TESTO AGGIORNATO AL 6 NOVEMBRE 2001
a mettere al primo posto nella strategia della lotta alla criminalità organizzata quei fenomeni criminali che quotidianamente sfruttano e violano i diritti di persone ridotte in schiavitù, in particolare delle bambine e dei bambini utilizzati per il mercato dei minori volto alla prostituzione ed alla pornografia infantile;
porre in essere iniziative di contrasto senza la necessità di attendere la denuncia per poter intervenire;
di oltre dieci di guerra che hanno causato oltre cinque milioni di profughi (tre milioni in Pakistan e due milioni in Iran);
a sviluppare un'iniziativa in sede ONU affinché ci sia un ulteriore e più rafforzato impegno nei confronti dei profughi afgani che premono lungo i confini pakistani e iraniani, concordando d'intesa con i Governi interessati il finanziamento e la realizzazione di un'azione straordinaria di accoglienza e di conforto;
fine del decennio scorso, che ha visto accrescersi il peso e il ruolo dei Paesi in via di sviluppo (PVS);
i fenomeni di recessione economica, aumentando i costi delle transazioni commerciali, mettendo in crisi alcuni comparti dell'economia dei servizi, creando nuove condizioni di incertezza e di insicurezza per gli scambi commerciali nel mondo, ha messo in primo piano l'esigenza di una svolta nella costruzione e nel rafforzamento di sedi, strumenti ed accordi internazionali per sconfiggere la minaccia terroristica e, per promuovere, attraverso lo sviluppo dei Paesi poveri e la risoluzione pacifica dei principali conflitti in atto, un assetto più giusto ed equilibrato del pianeta;
geografica del territorio e del patrimonio enogastronomico nazionale;
premesso che:
pedopornografia e sfruttamento sessuale dei minori sono fenomeni criminosi purtroppo sempre esistiti, ma che oggi hanno assunto dimensioni internazionali sempre più rilevanti anche in relazione all'utilizzo delle reti telematiche e alla gestione da parte della criminalità internazionale;
come spesso avviene di fronte a fenomeni che si presentano con modalità e dimensioni nuove, la tentazione può essere di rispondere alla giusta indignazione dell'opinione pubblica - in particolare di fronte a reati orribili e indicibili commessi verso bambini e bambine indifesi - con un inasprimento delle pene che, come spesso avviene, non solo non esplicano alcuna azione di deterrenza, ma vanno solo a colpire il terminale dell'azione criminosa (colui che «naviga» in siti pedofili o detiene e si procura il materiale pedopornografico) lasciando, però, più o meno indisturbata la grande criminalità organizzata ad alta tecnologia che produce e, attraverso la rete internet, scarica ogni giorno tonnellate di materiale pornografico per la cui produzione migliaia di bambini e bambine, spesso provenienti dai Paesi più poveri e senza protezione alcuna, vengono trafficati, ridotti in schiavitù, stuprati, violati e uccisi in ogni senso;
l'allarmismo indiscriminato e i toni scandalistici, sull'onda anche di inchieste o pseudoinchieste condotte da chi cerca facile notorietà sguazzando in argomenti pruriginosi e fatte più sui mass media che non coltivate con gli strumenti corretti delle indagini di polizia, rischiano di produrre effetti deleteri e confusivi sulla coscienza della pubblica opinione e devastanti nei confronti di chi viene coinvolto nelle indagini, mentre su temi così delicati è sempre più necessario concentrare azioni giudiziarie rigorose e silenziose volte a scardinare le centrali di produzione della criminalità organizzata e le eventuali connivenze del capitale finanziario;
la Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 1989 (ratificata dall'Italia con la legge n. 276 del 27 maggio 1991) contiene principi generali per il rispetto dei diritti di ogni bambino e di ogni bambina, mentre il «Protocollo opzionale alla Convenzione sulla vendita dei minori, la prostituzione e la pornografia infantile» prevede indirizzi specifici per la lotta e il contrasto ai reati commessi sia «sul piano interno» sia «sul piano transnazionale, da un individuo, o in modo organizzato» (articolo 3 comma 1), e impegna gli Stati membri a prevedere che tali reati siano compresi «a pieno diritto in ogni trattato di estradizione» (articolo 5 comma 1), a fornire «l'assistenza più ampia possibile per ogni inchiesta penale o procedura di estradizione...compresa l'assistenza per l'acquisizione degli elementi di prova a loro disposizione»... «in conformità con ogni accordo di mutua assistenza legale» (articolo 6 commi 1 e 2), ad adottare «le misure appropriate per il sequestro e la confisca dei beni, quali documenti, averi e altri mezzi materiali utilizzati per commettere o facilitare» tali reati (articolo 7), ad adottare «le misure necessarie a proteggere i diritti e gli interessi dei minori vittime delle pratiche vietate... fornendo adeguati servizi di supporto ai minori vittime e proteggendone la vita privata e l'identità» (articolo 8), ad assumere «tutte le misure necessarie per rafforzare la cooperazione internazionale» per «prevenire, identificare, perseguire e punire i responsabili...e fare indagini su tali atti», favorendo «la cooperazione e il coordinamento internazionale fra le loro autorità, le organizzazioni non governative nazionali e internazionali» (articolo 10);
