Allegato B
Seduta n. 137 del 24/4/2002


Pag. I

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BANTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
attorno alle 20,30 di mercoledì 17 ottobre 2001, l'elicottero del Corpo della Guardia costiera AB412CP, denominato «Koala 9/07», levatosi in volo dalla base di San Lazzaro di Sarzana per partecipare ad una esercitazione internazionale, impattava contro i monti dell'Uccellina, sulla direttrice a sud di Grosseto, rovesciandosi ed incendiandosi;
nell'incidente perdevano la vita quattro dei cinque uomini di equipaggio, mentre uno solo, sbalzato all'esterno, restava ferito non seriamente;
l'elicottero in questione, al momento dell'impatto, si trovava chiaramente fuori rotta, il che, con l'aggiunta delle condizioni di nebbia in atto, spiega il mantenimento di una quota non compatibile con il sorvolo della zona dei monti dell'Uccellina;
l'abbandono della rotta stabilita non appare facilmente spiegabile se si tiene conto del fatto che l'equipaggio era composto da militari di grande esperienza, con molte missioni anche assai difficili al proprio attivo -:
quali iniziative il Governo abbia assunto per fare piena luce sul tragico incidente, anche tenuto conto dell'esigenza di garantire la piena affidabilità dei mezzi tecnici posti a disposizione del Corpo della Guardia costiera ed un'altrettanto piena affidabilità dei programmi di esercitazione con i relativi tracciati.
(4-01117)

Risposta. - Con riferimento alla interrogazione in oggetto e per quanto di competenza di questa Amministrazione, si rappresenta quanto segue.
Premesso che tutti i fatti costituenti la dinamica dell'incidente sono coperti dal segreto dell'inchiesta giudiziaria (articolo 329 del codice di procedura penale), il comando generale del corpo delle capitanerie di porto ha immediatamente avviato una indagine tecnico-amministrativa.
Infatti la commissione d'investigazione a suo tempo nominata dal comando generale del corpo delle capitanerie di porto, ha redatto, ai sensi della direttiva dell'ispettorato per la sicurezza del volo dell'aeronautica militare (ISV-2 Edizione 2000) e sulla base dell'attività di investigazione condotta, l'apposita «Relazione di incidente».
Tale relazione, che si sostanzia nella raccolta e nella produzione di atti tesi nel loro insieme a ricostruire la dinamica dell'incidente per determinare i fatti causali che l'hanno generato, nonché a ricavare elementi utili all'attività di prevenzione, è stata di recente ricevuta dal comando generale che provvederà a redigere, a completamento della stessa, un'apposita relazione che sarà poi inviata alla commissione permanente.
A tale commissione, nominata con apposito decreto del Ministro della difesa, è stato demandato il compito di valutare l'incidente di volo, esaminando i fatti sulla base della documentazione prodotta dalla commissione d'investigazione e, se del caso, accertandoli direttamente.


Pag. II


Sulla base di detta valutazione, la commissione permanente redigerà un apposito documento, il cosiddetto «giudizio complessivo», in cui saranno stabilite le cause dell'incidente con il parere tecnico-amministrativo sulle conseguenti responsabilità.
Pertanto, solo dopo l'esito dell'attività della commissione permanente si potrà disporre di elementi di valutazione concreti e definitivi e, quindi, sulla base dell'apposito giudizio conclusivo della stessa Commissione, avere piena conoscenza delle cause dell'incidente occorso all'elicottero AB412CP.
Quanto all'argomento connesso all'affidabilità del mezzo e dei relativi apparati, si sottolinea che il velivolo precipitato, dall'anno di assegnazione (1998), non ha mai evidenziato malfunzionamenti o problematiche tecniche improvvise da poter inficiare la sicurezza del volo.
Il mezzo citato, nelle oltre 726 ore d'impiego totalizzate all'atto dell'evento, in cui ha anche operato in difficili condizioni meteo ed ambientali, ha sempre fornito risultati soddisfacenti ed è sempre stato sottoposto alle periodiche ispezioni (l'ultima eseguita nel settembre 2001) previste dalla normativa tecnica d'impiego dello stesso velivolo.
Per quanto precede, si ritiene di sottolineare che i fatti costituenti la dinamica dell'incidente potranno essere ricostruiti al termine delle inchieste in corso, nel momento in cui, quindi, si avranno a disposizione elementi di valutazione concreti e non semplici supposizioni o ipotesi.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

BORNACIN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con ordine di servizio n. 983 del 13 settembre 2001 il direttore della casa circondariale di Genova-Marassi avrebbe disposto che i turni di servizio del personale di polizia penitenziaria vengano articolati - a far data dal 17 settembre 2001 - su quattro quadranti orari nelle ventiquattro ore;
questo progetto sarebbe stato definito inapplicabile sia dalle organizzazioni sindacali che dalla stessa direzione regionale della Liguria - Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - (che ha momentaneamente congelato ma non revocato detta disposizione) per carenza di fondi e personale con inevitabili ricadute negative in termini di sicurezza;
in particolare al personale della polizia penitenziaria di Genova:
a) verrebbero imposti turni di servizio che prevedono la copertura di più posti di servizio da parte di un solo Agente, con grave pregiudizio della sicurezza del lavoratore stesso al quale difficilmente potrebbe essere garantita l'incolumità in caso di sopraffazione;
b) potrebbero non essere assicurati i diritti minimi previsti dalle norme contrattuali come ad esempio il riposo settimanale;
c) potrebbe non essere garantita la copertura finanziaria delle eventuali ore di straordinario;
sarebbero inoltre lamentate:
a) l'impossibilità di effettuare le normali perquisizioni previste dal regolamento;
b) l'impossibilità di eseguire le previste procedure di emergenza - come ad esempio l'esclusione di alcuni detenuti dalle attività in comune - per mancanza di idonei locali;
c) l'impossibilità di controllare opportunamente i detenuti all'interno dell'Istituto;
d) il sovraffollamento dell'istituto che a fronte di una capienza massima di 450 detenuti, allo stato dei fatti ne conterrebbe circa 750, con una altissima percentuale di stranieri -:
se non si reputi necessario, nell'interesse comune, che sulla situazione della casa circondariale di Genova-Marassi venga effettuata ogni verifica utile ad assicurare sia il rispetto dei contenuti dell'accordo


Pag. III

quadro nazionale sia la sicurezza dei lavoratori e della popolazione detenuta;
se non ai reputi altresì necessario accertare l'esatta situazione della disponibilità dei fondi e come questi fondi siano stati concretamente utilizzati, riconducendo le procedure di conteggio dello straordinario a quelle previste dall'accordo quadro nazionale stralciando quelle riferibili a situazioni straordinarie, quali ad esempio quelle connesse al vertice G8;
se non si reputi infine indispensabile provvedere, in sede di assegnazione di nuovi Agenti, considerare la situazione ligure e genovese in particolare tra le emergenze prioritarie;
quali diverse strategie di intervento si intendano, eventualmente, adottare.
(4-01274)

Risposta. - Le problematiche evidenziate dall'interrogante, relative alla casa circondariale di Genova Marassi, sono seguite con attenzione costante dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che negli ultimi tempi ha provveduto, tramite diverse visite ispettive, alla verifica dei servizi connessi alla gestione dell'istituto ed ai rilievi di carattere strutturale, al fine di dare attuazione ad un programma di ristrutturazione di alcuni settori della casa circondariale che consentirà, ovviamente, una migliore sistemazione della popolazione detenuta.
In occasione dell'ultima visita ispettiva, effettuata nel mese di ottobre 2001, è emerso che in conseguenza delle gravi carenze organiche e delle condizioni di sovraffollamento, più posti di servizio erano effettivamente coperti da un solo agente e le perquisizioni non erano effettuate con la dovuta frequenza e periodicità.
Non risulta, al contrario, che non sia stato possibile provvedere al controllo dei detenuti all'interno del penitenziario, né che non si sia potuto procedere all'esecuzione dell'esclusione dalle attività in comune e, neppure, che diritti fondamentali del personale, quali la fruizione del riposo settimanale, non siano stati rispettati.
Quanto al personale di polizia penitenziaria, si precisa che nel giugno 2001 si è disposta la sua integrazione per complessive otto unità per la casa circondariale di Genova Marassi e per sette unità per la casa circondariale di Sanremo.
Peraltro, l'articolazione oraria dei turni di servizio costituisce un problema effettivo - anche se di carattere generale - che potrà essere risolto solo quando saranno ridistribuite in sede nazionale e regionale le risorse organiche complessivamente disponibili.
La carenza di organico degli istituti della Liguria, comune, purtroppo, a gran parte degli istituti dell'Italia settentrionale, sarà tenuta nella dovuta considerazione in occasione delle prossime assegnazioni di personale.
Per quanto riguarda il problema del sovraffollamento dell'istituto genovese, si fa presente che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in collaborazione con il provveditore regionale competente, provvede ad effettuare periodici sfollamenti per contenere le presenze dell'istituto entro livelli tollerabili.
Saranno, infine, liquidate a breve le somme dovute a titolo di compenso per le prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale di polizia penitenziaria impiegato nei servizi connessi al Vertice G8; analogamente, si provvederà al pagamento di tutte le altre indennità, non appena disponibili le somme impegnate in tal senso.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

BORRIELLO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il PSTD (Piano Sviluppo Tecnologie Didattiche) 1997-2000, attivato a suo tempo dall'allora ministro della pubblica istruzione, ha comportato un'ingente profusione di finanziamenti alle Istituzioni Scolastiche sul territorio nazionale in vista della prima alfabetizzazione informatica di base degli Operatori (Progetto 1a) e


Pag. IV

dell'introduzione della multimedialità a regime nella didattica avanzata delle Discipline (Progetto 1b);
a giudizio dell'interrogante tale dispendio di risorse si è risolto in un deprecabile spreco, dal momento che secondo attendibili stime il 98 per cento delle Istituzioni Scolastiche sul territorio nazionale continua a restare escluso da una proficua fruizione degli strumenti informatici ai fini dei processi di Istruzione e Formazione, come anche i mass-media denunciano ormai all'opinione pubblica;
l'utilizzo appropriato degli strumenti informatici nei processi di insegnamento-apprendimento risulta indubbiamente fondamentale, nonché particolarmente stimolante e vantaggioso sotto il profilo sociale nelle aree a rischio, al punto da non consentire ulteriori dilatazioni e ritardi all'interno dell'odierno contesto -:
quali iniziative e/o procedure intenda attivare il Ministro interrogato per: quantificare l'entità dei reiterati furti delle apparecchiature informatiche in dotazione alle scuole e adottare idonee misure di custodia di dette apparecchiature; promuovere quella seria alfabetizzazione informatica degli operatori che il progetto 1a del PSTD 1997-2000 certamente non ha assicurato, nonostante lo straordinario impegno erariale risoltosi in massimizzazione dei costi e minimizzazione, anzi azzeramento, dei benefici; utilizzare il Corpo Ispettivo Tecnico delle Direzioni Generali a livello regionale nell'assiduo contatto in loco con la scuola militante allo scopo di costituire appositi Nuclei di Ricerca-Azione su quanto in argomento, con particolare riguardo alle problematiche sociali delle aree a rischio sulla base di un monitoraggio attendibile, perché diuturno, capillare, qualificato, non viziato da accademismi, dei rapporti Informatica-Discipline sul campo in nome del bene supremo dei giovani oltre che dell'immagine politica del Ministero stesso.
(4-01883)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame si fa presente, preliminarmente, che il fenomeno dei furti degli strumenti informatici in dotazione delle scuole non ha rilevanza tale da pregiudicare il generalizzato processo di innovazione tecnologica.
Si ritiene, peraltro, che le istituzioni scolastiche e gli enti locali proprietari degli immobili non manchino di adottare idonee misure di custodia delle apparecchiature medesime.
Occorre far presente, inoltre, che il programma di sviluppo delle tecnologie didattiche - che com'è noto all'interrogante è stato finalizzato da un lato all'acquisto di attrezzature per l'aggiornamento ed autoaggiornamento dei docenti (sottoprogramma 1A) e dall'altro all'acquisto di attrezzature per l'introduzione e l'uso delle multimedialità nella didattica (sottoprogramma 1B) - ha anche previsto appositi corsi per la formazione dei docenti.
In particolare il sottoprogramma 1A ha interessato 13.304 istituzioni scolastiche ed ha permesso, unitamente ai corsi organizzati su autonoma iniziativa delle scuole e degli uffici scolastici provinciali la formazione di 450.000 docenti.
Il medesimo programma per lo sviluppo delle tecnologie informatiche, sia pure con una diversa gradualità nelle varie zone d'Italia, ha già iniziato a produrre i suoi effetti tant'è che numerose sono le scuole che già utilizzano quotidianamente nella didattica gli strumenti informatici.
È ora intendimento del Governo consolidare quanto già realizzato ma nel contempo rendere l'evoluzione coerente con l'evoluzione delle tecnologie in particolare nella direzione dello sviluppo dei servizi in rete telematica che includono la formazione a distanza, strumenti per la cooperazione, banche di esperienze e di materiali didattici, guide al reperimento di risorse.
Un importante punto di riferimento è il Piano d'azione europeo che prevede per i sistemi scolastici europei precisi obiettivi.
Nel corso dell'anno scolastico 2002/2003 partirà inoltre un progetto nazionale di formazione dei docenti sulle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni che, si stima, coinvolgerà circa 180.000 docenti ciascuno per circa 120 ore di cui 60 in presenza e 60 in autoformazione.


Pag. V


Non si tratterà solo di una prima alfabetizzazione, in quanto i tempi sono maturi e le strutture presenti nelle scuole sono adeguate per lanciare un'azione di formazione che mira ad un consapevole uso delle tecnologie nei processi di formazione, il progetto prevede azioni di monitoraggio sia quantitativo che qualificativo.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 17 novembre 2001, giornata nazionale della disobbedienza civile si sono svolte in tutta Italia pacifiche manifestazioni, molte delle quali sfociate in simboliche occupazioni di scuole medie superiori;
a Rimini, come riportato dalla stampa locale nei giorni seguenti, quindici ragazzi/e che assieme ad altri avevano occupato il liceo scientifico Serpieri, sono stati denunciati dalla Digos della Questura con l'accusa di interruzione di pubblico servizio;
durante l'occupazione si sono svolte delle attività di studio autogestite sui temi della guerra, dell'economia, della politica e della scuola, che hanno ricevuto apprezzamenti dagli stessi insegnanti dell'istituto;
non si è registrata nessuna violenza, atto vandalico o altro comportamento tale da motivare un atteggiamento d'eccezione da parte della questura nei confronti dei manifestanti -:
se, considerando il carattere pacifico e culturalmente costruttivo dell'iniziativa, esistano ragioni particolari per giustificare quello che a giudizio dell'interrogante si configura come un eccezionale accanimento persecutorio nei confronti dei quindici denunciati, e se non ritengano ritirare le denunce.
(4-01838)

Risposta. - Si fa presente che la recente contestazione studentesca e stata contraddistinta da una serie di iniziative di protesta da parte degli studenti degli istituti superiori contrari alla «parificazione finanziaria tra scuola privata e pubblica», proposta dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Il fenomeno, che ha assunto le forme delle autogestioni e delle occupazioni degli istituti, ha visto l'intervento preventivo delle forze di polizia e, in alcuni casi, a seguito delle denunce sporte dai presidi di alcune scuole, è stata informata l'autorità giudiziaria, che ha instaurato i relativi procedimenti penali per i reati di invasione di edificio, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento.
In merito agli episodi segnalati nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame, si fa presente, che, nella mattinata del 17 novembre 2001, il preside del locale Liceo scientifico «Serpieri» di Rimini ha chiesto, tramite il 113, l'intervento della forza pubblica avendo notato dinanzi la scuola la presenza di circa duecento giovani, alcuni dei quali estranei all'istituto e, in particolare, una persona, successivamente riconosciuta come appartenente al «Rimini Social Forum», che, con un megafono, diffondeva comunicati relativi alla «giornata nazionale della disobbedienza sociale».
Nel timore di occupazioni ed al fine di assicurare il regolare svolgimento delle attività didattiche, il dirigente scolastico ha atteso l'intervento delle forze dell'ordine per poter consentire l'accesso ai soli studenti della scuola.
Tuttavia, circa sessanta manifestanti sono entrati nell'edificio, eludendo i controlli degli agenti.
Constatata l'impossibilità dell'ordinario svolgimento delle lezioni, il preside, dopo aver incontrato una delegazione di manifestanti, ha acconsentito alla formazione di gruppi di lavoro su temi proposti da questi ultimi, riguardanti la riforma scolastica, il
«World Trade Organization» e la guerra in Afganistan.
Il personale docente, pur non partecipando a tali attività, è rimasto nell'aula


Pag. VI

insegnanti a disposizione degli studenti e del dirigente scolastico. L'occupazione è terminata a tarda notte.
Gli operatori di polizia, nel corso dei controlli all'ingresso dell'edificio, hanno identificato 15 soggetti estranei all'istituto ed hanno informato dei fatti l'autorità giudiziaria, ipotizzando i reati di cui all'articolo 633 del codice penale, (invasione d'edificio) e dell'articolo 340 del codice penale (interruzione di servizio pubblico).
La mattina successiva un gruppo di 330 studenti del Liceo (sui 600 iscritti) ha espresso, tramite comunicato stampa, un forte dissenso nei confronti dell'iniziativa, definita quale imposizione di un'esigua minoranza autoproclamatasi rappresentante dell'intera collettività studentesca.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CAMINITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il giorno 15 corrente il treno 589 «Francesco Cilea» diretto a Reggio Calabria, partiva da Formia alle ore 14,46 - in orario;
l'arrivo a Villa San Giovanni era previsto alle ore 20,33 mentre vi giungeva alle ore 1,15;
tale ritardo veniva provocato da un incendio di sterpaglie ed altro;
dopo tale grave inconveniente il treno subiva un ulteriore ritardo per guasto al locomotore di un treno che precedeva il «Cilea»;
ancora un guasto al locomotore, provocava un pesante ritardo al treno 725 del 26 maggio sul percorso da Napoli a Reggio Calabria;
il guasto al locomotore si era già manifestato in partenza da Napoli, aggravandosi successivamente tra Nocera e Salerno ed, infine, in maniera irrimediabile tra le stazioni di Gioia Tauro e Taureana ove di fatto il treno arrestava la sua corsa, rimanendovi fermo per un lunghissimo tempo;
senza esito il personale del treno e di macchina tentava di riparare l'avaria, mettendo in atto anche il tentativo di aumentare l'aderenza del mezzo con pietrisco della massicciata per superare la salita, mancando la sabbia alle apparecchiature del locomotore;
il treno veniva trainato fino a Palmi, ove giungeva alle ore 17,25 circa;
le cause della sosta e del ritardo non sono state annunciate ai viaggiatori dal personale del treno;
i viaggiatori potevano proseguire con un treno regionale diretto a Reggio Calabria con arrivo alle ore 18,20 circa, cioè con 2 ore e mezza di ritardo;
nella stazione di Palmi il trasbordo, non annunziato dal personale di stazione, né del treno, avveniva con grande confusione e un fuggi fuggi generale;
le carrozze sono sempre sporche e poco accoglienti e obsolete;
in generale il servizio del trasporto ferroviario al sud è scadente sotto tutti i punti di vista -:
quale sia la statistica relativa ai treni in partenza da Roma e diretti a Reggio Calabria che hanno subito ritardi per guasti ai locomotori;
se esista un piano di intervento per soccorso ai treni in linea, l'ubicazione dei vari centri e la disponibilità dei mezzi di trazione per ciascun centro, i turni relativi del personale addetto;
se esistano centri sedi di mezzi di soccorso idonei al rimorchio dei treni Eurostar;
quali provvedimenti si intenda prendere, al più presto, per mettere almeno in condizioni di parità il trasporto ferroviario del sud d'Italia con quello del Nord Italia.
(4-00497)


