Allegato B
Seduta n. 64 del 19/11/2001


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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

COLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
otto anni fa, il 30 novembre 1993, Carmina Ferrante, moglie del dottor Michele Lamacchia, attuale Sindaco di San Ferdinando di Puglia (Foggia), veniva trovata morta a soli trent'anni d'età nell'abitazione nella quale conviveva con il marito, in seguito all'esplosione al capo di un colpo della pistola regolarmente detenuta dal Lamacchia;
le sbrigative indagini sul decesso si chiudevano con un decreto di archiviazione per suicidio, ma solo nel novembre del 1997, e successivamente a un circostanziato esposto del padre della vittima che lamentava lacune negli accertamenti, si avevano gli esiti dell'esame stub eseguito dalla vittima;


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si evidenziava allora l'impossibilità del suicidio poiché risultava positiva la mano destra, mentre il foro di entrata del proiettile che aveva causato la morte della donna era sulla tempia sinistra;
a cinque anni dai fatti il pubblico ministero presso il tribunale di Foggia nominava un perito d'ufficio, il professor Francesco Vinci, che il 20 marzo 1998 depositava la sua relazione escludendo l'ipotesi suicidiaria, ma il pubblico ministero in contrasto con il suo stesso consulente, chiedeva nuovamente l'archiviazione al Gip pur rubricando questa volta i fatti con l'incredibile ipotesi incriminatrice di istigazione al suicidio da parte di ignoti;
come riportato dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno del 23 giugno 2000, il Gip presso il tribunale di Foggia, dopo aver rilevato che «già nell'immediatezza dei fatti le indagini venivano effettuate in maniera quanto meno poco approfondita» chiarisce che gli stessi dati obiettivi «paiono contrastare con l'ipotesi suicidiaria. La consulenza del perito medico ha evidenziato l'estrema difficoltà, improbabilità e irragionevolezza di un suicidio posto in essere impugnando la pistola con la destra - unica ipotesi possibile, secondo i risultati dell'esame stub - e facendo fuoco alla tempia sinistra»;
anche l'esame della traiettoria del colpo che ha ucciso la donna, con foro di uscita in regione retromastoidea destra con direzione moderatamente dall'avanti all'indietro e marcatamente dall'alto verso il basso confronta perizia di parte) avrebbe dovuto escludere definitivamente l'ipotesi suicidiaria, ma da quando il Gip, oltre un anno fa, ha rimesso gli atti alla Procura della Repubblica «per valutare la sussistenza di elementi di reità in ordine al reato di omicidio volontario, colposo o preterintenzionale» non ci sono state significative novità o sviluppi conosciuti;
a giudizio dell'interrogante questa tragedia non deve restare impunita, e occorre imprimere impulso all'accertamento dei fatti e dare alla famiglia della giovane quella parola di verità che attende da troppi anni -:
se non ritenga alla luce dei fatti esposti il Ministro interrogato di procedere ad un'ispezione presso la Procura per verificare eventuali inerzie, omissioni od altre anomalie nelle indagini, affinché sia accertato.
(3-00434)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione dell'organizzazione giudiziaria a Torino evidenzia un particolare stato di carenze sia di personale, sia di risorse da destinare al potenziamento della propria capacità operativa, con la logica conseguenza di udienze ridotte e processi più lenti;
i nuovi uffici giudiziari certo sono stati un grosso passo in avanti per elevare la funzionalità degli ambienti, ma questo non è sufficiente per consentire al sistema giustizia di soddisfare le aspettative di giustizia tempestiva che i cittadini pongono -:
quali provvedimenti intenda assumere per superare le carenze di organico del personale ausiliario, garantendo almeno il livello di udienze sino ad oggi effettuate.
(5-00412)

Interrogazione a risposta scritta:

LUMIA, MINNITI, BOVA, PETRELLA e CHIAROMONTE. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dopo Milano e Palermo, anche la procura di Reggio Calabria è stata duramente colpita dalla circolare con cui il ministero dell'interno ha invitato i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica a rivedere i servizi di protezione già assegnati a magistrati e ad altri soggetti


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esposti a pericolo in ragione delle funzioni pubbliche esercitate e ciò al fine di ridurre il personale impiegato per quei servizi. Sono state così penalizzate zone, come quella di Reggio Calabria, che vivono una situazione di estrema gravità, come ampiamente denunciato nelle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, in cui viene segnalata l'elevata presenza di criminalità mafiosa in questi territori;
appare pertanto evidente che l'applicazione del suddetto provvedimento rischia di paralizzare la lotta alla mafia, in un momento in cui la tutela dei magistrati impegnati in questa battaglia è fondamentale per continuare il cammino verso la legalità;
la lotta alle mafie nel nostro Paese deve rimanere una priorità costante a cui non possono corrispondere negative scelte da parte di rappresentanti delle istituzioni, che invitano alla «convivenza», alla riduzione dell'aggressione ai patrimoni riciclati attraverso le rogatorie internazionali, al ridimensionamento della sicurezza per chi è esposto quotidianamente al rischio -:
a quali criteri risponda l'iniziativa del Ministero;
se essa sia stata preceduta da un'adeguata istruttoria e dal preventivo monitoraggio delle situazioni di rischio;
se invece essa non sia stata ispirata da valutazioni meramente quantitative con il solo obiettivo di ridurre, comunque, le risorse destinate al settore, a prescindere da una necessaria preventiva definizione di criteri selettivi qualitativi di valutazione delle differenti situazioni di rischio;
se e in quale modo il Ministro dell'interno intenda intervenire per evitare che tale provvedimento, che ha inciso gravemente sul regime di sicurezza personale assicurato a magistrati fortemente impegnati sul fronte della lotta contro la criminalità organizzata e mafiosa, paralizzi una battaglia tanto importante per il nostro Paese;
quali siano attualmente le linee di tutela delle persone più esposte a rischi adottate oggi dal Ministro dell'interno.
(4-01399)