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La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 13,35.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non intendo avallare oltre comportamenti di questo tipo, lesivi della dignità del Parlamento. Ho dato disposizioni agli uffici di acquisire i filmati della seduta, che visionerò personalmente per assumere i provvedimenti del caso.
ALDO CENNAMO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALDO CENNAMO. Signor Presidente, in un momento d'ira mi sono lasciato andare ad un gesto inqualificabile - come lei lo ha definito - di cui chiedo scusa a lei e all'intera Assemblea. Questo gesto non appartiene alla mia cultura delle istituzioni e alla cultura politica che esprime la mia parte; tuttavia, si è trattato di un gesto inqualificabile - e non lo dico per giustificarlo - compiuto in seguito ad affermazioni inqualificabili fatte in questa Assemblea.
VITTORIO SGARBI. Non inqualificabili, vere!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la prego. L'onorevole Cennamo sta chiedendo scusa ai colleghi con un atto di autocritica e di rispetto che tutti dobbiamo apprezzare (Generali applausi).
VITTORIO SGARBI. Sta offendendo me! Sta offendendo me! Sta offendendo me!
PRESIDENTE. Sta chiedendo scusa anche a lei.
VITTORIO SGARBI. Chiedo il giurì!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, guardi. L'onorevole Cennamo sta chiedendo scusa anche a lei...
VITTORIO SGARBI. A me non chiede scusa!
PRESIDENTE. ...per un gesto che ha compiuto, e sta esprimendo un giudizio politico, che appartiene ad un'altra sfera e che è diritto-dovere di tutti esprimere, a seconda delle proprie convinzioni.
Quello che mi interessa evidenziare - e per questo voglio che concluda - è che sta chiedendo scusa a lei e all'Assemblea: poiché il dono dell'infallibilità non appartiene ad alcuno di noi, si tratta di una cosa che può capitare a tutti. Credo che avere l'umiltà di chiedere scusa sia un fatto che vada apprezzato sia dalla destra sia dalla sinistra (Generali applausi).
Onorevole Cennamo, la prego di concludere, così chiudiamo questo discorso.
ALDO CENNAMO. Signor Presidente, la ringrazio perché lei ha interpretato pienamente il senso delle cose che stavo dicendo e, ovviamente, quando ho usato quell'aggettivo, l'ho usato esclusivamente per le accuse rivolte a questa parte politica, che ha una storia politica che può essere d'onore per la parte che essa rappresenta e, credo, per l'intero popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
ALESSANDRO CÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, farò un intervento brevissimo. Conosco anche personalmente l'onorevole Cennamo e credo che, effettivamente, questa sua azione non appartenga al suo modo di essere. È chiaro, però, che questa azione non può essere giustificata dall'espressione,
magari anche forte, usata dall'onorevole Sgarbi. Questa logica non deve passare in questa Assemblea (Applausi di deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).
L'altro giorno anch'io ho avuto una reazione esagerata, della quale mi sono scusato subito con il Presidente Fiori, ma l'ho avuta in risposta ad un tentativo, anzi, all'abitudine dell'opposizione, ormai inveterata in questa Assemblea, di far partire degli insulti ogni qual volta il sottoscritto o anche altre persone della maggioranza prendono la parola.
Credo che, al di là delle distinzioni di parte, occorra garantire a tutti, in questa Assemblea, la libertà di dire tutto quello che si vuole dire (Applausi di deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
VITTORIO SGARBI. Bravo!
ALESSANDRO CÈ. Vorrei ricordare che, due settimane fa, sul conflitto di interessi, noi siamo stati, in questa Assemblea, muti, a farci insultare in maniera indecorosa per ben tre giorni (Applausi di deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza nazionale). Per cui, abbiamo dimostrato sul campo di sapere bene quali sono le regole della democrazia e del liberalismo. L'abbiamo dimostrato sul campo, perché altrimenti non avremmo accettato di essere insultati continuamente con frasi dell'opposizione che non sono neanche più citabili.
