C)
la tragedia di San Gregorio Magno (Sa), che ha provocato diciannove morti, dice una sola cosa: un corto circuito può provocare un rogo senza rimedio, dato il tipo di materiale infiammabile usato per questa tipologia di «alloggi a lunga durata». Di una tipologia più scadente (con pareti di cartongesso) fu fatto massiccio impiego all'indomani del sisma del 23 novembre 1980, per provvedere di un tetto provvisorio i 300 mila senza tetto che avevano già trascorso il primo crudo inverno nelle tende e nelle roulottes, rimettendoci spesso la vita;
la medesima scadente tipologia fu usata per rimediare all'assenza di strutture pubbliche (municipi, scuole, asili, strutture sociali e sanitarie);
nessuno dice che queste strutture furono collaudate per soli cinque anni, perché proprio le pareti di cartongesso, dopo un lasso di tempo, diventavano fradice e quindi non garantivano dal pericolo di corto circuito, quindi di incendio, oltre a diventare insalubri nel corso degli anni;
la tragedia di San Gregorio Magno lancia un allarme ben più vasto;
in data 29 giugno 1995, in un intervento alla Camera dei deputati, fu sollevato il problema dell'illegittimità dell'uso dei prefabbricati leggeri a sedici anni dal sisma ed a collaudo abbondantemente scaduto;
nelle settimane successive, si chiedeva al governo Berlusconi, e precisamente al sottosegretario alla Protezione civile, onorevole Fumagalli Carulli, di dichiarare gravemente rischiose tali strutture abitative e di promuoverne lo smantellamento; fu sollevato un problema di competenze;
è stato sostenuto che nel riparto dei fondi che il Cipe periodicamente stanziava ai comuni terremotati, fosse garantita la priorità assoluta alle famiglie residenti nei prefabbricati leggeri, cosa che è stata puntualmente assicurata, mentre non è stata assicurata la distruzione di quelle strutture che invece sono state colpevolmente assegnate a famiglie di senza tetto o adibite a tempo indeterminato ad uso diverso, di tipo civile o socio-sanitario, ignorando i rischi insiti in esse;
nel 1996 a Pignola (Pz) due bambini di tre e due anni sono morti nell'incendio del prefabbricato leggero nel quale vivevano con i loro genitori, che lo avevano abusivamente occupato, dopo la fuoriuscita degli assegnatari terremotati, nella speranza di vedersi assegnare un'abitazione civile;
in quell'occasione, in data 24 luglio 1996, è stata dalla sottoscritta presentata un'interrogazione che denunciava che i collaudi sulla sicurezza dei prefabbricati leggeri erano abbondantemente scaduti e faceva presente l'agibilità provvisoria delle strutture dei prefabbricati leggeri e la loro inabitabilità, antigienicità e insicurezza, soprattutto perché le pareti marcite scoprivano i circuiti elettrici -:
se non intendano emanare un provvedimento normativo urgente (anche emendando la finanziaria 2002) che dichiari l'inagibilità e la necessità di liberare da chi le occupa o le ha avute assegnate, di smantellare e distruggere tutte le strutture in prefabbricato leggero installate dopo il sisma del 23 novembre 1980.
(2-00194)
«Alberta De Simone, Gerardo Bianco, Roberto Barbieri, De Luca, Adduce, Annunziata, Bielli, Caldarola, Crucianelli, Dameri, De Brasi, Grandi, Grillini, Guerzoni, Iannuzzi, Lulli, Lumia, Luongo, Maccanico, Motta, Nannicini, Nieddu, Oliverio, Ottone, Piglionica, Pinotti, Pistone, Potenza, Sciacca, Squeglia, Zunino, Amici, Buffo, Chianale, Chiaromonte, Cialente, Coluccini, Crisci, Zanotti».
(18 dicembre 2001).