TESTO AGGIORNATO AL 9 MAGGIO 2002
...
III Commissione
nuovo Governo malgascio scaturito dalle elezioni democratiche, ricordando il particolare impegno missionario delle diverse Chiese di questo paese ma dando soprattutto rilievo al processo di transizione non violento e democratico svolto dal popolo del Madagascar che deve essere un modello da indicare agli altri popoli del continente africano in alternativa alle guerre e guerriglie sempre più cruenti che violano i diritti umani delle popolazioni.
istituto italiano di cultura di poter seguire un corso di italiano, inoltre si potrebbero ravvisare gli estremi per concorrenza sleale e comportamenti lesivi della libertà di impresa;
il cessate il fuoco raggiunto il 4 aprile 2002 in Angola tra il Governo di Luanda e i dirigenti del maggior partito angolano d'opposizione, l'Unione nazionale per l'indipendenza dell'Angola (Unita), ha avuto il merito di porre fine a una delle più lunghe e sanguinose guerre dell'Africa;
l'accordo tra il Presidente della Repubblica d'Angola Josè Eduardo dos Santos (anche Presidente dell'Mpla, partito filo comunista) e il Segretario generale dell'Unita Paulo Lukamba «Gato», succeduto nel febbraio al leader storico Savimbi, ucciso dalla fazione avversa, costituisce un passo importante che potrebbe aprire la strada alla conclusione di quegli obiettivi politico-amministrativi del Protocollo di Lusaka ancora pendenti: la riconciliazione tra tutti gli angolani, la creazione di un esercito nazionale e di un'amministrazione unica, la libertà politica e la tenuta di elezioni generali;
come tutte le paci che seguono a un conflitto lungo e sanguinoso, anche quella che è stata raggiunta in Angola il 4 aprile 2002, è il risultato di uno scontro a esaurimento che ha finito per indebolire militarmente e politicamente una parte rispetto a un'altra;
la lunghissima guerra ha reso l'Angola uno dei Paesi più arretrati della terra: l'80 per cento della popolazione vive al di sotto dei livelli medi di povertà e più di un terzo ha dovuto abbandonare, a causa della guerra, la sua residenza. La mortalità infantile è la più alta a livello mondiale, con una media di 200 morti su 1000 nati; la speranza di vita non supera i 42 anni d'età. Decine di migliaia bambini abbandonati vivono nelle strade; più di 100.000 angolani sono mutilati di guerra. Il 70 per cento della popolazione è analfabeta. Al momento, solo una piccola parte tra i 4.000.000 di sfollati in Angola, possono usufruire dell'aiuto umanitario internazionale delle Organizzazioni non governative -:
se il Governo intenda farsi promotore, unilateralmente, ma anche in sede Ue, di un piano organico urgente di aiuti, da affidare ad organismi in grado di garantire adeguata conoscenza della realtà angolana, al fine di evitarne lo sperpero, come già accaduto per le centinaia di milioni di dollari che, a fini umanitari, la Comunità internazionale ha fatto pervenire in Angola gli ultimi anni e che non hanno minimamente alleviato la condizione della popolazione;
quali passi diplomatici il Governo intenda effettuare per avviare e sostenere la smilitarizzazione delle parti in causa, la democratizzazione del Paese e la realizzazione di libere elezioni;
quali interventi in sede internazionale si intendano effettuare per eliminare le sanzioni contro l'Unita, considerato che esse costituiscono ormai un ostacolo alla normalizzazione della situazione interna angolana.
