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MICHELE VENTURA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, intervengo per ritirare alcuni emendamenti.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, vorrei ritirare gli emendamenti Grandi 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.1 e Benvenuto 1.7, dei quali sono cofirmatario. Auspico inoltre che vi sia la possibilità di discutere e, quindi, di avere un confronto vero con il Governo e con la maggioranza sulle questioni di maggiore rilievo contenute nel provvedimento. Si tratta di un auspicio che noi facciamo anche sulla base di quanto ha detto ora l'onorevole Micheli.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Potenza 1.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 409
Maggioranza 205
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 224).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giordano 1.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, come ha già detto l'onorevole Ventura, abbiamo ritirato alcuni emendamenti per semplificare la discussione, ma poiché nell'articolo 1 si affrontano problemi che riguardano la risistemazione della finanza pubblica, vorrei fare alcune osservazioni.
Anzitutto, come è stato ricordato anche prima, affrontando un provvedimento di questo tipo, sarebbe più corretto dire chiaramente che vi è l'esigenza di una manovra correttiva, poiché il prodotto interno lordo è al di sotto di circa un punto, o forse qualcosa di più, di quanto previsto. Questo, evidentemente, crea un problema riguardo al saldo della finanza pubblica corrente che le misure qui indicate non sono in grado di risolvere. Infatti, con la manovra che riguarda gli articoli che hanno un immediato effetto sui saldi di finanza pubblica non si ottiene il risultato di guadagnare abbastanza per risolvere il problema. Quindi, la prima domanda è: il Governo e la maggioranza come intendono risolvere il punto che qui non viene risolto?
In secondo luogo, per la soluzione del problema possono essere prese diverse iniziative. Voglio ricordare che di qui a poco esamineremo il mio emendamento 1.2, che è stato accolto dal relatore e dal Governo; quindi, un emendamento che, evidentemente, si muoveva in una direzione ragionevole. Anche gli emendamenti di cui stiamo ragionando cercano di muoversi in questa direzione ragionevole, in particolare il mio emendamento 1.9 che, in sostanza, raccoglie la preoccupazione che è contenuta anche nel commento di coloro che hanno esaminato i problemi di questo provvedimento in Commissione e che hanno manifestato una preoccupazione non solo per ciò che accade agli enti territoriali - infatti il mio emendamento 1.2 è stato accolto -, ma anche per la possibilità che per le norme di questo articolo si produca un ampliamento di spesa e non una riduzione. Allora, se la preoccupazione era valida per il problema degli enti territoriali, perché non accogliere la prima parte delle osservazioni che sono state fatte durante l'iter - come sa molto bene il relatore, l'onorevole Angelino Alfano - e, quindi, di conseguenza, anche il mio emendamento 1.9?
Se siamo in presenza di un testo che si dichiara non essere chiuso alla possibilità di emendamenti, accogliere soltanto una parte dell'emendamento sembra francamente una cosa poco comprensibile e, in una certa misura, controproducente, di fronte al problema più generale della differenza tra entrate e uscite.
Sappiamo tutti molto bene che il cuore di questo provvedimento non riguarda tanto i primi articoli, quanto il 7 e l'8. A questo proposito, vorrei aggiungere una considerazione a quanto, poco fa, ha espresso l'onorevole Micheli. Il ministro dell'economia e delle finanze - nelle dichiarazioni di ieri - ha dato importanza a questo provvedimento, ed in particolare, agli articoli menzionati. In tale contesto, dunque, è necessario che l'Assemblea ed il Governo prestino attenzione alle proposte ed alle posizioni della minoranza, che devono essere molto chiare. Non possiamo evidentemente accettare che vi sia il tentativo di affrontare problemi di finanza pubblica compiendo continuamente un passaggio da deficit corrente a stock del debito, perché altrimenti la manovra si
caratterizzerebbe come l'atto di nascondere il problema sotto il tappeto, di non lucidare l'argenteria di famiglia - come è stato detto - ma di venderla e, di conseguenza, vi è il rischio di un aggravamento del debito pubblico complessivo.
Avremo occasione successivamente di riproporre tale questione. In questo momento, invece, vorrei invitare il relatore ed il Governo ad un ripensamento circa l'accoglimento dell'emendamento al nostro esame che intende contribuire alla soluzione del problema di un deficit che si prospetta tutt'altro che irrilevante. Mi auguro, dunque, che l'Assemblea accolga la nostra proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lettieri. La facoltà.
MARIO LETTIERI. Signor Presidente, sono favorevole all'emendamento Grandi 1.9, ma vorrei cogliere l'occasione per affermare che, quanto sollevato dall'onorevole Micheli, in precedenza, pone un problema molto serio. Il ministro dell'economia - il titolare delle politiche economiche del nostro paese - dinanzi ai dati riportati quotidianamente, non solo dalla stampa, ma anche dal Fondo monetario internazionale, dall'Unione europea, dai grandi istituti di ricerca come l'ISAR, che evidenziano un andamento non positivo dei nostri conti pubblici...
PRESIDENTE. Onorevole Lettieri, la prego di attenersi all'emendamento al nostro esame.
MARIO LETTIERI. Mi attengo all'emendamento perché, anche se in maniera molto limitata, va comunque in tale direzione. Tuttavia, oggettivamente, la rilevanza è tale da rendere necessaria la presenza del ministro in quest'aula. Non si tratta di un ritornello, né di una provocazione, ma, considerati i poteri che, con questo provvedimento, il ministro chiede - perché si rinvia continuamente a decreti ministeriali -, è bene che venga in quest'aula, non solo ad assumersi le sue responsabilità, ma anche a dichiarare che questa manovra, magari insufficiente (come vedremo nel prosieguo dei nostri lavori), è correttiva dell'andamento e della finanza pubblica. Francamente è giusto che vi sia un'informazione corretta sul reale stato delle cose da parte del ministro. Mi sembra che il suo persistere nel venire solo occasionalmente in quest'aula rappresenti un offesa, oltre che una grave inadempienza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 1.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Grandi 1.10 e Pasetto 1.14, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 230).
Prendo atto che non ha funzionato il dispositivo di voto dell'onorevole Santori e dell'onorevole Pistone, la quale avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, il parere favorevole espresso su un emendamento presentato dall'opposizione è sempre una cosa gradita ai presentatori e credo che questo sia un sentimento condiviso, anche da chi è stato precedentemente all'opposizione. Tuttavia, continuo a non capire perché di una proposta emendativa, semplicemente divisa in due parti, ma caratterizzata da un unico ragionamento, venga accolta solo una parte - va benissimo -, senza accogliere l'altra. Erano entrambi emendamenti volti a migliorare il saldo della finanza pubblica, ossia si trattava di un contributo nell'interesse di tutti e non di un atteggiamento di parte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 1.2, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 433
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato sì 420
Hanno votato no 13).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pennacchi. Ne ha facoltà.
LAURA MARIA PENNACCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 2, nella cui rubrica si parla di concentrazione del versamento delle imposte dirette in un termine unico, ha lo scopo di racimolare un po' di entrate. Già questo tentativo, unito al riferimento esplicito, contenuto in altre disposizioni del disegno di legge di conversione (e, quindi, del decreto-legge originario), agli effetti sui saldi di finanza pubblica connessi ad alcune misure, costituisce l'ammissione che siamo di fronte ad una manovra correttiva che, tuttavia, si palesa immediatamente assai poco efficace. È questo il motivo, signor Presidente, per il quale sono assolutamente in tema quando ragiono su questi aspetti. D'altro canto, poiché si tratta di una manovra correttiva, sarebbe dovere del Governo essere qui, a confrontarsi con noi, nella sua espressione più rappresentativa in materia, cioè nella persona del ministro dell'economia e delle finanze.
Nel merito, si tratta di una manovra assolutamente inefficace ed inadeguata a rispondere alla gravità dei problemi che stanno emergendo. Le misure previste non bastano ad assicurare che il deficit sia contenuto nell'ambito degli impegni presi; ma, ciò che è più grave, il PIL non cresce. Il Governo si ostina a non modificare le sue previsioni di crescita, sebbene tutti gli organismi internazionali specializzati abbiano ritenuto che già sarà enormemente difficile raggiungere l'1,4 per cento, vale a dire più o meno la metà di quel 2,4 che il Governo tuttora si ostina ad indicare (per raggiungere l'1,4 per cento, avremmo dovuto avere, nella seconda parte dell'anno, una crescita tumultuosa dell'economia!). Ora, invece, arrivano notizie secondo le quali, nel primo trimestre dell'anno, il PIL sarebbe cresciuto dello 0,1 o dello 0,2 (il che significa, su base annua, lo 0,1): siamo, dunque, alla crescita zero!
Anche nell'anno più difficile per il risanamento della finanza pubblica - il 1997, quando l'entità della manovra fu raddoppiata e si passò da 32.000 a 62.000 miliardi - i governi di centrosinistra riuscirono ad assicurare una crescita del PIL dell'1,5 per cento. Ora siamo alla crescita zero. Il Governo è nudo! Le responsabilità sono gravissime! Non ci compiacciamo certo di questo risultato perché è il paese che ne soffre, è la nostra economia che ne soffrirà.
Poiché è di queste cose che dobbiamo discutere, chiediamo la soppressione del menzionato articolo 2, un palliativo che non risolve nulla! Deve cambiare radicalmente la politica economica del Governo, se di politica economica possiamo parlare perché, in realtà, siamo di fronte ad una non politica, ad un'apolitica! Si deve guardare di più alla domanda interna, prevedendo misure macroeconomiche di sostegno di tale domanda che intervengano radicalmente anche sui nodi strutturali dello sviluppo. Altro che freno a mano! Siete voi che state frenando la possibilità di un rilancio forte, e qualitativamente fondato, dello sviluppo imprenditoriale e, dunque, economico complessivo italiano. Per questi motivi chiediamo la soppressione dell'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI. Signor Presidente, questo articolo prevede sostanzialmente l'accorciamento dei tempi per il versamento di alcune imposte, e le unifica. Apparentemente, potrebbe essere anche condivisibile, ma io questa la definisco una norma placebo, che tende a nascondere quello che effettivamente c'è di grave nello stato dei nostri conti, rivelando l'affanno del ministro nel tentare di reperire comunque qualcosa, quando invece l'andamento del deficit, in modo esponenziale, richiederebbe, questo sì, assunzione di maggiore responsabilità e proposte molto più incisive. È stato evidenziato come il PIL non cresca secondo le previsioni del ministro dell'economia e delle finanze, per cui le previsioni fatte in sede di approvazione della legge finanziaria vengono sconvolte, e vi è la caduta - è stato detto prima dall'onorevole Micheli - della produzione industriale. Basta aprire il giornale e leggere quello che sta avvenendo nella più grande industria privata italiana, la FIAT, con riverberi paurosi e preoccupanti sull'occupazione, che resta gravissima nel Mezzogiorno. Mi pare che i provvedimenti che si stanno proponendo, che contengono norme di questo tipo, siano del tutto insufficienti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 2.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 232).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cusumano 2.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 217).
Prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Spina Diana non ha funzionato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Grandi 2.3 e De Franciscis 2.6, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 424
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rocchi 2.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 429
Votanti 425
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Milana 3.101, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 241).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giordano 3.55, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 234).
Prendo atto che l'emendamento Petrella 3.80 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giordano 3.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 428
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 233).
Avverto che l'emendamento Giuseppe Drago 3.104 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 3.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, parlo su questo emendamento che è una delle tante formulazioni possibili con cui affrontare il problema. In fondo, questo è l'articolo con cui si cerca di portare in cassa un po' di soldi, ma, come tutti gli articoli fatti un po' in fretta, contiene qualcosa che non è equo. In particolare, per ciò che riguarda il problema dei farmaci - fondamentalmente di questo stiamo parlando - , dobbiamo riscontrare che ci sono diversi problemi. In primo luogo, quello che sta accadendo nelle diverse regioni. Infatti, molte regioni, oggi, non avendo compiuto adeguati controlli ed essendo gli elementi dell'accordo tra Governo
e regioni non adeguati, stanno introducendo dei ticket; quindi, si sta creando nell'ambito dello Stato nazionale, ripeto, dello Stato nazionale - vorrei che alcuni settori della maggioranza, in particolare, prestassero attenzione a queste parole - una diversificazione difficilmente accettabile.
Chiunque di noi dovesse comprare farmaci in diverse zone del paese scoprirebbe che le differenze sono anche molto rilevanti. Dunque, il tema dei farmaci non può essere affrontato in questa maniera. È una di quelle questioni che dovrebbe essere oggetto di riesame ed il Governo dovrebbe ammettere che le misure che aveva immaginato non sono state in grado di affrontare il problema.
Ma veniamo all'elemento di risparmio. L'elemento di risparmio è di natura indifferenziata. La riduzione di una certa cifra, in questo caso il 5 per cento, il prezzo di tutti farmaci non ottiene un risultato corretto. Sarebbe stato preferibile che, di fronte all'obiettivo di ridurre la spesa farmaceutica dell'ordine del 5 per cento, il Governo avesse chiamato le organizzazioni rappresentative dei produttori del settore proponendo loro, secondo un metodo di concertazione, di dialogo, chiamatelo come vi pare, un incontro per ottenere un risultato, innanzitutto sulla base, della loro capacità di proposta. Le linee dei costi di produzione, infatti, non sono uguali in tutti i settori. Se la cosa non fosse stata possibile poteva essere sempre la commissione unica del farmaco ad avanzare un'ipotesi per cui la media potesse realizzare l'obiettivo senza creare problemi. Occorre considerare che i margini sono diversi e ciò genera delle differenze nell'ambito del settore; in particolare tra le singole aziende. Possono esserci aziende che dovranno chiudere, che non saranno in grado di reggere le conseguenze di questa decisione perché si trovano in determinate fasce di farmaco, ed altre che, invece, potranno affrontarne il problema o che, addirittura, non subiranno particolari conseguenze da questo intervento.
Per queste ragioni, non chiedo tanto di approvare questo emendamento in particolare - che potrei senz'altro definire come l'emendamento che, tutto sommato, mi interessa meno dal punto di vista della formulazione (lo dico senza nascondermi dietro un dito) -, anche se, naturalmente, mi piacerebbe, ma chiedo alla maggioranza, al relatore ed al Governo di valutare se non sia preferibile, proprio come atteggiamento nei confronti delle aziende farmaceutiche, stabilire con loro un break, un incontro in cui rinvenire una soluzione che, a parità di risultato, sia però in grado di evitare sconvolgimenti nel settore, rischi per talune aziende e magari contraccolpi anche dal punto di vista dell'occupazione.
Quale sia la ragione per cui questa proposta, che mi pare di buon senso, venga rifiutata, a me sinceramente sfugge. Mi piacerebbe che vi fossero le condizioni per un ripensamento da parte del Governo e del relatore su questo argomento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.
GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, credo che, così come ha già detto il collega Grandi, l'emendamento Grandi 3.102 sia fondamentalmente un emendamento di buon senso economico perché la riduzione del prezzo del 5 per cento indistinta su tutti farmaci potrebbe essere accettabile se ci trovassimo in una situazione di grande omogeneità dell'industria farmaceutica nazionale, se vi fossero margini di profitto talmente ampi che questa riduzione non fosse davvero incidente sulle scelte strategiche o sulle stesse capacità delle imprese di reggere.
Credo che l'ipotesi di fissare un tetto di risparmio e di concordare con le imprese e con le associazioni farmaceutiche, una modalità di raggiungimento di questo tetto, ipotizzando variazioni di prezzi differenziate a seconda dei margini, porterebbe ad una maggiore sicurezza per il raggiungimento dell'obiettivo di cassa e creerebbe un effetto meno dirompente sulla struttura industriale del paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,
l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Le ricordo, onorevole Battaglia, che ha un minuto a sua disposizione.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, l'articolo 3 del provvedimento al nostro esame dimostra che quando la sanità è governata dal Ministro del tesoro e non da quello della salute non possono che venir fuori guai. È chiaro che il ministro della salute dovrebbe occuparsi della salute dei cittadini mentre il ministro del tesoro si dovrebbe occupare dei conti; è chiaro che il ministro del tesoro, poiché si occupa dei conti, quando deve intervenire sulla spesa sanitaria non può che farlo con interventi di carattere sommario.
Indubbiamente, l'intervento previsto dall'articolo 3 è di carattere sommario, in quanto non tiene conto della complessità del mercato dei farmaci e delle differenti caratteristiche esistenti tra farmaco e farmaco. In particolare, non viene considerato che vi sono almeno 149 tipi di farmaco che si collocano in una fascia di prezzo che varia tra 3 e 5 euro, i quali hanno già un prezzo talmente basso che un'ulteriore, eventuale decurtazione potrebbe determinare particolari difficoltà produttive. Pertanto, ciò non potrà che tradursi in un danno per il servizio sanitario nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.102, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 233).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Petrella 3.93.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, tutti questi emendamenti, proseguo il ragionamento che già avevo avviato nel mio precedente intervento, vogliono evidenziare che in una materia come quella dei farmaci la politica dei prezzi amministrati non ha mai dato buoni risultati, soprattutto quando ci si trova di fronte a farmaci per i quali è stata attuata una procedura di concertazione del prezzo. L'interesse del servizio sanitario nazionale, quindi del Ministero della salute, dovrebbe essere quello di governare il processo di produzione e distribuzione del farmaco, per far sì che il cittadino possa avere il massimo diritto di usufruire di tutti i farmaci, anche di quelli più innovativi e di più recente produzione che hanno richiesto anni di approfondimento, di sperimentazione e di ricerca scientifica. Ciò è possibile solamente attraverso due meccanismi: quello della contrattazione del prezzo e quello del governo delle prescrizioni dei farmaci. Con l'articolo 3 insistete invece nell'intervenire con un provvedimento sommario di taglio dei prezzi, senza incidere su quei meccanismi che determinano l'aumento della spesa farmaceutica (aumento che rappresenta un problema per tutti, tant'è che anche il Governo di centrosinistra affrontò il problema della spesa sanitaria e del costo dei farmaci). Non si possono ottenere risultati né con il prezzo amministrato né con il taglio dei prezzi stessi, bensì questi possono essere ottenuti solamente se si riesce a governare il meccanismo, attraverso, per esempio, il budget di distretto, un miglior monitoraggio della spesa farmaceutica o un maggior controllo, oggi non effettuato, su chi prescrive le prestazioni farmaceutiche. Non attuando tali interventi, è chiaro che non vi resta che utilizzare due strumenti, ambedue negativi: quello del taglio del prezzo e del prezzo amministrato, e quello che indirettamente avete indotto nelle regioni, cioè l'imposizione sui farmaci di quei ticket che erano stati soppressi in quanto
espressione di un ingiusto balzello gravante sulle spalle degli ammalati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacco. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha a disposizione un minuto.
LUIGI GIACCO. Signor Presidente, ritengo che con questo articolo sicuramente non si otterrà alcun risparmio nella spesa pubblica, perché se consideriamo l'andamento della spesa farmaceutica ogni qual volta si è voluto introdurre un tetto di spesa o un abbattimento del prezzo amministrato, è possibile constatare come la stessa non sia diminuita, bensì aumentata. Pertanto, una diminuzione generalizzata del prezzo di tutti i farmaci, sia per quelli a costo elevato sia per quelli a costo basso, non porterà ad alcuna diminuzione di spesa; anzi, come ha dimostrato ieri la collega Labate, ciò porterà, per un effetto di traslazione, a prescrivere farmaci di costo più elevato (e, quindi, ad incrementare la spesa stessa): in Italia abbiamo infatti ben 189 farmaci che si collocano in una fascia di prezzo compresa tra tre e cinque euro, e se non evitiamo che ciò che è previsto dal presente provvedimento si verifichi, sicuramente le prescrizioni si sposteranno verso i farmaci con prezzo più elevato. Per questo riteniamo che tale norma non permetta di conseguire l'obiettivo del controllo della spesa farmaceutica, né tanto meno quello di garantire maggiore qualità per i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Blasi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO BLASI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare all'Assemblea e ai colleghi del centrosinistra che in Commissione è stato approvato un mio emendamento che blocca al 31 dicembre la riduzione del 5 per cento del prezzo dei farmaci.
Vorrei anche ricordare che sono in atto una serie di misure, adottate soprattutto dal Ministero della salute, tese a regolare nuovamente e a consentire una maggiore competitività dei prezzi del farmaco, affinché gli stessi possano scendere ed essere più accessibili. Il nostro, quindi, è un intervento contingente, che si ferma al 31 dicembre di quest'anno. È bene che ciò sia chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, il fatto che, giustamente, il collega abbia ribadito or ora che si tratta di una misura temporanea non ci rassicura. Forse è proprio questo modo di procedere che fa sì che non ci sentiamo rassicurati rispetto alla necessità di una politica più precisa ed organica sul contenimento della spesa farmaceutica.
