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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole dei Comunisti italiani. Vorrei sottolineare come la legge che stiamo per approvare ha lo scopo di adeguare la nostra legislazione penale all'obiettivo di contrastare ancora più efficacemente il traffico internazionale di persone. Si tiene conto della convenzione sulla criminalità organizzata e del protocollo sul traffico di persone che abbiamo approvato qualche anno fa a Palermo, che contiene, tra l'altro, la definizione del delitto di traffico.
I nuovi reati introdotti dal testo consentono di superare i problemi applicativi oggi derivanti dall'utilizzazione dei reati previsti della legge Merlin in materia di sfruttamento della prostituzione (che prevedono sanzioni inadeguate alla gravità del delitto di traffico, così come si è venuto a configurare in questi ultimi anni), ovvero dall'applicazione del diritto di riduzione in schiavitù, pensato per il fenomeno della schiavitù storica, che comporta spesso notevoli difficoltà probatorie.
Vorrei segnalare tre operazioni significative: la prima è la descrizione dettagliata del delitto di traffico di persone; la seconda è la severità delle pene; la terza è l'attualizzazione del delitto di riduzione in schiavitù. Rispetto al delitto di traffico di persone è importante prevedere un'ampia gamma di scopi illeciti: insieme allo sfruttamento delle prestazioni sessuali, anche il lavoro forzato e la servitù. Infatti, il nuovo delitto di traffico deve consentire di combattere tutte le forme di asservimento della persona realizzate dai trafficanti con la violenza o con l'inganno.
Dobbiamo purtroppo attrezzarci a combattere fenomeni, in parte nuovi, che pensavamo debellati per sempre e che, purtroppo, in questi anni, all'inizio del nuovo millennio, si ripropongono con un'atrocità che pensavamo ormai sconfitta. Purtroppo, si parte con situazioni incredibili di lavoro servile e paraschiavistico, come la servitù da debiti e lo sfruttamento selvaggio di bambini e bambine costrette a vivere vere e proprie situazioni di lavoro forzato, di accattonaggio e di servitù domestica. La legge prevede una tutela rafforzata e, dunque, l'applicazione di aggravanti e di pene ancora più severe quando le vittime sono minorenni.
In questo caso, infatti, il delitto di tratta - in sé inaccettabile - è ancora più
odioso per il fatto di essere commesso ai danni di persone giovani, di bambini e di bambine che non possono difendersi e che vengono spesso sottoposti a vere e proprie torture.
Credo che il provvedimento che ci accingiamo ad approvare rappresenti una tappa importante dell'azione delle istituzioni del nostro paese contro un fenomeno odioso - quello del traffico di esseri umani - che costituisce un crimine contro l'umanità, così come lo definisce lo statuto della Corte penale internazionale. Occorre combatterlo con una serie coordinata di interventi, da assumere a livello nazionale e internazionale, che siano in grado di integrare due aspetti fondamentali della lotta alla tratta: l'efficacia dell'azione repressiva e l'assistenza e la protezione dei diritti umani delle vittime.
Per questo motivo, è positivo l'approccio della normativa che si accosta ai problemi delle vittime di tratta, considerandole non solo come strumenti di azione penale, ma persone che subiscono forme inaudite di violenza e di coercizione e che, come tali, devono essere prima di tutto sostenute e aiutate nel loro tentativo di riconquistare la libertà.
Signor Presidente, in questi anni è stato fatto molto in tale direzione, utilizzando le somme del fondo, con interventi tesi a creare una rete di servizi integrati sui territori; quindi, la riconferma dell'articolo 4 è positiva.
Vorrei ricordare l'importanza della campagna di comunicazione, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica e a modificare l'approccio delle forze dell'ordine e, più in generale, delle istituzioni, allo scopo di suscitare solidarietà con le donne trafficate, in modo che esse non siano guardate né stigmatizzate come prostitute o straniere illegali, ma considerate e aiutate come vittime di un crimine gravissimo.
Con l'articolo 4, quindi, si conferma tale impegno e mi auguro che il Governo, così come è stato fatto nella precedente legislatura, continui il lavoro avviato...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bellillo. Vogliate consentire alla collega di svolgere il suo intervento, beneficiando non dico dell'ascolto, ma almeno del rispetto nei confronti di chi parla. Prego, onorevole Bellillo.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, la ringrazio, ma so che, quando si svolgono gli interventi, ciò può accadere. Comunque, i colleghi non mi arrecano fastidio e posso tranquillamente procedere.
Nella precedente legislatura è stato avviato un lavoro proficuo contro la tratta, attraverso il comitato di coordinamento delle azioni di Governo, che favorisce attività comuni da parte delle diverse branche del Governo, dei vari dipartimenti ed istituzioni governative e fra le forze di polizia, la magistratura, gli enti locali, le ONG e le associazioni di volontariato.