Allora, credo che lei, signor Presidente, nella sua autorevolezza e nella sua libertà di scegliere quali comportamenti adottare, dovrebbe agire stigmatizzando eventuali comportamenti lesivi della libertà di ogni deputato di esprimersi e riprendendo, eventualmente, coloro che usano frasi sconvenienti, come prevede il nostro regolamento. E, come è stato fatto nella scorsa legislatura, mi permetta di dirlo, non dovrebbe interrompere sempre le sedute dell'Assemblea soltanto perché si è tenuto un comportamento effettivamente sgradevole o fuori dalle righe, ma dovrebbe prendere provvedimenti quali il richiamo all'ordine per la prima volta, per la seconda volta ed eventualmente l'espulsione dall'aula, provvedimenti che giustamente, nella scorsa legislatura furono adottati dal Presidente Violante e che, tra l'altro, mi videro vittima, in varie occasioni, di espulsioni da quest'aula. Poiché non solo questa è la prassi, ma è quanto prevede il regolamento, io credo che questo dovrebbe fare anche lei, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Mi fa piacere, onorevole Cè, di sapere che lei condivide maggiormente la prassi seguita dall'onorevole Violante, mio predecessore, in ordine alle espulsioni. Io, le dico la verità, ho qualche difficoltà ad applicarla, perché ciò è contrario al tentativo che giornalmente compio di far sì che quest'aula sia un luogo in cui ci sia rispetto reciproco e non un maestro, un professore che espelle gli alunni (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e della Margherita, DL-l'Ulivo).
TEODORO BUONTEMPO. È il regolamento!
PRESIDENTE. Debbo anche dire che è ovvio che farò così qualora mi trovassi nelle condizioni di individuare delle responsabilità. Io non ho visto - ed è questo il motivo per cui ho ringraziato l'onorevole Cennamo, non certo per il gesto che ha compiuto, peraltro, onorevole Cè, lo ha ringraziato anche lei e questo mi fa piacere...
ALESSANDRO CÈ. Tutti noi lo ringraziamo!
PRESIDENTE. Non ho visto chi abbia lanciato le monetine, ho soltanto visto che le monetine venivano lanciate, infatti, appena rientrato in aula, ho informato l'Assemblea di aver dato disposizioni agli uffici di acquisire i filmati della seduta per visionarli.
Credo che oggi, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata per le 17,30, e, successivamente, nell'Ufficio di Presidenza, potremo esaminare con molta attenzione anche il clima che si è determinato in aula e che sto facendo di tutto per riportare a livelli di accettabilità.
Se, a volte, interrompo la seduta, è anche per cercare di rompere quel clima di tensione reciproca che porta il Parlamento a diventare qualcosa che assomiglia molto di più ad un luogo di contese inaccettabili piuttosto che ad un luogo di confronto politico.
Do nuovamente la parola all'onorevole Sgarbi che stava parlando e che ha diritto a continuare il suo intervento, visto che era stato interrotto con una certa vivacità.
Prego, onorevole Sgarbi, lei è anche uomo di spirito, per cui....
VITTORIO SGARBI. Ringrazio il Presidente Casini e rammento all'Assemblea che sono stato interrotto mentre argomentavo non su questioni più o meno qualificabili ma sulla realtà.
La parola «cortigiano», che fa riferimento ad un testo di Baldassare Castiglione, ha una sua antica nobiltà per cui io non mi vergogno di far parte della corte dell'onorevole Berlusconi, se questo è quanto, con tanta sensibilità, mi veniva dichiarato. Ciò non è per me inqualificabile né ritengo inqualificabile il lancio della monetina, ritengo, anzi, che vada apprezzata la buona mira con cui è stato colpito il socialista Colucci che merita di ricevere le monete in quanto.... (Si ride). Quindi non vedo di che si debba scusare il collega Cennamo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (CCD-CDU)); è stato un episodio di tiro al bersaglio in cui siamo noi cortigiani, noi servi, noi ladri, noi meritevoli di tutto e loro buoni, santi, con un capogruppo che prepara un nobile discorso, come l'onorevole Violante, che non è mai stato comunista e che quindi, dire a lui comunista, ritiene che sia una cosa offensiva; il passato è passato e quindi so che non sono più comunisti, neanche quelli che si chiamano comunisti italiani, non lo sono più, si chiamano così per caso.
