Allegato B
Seduta n. 89 del 30/1/2002


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INTERNO

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Ministro per gli affari regionali, per sapere- premesso che:
in data 9 gennaio 2002 il TAR dell'Aquila ha emesso, in relazione ad un ricorso avanzato da alcuni dirigenti di partito abruzzesi e da alcuni consiglieri regionali, la sentenza con la quale ha disposto l'annullamento dell'atto di proclamazione degli eletti;
la regione Abruzzo non si è ancora dotata del nuovo Statuto e perciò resta in vigore quello approvato dal Consiglio regionale di 30 anni fa, in cui è portata all'articolo 42 la previsione che «la Giunta ed il suo Presidente, in caso di dimissioni o di revoca ovvero nel caso di rinnovazione del Consiglio rimangono in carica per gli affari correnti fino alla elezione del nuovo Presidente e della nuova Giunta»;
il vuoto normativo o, se si vuole, la inesistenza di un riferimento preciso che vada a regolare una fattispecie del genere, specie dopo la entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione e la promulgazione della legge n. 1 del 1999, sta creando turbamenti e malesseri nel rapporto tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione in Abruzzo;
il presidente della giunta regionale eletto nella elezione dell'aprile 2000, onorevole Giovanni Pace, preoccupato di evitare all'Abruzzo ed alla Istituzione danni


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gravi derivanti da assoluta inattività e carenza di riferimenti gestionali, ha chiesto all'Avvocatura dello Stato parere in ordine alla attività che sarebbe consentita alla Giunta regionale in tale situazione;
a tale richiesta l'Avvocatura distrettuale dello Stato ha dato risposta, con parere, che la soluzione del problema vada ricercata nell'articolo 42 dello Statuto regionale vigente al momento, nel quale è previsto che la ordinaria amministrazione sia affidata, fino alla eventuale proclamazione di nuovi organi (o a ritorno «in sella» di quelli dichiarati decaduti dalla pronuncia di prime cure) alla Giunta ed al suo Presidente in caso di dimissioni o revoca o nel caso di rinnovazione del Consiglio, ben potendosi far rientrare in tale generica figura delineata dal legislatore regionale, anche quella dell'annullamento delle elezioni di cui si discute, che sarebbe il presupposto per la rinnovazione del Consiglio;
lo stesso Presidente della Giunta regionale ha interessato di richiesta parere il Ministero degli affari regionali con lettera del 10 gennaio 2002 protocollo n. 265/P/GAB;
dalla stampa dei quotidiani d'Abruzzo si apprende la notizia secondo la quale, dalla data di deposito della sentenza del TAR dell'Aquila il Presidente della Giunta regionale d'Abruzzo non ha più convocato la Giunta medesima, che perciò non ha più deliberato e lo stesso Presidente ha deciso tale comportamento per estrema prudenza e per rispetto ed opinioni ispirate da altri pensieri, limitandosi, per sé e per gli Assessori, ad atti di ordinarissima amministrazione;
però, nonostante gli atteggiamenti di prudenza e di rispetto e nonostante il parere dell'Avvocatura dello Stato, alcune forze politiche hanno creato uno stato di polemica molto accesa accusando la Giunta di essere «abusiva», di fruire di strutture regionali con le quali non dovrebbe avere rapporto alcuno dalla data di deposito (17 gennaio 2002) della sentenza adottata dal TAR 8 giorni prima -:
se risulti che la Giunta regionale d'Abruzzo abbia adottato delibere dalla data del deposito della sentenza ad oggi (17 gennaio 2002) e:
se la giunta regionale d'Abruzzo, nella attuale situazione possa porre in essere ed esplicare iniziative, nei limiti riportati nella lettera-parere dell'Avvocatura regionale dello Stato protocollo n. 785 del l7 gennaio 2002;
se, in buona sostanza, la Giunta regionale d'Abruzzo possa applicare, ritenendolo valido nelle circostanze sopra illustrate, come suggerito dall'Avvocatura, l'articolo 42 dello Statuto vigente.
(2-00227)
«La Russa, Castellani, De Laurentiis, Aracu».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
molti comuni nel nostro Paese sono classificati come «Enti Sottodotati» in considerazione del fatto che ricevono, in termini di trasferimenti dello Stato, meno risorse di quanto viene garantito mediamente in linea generale ai comuni del nostro Paese;
dal 1978, infatti, l'assegnazione dei trasferimenti erariali in favore degli enti locali a carico del bilancio dello Stato è ancorata ai parametri della cosiddetta «spesa storica», cioè alle situazioni di fatto esistenti all'inizio delle riforme nella capacità di spesa cui pervenivano i bilanci dei singoli enti, capacità diversa da bilancio a bilancio e con squilibri spesso notevoli tra territori all'interno di una stessa regione o provincia;
un buon numero di enti locali al fine di assicurare i bisogni sempre crescenti delle collettività amministrate ha fatto ricorso al credito a lungo termine o per il tramite della richiesta alla Commissione centrale della finanza locale per l'autorizzazione a contrarre mutui a pareggio o


