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DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
messi a disposizione della Magistratura dai Servizi di Sicurezza per esigenze di giustizia, con clausola della vietata divulgazione ed è quindi da considerarsi assolutamente illegittima la diffusione effettuata dal medesimo Cipriani il quale li ha utilizzati per trarne conclusioni opinabili e comunque non accertate da organi a tal fine preposti;
le integrazioni ed i coordinamenti necessari;
morte annunciata»: morte dei valori dell'ambiente e della difesa del territorio; e sovente morte della legalità;
Gianni Cipriani nel libro «Lo Stato invisibile» attribuisce All'onorevole Martelli delle relazioni fatte dal Sid, coi nomi-codice Marte e Urano, negli anni 1972-1978;
è attualmente alla Camera, in seconda lettura, la proposta di istituzione di una Commissione Parlamentare d'inchiesta sul dossier Mitrokhin relativamente all'azione svolta dall'Urss in Italia. Azione mirata al reclutamento e alla gestione di spie collocate all'interno dei partiti, dei movimenti sindacali, di quotidiani e settimanali di informazione, oltre che tra il personale dipendente da importanti istituzioni della Repubblica;
i documenti consultati da Gianni Cipriani, nella sua funzione di consulente della Commissione Stragi, erano stati
nella XIII Legislatura l'onorevole Frattini ha presentato una relazione sull'operato dei direttori del Sismi dell'epoca in merito al ricevimento e gestione del cosiddetto rapporto Impedian-Mitrokhin da parte dei Servizi Segreti inglesi -:
se risulti che l'attribuzione all'onorevole Martelli, peraltro ampiamente smentita dall'interessato, avanzata nel libro sopracitato di Gianni Cipriani, abbia qualche fondamento;
se, ove mancassero prove certe di quanto affermato da Cripriani, non si debba ritenere sia in atto un tentativo di intossicazione e manipolazione dell'opinione pubblica, da parte di ambienti storicamente vicini al PCI, con l'invenzione di un «caso» per ridurre preventivamente i prevedibili effetti derivanti dai risultati degli accertamenti della costituenda Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul dossier Mitrokhin;
se intenda, infine, invitare il Sismi a verificare se esista, nei suoi archivi, una versione del rapporto Impedian-Mitrokhin diversa da quella a suo tempo resa pubblica.
(3-00685)
al termine del conflitto in Kossovo le autorità militari ammisero che numerosi carichi esplosivi furono affondati volontariamente nelle acque dell'Adriatico;
queste ammissioni, insieme ai numerosi ritrovamenti di ordigni inesplosi da parte di alcuni pescherecci, portarono ad una operazione di bonifica dell'Adriatico;
leoperazioni di bonifica interessarono l'alto e il medio Adriatico, fermandosi in corrispondenza del promontorio del Gargano;
dal quotidiano la Repubblica, «cronaca di Bari» e dal mensile locale Quindici, nel 1999, si è appreso che la Capitaneria di Porto aveva diffuso alla stampa e distribuito contestualmente alle marinerie di porto di Molfetta (Bari) una mappa indicante undici aree del basso Adriatico, a sud del Gargano, denominate jettison areas (zone di sgancio), due di queste appena a 12 miglia dalla costa;
sempre da notizie stampa si apprendeva, su indicazione delle autorità militari impegnate nelle operazioni di guerra, che tale mappa veniva aggiornata, giornalmente;
successivamente tale mappa venne disconosciuta ufficialmente dall'unità di crisi italiana, perché le zone di sgancio non erano state segnalate dalla Nato;
nei giorni scorsi sono stati rinvenuti, sulle spiagge pugliesi di Rodi Gargano e Mola di Bari, numerosi ordigni inesplosi grandi quanto una lattina di coca cola;
queste spiagge sono prospicienti alle eventuali zone di sgancio individuate dalla mappa redatta dalla Capitaneria di Porto di Molfetta -:
quali siano i motivi che hanno portato al disconoscimento della mappa redatta dalla Capitaneria di Porto di Molfetta e alla successiva esclusione delle coste pugliesi dalle operazioni di bonifica dell'Adriatico;
se si ritenga opportuno predisporre un piano d'azione rapido ed efficace perché la bonifica si estenda anche alle acque antistanti il litorale pugliese e se si ritenga di applicare il principio «chi inquina paga», in modo che i responsabili si facciano carico dei danni sociali ed ambientali prodotti dall'affondamento indiscriminato di questi ordigni militari.
