Allegato B
Seduta n. 102 del 21/2/2002


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ATTIVITĄ PRODUTTIVE

Interrogazioni a risposta scritta:

DAMIANI. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli affari regionali. - Per sapere - premesso che:
agli inizi del 1998 fu avviata dallo Stato italiano, attraverso la regione Friuli-Venezia Giulia allora guidata da Roberto Antonione, una collaborazione con la regione della Slavonia (Croazia);


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fu inviata in Croazia una delegazione per studiare un progetto di cooperazione decentrata;
secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto, nell'edizione del 20 febbraio 2002, tale delegazione aveva il compito di studiare un progetto ai sensi della legge n. 49 del 1987, il primo mai affidato a una regione, nella quale - sempre secondo quanto riportato dal suddetto quotidiano - vengono individuate le contee di Vukovar e Osjek, martoriate dalla guerra e con etnie diverse;
nell'ottobre del 1998 segue una seconda missione nella quale viene definita l'erogazione di 6 miliardi e 800 milioni di lire, di cui 5 statali, su quattro ambiti di intervento: institution building (ricostruzione delle istituzioni democratiche); piccola e media impresa; agricoltura e ambiente; promozione socio-economica;
nel luglio del 1999, il progetto passa il vaglio del comitato ministeriale;
nel settembre dello stesso anno la giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia adotta la relativa delibera nella quale, al posto di Finest (finanziaria regionale prevista dalla legge n. 19 del 1991 e individuata inizialmente dalla precedente amministrazione regionale), compare Friulia;
l'anno seguente, l'operazione passa dalla Friulia a Informest;
nel settembre 2000 al vertice della mission viene nominato, con un contratto di 450 milioni per tre anni, Lucio Cinti, già sindaco di San Giorgio di Nogaro ed ex consigliere regionale socialista poi passato a Forza Italia -:
poiché sono trascorsi quasi due anni dall'incarico e oltre quattro dall'individuazione del progetto, cosa i ministri interessati intendano fare per dare corso agli accordi sottoscritti e se risponda a verità la notizia riportata dal Messaggero Veneto, nell'edizione del 20 febbraio 2002, secondo la quale «come riferisce una nota diplomatica diramata il 18 febbraio 2002, l'ambasciatore croato in Italia Drago Kraljevic ha chiesto spiegazioni al nostro Ministero degli esteri, ricevendo una risposta che non si può dire lusinghiera per l'amministrazione regionale.
(4-02217)

BULGARELLI. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Multinazionale Alcan Inc. dopo la fusione con la società svizzera AlGroup, starebbe per avviare una ristrutturazione del piano aziendale comportante una riduzione drastica del personale: duemila i posti di lavoro a rischio in Europa, 500 licenziamenti riguarderebbero l'Italia di cui ben 200 nel solo stabilimento metallurgico di Fizzonasco (Milano);
nello stabilimento di Fizzonasco sarebbe stata recentemente portata a termine la realizzazione di un nuovo edificio per la lavorazione del metallo, un investimento di alcuni miliardi che avrebbe dovuto produrre nuovi posti di lavoro e che invece vede l'azienda intenzionata alla cessazione di produzione dei dischi di alluminio (fondi delle pentole) e al conseguente ridimensionamento drastico delle unità produttive;
in prospettiva la scelta di chiudere, dismettere o ridimensionare certe attività, non risulterebbe garanzia del mantenimento e dello sviluppo delle attività industriali che continuerebbero a sussistere anche in seguito all'operazione proposta dal piano aziendale, ma appare come la fine di un percorso posto su di un piano inclinato, difficilmente recuperabile, che precluderebbe alla definitiva scomparsa della presenza del gruppo Alcan in Italia;
con l'attuazione di questo piano di riorganizzazione si perderebbero inoltre ingenti risorse umane, professionalmente competenti e difficilmente sostituibili;
per la forte rilevanza sociale e locale la vicenda è stata affrontata dal consiglio comunale di Pieve Emanuele che con Opera, Locate e Rozzano è uno dei centri


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in cui vivono la maggior parte dei duecento lavoratori che attualmente rischiano il posto di lavoro;
ancora una volta una azienda del sud milanese è in crisi dopo fusione con una multinazionale, è già in corso infatti lo smantellamento della Saiwa di Locate Triulzi che entro il 2003 chiuderà lasciando senza lavoro oltre 150 dipendenti -:
quali siano le reali intenzioni, a seguito della fusione con la svizzera AlGroup, della Multinazionale Alcan Inc. riguardo al futuro dello stabilimento di Fizzonasco;
se non si consideri di dover intervenire al fine di promuovere un confronto con le parti in merito ai progetti futuri della società salvaguardando i principi della trasparenza e della correttezza delle relazioni tra le parti ed esplicitare con chiarezza quali siano le modalità di questa fase definita di riorganizzazione e quali le garanzie per il futuro occupazionale dei dipendenti della Alcan;
se non si ritenga che la trattativa dovrebbe inoltre essere sviluppata a livello europeo per le conseguenze e la riorganizzazione di alcuni processi produttivi, a livello nazionale per le prospettive industriali del gruppo, la sua riorganizzazione e gli strumenti da adottare ed a livello aziendale verificando le problematiche e le conseguenze sull'assetto produttivo e occupazionale;
come si intenda operare per garantire regole certe nei processi di internazionalizzazione delle imprese, per evitare che il ruolo e la presenza delle multinazionali nel nostro Paese non appaia come utilizzo di un «territorio libero» dove poter fare e disfare a proprio piacimento.
(4-02221)