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C)
procura della Repubblica di Roma ad aprire un'indagine giudiziaria, il caso non può non far saltare agli occhi l'assurdità della norma sulla obbligatorietà dell'azione penale o di talune sue interpretazioni estreme che, nella fattispecie, ha come conseguenza l'interrogatorio di decine di migliaia di ignari cittadini, intimoriti da una siffatta convocazione di massa, con costi spropositati sul piano delle risorse finanziarie impiegate, dei tempi occorrenti e della distrazione di contingenti di forze dell'ordine dai compiti di sicurezza -:
sulla base di un esposto presentato, subito dopo la presentazione delle liste nel marzo 2000, da Marco Pannella, Emma Bonino e Marco Cappato, la procura della Repubblica di Roma ha recentemente avviato una maxi inchiesta sulla presunta irregolarità nella raccolta di firme di tutti i partiti per le elezioni regionali nel Lazio del 16 aprile 2000, vinte dal Polo con l'elezione a Presidente della Regione di Francesco Storace;
i pubblici ministeri incaricati dell'indagine, Maria Gloria Attanasio e Vincenzo Rosselli, hanno affidato alla Digos gli accertamenti sul centrodestra e ai carabinieri quelli sul centrosinistra: complessivamente saranno circa cinquantamila le persone (ventiseimila per il centrodestra e ventiquattromila per il centrosinistra) convocate per riconoscere la propria firma apposta a corredo delle liste dei candidati;
i suddetti esponenti del partito radicale presentarono ottantatre denunce in tutta Italia per segnalare anomalie nella presentazione delle liste, tanto che indagini giudiziarie in tutta Italia sono aperte anche in Calabria, Basilicata e Campania (a Benevento sono sessantuno gli indagati), mentre in altre regioni l'inchiesta è stata archiviata;
per ciascuna lista occorrevano dalle tremila alle cinquemila firme, molte, secondo i ricorrenti, sarebbero state falsificate, ovvero, alcune liste sarebbero state presentate dai partiti solo poche ore prima dei termini previsti, perché vennero modificati i candidati;
i reati ipotizzati sono falso materiale, falso ideologico e abuso d'ufficio;
le migliaia di persone convocate dalla polizia e dai carabinieri saranno chiamate a confermare o a smentire d'aver firmato la lista poi autenticata da un notaio, un cancelliere o un consigliere regionale, provinciale o comunale;
nel corso di una conferenza stampa tenuta lo scorso 26 gennaio 2002, i radicali Rita Bernardini e Daniele Capezzone hanno criticato la lentezza dell'indagine: secondo loro andava aperta subito, quando fu presentato l'esposto, mentre allo stato attuale non può che suscitare perplessità, soprattutto quando si vogliono interrogare cinquantamila persone per un reato presunto commesso due anni fa e i cui effetti da due anni vengono prodotti sul territorio con il governo delle giunte regionali;
la Bernardini ha osservato che «si spenderanno decine di miliardi di lire per approdare a un nulla di fatto perché il reato andrà in prescrizione»;
pur non volendo entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato la
quali valutazioni e quali iniziative di carattere normativo il Governo intenda assumere per impedire che l'obbligatorietà dell'azione penale produca effetti distorsivi nel sistema democratico e delle garanzie costituzionali nel nostro Paese.
(2-00248)
«Briguglio, Buontempo, Lamorte, Maceratini, Messa, La Starza, Meroi, Rositani, Zaccheo, Arrighi, Bellotti, Cirielli, Leo, Paolone, Benedetti Valentini, Giulio Conti, Delmastro Delle Vedove, Mussolini, Angela Napoli, Pezzella, Ronchi, Villani Miglietta, Castellani, Strano, Taglialatela, Fatuzzo, Franz, Landolfi, Losurdo, Fragalà».
(19 febbraio 2002)