Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 151 del 31/5/2002
Back Index Forward

Pag. 4


...
(Sospensione dei corsi di formazione finalizzati alla concessione del prestito d'onore - n. 2-00327)

PRESIDENTE. L'onorevole Iannuzzi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Loiero n. 2-00327 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2), di cui è cofirmatario.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, l'interpellanza, che ho presentato insieme con altri deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, riguarda una questione, a nostro giudizio, di rilevanza fondamentale per favorire ed incentivare i processi di sviluppo economico e produttivo e la crescita occupazionale nel nostro paese, con particolare riferimento ai territori del Mezzogiorno. Si tratta del cosiddetto prestito d'onore, strumento innovativo e particolarmente positivo, introdotto nel nostro ordinamento giuridico dai governi del centrosinistra, con lungimiranza e spirito creativo, nella scorsa legislatura.
L'interpellanza in discussione muove da una vicenda specifica, legata alla decisione, recentemente assunta dal nuovo management, dalla nuova dirigenza della società Sviluppo Italia Spa in ordine alla sospensione, fino a data da destinarsi, dei finanziamenti dei corsi di formazione finalizzati alla concessione dei prestiti d'onore (trattasi dei corsi propedeutici all'erogazione dei prestiti ai soggetti aventi titolo). Tuttavia, la nostra preoccupazione ha una portata più ampia ed incrocia gli indirizzi generali della politica economica del Governo in questo campo e le determinazioni e le scelte che l'esecutivo e la maggioranza intendono assumere con riferimento ad una frontiera che per noi deve essere assolutamente prevalente. Per noi è prioritaria, infatti, l'esigenza di continuare, anzi di potenziare l'esperienza dei prestiti d'onore che, in questi anni, ha prodotto risultati estremamente utili e confortanti. Invece, nutriamo la preoccupazione che, a seguito delle scelte e dei comportamenti che il Governo ha cominciato a porre in essere, si determini una situazione, strisciante ma inevitabile, di paralisi e di svilimento progressivo dello strumento.
Il prestito d'onore è stato introdotto nella nostra legislazione negli anni scorsi, fin dalla legge n. 608 del 1996 (di conversione del decreto-legge n. 510 dello stesso anno), che ha previsto agevolazioni finanziarie per la promozione del lavoro autonomo. I benefici previsti da tale normativa sono costituiti da agevolazioni finanziarie a fondo perduto, da mutui agevolati e da servizi gratuiti. Più specificamente, com'è


Pag. 5

ben noto a quest'Assemblea, il prestito d'onore comporta la concessione di un finanziamento a fondo perduto fino ad un massimo di 16.000 euro, la concessione di un prestito agevolato fino ad un massimo di 11.000 euro, da restituire in 5 anni, nonché un servizio gratuito di assistenza tecnica, per la realizzazione degli investimenti e per l'avvio dei progetti, affidata, per la fase dell'elaborazione progettuale, alla società Sviluppo Italia Spa.
Con il prestito d'onore si è realizzata una significativa e positiva modificazione dell'impostazione culturale e della filosofia di fondo delle politiche di sviluppo e di incentivazione, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, ben lungi da ogni logica assistenzialista, puntando invece sulla valorizzazione dello spirito di iniziativa, della capacità imprenditoriale, della capacità dei giovani di fare affidamento sul proprio patrimonio di idee e di elaborazione per cimentarsi sul difficile terreno della concorrenza e del mercato.
Ecco, attraverso l'utilizzazione di questo istituto, in questi anni, abbiamo avuto nuova occupazione nel Mezzogiorno d'Italia, abbiamo avuto la creazione di oltre 33.000 posti di lavoro, che sono andati a vantaggio di giovani disoccupati o di aspiranti imprenditori, che sono stati capaci di elaborare un'idea progettuale, di delineare una iniziativa economica che è stata sottoposta al vaglio di un'istruttoria approfondita e scrupolosa, di una disamina attenta, ritenuta degna di fiducia per affidabilità, per serietà, per prospettive di tenuta e di successo sul mercato.
Infatti, indubbiamente, il prestito d'onore è stato inserito con una logica intelligente, volta a rimuovere uno degli ostacoli di fondo che hanno sempre reso difficile la realizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, soprattutto nei territori del Mezzogiorno d'Italia, vale a dire la difficoltà di reperire la disponibilità finanziaria necessaria per affrontare l'investimento iniziale. Non possiamo, infatti, sottacere i limiti oggettivi e pesanti che la politica del credito incontra nei territori meridionali, nei quali sappiamo tutti che i saggi di interesse per la concessione di crediti hanno un differenziale in aumento rispetto al resto del paese (rispetto al nord), che oscilla almeno dal 2 al 4 per cento. E proprio muovendoci in questa logica, nel corso della discussione della legge finanziaria per l'anno 2002, noi, come gruppi parlamentari dell'Ulivo, abbiamo spinto con forza e determinazione il Parlamento a prevedere un rifinanziamento di questo istituto, con l'assegnazione di una dotazione finanziaria significativa di mille miliardi (516,45 milioni di euro per l'esattezza).
Voglio concludere con un riferimento preciso, una indicazione statistica che delinea la situazione aggiornata al 20 novembre 2001, in ordine alle diverse iniziative che sui territori sono state attivate con riferimento all'istituto del prestito d'onore.
Noi abbiamo avuto, a quella data, un totale di 125.521 domande presentate, di cui 522 al nord, 6.136 al centro e ben 118.863 nel Mezzogiorno. Di queste domande ne sono già state ammesse a finanziamento 28.788, di cui 84 al nord, 1.179 al centro e ben 27.525 nel Mezzogiorno. Ne sono inoltre in via di orientamento e di formazione 18.736, di cui 115 al nord, 869 al centro, 17.752 nel Mezzogiorno. Ecco, di fronte a questo quadro statistico, che già di per sé è estremamente significativo, che delinea i risultati concreti, confortanti e fortemente positivi, che l'applicazione dell'istituto del prestito d'onore ha prodotto in questi anni, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, noi ora riceviamo questa notizia della decisione di sospendere il finanziamento dei corsi di formazione finalizzati alla concessione dei prestiti d'onore per circa 10 mila persone. Inoltre, abbiamo tutta una serie di prese di posizioni ufficiali del Governo che tendono a creare ombre, a sollevare dubbi, a fornire un giudizio negativo sull'operato svolto dalla società Sviluppo Italia negli anni precedenti.
Ecco, per questo riteniamo di dover assumere con forza una posizione politica chiara e netta in questa Assemblea e di fronte al paese. Noi riteniamo che questo percorso intrapreso dal Governo sia profondamente