(4-02091)
il giorno 5 febbraio 2002 è uscito in libreria il saggio «Lo Stato invisibile - Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra ad oggi» di Gianni Cipriani nel quale, tra le altre cose, viene affrontato il tema dei confidenti del Sid e dell'ufficio affari riservati del viminale;
in particolare è stato messo in evidenza il ruolo della fonte del Sid «Marte», successivamente rinominata «Uranio», la quale risulta essere stata attiva tra il 1972 e il 1978 alle dipendenze del reparto D, probabilmente tramite il centro Cs di Milano ovvero il centro di controspionaggio Roma3;
secondo una nota firmata dal direttore del Sismi, Cesare Pucci, ed inserita agli atti del procedimento penale 721/88F, del giudice istruttore di Milano, Guido Salvini, la produzione della fonte era stata rilevante. Nell'archivio del Sismi, infatti sono conservati i seguenti atti: pratica 1960-2-99-633 intestata a «fonte Marte» e composta da 2 volumi, per 79 atti complessivi; pratica 1960-2-99-577 intestata a «fonte Uranio» e composta da 4 volumi per 190 atti complessivi; pratica 1973-1-R-5069 intestata a «fonte Uranio» e composta da un volume per 3 atti complessivi; pratica 1-10-142/1972 intestata a «fonte Uranio» già Marte composta da 2 volumi per 55 atti complessivi; 2 atti sparsi più altri 235 atti sparsi;
nel libro di Cipriani si ipotizza che la fonte delle notizie arrivate al Sid tramite «Marte-Uranio» sia da individuarsi in Claudio Martelli;
nello stesso libro si ammette l'ipotesi che Claudio Martelli possa essere stato un informatore inconsapevole e che le sue confidenze in buona fede venissero «girate» al Sid da una terza persona. In una intervista comparsa sul quotidiano «La Repubblica» il 4 febbraio 2002, l'onorevole Martelli ha smentito di essere stato un confidente del Sid, non ha a sua volta escluso di essere stato utilizzato a sua insaputa ed ha alluso ad un possibile ruolo dell'esule cecoslovacco Jiri Pelikan, successivamente diventato parlamentare europeo;
in ogni caso la fonte «Marte-Uranio» sarebbe stata inserita nel partito socialista italiano in una posizione che le permetteva di seguire da vicino le attività di Bettino Craxi e di altri dirigenti di partito;
tra i molti dati di interesse che può rivestire la conoscenza della produzione integrale della fonte, non ci sono solamente le informazioni riguardanti l'Est europeo, i rapporti tra partiti comunisti, le eventuali protezioni date dal governo cecoslovacco a terroristi e presunti terroristi, ma anche le eventuali informazioni che la «fonte» può aver dato nel 1978 a proposito della cosiddetta trattativa portata avanti da esponenti del partito socialista italiano nel tentativo di salvare la vita ad Aldo Moro, prigioniero delle brigate rosse. Una trattativa che, nonostante le diverse commissioni di inchiesta, ancora non è stata completamente chiarita -:
se il criptonimo Marte della fonte del Sid sia stato scelto come abbreviazione del cognome Martelli;
se la fonte Marte, successivamente rinominata Uranio, sia da identificarsi in Claudio Martelli;
se la medesima fonte sia da identificarsi in Jiri Pelikan o in un altro fuoriuscito dei paesi dell'Est;
se dall'esame degli atti Claudio Martelli risulti fonte inconsapevole, ovvero che sue impressioni e confidenze private siano state carpite e trasformate in appunti per il servizio informazioni difesa;
se nella produzione della fonte in oggetto ci sia nulla che riguardi l'atteggiamento del partito socialista italiano nei confronti del terrorismo e, in particolare, se emergano informazioni di interesse storico-politico o di qualsiasi altra natura riguardo i tentativi fatti per salvare la vita dell'onorevole Aldo Moro;
se la fonte sia stata attiva anche dopo il 1978, magari sotto altro criptonimo, presso il Sismi ovvero il Sisde. Infatti, dopo la riforma del 1977 e la creazione del Sismi e del Sisde, molte posizioni di collaboratori e fonti sono state formalmente chiuse - anche da un punto di vista amministrativo - per essere subito dopo riaperte;
se si sia trattato di una fonte collettiva, attraverso la quale più fiduciari veicolavano informazioni riguardanti il partito socialista.
