Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 88 del 29/1/2002
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(Contributi per il Museo di Brescello - n. 3-00337)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, onorevole Vittorio Sgarbi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gianni Mancuso n. 3-00337 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 5).

VITTORIO SGARBI, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevole interrogante, il Governo risponde all'interrogazione parlamentare n. 3-00337. È viva l'attenzione del ministero per il «Museo di don Camillo e Peppone», per ragioni legate all'attività, non soltanto di tutela, ma anche di salvaguardia della memoria, nel processo che, dalla conservazione del patrimonio artistico, investe la letteratura, i simboli, i valori evocativi della memoria che, in rari casi, al di là delle posizioni politiche, sono stati così icastici ed efficaci come nell'opera di Guareschi e nei film derivati da quella straordinaria impresa letteraria. Impresa letteraria sempre emarginata, soprattutto - vorrei dire - nei libri di storia della letteratura dove c'è spazio per ogni autore, ma nei quali chi è stato sul versante dell'ironia e della felicità di invenzione, come Guareschi o Achille Campanile, raramente trova accoglienza.
Quindi, ciò che si è detto per i libri di storia rispetto alla loro parzialità vale, in parte, ma in maniera abbastanza discriminatoria, anche per i testi di storia letteraria. Conseguentemente, sulla vicenda che riguarda l'attività letteraria, non potrebbe non esserci attenzione da parte del ministero. Abbiamo una direzione generale per le biblioteche e per i libri; è in corso un'attività molto intensa per la fiera del libro di Parigi in cui l'Italia è paese ospite e che, in ricordo del nome di Guareschi, riguarda diversi comparti del nostro ministero. Nei luoghi evocati, a Brescello, e per l'istituzione e l'attività di questo museo, io stesso farò un sopralluogo per stimolare l'accelerazione di quello che dovrò comunicarle.
In merito alla sua interrogazione parlamentare, preso atto delle richieste e dichiarata la nostra totale disponibilità, si comunica che, a norma dell'articolo 8 della legge 17 ottobre 1996, n. 534, si possono erogare contributi annuali alle istituzioni culturali le quali: svolgano la loro attività da almeno un triennio; prestino rilevanti servizi in campo culturale; promuovano e svolgano attività di ricerca, di organizzazione culturale e di produzione editoriale a carattere scientifico; svolgano la propria attività sulla base di un programma almeno triennale e dispongano di attrezzature idonee per la sua realizzazione. Tutto questo, che non dubito rientri nell'attività e nelle intenzioni future del «Museo di don Camillo e Peppone», agli atti di questo ministero a tutt'oggi non risulta; ciò perché l'ente di cui parliamo non ha mai presentato domanda di contributo ai sensi della citata legge. Quindi, posso semplicemente ricordare che vi è un'attenzione stimolata da questa interrogazione e una mia personale volontà di verificare quale sia l'attività di tale ente e, quindi, la volontà del ministero di essere parte attiva rispetto a quanto l'interrogante chiede.
Per quanto riguarda poi le procedure, occorre rilevare una insufficienza o inadempienza del museo stesso rispetto al Ministero, il quale, una volta ricevuta la pratica di richiesta di contributo secondo la legge indicata, provvede. Ricordo infatti che, a decorrere dal 1o gennaio 1997, le


