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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bielli 1.6 e Mascia 1.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, intervengo sugli emendamenti Bielli 1.6 e Mascia 1.25 soppressivi dell'articolo 1 che disciplina l'istituzione della Commissione, indicandone finalità ed obiettivi. Vorrei tornare ad esprimere - lo abbiamo già fatto in Commissione e questa mattina in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento al nostro esame - la nostra contrarietà all'istituzione di una Commissione così come concepita nella proposta di legge.
Signor rappresentante del Governo, colleghi della maggioranza, voi impegnate il Parlamento, con la Commissione che deriverebbe dall'approvazione di questa proposta di legge, in un'attività inutile ed anche, permettetemi di dirlo, poco seria.
Colleghi della maggioranza, vi siete presentati prima alle elezioni, ma anche dopo averle vinte, in Parlamento - ricordo a tal proposito le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio dei ministri - cercando di dare di sé l'immagine, dinanzi al paese, di modernizzatori, di innovatori, di persone che pensano al futuro e che hanno lo sguardo rivolto in avanti.
La proposta di legge da voi formulata, in caso di approvazione da parte del Parlamento, dimostrerebbe, al contrario, che l'Italia resta l'unico paese con la testa rivolta all'indietro. Anche paesi già comunisti si sono lasciati alle spalle quell'esperienza; si tratta di democrazie consolidate che chiedono e sono alle soglie dell'ingresso nell'Unione europea. In Russia, fra l'altro, un ex dirigente del KGB - di cui si discute oggi - è Presidente della Russia ed ha avuto un incontro, tra l'altro molto caloroso, con il Presidente del Consiglio italiano; ebbene, a fronte di tutto questo, il Parlamento italiano dovrebbe indagare sul KGB. Siete tutt'altro che modernizzatori!
A me sembra che, dietro questa proposta di legge, vi sia una certa nostalgia del clima di contrapposizione ideologica, di lacerazione e di polemiche tipico della guerra fredda. Se poi esaminiamo questo dossier Mitrokhin, la domanda che dobbiamo porci è: si tratta di una cosa seria? Si tratta di una cosa degna del lavoro, per 12 mesi, di quaranta parlamentari previsto nella proposta? È un dossier che contiene informazioni, le più aggiornate delle quali risalgono al 1984 - quasi vent'anni fa -, e non considerate come apprezzabili dai servizi segreti statunitensi; le famose rivelazioni che in quei giorni si attendevano come clamorose contengono nomi di figure quali Giuliano Zincone, Jas Gawronski ed altri. Il Parlamento se ne è già occupato, in quanto il Comitato parlamentare sui servizi segreti, nella precedente legislatura presieduto dall'onorevole Frattini, si occupò di tale vicenda predisponendo una propria relazione.
La proposta di legge per l'istituzione di una Commissione che prendesse in considerazione il dossier Mitrokhin fu avanzata dalla destra come un'arma legittimamente propagandistica e di sfida nei confronti del Governo di allora. Oggi voi siete al Governo: il Governo ha tutti gli strumenti ed
il potere per rispondere, e successivamente riferire in Parlamento, su tutte le domande contenute nel comma 2, dell'articolo, 1 dalle lettere a) alla lettera q). Tuttavia, voi reiterate la proposta per l'istituzione della Commissione parlamentare.
Comprendo che, quando si vince una campagna elettorale, si possa essere affezionati agli argomenti che si sono adoperati per tale scopo: oggi tuttavia voi siete al Governo e mi sembra che vi sia quasi una sorta di inerzia propagandistica della quale non riuscite a liberarvi.
In sede di discussione sulle linee generali stamani ho ascoltato, da parte di esponenti della maggioranza, anche considerazioni ragionevoli e che tuttavia ritengo smentite dal testo della legge. Il collega Cicchitto ha stamani parlato al riguardo di un'iniziativa che serve a superare la stagione della guerra fredda; il collega Saporito ha sostenuto la necessità di eliminare le ombre perché ciò aiuta la democrazia. Si tratta di affermazioni assai corrette, perché è giusto eliminare le ombre, se vi sono ancora, sui servizi segreti sovietici, ma non dobbiamo lasciarne altre, sempre per il bene della democrazia. Eliminiamole tutte! Per questa ragione, noi non diciamo, se proprio si vuole la Commissione d'inchiesta, che non si deve indagare sugli oggetti che voi indicate: diciamo, al contrario, che è necessario indagare anche su altro, ovvero a trecentosessanta gradi.
Tutti sanno che il territorio italiano è stato frequentato da tutti i servizi segreti stranieri, e si sono infiltrati, condizionato, finanziato pressoché tutti i partiti politici, e hanno avuto influenza sullo stragismo. Non c'è più la Commissione stragi: oggi è come se in Italia non vi fossero state stragi, che hanno visto protagonisti anche esponenti di servizi segreti nazionali e stranieri, che hanno provocato centinaia di vittime. Quali sono i legami con la criminalità organizzata? Quale i legami dei servizi segreti stranieri con la P2?
PRESIDENTE. Onorevole Leoni, la prego di concludere.
CARLO LEONI. Ho concluso, signor Presidente. Queste sono le argomentazioni per le quali riteniamo che questa proposta non stia in piedi, sia inutile e che le rassicurazioni del collega Cicchitto la rendano ancora più inutile; essa ha il marchio della faziosità, è un'indagine monca perché mantiene zone d'ombra che, invece, andrebbero acclarate e perché - ho concluso davvero e chiedo scusa - il Parlamento ha cose più serie e più importanti da fare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, come ha illustrato la collega Mascia, abbiamo chiesto la soppressione di tutti gli articoli di questa proposta di legge, istitutiva di una Commissione di inchiesta, perché, onestamente, siamo un po' stupiti della disinvoltura con cui alcuni provvedimenti vengono dichiarati urgenti. Non voglio ritornare sul tema che può apparire sgradevole: non si riesce a sbloccare la vicenda della Corte costituzionale e allora ci si occupa immediatamente di una Commissione. È sgradevole perché io ho rispetto e stima verso la persona che è stata proposta - e naturalmente non accettata ma anche questo è legittimo - per la carica di membro della Corte costituzionale. Però ciò è un po' singolare.
Questa maggioranza si è opposta con tutte le sue forze alla costituzione di una Commissione di inchiesta sui fatti di Genova, in cui pure aveva delle responsabilità precise e in cui c'era un elemento di attualità del tutto evidente. No, quella Commissione di inchiesta non si fa, si istituisce una Commissione d'inchiesta sulla vicenda che a me pare non abbia alcun fondamento e alcun elemento di veridicità storica e che ha l'obiettivo - questo noi vogliamo contestare e per questa ragione esprimiamo una contrarietà
radicale - di ridurre la storia democratica di questo paese e di uno dei protagonisti fondamentali di quella storia democratica semplicemente ad un attore eterodiretto da altri paesi e ad una semplice vicenda di spionaggio politico, di spionaggio fra Stati. Francamente questa logica è riduttiva e non è degna neanche di essere discussa ed indagata dal nostro Parlamento.
Noi non pensiamo che questa storia possa essere stata una storia eterodiretta, perché qui c'è una vicenda politica e culturale che riguarda la dinamica con cui i comunisti italiani hanno costruito le basi democratiche di questo paese, insieme ad altre forze, e che hanno una loro specifica ed autonoma modalità di costruzione del percorso democratico che non può in alcun modo essere legata ad una vicenda di eterodirezione o, peggio, di spionaggio.
Ho come la sensazione che, attraverso l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, si voglia derubricare il contributo dato dal partito comunista italiano all'organizzazione del conflitto sociale, alle modalità di costruzione della democrazia e lo si voglia ridurre solo ed esclusivamente - rovesciando per questa via persino rudimentali fondamenti storici - ad una storia di spie o ad una storia di legami solo ed esclusivamente con l'Unione sovietica.
Noi, invece, vogliamo occuparci di qualcosa di fondato che possa interessare magari l'intero Parlamento italiano come, per esempio, indagare sul rapporto tra le varie reti spionistiche e la politica italiana. Facciamolo a tutto campo! Forse non esiste un rapporto sulla costituzione dei gruppi dirigenti in Italia e l'organizzazione spionistica della CIA nel nostro paese? Non mi si venga a dire che non c'è alcun rapporto! Perché si decide di intervenire solo ed esclusivamente sul Partito comunista italiano e nelle forme di una Commissione d'inchiesta? No, pensiamo che, al contrario, si debba compiere qualcosa di più coerente, di più concreto.
Per questa ragione, vorremmo impedire quell'operazione culturale che punta a delegittimare il protagonista politico, uno dei protagonisti politici principali della vicenda democratica di questo paese - colui che ha lavorato in clandestinità e fuori dalla clandestinità per la rottura antifascista e per la resistenza, colui che ha costruito, insieme ad altre forze democratiche, la Costituzione italiana -, e magari a legittimarne altri, individuando, nel nuovo patto costituente, l'esclusione di coloro che, invece, ne sono stati protagonisti. Quest'operazione, da un punto di vista culturale, è totalmente degradante e non può essere in alcun modo accettata, soprattutto se viene ridotta alla meschina attualità (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo ha chiesto la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 15,50.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, i deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo si asterranno dal voto sugli emendamenti soppressivi perché, come hanno già chiarito stamani alcuni colleghi, non condividiamo l'impostazione del provvedimento. Noi consideriamo la Commissione parlamentare d'inchiesta una prerogativa parlamentare dell'opposizione: con essa si assolve ad una funzione politica di controllo. Perciò, da un lato, non possiamo sostenere appieno il provvedimento, dall'altro, non riteniamo nemmeno di poter accedere ad un'ipotesi di mera soppressione delle previsioni in esso contenute.
Questa è la ragione per la quale il mio gruppo si asterrà dal voto non solo sugli identici emendamenti soppressivi Bielli 1.6 e Mascia 1.25, ma anche sugli altri che saranno posti in votazione nel prosieguo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bielli 1.6 e Mascia 1.25, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, ognuno deve votare per sé!
PRESIDENTE. Ognuno voti per sé, anche in conformità al criterio secondo il quale ciascuno rappresenta il popolo, pro quota, e non più popoli, perché questo non va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 246
Votanti 228
Astenuti 18
Maggioranza 115
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 210
Sono in missione 67 deputati).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kessler. Ne ha facoltà.
Faccia piano, onorevole Kessler! Lei ha un passo fantastico!
GIOVANNI KESSLER. Signor Presidente, questo emendamento mi pare importante e, pertanto, chiedo l'attenzione dei colleghi sul brevissimo ragionamento di carattere tecnico che mi accingo a svolgere.
L'articolo 1 della proposta di legge al nostro esame assegna all'istituenda Commissione d'inchiesta un compito davvero singolare: istituiamo una Commissione parlamentare d'inchiesta, dotandola dei poteri pervasivi tipici dell'autorità giudiziaria, per accertare - così stabilisce il comma 1 dell'articolo 1 - «la veridicità delle informazioni contenute nel cosiddetto dossier Mitrokhin sull'attività spionistica svolta dal KGB nel territorio nazionale» ovvero, in altre parole, per verificare se le informazioni raccolte da un servizio segreto straniero in Italia siano o meno vere!
