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DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
italiana attualmente sotto sovranità croata, il sindaco Josip Maras ha ordinato e fatto abbattere una lapide posta lo scorso mese di ottobre, con regolare permesso, dalla «Famiglia Parentina» (associazione di esuli istriani) a ricordo degli italiani trucidati nelle foibe;
annunciata il 10 dicembre 2001, non è stata versata se non quando gli stessi familiari hanno protestato pubblicamente. La motivazione del ritardo avanzata dal vicesindaco dell'amministrazione comunale è stata: «il deposito è stato aperto il 18 dicembre, e poi c'è stato il periodo natalizio, le feste, con il personale ridotto. Non siamo quindi riusciti a fare il versamento, cosa che avverrà a giorni». Versamento che è stato effettuato i primi di gennaio 2002;
come nuovi grazie alla falsificazione dei certificati di idoneità, attentando in tal modo alla sicurezza del trasporto aereo nazionale e internazionale;
fronti della tipologia di stampa locale sopra indicata e comunque a garantire il diritto a tale tipologia di stampa di ospitare la pubblicazione degli avvisi giudiziari interessati -:
sabato 26 gennaio 2002, su ordine del sindaco di Parenzo, cittadina istriana già
tale lapide elencava nominativamente un centinaio di infoibati di Parenzo e dintorni (Parenzo, Torre, Villanova, Abrega) e riportava, in basso, la seguente semplice frase: «Ai Martiri delle Foibe la Famiglia Parentina pose. A.D. MMI»;
è stata parimenti distrutta una targa dedica posta sul luogo dal Circolo Culturale Norma Cossetto (dedicata ad una studentessa martire, simbolo della tragedia delle foibe, violentata da 17 partigiani comunisti, seviziata, pugnalata e infoibata) che recitava: «Non udiste pianto di madri e di spose quando l'orrido buio straziava le vostre vite. Un muto ed inesausto dolore accompagna la vita di quelli che sono rimasti e il destino ha disperso nel mondo» -:
se il Governo italiano sia a conoscenza di tale barbarico e disgustoso gesto;
in caso affermativo quali passi siano stati mossi dalle rappresentanze consolari italiane in Croazia;
come si valuti l'accaduto, anche in relazione alla prosecuzione della trattativa sul presunto accordo di amicizia con la Croazia;
se il Governo croato abbia ritenuto di sconfessare o meno l'azione del sindaco di Parenzo;
più in generale, se il Governo intenda porre con fermezza alla vicina Croazia, come del resto alla Slovenia, la più generale questione della tutela delle tombe e della memoria italiana dei cimiteri istriani, che continuano a subire una silenziosa ed inesorabile distruzione che cancella nel tempo le testimonianze della bimillenaria presenza romana, veneta, italiana sull'Adriatico orientale.