Ebbene, per quello che riguarda il tema, la parola «cortigiano» mi è costata 120 milioni di ex lire. Non ritengo sia giusto che il Parlamento sia sconfessato dalla Corte ed è questa la materia di cui volevo parlare. L'esempio lo portavo pertinentemente perché sono parte in causa e non soffro di esserlo, se non sul piano pecuniario; ritengo che non si possa viceversa definire inqualificabile la realtà del presente per cui c'è una corte, che è la corte, per esempio, del regista Moretti a cui si accodano alcuni uomini della sinistra. È vergognoso questo? No, è bello e nobile, ma non per questo potete impedirmi di chiamarla corte. C'è una corte di un grande leader romantico che si chiama Fidel Castro; noi siamo chiamati fascisti perché affidiamo ad Alain Elkann l'organizzazione statale, governativa della fiera del libro, mentre la dottoressa onorevole Tasca non vuole incontrare Berlusconi e manda il suo sottosegretario a salutare Castro, quando, oggi, i dissidenti scrittori sono in galera o stanno a Parigi non potendo rientrare a Cuba (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Questa è la corte reale, presente, non inqualificabile per me, visto che a molti di loro piace, visto che ai socialisti francesi piace Castro e non piace Berlusconi, visto che l'onorevole Bertinotti ammira Castro, visto che l'onorevole Cossutta ammira Castro.
Ecco che per alcuni di loro che mi davano del cortigiano richiamavo altre corti, corti supreme di ingiustizia - o di giustizia - dove il dissidente viene fatto morire in carcere, oggi. Abbiamo i Moretti, i Benigni, i Tabucchi che possono tranquillamente tornare in Italia qualora siano all'estero a scrivere contro il Governo: provate a far scrivere, ad uno scrittore che sta a Parigi, contro il Governo Castro e poi, se ci riuscite, consentitegli di tornare a L'Avana!
Ho detto questo, che mi sembra la realtà e non un inqualificabile discorso! Si
tratta della fotografia di una realtà che è qualificabile in quanto tale (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania), per cui respingo l'accusa di inqualificabile, come non ritengo fossero tali le monetine, per quello che cercavo di dire con riferimento alla parola «cortigiana».
Tornando al tema centrale, intendo dire che, quando la Corte invalida il voto di quest'Assemblea si trova di fronte alla giusta valutazione degli amici Bielli e Di Gioia, che dicono: sono questioni personali, si tratta di una vicenda personale, privata.
È da questo punto che volevo partire: la vicenda Previti-Ariosto è tutto meno che una vicenda privata. Si tratta di una vicenda sommamente politica, come dimostra il presente dibattito in cui loro, assumendo l'atteggiamento che hanno assunto - mi riferisco agli amici colleghi, anche garantisti, come Di Gioia -, interpretano l'opposizione che devono fare applicandosi a quello che ritengono un caso privato il quale, invece, è sommamente politico. Infatti, il processo SME-Ariosto vede coinvolto il Presidente del Consiglio. Dov'è allora l'elemento politico? Nel fatto che abbiamo ritenuto di costruire un processo attraverso l'area femminile, evocata delicatamente con le parole a favore di Stefania Ariosto dell'onorevole Mazzuca Poggiolini, in un collegamento in cui questo mondo femminile investe anche la dottoressa Boccassini, che appartiene a quel genere di magistrati che, avendo le scorte, le rifiutano. Volete contestare anche questo?
PIERLUIGI MANTINI. Sì, vogliamo contestarlo!
VITTORIO SGARBI. La scorta le è stata concessa dal prefetto: una macchina blindata dello Stato, due uomini armati, e lei l'ha respinta (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)! La verità è questa (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)!
