Allegato B
Seduta n. 64 del 19/11/2001


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ATTIVITĄ PRODUTTIVE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CATANOSO e SAGLIA. - Al Ministro delle attività produttive, al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
L'autorità per l'energia, con delibera 3 maggio 2001, n. 99, ha irrogato all'Enel una multa di 90 miliardi per informazioni «non veritiere» sul servizio elettrico in Sicilia ed in altre regioni;
per tali informazioni non veritiere, rispetto ad un servizio di pubblica utilità, non è stato aperto alcun procedimento penale, e che la definizione «non veritiere», per la fattispecie in questione potrebbe essere interpretata, ad avviso degli interroganti, come «falsa dichiarazione in atto pubblico» e/o «falso ideologico»;
il 21 ottobre 2001, dalle ore 18.00 circa fino a notte inoltrata, i comuni della fascia litoranea etnea, Taormina (Messina) e Acireale (Catania) inclusi, per i 50 chilometri circa, hanno subito un'interruzione del servizio elettrico durata almeno cinque ore, con notevoli danni economici, panico e forti tensioni di ordine pubblico;
per il disservizio del 21 ottobre 2001, l'Enel ha richiamato responsabilità siciliane, riferite a presunti ritardi per la costruzione della linea da 150 chilovolt Giarre-Roccalumera, progettata, progettata dall'Enel fin dal 1988;
in Sicilia l'Enel è l'unico responsabile della continuità del servizio elettrico, di pubblicà utilità, e della comunicazione al Governo e all'Autorità per l'energia, delle sue condizioni e del suo funzionamento;
nell'area interessata al disservizio venivano svolti dei lavori, sugli impianti oggetto del disservizio, da parte di qualche impresa appaltatrice dell'Enel e che il contratto per tali lavori è stato affidato ad un'impresa non siciliana;
l'Enel con un solo appalto, per tutta l'Italia centromeridionale e le isole maggiori, ha affidato ad un'unica società, i lavori sulla rete 220-150 chilovolt;
con tale anomala procedura d'appalto, l'Enel ha di fatto escluso tutte le imprese siciliane, tradizionalmente specializzate


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per tali lavori, a tal punto che molte società siciliane risultano essere subalppaltatrici della committente di cui sopra;
durante uno di questi lavori la linea elettrica ha subito il guasto di cui sopra che ne ha provocato addirittura la caduta a terra, fortunatamente senza fare vittime umane, ma causando la morte di centinaia di animali e l'incendio di colture per il raggio di circa 600 metri quadrati;
un guasto di tale portata, statisticamente improponibile in una linea correttamente manutenzionata, e l'impossibilità di alimentare la cabina stessa attraverso la linea, sulla quale stava eseguendo i lavori l'unica committente per tutto il territorio nazionale menzionato, ha imposto un disservizio eccezionale in termini temporali e geografici su di un vasto territorio ricadente nei versanti sud, est e nord dell'Etna fino al mare (Viagrande, Acireale, Santa Venerina, Castiglione e Giardini);
durante il guasto, l'Enel è intervenuta di notte, con personale proprio, sulla linea oggetto dei lavori in corso da parte della società appaltatrice, il che evidenzia l'irreperibilità della società non siciliana o la sua incapacità ad intervenire prontamente ed adeguatamente e contemporaneamente l'indispensabile necessità di operare con imprese siciliane in Sicilia;
la Sicilia ha la peggiore rete elettrica del paese che ha, a sua volta, la peggiore rete elettrica dell'Europa;
la stessa Enel ha più volte comunicato la necessità di enormi investimenti sulla rete elettrica, evidenziando così il degrado della rete elettrica;
la stessa Enel a fornito al Governo, all'Autorità dell'energia, alle forze sociali, sindacali e istituzionali, enormi programmi d'investimento che poi non ha mantenuto, anzi, negli ultimi anni ha imposto notevoli tagli alle cifre riservate in bilancio per nuovi investimenti e per l'esercizio della rete stessa;
la gran parte delle linee elettriche siciliane, invece, sono state realizzate nel tempo con fondi regionali, evidenziando ulteriormente il disimpegno dell'Enel al suo compito istituzionale prima e da concessionario monopolista poi -:
se è vero che la Sicilia ha il minore numero di cabine primarie rispetto alla popolazione ed ai consumi elettrici, la più alta lunghezza media delle linee elettriche, il maggior numero di utenti per cabina elettrica, il maggior numero di interruzioni del servizio elettrico e se le perdite elettriche in rete sono pari ad 1 KW ogni cinque prodotti;
quali provvedimenti intendano assumere i ministri interrogati per permettere una conoscenza veritiera sulla consistenza, in termini quantitativi e qualitativi, degli impianti della distribuzione di energia elettrica, in modo tale da poter permettere alle istituzioni siciliane ed ai siciliani di conoscere il reale degrado infrastrutturale lasciato in Sicilia dalle passate amministrazioni economiche e politiche, oltre a promuovere le logiche ed improcrastinabili iniziative conseguenti a tale degrado.
(5-00413)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIULIETTI, STRAMACCIONI e BELLILLO. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
il nuovo piano di ristrutturazione dell'Enel prevede un'unica direzione territoriale comprendente la Toscana e l'Umbria con sede in Firenze;
per l'Umbria sono state individuate due zone: Terni e Perugia, quest'ultima con unità operativa di sede a Ponte San Giovanni, mentre Città di Castello, Foligno, Magione, Spoleto e Orvieto, saranno considerate unità operative distaccate;
come si può notare la città di Gubbio non è citata in alcun modo sebbene operi attualmente in un vastissimo territorio, comprendente i comuni di Costacciaro,