Pag. 6

sbagliato e profondamente penalizzante per il Mezzogiorno. Occorre, invece, muoversi in una logica diversa, riflettere con serenità, ma anche con spirito e sforzo di obiettività sull'esperienza concreta che con il prestito d'onore è stata maturata in questi anni.
Non si potranno, in questo caso, non rilevare i dati obiettivi, estremamente positivi, che l'applicazione di questo istituto ha determinato. Occorre muoversi nella direzione del consolidamento e dello sviluppo, tentando, se possibile, di migliorare e potenziare questo istituto e non già, invece, avviando atti, assumendo posizioni e decisioni che, inevitabilmente, condurranno in una direzione opposta e sbagliata, quella, cioè, di determinare una paralisi, una stasi, uno svilimento, un sostanziale soffocamento di un istituto estremamente positivo per il nostro paese e in particolare per il Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, professor Tanzi, ha facoltà di rispondere.

VITO TANZI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza urgente n. 2-00327 gli onorevoli Loiero, Iannuzzi ed altri pongono quesiti in ordine alla sospensione dei corsi di formazione per la concessione dei cosiddetti prestiti d'onore disposti dalla società Sviluppo Italia.
Al riguardo appare utile ricordare che il cosiddetto prestito d'onore è stato introdotto con il decreto-legge 1oottobre 1996, n. 510, convertito nella legge n. 608 del 1996, recante disposizioni urgenti in materia di lavori socialmente utili, di interventi a sostegno del reddito e nel settore previdenziale, il quale, all'articolo 9-septies reca misure straordinarie per la promozione del lavoro autonomo nelle regioni del Mezzogiorno. La disciplina è stata, poi, integrata dal decreto legislativo n. 123 del 1998, recante disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle imprese, a norma dell'articolo 4, comma 4, lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59, il quale, all'articolo 2, prevede che «i soggetti interessati hanno diritto agli interventi esclusivamente nei limiti delle disponibilità finanziarie previste dalla legge. Il soggetto competente comunica tempestivamente, con avviso da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, l'avvenuto esaurimento delle risorse disponibili e restituisce agli istanti, le cui richieste non siano state soddisfatte, la documentazione da essi inviata a loro spese».
Tanto premesso, in merito allo specifico quesito si rappresenta che la società Sviluppo Italia, in linea con la citata normativa, ha deciso di sospendere i corsi e le erogazioni relativamente al prestito d'onore in relazione alla necessità di attuare un'attività di ricognizione delle risorse da destinare a tale strumento di autoimpiego. Ciò in ragione del fatto che, sin dal secondo semestre 2001, è pervenuto un numero progressivamente crescente ed imprevisto di domande, che la società è tenuta comunque ad istruire. In particolare, nell'ultimo consiglio di amministrazione di Sviluppo Italia, svoltosi il 13 maggio ultimo scorso, è stato affrontato il problema della capienza dei fondi per l'occupazione giovanile stanziati per il periodo 2002-2004, rispetto a quelli impegnati nel 2001, sulla base delle domande pervenute ed è stato dato mandato all'amministratore delegato di ricercare un'adeguata soluzione a breve, da proporre alle autorità competenti, in considerazione dell'alto numero di richieste che, quotidianamente, pervengono alle sedi della società.
Pertanto, non appena sarà ultimata l'attività di ricognizione delle risorse disponibili, se questa avrà esito positivo, sarà possibile riprendere i corsi di formazione, nonché le erogazioni dei cosiddetti prestiti d'onore e delle altre agevolazioni previste dal citato decreto legislativo.
Si aggiunge, infine, che sull'apposito capitolo destinato al finanziamento dell'attività agevolativa svolta da Sviluppo Italia per conto dello Stato, risulta indicata, per il corrente esercizio, la somma di 250 milioni di euro, tra stanziamenti di competenza dell'anno 2002 e residui degli anni