Allora non esiste la verità: il prefetto è un mentitore e la Boccassini non ha rinunciato alla scorta (Commenti del deputato Bonito)! La scorta ce l'ha tuttora e la respinge (Commenti del deputato Cordoni)!
PIERLUIGI MANTINI. La tutela non è la scorta!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, torniamo al tema....
VITTORIO SGARBI. Torniamo al punto. Ciò di cui stavo parlando, infatti, non è ora il tema principale (se volete, possiamo continuare a parlarne fuori) in quanto non voglio argomentare sul piagnisteo che i grandi magistrati non hanno mai fatto rispetto ad una valutazione del Ministero dell'interno, mentre taluni, invece, lamentano quello che hanno.
Ebbene, Boccassini, Mazzuca ed Ariosto hanno costruito l'idea di una figura indifesa (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo) ...signor Presidente, mi consenta di parlare, perché gli argomenti non vogliono essere in alcun modo polemici, sono dei dati di fatto...
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, sono argomenti importanti che hanno già portato un'altra decina di colleghi a chiedere la parola dopo di lei. Qui non abbiamo fretta, vada pure tranquillo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
VITTORIO SGARBI. Voglio semplicemente argomentare sul fatto che la questione Ariosto possa essere ritenuta - come con tranquillità indicava l'amico Bielli - una questione personale. La mia tesi, che mi ha portato alla succitata condanna per la parola «cortigiana» è invece che il teste Ariosto sia stato utilizzato con una funzione politica precisa attraverso un'azione documentata di diffamazione stabile e costante dell'onorevole Previti, il cui nome ora basta ad infamare il Presidente emerito della Corte costituzionale
Baldassarre. Infatti, per dire che Baldassarre non è un presidente civile, o di garanzia, per la RAI, basta dire che ha frequentato Previti, intendendo Previti come il riferimento del male supremo per cui il solo fatto di averlo incontrato nel 1998 porta ad essere considerati indegni.
Esiste allora una diffamazione che egli ha oggettivamente patito, non essendo stato ancora condannato; questa deriva dalle dichiarazioni della signora Ariosto, la quale ha affermato che nella casa di Previti - dove pare non essere mai stata, ma ammettiamo pure che vi sia stata - ci si sedeva su montagne di denaro che venivano date ai magistrati.
Ecco, allora, che richiamo all'onorevole Violante il tema cruciale: la signora Ariosto non ha indicato Squillante come unico referente dell'atteggiamento corruttivo di Previti, ma ha indicato straordinari magistrati che sono stati diffamati, acclarando che le parole dell'Ariosto erano senza fondamento. E si chiamano, in ordine alla politica: il ministro dell'interno e grande magistrato di Cassazione, Brancaccio, il grande amico dell'onorevole Violante e illustre magistrato, Coiro, i quali sono stati indicati come amici di Previti e da lui corrompibili.
PIERLUIGI MANTINI. È fuori tema! È un'altra cosa!
VITTORIO SGARBI. ...Vittorio Mele, procuratore di Roma, inquisito dalla dottoressa Boccassini e poi lungamente attivo al Ministero della giustizia il quale...
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la avverto che il tempo a sua disposizione sta per terminare.
VITTORIO SGARBI. Sto arrivando a dire che questi elementi provano che l'atteggiamento diffamatorio della Ariosto ha investito alti magistrati, costretti a perdere ruoli importanti in virtù di cose false. L'ultimo caso riguarda Vittorio Mele. Nella relazione di maggioranza della Giunta per le autorizzazioni svolta dall'onorevole Carrara si dice: quanto alla verifica della genuinità della fonte di prova, non può trascurarsi il fatto che l'Ariosto è stata indagata a Milano per bancarotta fraudolenta nonché per estorsione e truffa ai danni del Lloyds di Londra per simulata rapina» (cosa di cui ho gli elementi oggettivi) «nel suo esercizio commerciale e che all'epoca in cui iniziò la sua collaborazione con i pubblici ministeri di Milano versava in una situazione di particolare illiquidità a causa di debiti di gioco (... ). Nel caso dell'incidente probatorio, l'Ariosto ha riferito di aver consultato negli uffici giudiziari» (cosa gravissima!) «elenchi di nomi di magistrati (...) di cui alla fine ha ricordato soltanto quello di Squillante. Quasi tutti i magistrati» (magistrati che voi guardate con legittima ammirazione) «coinvolti nell'indagine a seguito delle dichiarazioni rese al pubblico ministero dall'Ariosto hanno negato di conoscerla» e le varie posizioni processuali di Brancaccio, Mele, Coiro, Misiani sono state archiviate dalla stessa procura di Milano. Questo è il quadro...