Vorrei sottolineare uno dei problemi centrali che concerne la spesa farmaceutica e che ci è stato fatto presente, con una nota molto precisa e interessante, da Federfarma che - come sappiamo - è un'associazione che unisce 16 mila titolari di farmacie. Questa nota riguarda i ritardi regionali, inammissibili ed inaccettabili, nell'aggiornare la lista dei farmaci generici. Federfarma ci informa che, pur lamentando quotidianamente l'entità della spesa farmaceutica (che comporta inevitabilmente l'adozione di misure, quali il ticket, a carico del cittadino), quasi tutte le regioni, (nondimeno per inerzia), continuano a spendere per le terapie farmacologiche più di quanto spenderebbero se recepissero negli elenchi regionali l'aggiornamento ministeriale.
Inoltre, il fatto di procedere a tale aggiornamento in date differenti, comporta che ci si trova di fronte a differenti elenchi: praticamente, vi è un elenco per ogni regione, con diverse entità di rimborso.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che talvolta, mentre in una regione si pagano i ticket, in un'altra ciò non avviene, emerge che ci troviamo di fronte ad un universalismo che viene disatteso e ad un differente trattamento rispetto a problemi e a diritti che, invece, sono identici.
Inoltre, l'elenco che a livello ministeriale ha ampliato il numero dei farmaci generici, con l'individuazione di nuovi principi attivi il cui brevetto è giunto a scadenza, non trova nella contemporaneità dell'aggiornamento la possibilità di un controllo omogeneo e generalizzato della spesa farmaceutica.
Le farmacie, come sapete, hanno lamentato la mancanza di una consultazione, anche rispetto al taglio dei prezzi dei medicinali che, ovviamente, comporta una conseguenza diretta non soltanto sul valore delle scorte di magazzino, ma anche sugli stessi margini di guadagno rispetto al prezzo.
Vorrei ricordare, inoltre, sempre rispetto al problema dei farmaci generici, che la direttiva dell'Unione europea sui farmaci genetici risale al 1965 ed è stata recepita in Italia, ormai 26 anni dopo, con decreto legislativo n. 178 del 1991; essa è stata normata, in una prima fase, con la legge finanziaria del 1998 ed è stata resa esecutiva a seguito della legge finanziaria del 2001. Non abbiamo dati certi poiché l'osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali non ce li fornisce.
PRESIDENTE. Onorevole Zanella...
LUANA ZANELLA. Concludo, signor Presidente.
Se vi fosse in Italia la possibilità di accesso ai farmaci generici nella misura media dei paesi europei e degli stessi Stati Uniti probabilmente anche il contenimento della spesa farmaceutica sarebbe più agevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petrella 3.93, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione... scusate, colleghi, devo sospendere la votazione perché non avevo visto che l'onorevole Labate chiede di intervenire sull'emendamento Grandi 3.81.
ELIO VITO. Ma è già stata indetta la votazione!
PRESIDENTE. Prego, onorevole Labate.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Blasi che ci ha ricordato che il suo emendamento consente questa disposizione normativa sino al 31 dicembre 2002. Tuttavia, il collega Blasi sa bene, dato che ne abbiamo discusso approfonditamente, che ciò non risolve il problema.
Abbiamo tentato in tutti i modi di far comprendere al Governo che per raggiungere l'obiettivo di razionalizzazione della spesa farmaceutica dovremmo prendere in considerazione alcuni fattori. Innanzitutto, l'appropriatezza della prescrizione fatta dal medico: si può, non sono petizioni di principio. Nella legge finanziaria 2001 avevamo proposto un budget di distretto in cui medici di medicina generale, medici specialisti e medici ospedalieri lavorassero in rete per il controllo delle prescrizioni farmaceutiche e terapeutiche. Questo fattore non viene preso in considerazione pur trattandosi di una misura contingente. In secondo luogo, bisogna controllare l'effetto mix perché è quello che produce uno sforamento della spesa farmaceutica. Inoltre, bisogna fare riferimento alla platea dei farmaci.
Mi sarei aspettata che il Governo, nella rappresentanza non solo del Ministero dell'economia e delle finanze, ma anche del Ministero della salute, ci comunicasse le note che la commissione unica del farmaco ha approvato recentemente ampliando la platea dei farmaci a disposizione
del servizio sanitario nazionale. Dobbiamo sapere dal Governo del nostro paese se vogliamo curare i malati di Alzheimer: in quelle note c'è un prodotto che costa, però serve a 70 mila cittadini italiani colpiti da quella malattia. Dobbiamo, inoltre, sapere se gli antidepressivi fanno parte del servizio sanitario nazionale. Colleghi, non possiamo accettare, di questo vi parlo con passione, una misura che non produrrà, al 31 dicembre, un risparmio di spesa, anzi rischia di essere iniqua nei confronti non solo del sistema produttivo, ma anche dei cittadini. Infatti, i prescrittori prescriveranno farmaci a costo più alto.
Vi prego di essere ragionevoli ed equi nella discussione di questo argomento, altrimenti produrremo non solo un danno per le casse del danaro pubblico, ma, soprattutto, per la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.81, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 392
Astenuti 5
Maggioranza 197
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 217).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 3.82.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, mi auguro che, mentre abbiamo fatto votazioni su cui non c'è stato un battito di ciglio, su questo testo vi sia una riflessione un po' più attenta. Nell'emendamento si propone la possibilità di avere una media sulla base di un'analisi dei costi proposta dai produttori o, in assenza di proposta - quindi, non c'è il vuoto - dalla commissione nazionale del farmaco. Ciò avverrebbe con lo stesso risultato, quindi a parità di entrate per lo Stato. Hanno completamente ragione i colleghi Labate e Battaglia: non si può avere come punto di vista quello di natura esclusivamente finanziaria.
Se si vogliono ottenere 100 o 1.000 miliardi, lo si può fare in tanti modi ma l'importante è come si ottiene questo risultato, perché, evidentemente, ne va della qualità politica e, in particolare, non solo del ruolo delle regioni ma anche della salute dei cittadini. Quindi, mi auguro sinceramente che da parte del relatore e del Governo ci sia un ripensamento in questa direzione perché vi è una parità di risultati ma il percorso è diverso.
In particolare, vorrei evidenziare, anche all'opinione pubblica, che l'opposizione non mancherà di far rilevare ai produttori che la sua strada era quella in cui il dialogo poteva prevalere sulla legge del taglio netto, deciso per ragioni puramente finanziarie. Il dialogo comporta che il Governo - spero il ministro dell'economia e delle finanze insieme al ministro della sanità - dovrebbe chiamare le rappresentanze dei produttori, porre loro il problema, concedere un tempo entro il quale o essi avanzano una proposta oppure la commissione del farmaco, come ricordato, interviene con una sua proposta che l'esecutivo fa propria.
Si tratta di una procedura che può durare veramente poco, che può dare lo stesso risultato in tempi rapidi ma che politicamente è diversa. Essa non interviene con un colpo di mazza, con un taglio netto, con una visione economicistica del problema ma con un'idea politica del modo in cui si affronta il rapporto con i produttori, delle conseguenze sul settore produttivo. Tale procedura lascia un margine alle aziende per poter affrontare il problema, evita contraccolpi economici e
sull'occupazione e, per di più, si fa carico delle conseguenze sulla salute dei cittadini e sul ruolo delle regioni.
Trovo irragionevole l'opposizione al mio emendamento 3.82. È una cosa che non ha ragione di esistere perché questa proposta, a parità di risultato, consente un percorso incomparabilmente migliore, più chiaro, con risultati e senza contraccolpi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Battaglia, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, anch'io vorrei dire qualcosa sull'emendamento Grandi 3.82 e mi sembra grave che il Governo non lo recepisca e che non sia rappresentato in questa sede anche con un esponente del Ministero della salute; ho stima del sottosegretario ma, in questo caso, parliamo di farmaci. Sappiamo che il costo per gli stessi è determinato da tre fattori: quello inerente alla prescrizione, quindi il comportamento degli operatori sanitari che prescrivono la medicina, quello inerente alla ricerca, alla produzione e al prezzo e, poi, quello relativo alla distribuzione.
Ora voi intervenite sul secondo aspetto, cioè sulla ricerca, sulla produzione e sul prezzo ma la maniera in cui intervenite rischia di creare dei problemi, intanto al settore farmaceutico ma anche, conseguentemente, al cittadino perché sarebbe stato molto più opportuno - come noi vi suggeriamo con l'emendamento in esame - affrontare tale questione, che è importante affrontare, del controllo del prezzo anche dei farmaci attraverso un processo di concertazione. Capisco che questo termine non vi piace, però, in questo caso...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Battaglia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI. Signor Presidente, l'emendamento Grandi 3.82 è di puro buonsenso e credo che lo stesso relatore per la V Commissione, Angelino Alfano, possa riconsiderare il suo parere sullo stesso.
Sono state già svolte alcune considerazioni dalla collega Labate che sono il portato di un'esperienza quotidiana, di ciò che i medici che prescrivono i medicinali ai pazienti verificano la riduzione indiscriminata, anche se limitata al 31 dicembre, porterà certamente alla prescrizione dei farmaci più costosi.
Queste norme, che rivelano una situazione di emergenza per quanto riguarda i conti pubblici, non sottendono né una politica industriale né una politica sanitaria, ma semplicemente un aspetto economico e ritengo che ciò sia errato. Voler negare anche che la commissione nazionale del farmaco possa intervenire, con la sua autorevolezza e competenza, in una materia come quella dei prezzi dei medicinali mi sembra una cosa assurda.
Mi auguro, quindi, che la Camera approvi questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Credo si sia giunti - come suffragato anche dalle osservazioni svolte dai colleghi all'inizio dell'esame di questo provvedimento - ad uno dei nodi della discussione politica.
Si presenta una manovrina, mentre - aveva ragione il collega Miceli - agli occhi dei cittadini e su tutti giornali vi è una denuncia palese delle scelte sciagurate assunte da questo Governo rispetto al debito. È una scena quasi paradossale! Stiamo discutendo di una manovrina, senza discutere le prospettive delle scelte economiche generali di questo Governo quando i conti pubblici sono in rosso.
In particolare, per quanto concerne l'articolo 3 relativo alla spesa farmaceutica, si evidenzia l'incapacità, la non lungimiranza, le scelte profondamente sbagliate assunte dal Governo rispetto a questo settore. Più in generale, non si introducono criteri logici di efficacia, di
efficienza, di controllo del sistema e della spesa.
In sede di discussione sulle linee generali, sono state svolte riflessioni che, anche rispetto a questi emendamenti, occorre ripetere e ribadire. L'accordo sciagurato con le regioni, avvenuto in agosto, che aveva fissato il tetto di spesa, denuncia l'incapacità di questo Governo di affrontare il tema della salute e le scelte relative alla spesa sanitaria all'interno di una programmazione seria, che risponda ai bisogni e al diritto di salute dei cittadini.
