Allegato B
Seduta n. 118 del 19/3/2002


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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:

CORDONI, INNOCENTI, GASPERONI, NIGRA, BUFFO, DIANA, GUERZONI, MOTTA, SCIACCA, TRUPIA e RUZZANTE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Finanziaria 2002 prevede l'aumento fino ad un milione di lire mensile delle erogazioni pensionistiche per circa 2.200.000 pensionati il cui trattamento fosse inferiore a tale cifra (516,46 euro) su circa 7 milioni e mezzo di pensionati che si trovavano nella medesima situazione;
tale aumento è subordinato in particolare a condizioni reddituali individuali e familiari ed all'età del pensionato;
risulta da dati Inps che a tutt'oggi hanno ricevuto tale aumento 610 mila titolari di assegno o pensione sociale (una quota dei quali pari a circa il 20-25 per cento dovrà rimborsare in tutto o in parte tale aumento per mancanza dei requisiti), mentre sono pervenute all'Istituto ulteriori 658.000 richieste di cui solo i due terzi (stante la proporzione delle domande accolte sulle circa 200.000 già «lavorate» dagli uffici dell'Inps) saranno prevedibilmente accolte, per un totale di circa 420.000 domande;
è dunque prevedibile che riceveranno tale aumento, una volta completata l'operazione, circa un milione di pensionati invece dei 2.200.000 previsti;
si spenderanno così circa 1.100 miliardi di lire dei 4.200 stanziati dalla legge finanziaria;
tale fallimento è il risultato di requisiti troppo severi sul piano dei limiti reddituali, in particolare del reddito familiare e di quelli anagrafici, e del mancato coordinamento tra norme assistenziali, previdenziali e fiscali, come denunciato in sede di approvazione della legge finanziaria, dai sindacati e dall'opposizione -:
quali iniziative e proposte di modifica di tale normativa intenda porre in essere il Governo per utilizzare appieno l'intera somma di 4.200 miliardi di lire a favore dei pensionati con un trattamento previdenziale inferiore ad un milione di lire mensile.
(3-00809)

LA RUSSA, AIRAGHI, ALBONI, AMORUSO, ANEDDA, ARMANI, ARRIGHI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BORNACIN, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, BUTTI, CANNELLA, CANELLI, CARRARA, CARUSO, CASTELLANI, CATANOSO, CIRIELLI, COLA, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI, CORONELLA, CRISTALDI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FASANO, FATUZZO, FIORI, FOTI, FRAGALÀ, FRANZ, GALLO, GAMBA, GERACI, GHIGLIA, ALBERTO GIORGETTI, GIRONDA VERALDI, LA GRUA, LAMORTE, LANDI DI CHIAVENNA, LANDOLFI, LA STARZA, LEO, LISI, LO PRESTI, LOSURDO, MACERATINI, MAGGI, MALGIERI, GIANNI MANCUSO, LUIGI MARTINI, MAZZOCCHI, MENIA, MEROI, MESSA, MIGLIORI, MUSSOLINI, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, ANTONIO PEPE, PEZZELLA, PORCU, RAISI, RAMPONI, RICCIO, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SAIA, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SELVA, SERENA, STRANO, TAGLIALATELA, TRANTINO, VILLANI MIGLIETTA, ZACCHEO, ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è in atto nel Paese una subdola e scorretta campagna politica e sindacale, volta a far credere che non venga rispettato dal Governo l'impegno ad elevare a 516,4 Euro (Lire 1 milione) le pensioni minime per un gran numero di aventi diritto -:
con quali dati oggettivi il Governo sia in grado di smentire tale mendace propaganda; se siano fondatamente ipotizzabili


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responsabilità per ritardi ed omissioni di organi della Pubblica Amministrazione o di altri soggetti coinvolti nelle procedure di liquidazione; se non risulti opportuna una campagna di corretta informazione, affinché i pensionati aventi potenzialmente diritto sappiano quali sono i semplici adempimenti necessari ed abbiano la tranquillità di non perdere nulla di quanto il Governo ha loro riconosciuto.
(3-00810)

CAMPA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ci sono evidenti ritardi nell'erogazione degli aumenti delle pensioni minime, previsti dalla legge finanziaria per il 2002, e decorrenti dal 1o gennaio dell'anno in corso;
al di là delle motivazioni tecniche già addotte per giustificare tale ritardo, c'è in ogni caso l'esigenza di arrivare rapidamente all'erogazione di quanto dovuto, anche per venire incontro alle attese dei pensionati -:
in quali tempi si conta di erogare materialmente gli aumenti delle pensioni mnime a tutti i soggetti che ne hanno diritto.
(3-00814)

Interrogazione a risposta scritta:

MEROI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5, comma 4, della legge n. 323 del 24 ottobre 2000, dispone che: «Al fine di rilanciarne e svilupparne l'attività, gli stabilimenti termali di proprietà dell'Inps sono trasferiti ai sensi dell'articolo 22 della legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive modificazioni, a regioni, province e comuni», sulla scorta di quanto già avvenuto per le società ex Eagat;
l'Inps aveva tuttavia provveduto a costituire, in data 12 luglio 1999, nonostante l'iter parlamentare della legge citata fosse già in corso, la Ge.Ti. spa, interamente partecipata dallo stesso istituto, con l'eccezione di una azione «simbolicamente» concessa ai comuni di Salsomaggiore Terme, Bertinoro, S. Giuliano Terme, conferendo alla stessa un diritto di usufrutto della durata di nove anni sugli stabilimenti predetti;
successivamente l'Inps conferiva alla Ge.Ti. anche l'usufrutto novennale degli stabilimenti termali di Viterbo e Battaglia Terme, in questo caso senza concedere alcuna partecipazione ai comuni e alle regioni interessate, disattendendo in questo modo quanto previsto dalla legge n. 412 del 1991;
il consiglio di amministrazione dell'Inps nominava come amministratori della Ge.Ti. spa alcuni suoi stessi consiglieri, che si trovano quindi ad essere in una condizione di evidente conflitto nella loro contemporanea qualità di «controllori» e «controllati»;
i summenzionati stabilimenti termali di Salsomaggiore, Bertinoro e S. Giuliano Terme erano stati affidati dall'Inps - successivamente alla chiusura disposta dallo stesso Istituto nel 1992, per gli elevati costi derivanti dalla gestione diretta e per il progressivo degrado delle strutture - dal 1994 in gestione a società private e miste pubblico-private, attraverso un regolare bando ad evidenza pubblica ed una successiva gara;
con tre successive deliberazioni (n. 949 del 21 dicembre 1999, n. 49 del 26 gennaio 2000 e n. 49 del 13 febbraio 2001) l'INPS provvedeva ad erogare tre prestiti onerosi, di 300, 500 e 900 milioni di lire, per un totale di 1,7 miliardi di lire;
a tali erogazioni si aggiungevano quelle provenienti, per effetto degli accordi in essere, dalle predette società di gestione per circa 3 miliardi oltre IVA;
la Ge.Ti. spa, ancorché sostanzialmente non dispieghi alcun tipo di operatività, ha impiegato tutte le somme summenzionate, chiudendo per di più i propri bilanci in perdita, tanto da dover ricorrere


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all'applicazione delle previsioni di cui all'articolo 2446 del codice civile (riduzione del capitale per perdite);
nonostante l'assenza di un'adeguata politica di investimenti da parte dell'INPS nei confronti del termalismo, le aziende di gestione hanno progressivamente rilanciato l'attività, creando nuovi posti di lavoro e producendo benefiche e consistenti ricadute sulle economie locali, mentre la Ge.Ti. spa appena costituita, aveva avviato un processo volto a riportare sotto la gestione pubblica le aziende la cui gestione era stata privatizzata, determinando la messa in liquidazione delle stesse e il licenziamento di 173 dipendenti;
detto rischio era stato scongiurato con un apposito accordo di proroga raggiunto tra i gestori e l'INPS alla fine dell'anno 2000;
con tre decreti interministeriali del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, tutti del 4 ottobre 2001, la piena proprietà degli stabilimenti di Salsomaggiore, Bertinoro, S. Giuliano Terme e Viterbo, è stata trasferita alle regioni ed ai comuni e con successivo decreto sottoscritto dagli stessi Ministri ed attualmente in corso di pubblicazione, anche lo stabilimento di Battaglia Terme ha subìto la stessa sorte;
nonostante ciò, la Ge.Ti. ha, ad avviso dell'interrogante, ripetutamente posto in essere «azioni di disturbo» ed iniziative di carattere ostruzionistico, volte in particolare a creare un clima di incertezza sul piano normativo, volta a complicare la fase di programmazione e pianificazione preliminare avviata dagli Enti locali destinatari degli stessi stabilimenti;
l'INPS con due successive delibere del 19 dicembre 2001, n. 346 e del 26 febbraio 2002, n. 52 ha deliberato lo scioglimento della Ge.Ti. spa per sopravvenuta impossibilità dell'oggetto sociale;
ad oggi non risulta ancora convocata l'Assemblea straordinaria della stessa Ge.Ti. spa per la deliberazione dello scioglimento -:
quali iniziative intenda assumere per la messa in liquidazione della Ge.Ti. spa;
se, nel contempo, intenda ottenere informazioni sull'utilizzo delle risorse, sia di origine pubblica che privata erogate alla stessa Società, con particolare riferimento sulla entità degli oneri per consulenze e per qualsivoglia altro tipo di emolumento erogato nei circa due anni di esistenza della società stessa.
(4-02515)