Pag. VII

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, le ferrovie dello stato s.p.a. hanno fornito i seguenti elementi di risposta.
Dall'analisi dei dati forniti dalla sala operativa passeggeri centrale, riferiti ai mesi di giugno, luglio e agosto dell'anno 2001 relativamente ai ritardi dei treni sulla linea Roma-Reggio Calabria causati da guasti al locomotore, risulta una media di 8 casi per soccorso e 3 casi per accudienza, su un totale di 828 treni, con una incidenza rispettivamente dell'1 per cento e dello 0,4 per cento.
Gli interventi per soccorso sono riferibili a casi di guasti meccanici in linea, mentre gli interventi per accudienza sono riconducibili a interventi che avvengono generalmente in stazione (ad esempio, la richiesta, da parte del macchinista, della pulizia del parabrezza del locomotore).
La società ritiene che si tratta di episodi sporadici anche se, al verificarsi, possono causare ritardi anche di notevole consistenza, in relazione alla fascia di orario giornaliera, alla presenza di traffico straordinario sulla linea, alle caratteristiche della linea stessa, alla possibilità di effettuare deviazioni di treni.
Le procedure operative e le responsabilità per le operazioni di sgombero dell'infrastruttura, compresi i treni fermi per avarie al locomotore, sono regolamentate dalle «condizioni generali di accesso all'infrastruttura ferroviaria» che, all'articolo 19 e all'allegato 5, specificano le località e le tipologie delle locomotive di riserva e dei carri soccorso nonché del personale idoneo di cui le Imprese ferroviarie, che svolgono servizio viaggiatori e merci di lunga percorrenza, devono disporre.
In particolare, questa amministrazione è intervenuta nel mese di maggio del 2001 durante la fase di aggiornamento del documento che regolamenta l'accesso all'infrastruttura ferroviaria delle imprese (prospetto informativo della rete), portando ad una maggiore chiarezza nella identificazione nel ruolo di coordinatore delle attività di sgombero e di soccorso anche e soprattutto in relazione al mutato assetto strutturale del settore che vede la compresenza di altre imprese ferroviarie in aggiunta alla società trenitalia.
Infatti, la citata società trenitalia s.p.a. è tenuta a svolgere nel sistema complessivo di sgombero e soccorso il suo ruolo con efficacia, nel quadro delle azioni di coordinamento da parte del gestore dell'infrastruttura rete ferroviaria italiana (RFI) spa e, pertanto, ha predisposto appositi ordini di servizio interni, di prossima emanazione, per disciplinare l'impiego sia dei mezzi di soccorso attrezzati (carri soccorso, treni gru, locomotive sgombraneve) sia delle locomotive di riserva, da utilizzare per il soccorso dei treni fermi in linea.
Tuttavia, una prima disposizione tecnico-organizzativa, emanata già dal 30 agosto 2001, stabilisce le modalità di soccorso ai treni passeggeri fermi in linea, in particolare ai treni
eurostar, con l'individuazione dei tempi per permettere a rete ferroviarie italiane spa di disporre dei locomotori di riserva, anche con il ricorso a prestazioni interdivisionali.
Inoltre è stato stabilito un piano di distribuzione sul territorio delle «maschere di aggancio» e l'inserimento nei manuali in uso delle relative disposizioni tecniche per gli addetti.
Con riferimento alla sicurezza in galleria, ferrovie dello stato s.p.a. ha provveduto a costituire un apposito gruppo di lavoro tra il ministero dell'interno - direzione generale della protezione civile - trenitalia s.p.a. e rete ferroviaria italiana s.p.a. che ha messo a punto le «istruzioni generali per il personale del treno in caso di inconvenienti di esercizio in galleria» (comunicazione organizzativa n. 17 del 30 luglio 2001), con la quale si impartiscono le istruzioni necessarie in caso di convoglio in avaria tecnica, assistenza ed eventuale trasbordo.
La società trenitalia, infine, con riferimento agli aspetti attinenti alla qualità del servizio sulla relazione Roma-Reggio Calabria, nell'ambito delle proprie strategie operative, ha aumentato l'offerta su tale linea, oltre a sostituire il materiale rotabile ETR 450 con ETR 460 e 480 di più recente costruzione.
Con l'introduzione del precedente orario estivo, è stato previsto un nuovo treno


Pag. VIII

intercity denominato Aspromonte, nella giornata del venerdì con partenza, attualmente, da Milano alle ore 7 e 30 e arrivo a Reggio Calabria Centrale alle ore 21 e 25. Parimenti, nella giornata della domenica il corrispondente treno 1592 parte da Reggio Calabria alle ore 9 e 30, ed arriva a Milano alle ore 23 e 58.
Inoltre, sempre con riferimento all'esigenza di colmare il
gap del trasporto ferroviario tra centro-nord e sud, si evidenzia che nel decreto ministeriale 146 T del 2000, che ha fissato gli standard di qualità per il 2001 per i servizi di trasporto a media e lunga percorrenza (al cui rispetto è stato subordinato l'aumento tariffario concedibile per il 2002), è stato introdotto un opportuno indicatore finalizzato al monitoraggio del rispetto della soglia minima di puntualità.
Con riferimento al potenziamento del sistema nazionale dei trasporti, il Governo ha attribuito importanza strategica alla Legge obiettivo, in quanto strumento essenziale per il rilancio delle infrastrutture e la modernizzazione del sistema.
Attraverso la legge obiettivo si attuerà una veloce realizzazione dei progetti di potenziamento infrastrutturale del territorio, tramite il superamento di tutti gli ostacoli giuridici.
Più di una volta il Governo ha espresso chiaramente il preciso intendimento di intervenire efficacemente per superare il
gap infrastrutturale soprattutto nel Mezzogiorno, con la distinzione tra le emergenze (Napoli-Reggio Calabria, Palermo-Messina), le criticità (Paola-Sibari-Taranto) e le priorità (Pescara-Foggia-Bari-Lecce, Bari-Taranto, Sibari-Catanzaro-Reggio Calabria, Catania-Palermo).
Parimenti, oltre all'attuazione del proprio programma, il Governo ha garantito il tempestivo intervento per dare esecuzione ai progetti di investimento già avviati, individuando e definendo strumenti che incideranno positivamente sulle condizioni per poter realizzare le opere in tempi brevi.
Proprio nell'ottica della verifica dei programmi di intervento, comprese le opere in corso, a seguito degli incontri con i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, la delibera del Cipe del 21 dicembre 2001 fornisce il quadro degli investimenti, con particolare riferimento al Mezzogiorno.

Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

CARDIELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica - con nota n. 8017/10.0.337 del 31 marzo 1988, ha affermato che la carica di componente delle Commissioni Tributarie costituisce Ufficio pubblico ed è obbligatoria;
pertanto i dipendenti pubblici, componenti dei suddetti organismi, debbono essere autorizzati ad assentarsi dal servizio per tutto il tempo necessario all'espletamento del mandato;
tale periodo non dovrebbe essere inteso come esaurito nel giorno in cui si svolge l'udienza di discussione dei ricorsi ma, al contrario, richiede, prima dell'udienza, almeno un periodo di giorni due necessario all'esame ed allo studio delle controversie da decidere;
oltre questo lasso temporale sarebbero necessari altri due giorni per la stesura delle motivazioni -:
se il Governo intenda accogliere le istanze riportate in premessa, onde consentire ai dipendenti pubblici, componenti le Commissioni Tributarie, di fruire di un tempo maggiore per l'espletamento delle proprie funzioni.
(4-00303)

Risposta. - I dipendenti pubblici, in possesso di idonei requisiti, possono essere nominati, su richiesta, componenti delle commissioni tributarie.
L'assunzione di incarichi non compresi tra i compiti e doveri d'ufficio è regolamentata dall'articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, che dispone il conferimento agli interessati della relativa autorizzazione da parte dell'ufficio presso il


Pag. IX

quale il dipendente pubblico presta servizio, secondo criteri oggettivi e predeterminati, che tengano conto delle specifiche professionalità, in modo da escludere casi di incompatibilità e di conflitto d'interessi che possano arrecare danno alle amministrazioni medesime.
In virtù di detta normativa tutte le pubbliche amministrazioni hanno disciplinato con atti regolamentari, le ipotesi di incompatibilità ad assumere incarichi; per i dipendenti dell'amministrazione finanziaria, l'articolo 8 del decreto legislativo n. 545 del 1992 e successive modificazioni e integrazioni stabilisce che l'attività di giudice tributario è incompatibile con l'appartenenza agli
ex dipartimenti delle entrate e del territorio.
In merito alla richiesta di poter usufruire di permessi per l'istruttoria dei ricorsi e la formulazione delle sentenze, si ritiene, in linea di principio, che gli uffici di appartenenza dei dipendenti, nell'ambito della propria discrezionalità e compatibilmente con le esigenze di servizio, debbano tener conto delle necessità del regolare svolgimento di tale attività, nel rispetto della disciplina degli accordi contrattuali relativi ai casi di assenza dal servizio.
Si sottolinea che la proposta degli interroganti per riconoscere un periodo di due giorni per l'esame e lo studio delle controversie, più altri due giorni per la stesura delle motivazioni, non sembra poter essere accolta; infatti, l'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, dispone che le udienze si devono svolgere una volta alla settimana e, quindi, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni sarebbero impegnati quasi a tempo pieno, non potendo, di conseguenza, assolvere alla propria attività lavorativa primaria.
Si fa rilevare che, per quanto riguarda le attribuzioni di competenza connesse allo svolgimento della giurisdizione tributaria, il Dipartimento per le politiche fiscali del Ministero dell'economia e delle finanze è impegnato ad assicurare la relativa attività di supporto mediante la riorganizzazione e il potenziamento delle segreterie delle commissioni tributarie e della segreteria del consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
Si fa presente che i citati incarichi prevedono una retribuzione relativa allo svolgimento del mandato; pertanto, si ritiene che debba essere considerata come giornata lavorativa ordinaria quella in cui si svolge l'udienza di discussione del ricorso per il quale il dipendente pubblico è da considerarsi in effettivo servizio, mentre se il dipendente pubblico ritiene di dover effettuare un approfondimento per l'istruttoria e per la deliberazione sui ricorsi trattati, questa attività è da considerarsi compresa nella retribuzione prevista per lo svolgimento dell'incarico; al dipendente può, comunque, essere concesso un periodo di ferie o di permesso per motivi personali.

Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 gennaio, ignoti hanno incendiato la porta d'ingresso del centro sociale «Ricomincio dal faro», sito a Roma in via del Trullo n. 330;
da settimane nel quartiere sono ripresi atti di intimidazione fascista con scritte e minacce sui muri della zona -:
quali iniziative intenda intraprendere per garantire un'adeguata vigilanza onde evitare il ripetersi di atti di intimidazione.
(4-01849)

Risposta. - Si fa presente che nella nottata del 19 gennaio 2002 ignoti hanno dato alle fiamme il portone d'ingresso del centro sociale «Ricomincio dal Faro», sito in un quartiere periferico di Roma.
Hanno riportato danni anche alcune pareti interne dell'immobile, in quel momento completamente vuoto.


Pag. X


Sono stati tracciati, con vernice nera, simboli nazi-fascisti e scritte offensive sulle mura dello stabile e degli edifici situati nelle vie adiacenti.
Dei suddetti fatti è stata, informata tempestivamente l'autorità giudiziaria e le, indagini, condotte dalla digos della questura, sono indirizzate nei confronti di appartenenti all'estrema destra presenti nella zona.
Le autorità provinciali di pubblica sicurezza hanno disposto il rafforzamento delle attività di vigilanza per evitare il ripetersi di analoghi episodi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CIMA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la stazione italiana per la ricerca ornitologica, situata presso il Parco faunistico Le Cornelle di Valbrembo (Bergamo), risulta essere ente convenzionato per l'impiego di obiettori di coscienza in servizio civile;
tale ente nel primo quadrimestre 2001 era stato sottoposto a controllo ispettivo da parte dell'UNSC a seguito di segnalazioni degli obiettori in servizio civile, denuncianti numerose irregolarità gestionali ed operative;
nonostante ciò a tale ente nel settembre 2001 venivano assegnati in servizio civile ulteriori obiettori, tra cui il signor Felotti Francesco, nato il 12 gennaio 1981 a Calcinate, ed ivi residente;
il signor Felotti, vista la distanza tra luogo di servizio e residenza, chiedeva di usufruire dei servizi di vitto ed alloggio durante lo svolgimento della propria leva obbligatoria;
sebbene l'ente convenzionato in questione risultasse dotato di tali servizi (almeno così risulta dalle banche dati dell'UNSC), lo stesso dichiarava di «non essere convenzionato con vitto e alloggio»;
tale affermazione, contenuta in una comunicazione datata 26 settembre 2001 ed inviata all'UNSC, risulta essere quanto meno bizzarra in quanto:
a)è stesa su carta intestata «Parco Faunistico Le Cornelle SRL», cioè di una realtà che, come si deduce dall'acronimo, è realtà a fine di lucro, e quindi non convenzionabile ai sensi della legge 230 del 1998;
b)conseguentemente risulta più che evidente come gli obiettori in servizio presso la fantomatica «stazione italiana per la ricerca ornitologica» in realtà siano gestiti da una azienda;
c)l'obiettore in questione viene posto, da un responsabile obiettori della suddetta azienda, in licenza illimitata senza assegni. Il responsabile obiettori risulta essere anche il direttore del suddetto parco faunistico;
risulta all'interrogante che nel corso dell'attività ispettiva condotta nel primo quadrimestre 2001 si sia potuto ampiamente appurare che la principale attività degli obiettori consistesse nella alimentazione e pulizia gabbie di numerosi pappagalli, ivi ospitati per la conduzione di studi sul loro linguaggio -:
se sia alfine provveduto alla chiusura definitiva della convenzione per l'impiego di obiettori di coscienza presso l'ente indicato in premessa, alla luce sia dello scarsissimo valore sociale delle loro attività, sia dell'evidente gestione del loro tempo di servizio civile da parte di una realtà a fine di lucro;
in caso contrario, quali siano le ragioni che non hanno portato alla risoluzione della convenzione.
(4-02130)

Risposta. - Anzitutto è opportuno rilevare che la convenzione con la stazione italiana per la ricerca ornitologica per l'impiego degli obiettori di coscienza risulta attualmente sospesa e che dal mese di ottobre 2001 non sono stati più assegnati obiettori di coscienza. In particolare, l'obiettore Francesco Felotti è stato trasferito ad altro ente.


Pag. XI


In merito, poi, alla fornitura di vitto e alloggio, si rappresenta che il succitato ente ha manifestato l'impossibilità di fornire detti servizi nella nuova sede di Valbrembo, senza però che si sia perfezionato un accordo in tal senso circa la modifica della convenzione.
Si precisa, inoltre, che la Stazione italiana per la ricerca ornitologica, convenzionata con il ministero della difesa sin dal 1985, ha infatti trasferito le sue attività dall'oasi di Sant'Alessio (PV), al parco faunistico Le Cornelle di Valbrembo (BG), ove non dispone più di strutture per la erogazione dei servizi di vitto e alloggio.
Peraltro, tra la stazione italiana per la ricerca ornitologica ed il parco faunistico di Valbrembo esiste una convenzione di collaborazione che - nell'ambito di un progetto di ricerca in scienze naturalistiche ed ambientali sul tema dei pappagalli africani - prevede, tra l'altro, l'impiego del proprio personale e degli obiettori di coscienza per la cura di detti animali e delle relative attrezzature e spazi logistici, nonché per la sperimentazione di diete alimentari e di accorgimenti tecnici e logistici relativamente al benessere degli animali stessi.
Le attività di impiego in questione, peraltro mai comunicate all'ufficio per il servizio civile di questa presidenza, non sono aderenti al piano di impiego a suo tempo approvato dal ministero della difesa, e, ciò ha determinato sia l'attività di ispezione che la successiva sospensione della convenzione da parte dell'ufficio nazionale per il servizio civile.
Pertanto, pur a prescindere dalla carta intestata utilizzata dall'ente per le sue comunicazioni, si conferma che la convenzione comunque risulta stipulata con la stazione italiana per la ricerca ornitologica, ente senza scopo di lucro, e non con il parco faunistico «Le Cornelle» s.r.l.
È evidente, infine, che l'assegnazione di obiettori di coscienza presso una stazione ornitologica ne comporta certamente l'impiego in attività correlate a studi faunistici, purché ciò sia conforme agli ambiti ed alle modalità di impiego indicate dalla legge 230/98 (articolo 8, comma 2, lettera
b) e articolo 11) nonché a quanto previsto nella convenzione.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.

CIRIELLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da anni, da un notevole numero di studenti, genitori ed operatori scolastici e turistici di Amalfi e dell'intera Costiera è avvertita l'esigenza dell'istituzione di una sezione dell'IPSAR (Istituto Professionale di Stato per le Attività Alberghiere e della Ristorazione) presso l'istituto Tecnico Commerciale «P. Comite» di Amalfi;
il Consiglio d'Istituto e la presidenza dell'ITC «P. Comite», due anni fa, hanno avviato l'iter per l'istituzione di una sezione dell'IPSAR ricevendo, con la delibera 1364 del 21 dicembre 2000, l'approvazione della provincia di Salerno;
l'istituzione della sezione dell'IPSAR rivestirebbe un ruolo molto importante nella formazione professionale dei giovani della zona e del loro inserimento nel mondo del lavoro e, infine, nella lotta alla dispersione scolastica -:
alla luce di quanto innanzi esposto, quali iniziative intenda adottare per dotare finalmente la città di Amalfi di una sezione dell'IPSAR e vedere, così, realizzate le aspettative della locale comunità.
(4-01739)

Risposta. - La questione rappresentata nella interrogazione parlamentare indicata in oggetto è superata nel senso auspicato dall'interrogante.
Infatti, con provvedimento n. 1441/1 del 20 febbraio 2002 è stata istituita la sezione d'istituto professionale per i servizi alberghieri della ristorazione dipendente dall'Istituto d'istruzione superiore «P. Conte» di Amalfi.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.