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con ricorso al credito privato al fine di pervenire al pareggio economico dei propri bilanci;
in considerazione di quanto esposto il riferimento alla spesa storica ha agevolato nel corso del tempo enti che si sono conquistati livelli di servizi sociali al di sopra della media attraverso meri meccanismi di contabilità a discapito di realtà più bisognose;
il sistema di riallineamento dei trasferimenti medi al resto di comuni italiani non riesce a colmare il differenziale di partenza con danno per quei comuni classificati come sottodotati in quanto quelle cifre rappresentano somme ingenti per i loro bilanci;
la riforma della compartecipazione Irpef si rifletterà negativamente su questi comuni soprattutto quelli medio-piccoli dove i redditi sono molto bassi;
il problema è molto sentito dalle amministrazioni comunali che in questi giorni stanno presentando i propri bilanci -:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo affinché vengano rimosse le condizioni che attualmente determinano tale discriminazione nei confronti di questi comuni garantendo un principio di adeguamento nell'ambito dei trasferimenti in quanto enti sottodotati.
(2-00228)«Molinari, Boccia».

Interrogazione a risposta orale:

DI GIOIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 26 gennaio 2002, a Foggia, in piazza Padre Pio, è morto, nel tentativo di bloccare due ladri che si erano impossessati della sua macchina, l'ingegnere Ciro Giuseppe Panniello;
dai primi accertamenti risulterebbe che il signor Panniello si fosse aggrappato alla macchina nel tentativo di fermare i ladri, i quali avrebbero continuato nella loro corsa, trascinandolo per una decina di metri prima che lo stesso cedesse, andando a sbattere la testa contro l'asfalto;
polizia e carabinieri stanno tentando in tutti i modi di individuare i due malviventi e sospettano che dietro questo furto vi fosse un tentativo di estorsione, attraverso la restituzione della macchina dietro pagamento;
di fronte alla morte della vittima i due ladri hanno bruciato la macchina rubata affinché non fosse possibile risalire a loro;
questo tipo di estorsione sta diventando sempre più frequente nella città di Foggia e, purtroppo, questo ennesimo tentativo si è risolto in tragedia -:
a che punto siano arrivate le indagini e se le forze dell'ordine ritengono di potere, a breve, arrivare ai colpevoli;
cosa si intenda fare da parte del Governo per colpire, nella città di Foggia, la criminalità e impedire che vi siano altre vittime innocenti.
(3-00622)

Interrogazioni a risposta scritta:

PASETTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Anzio è in via di trasferimento l'attuale sede della Vice Questura, sita in via del Faro, 1;
tale trasferimento, risulta essersi reso necessario per ragioni legate alla stabilità dell'attuale sede e che la nuova collocazione della vice questura risulta ubicata lontano dal centro storico di Anzio;
il centro storico della città, oltre ad essere sede del Comune e di tutti gli uffici comunali, è il luogo dove insistono diversi ed importanti uffici pubblici come quello della Capitaneria di Porto, e della Guardia di Finanza;


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è proprio nel centro della città, che si svolgono le attività connesse con il Porto di Anzio, e che nello stesso ambito, insistono numerosi locali pubblici;
tale importante e rilevante parte del territorio di Anzio, non può restare privo di qualsiasi presidio delle forze dell'ordine -:
quali provvedimenti intenda assumere al fine di garantire, che nel centro storico di Anzio permanga comunque un presidio di Pubblica Sicurezza.
(4-01953)

STRADIOTTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questo momento, più che in altri, dopo l'orrore dell'11 settembre il nostro paese si sente vicino a chi ha subito l'ingiustizia, ed è schierato fortemente contro chi fa della violenza e del terrorismo la sua politica, ma è anche solidale con chi vive i luoghi della guerra ed è convinto sostenitore delle azioni di pace;
proprio in questo senso opera il corpo dei carabinieri, distinguendosi in molteplici attività sia sul nostro territorio sia oltre confine in campo internazionale. Presenti su tutti i fronti, i carabinieri svolgono servizio di ordine pubblico, controllo del territorio, attività antidroga, lotta alla criminalità organizzata e concorso nelle operazioni di sostegno alla pace;
l'impegno di oggi affonda le sue radici nel lontano 1814 in un provvedimento di Vittorio Emanuele I il quale, con le Regie patenti, istituì il Corpo dei carabinieri Reali «per stabilire una direzione generale di buon governo». Antiche origini per un Corpo che innovò profondamente la pubblica amministrazione del tempo in fatto di polizia. La forza armata dei carabinieri ha dunque attraversato l'intera storia della nostra Italia, evolvendosi, ponendosi sempre al passo con i tempi e acquisendo le nuove strategie di lotta al crimine, fino alle tecnologie più moderne;
molte le missioni portate a termine, numerose quelle ancora in fieri. Oggi i nostri uomini sono presenti in Albania, in Libano, in Yugoslavia, in Bosnia e ancora in Guatemala e in Eritrea. La dimensione internazionale dell'Arma, storicamente consolidata, si è, soprattutto negli ultimi anni, ulteriormente sviluppata, evidenziando la duttilità della peculiare organizzazione che contraddistingue la nostra Istituzione. L'Arma ha dato prova di poter svolgere con successo i compiti affidati, sia come componente delle Forze armate, sia come organismo militare di polizia, collezionando successi che incrementano il prestigio dell'Italia. I Carabinieri oltre frontiera operano inquadrati nei contingenti delle Forze armate come polizia militare o con funzione di reparti d'arma combattente e autonomamente in qualità forza armata in servizio permanente di polizia, sotto l'egida dell'ONU, in operazioni di peace-keeping e nei programmi volti a ristabilire istituzioni civili di alcuni Paesi «fuori area». L'impegno quotidiano che tanta ammirazione e riconoscenza unanime di autorità e popolazione riscuote non impedisce tuttavia che i nostri meritevoli militari vivano talune situazioni di disagio come nel caso della caserma dei carabinieri di Mirano sita nella provincia di Venezia;
la precarietà in cui versa la struttura in questione, carente dei più essenziali servizi rende più che disagevole il soggiorno dei militari presso questa;
lastazione sita presso Mirano, in via Vivaldi, 5 è, a quanto risulta dall'interrogante, totalmente non conforme alle normative previste per i luoghi di lavoro (legge n. 626 del 1994), in particolare per quanto concerne l'impianto elettrico e di riscaldamento. Quest'ultimo risulta ancora più inefficace data la dispersione di calore attraverso infissi ormai vetusti e obsoleti;
ulteriore disagio è apportato dalle barriere architettoniche che non agevolano l'ingresso ai portatori di handicap. I 5 militari alloggiati hanno a disposizione un unico wc, un solo lavello e 2 box doccia di


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cui uno, nel più dei casi, è inservibile. Ne derivano condizioni igieniche precarie;
l'inesistenza di una sala d'attesa rende di fatto pubblica ogni querela o denuncia, violando il diritto alla privacy, dato che nel corridoio limitrofo agli uffici in cui si raccolgono queste aspettano altre persone che possono facilmente udire tutto. Ed ancora: wc di servizio in pessime condizioni, un garage insufficiente, camere di sicurezza inagibili e prive di riscaldamento e di bagno, inesistenza di spazi per la conservazione degli atti d'archivio, una cucina di dimensioni limitate. È stato presentato nell'anno 2000 un progetto di ampliamento e ristrutturazione dello stabile (Prefettizia n. 882/2000/3 Sett. in data 13 novembre 2000) per un importo complessivo di 542.280 euro del quale non si ha più notizia;
si tenga in considerazione l'ipotetico organico che è stato previsto, e in teoria attualmente in vigore, che è di 4 ispettori più 3 sovrintendenti più 11 appuntati/carabinieri (anche se di fatto la forza in servizio consta di 3 ispettori - di cui uno in servizio temporaneo fino a fine gennaio 2002), 2 sovrintendenti (mentre un terzo sovrintendente risulta essere transitato nel ruolo «forza assente») e 10 appuntati di cui uno in servizio provvisorio da giugno 2001, presso il RONO CC di Mestre ed un secondo, ausiliario in servizio provvisorio presso la stazione CC. Di Noale dal 22 dicembre 2001);
da quanto emerso deriva una necessaria valutazione complessiva dell'intero stabile, in particolare sotto il profilo della sicurezza del personale che vi lavora quotidianamente, affinché si accerti l'idoneità e l'agibilità dell'immobile stesso e si attuino le misure necessarie per porre a norma lo stabile -:
cosa intenda fare il ministro per risolvere nel più breve tempo possibile la situazione di grande disagio della stazione di Mirano, dove uomini appartenenti al glorioso Corpo dei carabinieri impegnati quotidianamente contro il crimine, devono fare i conti, oltretutto, con un grave degrado strutturale che ne limita vergognosamente l'operato.
(4-01959)