(3-00629)
il giorno 8 ottobre 2001 all'aeroporto di Milano Linate avveniva un incidente tra due aeromobili che provocava la morte di 118 persone e il ferimento di alcune altre;
sono in corso inchieste sia della Magistratura che di vari Enti per individuare le cause e le responsabilità del disastro;
nel corso di questi mesi sono avvenuti alcuni fatti, relativi al sostegno e a forme di solidarietà dei familiari delle vittime che hanno coinvolto - negativamente - i familiari stessi e la loro dignità:
il 10 dicembre 2001 era stato annunciato dal Comune di Milano (agenzia stampa Ansa, ore 16.43) un concerto di solidarietà in ricordo delle vittime dell'incidente. In tale occasione - lunedì 18 dicembre - sarebbero stati consegnati simbolicamente dal sindaco di Milano i 3 miliardi di lire stanziati per i familiari. Inoltre veniva annunciato ufficialmente dall'assessore Gallera l'apertura di un conto corrente bancario per offrire ai milanesi l'occasione di esprimere concretamente la propria solidarietà;
risulta, invece, dalle cronache milanesi dei quotidiani (9 gennaio 2002) che il conto corrente che il Comune di Milano aveva aperto e aveva annunciato in pompa magna alla cittadinanza per predisporre un fondo di solidarietà per una serie di disguidi burocratici non è stato accessibile fino a quando (i primi di gennaio 2002) il comitato dei familiari delle vittime non ha protestato pubblicamente. Il presidente del comitato familiari vittime ha affermato «Possibile che ci sia un disguido dopo l'altro? Quando faccio queste segnalazioni penso a mio figlio che non c'è più. E penso a quei poveri disgraziati che non hanno neanche avuto i soldi per tagliare il panettone. Per ora abbiamo solo sentito promesse»;
risulta che la somma di 3 miliardi di lire stanziata dal Comune di Milano e
risulta che per il famoso concerto del 18 dicembre il Comune di Milano sia riuscito a scivolare in una macabra gaffe. Sulle pagine di Reggio Emilia de Il Resto del Carlino, il 9 gennaio scorso la vedova del signor Bertacchini, Marta Buffagni affermava: «Il 18 dicembre a Milano è stato organizzato dal Comune un concerto a favore dei familiari delle vittime. Ebbene a casa mia è arrivato l'invito diretto a mio marito. Capisce? Hanno invitato al concerto la vittima. Proprio così: il sindaco Albertini invitava mio marito. È successo anche ad altri parenti: arrivavano gli inviti indirizzati al nome del morto. Ho chiamato il Comune di Milano per protestare e mi hanno chiesto scusa. È assurdo»;
il 23 gennaio 2002, il Ministro delle infrastrutture, rispondendo in Parlamento ha affermato: «Al momento non è previsto alcun risarcimento da parte del Governo per le vittime dell'incidente di Linate. Fino a quando non saranno disponibili i risultati delle inchieste non è possibile procedere a quantificare la fase risarcitoria. Le compagnie di assicurazione hanno già provveduto a stanziare degli acconti alle vittime di Linate. Attualmente il Comune di Milano è impegnato in attività di solidarietà, mentre il Governo è impegnato a porre regole»;
la reazione dei familiari delle vittime è stata molto dura. «Non solo massacrati dal punto di vista morale e sentimentale, ma anche da quello economico. Siamo stati massacrati dal Governo. È una vergogna. Siamo delusi e depressi. È molto grave per noi e per tutte le famiglie che hanno subito una perdita. Non ci saremmo mai aspettati una risposta del genere»;
il portavoce del comitato dei parenti delle vittime, Paolo Pettinaroli, ha rivolto un appello al Presidente del Consiglio «Ci auguriamo che lei possa intervenire su questa dichiarazione del ministro Lunardi e che il Governo dia la dimostrazione di essere presente in una situazione così difficile e disastrosa e cercare almeno di alleviare in parte il nostro grande dolore»;
risulta inoltre che l'unico superstite della tragedia sia ancora ricoverato in gravi condizioni. Non si sa quale aiuto materiale e psicologico venga fornito ai suoi familiari -:
quale sia il giudizio del Governo su una vicenda - triste e dolorosa - che ha assunto, via via per imperizia, incapacità, ritardi burocratici, aspetti grotteschi e offensivi nei confronti di persone colpite negli affetti più cari;
se ritenga possibile ed accettabile, nel 2002, che nel nostro Paese accadano fatti di tale genere;
se il Governo intenda assumere al più presto un'iniziativa al fine di trovare una soluzione dignitosa che vada incontro alle richieste dei parenti delle vittime dell'incidente di Linate.