Sono convinta che questo testo introduca una innovazione normativa di grande rilievo e fondamentale per contrastare un fenomeno odioso e, comunque, mi sembra importante che il Parlamento si confronti con una successiva proposta di legge sul tema della prostituzione in generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.
MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, il gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo esprimerà convintamente un voto favorevole sul provvedimento in esame che riteniamo il punto d'approdo di un percorso, non solo legislativo, che ci ha visti impegnati - ieri al Governo e oggi all'opposizione - nel dare al nostro paese strumenti attuali di contrasto al vergognoso traffico di esseri umani, crimine contro l'umanità e alle forme di sfruttamento che rendono schiave donne, bambini e non solo. Ho ricordato nel mio intervento durante la discussione sulle linee generali il buon contributo portato nella scorsa legislatura su questo tema, in ambito di cooperazione internazionale nella lotta contro il traffico di esseri umani, per l'impulso dato dal Governo Prodi e per l'assunzione di responsabilità dei ministri delle pari opportunità e della
solidarietà sociale posti a responsabili dell'attività di coordinamento interministeriale su questo tema.
Al riguardo vorrei anche dire che siamo molto contenti di veder portare a compimento, con l'approvazione di questo provvedimento, il lavoro svolto dall'allora ministro delle pari opportunità, attualmente relatrice di questo provvedimento, Anna Finocchiaro. Siamo contenti perché l'applicazione, la serietà, il rigore con cui ha creduto nella necessità di queste norme, che tutti abbiamo condiviso, ci consente, oggi, di vedere questo testo diventare legge. Questo testo - ciò è stato riconosciuto da tutti - è maturato nel contesto del lavoro svolto a livello internazionale dal nostro Governo e si è arricchito anche con i documenti della conferenza dell'ONU sul crimine internazionale che l'Italia ha ospitato a Palermo lo scorso anno. Credo che davvero questo e la passione che hanno messo tutti i componenti della Commissione giustizia, in questa e nella scorsa legislatura, nonché la volontà espressa dall'attuale ministro delle pari opportunità, siano per noi motivo di grande soddisfazione.
Con questa legge avremo dotato il paese di quattro buone leggi che testimoniano la volontà ferma di contrastare la violenza operata contro le persone in nome del pieno riconoscimento della loro personalità, della loro libertà e della loro dignità. Ricordo in questa sede la legge contro la violenza sessuale; la legge contro lo sfruttamento dei minori come riduzione in schiavitù; la legge sull'allontanamento della parte violenta dall'abitazione familiare che abbiamo approvato proprio quest'anno. È un buon quadro normativo, un quadro che ci dice davvero quanto ormai sia lontana dalla cultura di questo Parlamento l'idea di punire la violenza sessuale a motivo di difesa della morale pubblica anziché a difesa e tutela, come oggi fortemente crediamo, della dignità e del valore della persona umana.
Stiamo segnando il passo, ed è un buon passo. Crediamo che questa legge sia punto di approdo, ma non per concludere il cammino, perché ancora resta da fare tanto a fronte della triste realtà per cui, mentre tanti diritti sono affermati, tante sono ancora le vittime che conosciamo e che, purtroppo, in molti casi non ci è dato conoscere.
È evidente che avremo ancora da approfondire alcuni aspetti specifici del sistema di sfruttamento. Con questa legge noi già stabiliamo che sia punito colui che a titolo di concorso si avvale di prestazioni di persona ridotta in schiavitù. Tuttavia, dobbiamo anche vedere ed esplorare cosa accada realmente nel fenomeno della prostituzione, nel fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile, nel fenomeno dello sfruttamento degli organi. Potremo con grande serietà, la stessa che ci ha contraddistinto in questo caso, approfondire questi temi.
Siamo convinti, tuttavia, che sia nostro compito non solo prevedere un sistema penale e sanzionatorio a fronte di questi gravi fenomeni criminali. Accanto all'adeguamento della politica al volto ed alle dimensioni della criminalità, è nostro compito continuare a dire che lo Stato non è solo contro i criminali, ma è chiaramente con le vittime. Per questo è capace di affiancare politiche positive di sostegno, di integrazione, di solidarietà ed è capace di prendere in carico le vittime di questi reati.
Ormai questo è dato che possiamo trovare in tutti gli atti internazionali, è tema dei diritti fondamentali europei e deve essere sempre compito di chi governa. Siamo anche soddisfatti che il Governo abbia approvato il nostro ordine del giorno che impegna ad un miglioramento, ad una maggiore efficacia dello strumento fornito dalla legge sull'immigrazione all'articolo 18 (il permesso di soggiorno temporaneo) perché a chi è stato in catene non potremo mai chiedere di assaporare veramente la libertà se non dandogli un'autentica, una reale opportunità di riscatto (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tanzilli. Ne ha facoltà.
