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esercitavano il potere locale fino al XIII secolo, iniziando tra l'altro la prima attività di estrazione di metalli utili nelle montagne versiliesi»;
le Alpi Apuane sono state per secoli luoghi di ricerca di minerali utili e in questo territorio si è sviluppata una intensa attività di miniera che ha costituito per molte comunità la principale risorsa economica, in taluni casi, fino a pochi anni fa;
la stessa denominazione di alcune località versiliesi trae origine dal nome del materiale scavato in miniera;
a partire dagli anni ottanta l'industria mineraria nazionale ha conosciuto una profonda crisi, che ha portato alla chiusura di molte aziende impegnate nell'attività di estrazione e alla dismissione delle miniere;
anche la Versilia ha conosciuto le conseguenze di tale crisi con la chiusura e la messa in liquidazione di molte società. Ad esempio, la EDEM di Roma dal 1938 aveva in concessione lo sfruttamento dei giacimenti di ferro e bario di Valdicastello, Monte Arsiccio, Buca della Vena, nei comuni di Pietrasanta e di Stazzema (provincia di Lucca). Altre località del comune di Seravezza sono state interessate da attività minerarie;
alcune importanti personalità, devono la loro presenza in Versilia alle miniere, come Giosuè Carducci nato a Valdicastello (Pietrasanta) per il fatto che suo padre era il medico della miniera, che fino agli anni ottanta del secolo scorso è stata attiva in questa località;
molte pubblicazioni descrivono la situazione delle miniere in Versilia ed in particolare, la pubblicazione Miniere in Versilia di Sergio Mancini, Petrartedizioni, Pietrasanta, 1998 In essa si scrive: «Al di sopra di Corvaia si ritrovano oggi i resti delle fortificazioni medievali dei nobili che
a Seravezza vi è presso il Palazzo Mediceo il «Museo del lavoro e delle tradizioni popolari» e in una sua sezione è illustrata la storia delle ferriere versiliesi e delle relative attività minerarie;
nella zona del Bottino e di Gallena, dell'Argentiera nel comune di Stazzema (Lucca), in particolar modo, dall'insediamento di Cosimo I fino al 1592, i signori di Firenze impegnarono molte risorse per l'attività delle miniere versiliesi, costruendo alcune officine, fonderie, laboratori, forni, e richiamando manodopera anche dal Tirolo, dalla Sassonia e dall'Ungheria;
a Strettoia (Pietrasanta) ed in altre zone minori dell'Alta Versilia, come Basati (Seravezza) furono trovate miniere di ferro e vene di piombo e ferro;
di fronte a queste immense testimonianze e questo importante patrimonio che è dato dalle miniere in cui è cessata l'attività, è necessaria una rivalutazione storica e culturale;
a Sant'Anna di Stazzema e nelle sue vicinanze, dove era attiva l'estrazione di minerali, è stato istituito con la legge n. 381 del 2000 il Parco Nazionale della Pace, che ha tra le finalità il mantenimento della memoria, non solo della strage nazifascista del 12 agosto 1944, ma anche della storia di una comunità che si era sviluppata attorno alle miniere;
in molte località italiane sono stati attuati progetti di recupero e di valorizzazione del patrimonio lasciato dalle società che gestivano le miniere e delle miniere stesse -:
se il Ministro interrogato non intenda sostenere e finanziare progetti presentati dagli enti locali versiliesi in coordinamento con la provincia di Lucca e la regione Toscana, attivarsi per sostenere progetti di recupero e valorizzazione ambientale, storico-culturale, relativi al vasto patrimonio minerario dismesso e alle significative testimonianze ad esso collegate e, infine, prendere opportune iniziative, nella direzione esposta, anche attraverso la costituzione di parchi archeo-minerari, attivando conseguentemente un interesse ed una economia turistica, che queste potenzialità presenti sui territorio delle Alpi Apuane e della Versilia possono generare.
(4-01684)
il Sole 24 Ore del 15 novembre 2001 ha pubblicato un articolo da cui si apprende che al Gestore di rete, al 31 ottobre 2001, sono stati presentati 546 progetti di nuove centrali elettriche per complessivi 98.173 megawatt;
per densità di progetti, le concentrazioni maggiori di future centrali sono nella cintura di Torino, Lombardia, Emilia e nel Foggiano;
in provincia di Foggia i progetti presentati sono 10 per complessivi 3.700 megawatt. Uno di questi progetti, da realizzare a San Severo, sembra sia in attesa del via libera finale del Ministro dell'ambiente;
la provincia di Foggia è stata colpita dalla più grave crisi idrica degli ultimi cinquanta anni che impedisce, da oltre due anni, l'irrigazione dei campi e la normale distribuzione dell'acqua per usi civici;
le dette centrali abbisognano di grossi quantitativi di acqua;
l'impatto ambientale, nel contesto sopra descritto, potrebbe essere devastante per il settore agricolo;
manca un piano energetico della regione Puglia;
non è stata attivata l'agenzia della regione Puglia per la valutazione dell'impatto ambientale;
l'impatto occupazionale è pressoché nullo;
non sono presenti nel territorio foggiano grandi distretti industriali;
la nuova legge costituzionale affida alle regioni la gestione della politica energetica dopo che le stesse si siano dotate degli strumenti necessari (leggi piano energetico regionale e agenzia regionale per la valutazione dell'impatto ambientale) -:
se quanto sopra risponda al vero e, in caso positivo, quali criteri il Ministero intenda seguire nell'eventuale autorizzazione all'installazione di una centrale elettrica in San Severo (Foggia).
(4-01685)