tale fondamentale Protocollo opzionale entrerà in vigore tre mesi dopo il deposito della decima ratifica;
a tutt'oggi sarebbero solo 3 gli Stati ad aver ratificato tale protocollo aggiuntivo;
l'Italia è firmataria di tale protocollo ma non l'ha ancora ratificato;
il 7 febbraio 2001 la commissione parlamentare per l'infanzia della XIII legislatura, dopo aver svolto un'approfondita indagine conoscitiva, ha votato una risoluzione con la quale invitava il Governo ad agire su diversi piani per contrastare la violenza sessuale sui bambini e lo sfruttamento e l'abuso dei minori a fini commerciali;
le leggi n. 66 del 1996 «Norme contro la violenza sessuale» e n. 269 del 1998 «Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale, quali nuove forme di riduzione in schiavitù» con un impianto innovativo, anche se perfettibile, hanno predisposto gli strumenti normativi per un'efficace azione di contrasto di questi reati;
le forze dell'ordine, in particolare la polizia postale e delle comunicazioni, impegnate con sezioni specializzate nelle attività di contrasto a questo tipo di crimini dispongono di organici insufficienti per il contrasto della pedofilia on line e sono fortemente limitate dalla scarsità di mezzi a disposizione;
secondo la legislazione vigente, non esiste alcun obbligo per i providers di conservare i files di access log, indispensabili alle forze dell'ordine per acquisire le prove nei casi in questione;
il 10 luglio 2000, come previsto dall'articolo 17, la Presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento per gli affari sociali - ha presentato al Parlamento la relazione annuale sull'attuazione della legge 269 del 1998;
in relazione a quanto già avvenuto in altri Stati dell'Unione europea, è assolutamente necessario provvedere all'istituzione di un'Autorità garante dell'infanzia che abbia tra i suoi compiti principali quello della vigilanza per la difesa dei minori dallo sfruttamento sessuale;
a presentare al più presto alle Camere il disegno di legge dì ratifica del Protocollo opzionale alla Convenzione sulla vendita dei minori, la prostituzione e la pornografia infantile;
a prendere atto del lavoro svolto nella XIII legislatura dalla commissione parlamentare per l'infanzia predisponendo il proprio programma di contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori per la presente legislatura anche alla luce degli indirizzi contenuti nella risoluzione votata il 7 febbraio 2001;
a intensificare le forme di cooperazione internazionale multilaterale e bilaterale per stabilire regole comuni e migliorare la cooperazione giudiziaria al fine di rendere più efficace la lotta contro le organizzazioni criminali internazionali dedite a forme di sfruttamento sessuale dei bambini;
a istituire presso il ministero dell'interno un dipartimento operativo a tutela dell'infanzia (Doti) o analoghe strutture dotandole di strumenti normativi e tecnici e di adeguate risorse anche di personale altamente specializzato per l'azione di contrasto di tali reati ad alta tecnologia;
a prendere le opportune iniziative affinché presso ogni procura vi siano gli strumenti necessari a svolgere i controlli diretti sulla rete internet abbandonando i metodi di indagine tradizionale, in modo tale che la magistratura inquirente possa
a verificare l'efficienza delle procedure per contrastare efficacemente i siti istant, per renderle più rapide pur salvaguardando le garanzie collegate alla natura delle attività di intercettazione;
a valutare assieme al Parlamento la necessità di apportare opportune modifiche al codice di procedura penale, in modo da permettere tutti gli strumenti investigativi necessari (intercettazioni telefoniche e telematiche, eccetera) per tutti i reati connessi allo sfruttamento sessuale;
a introdurre con urgenza l'obbligo, per chi offre servizi di telecomunicazione, di accesso alla rete internet o di hosting di pagine web, di conservare, per il tempo idoneo a soddisfare le esigenze dell'autorità giudiziaria, i dati sul traffico e sulle comunicazioni;
a sensibilizzare gli istituti bancari internazionali e gli organismi a loro preposti, spesso reticenti e il cui interesse prevalente è la diffusione degli strumenti di pagamento piuttosto che la collaborazione con la giustizia, sulla necessità per l'autorità giudiziaria di risposte celeri ed esaurienti circa l'identità di chi paga con carte di credito o altri strumenti o effettua transazioni internazionali a favore di destinatari di cui sia accertato il ruolo di produttori e commercianti di materiale pedopornografico;