Il Governo di centrosinistra aveva compiuto delle scelte completamente alternative, puntando sulla programmazione, sul decentramento, sull'autonomia con la responsabilizzazione delle regioni e sul coinvolgimento degli operatori all'interno della logica di sistema, per il governo di queste variabili.
Quando facciamo riferimento a tutti questi criteri, che rientrano nelle variabili di governo del sistema, il Governo non sa neanche di cosa si parli. Questo esecutivo sceglie la strada dei tetti di spesa, dei tagli dei servizi, dei ticket, dei ricorsi dei cittadini che pagheranno di tasca loro, senza prevedere un coinvolgimento delle variabili virtuose.
Se non si parla di programmazione e di appropriatezza, se non si coinvolgono i medici di base, ritengo non si possa ottenere una riduzione della spesa farmaceutica che, invece, aumenterà. Di fatto porterete all'incompatibilità del sistema di finanziamento pubblico del nostro servizio sanitario nazionale; oggi, rispetto al settore del farmaco, ma anche più in generale. Infatti, la vostra scelta è quella di introdurre fondi privati, di rendere incompatibile il sistema di finanziamento pubblico, al fine di destrutturare il servizio sanitario nazionale.
Credo, quindi, che tutti gli emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 3 debbano essere inseriti in una critica profonda delle vostre scelte contro la sanità pubblica e il servizio sanitario nazionale che sono completamente alternativa alle nostre.
Noi avevamo scelto di abolire i ticket sui farmaci, sulla diagnostica, sulle prestazioni; avevamo scelto una riforma che poneva al centro del sistema la qualità degli operatori.
Voi avete ribaltato completamente la situazione, in una logica tecnocratica: le scelte di politica sanitaria le fa non più il ministro della sanità, ma Tremonti. Ormai Tremonti decide sulle politiche sociali e sulle politiche sanitarie di questo Governo. E si vede la follia di un ministro che non riesce neanche a garantire gli interessi del paese, da un punto di vista di logica di bilancio. L'articolo 3 è ancora una volta al centro della vostra incapacità e della pericolosità delle scelte che state facendo per l'economia, per i settori strategici del nostro paese e, soprattutto, per la sopravvivenza di un sistema di sanità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, i colleghi hanno dimostrato come, dal punto di vista tecnico, questi emendamenti possano migliorare l'articolo 3. L'obiettivo è comune: diminuire la spesa senza scaricare sui cittadini, come è stato fatto con l'introduzione dei ticket, o sugli ammalati, come rischia di fare l'articolo 3 se non viene migliorato. Propongo l'argomento alla vostra attenzione sulla base di un ragionamento un po' diverso rispetto a quello fatto dai colleghi fin qui.
Qualche giorno fa, il Presidente Casini ha detto che l'opposizione deve avere il Parlamento come strumento di iniziativa. Voi avete di fronte un'opposizione che cerca di correggere seriamente i vostri errori: non parlate neppure sulle proposte tecniche, precise, migliorative che l'opposizione vi fa; costringete l'opposizione al lavoro defatigante di fare proposte, di fare proposte serie, di fare proposte migliorative. Non c'è un confronto vero.
Signor Presidente, le chiederei di raccogliere l'appello che il Presidente Casini
ha lanciato l'altro giorno e di capire lo sforzo e le intenzioni positive dell'opposizione per migliorare provvedimenti sbagliati. Le chiedo di proporre alla maggioranza di partecipare ad un confronto vero su questi emendamenti e di non continuare a tacere, come spesso ha fatto, anche su altri provvedimenti, per poi essere costretta a introdurre correzioni in corso d'opera o a far pagare importanti categorie di cittadini (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Michele Ventura. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al Governo, qui rappresentato dal sottosegretario di Stato Armosino, perché questo emendamento, a nostro avviso, merita una qualche risposta da parte sua. Noi abbiamo posto sostanzialmente due questioni con l'emendamento Grandi 3.82. Innanzitutto, per ciò che riguarda l'analisi dei costi, si prevede il coinvolgimento dei produttori e di tutta la filiera che va dai produttori sino al consumo; in secondo luogo, chiamiamo in causa la commissione nazionale del farmaco per avere risposte che riguardino non soltanto il costo economico ma anche l'efficacia terapeutica, perché, altrimenti, rischiamo di avere qualcosa che assomiglia esclusivamente ad un provvedimento di carattere amministrativo.
MICHELE VENTURA. Su questo aspetto sarei molto interessato, davvero, a sentire l'opinione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
ANGELINO ALFANO, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, intervengo esclusivamente nel merito dell'emendamento Grandi 3.82, tralasciando, in questa sede, le considerazioni generali sulla politica economica, industriale e sanitaria del Governo, ovviamente. Intervengo per dire all'onorevole Grandi ma anche all'onorevole Lettieri che questo emendamento, senz'altro di buonsenso, a mio avviso è stato concepito prima dell'approvazione in Commissione dell'emendamento che stabilizzava al solo 2002 la riduzione dei farmaci del 5 per cento.
Dico questo perché l'emendamento proposto dall'onorevole Grandi prevede di ridurre il prezzo del 5 per cento «in media sulla base di un'analisi dei costi proposta dai produttori o, in assenza di proposta, dalla Commissione nazionale del farmaco». Io dico che una valutazione media funziona, quanto meno, nel medio periodo. Ecco perché, con una norma che non è a regime, ma che vale fino al 31 dicembre 2002, ritengo che questo strumento, non privo di buon senso, sia in realtà inefficiente. Per questo motivo non cambio il parere in riferimento all'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.82, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 399
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 220).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Labate 3.103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, colleghi, questo emendamento vi pone una questione molto concreta. A me dispiace che non sia qui presente il ministro Sirchia, che a mio avviso su una materia così delicata dovrebbe essere presente, perché lui dovrebbe conoscere - e certamente conosce anche meglio di me - l'importanza di questa fascia di medicinali con un prezzo compreso tra 3 e 5 euro, quelli a più basso costo. In larga misura, si tratta di medicinali che intervengono sui disturbi del sistema nervoso, dell'apparato respiratorio, dell'apparato muscolo-scheletrico: essi hanno un costo contenuto e i margini di guadagno delle imprese sono, certamente, molto più ridotti.
Allora, riguardo a questa misura generalizzata di riduzione del prezzo, per quanto limitata all'anno 2002 faccio notare al relatore, che se è vero che il prezzo è stato ridotto all'anno 2002, non c'è scritto da qualche parte che per il 2003 non si faccia niente di analogo, soprattutto se non si mettono in campo quelle misure che noi più volte vi abbiamo suggerito, sia nel corso dell'esame legge finanziaria, sia di tutti gli altri provvedimenti che hanno trattato in quest'aula la materia sanitaria. Calcare troppo la mano su questa fascia di farmaci a basso costo può comportare degli effetti molto negativi sul sistema sanitario e soprattutto sulla salute dei cittadini. Infatti, è chiaro che una misura di questo genere può portare a scoraggiare le imprese a produrre questo tipo di medicinali, perché molto probabilmente risulterebbero, perlomeno alcuni di questi, non più convenienti dal punto di vista della produzione. Quindi, si rischierebbe in seguito di avere a disposizione altri tipi di medicinali, magari di costo più elevato, che porterebbero indirettamente a un maggior onere sul servizio sanitario nazionale ed anche sui cittadini, quei cittadini che poi, in qualche modo, sono chiamati a contribuirvi attraverso i ticket o, se i farmaci non sono quelli interamente gratuiti, anche attraverso l'esborso della quota di loro competenza.
Quindi, noi vi chiediamo quanto meno di limitare l'intervento ai farmaci che hanno un prezzo superiore ai 5 euro, anche se riteniamo che sarebbe stato molto più opportuno seguire la strada che vi abbiamo suggerito nell'emendamento precedente, cioè un confronto con i produttori per avviare un tavolo di concertazione e vedere su quali classi di farmaci e su quali settori della spesa farmaceutica si potessero fare delle operazioni che avrebbero potuto portare certamente a un risparmio. Questa soluzione la auspichiamo tutti, perché siamo tutti convinti che la spesa sanitaria deve essere contenuta in quanto è la tenuta finanziaria del sistema che ci garantisce anche sulla tenuta del servizio sanitario nazionale. Pertanto, noi siamo forse più interessati di voi a questo, perché non vogliamo smantellare il servizio sanitario nazionale: voi volete andare verso lo smantellamento, la privatizzazione; noi invece abbiamo a cuore il servizio sanitario nazionale e sappiamo che un elemento fondamentale per salvare il servizio sanitario nazionale è la sua tenuta da un punto di vista finanziario.
Tuttavia, non è con questi strumenti, non è colpendo l'industria farmaceutica oggi e, con i ticket, il cittadino oggi e anche sempre più domani (visti gli orientamenti delle regioni da voi governate) che si ottengono questi risultati.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, relativamente all'intervento del collega che ho appena sentito vorrei ricordare al medesimo che, relativamente a questa parte, grazie al lavoro svolto nelle Commissioni riunite bilancio e finanze e all'intervento dei deputati di Forza Italia e della Lega nord - ovviamente erano presenti anche i deputati di
Alleanza nazionale - si è deciso provvisoriamente - poiché, come è già stato sottolineato in questa sede stiamo parlando di un meccanismo che chiude al 31 dicembre 2002 (spiegherò poi cosa auspica il Governo, anche in risposta alle dotte disquisizioni fatte ieri dall'onorevole Labate nel suo intervento) di adottare una manovra riduttiva, la quale rappresenta un impegno cui è sottoposta l'azienda farmaceutica per portare finalmente a realizzazione un progetto unitario. Infatti, quando si è in presenza di queste materie, ognuno interviene sostenendo una tesi diversa, noi invece ed in primo luogo dobbiamo chiedere al settore coerenza di indirizzo. In ogni caso, suggerirei addirittura il ritiro dell'emendamento Labate 3.103 - il presentatore comunque può anche scegliere di non aderirvi - poiché quest'ultimo ha ottenuto parere favorevole in Commissione; infatti, a seguito delle prevalenti istanze della Lega nord e di Forza Italia, è prevalsa la posizione che esonera i farmaci di valore sino al 5 per cento.