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la ringrazio, ma lei ha già sforato di diversi minuti il tempo che le era stato concesso.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, lungi da me, ovviamente, l'intenzione di rispondere ad alcune parole dell'onorevole Sgarbi. Tra l'altro sono un cortigiano e faccio parte della corte di Fidel Castro e di Che Guevara, ma anche dei fratelli Cervi (il Presidente del Consiglio Berlusconi non sapeva chi fossero, ma forse ora l'ha imparato).
VITTORIO SGARBI. Però quelli sono morti, mentre Castro è vivo e combatte ancora!
GIOVANNI RUSSO SPENA. Tuttavia, visto che si è permesso un simile intervento in Assemblea, cui credo seguano
legittimamente altri dieci interventi, ritengo vi sia una forma di autostruzionismo da parte della maggioranza che, evidentemente, non vuole più condurre in porto nella seduta di oggi il provvedimento collegato alla finanziaria. Forse, vi è una forma, che noi riteniamo giusta, di autocritica e di resipiscenza su quel provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo). Peraltro, come gruppo, riteniamo che, a questo punto, l'Assemblea non debba essere più d'accordo - come la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito - nel condurre in porto il provvedimento. Questa è la conseguenza dell'intervento e della provocazione dell'onorevole Sgarbi.
VITTORIO SGARBI. Non è una provocazione!
ALESSANDRO CÈ. Non siamo mica all'asilo!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sarò brevissimo; credo di avere due minuti a disposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha disposizione un minuto e 15 secondi.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei semplicemente segnalare che l'intervento dell'onorevole Sgarbi ha riguardato, per quattro quinti, altre cose, ed evidentemente era finalizzato soltanto a provocare questa Assemblea e credo che ci sia in parte riuscito.
VITTORIO SGARBI. La provocazione veniva da loro!
ROBERTO GIACHETTI. Vorrei semplicemente dire... Onorevole Sgarbi taccia, ogni tanto! Visto che sui banchi del Governo gli mettono la «mordacchia», per parlare si colloca su quei banchi!
VITTORIO SGARBI. Bugie, bugie, bugie!
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se l'onorevole Sgarbi mi interrompe non posso parlare!
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, parli perché nessuno la sta interrompendo più di quanto siano stati interrotti gli altri!
ROBERTO GIACHETTI. Mi sta interrompendo l'onorevole Sgarbi! Io non ho interrotto nessuno e gradirei utilizzare il tempo a mia disposizione con i diritti che mi spettano.
Vorrei segnalare che non perdiamo lezioni di democrazia da chi, davanti a milioni di persone, compie violenze fisiche nei confronti di giornalisti e teorizza la violazione della legge, in particolare quella sull'abuso d'ufficio, per portare la propria donna a visitare i musei di sera! E ciò neanche rispetto alle persone che frequentiamo...
ROSY BINDI. Bravo!
VITTORIO SGARBI. Ignorante! Falsario!
ROBERTO GIACHETTI. ...essendo che l'onorevole Sgarbi parla dai banchi il cui leader...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.
FABIO CIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO CIANI. Signor Presidente, l'onorevole Vito, che è parlamentare di lungo corso, aveva sconsigliato all'onorevole Sgarbi di intervenire perché, nella scorsa legislatura, ci ha fatto perdere tanto di
quel tempo per tutti i suoi problemi personali che abbiamo dovuto trattare in quest'aula che forse, oggi, poteva evitare di farcene perdere altrettanto.