A mio avviso, si pongono alcuni problemi di non poco conto. In primo luogo, qual è l'interesse pubblico, necessario ai sensi della Costituzione, che spinge ad accertare la veridicità di tutte le informazioni raccolte in Italia da un servizio straniero? Un servizio straniero, in Italia, predispone schedature sulle opinioni politiche e raccoglie informazioni sulla vita privata di determinate persone, sui loro movimenti e sulle loro attività; si tratta di notizie che, forse, potevano interessare una potenza straniera nemica (qual era l'Unione Sovietica negli anni passati), ma non sembra che sussista un interesse pubblico attuale dell'Italia a verificarne la veridicità.
In secondo luogo, a noi pare assai pericoloso conferire poteri ad una Commissione parlamentare, poteri - torno a dire - invasivi, per accertare argomenti e temi, per accertare la veridicità di argomenti che attengono direttamente alla vita privata e alle opinioni politiche delle persone. Torno a dire che in questi dossier vi sono ovviamente schede sulle opinioni delle persone, sui cittadini italiani e sulla loro vita privata. Noi, con questa formulazione che ci viene proposta dall'articolo 1, diamo mandato, obbligo, alla Commissione parlamentare di indagare sulla vita privata delle persone. Ci si viene a dire: ma c'è il secondo periodo della lettera c) che pone il divieto di indagare sulla vita privata delle persone. Ci ritorneremo poi, ma - attenzione! - quel divieto è riferito solo alla lettera c), solo a quello specifico tipo di esame previsto dalla lettera c). Rimane l'obbligo per la Commissione di indagare sulla veridicità di tutte le informazioni raccolte dal servizio segreto sovietico in Italia. Dunque, resta l'obbligo, per questa Commissione, di indagare anche su opinioni personali e sulla vita privata di cittadini italiani e noi troviamo ciò aberrante. A noi sembra che, se di interesse pubblico si possa parlare, tale da
giustificare una Commissione d'inchiesta, se ne debba parlare con riferimento alle attività - non alle opinioni delle persone -, alle azioni ed ai comportamenti illegali tenuti da cittadini italiani che ricoprivano incarichi istituzionali e alle eventuali attività illegali compiute da servizi segreti in Italia. Questi, sì, sono argomenti che possono avere un interesse pubblico e che possono anche giustificare l'istituzione di una Commissione d'inchiesta. Le attività, colleghi, non le opinioni o la vita privata di cittadini italiani. In questo senso va l'emendamento Bielli 1.7. Se, dunque, vi è l'interesse pubblico ad istituire questa Commissione, se veramente la si vuol fare per qualcosa di utile, non solo per far volare degli stracci e per tenere desta l'attenzione su qualche tema politico più o meno fuorviante, allora, se le cose stanno così, vi invito a votare a favore di questo emendamento che io sostengo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghi, non abbiamo votato a favore dei primi identici emendamenti al nostro esame, soppressivi dell'intero articolo, proprio per effettuare con coerenza una scelta conseguente a quello che avevo detto più volte già in Commissione, in sede referente, e che ho ripreso questa mattina nel corso della discussione sulle linee generali, vale a dire che, in linea generale, da parte nostra, non c'è opposizione ad affrontare questa materia, anche attraverso una Commissione d'inchiesta. C'è tuttavia un'obiezione sulla parzialità e sulla unilateralità dei compiti che vengono affidati con questa iniziativa legislativa alla Commissione d'inchiesta.
Già nella scorsa legislatura, in particolare al Senato, i Verdi avevano presentato un disegno di legge, l'atto Senato n. 4287, con il quale si proponeva un'inchiesta parlamentare sul dossier Mitrokhin e sull'attività del KGB e degli altri servizi segreti stranieri in Italia. A noi pareva allora, e pare anche oggi, che, se proprio è necessario istituire una Commissione di inchiesta su questi aspetti, che riguardano il passato più o meno recente (l'epoca della guerra fredda, grosso modo dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino), sarebbe giusto affrontare questa materia, sia per quanto riguarda l'emergenza del cosiddetto dossier Mitrokhin sia per quanto riguarda l'emergenza di alcuni aspetti dell'attività - ovvio che ci fosse, come ha ricordato Cossiga - del KGB, allora sarebbe opportuno e necessario che questa attività di inchiesta parlamentare, laddove si volesse promuoverla, abbia un raggio più ampio di analisi, di comparazione, di studio, di inchiesta e di ricerca.
Conosciamo la differenza fra l'attività svolta da un servizio segreto appartenente, all'epoca, ad uno schieramento contrapposto sul terreno geopolitico a quello di cui faceva parte l'Italia; questo aspetto non ci sfugge. Sappiamo, però, anche, che il nostro paese è stato teatro, tra l'altro, di attività illecite, illegali e clandestine di altri servizi segreti di altri paesi, i quali, pur appartenendo - alcuni, non tutti - allo stesso schieramento ed alla stessa alleanza occidentale a cui è sempre appartenuto, dal dopoguerra in poi, il nostro paese, non per questo erano legittimati a compiere, sul nostro territorio, attività ipoteticamente illegali, illegittime e clandestine.
Questa è la ragione per cui, signor Presidente e colleghi, lo ripeto, pur non opponendoci all'istituzione di questa Commissione (semmai abbiamo obiezioni sull'eccessiva proliferazione delle Commissioni di inchiesta), riteniamo, tuttavia, che la proposta che i colleghi Bielli e Leoni fanno con l'emendamento Bielli 1.7 vada nella stessa direzione delle problematiche affrontate più volte nel corso della legislatura e che, nella scorsa legislatura, avevamo anche prospettato con apposita proposta di legge.
Per queste ragioni voteremo a favore dell'emendamento Bielli 1.7 ed invitiamo i colleghi a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, interverrò assai brevemente per dichiarare il voto favorevole dei deputati del gruppo della Margherita su questo emendamento per le ragioni espresse dal collega Boato. Si tratta, nell'identità dell'oggetto e della materia, di un allargamento del campo di indagine.
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi, compatibilmente con i loro interessi personali, di ascoltare il collega che parla, come faccio io, perché questo è il nostro dovere.
GIANNICOLA SINISI. Dunque il gruppo della Margherita voterà a favore di questo emendamento
PRESIDENTE. Ah, beh, è stata una lectio brevis! La ringrazio, onorevole Sinisi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 353
Maggioranza 177
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 218).
Prendo atto che l'onorevole Antonio Russo ha erroneamente utilizzato la scheda di votazione dell'onorevole Tarditi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 1.23
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per ricordare che questo emendamento è il cuore della istituzione della Commissione. Con tale emendamento chiediamo, infatti, di sostituire la parola «veridicità» con parole di senso più completo: chiediamo, cioè, di verificare la «provenienza, l'autenticità e l'affidabilità» di questo documento che, come ho già detto stamani nel corso della discussione sulle linee generali, richiederebbe una verifica approfondita. Ritengo, pertanto, che anche le forze della maggioranza possano addivenire, perlomeno, ad indicare, con la scelta di queste parole, la necessità di una verifica più attenta di un documento che, lo ripeto, potrebbe essere trovato tra le bancarelle di un qualunque mercato della città di Mosca.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, l'emendamento del collega Rizzo non cambia nulla (vi sono poi altri emendamenti che incidono sulla portata della legge in chiave estensiva) nella struttura della proposta di legge, in particolare per quanto riguarda il comma 1 dell'articolo 1, che incardina le finalità di questa istituenda Commissione di inchiesta. A me pare che l'emendamento al nostro esame opportunamente proponga di sostituire il sostantivo «veridicità» riferito alle informazioni contenute nel cosiddetto dossier Mitrokhin con tre diversi sostantivi: provenienza, autenticità e affidabilità.
La veridicità è una questione importante, ma parziale. Per quanto riguarda un dossier che origina da servizi segreti non solo stranieri, ma di una potenza all'epoca avversaria (non vorrei utilizzare la parola nemica) dello schieramento a cui aderiva il nostro paese, ritengo sia importante capire la provenienza delle informazioni che lo stesso contiene, testarne l'autenticità sotto diversi profili (verificare cioè che non siano state manipolate, falsificate e così via) e, come giustamente propone il collega Rizzo, verificarne l'affidabilità. A me non è mai piaciuto fare nomi, ed in questo dibattito ho infatti evitato di farne, anche se questa volta alcuni li ho proprio sulla punta della lingua: comunque, un paio dei nomi contenuti nel dossier Mitrokhin
sono stati fatti poche decine di minuti fa e, d'altronde, tutti sappiamo, per esempio, che in esso sono contenuti il nome di un giornalista che all'epoca era l'addetto stampa, il portavoce del leader dell'opposizione, oggi Presidente del consiglio dei ministri, nonché quello di un editorialista del più grande giornale italiano, liberale come cultura politica (e poi altri nomi di questo tipo).
Penso pertanto che affrontare tale materia senza considerare gli aspetti sottoposti alla nostra attenzione dal collega Rizzo, cioè la provenienza, l'autenticità e l'affidabilità, sia assai rischioso, nonché preoccupante. Per questo i deputati Verdi esprimeranno un voto favorevole all'emendamento Rizzo 1.23 ed invito i colleghi a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kessler. Ne ha facoltà.
GIOVANNI KESSLER. Signor Presidente, intervengo a sostegno dell'emendamento Rizzo 1.23. L'espressione «veridicità delle informazioni» ci costringerebbe ad indagare sullo stesso oggetto delle indagini effettuate dai servizi segreti stranieri. Non costringiamo una Commissione di inchiesta a condurre nuovamente lo stesso tipo di indagine già effettuata dai servizi segreti stranieri.
La verità è fatta di molti elementi e, senza necessariamente entrare nel merito e dover anche noi verificare se sia veridico che un tal giornalista avesse queste o quelle opinioni politiche, assai più opportunamente oggetto di un'indagine parlamentare può essere proprio ciò che è proposto dall'emendamento Rizzo 1.23, cioè l'autenticità degli atti che ci sono pervenuti, nonché l'autenticità e l'affidabilità della fonte. Questo ci sembra certamente un argomento di interesse pubblico per cui può valere la pena di istituire una Commissione di inchiesta, senza costringerla a svolgere un lavoro da servizi segreti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, non comprendiamo le obiezioni che il relatore può formulare rispetto all'emendamento Rizzo 1.23. In realtà nessuno di noi intende mettere in discussione l'autenticità delle note di trasmissione dal servizio segreto britannico a quello italiano, ma credo che sia doveroso svolgere indagini assai accurate su come tali informazioni dagli stessi interessati siano pervenute nelle mani del servizio segreto russo dell'epoca e se poi queste, nei tragitti che hanno percorso per arrivare fino al servizio segreto britannico, siano state modificate quanto alla loro autenticità. D'altronde, anche i successivi punti del testo che esprimono l'oggetto dell'attività della Commissione in qualche misura tradiscono i medesimi intendimenti che la proposta emendativa in oggetto vorrebbe raggiungere; l'emendamento Rizzo 1.23 lo fa semplicemente in maniera assai chiara, ponendo tali intendimenti tra le premesse. Invito pertanto il relatore a ripensare il proprio parere rispetto a questo emendamento, sul quale i deputati del gruppo della Margherita esprimeranno comunque un voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 364
Votanti 363
Astenuti 1
Maggioranza 182
Hanno votato sì 145
Hanno votato no 218).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marone. Ne ha facoltà.
