...
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
una logica aberrante che rischia solamente di chiudere per sempre la via al dialogo, unica strada possibile per sperare in una pace duratura in un'area del mondo che, da troppi anni, vede solo ingiustizie e morti;
della quale l'Italia si faccia protagonista finalizzata alla liberazione di Arafat ed alla ripresa del dialogo per la pace, a partire dalla fine delle operazioni militari dell'esercito israeliano dei territori dell'ANP.
la situazione in medio oriente sta precipitando di ora in ora con il rischio, sempre più concreto, che non esista più una via di ritorno e che la violenza diventi l'unico strumento di dialogo tra palestinesi e israeliani;
la recente occupazione militare di Tulkarem e l'entrata dei carri armati, avvenuta il 22 gennaio 2002, nella periferia di Nablus rappresentano un'escalation militare che rischia di far piombare tutta l'area del medio oriente in una spirale di odio e di guerra;
l'assedio nella sua residenza a Ramallah del Presidente dell'Anp, Yasser Arafat, la distruzione della sede dell'emittente radio televisiva palestinese e l'occupazione militare di intere città, in aperta violazione degli accordi di Oslo, rappresentano
è notizia dell'ultima ora che l'organizzazione integralista islamica «Hamas», dopo i fatti accaduti a Nablus, con la morte di alcuni suoi militanti, ha dichiarato la fine immediata della tregua che, fino ad oggi su richiesta di Arafat, aveva rispettato e ciò può solo far presagire nuovi attacchi suicidi e nuove violenze;
lo stesso ministro degli affari esteri egiziano, Ahmed Maher, ha rivolto un monito a Israele affinchè levi il suo assedio ad Arafat e non tenti di impedire al Presidente palestinese di partecipare al vertice arabo in programma, a marzo, a Beirut, ricordando al Governo israeliano che se Arafat, dovesse scomparire dalla scena, l'intera area «entrerà in ebollizione» con i risultati che tutti possiamo immaginare;
in ultimo, ma non per importanza, va ricordata la forte critica che il Segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, ha pronunciato nei confronti del Governo di Israele dopo l'occupazione di Tulkarem e la distribuzione della radio televisione palestinese che è stata costruita, tra l'altro, con i fondi dell'Unione europea-:
se non ritengano urgente e necessaria un'iniziativa politico diplomatica del Governo italiano, in collaborazione con i capi di Governo europei, affinchè, facendo valere il peso dell'Europa in termini politici ed economici, si convincano le parti a riavviare il dialogo, ripristinando immediatamente la libertà di movimento per il Presidente del popolo palestinese, Yasser Arafat, così come lo stesso ha richiesto alla comunità internazionale;
se non ritengano che la ripresa immediata del dialogo tra le parti e l'invio di osservatori internazionali nei territori palestinesi occupati siano due elementi essenziali, non solo per ridare pace a questa area tormentata del mondo, ma anche per dare un duro colpo al terrorismo che, troppo spesso, ha usato la causa della Palestina per dare credibilità alle proprie azioni e che, di conseguenza, forte debba essere l'impegno, in questo senso, di chi ritiene fondamentale colpire non solo i terroristi ma anche le cause che determinano questo fenomeno.
(2-00221)
«Intini, Boselli, Buemi, Albertini, Ceremigna, Di Gioia, Grotto, Pappaterra, Villetti, Cento, Lion, Cima, Zanella, Collè, Frigato, Meduri, Damiani, Tanoni, Mosella, Lettieri, Fanfani, Carra, Brugger, Carbonella, Zeller, Detomas, Loiero, Monaco, Calzolaio, Benvenuto, Rizzo, Siniscalchi, Innocenti, Mancini, Milioto, Bonito, Pecoraro Scanio, Boato, Craxi».
la tragedia che si sta consumando in Terra Santa, che non trova eguali nella storia degli ultimi cento anni, non può più tollerare l'immobilismo del Governo del nostro Paese e dell'Unione europea;
non sarà possibile parlare di pace in Palestina e nell'intero Medio Oriente fino a quando, attraverso una urgente ed immediata iniziativa diplomatica dell'Italia e dell'Europa, non venga liberato il presidente Arafat dall'assedio in cui viene tenuto, non venga fermata la distruzione dell'Autorità Nazionale Palestinese scientificamente compiuta da Sharon, e non vengano sollecitate misure urgenti della comunità internazionale in difesa della popolazione civile -:
se non ritenga non più rinviabile una immediata azione politico-diplomatica
(2-00219)
«Diliberto, Armando Cossutta, Rizzo».