(3-00934)
il 16 dicembre 2001 in Madagascar si sono tenute le elezioni presidenziali e secondo i risultati provvisori del governo, dopo la prima tornata elettorale, nessuno dei due candidati era uscito dalle urne con la maggioranza assoluta dei voti, infatti Marc Ravalomanana, sindaco di Antananarivo, aveva raccolto il 46,59 per cento, mentre il presidente uscente Didier Ratsiraka, al governo da oltre un ventennio, aveva raggiunto il 40,59;
gli abitanti dell'isola, una delle più povere nazioni africane, sarebbero stati chiamati ad un secondo turno, ma l'opposizione sostenne che il voto era stato truccato e che anzi, secondo i propri conteggi, Ravalomanana aveva superato la soglia del 50 per cento, richiesta per essere eletto al primo turno, e chiese una riconta totale delle schede, ma il timore era che i risultati dei seggi elettorali posti nelle zone più remote dell'isola potessero essere manipolati prima di arrivare nella capitale;
da quel momento il leader dell'opposizione Ravalomanana, che a gennaio si autoproclamò presidente (nonostante le accuse di incostituzionalità sollevate dalla comunità internazionale), ha mobilitato le piazze; alle centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini, scesi in strada per chiedere il rispetto del risultato di voto, si sono uniti a dimostrare anche i rappresentanti delle Chiese cristiane in Madagascar (cattolici, protestanti, anglicani, eccetera) non per sostenere Ravalomanana, ma soltanto per il ripristino della verità;
il 2 aprile, con la mediazione dei leader africani, i due candidati hanno firmato un accordo sulla procedura da seguire per sanare la situazione; se dalla riconta dei voti non fosse emerso un vincitore netto, il nuovo presidente sarebbe stato scelto mediante referendum popolare da tenersi entro sei mesi, sotto la supervisione di ONU, Unione europea e Organizzazione per l'Unità Africana;
il braccio di ferro tra i due candidati, che ha trascinato il Paese nel caos, in questi mesi non ha subito arresti come ha dimostrato Ratsiraka, che in seguito ai primi risultati delle elezioni ha introdotto la legge marziale dichiarando, certo che la Corte si sarebbe pronunciata a favore dell'avversario, che non avrebbe tenuto conto del verdetto;
il 29 aprile l'Alta Corte Costituzionale del Madagascar ha stabilito che la riconta dei voti delle contestate elezioni di dicembre ha rivelato che lo sfidante Marc Ravalomanana ha sconfitto il presidente uscente Didier Ratsiraka e il presidente ad interim della Corte ha annunciato a diplomatici, politici e leader della Chiesa riuniti nella capitale, che Marc Ravalomanana è stato eletto ufficialmente Presidenza della Repubblica con il 51,46 per cento dei voti, mentre il contestato Ratsiraka ha ottenuto il 35,90 per cento delle preferenze;
la crisi in Madagascar che ha già causato 35 vittime durante gli scontri, vive un momento di gravissima tensione e pericolo: l'esercito del Paese, che conta 15 milioni di abitanti, è spaccato tra i sostenitori del deposto presidente Didier Ratsiraka, e quelli di Marc Ravalomanana, i seguaci dell'ex presidente hanno bloccato diversi porti, reso irraggiungibile il centro petrolifero dell'isola, smantellato un ponte sulla strada nazionale per impedire agli automezzi di passare, tagliando così le linee di rifornimento di benzina, gasolio, viveri e beni di prima necessità sia alla capitale che alle zone periferiche -:
se il Governo, in risposta agli appelli allarmati della comunità italiana in Madagascar e delle ONG italiane, intenda intervenire tempestivamente attraverso i canali diplomatici internazionali per porre fine al genocidio perpetrato dal presidente uscente Ratsiraka e se non ritenga opportuno un atto di riconoscimento del risultato elettorale e dell'insediamento del legittimo
(5-00903)
attese le notizie di stampa circa la conclusione delle trattative sullo sgombero della basilica della Natività a Betlemme -:
se risponda a verità la notizia che l'Italia può essere coinvolta nella risoluzione positiva del problema;
quale sia l'atteggiamento assunto dal Governo italiano;
quale contributo l'Italia possa dare alla risoluzione del problema nel rispetto dell'ordinamento internazionale e di quello del nostro paese.
