Allegato B
Seduta n. 142 del 10/5/2002


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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con votazione pressoché unanime è stata recentemente varata la normativa che consente il diritto di voto agli italiani all'estero;
vi sono peraltro numerose categorie di cittadini italiani che, per ragioni di lavoro, non hanno la materiale possibilità di esercitare il diritto più significativo di uno Stato democratico;
fra essi è bene ricordare i marinai italiani in navigazione, di cui si interessò per primo Gabriele D'Annunzio nel lontanissimo 1923, il personale Alitalia, i camionisti, i diplomatici, i lavoratori in sedi estere ed i militari all'estero;
si calcola che siano circa trentamila gli italiani privati di fatto del diritto di voto;
è possibile, seguendo l'esempio di altre democrazie, risolvere il problema disciplinando il voto per posta o elettronicamente o con altre modalità -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per consentire agli italiani che per ragioni di lavoro sono impossibilitati ad esercitare il diritto di voto in quanto assenti dal territorio nazionale, la possibilità di esprimere la loro preferenza politica partecipando concretamente alla vita democratica della Nazione.
(3-00946)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIORDANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 8 maggio 2002 alle ore 10.30 circa, in occasione della visita del Ministro Scajola a Cagliari, le forze di pubblica


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sicurezza hanno proceduto all'identificazione e al fotosegnalamento di sei giovani nei pressi di Villa Devoto;
i giovani sostavano in una via adiacente alla sede della presidenza della giunta regionale senza che vi fosse in corso in quei pressi alcuna manifestazione (ancorché legittima) di contestazione al Ministro;
proceduto all'identificazione i giovani sono stati fermati e portati negli uffici della Digos di Cagliari dove sono stati trattenuti per circa quattro ore;
dal verbale notificato ai fermati si evince che il provvedimento è stato motivato dal fatto che i sei vengono «ritenuti sospetti e pericolosi in relazione all'atteggiamento» e dall'ipotesi che i giovani siano «autori di alcune scritte anonime a carattere eversivo rivolte contro lo stesso Ministro»;
rispetto alle scritte anonime, che secondo la polizia sono state fatte la notte del 7 maggio, non esiste, a quanto risulta all'interrogante, alcun tipo di motivazione che giustifichi l'addebitamento di questi fatti ai giovani fermati -:
se non ritenga che la visita del Ministro in città non può in alcun modo giustificare la sospensione della libertà di circolazione nelle pubbliche vie e l'instaurazione di un clima intimidatorio e repressivo;
se non ritenga opportuno dare un'ulteriore spiegazione su una vicenda che, ad avviso dell'interrogante, presenta clamorosi connotati di illegittimità affinché essa non possa in alcun modo costituire un precedente.
(4-02892)

DILIBERTO e RIZZO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a norma dell'articolo 1 comma 3, della legge 246 del 2000, «Potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco», al fine di fronteggiare le più urgenti esigenze di servizio, la dotazione organica del Corpo nazionale dei vigili del fuoco avrebbe dovuto essere incrementata di 1.301 unità;
al successivo comma 11 dello stesso articolo 1, si precisa che le assunzioni del personale avrebbero dovuto aver luogo in deroga alle procedure di programmazione delle assunzioni di personale previste dall'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni;
risulta agli interroganti che a tutt'oggi, malgrado sia stato recentemente espletato un concorso per 184 vigili del fuoco nel corpo nazionale, gli aspiranti allo stesso giudicati idonei non sono stati ancora assunti, né tantomeno è stata data loro alcuna comunicazione in proposito -:
quali siano i motivi che stanno comportando il ritardo all'assunzione, che, come recita la citata legge n. 246 dei 2000, dev'essere svincolata dalla programmazione che vige per gli altri settori della pubblica amministrazione;
quali saranno i tempi di attesa per questi 184 ragazzi che, anche a costo di sacrifici economici, hanno dignitosamente affrontato e superato un concorso pubblico e, dunque, meritano di vedere realizzate le loro aspettative.
(4-02893)