Pag. XII

COSENTINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'autolinea internazionale tra l'Italia e la Polonia «Battipaglia-Przmysl» veniva istituita ed autorizzata dalla Commissione mista Italia-Polonia, nel 1998, e con successivi provvedimenti autorizzativi del ministero dei trasporti italiano e polacco venivano rilasciate le autorizzazioni congiuntamente alle aziende CLP Spa e Wactur;
il provvedimento del ministero dei trasporti veniva impugnato parzialmente nella parte che autorizzava la CLP, dalla Ati Buonotourist/Sae dalla Contribus e successivamente il Tar Lazio, in via cautelare e provvisoria sospendeva il provvedimento impugnato sino alla decisione del giudizio di merito;
nelle more del giudizio, la CLP sussistendone condizioni e presupposti e nell'osservanza degli accordi internazionali, richiedeva l'autorizzazione provvisoria all'esercizio dell'autolinea;
senza alcuna richiesta, il ministero italiano dei trasporti autorizzava, con provvedimento del 12 febbraio 2001, prot. n. 451 l'Ati Buonotourist/Sae all'esercizio dell'autolinea, provvedimento successivamente impugnato dalla stessa Ati e da Contribus;
in data 22 maggio 2001, veniva indetta dal ministero dei trasporti italiano una preriunione, relativa alla problematica dell'autolinea Italia-Polonia, in vista della Commissione mista Italia/Polonia, da tenersi a Varsavia il 6/7 giugno 2001;
la CLP in sede di preriunione, presentava istanza di rinnovo, unitamente alla Wactur, della concessione dell'autolinea Battipaglia-Przmysl in scadenza a dicembre 2001;
il ministero dei trasporti adottava, in data 31 maggio 2001, un provvedimento su istanza della Buonotourist, Sae e Contribus ed a favore delle stesse, senza tener conto della istanza di rinnovo della CLP;
l'istanza di rinnovo della CLP andava esaminata sia come attribuzione di esercizio provvisorio che come riattribuzione, in quanto il provvedimento originario è stato solo sospeso e non annullato;
non vi è alcuna preclusione al suo esame ed accoglimento in conformità alla normativa nazionale ed agli accordi internazionali -:
se non ritenga opportuno fornire chiarimenti circa le autorizzazioni rilasciate per l'autolinea Italia-Polonia.
(4-00753)

Risposta. - L'istituzione di autolinee internazionali con Paesi non appartenenti all'Unione europea è disciplinata dagli accordi bilaterali stipulati in materia di trasporto internazionale di viaggiatori su strada. Tali accordi prevedono lo svolgimento periodico di incontri bilaterali, nel corso dei quali vengono concordate le nuove istituzioni o le modifiche dei programmi d'esercizio dei servizi di linea tra i due Paesi.
Di regola, ogni servizio internazionale è svolto in
pool da vettori italiani e da vettori appartenenti al paese di destinazione del servizio.
Con provvedimento n. 5310-5446 del 24 dicembre 1998 è stata concessa l'autolinea Battipaglia-
Przemysl (periodo di esercizio 1999-2001) all'impresa italiana C.L.P. e all'impresa polacca Wactur e, nel contempo, sono state respinte le istanze delle imprese italiane in pool con le imprese polacche: A.T.I. Buonotourist Srl - SAE Spa (Italia) - Radtur (Polonia) e Contribus Srl (Italia) - PKS ed EuroKar (Polonia).
Le suddette società italiane controinteressate hanno impugnato, con due distinti ricorsi, il provvedimento di concessione del 24 dicembre 1998, chiedendo in via cautelare la sospensione dello stesso.
Il TAR del Lazio, con due ordinanze emesse nel marzo del 1999 (n. 713/99 e n. 714/99), ha sospeso l'esecuzione del precitato


Pag. XIII

atto di concessione, disponendo il riesame del procedimento.
In esecuzione delle suddette ordinanze, l'amministrazione, in sede di un nuovo esame comparativo delle istanze, dal quale è emersa l'inammissibilità dell'istanza della Contribus Srl e la mancanza di titoli preferenziali dell'ATI Buonotourist - SAE, ha emanato il provvedimento n. 3485 del 2 giugno 1999 che riattribuiva la concessione all'impresa CLP in
pool con la società polacca Wactur.
Anche il suddetto provvedimento ha costituito oggetto di impugnativa in sede giurisdizionale da parte della società Buonotourist e ha visto l'emanazione di un'ulteriore ordinanza di accoglimento della richiesta di sospensiva (ordinanza Tar Lazio n. 1260/99 del 15 luglio 1999), confermata dal Consiglio di Stato con ordinanza n. 1934/99 del 29 ottobre 1999 a seguito dell'appello proposto dall'amministrazione.
Si precisa che entrambi i giudizi sono a tutt'oggi in attesa della sentenza di merito da parte del Tar adito.
In data 21 dicembre 1999 è pervenuto atto di diffida dell'ATI Buonotourist - SAE e la conseguente proposizione di un giudizio di ottemperanza - quest'ultimo mai trasmesso a questa Amministrazione - che si è concluso in data 4 maggio 2000 con l'emanazione dell'ordinanza del Tar n. 3409/00, trasmessa dall'Avvocatura in data 19 maggio 2000, che imponeva l'esecuzione del giudicato.
L'Amministrazione, a questo punto, ha emanato il provvedimento n. 3153 del 1o giugno 2000, con il quale è stata sospesa l'efficacia del provvedimento di concessione n. 3485 del 2 giugno 1999 e, nel contempo, ha invitato le società interessate ad una riunione indetta ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 241/1990 al fine di tentare una soluzione concordata tra le parti interessate.
La riunione, più volte rinviata per cause di forza maggiore, si è svolta in data 19 gennaio 2001; nel corso della stessa è emersa l'impossibilità di giungere ad un accordo tra tutti i soggetti interessati al procedimento in argomento.
In data 27 novembre 2000 l'Ufficio Provinciale di Napoli ha richiesto alla società CLP la consegna del disciplinare di concessione dell'autolinea e delle carte di circolazione degli autobus adibiti al servizio, in attuazione del citato provvedimento n. 3153, ma la richiesta non è stata evasa nei termini di legge.
In data 16 gennaio 2001 è stata poi emanata dal commissario
ad acta, nominato dalla Prefettura di Napoli con decreto del 28 novembre 2000 per l'esecuzione dell'ordinanza cautelare n. 1260/99, una delibera con la quale il predetto commissario ha sospeso l'autolinea in argomento e ha disposto il ritiro del disciplinare di concessione dell'autolinea in questione nonché delle carte di circolazione degli autobus adibiti al servizio non avendo la società CLP - come detto - ottemperato a quanto richiesto dall'U.P. di Napoli in data 27 novembre 2000.
Al fine di ottemperare alle decisioni cautelari giurisdizionali, è stato emanato il provvedimento n. 451 del 12 febbraio 2001 con il quale è stata attribuita, in via transitoria ed in attesa della definitiva decisione giurisdizionale, l'autolinea Battipaglia-
Przemysl all'ATI Buonotourist-SAE e alla società polacca Wactur.
Avverso il suddetto provvedimento la società CLP ha presentato ricorso al TAR del Lazio nel mese di marzo 2001. Non è intervenuta al riguardo alcuna decisione, probabilmente, perché il TAR attende le precedenti decisioni di merito.
Nel mese di maggio 2001 è stata presentata a questa amministrazione l'istanza di rinnovo del servizio in argomento firmata congiuntamente dalle imprese CLP e Wactur.
In data 9 maggio 2001 le imprese italiane Buonotourist, SAE e Contribus, facendo seguito a quanto emerso nella riunione tenutasi il 19 maggio 2001, hanno presentato domanda di cointestazione congiunta dell'autolinea. In data 31 maggio 2001 è stato emanato il provvedimento prot. n. 1811 di cointestazione dell'autolinea in oggetto all'ATI costituita tra le società Buonotourist, SAE e Contribus; con lo stesso provvedimento si invita la sud


Pag. XIV

detta A.T.I. a far pervenire entro 30 giorni l'accordo di pool con l'impresa polacca Wactur.
Nel corso della commissione mista Italia-Polonia (svoltasi a Varsavia il 6 e 7 giugno 2001) le due delegazioni hanno concordato che nel caso in cui non fosse stato firmato l'accordo di
pool tra l'impresa polacca Wactur e le imprese italiane designate, in virtù dei provvedimenti giurisdizionali ad esercitare l'autolinea, sarebbero stati il ministero italiano e quello polacco a indicare rispettivamente le imprese che avrebbero svolto il servizio.
Le società costituenti l'ATI Buonotourist-SAE-Contribus hanno più volte evidenziato a questa Amministrazione la mancata disponibilità della Wactur a sottoscrivere un accordo commerciale per l'esercizio in
pool dell'autolinea.
A tal proposito si rileva che, con nota del 24 settembre 2001, il Ministero dei trasporti polacco ha trasmesso l'istanza di rinnovo del servizio in argomento (in scadenza il 31 dicembre 2001) sottoscritta dall'impresa Wactur e con la quale si indica la società CLP come partner italiano per l'esercizio dell'autolinea, sottoscritta anche dall'impresa CLP nonostante che, a seguito dei provvedimenti di riattribuzione precaria dell'autolinea adottati dall'Amministrazione, quest'ultima non ne avesse più titolo.
Nel mese di ottobre 2001, la società CLP ha proposto ricorso straordinario al Capo dello Stato avverso il provvedimento prot. n. 1811 del 31 maggio 2001 di cointestazione dell'autolinea all'ATI Buonotourist-SAE-Contribus. Il ricorso è in fase di istruttoria.
Questa amministrazione ha, poi precisato, con nota n. 4373 datata 8 novembre 2001, indirizzata al ministero dei trasporti polacco, che le imprese italiane autorizzate ad esercitare l'autolinea sono le società Buonotourist-SAE-Contribus, proponendo inoltre che, in mancanza di un accordo tra le suddette imprese e la Wactur, l'autolinea venga svolta in reciprocità.
La società Buonotourist in qualità di capogruppo dell'ATI ha chiesto con istanza pervenuta il 6 dicembre 2001 il rinnovo dell'autolinea.
Con nota pervenuta il 10 gennaio 2002 il Ministero dei Trasporti Polacco ha trasmesso una nuova istanza di rinnovo della società Wactur, nella quale non si indica alcun partner italiano per l'esercizio dell'autolinea.
La suddetta società Buonotourist, in qualità di capogruppo dell'associazione costituita con le imprese SAE e Contribus, con nota del 14 gennaio 2002, ha trasmesso l'accordo commerciale sottoscritto tra la suddetta ATI e l'impresa Wactur per l'esercizio dell'autolinea Battipaglia-Przemysl e, contestualmente, integrazione all'istanza di rinnovo con allegate tabelle degli orari e delle tariffe firmati anche dall'impresa polacca Wactur.
Il Ministero dei Trasporti Polacco, con nota n. TS/6K-0861/02/36 del 24 gennaio 2002 ha, da ultimo, inviato, con parere favorevole, copia della domanda della Wactur nella quale sono indicate come imprese associate all'esercizio dell'autolinea le imprese italiane costituite nella predetta associazione temporanea.
Il dipartimento per i trasporti terrestri e per i sistemi informativi di questa amministrazione, alla luce degli atti sopra menzionati e nelle more di conoscere l'esito di merito dei ricorsi presentati dalle imprese interessate, ha autorizzato, con provvedimento n. 278 del 30 gennaio 2002, il rinnovo della concessione dell'autolinea in questione, valida per la tratta di percorso in territorio italiano, all'ATI citata ed all'impresa polacca Wactur per l'esercizio congiunto della stessa nel triennio 2002-2004, salvo le successive determinazioni di merito che interverranno nel predetto periodo.
In merito a quanto richiesto dall'interrogante, si evidenzia che il predetto provvedimento è stato adottato ritenendo che la società CLP non potesse vantare, al momento, titolo per ottenere il rinnovo della concessione per l'autolinea «Battipaglia-
Przemysl» in quanto la titolarità della stessa è stata attribuita, ancorché in via precaria, alla più volte citata ATI con provvedimenti (prot. n. 451 del 12 febbraio


Pag. XV

2002 - prot. n. 181 del 31 maggio 2001) che attualmente risultano pienamente validi ed efficaci.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

DELL'ANNA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
presso gli uffici giudiziari e le sedi periferiche della giustizia minorile dal giugno 1996 al marzo 2000 hanno lavorato per 36 ore settimanali in progetti promossi e totalmente finanziati dal ministero della giustizia 1835 lavoratori socialmente utili;
dal novembre 2000, per effetto dalla legge n. 242 del 18 agosto 2000 tutti i lavoratori suddetti sono stati assunti dal ministero della giustizia con contratto a tempo determinato della durata di diciotto mesi (scadenza 30 aprile 2002) senza interruzione del rapporto di lavoro;
le direzioni dei servizi interessati dal ministero della giustizia hanno manifestato attestazioni di apprezzamento per la dedizione e l'impegno profuso e la professionalità e preparazione acquisite nell'ambito lavorativo;
nella finanziaria 2002 non sono stati previsti i fondi necessari per il rinnovo del contratto e/o per la stabilizzazione del rapporto di lavoro, così come in più circostanze sostenuto dai competenti Ministeri interessati -:
quali iniziative intenda assumere affinché il contratto dei lavoratori di cui alla legge n. 242 del 18 agosto 2000 alla sua scadenza (30 aprile 2002) sia prorogato;
quali provvedimenti intenda adottare perché si stabilizzi in via definitiva il loro rapporto di lavoro.
(4-01538)

Risposta. - Va preliminarmente rilevato che il legislatore ha provveduto, in sede di approvazione della legge finanziaria per l'anno 2002, a prorogare il contratto a tempo determinato dei lavoratori socialmente utili. Questi lavoratori, assunti - in forza dell'articolo 1, comma 2, lettera a) della legge n. 242/2000 - presso il ministero con un contratto di lavoro a tempo determinato con scadenza il 30 aprile 2002, hanno possibilità di continuare a prestare l'attività lavorativa alla quale sono stati assegnati sino al 31 dicembre 2002 (articolo 19, comma 1 della legge 28 dicembre 2001, n. 448). Invero, il ministero è stato autorizzato ad avvalersi del contingente di personale citato sino alla data sopra indicata purché non si eccedano le spese sostenute nell'anno 2001 per tali rapporti di lavoro a tempo determinato.
In ordine al profilo della auspicata stabilizzazione dei rapporti di lavoro va, preliminarmente, osservato che la legge finanziaria per l'anno 2002 fa divieto alle amministrazioni dello Stato di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato e sanziona espressamente con la nullità eventuali stipulazioni di contratti (articolo 19, comma 1 della legge n. 448/2001). In deroga a tale divieto la norma, peraltro, consente al ministero della giustizia, «con riferimento alle specifiche esigenze del settore», di definire - per l'anno 2002 - un «programma straordinario di assunzioni nel limite di 500 unità di personale appartenente alle figure strettamente necessarie ad assicurare la funzionalità dell'apparato giudiziario». «Il programma di assunzioni va presentato per l'approvazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'economia e delle finanze».
Allo stato, il ministero sta procedendo - in ottemperanza alle disposizioni normative citate - ad una ricognizione delle carenze di organico in modo da enucleare le posizioni economiche e le figure professionali (di cui al contratto collettivo nazionale di lavoro ed al contratto integrativo vigenti) più necessarie - in via immediata - ad assicurare la migliore funzionalità dell'apparato giudiziario.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.


Pag. XVI

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel corso dell'incontro svoltosi a Torino in data 4 ottobre 2001, con il Ministro delle infrastrutture e con l'Assessore ai trasporti della regione Piemonte, il Presidente della provincia di Biella dottor Orazio Scanzio ha chiesto che venga realizzata l'elettrificazione della linea ferroviaria;
secondo le corrette argomentazioni esporte dal Presidente della provincia, la distanza dai caselli autostradali e dai principali nodi ferroviari, non compensata da un sistema viario che rende, invece, problematici i collegamenti con Torino e con Milano, rende necessaria l'elettrificazione che, lunga poco più di 75 chilometri, certamente incrementerebbe l'uso del trasporto pubblico in quanto consentirebbe di raggiungere Torino in 52 minuti e Milano in 75 minuti;
vale la pena di ricordare che il distretto biellese è strategico per l'industria tessile italiana e che sul territorio della provincia hanno sede i gruppi più importanti del mondo dell'alta moda, sicché appare ancor più necessario favorire una rete di rapidi collegamenti;
la proposta del Presidente della provincia di Biella appare idonea ad avviare a soluzione lo storico problema dell'isolamento del Biellese -:
se il Governo intenda formalmente assumere l'impegno di promuovere l'avvio, e, se sì, in quali tempi, del progetto di elettrificazione delle linee ferroviarie che collegano Biella ai poli di Torino e di Milano.
(4-00920)

Risposta. - La città di Biella risulta collegata con la direttrice ferroviaria Torino-Milano tramite due distinte linee: Biella-Santhià (che consente, con un cambio treno il collegamento con Torino) e Biella-Novara (che consente con un cambio treno il collegamento con Milano).
La società ferrovie dello Stato ha fatto conoscere che tali linee, a semplice binario non elettrificato, fanno parte della rete a scarso traffico e presentano caratteristiche infrastrutturali e tecnologiche congruenti con l'entità del servizio attualmente richiesto.
Difatti, a fronte di una capacità di ognuna delle suddette linee pari a circa settanta treni giornalieri, si registra un traffico dell'ordine di trenta treni/giorno per la linea Biella-Novara e di trentacinque treni/giorno per la linea Biella-Santhià.
Eventuali interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico delle linee in questione devono necessariamente essere supportati da adeguate motivazioni legate ad un effettivo incremento della domanda di trasporto.
Pertanto, allo stato attuale, informa la società ferrovie dello Stato, non sono previsti interventi sulle linee in questione che non figurano, peraltro, nel quadro di potenziamento del sistema di trasporto ferroviario della regione Piemonte così come definito nel protocollo d'intesa sottoscritto in data 15 dicembre 2000 dal già ministero dei trasporti e navigazione, regione Piemonte e ferrovie dello Stato s.p.a.
Tuttavia, in un'ottica di politica di trasporti a lungo termine, qualora l'analisi dei
trend di traffico passeggeri e merci risultasse tale da giustificare gli interventi in argomento, gli stessi potranno essere presi in considerazione ai fini dell'inserimento nel prossimo contratto di programma tra questo ministero e ferrovie dello Stato.
Si informa, infine, che il completamento della nuova linea alta velocità/alta capacità Torino-Milano, attualmente in fase di realizzazione, consentirà l'inserimento sulla medesima di collegamenti diretti da Biella per Torino e Milano.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

FOTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in occasione dell'assestamento del Bilancio dello Stato riferito all'anno 2001 è stato ridotto, in modo considerevole, lo stanziamento previsto dalla legge finanziaria


Pag. XVII

2001 a favore delle scuole materne non statali paritarie (comunali comprese);
la legislazione vigente consente ben poche occasioni di concreto intervento dello Stato a sostegno del meritorio servizio reso dalle scuole non gestite direttamente dallo Stato -:
se e quali iniziative intenda assumere per impedire che il cammino intrapreso per favorire la parità scolastica tra pubblico e privato non sia impedito da scelte di bilancio, tanto necessarie quanto - rispetto al caso in questione - inopinatamente indirizzate.
(4-00786)

Risposta. - Si ritiene che l'interrogante abbia inteso riferirsi allo stanziamento iscritto al capitolo 4151 dello stato di previsione di spesa di questo ministero per l'anno finanziario 2001, di cui alla tabella 6 allegata al decreto in data 29 dicembre 2000 del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, concernente la ripartizione delle unità previsionali di base relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2001, emanato in applicazione della legge di bilancio per il 2001 (legge n. 389 del 23 dicembre 2000).
Al riguardo, si fa presente che il problema sollevato può considerarsi sostanzialmente superato.
Infatti, alla previsione iniziale del predetto capitolo 4151, che era pari a lire 346 miliardi, sia in termini di competenza sia in termini di autorizzazione di cassa, sono state apportate variazioni che hanno consentito l'emanazione di provvedimenti di impegno per complessive lire 500 miliardi in conto competenza.
Di detto importo è stato possibile erogare nello stesso esercizio 2001 complessivamente lire 360.103.899.000, tenuto conto della disponibilità del capitolo di cui trattasi in termini di autorizzazione di cassa; la differenza, pari a lire 139.896.101.000, sarà erogata nel corso dell'esercizio finanziario 2002, in conto residui 2001.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione urbanistica, territoriale e civile dell'Isola di Pantelleria sta oltrepassando un punto di crisi sotto molti punti di vista irreversibile;
le ultime opere pubbliche importanti furono costruite, con l'obiettivo di fortificarla, durante la Seconda Guerra Mondiale e anche per questo motivo subirono una pesante demolizione attraverso esplosioni inscenate dalle forze armate americane che ne fecero un filmato per motivi propagandistici, i cui effetti sono tuttora visibili con macerie che campeggiano da 12 lustri ed una ricostruzione altalenante ed improduttiva;
oltre alle precarie situazioni urbanistiche, si aggiunge il terribile problema dei collegamenti aerei e navali con la Sicilia ed il resto della penisola, che comportano oltre ad un assurdo isolamento invernale anche un handicap per il turismo estivo, unica fonte di ricchezza per gli isolani -:
se il Governo non intenda intervenire per istituire un collegamento aereo con aeroplano per trasporto regionale del tipo della serie ATR, garantendo così la sicurezza e la stabilità dei collegamenti a differenza di quanto, purtroppo, avviene adesso;
inoltre se il Ministero delle infrastrutture e trasporti abbia già attivato i propri uffici per partecipare attivamente alla costituenda Conferenza dei Servizi, istituita presso la Presidenza della Regione Siciliana, per stabilire tempi e modalità per il finanziamento delle «tratte sociali», giusto Legge finanziaria del 2000.
(4-00501)

Risposta. - In riferimento alle problematiche evidenziate dall'interrogante con l'atto ispettivo cui si risponde, si fa presente che il problema della continuità territoriale relativi alla Sicilia si è parzialmente concluso con la emanazione del


Pag. XVIII

decreto ministeriale 11 gennaio 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio del 2002.
Per la completa definizione occorrerà attendere il decorrere di trenta giorni dalla data di pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee della comunicazione della Commissione relativa alla imposizione degli oneri di servizio pubblico, termine rivolto alle compagnie aeree comunitarie che intendono accettare l'imposizione di detti oneri.
Pertanto, nel caso in cui nessun vettore accetti l'imposizione di detti oneri, l'ente nazionale per l'aviazione civile procederà ad esperire le gare secondo le modalità previste dall'articolo 4 del regolamento (CEE) n. 2408/92, nel rispetto di quanto precisato nell'articolo 135 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.
In particolare, per la compensazione degli oneri di servizio pubblico accettati dai vettori conseguentemente all'esito della gara di appalto, l'articolo 135 della legge 388 del 2000, ha stanziato 50 miliardi di lire per l'anno 2001 e 100 miliardi a decorrere dall'anno 2002, prevedendo anche un cofinanziamento regionale non inferiore al 50 per cento del contributo statale.
Per ciò che riguarda i collegamenti marittimi con la Sicilia, si rappresenta che nessuna richiesta è pervenuta all'Amministrazione da parte della regione siciliana per una partecipazione alla costituenda conferenza dei servizi. Ai competenti servizi della regione siciliana è stato fatto presente, anche per iscritto, l'impossibilità di individuare al momento l'assetto dei servizi (linee, frequenze e tipi di nave) della società Siremar, pur condividendo la necessità di pervenire ad un coordinamento con i servizi integrativi di collegamento marittimo istituiti dalla regione.
In effetti, il procedimento avviato dalla Commissione europea
ex articolo 88, paragrafo 2 del Trattato CE, per presunti aiuti corrisposti dallo Stato italiano alle sei società del gruppo Tirrenia, si è allo stato concluso per la sola società Tirrenia di Navigazione.
Di conseguenza è tuttora in atto l'istruttoria relativa alle altre società, ivi compresa la Siremar.
Si ha motivo di ritenere che la pronuncia della Commissione debba avvenire in tempi brevi, sino a quando la procedura comunitaria non sarà chiusa non si potrà procedere all'adozione del terzo programma quinquennale che dovrà comprendere gli anni 2000-2004.
Va, comunque, osservato con riferimento al trasporto pubblico via mare che l'articolo 21 del decreto legislativo 19 novembre 1997 n. 422 concernente il conferimento alle regioni di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico, consente la prosecuzione dello svolgimento dei servizi marittimi in atto sovvenzionati dallo Stato sino alla data di scadenza delle convenzioni stipulate con ciascuna delle società del gruppo Tirrenia, cioè sino all'anno 2008. Tale disposizione, di carattere derogatorio ai princìpi generali, anche di rango comunitario (regolamento CE n. 3577/92 sul cabotaggio marittimo) per il profilo riguardante la disciplina degli affidamenti di obblighi di servizio pubblico marittimo è stata ritenuta di stretta interpretazione anche alla luce della sopracitata procedura aperta dalla Commissione europea.
Ne consegue, quindi, che il predetto piano quinquennale dovrà lasciare sostanzialmente inalterati i collegamenti marittimi esistenti, programmando, se del caso, relativamente ai medesimi, unicamente interventi di razionalizzazione e di riorganizzazione di alcuni servizi di linea.
Nel rispetto di tale principio, è stato predisposto e registrato dalla Corte dei conti, in data 29 gennaio 2002, il decreto interministeriale con il quale, tra l'altro, la società Siremar viene autorizzata all'acquisto dell'aliscafo Alioth di proprietà della Caremar, per potenziare nel periodo scolastico (15 settembre-15 giugno) i collegamenti da Lipari per Alicudi e Filicudi e viceversa, in modo da permettere agli studenti di queste ultime isole di frequentare le scuole di Lipari, come già avviene per quelli di Salina, Panarea e Stromboli, nonché viene disposta l'effettuazione di una corsa aggiuntiva con aliscafo sulla


Pag. XIX

linea Palermo-Ustica nei giorni di venerdì e di domenica dei mesi di giugno e settembre.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dal 2 febbraio 2000 presso tutti gli uffici giudiziari e presso le sedi periferiche della giustizia minorile, sono attualmente impiegati, con contratto a tempo determinato per diciotto mesi, ben 1.850 lavoratori, di cui ben 450 unità solo in Sicilia, per effetto della legge 18 agosto 2000, n. 242;
questa categoria di lavoratori, inizialmente assunti come lsu (lavoratori socialmente utili), ha permesso finora di supplire validamente a vacanze e carenze di organico dell'amministrazione della giustizia dando ottima prova di sé;
questi lavoratori andrebbero a supportare le strutture amministrative degli uffici giudiziari e delle sedi periferiche della giustizia minorile dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 15 febbraio 1998, n. 51, con l'istituzione delle sezioni stralcio nei tribunali ordinari, con l'istituzione dei nuovi tribunali metropolitani, con l'annunciata apertura di nuove sedi decentrate del Ministero della giustizia, con l'informatizzazione dell'intero sistema giudiziario, come il ministero ha già annunciato nell'audizione in Commissione giustizia del 24 luglio 2001;
l'eventuale assunzione avverrebbe quando sarà ormai entrato in vigore il nuovo ordinamento professionale che prevede una riqualificazione di tutto il personale attualmente in ruolo, evitando così ogni conflitto con i lavoratori attualmente a tempo determinato;
il Ministero della giustizia ha potuto avvalersi, prima tramite i progetti socialmente utili e attualmente con i contratti a tempo determinato, di lavoratori con precedenti e significative esperienze lavorative, infatti a tali lavoratori vengono assegnate mansioni e responsabilità che li rendono parte integrante della struttura in cui operano;
analoghe situazioni presso altre amministrazioni sono state stabilizzate -:
quali provvedimenti intenda adottare per stabilizzare il rapporto di lavoro con i soggetti di cui alla legge 18 agosto 2000, n. 242.
(4-00940)

Risposta. - Va preliminarmente rilevato che il legislatore ha provveduto, in sede di approvazione della legge finanziaria per l'anno 2002, a prorogare il contratto a tempo determinato dei lavoratori socialmente utili. Questi lavoratori, assunti - in forza dell'articolo 1, comma 2, lettera a) della legge 242/2000 - presso il ministero con un contratto di lavoro a tempo determinato con scadenza il 30 aprile 2002, hanno possibilità di continuare a prestare l'attività lavorativa alla quale sono stati assegnati sino al 31 dicembre 2002 (articolo 19, comma 1 della legge 28 dicembre 2001, n. 448). Invero, il ministero è stato autorizzato ad avvalersi del contingente di personale citato sino alla data sopra indicata purché non si eccedano le spese sostenute nell'anno 2001 per tali rapporti di lavoro a tempo determinato.
In ordine al profilo della auspicata stabilizzazione dei rapporti di lavoro va, preliminarmente, osservato che la finanziaria per l'anno 2002 fa divieto alle amministrazioni dello Stato di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato e sanziona espressamente con la nullità eventuali stipulazioni di contratti (articolo 19, comma 1 della legge n. 448/2001). In deroga a tale divieto la norma, peraltro, consente al ministero della giustizia, «con riferimento alle specifiche esigenze del settore», di definire - per l'anno 2002 - un «programma straordinario di assunzioni nel limite di 500 unità di personale appartenente alle figure strettamente necessarie ad assicurare la funzionalità dell'apparato giudiziario». «Il programma di


Pag. XX

assunzioni va presentato per l'approvazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'economia e delle finanze».
Allo stato, il ministero sta procedendo - in ottemperanza alle disposizioni normative citate - ad una ricognizione delle carenze di organico in modo da enucleare le posizioni economiche e le figure professionali (di cui al contratto collettivo nazionale di lavoro ed al contratto integrativo vigenti) più necessarie - in via immediata - ad assicurare la migliore funzionalità dell'apparato giudiziario.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

GAZZARA, D'ALIA, STAGNO D'ALCONTRES, NARO, GERMANÀ e CRIMI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la città di Messina, terzo capoluogo di provincia della Sicilia, non è mai stata dotata di una struttura aeroportuale sita nel proprio territorio che pur si estende lungo 108 comuni, con una popolazione che, per numero, la rende la dodicesima d'Italia);
l'aeroporto sito nel territorio del comune di Reggio Calabria è definito e conosciuto come Aeroporto dello Stretto (di Messina);
la Societa che lo amministra è la Sogas - Societa di gestione dell'Aeroporto dello Stretto;
la compagine sociale è composta dalla regione Calabria, dalla provincia, dal comune e dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria; nonché dalla provincia, dal comune e dalla Camera di Commercio di Messina;
Messina non è dotata di aeroporto autonomo e i suoi cittadini si avvalgono di quello di Catania (distante 100 chilometri) o di quello dello Stretto (distante il tratto di mare che separa la Calabria dalla Sicilia);
la Sogas ed il comune di Messina si sono attivati per agevolare il raggiungimento dell'aeroporto da parte dell'utenza dell'isola e da circa un anno opera un collegamento veloce certo da perfezionare - a mezzo navi delle Ferrovie dello Stato - che in 35 minuti consente, in coincidenza con la partenza e/o l'arrivo di voli Alitalia, di effettuare il percorso tra il porto di Messina ed il pontile di attracco posto in prossimità dell'aeroporto;
ad oggi non si è riusciti, però, ad attivare il servizio di check-in a bordo del mezzo veloce (che consentirebbe di risparmiare almeno 30 minuti) né il collegamento veloce e diretto nei mesi estivi con centri turisticamente attrezzati quali Taormina e le Isole Eolie; così come non si è attuata alcuna agevolazione per chi viaggia da e per Reggio Calabria - con direzione Messina (città o provincia) - nella considerazione essenziale anche per lo sviluppo turistico - in una sorta di continuità territoriale che, anche se riguarda città posta in regione differente (Messina, rispetto alla Calabria) merita assoluta attenzione tenuto conto che sotto il profilo sociale, economico e politico si parla da tempo di una «conurbazione» e comunque di area dello Stretto che la costruzione del ponte magicamente realizzerà in un colpo solo;
in ogni caso quell'aeroporto va ampliato, adeguato alle crescenti esigenze di traffico e incentivato in modo da consentire opportunità nuove agli utenti di un bacino ampio considerando che le due province (Messina e Reggio Calabria) superano un milione di abitanti;
in tale ottica, appare certamente opportuno intervenire per il potenziamento dell'aeroporto dello Stretto, anche in considerazione che lo stesso si rivolge all'utenza sia siciliana che calabrese e che tale struttura originariamente realizzata in previsione di un flusso di passeggeri annuo non superiore a 250.000, è del tutto insufficiente a fronte del traffico medio degli ultimi cinque anni superiore alle 500.000 unità;


Pag. XXI


il nuovo Governo ha più volte affermato che lo sviluppo del meridione rappresenta un obiettivo primario del proprio programma, da realizzare prevalentemente attraverso interventi di potenziamento delle infrastrutture;
alla luce di quanto sopra, quali iniziative intendono adottare per fare si che i viaggiatori (utenti dell'Aeroporto dello Stretto) provenienti dalla Sicilia o lì destinati possano conseguire agevolazioni, anche tariffarie; per fare sì che la Sogas possa utilmente programmare ed attuare (di concerto con le compagnie aeree e le ferrovie dello Stato) il check-in a bordo delle navi veloci che collegano il pontile dell'aeroporto al porto di Messina; per fare si che venga presto costruito un pontile idoneo; per fare sì, anche di concerto con l'Enac per quanto di competenza, che si possa provvedere all'adeguamento strutturale dell'aeroporto in modo da rendere i servizi offerti all'utenza in linea con gli standard medi nazionali degli altri aeroporti di dimensione e traffico equivalenti alle esigenze sempre crescenti dell'utenza; per fare sì che si possano attivare, sin dalla prossima estate, collegamenti veloci tra il pontile e Taormina - Giardini e le Isole Eolie.
(4-00909)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate dall'interrogante, si forniscono le notizie fornite dall'Ente nazionale per l'aviazione civile.
L'aeroporto dello Stretto, anche se operativo a regime ed in condizioni di efficienza e pur se caratterizzato da una rilevante potenzialità di sviluppo, data l'accessibilità sia al sistema autostradale sia alla linea ferroviaria litoranea ad esso adiacente, non vi è dubbio che risenta della vetustà della maggior parte delle infrastrutture e dei manufatti in esso ubicati.
A seguito dell'approvazione, da parte della Commissione europea, del Quadro comunitario di sostegno 2000-2006 per le Regioni italiane dell'obiettivo 1 e, nell'ambito della programmazione degli interventi per i quali è previsto il cofinanziamento comunitario del Q . C .S., l'Enac, in qualità di soggetto attuatore degli interventi suddetti, ha individuato per il sistema aeroportuale meridionale, tra gli altri, il sottosistema di Reggio Calabria e di Lamezia Terme in considerazione della funzione sociale svolta dai suddetti aeroporti che insistono su un'area territoriale caratterizzata da condizioni orografiche difficili, quale è, appunto, quella calabrese.
Compatibilmente, pertanto, con le risorse disponibili previste nel PON (Programma operativo nazionale trasporti per l'approvazione del quale la Commissione ha concluso con esito positivo la procedura di consultazione interservizi) è stato proposto per l'aeroporto di Reggio Calabria, il finanziamento dei seguenti interventi ritenuti prioritari perché di decisiva rilevanza ai fini dello sviluppo e ammodernamento dello scalo:
riqualificazione e potenziamento delle infrastrutture di volo;
prolungamento della pista 33;
ristrutturazione ed adeguamento dell'aerostazione passeggeri;
sistemazione dell'area
land side.

I suddetti interventi saranno oggetto di concertazione con la Regione Calabria e saranno successivamente inseriti nell'Accordo di Programma che l'ENAC stipulerà a breve con la suddetta Regione Calabria, con il Ministero dell'economia e delle finanze e con questa Amministrazione.
In relazione alla possibilità di usufruire, per gli utenti dell'aeroporto dello Stretto, di agevolazioni tariffarie, l'Enac rappresenta che la Regione Calabria rientra tra le Regioni di cui all'obiettivo 1, per le quali l'articolo 36 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 prevede, in conformità alle disposizioni del Regolamento CEE n. 2408/92 del Consiglio, l'imposizione di oneri di servizio pubblico.
Per quanto concerne la possibilità di effettuare il
check-in a bordo delle navi che effettuano il collegamento tra il pontile e l'aeroporto in questione, l'Enac fa presente, inoltre, che le preminenti esigenze di tutela della sicurezza che sono a fondamento delle


Pag. XXII

attuali disposizioni in materia di antiterrorismo non consentono, per il momento, l'effettuazione delle operazioni di check-in a bordo del traghetto che da Messina o da altre località siciliane porta direttamente al molo aeroportuale di Reggio Calabria.
Tuttavia, in considerazione della indubbia utilità dell'iniziativa che si tradurrebbe in una riduzione dei tempi di accettazione, l'Anac non esclude che, per il futuro, la questione possa essere riesaminata.
Per quanto riguarda il servizio di traghettamento con i mezzi veloci per l'aeroporto di Reggio Calabria, attivato nel dicembre 2000, la Società Ferrovie dello Stato ha comunicato che allo stato attuale presenta un disavanzo gestionale e, pertanto, non è ipotizzabile l'istituzione di tariffe agevolate che aggraverebbero ulteriormente il conto economico.
Al riguardo, riferisce la Società Ferrovie dello stato che sono già state avanzate richieste agli azionisti di riferimento della Società aeroportuale (comune e provincia di Messina, comune e provincia di Reggio Calabria) per far fronte agli impegni assunti, in fase di attivazione del servizio, relativi al ripianamento del disavanzo. A tutt'oggi non sono giunte risposte in tal senso.
Circa l'attuazione di nuovi collegamenti con le isole Eolie, Taormina e Giardini, la Società Ferrovie dello Stato fa presente che, alla luce di quanto suesposto, gli stessi potrebbero essere effettuati a condizione che i volumi ne consentano il pareggio a livello di conto economico.

Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

LETTIERI, MOLINARI e POTENZA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
le trasmissioni del Tg3 Basilicata non sono fruibili in molti comuni della regione;
in particolare nell'area del melfese-vulture-alto Bradano e nel metapontino non c'è la ricezione del TG3 regionale;
ciò penalizza i cittadini dei comuni interessati, che hanno diritto ad avere il massimo di informazione soprattutto dalla Rai, che esplica un servizio pubblico;
da anni gli amministratori e i cittadini di queste importanti aree del territorio lucano lamentano la carenza del servizio, ma finora non hanno avuto adeguata attenzione da parte della dirigenza Rai;
è appena il caso di ricordare che trattasi di cittadini utenti che, comunque, continuano a pagare il canone-:
se non intenda attivarsi anche tramite precise direttive alla Rai per garantire a tutti i cittadini lucani la libera fruizione dei servizi radiotelevisivi.
(4-01773)

Risposta. - Al riguardo la RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a., opportunamente interpellata, ha fatto presente che il servizio TV3 regionale lucano è fruibile da circa il 98 per cento della popolazione della regione Basilicata, con una copertura, quindi, congruente con gli obiettivi previsti dal contratto di servizio.
Il malcontento della popolazione denunciato nell'atto parlamentare in esame, ha rilevato la concessionaria, si riferisce per lo più a zone in cui i sistemi riceventi degli utenti sono predisposti per ricevere i segnali provenienti da postazioni pugliesi o campane che, ovviamente, trasmettono i programmi regionali specifici.
La RAI ha assicurato che, per risolvere il problema segnalato, è sufficiente che gli utenti intervengano sui propri sistemi d'antenna per ricevere correttamente i segnali provenienti dagli impianti di Nova Siri (MT), Melfisi Volture (PZ) e Maschito (PZ), che trasmettono l'informazione regionale lucana. Eventuali segnalazioni di mancata o cattiva ricezione potranno essere esaminate caso per caso dopo l'attuazione di quanto suggerito.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.


Pag. XXIII

LETTIERI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la casa circondariale di Lagonegro è chiusa da circa quindici anni per lavori di ristrutturazione. Detti lavori iniziarono nel 1988 e non sono mai stati ultimati per mancanza di adeguati finanziamenti e per le scelte sbagliate ed incomprensibili del Ministero della giustizia. Non si comprende, infatti, la scelta di chiudere e/o di non utilizzare molte case circondariali, spesso appositamente costruite e mai messe in uso;
è urgente ed opportuna una complessiva riconsiderazione del piano di utilizzazione degli edifici in questione;
nel caso specifico del carcere di Lagonegro, è appena il caso di ricordare che esso fu costruito nel lontano 1910 e che è stato sempre funzionale all'attività del tribunale esistente in detta città, nonché dei presìdi di polizia operanti in quel vasto comprensorio;
la città di Lagonegro è da sempre importante centro di riferimento giudiziario, amministrativo, sanitario e scolastico, per cui è indispensabile completare l'opera di ristrutturazione della casa circondariale e disporne la riutilizzazione, perché utile al sistema penitenziario lucano e meridionale;
Lagonegro infatti si trova lungo la Salerno-Reggio Calabria, in area baricentrica e, quindi, interessata ad intense relazioni con le aree contermini della Campania e della Calabria, da cui spesso si verificano, purtroppo, anche infiltrazioni malavitose -:
quali iniziative, ed in quali tempi, il Ministro interrogato intenda adottare affinché sia completata la ristrutturazione della casa circondariale di Lagonegro e ne sia disposta la riapertura.
(4-01982)

Risposta. - Allo stato, non rientra nei piani del dicastero della Giustizia la ristrutturazione e la conseguente riapertura della casa circondariale di Lagonegro.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

MARAN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
più volte è stata denunciata al Ministero della giustizia - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria la situazione relativa alla grave e cronica carenza di organici degli agenti di Polizia penitenziaria, che ha raggiunto livelli di estrema emergenza all'interno delle carceri del Friuli Venezia Giulia;
tale carenza è causa di continui e gravi episodi, che si verificano quotidianamente all'interno degli istituti penitenziari del Friuli, di cui si ricorda, il più eclatante ha riguardato l'evasione di 5 detenuti nella casa circondariale di Udine;
il personale da troppi anni è sottoposto a turni stressanti, con pochi riposi a disposizione e, soprattutto, a prestare la propria prestazione lavorativa all'interno di strutture a dir poco fatiscenti, con una popolazione detenuta sempre in aumento e in un ambiente gelido, malsano e ad alto rischio;
purtroppo, pur a fronte delle numerose denunce effettuate sulle carenze in argomento, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha recentemente proceduto alla distribuzione di personale con la qualifica di agente di polizia penitenziaria assegnando solamente 6 unità al Friuli Venezia Giulia, in particolare 4 agenti a Tolmezzo e 2 a Trieste -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per il necessario e urgente potenziamento delle dotazioni organiche degli istituti penitenziari della regione Friuli Venezia Giulia.
(4-01951)

Risposta. - Il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, in coincidenza con la conclusione dei corsi 147o, 148o,


Pag. XXIV

149o effettivi e 68o ausiliari, ha incrementato gli organici del personale di Polizia penitenziaria degli istituti del Friuli-Venezia Giulia nelle misure sottoindicate:
Istituto di Pordenone, tipo: c.c., 147o: 0, 148o: 3, 149o: 0, 68o: 0, totale: 3;
Istituto di Tolmezzo, tipo: c.c., 147o: 5, 148o: 0, 149o: 12, 68o: 0, totale: 17;
Istituto di Trieste, tipo: c.c., 147o: 3, 148o: 2, 149o: 6, 68o: 0, totale: 11;
Istituto di Udine, tipo: c.c., 147o: 4, 148o: 3, 149o: 0, 68o: 1, totale: 8;
Totale istituti 39.

A fronte di tali incrementi, gli istituti friulani hanno tuttavia subito un decremento di n. 6 unità per trasferimenti disposti in applicazione della legge 104/92.
Le ulteriori esigenze di integrazione di organico, peraltro comuni anche agli altri istituti del Nord Italia, saranno tenute in debita considerazione in occasione di eventuali future assegnazioni di personale.
Per quanto concerne il sovraffollamento delle strutture, si evidenzia che il fenomeno, purtroppo, è comune a molti altri istituti penitenziari e che, per contenere entro limiti tollerabili le presenze dei detenuti, l'Amministrazione penitenziaria effettua periodici sfollamenti.
In ordine alle problematiche concernenti il patrimonio edilizio della Regione in questione si fa presente che per quanto riguarda la Casa Circondariale di Udine, è stata indetta apposita gara d'appalto per la ristrutturazione dell'istituto ed adeguamento al Nuovo Regolamento (I lotto) per un importo complessivo di lire 7.072.326.000 circa; a breve si procederà ad appaltare tali lavori.
Inoltre, nel programma triennale 2002-2004 di edilizia penitenziaria figura inserita, nell'anno 2004, la ristrutturazione dell'istituto (II lotto) per un importo stimato di 10 miliardi di lire.
Per la casa circondariale di Gorizia, nell'anno 2001, con i fondi assegnati, il Provveditorato Regionale ha ripristinato il sistema di sorveglianza esterna a mezzo telecamera fissa. Si sta inoltre procedendo alla ristrutturazione della terza sezione detentiva.
Quanto alla casa circondariale di Pordenone si fa presente, invece, che è prevista la costruzione di un nuovo istituto. Nel decreto stilato dal Comitato paritetico nell'anno 2001 figurano stanziati 25 miliardi di lire per l'anno 2002 e 25 miliardi di lire per l'anno 2003.
La casa circondariale di Tolmezzo è istituto di recente costruzione e pertanto non necessita di importati interventi strutturali.
Per quanto riguarda poi la casa circondariale di Trieste, nel corso degli anni passati sono stati stanziati, dal Comitato Paritetico, i seguenti finanziamenti per il completamento e la ristrutturazione dell'istituto:
anno 1991 lire 8.750.000.000;
anno 1996 lire 1.100.000.000;
anno 1997 lire 540.000.000;
anno 2001 lire 6.000.000.000.

Infine, si fa presente che per tutti gli istituti sopra citati, il Provveditorato Regionale del Triveneto provvede alla manutenzione ordinaria e straordinaria nell'ambito dei finanziamenti disponibili e delle priorità valutate di volta in volta.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

MASCIA. - Al Ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 4 febbraio 2002 presso il dipartimento della funzione pubblica sono state convocate le rappresentanze delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare per l'avvio delle procedure relative al rinnovo contrattuale di categoria;
tra le organizzazioni sindacali ammesse alle trattative figuravano le sigle Siulp, Sap, Federazione Silp per la Cgil e Uilps, Federazione Sindacale di Polizia


Pag. XXV

Sodipo-Lisipo-Anf, Federazione Consap-rinnovamento sindacale per l'Ugl, Siap, Patto federale Italia sicura (Anip-Usp), Coisp -:
per quale motivo la predetta convocazione non ha tenuto conto che i Presidenti legali rappresentanti delle organizzazioni sindacali Coisp, Usp e Anip in data 29 dicembre 2001 hanno proceduto alla costituzione del Sindacato federativo denominato «Sindacato Polizia Indipendente-Spi» richiedendo al ministero dell'interno, con nota ufficiale data 31 dicembre 2001, l'attribuzione di un codice meccanografico per la nuova sigla sindacale federale;
per quale motivo il Dipartimento della funzione pubblica non ha inteso riconoscere il nuovo soggetto federale regolarmente costituito entro il termine previsto del 31 dicembre dell'anno precedente;
quali interventi si intendono adottare per evitare che la imminente pubblicazione del Decreto sulla rappresentatività delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato menzionando distintamente figure sindacali oramai federatesi tra loro (Coisp, Usp e Anip) risulti falsato proprio dalla esclusione del nuovo soggetto sindacale federale «Sindacato Polizia Indipendente (Spi)».
(4-02089)

Risposta. - In data 4 febbraio 2002 le rappresentanze sindacali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare sono state convocate presso questo Dipartimento per l'avvio delle procedure relative al rinnovo contrattuale di categoria.
In merito alle organizzazioni sindacali invitate alla riunione si precisa che:
con nota del 23 dicembre 1997, il Ministero dell'interno ha comunicato la costituzione in un patto federale denominato «Italia Sicura» delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato ANIP - Associazione Nazionale Ispettori, Periti Tecnici e Direttivi della Polizia di Stato -, Rinnovamento Sindacale e USP - Unione Sindacale Polizia -, allegando il relativo Statuto;
nel mese di dicembre 2001, la predetta organizzazione «Rinnovamento sindacale» - medio tempore denominatasi «Rinnovamento Sindacale per l'Ugl» - ha deliberato di recedere dal Patto Federale «Italia Sicura» e di costituire, unitamente alla Consap - Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia -, la federazione sindacale della Polizia di Stato denominata «Federazione Consap - Rinnovamento Sindacale per l'UGL»;
con nota del 29 dicembre 2001, è stata comunicata anche a questo Dipartimento dai Presidenti fondatori la costituzione, in pari data, del sindacato federale denominato «Sindacato polizia indipendente», con la trasmissione dell'Atto costitutivo e dello Statuto; in data 31 dicembre 2001 la nuova organizzazione sindacale ha chiesto al Ministero dell'interno l'attribuzione di un codice meccanografico e l'autorizzazione a raccogliere adesioni tra il personale della Polizia di Stato.

Dalle richiamate note, dall'Atto costitutivo e dallo Statuto, risulta esclusivamente la coincidenza personale dei Presidenti fondatori, che hanno dichiarato e comunicato la costituzione del nuovo sindacato federale, con i presidenti delle organizzazioni sindacali ANIP, USP - federate in «Italia Sicura» - e COISP; dai medesimi atti non risulta, invece, che i predetti presidenti fondatori del nuovo soggetto sindacale federale abbiano agito nella loro qualità di legali rappresentanti delle organizzazioni sindacali ANIP, USP e COISP. Inoltre, nei medesimi atti è stabilito che «il sindacato federale si propone l'unione di tutti i sindacati di Polizia che si ispirano ai principi dell'indipendenza della Polizia di Stato e sindacale da qualsiasi condizionamento esterno e la realizzazione delle finalità prefissate dalle eventuali associazioni aderenti...» e che «al sindacato federale possono aderire anche soci non iscritti alle organizzazioni sindacali componenti», senza alcuna indicazione precisa in merito all'identità delle organizzazioni sindacali che entrano a comporre il soggetto federale di nuova costituzione.


Pag. XXVI


Per completezza, si aggiunge che questo Dipartimento ha ritenuto opportuno, attesa la complessità e la delicatezza della questione, inoltrare al Consiglio di Stato una richiesta di parere in ordine alle rilevazioni, ai fini della rappresentatività, delle deleghe sindacali riguardanti la federazione «Italia Sicura», in presenza del recesso della organizzazione federata Rinnovamento sindacale.
La situazione descritta - ivi compresa l'impossibilità di convocare il nuovo soggetto sindacale per difetto dei prescritti requisiti di rappresentatività, e l'ammissione con riserva, per le motivazioni suindicate, della federazione CONSAP - Rinnovamento sindacale per l'Ugl e della federazione Italia Sicura - trova piena corrispondenza nelle premesse del decreto 8 marzo 2002 dello scrivente, recante la individuazione della delegazione sindacale che partecipa alle trattative per la definizione dell'accordo sindacale per il quadriennio 2002-2005, per la parte normativa, e per il biennio 2002-2003, per gli aspetti retributivi, riguardante il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile.
È opportuno, inoltre, evidenziare che, come già rappresentato, il «Sindacato di polizia indipendente» si è costituito in data 29 dicembre 2001 e, quindi, non si poteva provvedere alla rilevazione del dato associativo ne a quella data, né al 31 dicembre dello stesso anno, perché il citato sindacato ha chiesto il codice meccanografico, nonché l'autorizzazione a raccogliere adesioni tra il personale della Polizia di Stato in data 31 dicembre 2001.
A tale riguardo, il decreto legislativo n. 195/1995, nel testo introdotto dal decreto legislativo n. 129/2000, prevede che la rappresentatività delle organizzazioni sindacali del personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile viene desunta «...in conformità alle disposizioni vigenti per il pubblico impiego in materia di accertamento della rappresentatività sindacale». Conseguentemente, è applicabile l'articolo 43 del decreto legislativo n. 165/2001, che richiede una rappresentatività non inferiore al 5 per cento, determinato dalla media tra il dato associativo e quello elettorale, con la precisazione che, per il settore in esame, il riferimento va fatto al solo dato associativo, essendo il medesimo settore attualmente privo di quello elettorale e tenendo conto delle deleghe validamente espresse, ricevute dall'Amministrazione fino al 31 dicembre dell'anno antecedente - v. articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 1999.
Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.

PASETTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Anzio è in via di trasferimento l'attuale sede della Vice Questura, sita in via del Faro, 1;
tale trasferimento, risulta essersi reso necessario per ragioni legate alla stabilità dell'attuale sede e che la nuova collocazione della vice questura risulta ubicata lontano dal centro storico di Anzio;
il centro storico della città, oltre ad essere sede del Comune e di tutti gli uffici comunali, è il luogo dove insistono diversi ed importanti uffici pubblici come quello della Capitaneria di Porto, e della Guardia di Finanza;
è proprio nel centro della città, che si svolgono le attività connesse con il Porto di Anzio, e che nello stesso ambito, insistono numerosi locali pubblici;
tale importante e rilevante parte del territorio di Anzio, non può restare privo di qualsiasi presidio delle forze dell'ordine -:
quali provvedimenti intenda assumere al fine di garantire, che nel centro storico di Anzio permanga comunque un presidio di Pubblica Sicurezza.
(4-01953)

Risposta. - Si fa presente che il trasferimento della sede del Commissariato di pubblica sicurezza «Anzio-Nettuno», ubicata in Anzio, è necessario in quanto nello


Pag. XXVII

stabile, nonostante i ripetuti interventi di consolidamento con costose opere di manutenzione straordinaria per danni cagionati alle fondamenta dell'edificio, si sono verificate, a più riprese, spaccature nelle pareti dell'edificio. Peraltro, sono stati verificati inconvenienti anche sotto il profilo igienico sanitario e nel corso di sopralluoghi effettuati da medici della Polizia di Stato e della locale Azienda Sanitaria.
Per tali motivi, già dal 1993 è stata avviata la procedura per reperire una diversa e idonea sede. L'Amministrazione comunale di Anzio ha concesso con delibera comunale del 23 maggio 1994, sulla scorta di pareri conformi del ministero dei lavori pubblici, dell'Interno, della Prefettura e della Questura di Roma, un'area di circa 1600 metri quadrati sita in località «Mazza Prebenda» di Anzio, collocata strategicamente, in posizione baricentrica, rispetto ai centri abitati di Anzio e di Nettuno.
I lavori di costruzione dell'immobile sono iniziati nel 2000, ma la consegna in locazione al Ministero dell'Interno, prevista per il 28 gennaio 2002, è stata procrastinata a data da determinarsi per alcune varianti in corso d'opera.
Il centro storico di Anzio viene presidiato da Uffici Mobili di polizia
(camper), pattuglie mobili e appiedate, mentre nell'area portuale il controllo viene assicurato dalla locale Squadra nautica della Polizia di Stato, che svolge anche funzioni di polizia di frontiera, con contatti quotidiani con la Capitaneria di porto e la Guardia di finanza. Tali servizi non subiranno mutamenti con il cambiamento di sede del Commissariato.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