Detto ciò, già l'onorevole Giachetti sottolineava alcuni aspetti. Capisco l'onorevole Cè e condivido quanto ha detto: credo che in quest'aula tutti si debba ascoltare attentamente e con pazienza le ragioni degli altri. Però, ci sono alcuni eccessi. Oggettivamente vi sono alcuni deputati, alcuni personaggi, alcuni membri del Governo che hanno sempre dato prova esclusivamente di arroganza, di intemperanza, di insulti, di voler solo garantire propri privilegi personali rispetto al bene comune che sarebbe bene che in quest'aula parlassero un po' meno (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
GABRIELE FRIGATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei salutare i membri del Governo perché non capita spesso, in quest'aula, che siano così numerosi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Li saluto volentieri e mi auguro che anche in altre occasioni trovino il tempo e lo spazio per essere con noi.
Ho ascoltato volentieri l'onorevole Sgarbi e devo dire che le responsabilità storiche delle ideologie e dei totalitarismi sono consegnate alla storia. In questo momento stiamo parlando d'altro: stiamo parlando dell'applicabilità delle prerogative previste dall'articolo 68 della nostra Costituzione. Noi crediamo che il caso specifico di procedimenti penali nei confronti dell'onorevole Previti non rientri in quelli previsti nell'articolo 68. La zuffa che ogni volta l'onorevole Sgarbi cerca su questi temi credo sia almeno sospetta, perché bisogna sempre parlare d'altro e non bisogna parlare del caso specifico (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, sarò molto breve. Volevo solo dire che credo debba essere valutato da lei il rapporto che passa tra l'essere componente del Governo ed intervenire su questi temi. Il sottosegretario che ha parlato prima fa parte del Governo ed ha responsabilità specifiche, in quanto componente del Governo, anche su problemi che affronteremo e che abbiamo affrontato con un atto parlamentare in questi giorni, ma non è di questo che voglio parlare.
Ritengo particolarmente delicato che sia un uomo di Governo - perciò avevo chiesto la parola - ad esprimersi in questi termini così offensivi nei confronti di una parte dell'Assemblea.
VITTORIO SGARBI. L'offesa non c'è stata!
LUCIANO VIOLANTE. Sappiamo che tante volte lo scontro tra maggioranza ed opposizione, purtroppo, ha aspetti sgradevoli. Ma quando è per bocca di un membro del Governo che si sente quel tipo di offese e di insulti la questione cambia radicalmente.
VITTORIO SGARBI. Nessuna offesa, nessun insulto!
LUCIANO VIOLANTE. Ripeto, posso accettare qualunque tipo di insulto nello scontro che c'è tra noi, ma quando un signore che siede lì è rappresentante del Governo, solo perché cambia posto non può cambiare veste. Il collega Sgarbi cambia già troppe vesti nel corso della giornata, come sappiamo.
VITTORIO SGARBI. Come te nella tua vita!
LUCIANO VIOLANTE. Promuove cose commerciali e poi viene qui da sottosegretario. Insomma, fa dei pasticci incredibili che poi discuteremo.
La questione di fondo è questa ed è una questione grave perché getta un'ombra sull'intero Governo. Ci sono persone assolutamente rispettabili che noi stimiamo su quei banchi, ma c'è un punto di cui i colleghi più esperti non possono non accorgersi. Capisco che il collega Vito avesse chiesto all'onorevole Sgarbi di non intervenire, non solo perché la sua provocazione salottiera...
VITTORIO SGARBI. I salotti di Castro!
LUCIANO VIOLANTE. ...avrebbe scatenato quello che sappiamo che scatena, ma anche perché si pone un problema assai delicato. La prego, signor Presidente, di considerarlo, quando e come lei riterrà, con il Presidente del Consiglio affinché quest'ultimo valuti in che termini i membri del Governo possano intervenire in questioni specificamente e solamente parlamentari.
VITTORIO SGARBI. In quanto parlamentare.