Pag. 7

precedenti. Essendo già stata trasferita la somma di euro 256 milioni circa, residua uno stanziamento di euro 264 milioni circa, a fronte di una disponibilità attuale di cassa di euro 108 milioni. Quest'ultima somma sarà trasferita a Sviluppo Italia non appena possibile, mentre la parte restante sarà disponibile successivamente all'approvazione della legge di assestamento del bilancio.

PRESIDENTE. L'onorevole Iannuzzi, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta; tuttavia, anche a nome dei deputati del gruppo della Margherita, non posso non esprimere la profonda insoddisfazione ed il giudizio critico verso la politica che il Governo sta seguendo in questo settore specifico, con particolare riguardo all'istituto del prestito d'onore.
Intendo ribadire come con questo strumento innovativo si sia operata una significativa ed importante modificazione nella logica di fondo che ha guidato le politiche di sviluppo e di incentivazione nel Mezzogiorno d'Italia, rinunciando alla leva tradizionale dei finanziamenti a pioggia - che, purtroppo, si è rivelata spesso inefficace e sterile - per puntare, invece, su finanziamenti specifici a progetti di qualità. La via prescelta è stata quella della responsabilizzazione piena dei giovani, che accettano di mettersi in gioco con coraggio facendo leva sulla propria capacità di iniziativa e di elaborazione progettuale per affrontare la sfida del mercato. Attraverso tale strumento, in questi anni si è prospettata per il sud una sfida positiva, ambiziosa, di alto profilo, una sfida tutta incentrata sulla professionalità, la creatività, l'innovazione imprenditoriale dei giovani, una sfida tutta basata sulla capacità di mettere se stessi alla prova con intelligenza e la forza che deriva dalla propria capacità elaborativa.
In tal modo si è delineata un'esperienza indubbiamente positiva, che ha sortito tante nuove, piccole e significative iniziative, le quali hanno prodotto attività economiche e produttive che hanno dato buona prova di sé, che hanno retto, e continuano a reggere la prova del mercato, che hanno creato nuova occupazione.
Questo è stato solamente un tassello nell'ambito di un discorso più complessivo, attraverso il quale si è cercato, negli anni scorsi, di delineare un nuovo e generale modello di sviluppo locale per il Mezzogiorno che parta dal basso; attraverso la diversità degli strumenti posti in campo, le diverse espressioni della programmazione negoziata (i patti territoriali, i contratti di area, i contratto di programma, gli strumenti innovativi come i prestiti d'onore), si è cercato di realizzare - positivamente - un modello di sviluppo locale diverso e nuovo, che pone in rete e tenta di ricondurre a sistema le vocazioni dei territori, le esigenze obiettive che vi affiorano, le risorse e le energie disponibili, il deficit infrastrutturale di quelle zone, lo spirito di iniziativa dei singoli, una nuova e positiva sinergia, una nuova e positiva sintesi tra intervento dei pubblici poteri ed attività dei privati.
Ora stiamo invece assistendo, rispetto al Mezzogiorno, ad un preoccupante mutamento di rotta da parte del Governo di centrodestra. Vi è tutta una serie di posizioni e di scelte che vanno univocamente nella medesima direzione, quella cioè di fermare, bloccare, paralizzare questo processo di sviluppo serio ed innovativo. Già con la legge finanziaria per il 2002 abbiamo avuto una riduzione complessiva delle risorse destinate alle aree depresse; abbiamo registrato una contrazione nei finanziamenti e nei fondi per gli strumenti della programmazione negoziata, verso i quali si delinea un ostracismo strisciante, ma costante e grave, del Governo (basti dire che 11 dei 44 patti territoriali approvati di recente sono privi di qualsivoglia copertura finanziaria). Inoltre, si riscontra la totale assenza della prosecuzione di un'attiva linea di sostegno finanziario per il completamento del processo di metanizzazione del Mezzogiorno, nonché la grandissima contraddizione che affiora nel settore delle politiche delle infrastrutture. In