ZANELLA, VIANELLO, CAZZARO, STRADIOTTO, BULGARELLI e CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 4 maggio 2002, nel corso di un incontro organizzato da esponenti locali di Alleanza Nazionale presso l'hotel Ambasciatori di Mestre il Ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, presente tra i relatori, ha fortemente criticato le politiche sociali adottate dall'amministrazione comunale e violentemente attaccato l'operato del prefetto di Venezia, Giuseppe Leuzzi, in materia di ordine pubblico;


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in particolare il ministro ha alluso a connivenze e coperture politiche messe in atto dalle istituzioni locali in merito a presunti episodi di intolleranza di cui si sarebbero resi protagonisti giovani dei centri sociali affermando che «C'è da anni e anni una situazione di connivenza con gruppi che in realtà danno luogo a comportamenti di un certo tipo» e che ciò costituirebbe un fatto di particolare gravità poiché nella città di Venezia esisterebbe «L'epicentro di uno dei movimenti cosiddetti antagonisti resosi protagonista di pagine discutibili in varie parti d'Italia»;
il ministro ha poi accusato il prefetto Leuzzi di «minimizzare» la portata di tali presunti accadimenti, esortando «le autorità dello Stato ad avere dignità, decoro e senso di responsabilità» e proponendosi di rappresentare al Ministro degli interni «la preoccupazione per quanto avvenuto» e per il clima di disagio esistente nella città di Venezia;
nelle settimane passate proprio esponenti locali di Alleanza Nazionale avevano contribuito a determinare un clima di particolare tensione organizzando una campagna di diffamazione nei confronti dell'Assessore alle politiche sociali Giuseppe Caccia - vittima di gravi atti di intolleranza e di minacce - e accusando l'amministrazione comunale, per bocca del capogruppo di Alleanza Nazionale al consiglio comunale Raffaele Speranzon, di sostanziale complicità con presunti gruppi violenti legati ai centri sociali operanti in città -:
se condivida le affermazioni rilasciate dal ministro per le comunicazioni e, in particolare, quelle riguardanti il prefetto Giuseppe Leuzzi, persona sempre contraddistintasi per il suo alto senso delle istituzioni e unanimemente apprezzata per il suo spirito di fattiva collaborazione con gli enti locali;
se non ritenga essere quella del ministro per le comunicazioni una prassi particolarmente scorretta e censurabile - sotto il profilo istituzionale - non avendo egli interpellato il prefetto prima di rilasciare dichiarazioni lesive del suo operato e della sua autorevolezza;
se non ritenga che l'intervento del ministro per le comunicazioni esuli dalle sue competenze istituzionali e abbia l'esito paradossale di inasprire ulteriormente il clima politico nella città di Venezia.
(4-02896)

PEZZELLA. - Al Ministro dell'interno, al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 7 maggio 2002 in un articolo apparso sul quotidiano il Mattino, il prefetto di Benevento, Ciro Lomastro, ha denunciato la grave emergenza racket, nel territorio beneventano;
da mesi infatti, i commercianti della zona, sono soggetti a numerose richieste estorsive perpetrate con atti intimidatori;
dal mese di gennaio 2001 nei cantieri edili della zona, di sovente si verificano incendi, di chiara matrice dolosa;
più volte il prefetto ha denunciato tale stato di fatto, intensificando i controlli, e costituendo un'associazione antiracket ed antiusura, avente lo scopo di tutelare quanti, minacciati dal racket, decidono di denunciare i propri estorsori;
lo stesso prefetto ha denunciato la scarsa collaborazione delle vittime, che spesso preferiscono soccombere alle richieste, trincerandosi dietro un muro d'omertà -:
quali provvedimenti il Governo intenda intraprendere a sostegno delle iniziative prefettizie, e più in generale, quali misure si intendano adottare per rafforzare l'impegno delle istituzioni nella lotta al racket.
(4-02902)