il trasporto aereo è elemento determinante della politica di sviluppo economico e sociale, oltre a rappresentare il diritto costituzionale alla mobilità;
la situazione del trasporto aereo italiano risente di una crisi profonda, superiore a quella esistente in altri Paesi europei, per carenze strutturali e finanziarie dei vettori, dei gestori e del sistema di assistenza al volo;
i mali di tale settore strategico erano stati individuati nelle tre componenti essenziali (aeroporti, vettori, assistenza al volo), fin dal 1994;
successivamente riforme risultate totalmente errate, anziché migliorare una situazione già difficile, hanno determinato un completo stato di precarietà che sembra coinvolgere anche aspetti di sicurezza del volo;
recentemente il Superispettore nominato dal Governo, in un'intervista alla stampa, avrebbe qualificato «scadenti» le professionalità tecniche degli Enti operanti nel trasporto aereo;
al dissesto funzionale del settore, si associa quello finanziario malgrado cospicui finanziamenti erogati dallo Stato anche alle società di gestione per la realizzazione delle infrastrutture e la fornitura del servizio anti-incendio, le cui spese in tutti gli aeroporti europei sono invece a carico dei gestori medesimi;
il risanamento del vettore non si attua attraverso alleanze, che trasferiscono a vettori concorrenti fette di mercato, ma attraverso interventi strutturali interni -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire i necessari livelli di professionalità negli Enti operanti nel trasporto aereo;
per trasferire dallo Stato ai gestori l'onere delle spese per la realizzazione delle infrastrutture con particolare riferimento a quelle aventi interesse commerciale e per la fornitura del Servizio anti-incendio;
per garantire che le concessioni aeroportuali siano affidate mediante gara pubblica a livello europeo, anziché illegittime trattative private, per risanare il vettore pubblico, attraverso profondi interventi strutturali e, infine, per far accertare dalla Corte dei conti eventuali responsabilità amministrative connesse alla illegittima destinazione dei finanziamenti erogati dallo Stato alle società di gestione.
(2-00220)«Fiori».
dopo l'8 settembre 1943 circa 700.000 italiani furono internati in Germania con la conseguenza, pesante ed inumana, di servire l'economia e incrementare la macchina bellica del nazismo;
i nostri connazionali furono sottoposti, come abbiamo registrato attraverso migliaia di drammatiche testimonianze, a trattamenti criminosi e terribili;
il regime hitleriano, complice e d'accordo con il regime fascista, non riconobbe agli internati lo status di prigionieri di guerra aggirando in questo modo l'applicazione delle norme e dei trattati internazionali;
nell'agosto 2000, (purtroppo) il governo tedesco ha costituito un'apposita Fondazione con l'obiettivo di indennizzare gli italiani che furono costretti con la forza dal nazismo al lavoro forzato o che subirono profonde, gravi e ripetute ingiustizie;
quasi 100.000 persone hanno avanzato domanda per veder riconosciuto un legittimo diritto;
l'eventuale e positivo riconoscimento non solo recupererebbe un ingiustificato ritardo di mezzo secolo ma, soprattutto, si risarcirebbe moralmente coloro che furono schiavizzati dal regime nazista;
nell'agosto del 2001 il governo tedesco però ha detto che gli ex internati militari italiani non hanno titolarità e diritto all'indennizzo previsto, decidendo di adottare criteri di ammissibilità all'indennizzo estremamente selettivi - in ossequio ad una linea di comportamento adottata per tutti i lavoratori forzati civili provenienti dall'Europa occidentale;
ora, alla luce di questa preoccupante situazione che rischia di offendere la memoria storica del nostro Paese e di perpetuare una umiliazione nei confronti degli ex internati militari italiani -:
se il Governo italiano condivida la preoccupazione legittima di quelle persone che ritenevano fosse giunto il momento del giusto e sacrosanto riconoscimento di un loro diritto e ritenga di impegnarsi a risolvere tale situazione;
se il Governo italiano, alla luce delle recenti decisioni del governo e del parlamento tedeschi, intenda continuare ad attivarsi con l'esecutivo tedesco per sollecitare una nuova presa di posizione ed un profondo ripensamento di una scelta che dopo oltre cinquant'anni lascia ancora aperta una ferita nella memoria di coloro che, al contrario, meritano solo rispetto e ringraziamento morale e materiale.
(5-00561)
ribadita la solidarietà nella lotta contro il terrorismo;
attesa la necessità che la lotta contro il terrorismo internazionale si affermi, non solo militarmente, ma anche dal punto di vista del grande valore del rispetto dei diritti umani;
considerato quanto rappresentato da organizzazioni internazionali della serietà della Croce Rossa e di Amnesty International sulle condizioni dei prigionieri dell'Afghanistan;
considerata la posizione assunta dal Ministro degli esteri Britannico Jack Straw per il rispetto dei diritti umani nei confronti dei prigionieri talebani, ed in particolare di quelli detenuti a Guantanamo -:
quali passi il Governo intenda compiere per far presente la necessità di un atteggiamento verso i prigionieri talebani conforme al rispetto dei diritti umani e della convenzione di Ginevra.
(4-01872)