MARIO PEPE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
anche per i detenuti deve essere assicurato il rispetto della legalità troppo spesso calpestato;
la possibilità per i detenuti di essere destinati allo svolgimento di attività lavorative rappresenta un riscatto morale ed umano per loro e per la collettività;
gli incentivi per l'assunzione dei detenuti consentono non solo di creare nuova occupazione produttiva ma anche la concessione di benefici come la semilibertà, il lavoro all'esterno con indubbi vantaggi anche ai fini della inaccettabile e grave condizione di sovraffollamento delle carceri;
quando sarà emesso il decreto annuale previsto entro il 31 maggio 2001, del Ministro della giustizia di concerto con quello del lavoro e dell'economia come recita l'articolo 4 della legge 193/2000 concernente la concessione degli sgravi fiscali che devono essere concessi alle imprese che assumono lavoratori detenuti per un periodo di tempo non inferiore a 30 giorni o che svolgono effettivamente attività formative nei confronti dei detenuti, e in particolare dei giovani detenuti.
(4-01646)

Risposta. - È in via di perfezionamento il procedimento di adozione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 4 della legge 22 giugno 2000, n. 193, al fine di determinare modalità ed entità delle agevolazioni e degli sgravi fiscali per le imprese che assumono lavoratori detenuti, risultando, ad oggi, trasmesso lo schema proposto da questo dicastero, alle amministrazioni concertanti onde acquisirne la firma degli On. Ministri (del lavoro e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze).
Quanto al ritardo segnalato dall'interrogante, circa il mancato rispetto del termine indicato dalla legge n. 193 per l'adozione del prescritto decreto - il 31 maggio di ogni anno - si rappresenta, brevemente, quanto segue.
La legge 22 giugno 2000, n. 193 (cosiddetta legge Smuraglia), recante «Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti», ha apportato sostanziali modifiche alla legge 8 novembre 1991, n. 381, concernente «Disciplina delle cooperative sociali», ampliando la nozione di persone svantaggiate - inserendo tra le «persone svantaggiate» anche i detenuti in espiazione di pena all'interno degli istituti e quelli ammessi al


Pag. XXVIII

lavoro esterno, ai sensi dell'articolo 21 dell'Ordinamento penitenziario, che prima ne erano esclusi -, estendendo le agevolazioni contributive anche a quelle cooperative sociali che intendono organizzare lavorazioni all'interno degli istituti, usufruendo di manodopera detenuta, introducendo sgravi fiscali a favore di imprese, pubbliche e private, che assumono lavoratori detenuti o che svolgano, nei loro confronti, attività formative.
Il legislatore ha, quindi, demandato ad apposito decreto di attuazione - del ministero della giustizia, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali - da adottare, annualmente, entro il termine del 31 maggio, la determinazione, nel
quantum e nel quomodo, degli sgravi fiscali, introducendo il parere consultivo delle competenti Commissioni parlamentari.
Premessa, al riguardo, la natura non perentoria del termine, gli adempimenti di carattere consultivo del Parlamento, prescritti dalla legge Smuraglia, hanno implicato che l'istruttoria per l'adozione del decreto di attuazione si compisse, a mente del disposto dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 440, recante «Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della presidenza del Consiglio dei ministri», e, in particolare, dei commi 3 e 4 che recano disposizioni concernenti i decreti ministeriali con valore regolamentare, introducendo, al riguardo, il parere del Consiglio di Stato e il visto e la registrazione della Corte dei conti.
È pur vero che la legge Smuraglia non ha richiamato esplicitamente le menzionate disposizioni - non vi è un esplicito rinvio alla fonte normativa esterna -, tuttavia l'espressa previsione della procedura consultiva davanti alle Commissioni parlamentari ha,
a fortiori, connotato in guisa di regolamento il decreto, informandolo alle disposizioni che regolano l'attività del Governo.
Pertanto, acquisite le firme degli On. Ministri concertanti, il decreto regolamentare sarà sottoposto al visto e alla registrazione della Corte dei conti e pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale.
In conseguenza di ciò, considerato che l'iniziativa normativa di attuazione prevista dalla legge Smuraglia dovrebbe avere cadenza annuale, e che la reiterazione di decreti, in subjecta materia, è prevedibile, trattandosi di sgravi fiscali da rimodulare di anno in anno, si rappresenta che è allo studio un intervento normativo volto ad emendare le disposizioni in commento, elidendo la fase consultiva davanti alle commissioni parlamentari, così rendendo, di certo, più snello e sollecito l'iter di formazione del decreto ministeriale recante sgravi fiscali in favore delle imprese che assumono lavoratori detenuti.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

PEZZELLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
una circolare del ministero della giustizia, ordine di servizio n. 95 del 31 ottobre 2001, ha stabilito che, a partire dal mese di novembre, presso la casa circondariale Napoli-Poggioreale il monte orario Presidio nuovi giunti ed osservazione e trattamento, venga ridotto ad un massimo di n. 23 ore;
tale decisione rientra, secondo quanto si evince dalla predetta circolare, nei tagli alle spese determinati dalla mancanza di fondi sul capitolo di spesa 1827;
tale decisione comporterà un grave danno agli psicologi penitenziari che esplicano tale servizio;
questi ultimi si trovano già in una situazione di precarietà, rispetto alle altre figure sociosanitarie, come più volte ribadito dallo scrivente in due precedenti interrogazioni parlamentari, risalenti al luglio ed al settembre 2001;
la riduzione del monte ore creerà notevoli disagi, dato l'elevato numero di ingressi giornalieri dei detenuti al presidio;


Pag. XXIX


a fronte di ciò, il direttore della casa circondariale di Poggioreale, aveva richiesto, con una missiva del febbraio 2001 inviata al ministero della giustizia, che il monte ore fosse aumentato, e non diminuito come invece è paradossalmente accaduto -:
quali provvedimenti intendano intraprendere per evitare che, i suddetti tagli alle spese, danneggino ulteriormente l'attività degli psicologi penitenziari, con gravi conseguenze per i detenuti, ai quali non sarebbe più garantito il sostegno psicologico adeguato, e tantomeno il costante monitoraggio, dei loro comportamenti, necessario al fine di evitare il pericolo di suicidi ed atti lesivi.
(4-01288)

Risposta. - Si comunica che a causa dell'annosa insufficienza dei fondi assegnati sul capitolo di bilancio 1770 (ex 1827) per il finanziamento dell'attività di osservazione, trattamento e servizio nuovi giunti, aggravata dal progressivo adeguamento degli onorari e dalla sperimentazione presso i centri di servizio sociale dell'attività psicologica, il Ministero della Giustizia è stato costretto a ridurre l'attività degli esperti di cui al comma 4 dell'articolo 80 della legge n. 354/75.
Pertanto, i provveditorati regionali hanno dovuto, malgrado le oggettive esigenze, riorganizzare le predette attività ridistribuendo il monte ore tra gli istituti dipendenti, tenendo conto delle necessità rappresentate, ma anche della disponibilità finanziaria.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

REALACCI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nei giorni precedenti il 28 novembre si sono tenute manifestazioni di protesta in alcuni istituti scolastici della città di Pisa, così come in moltissime altre parti di Italia;
eccetto isolati episodi in cui si sono registrati danneggiamenti agli arredi scolastici e per cui si auspica l'individuazione dei responsabili, le iniziative degli studenti si sono svolte in modo corretto e senza provocare disagi sensibili al regolare svolgimento della vita scolastica;
il pomeriggio del 28 novembre una squadra di esponenti delle forze dell'ordine, in massima parte composti da agenti del reparto Digos di Pisa a cui si sono aggiunti elementi provenienti da altri corpi di Polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza) hanno effettuato irruzioni in tre scuole superiori, Liceo Scientifico Buonarroti, Istituto Statale d'Arte Russoli, Istituto Tecnico Gambacorti, nelle quali erano in corso forme di agitazione pacifica;
negli anni passati non si era mai verificato, in assenza di episodi di violenza, un intervento delle forze polizia;
nel corso dell'operazione i ragazzi presenti nelle tre scuole sono stati innanzitutto isolati dall'esterno, visto che non gli è stato permesso né di uscire, né ad altri di entrare;
il reato contestato ai presenti è stato «interruzione di pubblico servizio» quando non erano invece previste nel normale orario scolastico attività didattiche;
contemporaneamente sono stati loro tolti i cellulari e sono stati tutti sistematicamente riconosciuti e poi schedati;
la schedatura di questi minorenni è avvenuta radunando tutti i presenti nell'edificio in una stanza e poi procedendo alla loro identificazione e annotazione dei dati personali;
durante il mattino dello stesso giorno sono state effettuate riprese delle assemblee studentesche;
la maggior parte dei presenti nelle suddette scuole è minorenne e che alle richieste di spiegazioni dei ragazzi o non sono state date risposte o in qualche caso sono state adottate dagli agenti espressioni di scherno;


Pag. XXX


le civili manifestazioni dei ragazzi sono state in questo modo bruscamente interrotte e impedite -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di questi fatti;
chi abbia dato l'ordine di irrompere nelle scuole e di procedere a schedature di massa;
se si ritiene che le procedure adottate dagli agenti siano corrette anche, e sopratutto in considerazione della inesistente pericolosità dei soggetti, in massima parte minorenni;
se l'episodio di Pisa sia la linea di condotta che si intende estendere a tutta Italia.
(4-01705)

Risposta. - Nello scorso mese di novembre 2002 pressoché tutti gli Istituti medi superiori della provincia di Pisa sono stati interessati dalle agitazioni studentesche dirette principalmente a contestare la riforma dei cicli scolastici.
In alcuni casi, tra i quali quelli segnalati dall'interrogante, la protesta si è tradotta in occupazione degli edifici scolastici.
Nel caso del liceo scientifico «Filippo Buonarroti» l'occupazione è iniziata il 22 novembre quando alcuni studenti, al termine di un'assemblea non autorizzata, procedevano all'erezione di barricate di banchi al fine di impedire l'accesso degli insegnanti alle aule, al personale di segreteria e a coloro che erano intenzionati a proseguire l'attività didattica.
Già nel primo giorno di occupazione e, a seguito di numerose richieste di assistenza rivolte dal dirigente scolastico del suddetto Istituto anche nei giorni successivi, gli agenti della polizia si recavano in più occasioni presso il liceo al fine di fare rimuovere le barricate che, peraltro, poco dopo il loro intervento venivano ricostituite.
Il perdurare dell'occupazione provocava la reazione di alcuni genitori che richiedevano alla presidenza dell'istituto la ripresa della normale attività didattica.
Il dirigente scolastico del liceo scientifico, segnalava formalmente alla questura il degrado delle condizioni igienico-sanitarie dei locali ed il danneggiamento della struttura e degli arredi richiedendo l'effettuazione di un controllo anche al fine di identificare gli occupanti tra i quali era stato notata la presenza di persone estranee alla scuola.
Il conseguente sopralluogo svolto da personale dell'ufficio D.I.G.O.S. consentiva di verificare che i locali situati al primo piano si presentavano effettivamente in condizioni igieniche di estremo degrado, con il pavimento molto sporco e la presenza, in alcune stanze, anche di rifiuti.
Nessuno spazio era stato lasciato a disposizione di coloro che avessero voluto studiare, dal momento che tutte le aule erano state adibite a dormitorio o addirittura a cucina, mediante l'impiego di piccole bombole a gas da campeggio.
Veniva inoltre rilevata la presenza di numerose barricate di banchi e suppellettili volte ad impedire l'acceso sia alle aule dell'ala nuova dell'edificio, non occupata ma comunque resa inaccessibile a chiunque, sia ai corridoi che conducono alle aule adibite a dormitorio.
Inoltre la maggior parte delle porte di sicurezza, dotate di maniglie, erano state bloccate dall'interno con banchi o armadietti, rendendole di fatto inutilizzabili in caso di incendio.
Nel corso del sopralluogo, documentato su videocassetta, sono stati inoltre verificati danni alle suppellettili, e la forzatura di alcuni armadietti e di numerose porte: situazioni simili venivano rilevate anche presso gli altri due istituti superiori occupati, al termine dei sopralluoghi effettuati nel corso di un servizio appositamente predisposto nella mattinata del 29 novembre.
Infatti, sempre il personale della D.I.G.O.S. si recava in quell'occasione per due volte presso l'istituto tecnico statale «Chiara Gambacorti», occupato il 27 novembre dopo un lungo periodo di autogestione, a seguito di altrettante richieste d'intervento da parte della vice preside dell'istituto, che segnalava l'impossibilità di accedere alla scuola da parte del personale docente.


Pag. XXXI


Gli occupanti, a seguito del primo intervento, consentivano l'ingresso al personale docente ed amministrativo, ma persistevano nell'impedire l'accesso alla scuola agli studenti contrari all'occupazione.
Si rendeva pertanto necessario un secondo intervento del personale della questura che nell'occasione rilevava la presenza di una barricata eretta per impedire l'accesso alle aule situate al piano terra, alla destra dell'ingresso, ed un'altra posta a monte dei laboratori scientifici.
Infine, presso l'istituto statale d'arte «F. Russoli», l'occupazione, iniziata la mattina del 28 novembre, avveniva secondo modalità che non solo non consentivano lo svolgimento delle lezioni, ma anche il lavoro di segreteria.
Ciò veniva accertato dal personale recatosi sul posto, il quale riscontrava l'assenza di tutto il personale docente e non docente, e la presenza di una barricata posta ad impedire l'accesso alla scalinata che dal corridoio ove sono situati gli uffici amministrativi e la presidenza porta al primo piano, ove sono situate le aule occupate.
Analoga barricata impediva l'accesso al corridoio posto alla sinistra del piano terra.
Al termine di tutti i vari sopralluoghi, effettuati alla presenza degli occupanti e senza alcuna opposizione da parte degli stessi, ma anzi ricercando un sereno confronto tra essi e i responsabili scolastici delle strutture, gli studenti venivano sensibilizzati a rimuovere le barricate, ripristinando nel contempo le condizioni di sicurezza degli edifici, ma solo nel caso dell'I.S.A. «Russoli», gli stessi ottemperavano in parte a quanto richiesto.
Appariva quindi evidente che tali modalità di «occupazione» ledevano i diritti del corpo docente e degli studenti che intendevano comunque proseguire le lezioni, poiché gli occupanti, con il loro comportamento, avevano interrotto un pubblico servizio ed avevano attuato una forma di violenza privata impedendo a chiunque, di accedere negli uffici e nelle aule e mettendo a repentaglio la sicurezza di chi si intratteneva all'interno degli edifici nel caso si verificassero situazioni di emergenza.
In considerazione di quanto sopra esposto, il personale dell'ufficio D.I.G.O.S., che più aveva avuto contatti e colloqui con gli studenti occupanti, procedeva in data 29 novembre, allo sgombero dei tre istituti, sentita l'Autorità Giudiziaria, al fine di impedire la prosecuzione di questi comportamenti, che erano ormai degenerati in reati ed evitare che gli stessi portassero ad ulteriori conseguenze.
Pertanto, nel pomeriggio del 29 novembre, si procedeva allo sgombero del liceo scientifico «Buonarroti», previa identificazione dei giovani presenti, alcuni dei quali risultavano essere estranei all'istituto.
Al momento dell'ingresso all'interno dell'istituto la situazione non risultava essere mutata rispetto al sopralluogo del mattino, sia per quanto riguardava le condizioni igienico-sanitarie sia per quanto riguardava la presenza delle barricate.
Tutti i giovani venivano invitati ad abbandonare l'istituto, e l'operazione si svolgeva senza alcuna resistenza.
Analoga procedura veniva adottata nel corso dello sgombero dell'istituto d'arte «Russoli» e dell'istituto tecnico statale «Chiara Gambacorti», sempre senza incontrare alcuna difficoltà.
È in corso da parte dei dirigenti degli Istituti la valutazione economica dei danni subiti dalle strutture.
Sono stati identificati gli occupanti, come usuale durante una operazione di polizia giudiziaria, ed i nominativi sono stati forniti alla locale Procura a disposizione della quale sono stati messi anche i filmati della Polizia Scientifica.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

RICCIOTTI, LAINATI, GIGLI, MEREU, SARDELLI, GIUSEPPE GIANNI, COLA, DE LAURENTIIS, LUPI, TESTONI, GARNERO SANTANCHÈ, SANZA, MORONI, ANTONIO LEONE, FERRO, DARIO GALLI, GIBELLI, FLORESTA, ERCOLE,


Pag. XXXII

OSVALDO NAPOLI, FRANCESCA MARTINI, MONDELLO, D'ALIA, GALVAGNO, PINTO, BURANI PROCACCINI e PORCU. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in merito alle vicende che, la settimana scorsa, hanno portato al «licenziamento» in tronco da parte del sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, dell'assessore al turismo di quel comune, Stefano Bruzzesi, «colpevole» di aver espresso perplessità sul fatto che Firenze ospiti il prossimo raduno europeo del Social Forum e rischi, quindi, di diventare la capitale della guerriglia urbana dei black Bloc -:
come il Ministro dell'interno intenda assicurare la gestione dell'ordine pubblico messo in pericolo dalle possibili manifestazioni preannunciate per il prossimo autunno dopo la riunione di questi ultimi giorni a Porto Alegre, proteggere una città che, per la sua stessa conformazione urbanistica, è estremamente vulnerabile e, infine, controllare la rete dell'antagonismo sociale che, proprio a Firenze è particolarmente radicata e ramificata, e che, in passato, ha già provocato disordini e incidenti rilevanti;
come il Ministro per i beni e le attività culturali ritenga di poter proteggere l'immenso patrimonio artistico, culturale e storico di Firenze che tutto il mondo invidia e di poter tutelare le centinaia di migliaia di turisti che, ogni giorno, visitano pacificamente quel «museo all'aperto» che è rappresentato dalla città stessa e dai suoi inestimabili capolavori;
se il Governo intenda convocare, fin da ora, una riunione d'urgenza degli amministratori locali e delle autorità di pubblica sicurezza al fine di valutare gli aspetti reali dell'intera vicenda;
quali iniziative, per ora almeno di carattere preventivo, intenda assumere per evitare che la città di Firenze rischi di rivivere giornate analoghe a quelle di Genova, in occasione del vertice G8, funestate dai gravissimi incidenti provocati dalle frange più facinorose del cosiddetto «antagonismo sociale».
(4-02138)

Risposta. - Si fa presente che allo stato non risulta definita la scelta della città di Firenze quale sede di un raduno europeo del Social Forum nel mese di novembre del 2002.
Nell'ipotesi in cui tale iniziativa venisse effettivamente a svolgersi in quel capoluogo, saranno ovviamente predisposte per tempo tutte le misure necessarie per garantire l'ordine pubblico nella città, calibrandole sulle dimensioni e le caratteristiche specifiche che l'evento dovesse presentare.
Al momento, perciò, è del tutto prematuro fare anticipazioni in ordine a tali misure.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

ROCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni 9, 11 e 12 agosto 2001 si svolgeranno nel Comune di Niscemi (Caltanissetta) alcune corse di cavalli su percorso urbano («Palio») in onore alla tradizionale festa della «Madonna del Bosco»;
il sindaco di Niscemi, con nota del 3 luglio 2001 (prot. Gab. n. 1479, prot. gen.le n. 15165), ha richiesto il «nulla osta» al prefetto ed al Questore di Caltanissetta. Nella nota, dopo una lunga trattazione delle tradizioni e leggende locali circa un «miracoloso» ritrovamento di un quadro della Madonna in un bosco, si ricorda che tale corsa è stata per lungo tempo (circa 10 anni) vietata dall'Autorità di P.S. per motivi di ordine e sicurezza pubblica legati dichiaratamente al diffuso fenomeno criminale delle scommesse clandestine;
risulta all'interrogante che in relazione a tali gravi problemi il sindaco avrebbe genericamente asserito che per evitare le scommesse non serve proibirle in quanto non sarebbero solo le gare a


Pag. XXXIII

poter essere oggetto delle scommesse stesse. Il sindaco avrebbe inoltre asserito l'inopportunità di sospendere la gara e quindi penalizzare la città, per la mera ipotesi di qualche illegalità;
nonostante dette considerazioni appaiono a giudizio dell'interrogante, estremamente semplicistiche e prive delle benché minima consistenza e pregnanza ai fini di motivare adeguatamente la soppressione delle previgenti misure cautelative di ordine pubblico, la Prefettura e la Questura di Caltanissetta hanno già rilasciato il nulla osta, richiamando le «motivazioni» della lettera del Sindaco;
il fenomeno delle corse clandestine di cavalli è diffusissimo in tutte le province siciliane, come attestano i rapporti delle Forze dell'Ordine, che hanno dimostrato anche le strette connessioni esistenti tra le gare clandestine di cavalli e quelle che si corrono in occasione di feste religiose in vari paesi siciliani, entrambe accomunate dai lucrosi interessi delle famiglie mafiose reggenti sul giro d'affari gravitante nel circuito delle scommesse illegali;
in diverse occasioni le Prefetture sono intervenute per bloccare o vietare le corse nei circuiti urbani, da ultimo il 28 aprile scorso il Prefetto di Palermo ha decretato il divieto della tradizionale corsa di cavalli nel comune di Monreale, ordinando alle Forze dell'Ordine di presidiare tutte le vie d'accesso al paese per impedire l'entrata dei cavalli e lo svolgersi della gara;
il Prefetto di Palermo, in tale occasione, ha motivato l'atto rilevando come tale tipo di manifestazioni richiami la presenza di pregiudicati i quali, spesso, all'insaputa degli stessi organizzatori, alimentano il mercato delle scommesse clandestine gestite dalla criminalità organizzata locale con il benestare delle famiglie mafiose reggenti;
proprio il territorio Niscernese è notoriamente interessato da corse clandestine; un articolo de «La Sicilia» del 9 febbraio 1995, per esempio, da notizia di un'operazione dei Carabinieri che ha portato al blocco di una corsa clandestina in una strada urbana delle periferia di Niscemi, con la denuncia a carico di 35 persone che assistevano e scommettevano sui cavalli;
lo stesso Ministero dell'Interno nel «Rapporto annuale sulla criminalità organizzata - 1998», in relazione all'area di Gela e Niscemi, afferma che «Le corse ippiche clandestine, svolte all'alba, nelle vie periferiche di Catania, a seguito dell'intensificarsi dei controlli da parte delle Forze di polizia, vengono organizzate nelle superstrade delle zone di Gela, Enna e Siracusa; in tale rapporto viene anche indicata fra «le attività criminali emergenti» quella delle corse clandestine di cavalli;
quanto sopra risulta particolarmente preoccupante se si considera anche il dato, contenuto nello stesso Rapporto, per cui «Il controllo di cosa nostra sul territorio risulta pressoché totale nelle province di Palermo, Trapani, Enna e Caltanissetta» provincia dove «la criminalità organizzata nissena... ha dimostrato la propria vitalità in ogni settore criminale, con particolare riguardo... al gioco d'azzardo, soprattutto nella zona di Niscemi -:
se non intenda intervenire immediatamente presso la Prefettura e la Questura di Caltanissetta affinché revochino il nulla osta rilasciato e, così come avvenuto negli ultimi 10 anni, dispongano gli opportuni provvedimenti per impedire lo svolgersi della programmata corsa di cavalli per motivi di ordine e sicurezza pubblica, al fine di stroncare ogni possibile giro di scommesse clandestine ed altre attività della criminalità organizzata.
(4-00570)

Risposta. - Si rappresenta che la manifestazione «Palio della Città di Niscemi» si inserisce nel quadro dei festeggiamenti che gli abitanti di quel centro dedicano alla Madonna del Santuario di c.da Castellana, particolarmente venerata dalla città.
Dopo un decennio durante il quale l'evento sportivo era stato vietato per motivi


Pag. XXXIV

di ordine pubblico, il sindaco pro-tempore, in data 3 luglio 2001, ha richiesto alla Prefettura ed alla Questura di Caltanissetta, il «nulla osta» allo svolgimento del Palio.
La fase che ha preceduto la manifestazione, è stata caratterizzata, in un primo tempo, dalle preoccupazioni espresse da parte dei responsabili della lega Antivivisezione riguardo alla incolumità degli spettatori e dei cavalli. Successivamente il dibattito si è spostato sul possibile inserimento di soggetti malavitosi nella manifestazione, allo scopo di trarre utili dalle scommesse clandestine.
In ordine al primo aspetto, i componenti della Commissione tecnica provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo hanno impartito le necessarie prescrizioni per il corretto svolgimento della manifestazione, verificando la sussistenza dei requisiti di sicurezza del percorso.
Il secondo aspetto investe il noto fenomeno delle scommesse clandestine che costituisce indubbiamente un importante canale di autofinanziamento del crimine organizzato, soprattutto in alcune regioni ed aree del centro-sud, dove operano in maniera ben ramificata sodalizi anche di tipo mafioso.
Le Forze di polizia, senza tralasciare i reati connessi allo svolgimento delle corse legali di cavalli, sono particolarmente impegnate nel contrasto di fenomeni quali quelli dell'organizzazione delle «corse clandestine», lungo tratti viari abusivamente bloccati al traffico veicolare.
Al riguardo, il Dipartimento della pubblica sicurezza di questo Ministero, con circolare dell'11 agosto 2001, ha segnalato ai Questori la necessità di intensificare l'attività di contrasto operando sotto il duplice profilo della pianificazione e del controllo del territorio e del rafforzamento dell'azione informativa e investigativa.
Nel caso specifico l'Autorità di pubblica sicurezza disponeva che la locale squadra mobile intervenisse mediante una intensa attività info-investigativa volta ad accertare eventuali attività illecite, poste in essere da appartenenti alla criminalità organizzata.
Anche il Comando provinciale dei carabinieri ha attuato un dispositivo costituito da personale del dipendente Reparto operativo e da quello del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Gela, allo scopo di individuare ogni possibile infiltrazione.
Gli organi di Polizia, a, seguito della citata attività, hanno ritenuto infondato il pericolo di infiltrazioni mafiose, per cui la Questura di Caltanisetta in data 13 luglio 2001 rilasciava il «nulla osta» allo svolgimento della manifestazione.
Lo spettacolo, cui hanno partecipato circa 50 mila persone, si è svolto senza inconvenienti di rilievo e senza turbamenti dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

RUSSO SPENA. - Al Ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che il neo direttore del dipartimento del personale e dell'amministrazione dell'Istituto nazionale di statistica (Istat), nominato intuitu personae dal consiglio dello stesso Istituto nella seduta del 31 agosto 2000, in virtù di elevate competenze del medesimo in materia di gestione del personale ed amministrazione delle risorse e assunto con contratto di tipo privatistico, il 12 ottobre scorso ha conferito l'incarico di consigliere giuridico per le problematiche del medesimo dipartimento al dottor Eugenio Mele, magistrato amministrativo in forza al Tribunale amministrativo del Lazio, per un compenso forfettario lordo di lire 37.975.000, riferito a 100 giornate annue lavorative presunte, senza peraltro che lo stesso magistrato sia stato posto fuori dai ruoli del medesimo Tribunale;
il predetto incarico di consulenza sarebbe stato contestato dal sindacato USI/RdB-Ricerca, che all'interno dell'Istat e quello maggiormente rappresentativo, che ha chiesto al consiglio di presidenza presso il Consiglio di Stato di revocare


Pag. XXXV

l'autorizzazione di cui all'articolo 58, comma 10, del decreto legislativo n. 80/98, o, in subordine, di accogliere la richiesta di autorizzazione affinché il citato dottor Mele assuma l'incarico di consulente dello stesso sindacato;
tale richiesta verrebbe giustificata dal sindacato USI-RdB-Ricerca con la circostanza che dinanzi al Tar del Lazio pendono decine di ricorsi proposti da dipendenti dell'Istat, patrocinati, in parte, dallo stesso sindacato, e dei quali, indubbiamente, il dottor Mele si starebbe occupando quale consulente giuridico dello stesso Istat, con la conseguenza che si delinea in tal modo una ipotesi di incompatibilità che potrebbe compromettere il buon andamento della pubblica amministrazione, con ciò violando il disposto del comma 5 del suddetto decreto legislativo -:
se non ritenga, essendo l'Istat interamente finanziato dallo Stato, di intervenire sugli organi di controllo operanti presso il medesimo ente, affinché gli stessi sollecitino il neo direttore del dipartimento del personale e dell'amministrazione a revocare il provvedimento con il quale ha conferito l'incarico in questione, sia per la specifica professionalità dei medesimo direttore che non giustificherebbe affatto il ricorso alla consulenza di cui trattasi, e sia per il disposto di cui all'articolo 15, comma 5, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, secondo il quale l'Istituto Nazionale di Statistica si avvale del patrocinio e della consulenza dell'Avvocatura generale dello Stato.
(4-00390)

Risposta. - Si comunica che sono stati acquisiti gli elementi relativi alle osservazioni formulate dall'interrogante dall'Istat, dal Consiglio di Stato, dall'Avvocatura generale dello Stato e dal Ministero dell'economia e delle finanze in merito all'incarico di consigliere giuridico conferito dall'Istat al dottor Eugenio Mele, magistrato amministrativo del TAR Lazio e si evidenzia che:
l'incarico è stato conferito perché il Dipartimento del personale e dell'amministrazione dell'Ista svolge anche funzioni di consulenza di livello elevato per gli altri Dipartimenti dell'Istituto;
il consigliere Mele è anche docente in istituti universitari e post-universitari e autore di numerose pubblicazioni di diritto amministrativo;
il consigliere Mele è stato autorizzato in data 21 dicembre 2000 dal Consiglio di Presidenza del Consiglio di Stato ad assumere il richiamato incarico, ritenendo il medesimo compatibile con il ruolo svolto dal dottor Mele nella prima sezione del Tar del Lazio, perché la trattazione degli affari del contenzioso dell'Istat viene gestita dalla terza sezione del medesimo Tar;
la consulenza affidata al dottor Mele garantisce all'Istituto il perseguimento degli obiettivi di efficienza e di economia dei costi, nel rispetto della correttezza dell'azione amministrativa.

Si ritiene, quindi, anche in riferimento alla giurisprudenza amministrativa, che l'incarico conferito dall'Istat al dottor Mele è conforme alla legge, che dispone la possibilità di assumere anche incarichi retribuiti di consulenza giundica da parte di magistrati ammmistrativi presso amministrazioni o enti pubblici.
Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.

RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra sabato 24 e domenica 25 novembre il Circolo «Lucio Libertini» della Federazione di Torino del Partito della Rifondazione Comunista, in Via Arezzo 1, ha subito un'aggressione: rottura dei vetri dell'insegna e della vetrata soprastante la saracinesca dell'ingresso; stessa sorte è toccata alla bacheca di Liberazione in Piazza del Mercato;
già due settimane prima erano comparse scritte neofasciste negli stessi luoghi;


Pag. XXXVI


la risposta del Circolo fu in quel caso un volantinaggio di denuncia nel quartiere S. Donato;
in un comunicato stampa il segretario della Federazione PRC di Torino ha dichiarato: «Da tempo le sedi dei nostri circoli, le bacheche di Liberazione, i nostri militanti sono oggetto di provocazione, intimidazioni, vere e proprie aggressioni, vere e proprie azioni squadristiche ricche nella simbologia e nei modi di richiami al fascismo» -:
quali iniziative intenda intraprendere per garantire la sicurezza e la difesa della democrazia nella città di Torino.
(4-01540)

Risposta. - Si fa presente che il 13 ed il 18 ottobre 2001 ignoti hanno apposto con vernice spray scritte e simboli inneggianti al fascismo sulla saracinesca e sul muro adiacente la sede di Rifondazione Comunista-circolo «Libertini», sito a Torino, in via Arezzo.
Ulteriore episodio vandalico è stato perpetrato il successivo 25 novembre 2001 con il danneggiamento, mediante lancio di alcuni mattoni, dell'insegna della stessa sede politica.
Nell'ambito delle indagini immediatamente avviate sono state identificate numerose persone e controllati alcuni luoghi d'incontro del quartiere, ritrovo serale di gruppi giovanili.
Gli episodi potrebbero essere inquadrati nel clima di intolleranza politica che ha interessato anche sedi di altri partiti e movimenti politici, quali le scritte murali apposte nelle sedi di Forza Italia di via Lesegno, di vicolo San Lorenzo e di Caluso, rispettivamente il 26 agosto 2001, il 3 settembre 2001 ed il 17 settembre 2001.
Anche presso la sede dei Democratici di sinistra di San Salvano sono comparse scritte murali, di contenuto offensivo, il 6 luglio 2001.
Le Autorità provinciali di pubblica sicurezza hanno disposto il rafforzamento dell'attività di vigilanza e prevenzione presso tutte le sedi di partito o di movimento politici, ritenute «obiettivi sensibili».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

SARO, LENNA, MORETTI, COLLAVINI e ROMOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per la sua particolare situazione geografica il Friuli Venezia Giulia, area di confine, ha subìto un aumento nella presenza della criminalità organizzata proveniente dall'estero e, di conseguenza anche della popolazione carceraria;
del pari sono stati adeguati gli organi della polizia di Stato, dei carabinieri e della magistratura, mentre è stata riscontrata una sensibile diminuzione della dotazione di personale della polizia penitenziaria;
il patrimonio edilizio esistente risulta inadeguato rispetto all'attuale situazione;
la carenza di agenti di polizia penitenziaria ed il sovraffollamento della popolazione carceraria negli Istituti del Friuli Venezia Giulia sono causa di continui e gravi episodi, di cui si ricorda ad esempio l'evasione di cinque detenuti dalla casa circondariale di Udine;
vista la carenza degli organici, il personale da più anni è sottoposto a turni stressanti, che non consentono l'adeguata fruizione dei riposi a disposizione;
a fronte di tale situazione, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha recentemente assegnato solamente sei agenti di polizia penitenziaria presso le strutture regionali (quattro a Tolmezzo e due a Trieste) -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di un adeguamento delle dotazioni organiche del personale di polizia penitenziaria nel Friuli Venezia Giulia.
(4-02070)

Risposta. - Si rappresenta che il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria,


Pag. XXXVII

in coincidenza con la conclusione dei corsi 147o, 148o, 149o effettivi e 68o ausiliari, ha incrementato gli organici del personale di Polizia penitenziaria degli istituti del Friuli Venezia Giulia nelle misure sottoindicate:
Istituto di Pordenone, tipo: c.c., 147o: 0, 148o: 3, 149o: 0, 68o: 0, totale: 3;
Istituto di Tolmezzo, tipo: c.c., 147o: 5, 148o: 0, 149o: 12, 68o: 0, totale: 17;
Istituto di Trieste, tipo: c.c., 147o: 3, 148o: 2, 149o: 6, 68o: 0, totale: 11;
Istituto di Udine, tipo: c.c., 147o: 4, 148o: 3, 149o: 0, 68o: 1, totale: 8;
Totale istituti 39.

A fronte di tali incrementi, gli istituti friulani hanno tuttavia subito un decremento di 6 unità per trasferimenti disposti in applicazione della legge n. 104 del 1992.
Le ulteriori esigenze di integrazione di organico, peraltro comuni anche agli altri istituti del Nord Italia, saranno tenute in debita considerazione in occasione di eventuali future assegnazioni di personale.
Per quanto concerne il sovraffollamento delle strutture, si evidenzia che il fenomeno, purtroppo, è comune a molti altri istituti penitenziari e che, per contenere entro limiti tollerabili le presenze dei detenuti, l'Amministrazione penitenziaria effettua periodici sfollamenti.
In ordine alle problematiche concernenti il patrimonio edilizio della regione in questione si fa presente che per quanto riguarda la Casa Circondariale di Udine, è stata indetta apposita gara d'appalto per la ristrutturazione dell'istituto ed adeguamento al Nuovo Regolamento (I lotto) per un importo complessivo di lire 7.072.326.000 circa; a breve si procederà ad appaltare tali lavori.
Inoltre, nel programma triennale 2002-2004 di edilizia penitenziaria figura inserita, nell'anno 2004, la ristrutturazione dell'istituto (II lotto) per un importo stimato di 10 miliardi di lire.
Per la casa circondariale di Gorizia, nell'anno 2001, con i fondi assegnati, il Provveditorato Regionale ha ripristinato il sistema di sorveglianza esterni a mezzo telecamera fissa. Si sta inoltre procedendo alla ristrutturazione, della terza sezione detentiva.
Quanto alla casa circondariale di Pordenone si fa presente, invece, che è prevista la costruzione di un nuovo istituto. Nel decreto stilato dal Comitato paritetico nell'anno 2001 figurano stanziati 25 miliardi di lire per l'anno 2002 e 25 miliardi di lire per l'anno 2003.
La casa circondariale di Tolmezzo è istituto di recente costruzione e pertanto non necessita di importati interventi strutturali.
Per quanto riguarda poi la casa circondariale di Trieste, nel corso degli anni passati sono stati stanziati, dal Comitato Paritetico, i seguenti finanziamenti per il completamento e la ristrutturazione dell'istituto:
anno 1991 lire 8.750.000.000; anno 1996 lire 1.100.000.000; anno 1997 lire 540.000.000; anno 2001 lire 6.000.000.000.

