimento agricolo cinese (le cui rilevazioni sono state condotte con la partecipazione tecnica dell'Istat), il programma policy advice al ministero dell'agricoltura siriano, il sostegno al processo di riforma agraria nelle Filippine, in Senegal, Angola, e molti altri;
dal 1979 sono stati finanziati dall'Italia più di 160 progetti e programmi speciali tramite fondi fiduciari, per un ammontare complessivo che supera i 490 milioni di dollari operando principalmente in tre aree di intervento: sicurezza alimentare, ambiente e sviluppo sostenibile, sostegno istituzionale e alla pianificazione che, dal 1987, vengono seguiti dalla direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo istituita in seno al ministero degli esteri;
a partire dal 1994 la FAO ha avviato un significativo processo di riforma e di ristrutturazione interna imperniato sulla decentralizzazione e la riduzione dei costi, allo scopo avvalendosi di alcune linee guida: concentrare una maggiore attenzione sul problema della sicurezza alimentare, trasferire il personale dalla sede generale sul campo, aumentare l'utilizzo di esperti provenienti dai paesi in via di sviluppo e in transizione, eccetera;


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da diversi giorni il quotidiano Libero, anche in vista del prossimo vertice mondiale della FAO previsto per il 10-14 giugno 2002 a Roma, si è fatto promotore di una inchiesta sulle speculazioni che avvengono all'interno della sede FAO, mettendo il luce il fallimento del processo di riforma avviato dall'assemblea della FAO, partendo dai privilegi esclusivi riservati ai dipendenti ed alle loro famiglie, alle esuberanti spese per gli alloggi dei rappresentanti dei paesi che partecipano al congresso di Roma, alla lunga lista di consulenti assunti a vario titolo per sopperire all'inefficienza del personale interno -:
se il Ministro non ritenga opportuno avviare un controllo sull'effettiva rispondenza degli innumerevoli finanziamenti che l'Italia stanzia ogni anno per la cooperazione e lo sviluppo dei paesi meno sviluppati, agli obiettivi che si prefiggono, anche costituendo in seno alla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo presso il ministero degli esteri, di un apposito ufficio di vigilanza che riferisca in sede di bilancio al Parlamento;
se il Ministro non ritenga doveroso per il nostro Paese di chiedere al direttore generale della FAO di fare chiarezza sulle gravi polemiche che hanno riguardato la conduzione dell'amministrazione dell'agenzia FAO, visto anche l'ingente contributo dell'Italia al sostentamento della sede centrale di Roma e l'impegno inequivoco che il nostro Paese persegue da anni a favore della cooperazione internazionale per i paesi a basso reddito ed a deficit alimentare.
(4-03146)