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Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga, Sigillo e Scheggia Pascelupo;
l'Enel penalizza questa realtà adducendo quale motivazione il non raggiungimento di un determinato numero di utenza prestabilito, sorvolando sulle difficoltà del campo operativo della zona;
poche sono le utenze centralizzate a fronte di un territorio di 956 chilometri quadrati estremamente frammentato. Si arriva a soli 3 chilometri di distanza dal comune di Nocera Umbra, a Santa Cristina, a Monte Corona, a 3 chilometri da Apecchio, a 7 chilometri da Sassoferrato, con una rete di distribuzione in media tensione di 777 chilometri, 1776 chilometri in bassa tensione e 731 cabine di trasformazione;
nel periodo invernale la fascia appenninica molto ventilata (al punto che in loco si trova un impianto per la produzione di energia eolica), è soggetta alla necessità di molti interventi;
non va inoltre sottovalutata, oltre alla normale mole di lavoro, la notevole quantità di interventi maturati per la ricostruzione post-terremoto, della quale a tutt'oggi ci sono ancora 259 pratiche da evadere;
l'importo complessivo del lavoro di cui il paragrafo precedente è stato di 2.213.000.000 di lire, per 2582 utenze -:
quali iniziative intenda adottare affinché sia rivista la decisione assunta della chiusura di Gubbio;
se non ritenga opportuno convocare un tavolo con le istituzioni locali per definire apposite misure per la salvaguardia dell'insediamento Enel eugubino.
(4-01381)

COSTA. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a seguito degli eventi alluvionali del novembre 1994, legge n. 35 del 1995 ha previsto finanziamenti agevolati a lungo termine - dieci anni - per aiutare le imprese danneggiate a riprendere l'attività produttiva ed a ripristinare gli stabilimenti;
in tale occasione, attraverso un piano di interventi del Mediocredito Centrale nei confronti delle banche erogatrici, si era previsto di assicurare alle imprese un tasso effettivo del 3 per cento;
negli ultimi anni la caduta generale dei tassi di interesse, a seguito anche dello stabilizzarsi dell'inflazione su livelli relativamente bassi, ha portato il legislatore a riconsiderare le disposizioni della legge su citata e, in accoglimento delle richieste degli interessati, a rideterminare nell'1,5 per cento il tasso di interesse sulla restante parte dei mutui a suo tempo accesi per ulteriori dieci anni di durata;
la decisione, di per sé lodevole, ha trovato applicazione con l'articolo 3-quinquies della legge n. 226 del 1999 e con il successivo decreto ministeriale del 3 aprile 2000 n. 125;
peraltro, per accedere ai finanziamenti agevolati come sopra rideterminati, l'azienda deve chiudere con la banca erogatrice la vecchia posizione debitoria, ma non al tasso del 3 per cento come sarebbe stato lecito attendersi, bensì al tasso pieno del finanziamento stipulato con la banca;
in buona sostanza, ne scaturisce che chi volesse oggi beneficiare del tasso dell'1,5 per cento previsto dalle nuove norme, deve in primo luogo estinguere il precedente rapporto con la banca al tasso in vigore al momento della stipula del mutuo, di gran lunga più oneroso di quello corrente e tale da scoraggiare la stessa rinegoziazione del precedente finanziamento -:
se non ritenga di adottare un intervento volto a superare tale disguido dal momento che se è vero che l'azione legislativa è stata improntata per fornire alle aziende un aiuto concreto per superare il


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difficile momento della ricostruzione, è altrettanto vero, che tali disposizioni vanno esattamente nel senso contrario.
(4-01404)