Volevo solo aggiungere un'ultima cosa in riferimento all'articolo 3. Ho apprezzato le disquisizioni e i suggerimenti che si sono avuti in quest'aula, tuttavia non posso sottacere che questa è una materia in cui vi sono posizioni estremamente diversificate. Colleghi dell'opposizione, non posso sottacervi - visti i dati in vostro ed in nostro possesso - che l'abolizione dei ticket non ha avuto effetti con il Governo di centrosinistra e, guarda caso, ha cominciato a produrli con questo Governo. L'abolizione dei ticket cosa ha determinato? Un aumento della spesa farmaceutica? Sicuramente il grafico è salito in alto. Diamoci quindi sei mesi di tempo per lavorare con l'impegno con cui abbiamo lavorato a migliorare questo decreto-legge che prevedeva - lo si è detto e lo si è ribadito - un cuore essenziale rappresentato dai due provvedimenti di cui all'articolo 7 ed 8. Questi ultimi richiedevano un accoglimento dei suggerimenti sull'ordine dei controlli: è stato fatto, stiamo lavorando, ma evitiamo di dire adesso cose che consentirebbero, relativamente ai farmaci, interventi di tutt'altra portata.
Vi deve essere la seria intenzione di recepire le istanze che provengono dal mondo di produzione del farmaco, affinché esso stesso concorra al contenimento della spesa sanitaria nella parte farmaceutica. Credo che ciò accomuni tutto il settore farmaceutico nel suo complesso; pertanto, fermo restando il diritto alla salute che intendiamo assolutamente onorare ritenendolo un diritto primario del cittadino, ritengo accomuni tutti anche il desiderio di avere un sistema che ci consenta di giungere all'obiettivo comune rappresentato dalla tutela della salute potendo tutelare quest'ultima facendo fronte alla sua copertura attraverso un concorso tra maggioranza ed opposizione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo in precisazione delle cose affermate dal Governo; probabilmente il sottosegretario, non essendo rappresentante della sanità, non sa che vi è una controtendenza nella spesa farmaceutica.
I dati del Ministero della salute ci confermano che, nel primo trimestre del 2002, si è evidenziata un'inversione del trend di spesa dei prodotti rimborsabili.
Il Governo ha espresso alcune preoccupazioni, facendo riferimento, tra l'altro in maniera impropria, all'abolizione dei ticket da parte del centrosinistra; credo, tuttavia, che l'intervento del Governo stesso sia fuori misura.
Auspichiamo inoltre - è un'altra considerazione che vorrei svolgere - che il Governo mantenga l'impegno del 31 dicembre 2002 per quanto riguarda la provvisorietà di questo provvedimento; certamente il Governo, da questo punto di vista, non ha le carte in regola poiché in quest'aula il ministro della salute, quando approvammo il provvedimento relativo all'accordo
con le regioni sulla spesa sanitaria, affermò che non sarebbero stati introdotti i ticket. I governi delle regioni del Polo, invece, hanno introdotto il ticket sulla farmaceutica (la regione siciliana ha introdotto addirittura quello sulle prestazioni di pronto soccorso).
Entrando nel merito dell'emendamento in esame, si tratta di una proposta emendativa che rafforza ulteriormente la nostra critica all'articolo 3 del provvedimento in discussione. Abbiamo contestato al Governo l'aver presentato un provvedimento improntato ad un carattere ragionieristico e generalizzato. Quello previsto non è un intervento razionale perché non riordina una materia che avrebbe bisogno di essere riordinata. Riteniamo, infatti, che vi sia la necessità di un controllo della spesa farmaceutica, collegando tutto ciò alla farmacovigilanza.
Al contrario, il Governo va avanti, formulando una proposta che, di fatto, conferma che il governo della salute è gestito dal Ministero dell'economia. La politica della salute - lo voglio ribadire - non può essere parametrata nei calcoli matematici; vi sono variabili complesse ed importanti, appartenenti alla sfera della prevenzione, della cura, della riabilitazione, delle malattie sociali, che debbono essere tenute in debito conto.
Contestiamo, altresì, al Governo il fatto che non si sono tenute nella debita considerazione le diverse condizioni obiettive delle differenti aziende (vi sono, infatti, aziende che hanno compiuto grandi passi in avanti dal punto di vista dell'aggiornamento scientifico). Non si è nemmeno tenuta in considerazione la dimensione delle stesse.
Non credo che tale provvedimento peserà in eguale modo dal punto di vista economico sulle grandi holding farmaceutiche o sulle piccole e medie imprese.
Sì, signor sottosegretario, temiamo che tale provvedimento determinerà una crisi dell'industria farmaceutica e, soprattutto, delle piccole imprese. Per tale motivo, il nostro gruppo ha presentato un emendamento che avrebbe un significato importante se fosse approvato; noi, infatti, escludiamo dall'intervento quei prodotti che sono presentati nel mercato al prezzo di 3 o 5 euro. Si tratta di prodotti - lo hanno già ribadito altri colleghi - che intervengono nel campo delle malattie sociali (mi riferisco a quelle del sistema nervoso o dell'apparato scheletrico).
Sarebbe, pertanto, significativo dare questo segnale poiché, tra l'altro, si potrebbero evitare certi effetti; non ci vuole molta fantasia o una profonda conoscenza del settore per capire che, se questi prodotti, presentati con un prezzo inferiore sul mercato dovessero essere penalizzati, si determinerà una traslazione degli investimenti verso prodotti di più alto costo, con la conseguente uscita dal mercato dei prodotti più economici (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benvenuto. Ne ha facoltà.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, vorrei puntualizzare alcuni aspetti relativamente a quanto è stato affermato dal sottosegretario Armosino.
Prima osservazione: nel dibattito in Commissione, si è deciso, con il concorso di tutti, di limitare l'effetto dell'aumento dei prezzi dei farmaci all'anno corrente. Questo a testimonianza della incertezza e della confusione del Governo e di una politica improvvisata, perché o si trattava di una misura di carattere strutturale o non si comprende la ragione per cui questo provvedimento venga limitato alla durata di un solo anno. Questione di principio, ma tuttavia do atto che in sede di Commissione è stato possibile limitare i danni derivanti da questa iniziativa.
GIORGIO BENVENUTO. Seconda osservazione: l'emendamento in questione risulterebbe praticamente assorbito a seguito dell'accoglimento, da parte del Governo,
dell'emendamento Zanella 3.13 e dei cofirmatari onorevoli Pecoraro Scanio, Boato, Bulgarelli, Cento, Cima e Lion, che stabilisce che il prezzo dei farmaci di vendita al pubblico sia inferiore a cinque euro.
Onorevole Armosino, gli emendamenti che si riferiscono ai farmaci di basso prezzo sono stati presentati soltanto dall'opposizione. Non mi risulta che ci siano emendamenti della maggioranza.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Della Lega nord Padania per prima!
GIORGIO BENVENUTO. Se la maggioranza ci ripensa ed anche il Governo, bene!
Terzo aspetto: anticipando l'intervento che avrei voluto svolgere sul mio emendamento 3.84, vorrei evidenziare come non si comprenda la ragione per cui da questa riduzione dei prezzi vengano esclusi, al comma 2, i medicinali emoderivati estrattivi e da DNA ricombinante.
So che non posso chiedere una risposta relativa alle ragioni di questa eccezione né al relatore per la V Commissione, onorevole Angelino Alfano, né al sottosegretario Armosino.
Dal momento che non sono insignito dell'ordine della giarrettiera - honni soit qui mal y pense - e siccome non penso che si tratti di una bizzarria, sarei molto felice se una risposta sul perché vengano esentati i medicinali emoderivati, potesse fornirla il ministro della salute. È infatti una cosa singolare: vorremmo sapere il perché di questa esclusione, anziché di altre.
Un'ultima osservazione rispetto alle considerazioni di ordine generale formulate dall'onorevole Armosino. Ebbene, la politica sulla sanità che sta adottando questo Governo, purtroppo devo dirlo a lei che non ha responsabilità nel settore, è una politica devastante.
State mettendo una pioggia di tasse, di ticket su tutto il comparto della sanità, proprio agendo a casaccio. Ho presente quello che sta avvenendo nella regione Veneto, che ha la maglia nera in questa situazione, nel senso che è la regione che sta ricorrendo ad un numero elevato di tasse. Voi state portando avanti un provvedimento che è l'esatta negazione di una politica di federalismo. Si tratta invece di una politica centralizzatrice nella quale appunto stabilite tutto dal centro e nella quale date un serio colpo a quelli che sono i livelli di assistenza dei cittadini, nonché all'industria farmaceutica.
Si tratta quindi di misure improvvisate, sbagliate e sospette (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacco. Ne ha facoltà.
LUIGI GIACCO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, tutti noi desideriamo il controllo ed il contenimento della spesa farmaceutica per salvaguardare il sistema pubblico nazionale. Questo si sta già realizzando e lo stiamo facendo.
Con questo emendamento vogliamo sottolineare come tale diminuzione non possa essere generalizzata, sia per i farmaci a costo alto sia per quelli a basso costo. Questo noi vogliamo sostenere: ci sono ben 189 farmaci che hanno valore terapeutico e che sono ricompresi in una fascia di prezzo tra i tre e i cinque euro. Se noi andiamo avanti con questa tendenza, vi sono tre fattori che diventano estremamente negativi.
Il primo sarà un effetto di traslazione: i prescrittori faranno in modo di prescrivere medicine a più alti costi. In secondo luogo, l'industria non sarà più disponibile a produrre questi farmaci e neanche ad affrontare un confronto con la pubblica amministrazione per stabilire un prezzo equo per questi farmaci. Infine, questa manovra farà aumentare ancora di più i ticket sulle ricette e sui farmaci per i cittadini, evitando che questi possano utilizzare i cosiddetti farmaci a basso costo.
Con l'emendamento Labate 3.103 vogliamo sottolineare tutto questo: non generalizziamo tutti i farmaci, ma soltanto quelli a basso costo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole Angelino Alfano, il quale ha dichiarato - e mi pare che quando c'è un punto di intesa non vi sia ragione di fuggire - che l'ipotesi avanzata nell'emendamento precedente era di buonsenso. Ha avanzato due dubbi, uno sul fatto che l'emendamento fosse stato mantenuto sul testo originario. Su questo lo voglio rassicurare: abbiamo riletto il testo delle Commissioni e abbiamo mantenuto l'emendamento esattamente riferito al periodo: «sino al 31 dicembre 2002». Infatti, una parte non è altro che un modulo di un elemento più generale. In altre parole, la cosa è valida fino alla fine del 2002, come sarebbe valida se dovesse durare vent'anni, da questo punto di vista non cambia niente.
