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esteri della Camera dei deputati, il 13 marzo 2002, dal Sottosegretario Cosimo Ventucci -:
il 16 dicembre 2001 si sono svolte in Madagascar le elezioni presidenziali che hanno visto contrapporsi principalmente due candidati: il Presidente uscente Didier Ratsiraka, al potere da 25 anni, ed il sindaco di Antananarivo, Marc Ravalomanana;
il 25 gennaio 2001 l'Alta Corte Costituzionale del Madagascar ha reso noto il risultato delle votazioni, attribuendo a Marc Ravolomanana il 46,44 per cento dei voti e all'uscente Presidente Ratsiraka il 40,61 per cento dei suffragi, mentre gli altri quattro candidati hanno ottenuto un risultato modesto: l'Alta Corte Costituzionale ha, pertanto, disposto lo svolgimento di un secondo turno elettorale;
la decisione non è stata accettata da Marc Ravalomanana e dai suoi numerosi sostenitori, che hanno contestato con forza i risultati elettorali, sui quali peserebbero forti sospetti di brogli;
prima delle elezioni il Governo del Presidente Ratsiraka non ha autorizzato la presenza di osservatori stranieri che vigilassero sulle operazioni di voto e dopo l'Alta Corte Costituzionale, i cui membri sono stati tutti nominati dal Presidente uscente, ha respinto ogni richiesta di confronto dei risultati ottenuti dai diversi candidati in ciascun seggio;
dopo settimane di fortissima tensione e violenti scontri che hanno provocato numerosi morti e feriti e di fatto la divisione in due del Paese, con la decisione del 22 febbraio di Ravalomanana di autoproclamarsi presidente del Madagascar, i due principali contendenti hanno raggiunto il 18 aprile a Dakar, in Senegal, un accordo che prevede nuove elezioni entro sei mesi, sotto la garanzia di osservatori delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Organizzazione dell'unità africana;
l'ondata di violenze ed intimidazioni che ha sconvolto il Paese ha colpito anche la Chiesa cattolica, forte di 3 milioni e mezzo di fedeli su una popolazione di 16 milioni di abitanti, ritenuta colpevole di essere troppo vicina al Kmmr (Comitato pro Ravalomanana);
secondo quanto riferito dall'agenzia giornalistica Misna (Missionary service news agency), ci sono stati diversi attacchi contro missionari nell'estremo sud del Madagascar, in modo particolare contro le opere ecclesiali gestite dalle suore nazarene della passione;
«al momento non sembra esistere pericolo per l'incolumità fisica dei nostri connazionali (circa un migliaio)», secondo quanto riferito in Commissione affari
in quale modo l'azione politica e diplomatica del nostro Paese si qualificherà, nell'ambito dell'Unione europea e delle organizzazioni internazionali, in modo di assicurare pace e stabilità in questo Paese e nell'intera regione, anche in considerazione dei rapporti che l'Italia ha con il Madagascar;
se non si ritenga opportuno, nell'ambito delle decisioni che saranno prese nelle diverse sedi internazionali, prevedere la disponibilità dell'Italia a collaborare fattivamente anche con l'invio di propri osservatori, ciò in considerazione del numero di missionari e volontari italiani presenti in Madagascar;
se non si ritenga necessario prevedere l'invio di aiuti alimentari e medicinali, in considerazione della crisi verificatesi nel rifornimento di questi generi nel Paese a seguito dei disordini delle ultime settimane, che avrebbero causato, secondo diverse organizzazioni non governative, migliaia di morti, soprattutto bambini.
(2-00309)
«Castagnetti, Monaco, Boccia, Delbono, Colasio, Carra, Carbonella, Bimbi».
(23 aprile 2002).