(4-02092)
allo stato attuale opera sul territorio nazionale una struttura statale di elevato profilo tecnico scientifico ed operativo, denominata Servizio Geologico Nazionale;
ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 ottobre 1988 «Organizzazione del Servizio Geologico d'Italia» e dei successivi decreto del Presidente della Repubblica 24 gennaio 1991, n. 85, e decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 1993, n. 106, nonché delle leggi n. 68 del 2 febbraio 1960, n. 183 del 1989 e n. 225 del 1992, il Servizio Geologico Nazionale è configurato come:
a) organo cartografico dello Stato;
b) organo tecnico-scientifico dello Stato nel campo delle Scienze della Terra;
c) sede di armonizzazione e di consulenza, nei settori di competenza, per la Pubblica Amministrazione Statale, Regionale e Locale;
d) struttura operativa nazionale di Protezione Civile;
al Servizio Geologico Nazionale, per il pieno svolgimento delle proprie funzioni, è inoltre attribuita: autonomia funzionale e scientifica nello svolgimento dell'attività tecnica di servizio e di ricerca, allo scopo di assicurare la salvaguardia e l'utilizzazione ottimale del territorio nazionale; nonché la cura dei rapporti con i Servizi Tecnici o analoghe istituzioni di altri Stati e la collaborazione con organismi della comunità economica europea e di altre istituzioni internazionali;
la legge n. 183 del 1989 «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» individua nel Servizio Geologico uno dei soggetti per la realizzazione dell'Attività Conoscitiva, quest'ultima riconosciuta come funzione cardine per il pieno conseguimento delle finalità della Legge;
il Servizio Geologico svolge l'Attività Conoscitiva prevista dalla Legge essenzialmente attraverso le seguenti attribuzioni: rileva, aggiorna e pubblica la Carta Geologica d'Italia, utilizzando scale topografiche idonee alle diverse esigenze; rileva, aggiorna e pubblica carte geotematiche a varie scale; armonizza le altre attività di cartografia geologica di Enti ed Organismi operanti a livello nazionale, regionale e locale; esegue ricerche, controlli e studi applicativi necessari per il corretto svolgimento delle proprie attribuzioni, per la conoscenza delle risorse dell'ambiente terrestre e marittimo nazionale e per la previsione dei rischi geologici; esprime pareri nel campo delle Scienze della Terra nei procedimenti relativi ad opere o ad attività di competenza di Enti locali, Amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, Regioni ed Enti Pubblici, ovvero ad opere o attività di privati soggette ad autorizzazioni o vigilanza; fornisce dati, pareri e consulenze nelle modalità previste dalla legge;
per conseguire tale attività conoscitiva il Servizio Geologico predispone criteri, metodi e standard di rilevamento, trattamento, archiviazione e rappresentazione dei dati e attua modalità di coordinamento e di collaborazione tra i soggetti pubblici operanti nel settore delle Scienze della Terra e della difesa del suolo, definendo con le Amministrazioni statali, le Regioni e le province autonome, nonché gli altri soggetti pubblici e privati interessati,
il Servizio Geologico organizza un proprio segmento informativo geologico-geotematico e reti sperimentali di monitoraggio dei fenomeni franosi e delle acque sotterranee, contribuendo in tal modo alla realizzazione del Sistema Informativo Unico e della Rete Nazionale integrati di rilevamento e sorveglianza, definendone anche criteri, metodi e standard di realizzazione, nonché il raccordo con gli omologhi sistemi informativi delle Regioni e Province autonome;
il Servizio Geologico costituisce una delle strutture operative nazionali della Protezione Civile (legge n. 225 del 1992, articolo 11, comma 1, lettera e) e che in tale ambito contribuisce alle attività di previsione e prevenzione e partecipa alla gestione delle emergenze, organizzando moduli operativi calibrati sulle varie fattispecie di evento e contribuendo in particolare al monitoraggio degli eventi in corso ed al rilevamento del rischio residuo;