In secondo luogo, dal punto di vista dei tempi, l'operatività entro il 31 dicembre 2002 non presenta particolari problemi, perché già in altri provvedimenti - ricordo, ad esempio, quelli relativi all'emersione - i tempi previsti erano inferiori a quelli ragionevoli di approvazione della legge; quindi, si poteva tranquillamente fare. Continuo a non capire perché non venga accolto, magari con una riformulazione del relatore, un emendamento che avrebbe l'effetto importante di evitare contraccolpi sul settore, sulle aziende e sui lavoratori e, per di più, potrebbe aprire un dialogo, un confronto e permetterci di affrontare i problemi senza il punto di vista finanziario che, mi permetto di dire, ha rappresentato anche poco fa il Governo; ma al Governo arriverò tra un attimo, quando illustrerò l'emendamento successivo.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Labate, ma non posso darle la parola perché è già intervenuta sul complesso delle proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza perché credo non sia sfuggito a nessuno di noi, nell'intervento dell'onorevole sottosegretaria, un fatto che credo debba stupire soprattutto voi, voi che, quando eravate all'opposizione, avete fatto una grande propaganda contro la logica dei ticket.
L'onorevole sottosegretaria, all'interno del suo ragionamento, ha ribadito, invece, l'ideologia dei ticket: noi sì che stiamo tenendo sotto controllo la spesa, abbiamo introdotto i ticket (secondo la logica che il ticket riduca la domanda inappropriata). Purtroppo non c'è il ministro Sirchia, però ribadisco che, in questo Governo, le scelte di politica sanitaria le fa Tremonti e, quindi, in queste scelte non c'è cultura sanitaria. Credo che, perlomeno, il ministro Sirchia oppure il sottosegretario per la salute avrebbero detto qualcosa, avrebbero fatto una riflessione critica rispetto alle dichiarazioni della sottosegretaria.
Tutta la cultura sanitaria dimostra che non è vero che l'introduzione dei ticket diminuisca la domanda inappropriata! Questo non è vero per i farmaci e neanche per le prescrizioni diagnostiche specialistiche. Voi, con le manovre e i provvedimenti legislativi di questi mesi, non soltanto avete lasciato il ticket, avete messo il ticket sui farmaci nelle regioni dove governate, ma avete abrogato il provvedimento del centrosinistra che andava verso l'abolizione di tutti i ticket! Una scelta non demagogica o coraggiosa, ma una scelta logica, intelligente. Con la riforma (decreto legislativo n. 229 del 1999), noi avevamo introdotto degli elementi di correzione di sistema che cercavano di tenere sotto controllo l'aumento della spesa, attivando le risorse interne al sistema (come il ruolo degli operatori, dal lato della prescrizione).
Invece, le vostre scelte sono state sciagurate. Pensiamo al modello Lombardia: si tratta di una delle regioni in cui la spesa è lievitata, perché avete realizzato accreditamenti selvaggi. L'aumento della spesa ha portato all'aumento dei rischi e alla diminuzione dell'appropriatezza delle prescrizioni.
Siete incapaci, quindi, di scelte di politica sanitaria ma soprattutto di cultura sanitaria. Mi rivolgo ai colleghi che, nella scorsa legislatura, erano critici nei confronti dei ticket. Parlavate tutti contro i ticket ed organizzavate, in tal senso, convegni e manifestazioni. Dove sono tutte le proteste di Alleanza nazionale e della Lega contro i ticket? Nelle vostre regioni avete ripristinato i ticket. I cittadini devono sapere che le vostre scelte in materia di politica sanitaria, caricano tutto il peso su di loro! Voi diminuite la spesa anche attraverso la delega fiscale - perché di questo si deve parlare - che abbiamo votato la scorsa settimana. Di fatto, con la riduzione delle aliquote e l'abolizione dell'IRAP, ci saranno periodi drammatici, con altrettanto drammatiche ricadute sulla sostenibilità del sistema, ed esattamente, della spesa, non solo pubblica, ma anche sanitaria. Chi pagherà, sarà sempre il cittadino e soprattutto quello malato. Gli elettori, appunto, lo devono ricordare!
GIORGIO LA MALFA, Presidente della VI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA, Presidente della VI Commissione. Signor Presidente, intervengo per fornire un chiarimento. Stiamo discutendo dell'emendamento Labate 3.103 che propone di escludere dalla riduzione i medicinali con prezzo compreso tra i 3 e i 5 euro. Il Governo ed il relatore hanno già espresso parere favorevole sull'emendamento Zanella 3.13, che esclude dalla riduzione i farmaci il cui prezzo di vendita al pubblico è inferiore a cinque euro. Era stato dunque già espresso parere favorevole su una richiesta più ampia rispetto a quella dell'emendamento al nostro esame. La cosa migliore sarebbe riservare la discussione più generale al momento opportuno, ritirare l'emendamento Labate 3.103 e Grandi 3.86 e votare l'emendamento Zanella 3.13 su cui, credo, vi sia l'unanimità dei consensi dell'Assemblea.
AUGUSTO BATTAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Battaglia su ciò ha già parlato. Non vorrei che si riaprisse il dibattito.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, sia l'onorevole Armosino sia l'onorevole La Malfa hanno avanzato una richiesta e noi dobbiamo rispondere.
PRESIDENTE. Sta bene. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. L'accoglimento dell'emendamento Zanella 3.13 assorbe, chiaramente, l'emendamento Labate 3.103 e Grandi 3.86. Reputo, dunque, opportuno ritirare gli emendamenti Labate 3.103 e Grandi 3.86. Ciò significa che le argomentazioni che abbiamo addotto erano solide. Credo sia stato saggio, da parte del Governo e della maggioranza, esprimersi a favore di quest'emendamento. Vorrei ricordare che la sottosegretaria Armosino collegava l'aumento della spesa farmaceutica all'eliminazione dei ticket. Abbiamo affrontato questo argomento già altre volte. L'eliminazione dei ticket non determina l'aumento della spesa, ma la necessità che il sistema sanitario si doti di strumenti alternativi al ticket per controllare la spesa sanitaria. Le regioni che hanno posto e stanno ponendo in atto questi meccanismi evitano di imporre dei ticket...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Battaglia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Grandi 3.83 e Banti 3.105, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 405
Astenuti 6
Maggioranza 203
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 226).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benvenuto 3.84, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 409
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 398
Astenuti 7
Maggioranza 200
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 220).
Prendo atto che non ha funzionato il dispositivo di voto dell'onorevole Santori.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.85, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 413
Astenuti 5
Maggioranza 207
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 230).
La Presidenza prende atto ha che il dispositivo di voto dell'onorevole Stradella non ha funzionato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Grandi 3.87.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Rossi. Ne ha facoltà.
NICOLA ROSSI. Signor Presidente, vorrei invitare i colleghi della maggioranza a riflettere sulla logica sottesa alle disposizioni che stiamo esaminando, anche perché, finora, il Governo ha acceduto all'idea che il provvedimento, così com'è scritto, sia eccessivo tanto sotto l'aspetto dei tempi quanto per il tipo di farmaci coinvolti.
Da un po' di tempo a questa parte, anche in Italia, il prezzo dei farmaci viene stabilito, di comune accordo, dalla pubblica amministrazione e dalle industrie farmaceutiche. Ebbene, allorquando queste ultime sottoscrivono un libero accordo con la pubblica amministrazione, evidentemente lo fanno sulla base della consapevolezza che il prezzo concordato è remunerativo anche in relazione agli investimenti effettuati (e sappiamo che questi, nel campo dell'industria farmaceutica, sono a lungo termine e particolarmente rischiosi).
Quello che il Governo sta facendo ora è, sotto questo profilo, assolutamente straordinario per una maggioranza di centrodestra che ama definirsi, ma in maniera sempre più flebile, amante del mercato. Si sta intervenendo, infatti, su di un accordo tra pubblica amministrazione e imprese private, liberamente firmato, modificandone unilateralmente ed arbitrariamente i termini. Quello che il Governo sta attuando oggi, con l'avallo della sua maggioranza, è un ritorno ai prezzi amministrati!
Si tratta di un esempio di dirigismo che si unisce agli altri già visti in questi mesi
e che disvela con chiarezza, come meglio non si potrebbe, la linea che il Governo si è dato: non di amore per il mercato e di rispetto per le sue regole ma, al contrario, di palese dirigismo. Per voi, colleghi della maggioranza - e mi rivolgo soprattutto al Governo - il mercato non è un'istituzione che ha regole che vanno rispettate ma, semplicemente, un supermercato più piccolo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, quando ci si trova di fronte a farmaci in relazione ai quali è stata attuata la procedura di contrattazione del prezzo, è chiaro - e ce l'ha spiegato bene il collega Nicola Rossi - che non si può pensare di intervenire, successivamente, con un provvedimento amministrativo che riduce il prezzo.
Avendo a cuore la concertazione, non soltanto in materia sindacale, ma anche in queste materie, particolarmente delicate ed importanti, anziché un intervento, d'autorità, di riduzione del prezzo del 5 per cento, sarebbe stato più opportuno ricontrattare una serie di prezzi: ciò avrebbe consentito di valutare, d'accordo con le industrie farmaceutiche, la scelta del percorso più agevole e migliore per tutti, anzitutto per i cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grandi 3.87, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 403
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 226).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Minoli Rota 3.106.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, su questo emendamento è stato dato un parere contrario sul quale invito, in particolar modo il Governo, a riflettere. L'emendamento Minoli Rota 3.106 si riferisce ai medicinali da DNA ricombinante già inseriti in un allegato del ministero. Questi farmaci sono sottoposti ad un rigoroso controllo ministeriale, vengono dispensati soltanto su prescrizione ospedaliera e, come tutti i parlamentari della scorsa legislatura ricorderanno, eravamo riusciti ad ottenerli a prezzi estremamente ridotti, nettamente al di sotto di quelli europei.