FLAVIO TANZILLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, secondo le stime della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale, ogni anno in tutto il mondo bande criminali in contatto tra loro trafficano in carichi umani, per un numero di 4 milioni di persone.
Il guadagno annuale ha raggiunto cifre che vanno dai 5 ai 7 miliardi di dollari e nessuno avrebbe immaginato che, con l'avvento del nuovo millennio, avremmo assistito al rigurgito di un fenomeno che pensavamo ormai sconfitto e relegato negli annali di storia. La realtà, purtroppo, è ben differente e la tratta di esseri umani è una pratica ancora ampiamente diffusa, soprattutto nei paesi avanzati, dove va assumendo forme e caratteri sempre più organizzati. Questa nuova forma di schiavitù prevede un'organizzazione capillare che cura tutte le fasi del fenomeno, dal trasporto delle vittime al loro sfruttamento, sino all'elusione delle disposizioni legislative in materia.
In questi ultimi anni questo fenomeno ha assunto anche in Italia i caratteri di una vera e propria industria, generando un consistente volume di affari; non si tratta più di un fenomeno di costume ma di una sofisticata macchina organizzativa che fa di donne, uomini e bambini gli ingranaggi fondamentali. Secondo le ultime stime, ovviamente per difetto, oggi in Italia le donne costrette a prostituirsi sono circa 50 mila, di cui la metà circa su strada ed altrettante che lavorano in ambienti chiusi: per capire meglio questo fenomeno, che viene a configurarsi come una vera e propria emergenza, basterà ricordare che circa il 35 per cento è costituito da minorenni, il 26 per cento sono state rapite nei loro paesi di origine, l'8 per cento sono state sequestrate in Italia e circa il 7 per cento sono schiavizzate.
Si tratta di persone ingannate, sfruttate, distrutte nella loro dignità, percosse e torturate; a volte, come nel caso delle nigeriane, lo stato di schiavitù termina con l'estinzione del debito contratto per venire nel nostro paese, ma spesso la schiavitù non è a termine, come nel caso delle donne provenienti dall'area albanese, in quanto sono considerate prede e proprietà perenne dai criminali che le hanno acquistate e, molto spesso, rivendute: di fronte alla drammaticità di questi fatti, non potevamo rimanere inerti, né si poteva pensare ad un mero contenimento del danno.
Con il provvedimento al nostro esame, sul quale il gruppo del CCD-CDU Biancofiore esprimerà in modo convinto un voto favorevole, forniremo finalmente all'autorità giudiziaria gli strumenti adatti per assicurare una risposta decisa a questo abominevole commercio di essere umani.
Vorrei aggiungere che l'ordine del giorno presentato quest'oggi dal nostro gruppo parlamentare, nasce da una nostra pluriennale collaborazione con la comunità Giovanni XXIII di Don Benzi: ci auguriamo che l'impegno preso dal Governo possa far sì che tale collaborazione tra le istituzioni e queste comunità sia sempre più fattiva (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU Biancofiore e di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che oggi ci accingiamo ad approvare è quanto mai urgente ed estremamente necessario, vista la situazione di emergenza e la dimensione drammatica che ha assunto nel nostro paese il fenomeno di ingresso clandestino di persone, di donne, di minori, ad opera di criminali senza scrupoli che, spesso, agiscono indisturbati, vista anche l'incapacità del nostro paese di contrastare queste pericolose associazioni criminali in modo adeguato.
La situazione odierna è il frutto di una politica che potrei definire a maglie larghe, portata avanti dal precedente Governo di centrosinistra e della sua totale incapacità di disciplinare e di affrontare in modo serio il fenomeno dell'immigrazione extracomunitaria.
Il fatto di non aver adottato una disciplina seria e di controllo degli ingressi nel
nostro paese ha alimentato, in migliaia di disperati, la convinzione che l'Italia sia una sorta di paese di «bengodi» dove tutto è lecito, dove è facile entrare, soggiornare, anche se non si è muniti di visto e di regolare permesso di soggiorno, e inserirsi in un contesto lavorativo, approfittando magari di una qualche sanatoria sempre pronta dietro l'angolo.
Ebbene, l'illusione di questi disperati si infrange appena sbarcati sulle nostre coste, quando appare chiaro che il loro destino sarà quello di divenire vittime di veri e propri criminali senza scrupoli, che li sfruttano in attività illecite di vario tipo, dal commercio di oggetti contraffatti al lavoro nero in condizioni disumane, alla prostituzione.