a presentare al più presto alle Camere la relazione annuale per il 2000 sull'applicazione della legge n. 269 e il piano delle azioni applicative riferito alle decisioni 276/199/CE del Parlamento europeo del 25 gennaio 1999 e 2000/375/GAI del 29 maggio 2000 del Consiglio per la giustizia e gli affari interni;
a finanziare progetti di formazione e informazione per costituire, attraverso la rete nazionale dei consultori familiari, i pediatri di base, i medici scolastici - dopo un'opportuna azione di aggiornamento professionale di tutti gli operatori - una fitta rete di prevenzione in grado sia dì tutelare i bambini e le bambine da eventuali situazioni di rischio, sia di cogliere precocemente i segnali di disagio e turbamento derivanti dall'esposizione a pressioni o attenzioni pedofile nell'ambiente familiare e/o sociale;
a destinare risorse all'aumento e alla riqualificazione degli organici dei servizi deputati alla presa in carico e alla tutela dei minori vittime di violenza, anche tenendo conto delle particolari esigenze dei minori stranieri, nelle fasi di rilevazione e protezione, favorendo l'accesso ai servizi e l'introduzione di mediatori culturali;
a favorire, con il consenso del condannato per reato di pedofilia in danno di minore o su richiesta di chi tema di compierlo, il trattamento psicoterapeutico nelle strutture adeguate, comprese quelle penitenziarie, utilizzando le somme del fondo di cui all'articolo 17, comma 2 della legge n. 269 del 1998.
(1-00026)
«Valpiana, Giordano, Pisapia, Vendola, Mascia, Deiana, Titti De Simone, Russo Spena».
considerato che:
l'azione militare in corso in Afghanistan, il cui obiettivo è colpire i responsabili dell'atto terroristico portato l'11 settembre contro gli USA che si configura come un crimine contro l'umanità, non può prescindere dalla crisi umanitaria e dalla necessaria tutela delle popolazioni civili;
l'emergenza alimentare in Afghanistan riguarda circa sette milioni e mezzo di persone di cui un milione e mezzo in condizioni sfollati;
l'emergenza alimentare che affligge un quarto della popolazione afgana è la conseguenza diretta di tre anni di siccità e
dall'inizio dell'azione militare in Afghanistan, le autorità pakistane stimano già cinquantamila ingressi nel loro territorio mentre tra le dieci e le quindicimila persone sarebbero intrappolate ai confini della frontiera afgana di Chaman e altre decine di migliaia di persone risultano essere in marcia verso un esodo forzato;
lo stesso Segretario Generale delle N.U. in epoca antecedente il conflitto aveva richiamato la comunità internazionale ad una più forte azione in favore dei profughi descrivendo la situazione afgana come la più catastrofica crisi umanitaria del nuovo millennio;
a testimoniare la gravità dell'emergenza umanitaria sta la circostanza che l'Alto Commissario per i Diritti Umani delle N.U. Mary Robinson, ha fatto un appello, in favore di una pausa dei bombardamenti prima dell'inizio dell'inverno per consentire l'invio degli aiuti alimentari;
l'Afghanistan era già prima dell'attuale azione militare con il maggior numero di mine inesplose (oltre dieci milioni); da oltre un mese, ovviamente, ogni attività di sminamenti è interrotta, gli incidenti sono cresciuti, le vie di fuga non sono state bonificate;
le maggiori organizzazioni non governative internazionali e l'Agenzia delle N.U. WFP (World Food Program), che pure hanno proseguito la loro azione umanitaria hanno denunciato difficoltà crescenti nel far pervenire gli aiuti alimentari, in particolare alle popolazioni delle montagne e dei centri periferici. Il generale stato di guerra espone i convogli ad azione di predazione e gli operatori a continui rischi per la loro incolumità fisica. Gli aiuti riescono a giungere solo in pochi centri da cui però non avviene lo smistamento verso le altre zone;
gli stessi aviolanci, da parte statunitense, di materiale umanitario, non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati di aiuto alle popolazioni civili;
il Governo italiano si è impegnato per uno stanziamento di sette milioni di dollari a favore dell' ACNUR;
ad impegnarsi in una iniziativa in sede di U.E. affinché l'Europa sia direttamente promotrice di un'operazione umanitaria da svolgersi lungo i confini dell'Afghanistan; in questo quadro si tratta di prevedere una diretta e immediata iniziativa italiana;
ad adoperarsi in ogni modo per far giungere, prima dell'inverno, cibo e medicinali alle popolazioni delle città e dei villaggi delle zone interne in territorio afgano (considerato che l'inverno in quei luoghi, come ha ricordato la Robinson, è particolarmente duro, con escursioni termiche che giungono sino a meno 20o-30o);
ad assumere, in sede ONU e d'intesa con la UE e gli USA, un'iniziativa tesa a valutare la possibilità di istituire a tal fine corridoi umanitari.