Infine, si fa presente che per tutti gli istituti sopra citati, il Provveditorato Regionale del Triveneto provvede alla manutenzione ordinaria e straordinaria nell'ambito dei finanziamenti disponibili e delle priorità valutate di volta in volta.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

SERENA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i dati relativi agli ingressi negli istituti penitenziari negli ultimi anni sono i seguenti:
anno 1994, italiani: 74.654, stranieri: 26.175, totale: 100.829; anno 1995, italiani: 68.496, stranieri: 24.555, totale: 93.051; anno 1996, italiani: 64.124, stranieri: 25.393, totale: 89.517; anno 1997, italiani: 61.063, stranieri: 26.961, totale: 88.024; anno 1998, italiani: 59.209, stranieri: 29.468, totale: 88.677;


Pag. XXXVIII


da tali dati risulta evidente l'aumento percentuale degli stranieri rispetto agli italiani;
osservando i dati del 1998 risulta inoltre che entra in prigione uno straniero ogni 30 regolarmente residenti e un italiano ogni mille;
bisogna poi aggiungere a questi dati tutti quegli stranieri che delinquono in totale clandestinità senza mai essere stati denunciati né imprigionati;
è noto come le carceri siano sovraffollate e al limite della emergenza;
il costo medio per ogni carcerato in Italia è di lire 450.000 al giorno;
buona parte di questi delinquenti stranieri, una volta usciti, tornano a delinquere in Italia;
risulta quindi documentato ad avviso dell'interrogante il rapporto tra criminalità e presenza extracomunitaria, soprattutto clandestina -:
se il Governo, anche in assenza di amnistie o indulti, non intenda stipulare nuovi accordi con i propri paesi a maggiore provenienza criminale quali Albania, Marocco, Tunisia ed altri, per l'accoglimento dei delinquenti stranieri nelle carceri della propria patria, potendo persino prevedere un risparmio in termini economici qualora venga assegnata a questi paesi una somma per ogni delinquente che accolgono e per il quale assicurino l'espiazione della pena in patria.
(4-01015)

Risposta. - Il ministero degli affari esteri, d'intesa con il Ministero della giustizia, negli ultimi anni ha notevolmente intensificato l'attività negoziale in materia di cooperazione giudiziaria ed in particolare per il trasferimento delle persone detenute, anche in relazione alle ripercussioni dei crescenti flussi migratori sul sistema degli istituti di prevenzione e di pena nel nostro Paese.
Accanto ai trattati di estradizione - che in ambito extra-U.E. hanno per lo più natura bilaterale - hanno assunto una crescente rilevanza gli accordi sul trasferimento dei detenuti, i quali consentono non solo che i detenuti stranieri possano espiare la pena negli istituti carcerari del loro Paese - onde evitare soverchi aggravi per il bilancio dello Stato italiano - ma anche che i connazionali detenuti all'estero, spesso in condizioni assai precarie, possano scontare il resto della pena in Patria. Dal 1999 ad oggi si sono conclusi accordi di cooperazione giudiziaria in materia penale con 11 Paesi (Egitto, Perù, Slovenia, Ungheria, Cuba, Iran, Sri Lanka, Svizzera, Spagna, Federazione Russa, Regno Unito).
Per quanto concerne la stipula di accordi bilaterali in materia di trasferimento di persone condannate tra l'Italia e gli Stati menzionati dall'interrogante in quanto «a maggiore provenienza criminale» (Albania, Marocco e Tunisia), si fa presente che il nostro paese ha intrapreso negoziati per addivenire alla stipula di accordi di cooperazione volti a consentire ai soggetti stranieri destinatari di condanne penali l'espiazione della pena nel paese d'origine.
Segnatamente, per quanto riguarda la Tunisia, il competente ufficio di questo ministero, a seguito delle necessarie consultazioni presso il Ministero degli affari esteri, ha elaborato e trasmesso alle autorità tunisine, il 23 maggio 2001, una proposta di accordo formulata sulla scorta delle principali disposizioni degli accordi europei ed internazionali in materia (in particolare, le Convenzioni del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea, i modelli di trattato elaborati dalle Nazioni Unite). A fronte di tale proposta di accordo, non è - ad oggi - pervenuto alcun riscontro da parte delle autorità tunisine.
Per quanto concerne il Marocco, è stato predisposto - all'esito di un incontro negoziale svoltosi a Rabat il 18-20 ottobre 2000 - un testo di accordo da sottoporre alle autorità di entrambi gli Stati interessati. Il dicastero della giustizia ha ritenuto necessario apportare alcune modifiche al testo negoziato, ed in particolare l'eliminazione della previsione di motivi «obbligatori» di rifiuto del trasferimento del condannato, che appariva dissonante rispetto alla natura ampiamente discrezionale della coperazione prevista


Pag. XXXIX

nella bozza di accordo, nonché gli orientamenti internazionali in materia (modello di trattato approvato dalle Nazioni Unite nel 1985; Convenzione europea del 1983). Si è quindi tenuta a Roma, presso il Ministero degli affari esteri nei giorni 26 e 27 febbraio 2002, una seconda tornata di negoziati con il Marocco tesi alla stipula dell'accordo di cooperazione in questione. Il testo del progetto di accordo è stato oggetto di significativi emendamenti (in particolare relativamente agli articoli 3, 4 e 5) che hanno portato all'eliminazione di motivi obbligatori di rifiuto del trasferimento di persone condannate e riportato l'accordo in linea con gli orientamenti internazionali in materia che prevedono un'ampia discrezionalità in tale genere di cooperazione. Il testo concordato all'esito di tale ultimo incontro è stato parafato dalla parte italiana (la parte marocchina si è detta carente dei poteri di parafatura ma ha tuttavia espresso nel relativo processo verbale la propria adesione al testo e l'impegno alla sua parafatura e firma). L'Accordo verrà definitivamente sottoscritto a Rabat nei prossimi mesi.
L'Albania, infine, paese membro del Consiglio d'Europa dal 1995, ha ratificato la Convenzione europea sul trasferimento delle persone condannate, entrata in vigore il 1o agosto 2000.
Il recente negoziato, tenutosi a Roma nel febbraio 2001, volto alla stipula di un accordo bilaterale a complemento della Convenzione, non ha ad oggi avuto esito, atteso il sostanziale disaccordo circa il superamento della previsione (di cui alla citata Convenzione) del consenso del condannato quale condizione
sine qua non per il trasferimento. Alle osservazioni formulate il 16 febbraio 2001 dal Dicastero della Giustizia rispetto al testo proposto da parte albanese non è ad oggi pervenuto alcun riscontro.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

VALPIANA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 1 settembre 2001 a Verona alla Festainrosso-Festa di Liberazione è avvenuto alla conclusione della serata un grave atto di teppismo politico, contro sette auto di partecipanti alla festa che hanno trovato i pneumatici tagliati presumibilmente con un coltello;
si era da poco concluso un dibattito molto partecipato dal titolo «La destra plurale: le pericolose relazioni tra fascisti di lotta e fascisti di Governo» con l'intervento di Giovanni Dusi, storico, partigiano antifascista e del giornalista e studioso dell'estrema destra Guido Caldiron;
il gesto particolarmente vile è stato portato a segno in un angolo discosto rispetto alla festa, utilizzato come parcheggio solo per la carenza, nella zona, di idonei spazi adibiti allo scopo;
è l'ennesimo atto di una catena molto lunga di aggressioni, violenze e manifestazioni di intolleranza contro chi non si omologa alla cultura dominante tanto da essere ormai diventata, purtroppo, una delle specificità del clima politico della città di Verona;
questo modo di fare politica con la violenza non è più rivolto contro singoli individui ma ha in questo caso preso di mira un partito politico, Rifondazione Comunista, impegnato nella sua festa provinciale proprio a discutere e ad approfondire questi temi;
anche in relazione al tema del dibattito, sono legittimi i dubbi in ordine alla matrice politica di simili atti;
il PRC, nell'esprimere piena solidarietà a quanti sono stati vittima del vile gesto, ha presentato denuncia contro ignoti, mentre sul piano politico ha ribadito il proprio impegno per sconfiggere gli atti di teppismo, di arroganza e di intolleranza ed il clima culturale in cui trovano spazio -:
se e come intenda condannare questo ennesimo gesto di aggressione, violenza ed intimidazione politica contro militanti e simpatizzanti di un partito politico;
quali valutazioni dia sull'escalation di atti intimidatori nei confronti di persone e gruppi della sinistra nella città di Verona;
come intenda intervenire presso l'amministrazione cittadina affinché porti


Pag. XL

avanti azioni e interventi miranti a far crescere in città un clima di tolleranza e rispetto democratico.
(4-00771)

Risposta. - Si fa presente che le indagini svolte contro ignoti, responsabili del danneggiamento di alcune autovetture di partecipanti alla «Festa in rosso», organizzata dalla Federazione provinciale del partito della Rifondazione comunista a Verona in data 10 settembre 2001, non hanno finora consentito di individuarne gli autori.
Pur in assenza di una qualsiasi forma di rivendicazione, gli inquirenti non escludono che l'atto criminoso possa essere inquadrato nell'ottica della tensione tra i gruppi giovanili di opposta ispirazione politica, tra i quali una nutrita comunità di orientamento di estrema destra, cui aderiscono anche giovani elementi gravitanti nella tifoseria
ultras della locale squadra di calcio «Hellas Verona».
Appare significativo ricordare che il 7 febbraio 2002 si è svolta l'udienza dibattimentale del procedimento penale relativo ad una serie di aggressioni ai danni di giovani della sinistra, perpetrate nel periodo compreso tra il novembre 1999 e il maggio 2000, che ha avuto origine dall'azione investigativa della Polizia di Stato e dalla segnalazione degli autori all'Autorità giudiziaria.
Nella stessa giornata hanno avuto luogo dinanzi il Tribunale di Verona sia una manifestazione di solidarietà in favore degli imputati, sia un'altra di segno opposto.
Nell'occasione, i servizi di ordine pubblico hanno consentito di evitare turbative.
La situazione viene seguita con attenzione dalle Forze dell'ordine, attraverso il costante monitoraggio delle iniziative di ispirazione politica per l'attuazione delle necessarie misure di vigilanza e sicurezza.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

VENDOLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 3 settembre 2001 presso il Comando della Polizia Municipale di Acquaviva (Bari) venivano rubati 13 faldoni contenenti documenti di estrema importanza;
sulla porta del Comando di Polizia Municipale non venivano rilevate tracce di effrazioni;
in data 19 settembre 2001 i consiglieri dell'opposizione chiedevano chiarimenti al Presidente del Consiglio in ordine al furto perpetrato nei locali del Comando e questi dichiarava di non essere a conoscenza dell'accaduto;
in data 19 settembre 2001 tutti i capigruppo della maggioranza dichiaravano, anch'essi, di non essere a conoscenza dell'accaduto;
fino alla data del 19 settembre 2001, a distanza di 16 giorni dall'accaduto, e fino a tutt'oggi, così come risulta all'interrogante, non è mai stata presentata regolare denuncia alle autorità competenti;
il Sindaco durante il Consiglio Comunale del 28 settembre 2001, in merito alla mancata denuncia da parte del Maresciallo che aveva in custodia i faldoni, ha esposto la seguente tesi: «...è un quesito che mi sono posto. Sta di fatto che il Corpo dei Vigili Urbani è Polizia Giudiziaria: a chi fa la denuncia? A se stesso? Al massimo fa l'informativa di reato e poi leggiamo quali sono i termini entro i quali presentare l'informativa di reato, che guarda caso è sempre l'attività della cultura, sempre l'attività dei vigili urbani...»;
il Sindaco durante il succitato Consiglio Comunale faceva esplicito riferimento della presenza all'interno del Comando dei Vigili di una possibile realtà inquinata, alludeva alla presenza tra i Vigili di un «corvo», riferiva in definitiva un quadro perlomeno inquietante sulla vita di un corpo che dovrebbe essere presidio di legalità e di sicurezza dei cittadini: affermazioni pesanti benché generiche ed allusive;
a tutt'oggi il Sindaco non ha ancora fornito ai consiglieri dell'opposizione l'elenco dettagliato della documentazione e


Pag. XLI

della roba asportata dal Comando dei Vigili -:
quali valutazioni diano i Ministri della vicenda suesposta;
quali interventi concreti si intenda porre in essere per chiarire l'intera vicenda dei faldoni rubati, della omessa denuncia, dei pesanti riferimenti all'inquinamento di segmenti dei Vigili urbani di Acquaviva fatti dal Sindaco della cittadina pugliese.
(4-01232)

Risposta. - Al riguardo, risulta che, con relazione del 4 settembre 2001, inviata al Sindaco, al Direttore generale del comune nonché al Comandante della polizia municipale, un maresciallo maggiore della Polizia municipale di Acquaviva delle Fonti ha segnalato la sottrazione dal proprio ufficio di tredici «faldoni» contenenti istanze, documenti ed autorizzazioni per lo svolgimento di feste e sagre patronali, autorizzazioni per l'occupazione del suolo pubblico relative al triennio 1999-2001, verbali di contravvenzioni al Codice della strada del 2001 non oblati ed inviati alla Prefettura di Bari, nonché copie dei ricorsi ai verbali di contravvenzione al Codice della strada, anch'essi relativi al decorso anno, già trasmessi alla competente Prefettura.
Il giorno 19 dello stesso mese, il Comandante dei Vigili urbani di quel Comune ha trasmesso la relazione del maresciallo maggiore alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, specificando che non erano stati riscontrati segni di effrazione né sugli armadi che contenevano il materiale sottratto, né sulle porte d'ingresso dei locali dell'Ufficio di polizia municipale.
Il Sindaco ha riferito sulla vicenda in Consiglio comunale nella seduta del 14 novembre 2001, in sede di discussione di una mozione presentata sull'episodio da alcuni gruppi consiliari. Nell'occasione il Sindaco ha precisato che, sino a quel momento, non erano state individuate, responsabilità e che null'altro poteva riferire essendo in corso le indagini della magistratura.
Quanto alle frasi a lui attribuite sull'esistenza di un «corvo» all'interno della Polizia municipale, lo stesso Sindaco ha chiarito che esse andavano riferite ad altra persona e ad un'altra vicenda; ed ha parlato, anche con riferimento a questo episodio, di incomprensioni tra gli operatori del Corpo.
La sparizione di importanti documenti amministrativi dagli archivi di una pubblica amministrazione costituisce, evidentemente, un fatto grave, che suscita preoccupazione ed allarme. Sul fatto sono in corso indagini che, a quanto risulta, non hanno ancora condotto alla individuazione dei responsabili.
È evidente, tuttavia, che in mancanza di altri elementi e di più precise acquisizioni investigative, non sussistono al momento i presupposti per gli eventuali interventi governativi previsti dalla legge.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

GIACOMO ANGELO ROSARIO VENTURA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nel 1998 il Cirs di piazza Armerina ha organizzato a Gela (Caltanissetta) un corso biennale di 1800 ore per formare 40 Operatori sociali assistenza handicappati (nn. 3/EN/98), in base alla legge regionale n. 1284 del 26 marzo 1998;
più volte era stata assicurata ai partecipanti del corso, organizzato dal Cirs, la validità del titolo rilasciato per l'inserimento nelle scuole pubbliche e private, in quanto tale titolo veniva considerato equipollente a quello rilasciato dal Mpi;
la somma devoluta da ogni corsista al Cirs nel 1998 ammontava a lire 10.000.000, comportando per i partecipanti un considerevole investimento di tempo e danaro;
successivamente con una circolare ministeriale ai Direttori didattici veniva prospettata l'utilizzazione, in mancanza di personale abilitato, di personale privo di ogni e qualsiasi specializzazione per far fronte alle attuali esigenze di continuità didattica;
mentre altri corsisti, in possesso del medesimo titolo, hanno ottenuto questa possibilità di lavoro, in quanto numerosi Direttori didattici, sia di alcune province della Sicilia, che di altre province d'Italia,


Pag. XLII

hanno considerato tale titolo abilitante per l'insegnamento (in quanto biennale e superiore alle 1200 ore), nelle province di Caltanissetta ed Enna ciò non si è verificato;
a tutt'oggi i 40 operatori sociali per l'assistenza di soggetti portatori di handicap di Gela si sono visti negare questa opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, pur essendo in possesso di un attestato post-diploma rilasciato dall'assessorato regionale, che riconosce quindi il corso effettuato dal Cirs -:
se non ritenga di precisare che ai fini della copertura di docenze vacanti per attività di sostegno a portatori di handicap i direttori didattici possano avvalersi anche dei possessori dell'attestato post-diploma rilasciato dall'assessorato della regione Sicilia a seguito della frequenza del corso erogato dal Cirs, anche al fine di assicurare a tutti i 40 operatori partecipanti al suddetto corso il riconoscimento del titolo conseguito e una valida opportunità di lavoro.
(4-01472)

Risposta. - Si premette che per poter accedere a posti di sostegno la normativa vigente prevede che gli interessati debbono possedere il titolo di abilitazione all'insegnamento per il posto cui aspirano ed il possesso di specializzazione al sostegno.
Per quanto riguarda detti titoli di specializzazione, i titoli validi sono quelli conseguiti sulla base della normativa che ha disciplinato nel tempo la materia. In particolare, prima della emanazione della legge 341 del 19.11.1990, recante disposizioni per la formazione iniziale di livello universitario per gli insegnanti di sostegno alle classi in presenza di allievi in situazione di handicap, la materia è stata disciplinata con decreto del Presidente della Repubblica n. 970 del 31.10.1975.
Nelle more di attuazione della succitata legge, il decreto ministeriale 226 del 27.6.1995 ha definito nuovi programmi dei corsi biennali di specializzazione per gli insegnanti di sostegno e l'O.M. 14.2.1996 n. 72 ha disciplinato l'istituzione e l'organizzazione dei corsi.
Detta normativa ha previsto tra l'altro che per essere validi i corsi devono essere riconosciuti con apposito decreto del provveditore agli studi competente per territorio; per la regione Sicilia l'ordinanza assessoriale del 25.9.1995 n.1502 ha previsto apposito parere del provveditore.
Successivamente il D.I. n. 460 del 24.11.1998 ha dettato norme transitorie per il nuovo sistema universitario consentendo alle università di istituire ed organizzare corsi biennali di specializzazione anche in regime di convenzione sulla base delle esigenze rappresentate dai Provveditorati agli studi.
Ciò premesso, per quanto riguarda l'attestato di «Operatore Sociale Assistenza Handicappati» rilasciato dal CIRS con sede di Piazza Armerina a seguito di frequenza di un corso per «Operatore sociale Assistenza Handicappati» autorizzato dalla Regione Sicilia-Assessorato Lavoro e formazione professionale con nota del 26.3.1998 n. 1284, si fa presente che detto attestato, ai sensi della legge regionale 30.12.1986 n. 34 articolo 4, comma 3, è titolo idoneo per svolgere attività di sostegno nei corsi di formazione professionale per handicappati.
Il titolo stesso non è tuttavia valido ai fini della inclusione nelle graduatorie per insegnanti di sostegno alle classi di scuola statale.
In tal senso peraltro il competente dirigente responsabile dell'ufficio scolastico di Caltanissetta in data 31.1.2001 ha fornito chiarimenti ai dirigenti scolastici della provincia.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.