RICCARDO MARONE. Signor Presidente, abbiamo presentato l'emendamento Bielli 1.8 per dimostrare la strumentalità di questa proposta di legge e dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta. Francamente, non comprendiamo il motivo per cui, dovendo indagare sulle attività spionistiche compiute sul nostro territorio nei decenni passati, si debba limitare tale indagine solo all'attività del KGB e non a quella di tutti gli altri servizi di intelligence stranieri.
È notorio che sul territorio italiano sia accaduto di tutto; in questo territorio, come del resto in tutto il mondo, in particolare la CIA ha svolto un'intensissima attività mirante anche ad impedire le evoluzioni presenti in questo paese che miravano a portare la sinistra al Governo.
Allora, non comprendiamo tutto ciò né comprendiamo il motivo per cui con questa proposta di legge istitutiva di una Commissione d'inchiesta si voglia oggi indagare solo ed esclusivamente sulle attività spionistiche del KGB. Francamente, anche il testo della proposta di legge lascia pensare quasi ad una forma di caccia alle streghe; ad esempio, nel secondo comma dell'articolo 1 si stabilisce che la Commissione ha il compito di accertare lo stato attuale delle persone citate nel dossier. Perché si vuole indagare in merito a questo aspetto? Se qualcuno è stato citato in quel dossier, oggi non può fare politica? Se qualcuno in passato ha svolto attività che non trovano la condivisione di tutti e che noi stessi critichiamo, oggi non deve più continuare ad operare? Sappiamo che in questo paese è accaduto di tutto, che vi sono state organizzazioni occulte, che in esso ha imperversato la P2 e che tante persone ad essa iscritte oggi in questo paese occupano importanti cariche. Allora, a cosa vuole mirare questa Commissione di inchiesta e qual è la finalità delle sue indagini?
Se si intende discutere su fatti accaduti in passato, ritengo si tratti di una materia che debba interessare esclusivamente gli storici; se, invece, dalle vicende si vogliono far derivare conseguenze politiche per il momento attuale, ci si pone su un terreno estremamente pericoloso. In tal caso, infatti, ci poniamo sul terreno di una strumentalizzazione di un approfondimento storico che tutti vogliamo e che tutti abbiamo voluto, ma che deve essere svolto a 360 gradi e non esclusivamente in un'unica direzione.
Anziché compiere un approfondimento storico su un periodo del passato che interessa tutti (perché tutti vogliamo capire cosa è avvenuto sul territorio italiano, non solo da parte del KGB, ma di tutte le intelligence straniere), con questa proposta di legge oggi stiamo compiendo un'operazione politica molto grave. Lo ripeto: si vuole indagare solo in un senso e lo si fa non per capire la politica del passato, ma per usare strumentalmente e politicamente queste indagini nella politica di oggi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ho già ricordato che il provvedimento presentato dai Verdi nella scorsa legislatura si intitolava: inchiesta parlamentare sul dossier Mitrokhin e sull'attività del KGB e degli altri servizi segreti stranieri in Italia. L'emendamento al nostro esame non toglie nulla, ma aggiunge al comma 1 dell'articolo 1 l'espressione «nonché le attività di altri servizi di intelligence stranieri». Ci sembra opportuna questa integrazione; si tratta, infatti, di un'estensione che nulla toglie alla parte relativa all'oggetto dell'attività della Commissione d'inchiesta e che ne elimina, invece, l'unilateralità e l'unidirezionalità. Per questo motivo e per i motivi che ho già ricordato nei miei precedenti interventi, suggeriamo e proponiamo di votare a favore dell'emendamento Bielli 1.8.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Mi pare che su questo emendamento sia stata posta una domanda precisa ai colleghi della maggioranza: mi rivolgo a loro perché quelle relative alle Commissioni di inchiesta sono materie parlamentari e, quindi, non chiedo un'opinione al Governo. Gradirei capire perché i colleghi della maggioranza ritengano che una Commissione di inchiesta concernente il dossier Mitrokhin se si trovasse, ad esempio, di fronte ad attività di altri servizi di intelligence stranieri, contenute nel documento Mitrokhin o parallele a tale documento, dovrebbe fermarsi solo perché non si tratta di questioni relative al KGB. Ritengo che tale riflessione meriterebbe quanto meno una risposta.
Ciò significa che, per i colleghi della maggioranza, servizi di intelligence stranieri che hanno agito nel nostro territorio, nel corso degli anni precedenti, fuori dalla legalità e dalla Costituzione possono aver agito senza che questa Commissione d'inchiesta possa indagare nel merito di tali fatti. La domanda viene spontanea e spero che venga data una risposta dal relatore o da altri colleghi della maggioranza: avete qualcosa da temere dal fatto che la Commissione d'inchiesta possa indagare anche nel merito di servizi di intelligence non previsti nell'attuale testo? Avete qualcosa da temere dall'inserimento di questo emendamento che allarga...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ruzzante. Lei ha posto un quesito che spero sarà raccolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 364
Votanti 363
Astenuti 1
Maggioranza 182
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 214).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo emendamento chiediamo di aggiungere al comma 1 le parole « e sull'organizzazione di attività militari o paramilitari di vario tipo, a partire da quella denominata Gladio e da altre organizzazioni similari».
Sappiamo benissimo che, durante la vicenda della guerra fredda, vi sono stati finanziamenti da parte sia dell'Unione sovietica sia degli Stati Uniti e sappiamo benissimo che ciò è iscritto nella vicenda storica italiana. Meno noto è che, da una parte, vi sono stati finanziamenti al Partito comunista italiano che, nella sua storia e nelle sue opere, non ha sicuramente attentato alle istituzioni democratiche e repubblicane; dall'altra parte, invece, vi sono stati finanziamenti particolari anche ad organizzazioni tipo Gladio o altre che si sono rese protagoniste, nella vicenda italiana, perlomeno di collateralità nei confronti di vicende strane che hanno visto, poi, stragi ed episodi concreti di attentato alle istituzioni. Pertanto, non riusciamo a capire come una Commissione di questo genere possa usare a tale riguardo un diverso rapporto, quasi due pesi e due misure. Vorremmo, quindi, perlomeno, che vi fosse la possibilità di indagare anche su questi rapporti che mi paiono ben più significativi anche rispetto alla stessa storia repubblicana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 368
Maggioranza 185
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 220).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, l'emendamento Bielli 1.21, soppressivo del comma 2, quello che disciplina i compiti di accertamento della Commissione, non costituisce solo una critica ai contenuti delle diverse lettere successive ma sottolinea anche il fatto in sé che di questa Commissione parlamentare d'inchiesta (quaranta parlamentari impegnati per dodici mesi) non vi è assolutamente bisogno perché tutti questi accertamenti - e ne sottolineerò alcuni - è possibile farli con i poteri e le competenze dell'esecutivo, visto che questa proposta viene dalla maggioranza di Governo.
Se sussiste l'interesse ad avere queste risposte, vorrei dire al Governo di cercarle, di costruirle e di riferire in Parlamento perché voi potete dirci qualcosa relativamente ad ogni aspetto relativo all'acquisizione e alla disponibilità del dossier (lettera a) del comma 2), oppure allo stato attuale delle persone citate oppure alle attività svolte dagli organi d'intelligence italiani oppure al fatto che le informazioni trasmesse non abbiano subito modificazioni e via dicendo.
Per accertare tali fatti non è assolutamente indispensabile istituire una Commissione parlamentare di inchiesta. Il fatto è che l'istituzione di una Commissione d'inchiesta su Mitrokhin, cioè su un dossier le cui informazioni risalgono al 1984, è stata una bandiera usata, comprensibilmente e legittimamente, come propaganda dalla destra quando era all'opposizione. Questa inerzia propagandistica vi sta ancora accompagnando ma voi, oggi, governate e, quindi, tali risposte potete benissimo darle; certo, non quelle relative ad altre lettere del comma 2 dell'articolo 1 che abbiamo già criticato per la loro unilateralità. Ma l'iniziativa di una legge unilaterale, inutile e propagandistica svela, ancora una volta, che, alla faccia delle aspirazioni modernizzanti, questa maggioranza sta con la testa rivolta all'indietro e vuole adottare il principio e la pratica della lotta al comunismo e al KGB in un solo paese al mondo, quando tutto il resto del mondo punta il proprio sguardo in avanti.
PRESIDENTE. Avverto che nella precedente votazione il dispositivo di voto della collega Bolognesi non ha funzionato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 371
Votanti 362
Astenuti 9
Maggioranza 182
Hanno votato sì 137
Hanno votato no 225).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in sede di discussione sulle linee generali ho fatto notare come, rispetto al comma 2, vi fossero delle incongruenze
e, soprattutto, il dato che molte delle richieste che venivano avanzate sul lavoro della Commissione avevano già trovato risposta nella relazione del Comitato per i servizi, che aveva come suo presidente l'attuale ministro dell'interno, onorevole Frattini (intendevo dire ministro per la funzione pubblica ma, forse, quella era la sua aspirazione).
Ho fatto notare che, in relazione ai risultati che erano stati acquisiti unanimemente da quel Comitato, si poteva fare a meno della Commissione. Mi è stato risposto che bisognava appurare maggiormente la verità, che si poteva andare oltre e ho cercato di lavorare, anche attraverso gli emendamenti, per vedere se fosse possibile andare oltre per appurare la verità.
Ma andare oltre - signor Presidente, colleghi - vuol dire anche avere il coraggio e la consapevolezza del fatto che, quando si parla di reti spionistiche, esiste un intreccio tra le varie reti e, se si parla di una, è difficile non parlare anche delle altre.
Ma, ancor di più, vi è un dato: il dossier Mitrokhin contiene molti elementi che ad alcuni possono essere apparsi elementi di novità, mentre ai più risultano elementi già conosciuti, soprattutto dal nostro sistema di intelligence; nel senso che ciò che era apparso inedito, in realtà, era noto e molto noto.
Questa notorietà la si desume da molti elementi e da molti fatti. Ad esempio, proviamo a pensare a cosa è accaduto, non molti anni or sono, in merito all'inchiesta relativa alla strage di piazza Fontana e al lavoro svolto dal giudice Salvini in merito a tale vicenda. Si trattò di un lavoro che, a detta di tutti in quest'aula e al Senato, è stato assolutamente egregio e positivo.
Quando si stava lavorando con riferimento alla strage di piazza Fontana abbiamo appurato, ad esempio, che vi erano agenti di altri servizi segreti, in particolare un informatore legato alla CIA, di nome Carlo Rocchi, che era intervenuto, durante il procedimento promosso dal giudice Salvini, al fine di informare i servizi americani su ciò che stava avvenendo in ordine a tale inchiesta. Dunque, in questa occasione, vi furono informatori che intervennero nel corso dell'indagine giudiziaria. Tali questioni ci interessano in ragione di quella verità che qualcuno ha chiesto di accertare.