(5-00904)
l'Asils rappresenta circa 35 scuole private diffuse su tutto il territorio nazionale, la maggior parte delle quali riconosciute dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca, la cui funzione contribuisce in maniera determinante alla promozione e alla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, offrendo ai fruitori dei corsi di lingua italiana in Italia la possibilità di godere della ricchezza culturale, monumentale e paesaggistica dell'intero Paese in una cornice di studio e di approfondimento;
i suddetti Istituti si trovano in una situazione di generale incertezza riguardo ai parametri richiesti per il rilascio dei visti per motivi di studio da parte delle nostre autorità consolari e d'Ambasciata in quanto una circolare del Ministero degli Affari Esteri per il rilascio suddetto esige:
a) buona conoscenza della lingua italiana;
b) limitazione del visto a 4 mesi;
c) richiesta del visto per motivi di studio anche per soggiorni inferiori ai 3 mesi;
d) apertura di un conto corrente bancario in Italia come garanzia economica;
risulta evidente l'incoerenza della richiesta con l'oggetto dello studio (apprendimento della lingua italiana a partire dai livelli principiante assoluto ed elementare), inoltre non è previsto nessun criterio oggettivo ed accademicamente riconosciuto per la definizione di «buona conoscenza della lingua italiana», conditio sine qua non per l'ottenimento del visto per motivi di studio;
se si intende bloccare l'immigrazione clandestina, si fa presente che la maggior parte degli studenti delle scuole di italiano che richiedono il visto per motivi di studio, proviene da paesi particolarmente ricchi (Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia) ed in genere si tratta di adulti, professionisti, benestanti, apportatori di valuta pregiata e amanti della nostra cultura, e grandi consumatori, anche nel loro paese, del prodotto Italia, contribuendo notevolmente ai processi di fidelizzazione verso il nostro Paese;
se si vuole favorire gli istituti italiani di cultura e le «società Dante Alighieri» all'estero, è noto che il numero dei sopraddetti istituti è talmente esiguo da non permettere a nessun cittadino straniero non residente in una città sede di un
la limitazione del visto ad un massimo di 4 mesi, è un tempo predefinito in maniera arbitraria, senza nessun presupposto di ordine normativo, ed è altresì inspiegabile anche il tempo di un solo mese superiore alla possibilità di permanenza concessa con il visto per turismo, inoltre l'obbligo del visto per motivi di studio, anche per soggiorni inferiori ai 3 mesi per chi proviene da paesi che non fanno parte dell'elenco dei paesi summenzionati soggetti ad obbligo di visto, sembra avere un carattere discriminatorio rispetto a chi, titolare di un visto per turismo, (al di sotto dei 3 mesi è possibile venire a studiare con visto per turismo in ottemperanza a tutti i requisiti previsti dalla legge) ha la possibilità di muoversi liberamente sul territorio nazionale, fare acquisti, visitare musei, ma non può frequentare un corso di italiano durante il periodo della sua permanenza «da turista» in Italia, e, infine, quando il visto per motivi di studio (superiore ai 3 mesi) non è rilasciato, è necessario motivare, per iscritto, le ragioni del rifiuto, come richiesto dalla legge;
la richiesta apertura di un conto corrente bancario in Italia, come garanzia economica, è estremamente difficile per chi si trova all'estero, fra l'altro i cittadini fruitori dei corsi usano viaggiare utilizzando la carta di credito per tutti i loro pagamenti, a tal proposito si può suggerire, nei casi di rilascio di visto per motivi di studio, per un periodo superiore ai 3 mesi, l'esibizione di una lettera di garanzia emessa dalla banca titolare della carta di credito, fra la documentazione richiesta per il rilascio del visto;
le scuole di italiano come seconda lingua soffrono di questi contrasti normativi e amministrativi, e si sentono ingiustamente discriminate per la vacatio legis sulla materia, pur svolgendo una fondamentale opera per la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo;
se non ritenga necessario ed opportuno intervenire per adottare i seguenti suggeriti provvedimenti:
a) una maggiore responsabilizzazione delle scuole riconosciute, in termini di responsabilità civile del gestori/direttori che omettano la segnalazione alle Autorità competenti della mancata frequenza per più di 48 ore di uno studente al quale è stato concesso il visto per motivi di studio;
b) informare puntualmente in forma scritta e plurilingue dell'obbligo di recarsi presso la Questura per l'ottenimento del necessario permesso di soggiorno;
c) la creazione di un albo delle scuole autorizzate e riconosciute dal Ministero degli affari esteri e diffuso alle Ambasciate, ai Consolati e agli istituti italiani di Cultura;
d) l'elaborazione congiunta dei requisiti per ottenere l'autorizzazione/riconoscimento delle scuole;
e) la creazione di un apposito ufficio all'interno della Direzione Generale per la promozione e la cooperazione culturale del Mae, d'intesa con il Ministero della pubblica istruzione e il Ministero per i beni culturali, al fine di creare una sinergia d'intenti e di azione per la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo;
f) l'inserimento nella Commissione Nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero, di un rappresentante dell'Associazione delle Scuole di italiano come lingua seconda (Asils).
(5-00897)