Sono farmaci estremamente importanti, delicatissimi, distribuiti con difficoltà già adesso, proprio perché le ditte che li producono hanno più interesse a metterli in circolo in altri paesi piuttosto che nel nostro. Credo che un coinvolgimento nello sconto del 5 per cento potrebbe creare dei grossissimi problemi a pazienti che, come sapete, ne hanno estremamente necessità. Voi sapete che, per esempio, gli emoderivati che vengono prodotti da DNA ricombinante non hanno tutti quei pericoli legati a contaminazioni, che sono invece presenti in farmaci prodotti dal plasma. Quindi, conoscendo la sensibilità che questo Governo, contrariamente a quanto ha detto l'opposizione, ha sempre mostrato, vi chiedo di rivedere questa posizione e di votare a favore di questo emendamento che, in termini economici, non determinerebbe nessuno svantaggio sensibile alla manovra straordinaria; consentendo di far proseguire, invece, l'intervento del Governo nei confronti di alcune patologie estremamente delicate (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione voto, a titolo personale, l'onorevole Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, voglio aggiungere la mia firma a questo emendamento perché ritengo che le valutazioni espresse dall'onorevole Massidda siano veritiere. Questi farmaci con notevolissima innovazione tecnologica rappresentano veramente il futuro della farmacologia. Il prezzo di questi farmaci - come è stato detto - è già stato confrontato e portato a valori bassissimi, per cui non ci si può sottrarre dall'approvazione di questo emendamento, anche per un futuro sviluppo dell'industria farmaceutica, ma soprattutto nell'interesse dei malati per i quali questi farmaci rappresentano un presidio insostituibile. Oltre tutto, essi sono di prescrizione, sono sotto nota CUF e ospedaliera, per cui non vi è sicuramente uno spreco di prescrizione.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho seguito con attenzione quanto è stato rappresentato dai firmatari dell'emendamento, quindi dall'onorevole Massidda ed altri, nonché quanto è stato sostenuto anche dalle forze di opposizione. Prendo atto delle rassicurazioni, che vengono fornite dai deputati seduti ai banchi del Comitato dei diciotto, che non è necessario un ulteriore passaggio nelle Commissioni; di conseguenza il Governo su questo provvedimento si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento perché le motivazioni portate dal collega Massidda e Palumbo sono profondamente vere e riguardano un settore di farmaci molto delicato. In secondo luogo, ci associamo perché se il provvedimento colpisse i farmaci emoderivati da DNA ricombinante noi assisteremmo nel nostro paese al fenomeno delle esportazioni parallele, perché le nostre industrie, che producono questi farmaci, come è stato detto con nota CUF, con il controllo del ministero della salute e ad un prezzo effettivamente equo, non potrebbero far altro che scegliere la strada delle esportazioni parallele. Infatti, un drenaggio del 5 per cento su questi farmaci essenziali e salvavita costringerebbe ovviamente a non avere più una produzione italiana. Per questo noi voteremo a favore di questo emendamento e ringraziamo in questo caso la sensibilità del Governo che lo accoglie per migliorare il testo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione voto l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI. Signor Presidente, il gruppo della Margherita dichiara il proprio voto favorevole a questo emendamento. Nell'ambito delle Commissioni finanze e bilancio, nonostante non sia materia di competenza di queste Commissioni, si è svolta, sul tema della sanità e su questo emendamento, una discussione abbastanza approfondita.
La delicatezza e la portata di questo emendamento è tale che mi pare opportuna una convergenza unanime di questa Assemblea per rendere un servizio utile al settore e soprattutto a coloro che purtroppo sono costretti a ricorrere all'uso di medicinali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ercole. Ne ha facoltà.
CESARE ERCOLE. Signor Presidente, intervengo soltanto per dichiarare il voto favorevole della Lega nord su questo
emendamento sulla base delle considerazioni effettuate dai colleghi Massidda e dal professor Palumbo.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore se confermi il parere contrario delle Commissioni sull'emendamento Minoli Rota 3.106, precedentemente espresso.
ANGELINO ALFANO, Relatore per la V Commissione. No, signor Presidente, le Commissioni intendono modificare il parere ed esprimere parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale su questo emendamento perché condividiamo profondamente le motivazioni che hanno portato alla stesura dello stesso e ringraziamo il Governo per averne accolto il contenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo emendamento.
Non ripeterò le motivazioni che sono già state illustrate dall'onorevole Massidda e dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'UDC.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minoli Rota 3.106, accettato dalle Commissioni e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 435
Astenuti 4
Maggioranza 218
Hanno votato sì 432
Hanno votato no 3).
ALFIERO GRANDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ALFIERO GRANDI. Sul mio emendamento 3.86.
PRESIDENTE. Mi risultava che fosse stato ritirato. Ci siamo sbagliati.
ALFIERO GRANDI. Mi permetta di motivare il ritiro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente intervengo per dire che l'onorevole Angelino Alfano, con tutta la stima che nutro per il relatore, deve considerare che d'ora in avanti rischia, molto concretamente, che l'opposizione si rivolga all'onorevole Massidda, il quale ha avuto la fortuna di riuscire a far accogliere almeno una parte delle motivazioni e poiché è stato dimostrato che questo è il veicolo grazie al quale anche le opinioni della minoranza possono passare, il relatore dovrà scegliere: o dialoga lui oppure dialogheremo direttamente con qualche parlamentare della maggioranza.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei solo che fosse chiaro che il Governo mira a conseguire dei risultati ed ha un atteggiamento che ha avuto e continuerà a mantenere ogni qualvolta vi saranno proposte che vengono dalla maggioranza o dall'opposizione che
siano serie e determinate (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Onorevole Grandi, io ho raccolto il suo invito, contenuto nel suo intervento. Se lei ritiene che dobbiamo stare qui, anche con i cambi di biancheria, per sentire queste cose; se lei ritiene che questo sia produttivo ai fini di questo provvedimento, andiamo pure avanti (Commenti dei deputati dei gruppi Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
ALFIERO GRANDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, ognuno naturalmente sulla parte più intima fa quello che vuole. Il mio era solo un consiglio.
Per quanto riguarda il merito del problema vorrei dire che forse è anche vero che il Governo, o almeno chi rappresenta il Governo in questa sede, ha l'impressione di concedere delle grandi e straordinarie aperture.
Sono invece abbastanza colpito dalla capacità diabolica, che evidentemente il ministro Tremonti deve possedere, di bloccare la disponibilità - da parte chi lo rappresenta in aula - ad accettare ragionamenti che pure hanno una qualche validità. La prova risiede in quanto è prima accaduto: l'onorevole Massidda aveva già presentato l'emendamento, il quale, quindi, poteva già essere stato accolto. L'emendamento non è stato accolto, ed il fatto che l'onorevole Massidda abbia insistito ha messo chiaramente in sofferenza la maggioranza. A questo punto, facendo di necessità virtù e sapendo che sarebbe stato approvato, evidentemente tutti si sono conseguentemente ragguagliati. Con un po' di ragionevolezza si sarebbe potuto evitare tutto questo; si poteva semplicemente accogliere la proposta emendativa che l'onorevole Alfano, per primo, aveva giudicato di buonsenso; si poteva cioè accogliere l'idea che il Governo discutesse con gli interessati, affrontasse il problema della media, proponendosi conseguentemente in modo più ragionevole rispetto a ciò di cui stiamo discutendo. Questa, comunque, è una cosa che è già passata in cavalleria, pazienza.
Mi auguro comunque che quando si arriverà ad esaminare parti più sostanziose del provvedimento - possiamo utilizzare, senza scandalizzare nessuno, il termine «rognose»? - ci sia maggiore disponibilità ex ante e non ex post ad affrontare i problemi; spero cioè che si registri un atteggiamento diverso. Chiedo, infine, che venga aggiunta la mia firma, e quella degli altri firmatari dell'emendamento 3.86 che è stato ritirato, all'emendamento Zanella 3.13. Mi auguro che l'onorevole Zanella sia d'accordo, perché nel momento in cui vi è l'accoglimento di una questione sostanziale, almeno che questo risulti per tutti coloro che l'hanno proposta.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo? Lei ha già parlato. Vi è stato solamente l'intervento dell'onorevole Grandi che ha motivato le ragioni del ritiro del suo emendamento 3.86.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, chiedo allora di parlare per dichiarazione di voto sul successivo emendamento, l'emendamento Zanella 3.13.
PRESIDENTE. Onorevole Massidda, sta bene. Le darò la parola appena passeremo alla votazione dell'emendamento Zanella 3.13.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, è intervenuto il Governo, quindi possiamo nuovamente prendere la parola...
PRESIDENTE. Onorevole Cossutta, il Governo non è intervenuto in seguito ad una dichiarazione di voto. Non siamo in una delle ipotesi contemplate dall'articolo 50 del regolamento.
Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento Zanella 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, anche noi siamo stati all'opposizione e quindi comprendiamo tutte le strategie, i meccanismi che si possono mettere in atto. Conosciamo le regole del gioco, però credo che in questo momento si sia stati proprio ingrati nei confronti del Governo, in particolare nei confronti del rappresentante del Governo oggi presente in aula, che ha dimostrato qualcosa che in passato non ho ritrovato nei governi di centrosinistra, cioè la capacità, di fronte a motivazioni valide, di compiere un passo indietro. Questa non è una debolezza, anzi credo sia un elemento di forza, che mi fa piacere sia stato evidenziato, anche se poi ognuno può dare a tale gesto la propria interpretazione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Chiedo di apporre la mia firma all'emendamento Zanella 3.13; ritengo che il Governo, esprimendo parere favorevole su questo emendamento, abbia dimostrato, di fronte a proposte concrete, serie, che trovano consenso, di possedere la forza di saper compiere un passo indietro, cosa che non capitava nel passato. Voglio infatti ricordare che tale emendamento fu presentato dalla maggioranza in Commissione, e che in quella sede, non compreso, ricevette un parere contrario. Oggi, di fronte al raziocinio, alla spiegazione delle motivazioni che hanno portato all'espressione di questo parere favorevole, non credo sia il caso di proseguire con un atteggiamento di contrasto così duro nei confronti del Governo; anzi, penso sia il caso di apprezzare, ogni tanto, anche il compimento di questi passi indietro. Chiedo pertanto di apporre la mia firma all'emendamento Zanella 3.13.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, apprezzo le parole dell'onorevole Massidda e, soprattutto, la scelta di presentare il suo emendamento ed appoggiarne altri. Onorevole sottosegretaria, non vogliamo entrare in polemica, ma da un po' di tempo lei interviene con una punta di arroganza che, francamente, nella discussione di questo provvedimento è del tutto fuori luogo.
Le nostre posizioni, le nostre osservazioni, le nostre critiche e, quindi, anche i nostri emendamenti hanno sempre riguardato il merito. Abbiamo sempre avanzato proposte di merito, assolutamente sensate, e non è un caso che - direi in modo liberatorio - alcuni colleghi della maggioranza hanno appoggiato anche emendamenti dell'opposizione. Dico liberatorio perché da tempo era stato imposto a molti colleghi della maggioranza - mi riferisco soprattutto a quelli che fanno parte della Commissione competente - un atteggiamento «blindato» e gli stessi erano rimasti con la bocca cucita. Devo ricordare che, probabilmente, rispetto a questo provvedimento pesano le giuste e corrette relazioni con Farmindustria che anche la maggioranza intrattiene.