Quindi, con il mio emendamento chiedo l'apertura degli archivi, affinché vi sia la possibilità di conoscerne il contenuto relativo al controspionaggio e si possa comprendere esattamente quanto è accaduto.
A tal fine, vi è la necessità che certi fatti siano resi pubblici. E io aggiungo: perché? Perché, colleghi, occorre fare attenzione, in quanto il lavoro della polizia giudiziaria, quello che si svolge nell'ambito di un processo, si basa su dati accertati, mentre il lavoro di intelligence e dei servizi molte volte si basa su fatti aleatori. Lo stesso dossier si basa, per molti versi, su fatti che devono essere appurati.
Dunque la mia richiesta di estensione non è un tentativo di annacquare, ma tende a verificare se la verità la volete veramente conoscere. Infatti, se verifichiamo la storia dei servizi, scopriremo che vi sono infiltrati del Viminale nel partito socialista, nel partito comunista. Allora, perché non si riesce a comprendere cosa hanno significato e cosa hanno determinato anche queste infiltrazioni?
Esistono tre rapporti dei carabinieri del ROS - e mi darete atto del fatto che i rapporti predisposti dai carabinieri costituiscono atti dotati di grandi verità - che trattano della rete di intelligence americana esistente nel nostro paese. Da tali rapporti si evince che molte di queste informazioni sono presenti negli archivi del controspionaggio della I divisione; ma noi non sappiamo nulla di quanto è contenuto in tali archivi. Tuttavia, dall'esame di tali archivi scopriremo sicuramente un dato, vale a dire che si stavano cercando informazioni sul KGB e anche su altri servizi.
A proposito di altri servizi, passatemi un'ultima considerazione. Un personaggio tristemente famoso come Karl Hass, condannato per i fatti delle Fosse Ardeatine, risulta essere stato anch'esso contattato dai servizi. Sono questioni che non interessano,
cose che non hanno rilevanza? Cari colleghi, o si capisce il contesto in cui si opera o non se ne fa nulla.
Pongo soltanto queste domande: quanti Carlo Rocchi ci sono ancora? Quanto dobbiamo ancora sapere? C'è ancora qualcuno, di cui non conosciamo il nome, che continua ad agire in modo sbagliato?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, anche in questo caso invito il relatore a compiere uno sforzo per riesaminare il parere che ha espresso a nome della Commissione e del Comitato ristretto sull'emendamento Bielli 1.9. Invero, non si tratta né di modificare l'oggetto né di deviare rispetto al percorso che la stessa maggioranza ha stabilito con questa proposta di legge; si tratta semplicemente di accedere ad altre fonti documentali, custodite anche presso archivi diversi - che non siano soltanto quelli dei servizi di sicurezza e di informazione italiani -, che possano essere utili per accertare autenticità, fondatezza e provenienza degli atti e dei documenti contenuti nel cosiddetto dossier Mitrokhin. Credo che questo non soltanto non sposti alcunché, ma ci aiuti a costruire il percorso verso la verità che abbiamo tutti annunciato come la destinazione cui vogliamo arrivare.
In conclusione, il gruppo della Margherita esprimerà un voto favorevole sull'emendamento Bielli 1.9.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, intervengo anche sull'emendamento Bielli 1.9 perché esso affronta sostanzialmente la stessa materia del precedente. Come ha appena ricordato l'onorevole Sinisi, con questo emendamento noi proponiamo di utilizzare altre fonti documentali; come ha ricordato il collega Bielli, si tratta semplicemente di aprire gli archivi e di dare la possibilità alla Commissione parlamentare d'inchiesta di valutare tutti gli elementi che si ritengono utili. Si tratta di una proposta sullo svolgimento dei lavori della Commissione al fine di far emergere la verità.
Io mi domando, da un lato, se abbiate qualcosa da temere dal fatto che la Commissione indaghi su un terreno più ampio e, in secondo luogo, perché non rispondiate alle richieste di chiarimenti, poste dai colleghi dell'opposizione, che mi sembrano legittime e di merito. Perché si vuole restringere l'oggetto sul quale questa Commissione dovrà indagare? Premesso che siamo contrari al fatto che in questa legislatura non siano state rinnovate le Commissioni d'inchiesta sulle stragi e sul terrorismo, mentre l'unica Commissione che indaga su qualcosa è la Commissione Mitrokhin, non ci sembra sia questa, oggi, l'emergenza prioritaria nel nostro paese.
Tuttavia, al di là del giudizio politico che ci porta a non condividere l'istituzione di tale Commissione, in questa sede abbiamo avanzato proposte di merito. Volete spiegarci perché la Commissione non può indagare su un terreno più ampio (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 377
Astenuti 2
Maggioranza 189
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 226).
Prendo atto che i dispositivi di voto degli onorevoli Gioacchino Alfano e Angelino Alfano non hanno funzionato e che essi avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, l'emendamento Bielli 1.11, pur con una diversa collocazione, è simile a quello già illustrato...
PIETRO ARMANI. È identico al precedente!
MARCO BOATO. Collega, è riferito ad un'altra lettera!
PIETRO ARMANI. È uguale!
CARLO LEONI. È un'altra lettera!
Signor Presidente, c'è un collega che si sta spazientendo, provveda lei.
PRESIDENTE. La pazienza è una dote non molto diffusa in natura.
PIETRO ARMANI. È uguale!
MARCO BOATO. Potrebbe chiedere la parola ed esprimere la sua opinione!
PRESIDENTE. Non ci sono problemi. Non è un dramma, mi pare. Prego, onorevole Leoni.
CARLO LEONI. Stavo dicendo che questo emendamento pone un problema già richiamato dai colleghi Bielli e Ruzzante e molto evidente nel testo.
Io penso che riguardo a un Governo e ad una maggioranza che hanno presentato il disegno di legge di istituzione di questa particolare Commissione d'inchiesta in nome dell'accertamento della verità e per ricostruire un clima che ci si è lasciati alle spalle (la guerra fredda, le tensioni, le lacerazioni), se prendiamo sul serio ciò che viene detto a proposito delle intenzioni, non si capisce perché ci si opponga ad uno o a più emendamenti che non chiedono di cancellare l'esigenza di verità, ma semplicemente di renderla più ampia. In altre parole, si fa un vero passo avanti nella storia e nella civiltà politica del nostro paese se apriamo tutti gli armadi che sono ancora chiusi e se non si frappongono ostacoli all'accertamento della verità a 360 gradi.
Ora, posso capire la fretta e l'atteggiamento di blindatura della maggioranza anche su questo provvedimento, ma ciò non giustifica il fatto che, di fronte a una domanda ripetuta, e che rinnovo anche io ai colleghi del Governo e della maggioranza (in altre parole, spiegateci le ragioni di merito per le quali ci si oppone ad un emendamento che chiede più verità e più apertura), il Governo e gli esponenti della maggioranza continuano a tacere. È segno che tutta questa ricerca della verità che viene ampiamente dichiarata in queste aule altro non è che la volontà di proseguire in un banale lavoro propagandistico che non ha affatto a cuore la verità e la giustizia nel nostro paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 231).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 234).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, preannuncio la mia dichiarazione di voto anche sul mio emendamento 1.4, per risparmiare tempo.
Questi sono emendamenti soppressivi e quindi non si dirà che vogliamo estendere l'esame da questo punto di vista. Ma vorrei che qualcuno avesse la voglia di leggere cosa si chiede con queste proposte emendative: si chiede di sopprimere le lettere e) ed f) relative al compito di accertare, rispettivamente «quando e con quali modalità il Governo fu informato del dossier e dei suoi contenuti e si decise di rendere pubblico il documento» e, successivamente, «se furono prese dagli organi di intelligence decisioni senza consultare il Governo».
Guardate che le risposte le avete già trovate, le avete già in casa: le ha in casa il presidente della Commissione, le ha in casa il Parlamento, le abbiamo in casa tutti, perché queste cose sono scritte nella relazione del Comitato per i servizi. Allora, perché volete appurare queste cose? Io credo che la ragione sia abbastanza semplice ma molto preoccupante, cari colleghi! Perché, in verità, voi rischiate di istituire una Commissione di indagine contro i nostri servizi di intelligence: è questo che è sbagliato! Pertanto, vi invito a riflettere e a tener conto di un dato: che la verità la vogliamo appurare, ma da questo punto di vista, con questo metodo, si cerca di fare torto a coloro che in qualche modo hanno servito, anche in maniera seria, il nostro paese. Credo che da questo punto di vista tutti voi dovrete pensarci (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, per coerenza con quanto ho detto in premessa ci asterremo dal voto su questo emendamento, trattandosi di un emendamento soppressivo. Ma non posso non far presente all'Assemblea che le risposte su questo punto sono state date in maniera assai esaustiva al Parlamento e al Comitato parlamentare di controllo per i servizi dall'onorevole Mattarella, all'epoca Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Noi non abbiamo certamente voglia di aprire una polemica su questo punto, ma non posso non ricordare che le risposte sono state date e che verranno rievocate nella loro correttezza e nella loro compiutezza, siccome l'onorevole Mattarella le ha già fornite a questo Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 363
Astenuti 23
Maggioranza 182
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 233).
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 230).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, questo emendamento punta a sopprimere la lettera f) nella quale viene esplicitata l'intenzione, denunciata poco fa dal collega Bielli, di indagare nei confronti dei nostri servizi segreti più che nei riguardi dei servizi segreti stranieri. Infatti, la lettera f) recita: «se furono prese dagli organi di intelligence decisioni senza consultare il Governo».
Noi abbiamo già denunciato l'inutilità di questa Commissione parlamentare d'inchiesta che si vuole istituire e desideriamo che la maggioranza non consideri inutile o da buttare via il lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari nella precedente legislatura; mi riferisco, in particolare, al Comitato per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato. Sulla base della piena disponibilità del Governo di allora - ricordata poco fa dal collega Sinisi - quel Comitato, presieduto dall'attuale ministro Frattini, discusse del comportamento tenuto dai servizi segreti italiani in quel frangente. Inoltre, se i colleghi rileggessero la relazione che concluse quel lavoro, vi troverebbero scritto che non vi è nessuna osservazione da fare al modo con il quale l'intelligence italiana si è comportata di fronte alla vicenda Mitrokhin.
A che cosa serve allora introdurre questa lettera con quel contenuto, se non a riproporre un vecchio argomento di polemica politica, neanche tanto di alto profilo? Toglierla di mezzo significa compiere un'operazione di pulizia avendo maggior rispetto nei confronti del lavoro che il Parlamento compì già nella precedente legislatura, con soddisfazione - sembrava - di tutte le parti politiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 381
Votanti 369
Astenuti 12
Maggioranza 185
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 227).
Prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Mauro non ha funzionato e che egli avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 225).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 1.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZO. Signor Presidente, colleghi, giuro di dire la verità, tutta la verità (si tratta della formula di rito utilizzata nelle aule dei tribunali). Noi, attraverso questo emendamento, vogliamo parlare proprio di questo. Vorremmo conoscere, non solo la verità, ma tutta la verità. Quindi, nei confronti della vicenda storica italiana relativa al dopoguerra ed alla guerra fredda vorremmo non solo conoscere le vicende che riguardano Mosca e il partito comunista italiano, ma anche quelle che concernono Washington e la Democrazia cristiana, la CISL, la UIL, Saragat. Vorremmo conoscere non la verità, bensì tutta la verità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani - Commenti del deputato Floresta).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonito. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BONITO. Signor Presidente, intervengo ovviamente a favore dell'emendamento Bielli 1.15 con il quale si intende modificare la lettera h) del comma 2 dell'articolo 1 del testo in esame (il suddetto comma, come noto, elenca i compiti della Commissione). A tale proposito, mi sembra giusto, in linea generale, svolgere la seguente osservazione: credo che, raramente, sia stato sottoposto all'esame della Camera un testo di legge relativo all'istituzione di una Commissione, con l'indicazione specifica e particolareggiata di una serie di obiettivi che la Commissione dovrebbe raggiungere.
Orbene, credo che, nell'ambito di un'istituenda Commissione parlamentare, o vi è qualcosa di preciso da compiere, che abbia un significato politico, per cui, di conseguenza, la Commissione risulta necessaria, oppure, se si procede con l'indicazione, come si fa con il testo al nostro esame, di una serie di cosucce (lo dico tra virgolette) che appaiono necessarie nell'ambito del lavoro della Commissione, evidentemente vi è un retropensiero. In tal caso, mi pare che il retropensiero sia evidentissimo!
Noi sosteniamo (lo hanno fatto in molti e certamente meglio di quanto non stia facendo io) che si intende istituire questa Commissione - mi preme sottolinearlo - per pura propaganda politica e per un uso strumentale da parte della maggioranza. Ne sono convintissimo e mi pare che il dibattito lo abbia ampiamente dimostrato.
È giusto ricordare, proprio in relazione all'uso strumentale che ripetutamente e reiteratamente denunciamo, che la previsione della Commissione di inchiesta nel nostro testo costituzionale ubbidì ad una certa volontà del costituente che, assai saggiamente, intese organizzare anche le possibilità di intervento del Parlamento in modo estremamente equilibrato. Basta consultare i lavori preparatori (e mi rivolgo a chi non lo sa o lo vuole dimenticare) per apprendere che l'istituto della Commissione parlamentare fu concepito dai costituenti come strumento a disposizione, soprattutto, delle opposizioni, giacché le maggioranze certo di tutto
hanno bisogno, e questa maggioranza in particolare, ma non anche delle Commissioni di inchiesta. Ciò risponde ad una logica che mi pare chiara, evidente e comprensibile a tutti.
Invece no! In questo Parlamento, questa maggioranza ritiene che debba fare uso, non soltanto dei voti ottenuti in virtù del sistema elettorale che tanto l'ha avvantaggiata, ma anche degli strumenti delle Commissioni di inchiesta e lo fa nel modo abbastanza insolito che precedentemente, sinteticamente, ho cercato di individuare.
Mi pare evidente che la Commissione di cui si sta discutendo rappresenti una sorta di arma impropria nelle mani della maggioranza e, nell'ambito di quest'ultima, in quelle degli ex militanti della sinistra passati gioiosamente con la destra.
Vorrei che queste mie affermazioni e dichiarazioni fossero smentite. Se non è vero che la volontà della maggioranza è quella di strumentalizzare la suddetta Commissione, se non è vero, come sostengo e come noi sosteniamo, che la maggioranza non intenda fare propaganda politica di bassissimo conio e di bassissimo livello, se non sono vere tutte le accuse che provengono, come presupposto di sistema, dal centrosinistra, da tutti i partiti dell'opposizione sulla proposta di legge al nostro esame, lo si può dimostrare semplicemente approvando l'emendamento in esame.
Cosa intendiamo proporre attraverso questo emendamento? La lettera h) che ci viene proposta secondo una logica che abbiamo visto reiterata e ripetuta all'interno dei singoli articoli, commi e lettere, indirizza l'attività di indagine al finanziamento diretto o indiretto del KGB ai partiti politici. È nostra intenzione allargare l'ambito dell'indagine; intendiamo sapere se la maggioranza di centrodestra sia interessata esclusivamente a queste deviazioni di intelligence che provengono dal KGB o se, viceversa, è democraticamente interessata ad un accertamento più ampio, vasto e completo. Se così sarà, evidentemente farò ammenda delle accuse che ho formulato e di quelle che mi preparo a formulare e sarò ben lieto, una volta tanto, di aver errato nel mio giudizio severissimo sulla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la lettera h) del comma 2 dell'articolo 1 della presente proposta di legge prevede quale compito principale della Commissione quello di accertare attività di finanziamento diretto o indiretto del KGB a partiti italiani, a correnti di partito, ad organi di informazione in Italia. L'emendamento Bielli 1.15 al nostro esame, in modo alquanto analogo rispetto al precedente a favore del quale ho già votato, l'emendamento Rizzo 1.24, aggiunge, non sostituisce, alle parole che ho appena letto, le seguenti: «, nonché le attività di finanziamento dirette o indirette di altri servizi segreti stranieri a partiti italiani, a correnti di partito, a gruppi e ad organi di informazione in Italia».
Credo si tratti di un emendamento pienamente condivisibile. Vorrei attirare l'attenzione, probabilmente non di tutti colleghi, pur rivolgendomi alla totalità dei presenti, almeno di quelli, in qualsiasi schieramento essi siano collocati, che conoscono un minimo di storia delle attività dei Parlamenti occidentali in merito a vicende di questo genere. Ad essi vorrei ricordare che, in piena guerra fredda, - parlo degli anni '70 e degli inizi degli anni '80, ovvero prima della fine della guerra fredda -, il Congresso degli Stati Uniti d'America, a più riprese, indagò su tale materia. Ebbe il coraggio che ha una grande democrazia, che può commettere errori, illegalità - e sicuramente ne sono state commesse molte -, ma che ha la forza di uno Stato di diritto, di una democrazia nell'utilizzare gli strumenti parlamentari - parlo infatti del Congresso - per indagare su tali attività. Ricordo due letture fatte non su giornali eversivi di
estrema sinistra, ma in allegato al settimanale Panorama, che pubblicò a più riprese questi documenti: il rapporto Church e quello Pike. Si tratta di due rapporti ufficiali prodotti dal Congresso degli Stati Uniti d'America, pubblicati ufficialmente anche dalla libreria del Congresso e in Italia conosciuti attraverso il settimanale Panorama che pubblicò i relativi opuscoli in allegato, riguardanti esattamente tale materia. Questo avveniva da parte del Congresso degli Stati Uniti d'America e in piena guerra fredda.
Il Parlamento della Repubblica italiana, nell'affrontare una materia alla quale non ci siamo opposti - riteniamo infatti che, se c'è la volontà politica, come ribadito nella scorsa legislatura, sia opportuno ed utile affrontare la materia relativa al dossier Mitrokhin -, permettetemi di dire, la maggioranza di centrodestra oggi di questo Parlamento non ha quell'elementare componente di coerenza, di rigore e di coraggio che, in epoca di guerra fredda, ebbe la principale democrazia dell'occidente, che pure svolse attività di interferenza nella vita del nostro paese, legale e qualche volta anche illegale, nell'affrontare, rendere note e discutere tali tematiche.
In questo modo, non si indebolisce la propria democrazia, ma la si rafforza.
Crediamo che il modo di procedere che state seguendo sia sbagliato, colleghi del centrodestra, e che da parte di alcuni di voi vi sia anche una scarsa consapevolezza di quelle che sono le responsabilità di una grande democrazia politica nell'affrontare temi così importanti, difficili e delicati, come quello relativo al ruolo dei servizi segreti, siano essi avversari o di Stati alleati; per questa ragione, esprimeremo voto favorevole sull'emendamento Bielli 1.15, ma il fatto che voi lo respingerete, ancora una volta, rappresenta un segno di debolezza politica e non di forza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 389
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 227).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.
SESA AMICI. Signor Presidente, poc'anzi il collega Leoni ha illustrato l'insieme dei compiti relativi alla Commissione di inchiesta e ne ha rilevato la strumentalità, soprattutto nella formulazione di alcune lettere del comma 2 dell'articolo 1. Relativamente ai compiti della Commissione, alla lettera i), si legge una formulazione assai bizzarra: si vuole indagare circa le operazioni commerciali e finanziarie svolte fra l'Italia e paesi dell'est europeo finalizzate al finanziamento illecito del partito comunista italiano al di fuori di ogni controllo. Si tratta di una formulazione assai bizzarra perché credo che ad ognuno di noi abbiano insegnato alle scuole medie superiori, se non anche all'università, che le operazioni commerciali e finanziarie che si svolgono fra uno Stato (l'Italia) e i paesi dell'est, a meno che non siano dettate da un pregiudizio, come quello che si rileva dalla lettura della lettera i), hanno un'altra origine: sono nella logica del mercato, realizzano profitti, investimenti.
Allora, se è vero, com'è vero, che da molto tempo vi stiamo chiedendo di non avere un atteggiamento strumentale circa la Commissione, se questa Commissione vuole indagare sul serio su un periodo della storia italiana e repubblicana, in una situazione particolare quale era quella del periodo della guerra fredda, sarebbe opportuno che tutti i colleghi parlamentari ragionassero e votassero a favore dell'emendamento Bielli 1.3, che aggiunge
dopo le parole: «partito comunista italiano» le parole: «e di qualunque altro partito», perché probabilmente, in quel meccanismo delle operazioni commerciali e finanziarie, avremmo voglia di sapere chi fossero gli altri soggetti interessati e se fossero interessati (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, già la collega Amici ha parlato del bisogno di appurare delle verità e le verità le possiamo appurare anche perché, rispetto a quel periodo, non ci sono reati che possano essere puniti. Allora io credo che la voglia di appurare la verità riguardi un po' tutti i partiti: credo che tutti vorremmo riuscire a dimostrare che quei finanziamenti non hanno condizionato - o se hanno condizionato - la vita dei partiti, ma che in ogni caso si sappia quello che è accaduto. Se penso alla sinistra, c'è il libro di Cervetti, L'oro di Mosca, che è un ottimo documento per coloro che vogliono sapere come avvenivano i finanziamenti al partito comunista.
Però vorrei terminare invitando i colleghi a riflettere. In un mio intervento ho citato un personaggio che ho definito strano, come Karl Hass, il quale, in una sua dichiarazione, disse che lui era inserito in una rete di numerosi agenti, i quali operavano sotto la responsabilità di padre Morlion e affermò: «io mi avvalevo o meglio recepivo le informazioni che riferivo agli americani negli ambienti del MSI». Non vado avanti perché, successivamente, si citano nomi. Poi Hass dice: «faccio presente che» uno di questi personaggi «era un agente del CIC ed appresi questa circostanza nel corso di un'accesa discussione che questi ebbe» con l'allora segretario del MSI «sulla destinazione di fondi americani che erano giunti al MSI». Voglio dire: perché non abbiamo il coraggio di guardare veramente a quello che è accaduto in quel periodo? Guardate che è proprio la voglia di fare giustizia e verità!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 368
Astenuti 1
Maggioranza 185
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 214).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.