(3-00630)
da quanto si apprende dagli organi di stampa è stato individuato, a seguito di una inchiesta partita dalla procura di Tempio Pausania, un complesso meccanismo di truffa nel mercato dei pezzi di ricambio aerei, tramite il quale una società italiana ha venduto pezzi di ricambio, provenienti da velivoli in disuso, o addirittura precipitati, che venivano certificati
già nel 1997 la compagnia aerea Meridiana aveva segnalato l'esistenza di contraffazioni e certificazioni fasulle riguardanti i prezzi di ricambio degli aeromobili;
la difesa della società indagata per attentato alla sicurezza dei voli, sostiene che tutte le sue attività fossero regolarmente autorizzate dagli enti preposti alla sorveglianza, compreso l'ENAC. E che quest'ultimo ente ha tra le sue funzioni stabilite dal decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, la definizione e il controllo dei parametri di qualità, dei servizi di trasporto aereo -:
se risponda al vero che le attività della società indagata siano state autorizzate dall'ENAC, e quali controlli siano stati effettuati dagli enti preposti per garantire la sicurezza, nonché quali iniziative siano state assunte o si intendano assumere da parte dei ministeri competenti affinché si faccia chiarezza sulle eventuali responsabilità e affinché tali episodi non si ripercuotano negativamente sul settore dei trasporti aerei, già penalizzato dalla congiuntura sfavorevole causata dai problemi della sicurezza.
(4-01962)
la legge 28 dicembre 2001 n. 448 (legge finanziaria 2002) all'articolo 52, comma 76, modifica l'articolo 490 del codice di procedura civile sostituendo il 3o comma dell'articolo stesso, norma indirizzata alla materia di pubblicazione degli avvisi giudiziari di esecuzione;
il testo sopra modificato stabilisce testualmente che «il giudice dispone inoltre che l'avviso sia inserito una o più volte sui quotidiani di informazione locale aventi maggiore diffusione nella zona interessata»;
la suddetta nuova disposizione è obiettivamente finalizzata a consentire una conoscenza più capillare e diffusa degli avvisi interessati da parte della popolazione;
la formulazione testuale nei termini sopra ricordati induce a intendere come «quotidiano locale» la stampa edita giornalmente con esclusione pertanto da tale categoria della stampa periodica non giornaliera;
tale disposizione o lettura del testo interessato porta ad escludere la stampa locale non giornaliera dalla possibilità di ospitare gli avvisi giudiziari interessati e induce di conseguenza una grave discriminazione di diritto e di carattere economico nei confronti di tale tipologia di stampa;
la suddetta situazione di discriminazione e di danno risulta oggettivamente ingiusta e ingiustificata;
in particolare, una siffatta applicazione della nuova normativa sopraindicata risulterebbe irrazionale e contraria agli obiettivi veri della legge stessa, tesa ad assicurare la conoscenza più capillare e diffusa degli avvisi giudiziali interessati, e ciò in quanto nelle zone periferiche, nelle vallate alpine, nelle frazioni montane è proprio la stampa locale non giornaliera ad avere maggiore diffusione e quindi maggiore potere di informazione nei confronti della popolazione, rispetto alla stampa quotidiana;
nell'interesse generale sia di favorire una effettiva e capillare conoscibilità degli avvisi interessati da parte della popolazione, sia per non stabilire indebite e ingiuste discriminazioni e situazioni di danno anche economico a carico della stampa periodica locale non giornaliera, risulta necessario un tempestivo intervento del Governo finalizzato ad eliminare ogni applicazione della norma suddetta che risulti discriminante e dannosa nei con
se non ritenga che si verrebbe a creare una situazione di grave e ingiusta discriminazione e penalizzazione a carico della stampa locale non edita giornalmente nel caso di una applicazione della normativa di cui all'articolo 52, comma 76, della legge n. 448 del 2001, che escludesse tale categoria di stampa dalla possibilità di ospitare la pubblicazione degli avvisi giudiziari relativi alla normativa sopracitata;
quale sia l'interpretazione da dare alla norma citata e quali iniziative, anche normative, si intendano adottare per garantire il diritto della stampa locale periodica non giornaliera ad ospitare le inserzioni degli avvisi giudiziari.
(4-01970)