Il testo che ci accingiamo ad approvare oggi prevede misure preventive e repressive che si propongono di arginare questo vero e proprio commercio di persone, questo schiavismo del 2000 mosso da fini biechi. Per tale motivo, il nostro sarà un deciso voto favorevole all'approvazione del provvedimento.
Sono molte le novità positive introdotte dal progetto di legge. Intendo esprimere un grande apprezzamento per il lavoro svolto dalla relatrice, dalla Commissione e dal Governo, in quanto si è addivenuti alla definizione non solo del concetto di schiavitù ma anche a quella di servitù, in modo da sanzionare tutte quelle forme di asservimento della persona.
Abbiamo accolto con grande favore, ad esempio, il fatto che, nel concetto di servitù, sia stata ricompresa anche la costrizione continuativa alla mendicità e all'accattonaggio, fenomeni questi che vediamo assai frequenti in tutte le nostre città e in tutto il nostro paese; la tutela riservata ai minori, molto spesso vittime indifese di questi criminali; il riferimento al traffico e al commercio di organi che, a questa forma di tratta e di commercio, sono strettamente connessi.
Certo, questo è un rilevante passo in avanti, ma non è - colleghi della sinistra - un punto di approdo. Per arginare realmente il problema occorrerà adottare una nuova politica, che affronti - mi riferisco, in questo caso, anche all'ordine del giorno del collega Buontempo - anche il problema della prostituzione. Infatti, si potrà arginare il commercio se si eliminerà anche il mercato. Dovremo, quindi, aprire una discussione seria, in quest'aula, anche su questo provvedimento, ma soprattutto dovremo adottare una nuova politica in materia di immigrazione, discutendo prestissimo, in questa sede, il disegno di legge governativo di riforma della legge Turco-Napolitano.
Questo nuovo schiavismo del 2000 si combatte attraverso una politica di aiuti e di cooperazione seria nei confronti dei paesi extracomunitari, in particolar modo di quelli dell'area balcanica e dell'area magrebina, attraverso norme che consentano di contrastare efficacemente, anche attraverso la cooperazione con gli altri paesi, queste associazioni di criminali, intensificando anche il controllo delle nostre acque territoriali ed extraterritoriali, consentendo, ad esempio, la perquisizione dei natanti sospetti, legando il soggiorno nel nostro paese, in modo chiaro, ad un contratto di lavoro, sia esso a tempo determinato o indeterminato, mettendo le nostre forze di polizia nella condizione di potere effettivamente rendere cogente l'espulsione, attraverso l'accompagnamento alla frontiera, intensificando le pene per coloro che già espulsi fanno nuovamente ingresso nel nostro paese.
Questo è ciò che ci chiede il paese; dunque, il nostro invito è quello di realizzare queste riforme necessarie, affinché il provvedimento che ci accingiamo ad approvare sortisca gli effetti che tutti auspichiamo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisapia. Ne ha facoltà.
GIULIANO PISAPIA. Signor Presidente, con il provvedimento in esame, che auspichiamo diventi al più presto legge dello Stato, si inseriscono nel nostro ordinamento norme necessarie ed urgenti, dirette a colmare un vuoto normativo su una
questione particolarmente grave e angosciante: quella della tratta e della riduzione in schiavitù o servitù di esseri umani.
Dal 1990 al 1999, nel nostro paese, si è riscontrato un incremento, di oltre il 100 per cento, delle denunce per fatti legati al traffico di esseri umani e fonti internazionali testimoniano che il fenomeno, purtroppo ancora in crescita, è più lucroso del traffico di droga e di quello di armi.
Nel solo mese di agosto dello scorso anno sono giunte, al numero verde per l'assistenza delle donne ridotte in schiavitù, circa 50 mila telefonate, di cui oltre 7 mila con richiesta di aiuto immediato. Questo dato fornisce la misura della dimensione del traffico delle donne e dei minori ai fini di sfruttamento sessuale e riguarda soggetti che hanno subito violenza nel loro paese e oggi subiscono violenza e sfruttamento nel nostro. Si tratta di un problema che evidentemente non si risolve, e non si risolverà mai, soltanto con l'intervento penale, ma soprattutto, od anche, con l'assistenza, l'aiuto e la protezione delle vittime di un delitto così grave, di un vero e proprio crimine contro l'umanità.
Secondo uno studio realizzato dal PARSEC, le donne straniere coinvolte nella prostituzione sono oggi nel nostro paese oltre 15 mila, di cui gran parte è coinvolta nel traffico che, attraverso tale provvedimento, vogliamo sconfiggere definitivamente. Il rapporto mondiale del Fondo delle Nazioni unite per la popolazione denuncia che nel mondo oltre due milioni di ragazze al di sotto dei 15 anni è costretto a prostituirsi.