(7-00047)
«Rutelli, Fassino, Violante, Castagnetti, Boato, Rizzo, Intini, Pecoraro Scanio, Montecchi, Minniti, Spini, Cabras, Melandri».
premesso che dal 9 al 13 novembre 2001, a Doha (Qatar), avrà luogo la IV Conferenza ministeriale della Organizzazione Mondiale del Commercio, con l'adesione di altri Paesi fra i quali la Cina;
considerati gli indiscussi benefici derivanti da una maggior liberalizzazione del commercio internazionale verificatisi alla
considerati altresì i segnali preoccupanti registratisi nell'ultimo anno sul piano della crescita economica, legati indiscutibilmente al parallelo rallentamento degli scambi;
considerati con preoccupazione gli ulteriori effetti recessivi derivanti dai drammatici attentati dell'11 settembre 2001, quali risultano dai principali indicatori economici;
ritenuta altresì opportuna la conferma della sede della Conferenza, in quanto testimonianza di una specifica attenzione e fiducia nei confronti dei Paesi non industrializzati, ed in particolare nei confronti del Mondo arabo;
sottolineata l'importanza di una rapida e globale ripresa dei rapporti commerciali al fine di evitare pericolose spinte protezionistiche che, dopo il fallimento di Seattle e gli attentati dell'11 settembre scorso, arrecherebbero i maggiori danni proprio ai PVS;
preso atto del mandato del Consiglio europeo dell'ottobre 1999, anche alla luce delle conclusioni della recente riunione del Consiglio affari generali del 29 ottobre 2001, ispirata ad un avvicinamento alle istanze dei PVS, con la raccomandazione ad una maggiore flessibilità in sede negoziale;
preso atto della recente risoluzione del Parlamento europeo in materia;
preso altresì atto della decisione assunta in occasione della riunione del G8 di Genova circa l'alleviamento del debito e la costituzione di un fondo per l'accesso facilitato ai cosiddetti farmaci salvavita per i paesi vittime di emergenze sanitarie;
rilevata la necessità che i Paesi meno avanzati possano usufruire dei medicinali salvavita nel rispetto delle regole dei TRIPS (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights);
condivisi gli sforzi negoziali condotti dalla Commissione europea, sia in sede di Consiglio generale dell'OMC, sia in occasione delle «mini-ministeriali» susseguitesi negli ultimi mesi;
condiviso, infine, l'operato del Governo nel supporto ad essa e nella definizione degli obiettivi strategici nazionali espressi negli organi dell'Unione europea;
ad adoperarsi, nel quadro della definizione della posizione europea, nella ultima decisiva fase preparatoria, affinché sia lanciato un round negoziale che, nel tenere adeguatamente conto delle aspirazioni dei PVS, ponga le basi per il rafforzamento del commercio internazionale, anche prestando la necessaria attenzione alle tematiche, particolarmente delicate, della formazione al lavoro, della sicurezza ambientale, sociale ed alimentare;
ad adoperarsi, altresì, affinché l'avvio di un nuovo ciclo di negoziati commerciali multilaterali consenta, in una prospettiva di sempre maggiore liberalizzazione dei commerci, un armonico sviluppo degli scambi internazionali, evitando i rischi di marginalizzazione dei paesi in via di sviluppo insiti in un indebolimento del sistema multilaterale.
