a partecipare a tali celebrazioni con una delegazione guidata dal Ministro degli affari esteri;
«legge Tremonti-bis», ha introdotto norme finalizzate a contrastare il lavoro sommerso, mediante incentivi fiscali e previdenziali per l'emersione del lavoro irregolare;
ad adottare, per assicurare la riduzione drastica del ricorso al lavoro sommerso, specifiche misure per contrastare severamente la vendita abusiva, che avviene prevalentemente in strada, sia con provvedimenti legislativi, sia con un impiego delle forze della Guardia di finanza.
a ricercare di intesa con le Regioni le soluzioni che consentano di utilizzare e dare certezze per il futuro a questi lavoratori, anche attraverso l'utilizzo del tournover,
attraverso gli ampliamenti degli organici che si renderanno necessari per la gestione delle attività di competenza statale, nonché nelle attività e funzioni che dovranno essere gestite dalle Regioni.
premesso che il 4 ottobre 2002 ricorrerà il 10o anniversario dell'accordo di pace fra il Fremlino e la Renamo - firmato nel 1992 a Roma presso il Ministero degli affari esteri - che ha consentito la fine della guerra in Mozambico, una guerra durata più di quindici anni ed il cui costo, per cause dirette e indirette, è stato valutato in oltre un milione di vittime civili;
ricordato che tale risultato è stato ottenuto grazie allo sforzo congiunto di un team di mediatori italiani, rappresentanti la Comunità di Sant'Egidio (professor Andrea Riccardi e don Matteo Zuppi), la Chiesa Mozambicana (arcivescovo Giaime Gonsalves) e il Governo italiano (rappresentato dall'onorevole Mario Raffaelli, coordinatore dei mediatori, e dall'ambasciatore Manfredo Incisa di Camerana);
sottolineato che, durante le trattative di pace, il Ministero degli affari esteri ha assicurato il coordinamento della mediazione, l'appoggio costante delle strutture ministeriali in Italia e a Maputo, capitale del Mozambico, il finanziamento del negoziato, nonché la convocazione a Roma, nel dicembre 1992, della «Conferenza dei donatori» per il sostegno economico all'attuazione degli accordi;
sottolineato altresì che il Parlamento italiano con voto unanime, nel dicembre 1992, ha deciso l'invio di 1.200 militari italiani nell'ambito del contingente ONU chiamato a vigilare sull'applicazione del «cessate il fuoco» e che le Nazioni Unite hanno scelto l'italiano Aldo Ajello quale Presidente della Commissione chiamata a vigilare sull'applicazione degli accordi nel periodo di transizione;
rilevato che, in questi dieci anni, il Mozambico ha goduto di una sostanziale stabilità, che si sono già svolte due elezioni politiche generali (1994 e 1999) i cui risultati sono sempre stati accettati dagli sconfitti;
auspicato un rapporto di collaborazione e di sostegno da parte della Camera dei deputati nei confronti della «Assemblea della Repubblica» del Mozambico, per valorizzarla quale sede della democrazia rappresentativa e rafforzarne la capacità di funzionamento democratico e istituzionale;
tenuto presente che in Mozambico, in previsione del 10o anniversario della pace, la data del 4 ottobre è stata proclamata festa nazionale e sono state previste numerose iniziative per festeggiare tale ricorrenza,
ad organizzare in Italia, nel prossimo mese di settembre, una propria autonoma iniziativa che possa costituire, allo stesso tempo, un momento di riflessione sull'importanza della pace, della democrazia e del pluralismo come presupposti dello sviluppo ed un'occasione di rilancio delle relazioni fra Italia e Mozambico come forma di sostegno al rafforzamento delle istituzioni democratiche e della società civile mozambicana, nel rispetto dei diritti umani.
(7-00128)
«Cima, Boato, Paoletti Tangheroni, Spini, Landi di Chiavenna, Mattarella, Volontè, Rizzi, Mantovani, Maura Cossutta, Intini, Brugger, Craxi, Bondi, Baldi, Sereni, Micheli, Naro».
premesso che:
il Governo, con l'emanazione della legge 18 ottobre 2001, n. 383, cosiddetta
successivamente, con l'emanazione del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, è stato prorogato il termine entro il quale poter presentare la dichiarazione di emersione dal 30 giugno 2002 al 30 novembre 2002, al fine di ottenere una maggiore adesione da parte delle imprese;
la regolarizzazione dei lavoratori irregolari per le piccole imprese è disincentivante per gli oneri che le stesse dovranno affrontare, nel caso in cui aumenti la consistenza dei dipendenti in via definitiva. Si pensi, infatti, alle conseguenze ben note dell'eventuale superamento nelle piccole imprese del numero di 15 dipendenti, i conseguenti oneri finanziari che deriverebbero dagli obblighi inerenti gli adeguamenti strutturali previsti dal decreto legislativo n. 626 del 1994 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché il rispetto dei vincoli previsti dalle norme in materia ambientale;
per consentire alle imprese di superare le difficoltà anzidette, nel decreto legge n. 12/2002 è stata inserita una norma che consente l'emersione progressiva, consistente nella presentazione al sindaco del comune, dove ha sede l'unità produttiva, di un piano individuale di emersione per procedere ad una progressiva regolarizzazione ed adeguamento agli obblighi di legge;
le aziende con lavoro sommerso hanno anche una produzione «fantasma» non dichiarata ai fini delle imposte dirette ed indirette e che viene commercializzata tramite canali abusivi e venduta prevalentemente in strada;
spesso sono proprio le produzioni «in nero» ad alimentare il ricorso al lavoro sommerso e, ultimamente, si registra il fenomeno delle riproduzioni falsificate di merce firmata, vendibile solo tramite i venditori abusivi;
il fenomeno suddetto da anni sottrae ingenti risorse al fisco, sia per l'evasione operata dai produttori, sia per la sottrazione di vendite agli esercenti attività commerciali in regola;
(7-00127)«Sergio Rossi».
considerato che:
a seguito della modifica del titolo V della Costituzione si rende necessaria una riorganizzazione della gestione dei beni demaniali, delle Aziende Agricole e forestali dello Stato, delle attività del Corpo forestale;
nel corso degli anni allo scopo di gestire queste risorse si è consolidata un'organizzazione occupazionale che si avvale del contributo di lavoratori a tempo indeterminato, a tempo determinato di lavoratori socialmente utili;
i lavoratori a tempo determinato (circa 700) ed i lavoratori socialmente utili (circa 500), hanno acquisito nel corso del tempo competenze e professionalità e rappresentano quindi, un patrimonio culturale ed umano da non disperdere;
nel processo di riorganizzazione funzionale ed organizzativa occorre che questi lavoratori vedano riconosciuta la professionalità acquisita;
(7-00129)
«Guerzoni, Franci, Raffaella Mariani, Rava, Sedioli, Rossiello, Preda».