La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, firmata anche dall'Italia, prevede all'articolo 3 - e non a caso - il ripudio della schiavitù e sancisce la lotta per sconfiggere tale crimine contro l'umanità.
Il nostro paese è purtroppo in ritardo, ma finalmente sta dando forti e concreti segnali di contrasto al vergognoso, tragico, angosciante e inaccettabile traffico di esseri umani, esplicitamente menzionato nello statuto della Corte penale internazionale come una delle moderne forme di riduzione in schiavitù.
Stiamo parlando di organizzazioni criminali che sfruttano migliaia di persone, soprattutto donne e bambine, costrette a fuggire dal loro paese a causa della fame, della guerra e della miseria, spogliate della propria dignità umana, private della propria libertà, spesso rapite e violentate, ridotte in una situazione di schiavitù che si sperava definitivamente sconfitta e che le considera non come bambine, ragazze e donne, ma come veri e propri oggetti, merci da usare e scambiare, come persone che possono essere sottoposte impunemente a forme di violenza, di ricatto e di inganno che finiscono con il ridurle ad una vera e propria condizione di schiavitù.
Senza dubbio, in questi ultimi mesi, nel nostro paese sono stati compiuti passi avanti sul piano dell'assistenza e della protezione dei diritti umani delle vittime. Ma è stato fatto ancora poco e ritengo grave che, per motivi di bilancio, non siano state approvate le ulteriori e più efficaci misure di prevenzione e di protezione delle vittime della tratta di persone, anche se - bisogna riconoscerlo - sono stati finanziati, in varie regioni, numerosi programmi di assistenza e di integrazione sociale e sono stati concessi centinaia di permessi di soggiorno. Purtroppo, però, troppo spesso, dopo iniziative tese alla protezione, alla solidarietà, al sostegno e all'integrazione, si è creata una situazione per cui le vittime di tale agghiacciante ferocia sono state abbandonate a se stesse.
La gravità e l'entità del nuovo traffico, che vede limitare e, in molti casi, annullare uno dei valori fondamentali della società civile (il diritto alla libertà e alla dignità), ci imponevano l'approvazione urgente del provvedimento in esame, che ha l'obiettivo di adeguare la nostra legislazione in modo tale da contrastare efficacemente un fenomeno che, - ripeto - anche e soprattutto a causa della guerra, della fame e della povertà che rende sempre più ampia la forbice tra ricchi e poveri, è purtroppo in continuo aumento, anche a causa di una criminalità sovranazionale
che non è stata fino ad ora efficacemente combattuta e contrastata.
La concreta elaborazione delle norme del provvedimento, che ci accingiamo a votare, è risultata estremamente laboriosa. Nella costruzione della nuova figura criminosa si è tenuto conto delle difficoltà interpretative riscontrate a proposito della riduzione in schiavitù, che è stata, opportunamente e in maniera molto precisa, non soltanto ampliata, ma anche precisata.
Accanto alla riduzione in schiavitù, infatti, è stata posta la riduzione in servitù, con pene adeguate alla gravità del fatto. L'inserimento di una specifica norma che sanziona il traffico di esseri umani e l'applicazione di circostanze aggravanti della pena (ancora più severe quando le vittime siano minorenni) rappresentano una concreta risposta all'inadeguatezza delle attuali norme incriminatrici, tese a contrastare questo nuovo mercato criminale.
Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista, non posso concludere senza ribadire l'auspicio, già fatto nella scorsa legislatura, purtroppo senza successo, che questo provvedimento diventi al più presto legge dello Stato e si possa annunciare definitivamente al paese e al mondo intero l'approvazione di queste norme di civiltà giuridica, di civiltà morale (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, con piacere e soddisfazione annuncio il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale su questo provvedimento. Vi è anche una dedica ideale: dedico l'approvazione di questa legge a quella prostituta nigeriana malata di AIDS che l'anno scorso è stata abbracciata dal Papa a San Pietro. Nel frattempo, quella persona è morta, ma ha lasciato una traccia anche della volontà di tutti noi di dare un seguito a quella dichiarazione, a quella denuncia aperta del Papa sullo stato di schiavitù di milioni di persone.