Invece, con riferimento ad altri provvedimenti, onorevole Massidda, i colleghi della maggioranza, purtroppo, non hanno potuto permettersi questi atteggiamenti liberatori. Avete portato avanti provvedimenti importantissimi, ma assolutamente blindati: ricordo tutti i provvedimenti che hanno preceduto la legge finanziaria e la polemica sulla trasformazione degli IRCCS in fondazioni private.
Credo che, all'interno della maggioranza, siano state nei fatti umiliate alcune sensibilità e, direi, una cultura di politica sanitaria. In questo Parlamento non è stato umiliato soltanto il ruolo dell'opposizione, ma anche una sensibilità esistente all'interno della maggioranza. Apprezzo che l'onorevole Massidda si rivolga anche all'opposizione e vorrei che questo metodo continuasse nel tempo, anche nel vostro interesse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, l'approvazione dell'emendamento Minoli Rota 3.106 di cui è cofirmatario l'onorevole Massidda, conferma che su questo tema avevamo ragione, che non è possibile generalizzare e che, invece, bisogna razionalizzare. Pertanto, abbiamo approvato motivatamente l'emendamento presentato.
Tuttavia, vorrei aggiungere che l'emendamento Zanella 3.13 vede la nostra approvazione e, pertanto, dichiaro di volerlo sottoscrivere, a nome del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo. Non esprimo le motivazioni di tale sottoscrizione, anche perché nel mio precedente intervento sono già sceso nei particolari e ritengo sbagliato e superfluo intervenire ulteriormente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, ringrazio la maggioranza, il Governo e i colleghi per aver sottoscritto il mio emendamento 3.13 che, a dire il vero, riprende lo spirito e anche parte della lettera di proposte emendative presentate dagli onorevoli Grandi, Benvenuto ed altri. Esso è teso a far sì che con la misura proposta non vengano penalizzate soprattutto le piccole imprese farmaceutiche e i prodotti medicinali a più basso prezzo.
Per la verità, ad una lettura anche approfondita, ritengo che si sarebbero potuti accogliere anche altri emendamenti, soprattutto perché l'opposizione ha presentato un insieme di proposte emendative tese a inquadrare il problema del contenimento della spesa farmaceutica in un quadro più sistematico ed organico. Infatti, per ottenere l'obiettivo che il Governo si propone non è detto che queste misure siano totalmente e pienamente efficaci.
Ricordo che con la legge finanziaria del 2001 si è posto al medico l'obbligo di informare il paziente sulla disponibilità di farmaci integralmente rimborsabili dal servizio sanitario nazionale qualora il curante decida per medicine non a prezzo superiore e con differenza a carico dell'assistito. Quindi, per il medico vi è l'obbligo di informazione, ma non di prescrizione, fermo restando l'obbligo in capo al medico del contenimento dei costi per ottimizzare le spese per la salute.
Ricordo anche che nel 2001 in Italia erano in vendita oltre 9.000 specialità farmaceutiche: troppe rispetto ai principi attivi i quali, com'è noto, sono molti di meno. Circolano, così, numerose e costose molecole che variano rispetto all'origine ma, spesso, si tratta di farmaci poco utili e poco efficaci. Nel 1994, partendo da 23 prototipi, il mercato ha introdotto 199 molecole che ripetono il prototipo commercializzato in 716 diversi prodotti, tutti prescrivibili a carico del servizio sanitario nazionale. Dunque, 716 farmaci sono identici o quasi ai 23 capostipiti che li hanno originati.
Se mi consentite, una politica più articolata e ragionata può portare a risultati. A mio avviso, se fossero stati accolti questi come altri suggerimenti della minoranza si sarebbe proceduto su questa via con passi più veloci. Vi ringrazio in ogni caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, intervengo per sottolineare come l'accoglimento di questo emendamento abbia visto unite su un tema importante maggioranza e opposizione. Ciò dimostra che il lavoro di approfondimento svolto nella nostra Commissione di merito sui temi riguardanti la salute (in questo caso, la politica farmaceutica) quando propone soluzioni congrue ed efficaci per gli obiettivi che si vogliono perseguire non incontra pregiudizi né nella maggioranza né nell'opposizione.
Sottolineo, inoltre - e su questo punto chiedo l'attenzione del sottosegretario Armosino e del Governo che si è dimostrato
sensibile ed attento all'accoglimento di questa proposta - che, di fatto, l'articolo 3 del provvedimento risulta profondamente modificato. Infatti, trasliamo solo fino al 31 dicembre il provvedimento di abbattimento della riduzione del 5 per cento; abbiamo inserito nuovamente gli emoderivati da DNA ricombinante; salviamo i farmaci, come l'opposizione si è sforzata di dire, fino a 5 euro. Vedremo in seguito che vi è l'accoglimento anche di un altro emendamento importante. Dunque, signor sottosegretario, il modo in cui siamo intervenuti su questo articolo 3 dimostra che non solo non vi era una volontà ostruzionistica, ma la materia è talmente importante per il diritto alla salute dei cittadini da convincerci che questo articolo possa essere ancora modificato e migliorato.
Nei mesi successivi dovrete prendere in considerazione molte delle proposte che avete oggi respinto se vorrete davvero razionalizzare e qualificare questo comparto della spesa pubblica che mantiene insieme la valenza economica e quella etico-sociale. Sono certa che il Governo, nei prossimi mesi, ci ripenserà e presenterà provvedimenti che accoglieranno in sostanza molte proposte avanzate dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grandi. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, innanzitutto intervengo per accertarmi che sia stata registrata la richiesta di firma dell'emendamento.
In secondo luogo, la discussione sull'articolo 3 ci sta consentendo di mettere a registro anche il confronto parlamentare su quelli che saranno articoli molto più difficili e, quindi, mi auguro che il clima che abbiamo, sia pur faticosamente, instaurato - in cui si può ragionare e vedere accolto qualcosa - possa essere produttivo. Voglio dire all'onorevole Massidda che mi rendo conto del punto di vista che ha esposto ed è perfino naturale che sia così, altrimenti non farebbe parte di questa maggioranza e non avrebbe votato questo Governo. Quindi, dal suo punto di vista ha fatto bene a votarlo. Io, evidentemente, ho votato contro e su quei banchi vorrei un altro Governo: di conseguenza, su tutto ciò il punto di vista non può coincidere.
Voglio dire, però, che se riusciamo a mantenerci su un terreno in cui, quando una proposta è valida, viene esaminata e discussa con serenità e accolta, vi può essere un limpido confronto politico delle diversità e si può anche accogliere quello che non merita di essere respinto per il solo fatto che altri lo propongono. Devo dire, poi, che egli sbaglia quando dice che nell'altra legislatura le proposte dell'attuale maggioranza sono sempre state respinte. Non voglio fare antipatiche citazioni e, soprattutto, autocitazioni.
PRESIDENTE. Onorevole Grandi, la prego di avviarsi alla conclusione.
ALFIERO GRANDI. Ho finito, signor Presidente. Posso dire però che, per quanto mi consta, ogni volta che venivano avanzate proposte ragionevoli, sono state esaminate ed accolte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanella 3.13, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 394
Astenuti 4
Maggioranza 198
Hanno votato sì 391
Hanno votato no 3).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bressa 3.107.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, con questo mio intervento spero di interpretare lo spirito che anima il sottosegretario Armosino e la sua disponibilità a valutare emendamenti che, come lei stessa ha poc'anzi definito, cercano di dare un contributo di serietà. Il terzo comma dell'articolo 3, che affronta una questione sicuramente meno rilevante dei problemi di cui abbiamo discusso sino ad ora, è una norma singolare, vuoi per la cultura politica che anima questo Governo - e, in particolare, il suo Presidente del Consiglio che fa dello spirito dell'imprenditorialità privata un termine di paragone continuo della sua vita privata e pubblica - vuoi perché questo singolare terzo comma rappresenta un elemento di contraddizione con altri provvedimenti che questo Governo ha recentemente approvato.
Innanzitutto, con il terzo comma intervenite con una legge dello Stato su una materia totalmente propria di un'impresa e, attraverso questa norma, interferite con le strategie aziendali delle imprese farmaceutiche. È davvero singolare che tutto ciò avvenga e in questo modo particolare: ciò rappresenta una contraddizione evidente con la cultura alla quale ripetutamente dite di riferirvi.
Tuttavia, vi è un ulteriore elemento di contraddizione con provvedimenti che, proprio nel corso di questi mesi, avete adottato. Il terzo comma in questione prevede che vengano ridotte del 50 per cento le possibilità di organizzare o di contribuire a realizzare congressi e convegni a carattere scientifico per quelle imprese che hanno avuto l'autorizzazione all'immissione in commercio di medicinali. Sappiamo che tale materia è regolata dal nostro Stato dal 1989. Con la finanziaria del 2001, l'allora Governo dell'Ulivo, lasciando valido il principio, portava l'ammissibilità della deducibilità di queste spese al 20 per cento ma introduceva anche uno strumento di controllo serio, cioè venivano autorizzate queste spese e la loro deducibilità dopo che erano stati effettuati i controlli da parte del ministero che ne accertassero la scientificità ed il valore formativo e scientifico.
Perché affermo che contraddice un vostro provvedimento? Perché voi avete introdotto, nell'educazione continua dei medici e degli operatori sanitari, un sistema di formazione a punti, che si acquisisce proprio sulla base della partecipazione a congressi scientifici, il cui valore è accertato dal Ministero.
Delle due l'una: o, in tal modo, voi implicitamente testimoniate che il Ministero non è in grado di controllare la serietà e la scientificità di questi congressi a carattere scientifico oppure si tratta di una svista colossale. Tra l'altro - lo dicevo in premessa - è impensabile che, con una norma di legge, si cerchi di interferire sulle strategie delle aziende farmaceutiche. Infatti, questo articolo è scritto talmente male che sembra, in qualche modo, dare degli indirizzi su quelle che devono essere le strategie proprie di ogni singola azienda; non si limita l'intervento ad alcuni settori specifici, ma è scritto talmente male, per cui appare un'affermazione generale.
E, poi, dov'è la logica di questo intervento? Si parla di riduzione, nella misura massima del 50 per cento, dei congressi notificati o autorizzati nell'anno 2001. Quindi, a posteriori, interveniamo dopo aver già autorizzato le aziende ad organizzare questi congressi a carattere scientifico.
Dunque, o vi siete sbagliati a scrivere questa norma oppure si tratta, implicitamente, di una vostra ammissione di incapacità di controllo circa la scientificità e la serietà di queste iniziative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 3.107, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 377
Votanti 375
Astenuti 2
Maggioranza 188
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 221).
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e alle ore 16 con il seguito dell'esame del disegno di legge recante disposizioni finanziarie e fiscali.
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