LUCIANO VIOLANTE. Si ricorderà anche un'altra questione. A volte è accaduto - e il ministro Pisanu lo ricorderà - che, quando si discutono queste cose gravi, i membri del Governo non siedano in quel banco, ma ai banchi destinati ai parlamentari, perché ci si comporta da parlamentari in questa questione. C'è una confusione di ruoli che credo non sia più accettabile. Noi comunque, signor Presidente, protestiamo formalmente per le offese che un membro del Governo ha rivolto a parte dell'Assemblea.
VITTORIO SGARBI. L'offesa la patiscono gli scrittori nelle carceri!
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Sgarbi...
VITTORIO SGARBI. Trova le parole giuste: nessuna offesa!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, mi sembra che possa bastare per oggi! Può bastare per oggi, visto che tutto sommato stiamo solo compromettendo il calendario di questo mese!
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Sgarbi, lei si è vantato di far parte di una corte e credo che il suo ruolo in quella corte sia quello del buffone, quello che fa costantemente in questa sede.
VITTORIO SGARBI. L'offesa è la sua!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la prego di lasciare terminare l'onorevole Violante.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, ha fatto riferimento a magistrati corrotti o corrompibili ma quello che un tribunale della Repubblica sta cercando di accertare, contro impedimenti che alcuni stanno, è se ci siano dei magistrati corrotti: proprio questa è la questione.
Credo che sarebbe interesse del Governo e degli uomini politici coinvolti in quel processo cercare di far capire agli italiani se i magistrati siano stati corrotti oppure no: quindi, onorevole Sgarbi, quest'accusa si ritorce contro di lei. Per sapere chi siano i magistrati corrotti, cerchiamo di fare in modo che il processo sia favorito e non impedito: lei non può usare quell'argomento.
VITTORIO SGARBI. Mele è stato diffamato come Coiro! Mele è stato diffamato dalla tua Boccassini!
LUCIANO VIOLANTE. Come ultima questione...
VITTORIO SGARBI. Ex comunista!
LUCIANO VIOLANTE. Onorevole Sgarbi, io sono stato comunista e mi onoro di esserlo stato, non è questa l'offesa.
VITTORIO SGARBI. Dove ti ho offeso? Ma tu offendi! Io ti ho detto ex comunista quale sei!
PRESIDENTE. Non dialoghiamo, onorevole Violante, andiamo avanti.
LUCIANO VIOLANTE. Non solo mi onoro di esserlo stato perché, in questo paese, i comunisti italiani hanno battuto il fascismo e il nazismo, hanno conquistato la Repubblica, la Costituzione...
VITTORIO SGARBI. Anche i liberali! Anche Sogno che tu hai mandato in galera! Sogno! Sogno!
LUCIANO VIOLANTE. ...hanno conquistato diritti in questo paese
VITTORIO SGARBI. Il mio giudizio è che i liberali abbiano fatto altrettanto! Anche Sogno!
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la richiamo all'ordine. Onorevole Sgarbi, si tratta di un giudizio dell'onorevole Violante. Siamo in seicentotrenta e ognuno ha il suo; lei ne ha espressi tanti di giudizi e li ascoltiamo sempre con attenzione.
LUCIANO VIOLANTE. In questo paese, non c'è stato diritto e battaglia per i diritti che non abbia visto questa parte politica e il collega Sgarbi può liberamente esprimere le sue opinioni anche perché questa parte politica, essendo suo avversario, ha combattuto anche per lui.
VITTORIO SGARBI. Tu offendi, comunista quale sei!
LUCIANO VIOLANTE. Infine, signor Presidente, la prego di sospendere la seduta e convocare subito la Conferenza dei presidenti di gruppo perché la situazione è tale da non consentire, oggi, la prosecuzione dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Colleghi, vi assicuro che la situazione è tale che non consente, oggi, di proseguire.
VITTORIO SGARBI. Dov'è che è tale?
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, lo mandi via, per piacere!
VITTORIO SGARBI. Dov'è che ti avrei offeso? Non ti ho offeso!