Un collega prima parlava di 4 milioni di persone messe in schiavitù. Purtroppo, tra schiavitù e servitù, si calcola che siano ben 250 milioni gli esseri umani che, in qualche maniera, sono privati, per motivi abietti o comunque di grave violenza personale, della propria libertà. Questo provvedimento, questo primo passo va in questo senso: l'Italia, come nazione civile, non può ammettere che queste cose avvengano e, almeno sul proprio territorio, assume finalmente una posizione chiara e seria, per impedire che questa situazione possa continuare impunemente. Purtroppo, abbiamo nel mondo situazioni anomale, con paesi in cui la schiavitù, addirittura nel 2001, non solo è tollerata, ma apertamente praticata come in Mauritania, in Somalia, in altri paesi arabi o dell'estremo oriente. Di fronte a queste situazioni, noi comprendiamo che non basta muoversi, come oggi, con l'approvazione di questa proposta di legge, ma occorre anche iniziare ad avere rapporti diversi con questi paesi, per far sì che, con un'opera di convinzione, di collegamenti internazionali, di monitoraggio e di controllo, in quei paesi il fenomeno della schiavitù vada man mano a scomparire, anche perché, tra l'altro, si tratta di Stati che accettano e applicano, almeno a parole, i principi delle Nazioni Unite.
Vi è da sottolineare l'opportunità di questo provvedimento che parla di tratta delle persone e che accenna anche al commercio di organi, un altro spaventoso e terribile buco nero, di cui non si parla, che vede coinvolti paesi - sembra - molto vicini dell'Europa occidentale, da dove vengono portati via bambini vivi per gli espianti: mi riferisco, per esempio, al Brasile e ad altri paesi dell'America del sud; questi fatti sono stati documentati, al di là di ogni ragionevole dubbio. Ebbene, questo provvedimento dà un segnale in questo senso. Come non parlare dello sfruttamento dei bambini, non tanto e non solo
per cose abiette, quanto anche per la questua che vediamo all'angolo delle nostre strade?
Signor Presidente, la mia paura è che questa disciplina non venga seriamente applicata, perché non si possono vedere a 20 metri dal nostro Palazzo Montecitorio bambini costretti per ore a chiedere l'elemosina, senza che l'agente di servizio presente a due metri intervenga (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Da domani, o dal giorno in cui verrà promulgata questa legge, noi chiederemo l'applicazione di questo provvedimento anche in questi casi, perché bisogna perlomeno controllare di chi sono quei figli, e siccome è molto probabile che le persone che li sfruttano non sono i loro legittimi genitori, devono essere perseguiti, altrimenti non ci sarà mai un cambiamento di mentalità e di atteggiamento nel nostro paese.
In conclusione, questo provvedimento è un primo passo. È positivo che il Governo abbia accolto anche tutti gli altri ordini del giorno e che l'Assemblea abbia approvato l'ordine del giorno del collega Buontempo come ulteriore impegno morale a continuare su questa strada. Ritengo che oggi l'Assemblea, approvando praticamente all'unanimità questo progetto di legge, darà veramente un segnale forte, non soltanto di condivisione e di comprensione di questo problema, per mettere l'Italia veramente all'avanguardia delle nazioni civili, perché la lotta contro la schiavitù deve diventare realmente l'impegno molto forte di questi primi anni del nuovo millennio (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, questo provvedimento è di grande importanza e lo conferma anche l'ampia convergenza che ha ottenuto in quest'aula. Desidero ringraziare l'impegno particolarmente solerte e appassionato dell'onorevole relatrice Finocchiaro ed anche la collaborazione prestata dal Governo, che si è dimostrato sensibile ad una rapida convergenza.
Questo è un provvedimento che finalmente prende in seria considerazione un particolare fenomeno che assume una rilevanza gravissima nel contesto della nostra società, che si vanta di essere particolarmente civile ed avanzata. È un provvedimento che va a completare un quadro di iniziative tese a tutelare le aree più deboli della nostra società quali minori, immigrati, persone in particolari condizioni di disagio e povertà.
Per la verità, la fase finale del nostro dibattito è stata utile poiché ha messo in risalto la questione relativa allo sfruttamento della prostituzione; anche questo fenomeno è particolarmente grave e mi permetto di dire che le è propria una autonomia di discussione e non può essere risolta in un ambito temporale così ristretto. Su questo fenomeno dobbiamo far convergere la nostra attenzione nei prossimi mesi affinché si possa dare una adeguata risposta.
Signor Presidente, con queste considerazioni annuncio il voto favorevole dei Socialisti democratici italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, voglio unirmi ai ringraziamenti rivolti dagli altri colleghi per il lavoro molto importante e sapiente che è stato effettuato dalla Commissione. Voglio anche congratularmi per l'equilibrio e la competenza - dimostrati anche in questo caso - della relatrice.