CARLO LEONI. Signor Presidente, l'emendamento Bielli 1.16 è aggiuntivo rispetto alla lettera i) del comma 2 dell'articolo 1, che dice di indagare sulle operazioni commerciali e finanziarie, svolte tra l'Italia e i paesi dell'est europeo, finalizzate al finanziamento illecito del partito comunista italiano.
L'ha già detto il collega Bielli: per conoscere questo ed altro, non è necessario scomodare quaranta parlamentari; è sufficiente che uno di loro acquisti un libro intitolato L'oro di Mosca, scritto da Gianni Cervetti, autorevole esponente del Partito comunista italiano.
Nonostante l'evidente unilateralità di questa proposizione, non chiediamo di cancellarla, ma di aggiungere solamente il seguente periodo: «, nonché le operazioni commerciali e finanziarie svolte tra l'Italia ed altri paesi finalizzate al finanziamento illegale di partiti, correnti di partiti, gruppi, al di fuori di ogni controllo». Noi - non voi, colleghi della maggioranza - chiediamo, dunque, un'indagine esaustiva, ampia, a trecentosessanta gradi. Voi rispondete di no, che bisogna indagare solo sul Partito comunista italiano. Se questa non è faziosità, se questa non è negazione
dell'obiettivo della verità, dite voi cosa è! Ma ritengo non possiate dichiarare nulla. Diversi colleghi del centrodestra, infatti, stanno perdendo la pazienza; vorrebbero contestare ed intervenire ma non lo fanno perché è stato detto loro di non farlo. Penso, invece, che la serenità tra noi possa essere realizzata dando la possibilità di svolgere un confronto libero, per cercare di compiere davvero uno sforzo, in nome di quell'obiettivo di verità che per voi si traduce soltanto nei termini di propaganda strumentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Soda. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA. Signor Presidente, ammettiamo che vi sia un grande, pubblico interesse a conoscere tutte le vicende relative ai servizi segreti, ai finanziamenti. Ammettiamo, dunque, che vi sia, nelle comunità italiane, una trepida attesa per questi accertamenti del Parlamento, della sua maggioranza. Ma in questa dimensione così specifica, così riduttiva, così contorta nella definizione dei rapporti da indagare, mi sembra che la maggioranza corra il rischio di pretendere di scrivere un pezzo della storia italiana - all'epoca del conflitto fra due mondi - senza neppure conoscere la cronaca, tutti gli aspetti che hanno attraversato la nostra epoca, in quei momenti drammatici di profonda lacerazione che hanno caratterizzato anche le società occidentali. Vi è quindi il rischio che si voglia riscoprire parti di storia e rapporti considerandoli avulsi dal loro contesto. Mi chiedo, dunque: dovrete indagare anche sul KGB e sul Presidente attuale della Federazione russa che all'epoca era uno dei massimi esponenti del KGB? Vi spingerete ad indagare anche su questo grande amico del vostro leader, questo grande, affettuoso leader che avete portato - come avete sostenuto - nella NATO? Mi sembra che questa spinta alla democrazia totalitaria, che vi sta facendo precipitare in una forma esacerbata di tirannia...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Soda.
ANTONIO SODA. ...della maggioranza - sto, concludendo, signor Presidente -, quest'ingordigia (il desiderio di appropriarsi delle funzioni legislative e adesso anche di quelle ispettive e di controllo), vi abbia annebbiato completamente la vista, vi abbia accecato al punto da non riuscire più a riconoscere neppure il segno, il filo (Commenti del deputato Moretti - Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Soda. La interrompo, altrimenti sono rimproverato per eccesso di tolleranza, giustamente, perché non si possono adoperare due pesi e due misure.
MARCO BOATO. Presidente, se hanno qualcosa da dire, intervengano! Sono muti!
PRESIDENTE. Onorevole Boato, lei mi potrà accusare di tutto, meno che di togliere la parola a chi parla. Tuttavia anche chi interviene, se chiede di parlare a titolo personale, conosce i tempi entro i quali può esprimersi. Gli altri possono esprimersi, iscrivendosi regolarmente. Se non vogliono iscriversi, è un loro diritto, anche questo, onorevole Boato.
MARCO BOATO. Ma è lei che presiede!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, com'è specificato nel comma 1 dell'articolo 1 della proposta di legge, l'inchiesta che si propone di affidare all'istituenda Commissione parlamentare è di natura politico-amministrativa.
Ebbene, introducendo un elemento di maggiore precisione, l'emendamento Bielli 1.16 propone di estendere gli accertamenti da compiere alle operazioni commerciali
finalizzate al finanziamento dei partiti. Noi troviamo davvero singolare che l'oggetto dell'inchiesta debba essere limitato alle sole operazioni commerciali (eventualmente consumate a danno del nostro paese) tra l'Italia e l'est europeo e che non debba essere esteso, invece, a tutte le operazioni commerciali dalle quali il nostro paese abbia potuto ricevere un danno.
Credo che l'emendamento in questione sia sostenuto da ragioni di equilibrio, di buonsenso, di imparzialità e tenda all'obiettiva ricerca della verità. Non c'è una verità precostituita: è la Commissione parlamentare d'inchiesta che deve andare a cercarla!
Per questi motivi, il gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo voterà a favore dell'emendamento Bielli 1.16.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.
MARCO RIZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questa sede, poche settimane fa, abbiamo discusso a lungo sulla necessità di attribuire al nostro ordinamento un forte tratto garantistico: mi riferisco, ovviamente, alla vicenda della cosiddetta legge sulle rogatorie internazionali.
Sono convinto che questo Parlamento e, in primo luogo, questa maggioranza non avranno nulla da ridire, nel corso dei lavori della Commissione di inchiesta che si propone di istituire, se i componenti di quest'ultima, qualora dovessero riscontrare la mancanza di qualche timbro o dell'attestazione di autenticità di qualche documento acquisito in fotocopia, faranno riferimento alla predetta legge, così come si dovrà fare, del resto, anche nei processi in cui ci si è avvalsi di rogatorie internazionali (è chiaro, infatti, che lo stesso criterio dovrà valere anche per la vicenda del dossier Mitrokhin).
Ricordate che noi faremo valere il criterio che avete introdotto con la legge sulle rogatorie anche in termini politici e di comunicazione!
PRESIDENTE. Infatti, com'è noto, le Commissioni parlamentari di inchiesta agiscono con gli stessi poteri e con le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria e, quindi, in base alle leggi vigenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 380
Maggioranza 191
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 218).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, il mio emendamento 1.17 amplia l'oggetto delle indagini della Commissione perché fa riferimento alla necessità di riflettere anche sul ruolo svolto da organismi di intelligence stranieri, con particolare riferimento ad episodi della strategia della tensione e di tipo terroristico.
Qui concordo con chi ha detto che si tratta di un'estensione già prefigurata dal relatore e dalla proposta di legge. Proprio perché parliamo di questioni così complesse e difficili, considerato che non è stata rinnovata la Commissione stragi, mi domando, però, se non sia il caso, almeno su alcune questioni, su fatti drammatici che hanno interessato il nostro paese, di provare a dare un contributo maggiore in termini di chiarezza. E badate che, quando parlo di estensione, non penso soltanto ai servizi occidentali, ma anche a quelli dell'est.
Abbiamo parlato del KGB, ma perché non si parla allora anche del servizio segreto cecoslovacco, che viene chiamato
in causa - non so se in modo giusto o impropriamente - dal brigatista Franceschini? Allora, vogliamo indagare su questioni di questo tipo? E, se vogliamo indagare, perché non vogliamo capire, a proposito di un episodio drammatico di terrorismo come la vicenda Moro, il fatto che i servizi israeliani - ci viene detto dai brigatisti - contattarono Curcio e Franceschini per vedere di vendere loro delle armi? E ancora, come non cogliere che vi sono personaggi, come Di Nola, che sono presenti nelle inchieste e fanno riferimento ad intelligence straniere? Sono questioni secondarie? Non credo. Si ha la sensazione che si voglia indagare, non so bene per quale motivazione, in un'unica direzione. Qualcuno ha detto: perché volete fare un uso improprio di questa vicenda, volete farne un attacco solamente al partito comunista. Ma questo non serve; non serve, perché? Credo che abbiamo bisogno tutti di fare un'operazione di verità rispetto alle vicende che hanno contraddistinto il nostro paese.
Voglio fare altri due esempi. Quando si è fatto riferimento alla strage di Milano, quella riferita alla questura di Milano, è stato individuato l'attentatore, ed era un personaggio come Bertoli; quando si pensa alla storia di Bertoli, lo si trova legato per anni ai nostri servizi, ma poi dalla documentazione risulta - non sono illazioni - che Bertoli ha continuato a girare nei kibbutz israeliani prima della strage (e il giudice Lombardi ci dice che andava e veniva da Israele al Triveneto) Sono questioni che non vi interessano, colleghi? Ma perché non vi dovrebbero interessare? La verità ha un'unica direzione o la verità è qualcosa di complesso e di difficile? Ma se è qualcosa di complesso e difficile, possiamo trovare il modo di addivenire almeno il più vicino possibile ad un principio di verità? Volete fare un'altra operazione, ma ricordatevi che è un'operazione squallida. Faremo di tutto per impedire che voi andiate in una direzione che non serve né a voi né a noi né al paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
Sarò rigoroso anche con lei, onorevole.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, anche con questo emendamento noi tentiamo di ridare senso a questa Commissione d'inchiesta. Lo continuiamo a chiedere ai colleghi della maggioranza: perché mai questa Commissione non dovrebbe indagare su questioni come piazza Fontana, la strage di Brescia, di piazza della Loggia, quelle alla stazione di Bologna, all'Italicus, al rapido 904, a Ustica? Trecento furono le vittime di queste stragi. Voi le ritenete cose poco importanti. Le ritenete cose sulle quali questo Parlamento non deve indagare. Avete cancellato la Commissione di inchiesta sul terrorismo e sulle stragi e volete istituire una Commissione d'inchiesta solo ed esclusivamente sulla materia del dossier Mitrokhin. Rendetevi conto che le questioni di cui ho parlato io e di cui ha parlato il collega Bielli rappresentano ferite ancora aperte nel nostro paese sulle quali non riceviamo risposta in questo dibattito parlamentare, sulle quali neanche questa Commissione potrà indagare.
Allora, domandatevi e domandiamoci tutti insieme se stiamo assolvendo un compito che questo Parlamento dovrebbero assumere nel momento in cui vuole indagare. E noi vogliamo indagare sulle questioni del terrorismo, del finanziamento illecito, ma riteniamo sia cosa poco seria che questo Parlamento non possa indagare sulle questioni relative alle stragi e possa indagare solo sui finanziamenti relativi al partito comunista italiano.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 228).
Prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Mereu non ha funzionato e che egli avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 232).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bielli 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento di poche parole che credo possa essere accolto perché tenta di affrontare almeno alcune questioni sollevate poc'anzi in diversi interventi. Con questo emendamento chiediamo di indagare su qualsiasi altra rete spionistica che, a seguito delle indagini di questa Commissione, risulti aver operato in Italia. Io mi rivolgo in particolare all'onorevole Cicchitto, al quale si può rimproverare tutto ma non di essere uno che sta zitto, un uomo silenzioso, poiché interviene quasi sempre su tutto ma oggi, come relatore, ha perso la parola. Mi rivolgo a lui, sperando che gli torni la parola, perché non lo abbiamo sentito per niente: l'onorevole Cicchitto dovrebbe spiegarmi, per l'esperienza che ha e per le cose che ha scritto su queste questioni, come riusciremo ad indagare quando ci troveremo a fare i conti con intrecci con altre situazioni. Le altre situazioni le buttiamo a mare? Il nostro è un emendamento che si pone in termini propositivi rispetto alle questioni da lei sollevate, onorevole Cicchitto, e se lei non risponde vuol dire che allora ha detto delle cose ma ne pensa altre.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 398
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 236).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 238).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 236).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bielli 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 396
Maggioranza 199
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, è stato detto dai colleghi della maggioranza che questa Commissione non aveva una volontà punitiva verso nessuno poi, però, degli emendamenti presentati non viene accolta nemmeno una virgola: sembra che tutto sia blindato. Con un atteggiamento di maggiore ascolto credo si possa dire che anche la minoranza abbia detto qualcosa di giusto. Ma nulla viene accolto. Qual è la ragione per cui non si accoglie nulla delle cose che abbiamo detto? Credo che la ragione non possano riguardare i tempi in quanto sarebbe possibile approvare definitivamente la proposta di legge nel giro di una settimana, pur dovendo passare nuovamente al Senato. Inoltre, non si tratta di un provvedimento urgente ed una settimana non cambia nulla rispetto alle finalità della Commissione di inchiesta. Non si vuole accettare nulla per una ragione molto semplice: in verità in questa Commissione vi è un aspetto strumentale che non può essere messo in discussione da nessuna proposta aggiuntiva, perché la strumentalità è tale che bisogna comunque perseguire uno scopo e dimostrare che questa è una maggioranza forte che non accoglie nulla di quello che presenta l'opposizione.
Ho detto prima che rischiate di fare un'operazione anche contro voi stessi perché con le finalità indicate, in verità, si rivolge una critica e si cerca di rivolgere un'accusa ai servizi di intelligence, a quei servizi di intelligence che - ricordatelo, colleghi - hanno già avuto modo di essere, in gran parte, giudicati dal lavoro del Comitato per i servizi.
Ebbene, voglio ora leggervi le conclusioni di quel Comitato, dalle quali è possibile comprendere le ragioni per cui ritengo strumentale la richiesta di istituire questa Commissione. Nella relazione finale approvata all'unanimità da quel Comitato, di cui era presidente Frattini, si trova scritto: in esito alla rassegna dei fatti e delle circostanze fin qui svolta, il Comitato ritiene di poter affermare, in primo luogo, come la verifica delle modalità attraverso cui i servizi di informazione e sicurezza hanno gestito, nell'ambito dei propri compiti ed istituti, contributi informativi della fonte Impedian, non abbia evidenziato violazione ai principi della legge n. 801 del 1977.
Perché allora insistete? Esiste quindi un atteggiamento strumentale, un atteggiamento che può scavare un fossato nel rapporto - che noi vorremmo fosse corretto su temi così delicati - tra maggioranza ed opposizione. Mi auguro che, nel prosieguo di questo lavoro, si possa riscontrare da parte vostra non dico attenzione, ma quanto meno la voglia di confrontarvi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ho detto, e lo ripeto ancora, che i Verdi non si oppongono a questa proposta, ma con dispiacere non potremo votare a favore né
di questo né dei successivi articoli; su tutti, infatti, ci asterremo, anche se avremmo volentieri evitato tale posizione.
Non ci opponiamo perché nel momento in cui - lo ricordava poco fa confidenzialmente, ma è negli atti parlamentari, il presidente della Commissione - nella scorsa legislatura gruppi dell'opposizione di allora chiesero l'istituzione di questa Commissione, anche il gruppo dei Verdi lo fece, con il già citato atto Senato n. 4287 (altrettanto fecero anche altri gruppi dell'allora maggioranza). Si ritiene cioè giusto che sia condotta un'inchiesta parlamentare in relazione a questi fatti, anche se a noi ciò appare francamente ridondante rispetto all'attività che già il Governo potrebbe svolgere oggi ed all'attività svolta nella scorsa legislatura dal Comitato parlamentare sui servizi segreti. Considerato però che di Commissioni di inchiesta nel nostro paese ce ne sono state tante, persino troppe, non avrebbe senso un'opposizione frontale ad una richiesta di questo tipo.
Perché allora non possiamo condividerla pienamente? Perché sia nel dibattito svolto nella scorsa legislatura (dibattito che si trascinò fino ad 2000) sia, soprattutto, in questa legislatura, alla disponibilità ad affrontare positivamente questa materia, a non creare un muro contro muro in riferimento ad una vicenda delicata e difficile, ma in fin dei conti storicamente superata, si è risposto negativamente circa l'esigenza di estendere l'indagine anche alle attività di interferenza, di tipo illegale e illecito che altri servizi segreti, appartenenti all'alleanza occidentale o anche ad altri paesi che non siano l'allora Unione sovietica, abbiano compiuto nel nostro paese.
Se si deve svolgere un'inchiesta sul ruolo che il KGB, in base al dossier Mitrokhin, ha avuto nel nostro paese, come del resto in misura molto più ampia in molti altri paesi del mondo occidentale, ritengo sia giusto, corretto e doveroso, estendere tale indagine nella direzione che ho poc'anzi citato. A tal proposito ho ricordato - e non voglio dilungarmi oltre su questo - l'attività che a suo tempo il Congresso degli Stati Uniti ha svolto, appunto attraverso Commissioni parlamentari, sui propri servizi segreti, dimostrando capacità, coraggio, maturità democratica, consapevolezza di dover rispondere ad un'opinione pubblica democratica anche, ed eventualmente, dei propri errori, delle proprie illegalità, dei propri limiti, per poter, con trasparenza, affrontare le responsabilità future. A questa esigenza si è risposto negativamente in tutte le forme, respingendo qualunque emendamento, dai più ampi e più estesi a quelli di portata più ridotta, che, comunque, incidevano su tale materia.
Molte volte ci troviamo di fronte alla richiesta di non creare un muro contro muro tra maggioranza ed opposizione; spesso ci viene chiesto di mantenere comunque aperto, sia pure nei diversi ruoli, un dialogo parlamentare, una possibile convergenza in quegli ambiti istituzionali che non siano caratterizzanti dei diversi ruoli (e quindi non sto parlando del programma di Governo, ma, appunto, di una Commissione d'inchiesta). Tuttavia, la verità dei fatti ce l'avete sotto gli occhi: tutti gli emendamenti, nessuno escluso, anche i più limitati, anche quelli semplicemente correttivi delle formulazioni approvate dal Senato in prima lettura sono stati respinti.
Non credo di essere un cattivo profeta se informo i colleghi della maggioranza e dell'opposizione che fra pochi istanti, anche sugli emendamenti riferiti agli articoli 2, 3, 4, 5 e, conseguentemente, su quelli riferiti al titolo, il relatore Cicchitto esprimerà un parere assolutamente contrario. Non è un decreto-legge, non è un decreto delegato, non è un provvedimento collegato alla manovra finanziaria, ma è una proposta di legge istitutiva di una Commissione d'inchiesta, rispetto alla quale una semplice correzione o un'integrazione rappresenterebbero un segnale di dialogo parlamentare nei confronti di chi non ha fatto ostruzionismo. Stiamo varando questo provvedimento in poche ore; stamattina abbiamo svolto una discussione serrata ma rapida e oggi stiamo esaminando pochi emendamenti abbastanza velocemente. Ovviamente, vi è qualche fastidio
da parte di qualche collega della maggioranza che ascolta gli interventi degli onorevoli Sinisi, Bielli, Leoni, Boato, Amici e Soda e, invece, non sente le voci della maggioranza. Posso capire il disagio...
PRESIDENTE. Bisognerebbe che non sentisse nemmeno la sua voce, perché il tempo a sua disposizione è scaduto!
MARCO BOATO. Certamente, il disagio è facilmente superabile. Occorrerebbe che vi fosse un minimo di dialogo parlamentare, che di fronte alle questioni che poniamo vi fosse una capacità di interloquire e di ragionare confrontandosi e, soprattutto, di accettare alcuni degli emendamenti che permetterebbero di approvare questa legge, magari con un'ampia convergenza parlamentare, anziché solo con l'imposizione dei numeri (e non delle voci) della maggioranza.
Signor Presidente - concludo - questa è la ragione per cui, con un certo disagio, preannuncio l'astensione dal voto. Sottolineo che preannuncio l'astensione e non il voto contrario, perché penso questa sia una di quelle occasioni parlamentari in cui, in una situazione in cui vi è contrapposizione su mille altri temi, si poteva realizzare una sia pur parziale convergenza nell'esigenza di dotare il Parlamento di uno strumento di inchiesta che non fosse unilaterale e parziale, ma che affrontasse la materia nella sua complessità. Il dossier Mitrokhin costituisce sicuramente uno degli aspetti importanti e significativi di tale materia, ma quest'ultima presenta molti altri aspetti che con questa legge, purtroppo, non saranno indagati.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boato, lei ha la frenata lunga!
MARCO BOATO. Per non andare a sbattere, Presidente!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Onorevoli colleghi, il mio gruppo voterà a favore dell'articolo 1, che è la chiave dell'intero provvedimento, così come ha votato a favore di molti emendamenti e vorrei spiegare lo spirito con cui facciamo ciò.
L'Italia è stata una terra di confine nella terza guerra mondiale tra est e ovest, che si è combattuta sul nostro territorio con la disinformazione, la propaganda, l'intelligence, forse con il terrorismo e, certamente, con l'uso spregiudicato del denaro. I socialisti sono sempre stati favorevoli a capire e ad approfondire tutto ciò, anche perché hanno pagato un grande prezzo. Il partito socialista è stato un partito nazionale ed è stato perciò un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro; non è stato tutelato né da Washington né da Mosca. Siamo favorevoli a capire, ad approfondire e ad allargare gli accertamenti e così si spiegano i nostri voti.
Vorrei solo aggiungere due osservazioni politiche. La prima è che in questa guerra ha vinto l'occidente, ha vinto la NATO. Essa ha vinto al punto che gli stessi ex comunisti oggi sono contenti che sia finita così e vogliono stare nella NATO. Dunque, non mettiamo sullo stesso piano est e ovest, Mosca e Washington. Se la sinistra o una parte di essa facesse ciò, tornerebbe indietro di dieci anni e commetterebbe un grande errore.
La seconda osservazione è che la ricerca della verità con la Commissione sul dossier Mitrokhin, con quella su Tangentopoli e con altri accertamenti che verranno svolti, non deve essere rivolta a prolungare in eterno ma a chiudere l'interminabile guerra civile italiana che ha seguito di pari passo la terza guerra mondiale e ne è stata il prodotto catastrofico.