GIUSEPPE ROSSIELLO. Caccialo!
FRANCESCO BONITO. Presidente, lo cacci dall'aula!
LUCIANO VIOLANTE. Ma che cosa hai preso? Cosa hai assunto?
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'onorevole Violante sta concludendo il suo intervento, non mettetevici anche voi! Per cortesia, mi sembra che la situazione sia molto chiara. Onorevole Violante, ci sono momenti confusi, questo è un momento chiaro non confuso.
LUCIANO VIOLANTE. Essendo un membro del Governo che sta creando una situazione per la quale l'Assemblea non può proseguire nei suoi lavori...
VITTORIO SGARBI. Sono parlamentare!
FRANCESCO BONITO. Sei uno stronzo!
LUCIANO VIOLANTE. ...evidentemente è segno che il Governo non ha interesse a far sì che questo provvedimento venga approvato. Signor Presidente, la prego di sospendere la seduta e convocare adesso la Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere il da farsi.
PRESIDENTE. Onorevole Violante, dato che sono custode della regolarità delle sedute, anzitutto mi preme ribadire che in materia di insindacabilità è ovvio - come lei ha ricordato - che il Governo non ha alcun ruolo. È altrettanto ovvio che i suoi componenti possono parlare nella
loro qualità di deputati, come è già capitato in altre circostanze e, qui, ho i precedenti.
Diverso è il profilo politico e istituzionale che lei pone, in riferimento ad espressioni usate da un membro del Governo e questo investe, da un lato, il rapporto che l'esecutivo - qui autorevolmente rappresentato - intende avere con l'opposizione e, complessivamente, il problema del rapporto tra il Governo e il Parlamento: tale questione sarà esaminata in sede diversa all'Assemblea.
Per quanto riguarda la sua richiesta di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, credo che adesso esista il problema di riuscire a votare sulla insindacabilità.
Sono le ore 14 e chiaramente dovremmo sospendere per almeno 30 minuti, però, questo è il momento dell'assunzione di responsabilità per tutti.
Il Presidente della Camera - che al momento di insediarsi ha dichiarato che si voleva far carico di due esigenze, quella dell'opposizione di trovare in questa sede la casa per esercitare il suo ruolo e quella della maggioranza di governare - non intende (lo dico subito, in modo da non scaricare sul Presidente della Camera un problema che appartiene all'Assemblea) cambiare il programma che avevamo stabilito e che prevedeva di completare - cosa che, fino a un'ora fa, era da tutti auspicata e praticamente possibile - l'esame del provvedimento al nostro esame.
Sarebbe molto grave se una discussione di questo tipo ci impedisse, oggi, di portare avanti il provvedimento che il Parlamento deve esaminare (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Prima di ricevere l'applauso - è meglio che i Presidenti della Camera ne abbiano il meno possibile - vorrei rivolgere un appello molto chiaro ai parlamentari presenti adesso in aula, affinché siano nuovamente qui tra mezz'ora. Perché, se tra mezz'ora il numero dei parlamentari attualmente presenti si dimezza, ognuno potrà esprimere il proprio giudizio, ma lo esprimerà anche il Presidente della Camera.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali sono in corso i procedimenti di cui al Doc. IV-quater, n. 22, concernono opinioni espresse dal deputato Previti nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, alcuni dispositivi di voto di questo settore non funzionano.
PRESIDENTE. Allora, chiedo singolarmente ai deputati i cui dispositivi di voto non funzionano di precisare il voto che intendono esprimere.
DONATO LAMORTE. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
GIAN FRANCO ANEDDA. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
ANDREA RONCHI. Signor Presidente, esprimo voto favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
I voti favorevoli espressi dai sette deputati i cui dispositivi di voto non funzionavano
si intendono computati qualora non risultino già espressi (Vedi votazioni).
(Presenti 357
Votanti 356
Astenuti 1
Maggioranza 179
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 130).
Prendo atto che l'onorevole D'Agrò si è astenuto, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Sospendo la seduta fino alle 14,30.
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