Il gruppo dei Verdi voterà a favore di questo provvedimento perché siamo consapevoli che il traffico di donne e di minori e la tratta organizzata di immigrati a scopo di sfruttamento sessuale e di lavoro forzato ha assunto proporzioni inimmaginabili ed è un fenomeno di rilevanza mondiale che coinvolge soprattutto donne. Secondo l'OIM - sono state citate numerose fonti, voglio citare anche questa
- le immigrate straniere avviate alla prostituzione in Italia (dovrebbero essere circa ventimila) tra il 10 ed il 20 per cento sono vittime di tratta. Tali immigrate sono albanesi, nigeriane; negli ultimi due anni si tratta sempre più di donne rumene, moldave, ucraine, bulgare. Queste donne raggiungono l'Italia attraverso i paesi balcanici o attraverso la Turchia. Nella maggior parte dei casi sono donne molto giovani; voglio però citare un altro fenomeno, forse meno conosciuto, relativo al traffico di donne meno giovani che si intreccia a quello di donne solitamente avviate alla prostituzione. Ripeto, si tratta di donne meno giovani che vengono avviate al mercato delle accudienti che vengono assunte nelle case - soprattutto private - per assistere i nostri anziani. Si tratta di un fenomeno nuovo che so essere oggetto di indagini da parte di procure ed enti locali, che da anni si interessano al lavoro realizzando innovativi servizi per il contrasto alla tratta.
Con questo provvedimento diamo risposta alla necessità di armonizzazione, una necessità che ha a che fare con la previsione di nuove figure di reato, ma che deve essere praticamente estesa a tutto il mondo. Invece noi conosciamo le difficoltà, per tale necessità, di trovare accoglimento nell'ambito delle legislazioni di paesi che sono molto lontani dal concepire, non soltanto questa, ma anche altre figure di reato che possano essere utili per la lotta alla tratta o per contrastare fenomeni come la schiavitù, e la servitù che, invece, rappresentano un tutt'uno con il tessuto economico di certi paesi.
Colleghi, voglio soltanto citare un piccolo episodio che può essere illuminante. Voi sapete che vengono organizzati viaggi, non a scopo sessuale, ma turistico, ad esempio, in Egitto. Ebbene, tra le varie zone che vengono fatte visitare ai turisti vi sono anche fabbriche di tappeti dove viene esibita alla curiosità, al voyeurismo di noi occidentali - ahinoi! - il lavoro di bambini. Anche questa è una forma di sfruttamento, a scopo non sessuale, ma di altra natura, che condanno con altrettanto vigore e preoccupazione.
Ebbene, in questo provvedimento siamo di fronte ad articoli che possono fornire un aiuto a quelle azioni di sistema che sono necessarie per affrontare il fenomeno della tratta; mi riferisco ad esempio allo strumento repressivo nei confronti della criminalità sovranazionale organizzata, una criminalità che deve essere affrontata, anche attraverso un lavoro molto approfondito e rigoroso di intelligence. Infatti, la criminalità organizzata presenta una grande capacità di ristrutturare se stessa e di ridisegnare i propri piani criminosi; è molto più elastica di quanto lo siano le nostre legislazioni ed i nostri provvedimenti a livello esecutivo.
Disponiamo poi di uno strumento in più per intervenire a livello di protezione sociale che consente di offrire alle vittime alternative concrete per uscire dal circuito dello sfruttamento, senza il rischio della propria vita, nonché di fornire notizie utili per aggredire il fenomeno criminoso.
In merito a ciò, precedentemente non mi è stata concessa la parola, forse per disattenzione, rispetto all'ordine del giorno nel quale è stato trasfuso il contenuto dell'emendamento dell'onorevole Buontempo che è stato ritirato.
Vorrei mettere in guardia i colleghi, in base all'esperienza del lavoro concreto per il contrasto alla tratta ed anche in base alla conoscenza dei dati derivanti dall'attività del numero verde; sappiamo che la maggior parte delle telefonate, che consentono di arrivare anche ad individuare le reti criminosi, vengono effettuate dai clienti. Pertanto, noi non dobbiamo vedere nel cliente solo una figura criminale poiché si tratta di una figura complessa con cui bisogna fare conti molto più precisi ed anche razionali che ci aiutano a capire, fino in fondo, un fenomeno che riguarda troppi uomini, troppi maschi - lo voglio ribadire - da affrontare, secondo me, non soltanto a livello penale, ma con altri strumenti.
Ultima considerazione: sono molto contenta che sia stato inserito nel testo un articolo che pone l'attenzione sul problema della formazione. La formazione non deve riguardare soltanto gli operatori
e le operatrici sociali, che intervengono direttamente nell'attività di protezione sociale di cui ho parlato prima, ma anche il personale addetto all'ordine pubblico.
Esistono già esperienze molto interessanti ed importanti, in cui operatori dell'ordine pubblico e operatori dei servizi sociali frequentano anche assieme tali corsi in modo che vi sia contaminazione dei linguaggi, conoscenza degli ambiti, aiuto e promozione di una attività che deve tendere alla repressione ma anche passare necessariamente attraverso una attività squisitamente preventiva (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere il voto favorevole del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo sul provvedimento oggi in esame. Si tratta di un provvedimento serio che ha registrato un consenso unanime da parte di tutti coloro che hanno valutato positivamente il lavoro svolto dai proponenti e dalla Commissione.