allo stato attuale l'attività conoscitiva si viene realizzando attraverso progetti pluriennali a valenza nazionale, per l'esecuzione dei quali è necessario l'esercizio da parte del Servizio Geologico di una adeguata azione di indirizzo, coordinamento e controllo, tra i quali:
1. Nuova Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 e cartografie geotematiche a scale adeguate alle diverse esigenze (progetto CARG);
2. Informatizzazione della cartografia geologica e geotematica e banca-dati geologica del territorio nazionale, compresa la gestione dell'archivio gravimetrico nazionale;
3. Previsione e prevenzione del rischio idrogeologico: Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (progetto IFFI) e Reti Sperimentali di Monitoraggio Frane;
4. Progetti con finalità di protezione civile: Valutazione della «pericolosità su conoidi» con sperimentazioni in Valle d'Aosta;
5. Risorse idriche sotterranee: realizzazione di cartografie tematiche (idrogeologiche, vulnerabilità) a scala regionale e operativa e sperimentazione di reti di monitoraggio delle acque sotterranee;
per quanto attiene alle consulenze per la Pubblica Amministrazione si occupa della bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale ed Emergenze RSU nella Regione Campania;
per quanto attiene alle attività internazionali si occupa della rappresentanza per l'Italia in organismi europei e internazionali; della cartografia geologica europea; della partecipazione a progetti dell'Unione europea;
sotto il profilo della salvaguardia del patrimonio geologico italiano compie l'inventario dei geositi;
si occupa inoltre della predisposizione di criteri, metodi, standard e linee guida in ambito geologico e geotematico; nonché della diffusione delle informazioni e produzione editoriale, comprensiva della stampa delle carte geologiche e scambio con oltre 800 istituzioni, di cui 300 straniere;
il conseguimento delle varie finalità cui è preposto il Servizio Geologico è reso possibile da una organizzazione unitaria della sua struttura operativa, la quale consente l'integrazione delle metodologie proprie di singoli settori di attività del Servizio ed il riversamento nelle attività di cartografia, consulenza e protezione civile, delle conoscenze omogenee ed integrate maturate negli anzidetti settori di attività;
dalle risultanze della «indagine conoscitiva sulla difesa del suolo» (a cura della 13a Commissione Permanente del Senato, relatore Veltri) risulta chiaramente che:
a) i Servizi Tecnici Nazionali (nella fattispecie il Servizio Geologico) costituiscono un patrimonio di conoscenza di competenza e di esperienza che va salvaguardato e potenziato;
b) la soluzione ottimale è quella di mantenere unitaria a scala nazionale la struttura dei Servizi, dotandoli di autonomia gestionale e finanziaria;
c) quale che sia la collocazione dei Servizi Tecnici (nella fattispecie il Servizio geologico) è necessario procedere al loro potenziamento in uomini e mezzi;
d) è necessario altresì salvaguardare e potenziare il rilevante patrimonio di conoscenze acquisite, completando e ampliando i rilievi cartografici di base e tematici che evidenziano gli aspetti fisici e descrittivi del territorio;
e) la competenza e l'esperienza dei Servizi Tecnici (nella fattispecie il Servizio geologico) vanno risaltate dando certezza di prospettiva ai dirigenti e al personale;