Occorre rispetto per chi ha vinto questa guerra ed anche per chi ha perso, per le regioni e gli ideali di tutti, anche di chi è stato dalla parte di Mosca che, a mio avviso, era la parte sbagliata, anche per le ragioni di chi è stato comunista, che ha tutelato le ragioni di Stalin e del KGB e tuttavia, nel contempo, per una sorta di
paradosso della storia, ha anche tutelato le ragioni dei lavoratori italiani ed i diritti di libertà in Italia.
Quando l'Unione sovietica era un pericolo, i socialisti ed io stesso non siamo stati certo cauti nelle polemiche. Adesso, però, non è più tempo di veleni, ma di pacificazione. Nessun paese europeo più dell'Italia è stato lacerato dalla III guerra mondiale tra est e ovest. Nessuno, quindi, più dell'Italia ha bisogno di chiudere le proprie ferite accertando la verità senza acrimonia, individuando i depositi di veleni e le fonti di ricatto e bonificandoli senza strumentalizzazioni per poter guardare non indietro ma avanti, per avere finalmente una destra normale ed una sinistra normale.
Il dibattito di oggi, purtroppo, non è incoraggiante. Vi sono state polemiche inutili, eppure io insisto ad essere ottimista. Con l'aiuto del Quirinale, con l'aiuto della parte che ritengo prevalente nella destra e nella sinistra, credo sia possibile trovare forze sufficienti per non restare prigionieri del passato, per non ripetere all'infinito una rissa muro contro muro. La sinistra non si lasci guidare dai Santoro, dai Moretti e dai magistrati militanti. La destra non cerchi il dominio di sei reti televisive su sei, non usi il potere con arroganza in televisione e sul terreno della giustizia. Altrimenti, onorevoli colleghi, tra risse, ostruzionismi e girotondi ci troveremo tutti molto molto peggio della Francia oggi sotto shock per la vittoria di Le Pen (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, la mia appartenenza politica insieme all'anagrafe mi consentono un certo distacco rispetto all'oggetto di cui stiamo discutendo. La vicenda mi è estranea politicamente e personalmente. Ciò nondimeno non mi è estraneo il desiderio di vedere il Parlamento ricercare in maniera imparziale la verità e non mi sono estranei i percorsi della democrazia e della vita istituzionale del nostro paese.
Per ragioni politiche, ma anche per convinzioni personali, sono sempre ben disposto ad accettare un dialogo su qualsiasi Commissione di inchiesta che possa aiutare il nostro paese ad uscire dalla palude dell'incertezza e dalla notte della falsità. Ciò nondimeno la disponibilità che ho concesso anche stamattina e che il mio gruppo politico ha dimostrato non presentando emendamenti a questa proposta di legge non ci può, oggi, far giungere addirittura ad una totale disponibilità e ad un apprezzamento per l'articolo 1 di questo provvedimento. Porre le questioni in una maniera che questa mattina ho definito suggestiva non ci convince lo stesso. Alcune questioni vengono poste non in chiave di domanda aperta, così come dovrebbero essere poste, ma contengono in sé le risposte che, invece, si dovrebbero andare a cercare. Questa è una ragione di metodo, ma vi è una ragione istituzionale assai più forte che intendo ribadire ancora una volta.
È davvero bizzarro ed assai singolare che una Commissione parlamentare di inchiesta venga proposta dalla maggioranza che dispone degli strumenti del Governo. In tutti i paesi europei è previsto, in alcuni addirittura dalla Carta costituzionale, che questo sia uno strumento delle opposizioni. Nella bicamerale ricordata stamattina dall'onorevole Boato era previsto che le Commissioni di inchiesta fossero prerogativa dello statuto delle opposizioni. Oggi diventano uno strumento di rafforzamento del Governo nella sua azione politica.
Il Governo, se vuole, ha strumenti, poteri ed organi per poter accertare tutto ciò che vuole. Non gli mancano le relazioni internazionali, l'accesso agli stessi servizi di informazione e di sicurezza, attraverso organismi previsti dalla stessa legge di riforma n. 801 del 1977, e neanche il governo diretto dei servizi di informazione e di sicurezza. All'opposizione è data la presidenza del Comitato parlamentare di controllo, proprio perché è organo di controllo, sulla base di una prassi,
ormai, costituzionale perché da sempre in questo Parlamento si è fatta tale scelta.
È davvero singolare, lo ribadisco, che debba essere affidato ad una Commissione d'inchiesta l'accertamento dell'operato dei servizi di informazione e di sicurezza nel nostro paese e della veridicità delle informazioni che questi hanno, in qualche maniera, non governato, e non trasmesso ai Governi che hanno preceduto questo esecutivo, non informando che è quanto è già oggetto di accertamento di un Comitato parlamentare proposto dalla stessa maggioranza di Governo. Queste ragioni sono ostative rispetto all'apprezzamento favorevole dell'articolo 1 al nostro esame, per cui il gruppo della Margherita - che, ribadisco, non ha presentato emendamenti - si asterrà sull'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, vorrei spiegare le ragioni del voto contrario del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo all'articolo 1 al nostro esame, come hanno già fatto efficacemente i colleghi Bielli, Sinisi ed altri. L'indagine che voi ci proponete è relativa al dossier Mitrokhin e credo che abbiamo già spiegato abbondantemente che per noi non rappresenta un problema. Il punto essenziale è che la riteniamo anacronistica, fuori tempo ed inutile e le motivazioni che stanno alla base dell'istituzione di una Commissione di inchiesta di questo Parlamento ce le spiegate voi perché, oggi, la Russia non rappresenta più un problema.
Con l'istituzione di questa Commissione di inchiesta, ci chiedete di indagare con coloro che hanno o avrebbero avuto rapporti con il KGB e, allo stesso tempo, in questi giorni il nostro paese sta firmando degli accordi non con chi ha avuto rapporti con il KGB ma con chi era il KGB.
Infatti, il Presidente Putin era il KGB e che cosa significa tutto ciò? Significa che - ce lo spiegate voi attraverso il vostro Presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro degli esteri - oggi l'Italia, la Russia, il KGB e quella storia appartengono agli storici, al passato...
FILIPPO ASCIERTO. Ruzzante, la sai bene la storia!
PIERO RUZZANTE. ...e ad una questione che non riguarda più il nostro paese e i problemi di rapporto con il nostro paese.
Premesso che non riteniamo un problema indagare sul dossier Mitrokhin, questa mattina, attraverso i nostri emendamenti, vi abbiamo chiesto un'altra cosa, cioè di indagare anche su altre questioni che riguardano la storia di questo paese, come, onorevole Cicchitto, la P2, Gladio, la questione delle stragi e del terrorismo nero e rosso.
PRESIDENTE. Onorevole Ruzzante, la prego di avviarsi alla conclusione.
PIERO RUZZANTE. Si tratta di questioni tuttora aperte nel nostro paese. Avete risposto negativamente a tutti gli emendamenti che abbiamo presentato e molte di tali questioni sono tuttora aperte, non appartengono alla storia. Non avete spiegato al Parlamento perché si può indagare sul dossier Mitrokhin e non lo si può fare su tali questioni.
Avete eliminato la Commissione stragi e terrorismo: dovete spiegare all'Italia perché avete scelto di non indagare più su tali questioni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani e di deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgobio. Ne ha facoltà.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Il gruppo Misto-Comunisti italiani esprimerà, naturalmente, un voto contrario sull'articolo 1 della proposta di legge al nostro esame e lo faremo perché riteniamo assolutamente inutile l'istituzione di una Commissione di inchiesta su provvedimenti che hanno segnato la storia del nostro paese
ma che non possono più, in qualche modo, incidere su quella futura. Ma lo faremo anche perché il fatto che questa maggioranza abbia respinto qualsiasi emendamento volto ad ampliare la ragione dell'indagine e a fare maggiore chiarezza su cosa sia accaduto nel nostro paese dal 25 aprile del 1945, dal giorno della liberazione ad oggi, ci fa capire che questa non sarà, né così è concepita, una Commissione di indagine volta a chiarire un aspetto della nostra storia, a capire cosa sia effettivamente accaduto e a cosa possano essere ricondotti i tentativi di golpe e le stragi - di qualsiasi segno e di qualsiasi colore esse siano - che compiute in questo periodo. L'istituzione di tale Commissione non ci farà comprendere compiutamente chi, effettivamente, abbia tramato contro gli interessi della Repubblica italiana nata dalla Resistenza.
Serve una Commissione, serve un prodotto che, per il prossimo anno, possa in qualche modo consentire a questa maggioranza, ma soprattutto al suo leader mediatico, di continuare a parlare delle nefandezze del comunismo, commesse fuori e dentro l'Italia; di continuare a parlarne, per tenere desta l'attenzione degli italiani sul passato e far sì che essi non guardino e non si soffermino sul presente.
Infatti, mentre questa Commissione comincerà a lavorare e produrrà i suoi effetti, questo Parlamento sarà chiamato a produrne altri non sulla storia, ma sul presente e sul futuro del nostro paese e, in particolare, dei lavoratori italiani. Sarà facile tenere desta l'attenzione degli italiani, con rivelazioni opportune nel momento il giusto - ad esempio, sui rapporti tra KGB e partito comunista italiano e, in particolare, di qualche suo esponente ancora in attività -, mentre questo Parlamento inciderà sul presente votando, magari, l'abolizione e la negazione di diritti, come accadrà quando sarete chiamati a votare contro l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Si parlerà di comunismo e di nefandezze, mentre questo Parlamento sarà chiamato a commetterne di vere non storicamente, ma oggi, quando probabilmente sarà chiamato a rivedere le condizioni previdenziali dei lavoratori italiani, quando metterà mano all'istituto previdenziale.
Questa Commissione sarà opportuna per tentare di nascondere e per fare in modo che gli italiani possano essere attratti da altro, mentre questo Parlamento riformerà, in maniera indecorosa, indecente e punitiva per i figli dei lavoratori, la scuola del nostro paese; mentre provvederà a riformare la sanità e l'istituto della salute nel nostro paese, condannando gli italiani ad una sanità non giusta o, comunque, meno giusta rispetto a quella di cui hanno potuto usufruire negli ultimi anni. A questo serve il dossier Mitrokhin! Altrimenti a chi? Tale dossier non serve a nessuno.
Pensate che le masse dei lavoratori resteranno nelle loro fabbriche solo perché fate luce su qualcosa che è accaduto? Li troverete di nuovo in piazza (Applausi polemici dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)! Li troverete di nuovo in piazza, qualunque sarà la soluzione adottata da questa Commissione. È una vergogna!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgobio.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Ho concluso, signor Presidente. La vergogna non sta nella storia, ma nel presente e nelle liste di proscrizione che probabilmente servono al Presidente del Consiglio dei ministri non soltanto per i giornalisti ma anche per... (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani - Applausi polemici di deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole Sgobio, la ringrazio vivamente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 383
Astenuti 18
Maggioranza 192
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 151).
Prendo atto che gli onorevoli Tarantino e Giacomo Angelo Rosario Ventura hanno erroneamente espresso un voto contrario e che avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
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