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istituzioni culturali in possesso dei requisiti di cui ho parlato sono ammesse, a domanda, al contributo ordinario annuale dello Stato mediante l'inserimento nell'apposita tabella emanata entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge citata, con decreto del ministro dei beni culturali ed ambientali, di concerto con il ministro del tesoro, sentito il parere delle Commissioni parlamentari competenti.
Si tratta di un procedimento - lo si conosce bene - che non è ancora iniziato; da qui l'apparente disinteresse del ministero, che potrebbe anche attivamente essere attento ad attività importanti come questa - e la ringrazio per la segnalazione - ma secondo la procedura ordinaria sarebbe più logico che fosse l'ente stesso, il museo, a rivolgersi al ministero e a chiedere il sopralluogo, che faremo, ma soprattutto i contributi indicati dalla legge del 1996. Pertanto c'è la massima disponibilità, ma fino a questo momento è stata rilevata una insufficienza nella pratica di richiesta di contributo.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, ero francamente preoccupato al momento in cui lei ha preso la parola perché, conoscendo il suo carattere tempestoso, avevo notato incipienti segni di fibrillazione durante la replica del precedente interrogante. Penso che lei abbia compreso che sarebbe stato inutile prendersela con chi tenta di risolvere i problemi di chiese secolari, senza essere riuscito a dare corsie preferenziali ai taxi di Roma. Pertanto, credo che bene abbia fatto a resistere alla tentazione, che pure si intravedeva sul suo volto, di replicare per le rime.
Onorevole sottosegretario, sono certo che, di lassù, Giovannino Guareschi non sarebbe assolutamente soddisfatto dell'atto di sindacato ispettivo che ho presentato. Era un uomo così schivo e così orgoglioso - è giusto ricordarlo a tutti gli italiani - da scontare il carcere per non piegarsi a presentare la domanda di grazia. Era un autore così trascurato dalla cultura ufficiale che pure, tutta quanta messa insieme, ha venduto forse meno di lui.
Sicuramente un autore di questo genere non avrebbe gradito la mia richiesta di aiuto allo Stato; credo anzi che, sempre di lassù, sia soddisfatto nel vedere che il museo di don Camillo e Peppone è tenuto aperto amorevolmente dalla gente comune e dagli uomini che egli ha descritto, dipinto e tratteggiato mirabilmente. Forse egli detestava l'ufficialità ed aborriva l'intrusione dello Stato. Tuttavia, dobbiamo anche provare un po' di vergogna per la trascuratezza inammissibile, per la spocchia irritante con cui le autorità, anche locali - non mi riferisco al comune di Brescello, ma ad altre autorità locali - hanno sempre guardato ad un museo che, benché negletto ed escluso dai circuiti pubblicitari - è bene ricordarlo agli italiani - porta a Brescello grosso modo 70 mila persone all'anno.
La colpa di Giovannino Guareschi, onorevole sottosegretario, è stata quella di schierarsi decisamente su un versante politico ben preciso, proprio lui che era stato internato in un campo di concentramento tedesco. L'altra sua colpa è di avere forse scritto settimanalmente per anni su il Borghese. Di qui, l'ostracismo becero e cretino del culturame di sinistra, servo idiota di una editoria che si presentava, con Giangi Feltrinelli, nei salotti di una fradicia e puttanesca borghesia meneghina che amava gli esplosivi almeno quanto la pinguedine dei conti in banca nascenti dallo sfruttamento dei lavoratori. Ora la cultura si sta lentamente affrancando dall'ipoteca marxista; la borghesia milanese ha ritrovato il bandolo del buonsenso. L'editoria fiuta il nuovo e, quindi, si adegua, sempre per ragioni dei conti in banca; ora soprattutto c'è un nuovo Governo che può restituire a Giovannino Guareschi quella dignità letteraria che, per troppo tempo, gli è stata negata.
Il primo passo è l'aiuto al museo di Brescello. Prendo atto, onorevole Sgarbi, che esiste questa normativa e che non sia


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stata presentata - e non me ne stupisco - una domanda. Lei si è recato, come il sottoscritto, a Brescello ed ha ravvisato la tranquilla umiltà e serenità di tutti quei volontari che lo tengono aperto.
Probabilmente, non sanno neppure dell'esistenza di questa norma. Ma ciò che è incredibile è che nessuno, fra provincia e regione, glielo abbia mai suggerito (forse avevano delle buone ragioni di natura ideologica e discriminatoria per non dir loro che esisteva questa possibilità).
La ringrazio, perché credo che tra i grandi autori possa essere inserito anche Giovannino Guareschi e, a questo proposito, vorrei ricordare che ho presentato un altro atto di sindacato ispettivo al ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica per chiedere che la figura di questo autore venga inserita ufficialmente tra gli autori da studiare nelle scuole della Repubblica.
La ringrazio e prendo atto della sua risposta. Ho compreso che il Governo, laddove pervenga la domanda e laddove ricorrano i requisiti, è disposto ad accordare il beneficio richiesto, per dare una mano a questi uomini che da troppi anni lavorano in solitudine, in splendida e commovente solitudine. Pertanto, mi dichiaro del tutto soddisfatto della sua risposta.

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