Pag. 8

questo campo il Governo ha delineato con forza la volontà di realizzare un programma di grandi opere: abbiano avuto la cosiddetta legge Lunardi ed il primo programma applicativo, nel quale abbiamo verificato come siano state delineate ben 19 priorità strategiche; la stragrande maggioranza di esse è però concentrata nel nord del paese e, per di più, quelle riguardanti il Mezzogiorno sono collocate malinconicamente negli ultimi posti di tale graduatoria, con una condizione di sostanziale ed inaccettabile paralisi ed assenza di interventi.
Basti pensare alla stasi in cui versa il programma di velocizzazione, di potenziamento e di adeguamento della rete ferroviaria meridionale ed alla vicenda emblematica dei lavori di ammodernamento della terza corsia e di messa in sicurezza dell'infrastruttura viaria principale del Mezzogiorno d'Italia, la Salerno-Reggio Calabria, per la quale i lavori procedono con lentezza enorme, a fronte delle positive realizzazioni degli anni scorsi, e per la quale continua ad esservi una situazione di totale e grave incertezza circa l'effettiva disponibilità dei finanziamenti necessari per il completamento di questo progetto.
Vi è, poi, tutta una serie di segnali negativi e preoccupanti relativi alla prosecuzione della politica basata su incentivi innovativi come i prestiti d'onore. È stata decisa una sospensione, sostanzialmente ingiustificata e sino a data da destinarsi, dei finanziamenti dei corsi di formazione finalizzati alla concessione dei prestiti d'onore, dei corsi propedeutici all'erogazione delle agevolazioni per circa 10 mila giovani.
Vi è tutta una serie di prese di posizione ufficiali del Governo, che stanno soltanto a delineare un giudizio negativo sull'esperienza dei prestiti d'onore negli anni passati. Invece di confrontarsi con serietà sulle cifre emerse e su un dato innovativo - che ha visto, per la prima volta, nel 2000 e nel 2001 il prodotto interno lordo crescere al sud in maniera significativa e più fortemente rispetto al resto del paese, in particolare rispetto al nord - vi è un atteggiamento volto sostanzialmente a bloccare e paralizzare strumenti innovativi mirati a creare sviluppo, nuova imprenditoria, nuove e valide iniziative economiche nel sud, per di più senza delineare alcun quadro di interventi sostitutivi. Vi è soltanto la volontà di bloccare progressivamente gli strumenti messi in campo in precedenza, senza farsi carico della doverosa preoccupazione di una politica generale che crei e continui a creare nel Mezzogiorno le condizioni per la prosecuzione di importanti e positivi processi di sviluppo che sono in corso.
Il rischio che vogliamo indicare, con grande serenità ma anche con grande fermezza, delineando tutto il nostro impegno politico nelle istituzioni e nel paese, è che il Governo voglia scegliere una diversa via: bloccare tutti i nuovi strumenti messi in campo per ritornare ad una logica negativa, ad una sorta di nuovo centralismo per la distribuzione e l'erogazione di risorse finanziarie a pioggia, naturalmente in un quadro penalizzante e, certamente, non positivo per il Mezzogiorno. A nostro avviso, non è questa la via da seguire.
Si tratta, invece, di continuare ad operare con pazienza, con tenacia, con coerenza e con grande determinazione sulla scia delle cose positive che sono state realizzate in questi anni, per potenziarle, per incrementarle, per migliorarle, per rafforzarle e per eliminare le disfunzioni o gli aspetti che, in qualche misura, possono essere corretti, integrati e potenziati.
La via da seguire non è certamente quella che il Governo sta delineando, che blocca questi istituti e non si capisce nemmeno verso quale direzione voglia condurre, se non verso una sostanziale paralisi per il Mezzogiorno d'Italia.
A nostro avviso, la via da seguire è quella di continuare nella direzione intrapresa in questi anni: è la via dei prestiti d'onore, il che significa proseguire in un percorso serio, che si sforza di delineare nel sud un nuovo modello di sviluppo, di valorizzare e di far emergere pienamente le nuove energie, le nuove intelligenze, le


Pag. 9

nuove creatività dei nostri territori; è una via che ha già dato significativi risultati positivi.
In questa direzione riconfermiamo tutto il nostro impegno ed invitiamo il Governo ad una seria riflessione per non interrompere processi importanti e positivi che, invece, meritano di essere portati avanti.

Back Index Forward