Si tratta di una misura certamente in grado, per i motivi che sono stati illustrati in quest'aula, se correttamente applicata, di creare i presupposti per il superamento di una condizione di schiavitù o di servitù, oggi, come è stato correttamente ricordato, troppo diffusa.
Un ringraziamento particolare va rivolto all'onorevole Finocchiaro che, per prima, ha proposto questo provvedimento, che fermamente lo ha voluto, determinandone anche i contenuti. Credo che oggi in questa aula si sia fatta una cosa giusta, gettando le basi per affrontare, con serietà, un problema estremamente grave.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento. Avverto i colleghi che dopo questa votazione ne seguiranno altre. Inviterei quindi i colleghi a non fare un esodo di massa!
ANNA FINOCCHIARO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA FINOCCHIARO, Relatore. Signor Presidente, intervengo brevemente, mentre i colleghi prendono posto, confessando una certa emozione, cosa che non mi capita più così spesso, probabilmente per la lunga consuetudine parlamentare.
Questa legge rappresenta però in qualche modo un pezzo, sicuramente non definitivamente conclusivo, di un lavoro cominciato sei anni addietro, rispetto al quale credo che il paese abbia molti debiti di riconoscenza nei confronti di quante e di quanti hanno lavorato e continuano a lavorare sulla questione del contrasto alla tratta di persone.
Questa non è una legge contro la prostituzione. Lo dico ai colleghi anche per rasserenarli rispetto alle discussioni che hanno infiammato l'Assemblea poc'anzi. Non è una legge contro la prostituzione! Lo sanno bene quanti hanno in questi anni lavorato, in sede internazionale, per definire linee comuni di contrasto al traffico di persone, un fenomeno criminale emergente e potente ogni giorno di più che distrugge libertà e democrazia. Essi si sono trovati di fronte alla necessità di creare fronti comuni di paesi di tutto il mondo, di tutte le culture, governati da esponenti politici di diversissima estrazione, di diverse religioni ed hanno dovuto quindi tenere fermo il fronte della necessità di un contrasto comune al traffico di esseri umani, restando successivamente nella libertà di ciascuno Stato nazionale, l'atteggiamento da riservare alla prostituzione.
Si tratta di un tema che impegnerà il Parlamento nei prossimi anni; è normale che sia così e credo sia giusto farlo nel massimo della interlocuzione possibile, della riflessione e del confronto.
So anche che la questione riguardante il lavoro nero è aspetto che è entrato nel dibattito di oggi. Vorrei soltanto ricordare un punto della relazione della Commissione antimafia nella scorsa legislatura,
per far comprendere ai colleghi come la riflessione anche su questo tema sia una riflessione che non poteva risolversi oggi in un emendamento scribacchiato in dieci minuti dai soli componenti del Comitato dei nove. Afferma la Commissione antimafia: in Italia il traffico di persone trova un mercato per il lavoro forzato, perché l'Italia è in sé un paese ospitale nei confronti del lavoro nero, che ha il lavoro nero come componente essenziale del proprio mercato del lavoro, se così vogliamo chiamarlo. Credo questo rappresenti un elemento di riflessione ulteriore per la discussione dei prossimi anni.
Il lavoro di questi anni è stato un lavoro fruttuoso. Credo che sia la discussione sulle linee generali sia le discussioni svoltesi nelle Commissioni, nonché gli atti parlamentari, testimonino di come il nostro paese si sia distinto, ed oggi venga considerato, a livello internazionale, come paese leader del contrasto al traffico di persone.
Il lavoro di oggi è stato agevolato non soltanto dai colleghi e dalle colleghe che hanno collaborato, ma anche - vorrei ringraziarlo espressamente -, dal presidente Pecorella che, con una pazienza rigorosa, ha consentito che questo provvedimento arrivasse in aula, nella formulazione, ritengo, la migliore possibile fra quelle che siamo riusciti ad elaborare ed, infine, venisse approvato.
Infine, vorrei rivolgere un ringraziamento agli uffici della Camera e, in particolare, al Servizio studi, che ha curato con grande attenzione la ricerca dei numerosissimi atti e impegni internazionali che ci hanno sostenuto nella scrittura di questo testo (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Finocchiaro. Credo che la felice sintesi che lei ha espresso sia anche una prova del fatto che, quando i valori sono elevati, il Parlamento trova la circostanza, le occasioni e la capacità di avere un idem sentire, che corrisponde ai valori che sono stati affrontati con spirito di comprensione reciproca e di volontà costruttiva, nell'interesse generale della società civile di cui facciamo parte.
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