dallo stato delle conoscenze attuali si evidenzia come lo svolgimento dei compiti istituzionali assegnati al Servizio Geologico appare assicurato da una struttura tecnico-scientifica e operativa organizzata in modo funzionale rispetto all'ampio spettro di materie da trattare e ai nuovi compiti di indirizzo, coordinamento e controllo in relazione al decentramento di compiti e funzioni dallo Stato alle Regioni, pur mostrando, tale struttura, alcune debolezze da porsi in relazione, essenzialmente, ad una dotazione organica numericamente insufficiente che dovrebbe essere portata a livelli comparabili con quelli di analoghi Servizi Geologici Europei;
qualora nel trasferimento alla costituenda A.P.A.T delle attribuzioni del Servizio Geologico si venisse a determinare una perdita di identità ed una diminuzione dell'autonomia tecnico-scientifica e operativa del Servizio stesso, nonché della sua capacità progettuale interna, ciò porterebbe inevitabilmente ad un indebolimento della funzione di legante tra i vari organismi locali che solo un ente nazionale può assicurare e ad una conseguente riduzione della garanzia di una visione obiettiva a scala nazionale, necessaria per affrontare gli scenari di rischio geologico del nostro territorio. Inoltre una frammentazione del Servizio geologico porterebbe irrevocabilmente ad una perdita di immagine del nostro Paese in campo internazionale; verrebbe infatti a mancare per l'Italia la struttura di riferimento nel campo delle Scienze geologiche, che oggi assicura la rappresentanza dell'Italia negli organismi che riuniscono i Servizi Geologici delle altre Nazioni: FOREGS (Forum dei Servizi Geologici Europei) ed EuroGeoSurvey, che riunisce i Servizi Geologici dei Paesi dell'Unione europea e la cui presidenza è tenuta per il 2002 proprio dal Servizio geologico d'Italia -:
quali strumenti intenda attivare il Governo affinché, sin dalla predisposizione degli atti regolamentari per l'avvio delle attività dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici, sia mantenuto al Servizio Geologico il ruolo in precedenza illustrato.
(4-02093)
il giorno 7 febbraio 2002, nella città di Telese - in provincia di Benevento - si verificava lo sprofondamento della superficie di un suolo limitrofo a via Udine: si trattava di una autentica voragine larga circa 20 metri e profonda circa 10 metri;
l'evento ha riguardato una zona non ancora asfaltata e in via di urbanizzazione, rendendo necessario lo sgombero di taluni edifici di recente costruzione;
il dissesto urbanistico della città di Telese è da tempo al centro della polemica politica e dell'attività di denuncia delle associazioni ambientalistiche;
il 25 agosto 2001, con una nota inviata alla locale stazione dei carabinieri e alla autorità municipale si paventava, persino fornendo indicazioni catastali dettagliate, il verificarsi di quello sprofondamento che poi si è verificato il 7 febbraio 2002;
siamo dunque in presenza di eventi che rappresentano la «cronaca di una
ora chiunque abbia ruoli di responsabilita politica e tecnica, nell'ambito della città di Telese, dovrebbe fornire spiegazioni convincenti su come sia possibile consentire edificazioni anche intensive su territori ricchi di falde, non monitorati, senza alcuna seria ricognizione idrogeologica;
siamo dinanzi ad un modello edificatorio che potremmo denominare «le mani sulla città», che non solo alimenta i canali della speculazione edilizia e della devastazione ambientale, ma che potrebbe anche intersecarsi con i circuiti imprenditoriali della criminalità organizzata -:
se le clamorose omissioni del sindaco di Telese, persino dinanzi a denunce dettagliate che rappresentavano l'imminenza di pericoli per la comunità, rappresentano a giudizio dell'interrogante un sostanziale pregiudizio al pieno esercizio della sindacatura;
se risulti che il ministro interrogato abbia invitato il Prefetto di Benevento ad una verifica degli atti;
se la Protezione Civile abbia avviato un monitoraggio complessivo sul territorio di Telese;
se risulti che si siano verificate possibili infiltrazioni camorristiche nel percorso di urbanizzazione selvaggia del territorio di Telese.
(4-02094)