(7-00045)«D'Agrò, Volontè, Mazzocchi, Gastaldi».
premesso che:
dal 9 al 13 novembre 2001, si svolgerà a Doha nel Qatar la 4a Conferenza Ministeriale del WTO alla quale parteciperà per la prima volta la Cina;
si sta profilando il rischio di una recessione economica globale, preannunciata dalla consistenza della riduzione del tasso di crescita del volume degli scambi commerciali nel mondo passato dal + 12 per cento del 2000 al + 2 per cento del 2001;
l'attacco terroristico agli Stati Uniti dell'11 settembre 2001, mentre ha aggravato
l'attuale condizione di incertezza e di insicurezza può suscitare nuovi comportamenti protezionistici e alimentare la sfiducia sul metodo dei negoziati commerciali multilaterali, privilegiando invece gli accordi regionali, bilaterali e settoriali, soprattutto dopo il fallimento della precedente Conferenza di Seattle nel 1999 che ha rappresentato il punto di crisi più grave dell'idea di un governo globale dello sviluppo;
la bozza di Dichiarazione Ministeriale impegna i paesi del WTO a mantenere e sviluppare il processo di riforma e di liberalizzazione delle politiche di scambio, rifiutando l'utilizzo di misure protezionistiche, ponendo gli interessi e le necessità dei paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati, al centro del lavoro del WTO, prestando una nuova attenzione al tema dell'implementazione degli accordi già sottoscritti, della costruzione di capacità istituzionali, anche tramite un potenziamento dell'assistenza tecnica;
la bozza di Dichiarazione Ministeriale esprime l'accordo sulla necessità di esaminare il rapporto tra scambi, debito e finanza per contribuire ad una soluzione duratura del problema dell'indebitamento esterno dei paesi meno sviluppati ed in via di sviluppo, al fine di creare nuove opportunità allo sviluppo degli scambi commerciali;
è necessario un nuovo impegno del WTO, nel quadro di un'effettiva collaborazione con le altre organizzazioni inter-governative, per l'incremento di uno sviluppo sostenibile, agendo per l'attuazione, negli scambi commerciali, degli standard ambientali, di lavoro, sanitari e fitosanitari approvati negli accordi internazionali;
è urgente, nell'ambito del negoziato sui diritti della proprietà intellettuale, facilitare i Paesi meno sviluppati ed in via di sviluppo ad accedere ai medicinali di base, al fine di consentire una lotta efficace al diffondersi di malattie epidemiologiche;
si dovrà nell'ambito della ricerca di accordi sui temi non commerciali, prestare una nuova attenzione al principio di precauzione, alla regolamentazione del commercio dei prodotti contenenti OGM, alla multifunzionalità dell'agricoltura al fine di difendere la salute umana e animale;
a favorire l'apertura di un ambizioso ed equilibrato nuovo Round dei negoziati commerciali multilaterali con una nuova agenda dello sviluppo e con un numero maggiore di paesi aderenti, che consenta una nuova fase di liberalizzazione e di sviluppo degli scambi commerciali nel mondo;
ad attuare la raccomandazione del Consiglio Affari Generali dell'Unione Europea del 29 ottobre 2001, rivolta a manifestare una maggiore flessibilità in sede negoziale, al fine di promuovere un trattamento speciale e differenziato per i paesi meno sviluppati ed in via di sviluppo; in particolare per i paesi meno sviluppati, è necessario garantire il libero accesso senza dazi dei loro prodotti ai mercati dei paesi sviluppati come proposto dell'Unione Europea;
a difendere, nel contesto della politica commerciale comune europea e di nuove relazioni commerciali transatlantiche, gli interessi del sistema Italia e della nostra economia, al fine di raggiungere nei negoziati un risultato a somma positiva, anche attraverso una più incisiva azione contro la contraffazione del «made in Italy», una forte tutela dei prodotti agro-alimentari mediterranei legati all'indicazione
a promuovere un'accelerazione del progressivo smantellamento delle restanti barriere tariffarie nei settori industriali, con particolare attenzione al tessile-abbigliamento, favorendo nel contempo l'implementazione degli accordi che liberano i PVS dal sistema delle quote per l'export;
ad impegnarsi per la riforma istituzionale e dei meccanismi decisionali del WTO, nel senso di una maggiore trasparenza interna ed esterna al fine di mettere su di un piano di pari dignità i paesi in via di sviluppo e meno sviluppati rispetto a quelli più sviluppati; di un pieno coinvolgimento della società civile, in particolare dei sindacati dei lavoratori, delle piccole e medie imprese e delle ONG; di un accordo per attivare l'Assemblea dei Parlamenti del WTO;
a presentare una relazione annuale al Parlamento sulle iniziative del Governo nell'ambito della politica commerciale comune europea e del WTO, in stretto legame con le politiche di promozione del commercio estero e di internazionalizzazione del sistema Italia e della nostra economia.
(7-00046)
«De Brasi, Spini, Gambini, Grotto, Vernetti, Bersani, Letta, Ruggeri, Buglio, Cazzaro, Cialente, Fistarol, Lulli, Nieddu, Quartiani, Rugghia, Barbieri Roberto, Burlando, Montecchi, Rizzo, Cossutta Maura, Boato».