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TESTO AGGIORNATO AL 26 LUGLIO 2001
PRESIDENTE. (Restando in piedi) Onorevoli colleghi, prima di dare la parola al ministro dell'interno Claudio Scajola per l'informativa urgente sui fatti di Genova, desidero associarmi alle parole pronunciate dal Capo dello Stato ed ai suoi sentimenti di dolore per la morte di un nostro giovane concittadino. Il mio e nostro pensiero va, innanzitutto, alla famiglia Giuliani.
La Camera dei deputati non mancherà di esaminare, con l'apporto del Presidente del Consiglio e del ministro degli affari esteri, i risultati concreti a cui è pervenuta la riunione del G8 e di dare voce alle sollecitazioni, ai moniti ed anche alle proteste di chi chiede una globalizzazione che si attui con maggiore attenzione verso i paesi poveri, la remissione dei loro debiti, il loro sviluppo e la lotta alle grandi epidemie.
Ma il Parlamento non può in alcun modo alimentare una contrapposizione che veda i nostri figli gli uni contro gli altri: da un lato i giovani che attuano una
protesta democratica, dall'altro i giovani che, con la divisa della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e di altri corpi, tutelano i cittadini e la legalità democratica.
Rivolgo agli amministratori ed agli abitanti di Genova colpiti da un'intollerabile violenza il nostro solidale pensiero (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania e di deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
(Il Presidente siede al suo seggio). Nel dare la parola al ministro dell'interno, saluto il Presidente del Consiglio dei ministri ed avviso i colleghi che l'onorevole Berlusconi dovrà lasciare l'aula durante il corso dei lavori per impegni di carattere istituzionale legati alla visita del Presidente degli Stati Uniti in Italia.
Avrà ora luogo lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sui gravi incidenti avvenuti a Genova in occasione del G8. Dopo l'intervento del ministro dell'interno, onorevole Claudio Scajola, avranno luogo gli interventi dei rappresentanti dei gruppi per dieci minuti ciascuno. È altresì previsto un tempo aggiuntivo per il gruppo misto.
Ha facoltà di parlare il ministro dell'interno, onorevole Scajola.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il rispetto istituzionale che si deve al Parlamento ed al ruolo delle forze politiche qui rappresentate hanno indotto il Governo a riferire oggi, e non prima, sulla gestione dell'ordine pubblico a Genova in occasione del G8. Ciò per evitare che, in una situazione delicatissima sotto il profilo dell'ordine pubblico, si svolgesse in quest'aula un dibattito anacronistico che, invece di spiegare gli eventi, fosse dagli stessi eventi contraddetto o smentito.
Il Governo considera utile e importante questo dibattito richiesto dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione. Il senso dello Stato, delle istituzioni, della legalità democratica deve essere ed è patrimonio comune, condiviso al di là degli schieramenti: è il principio fondante sul quale si basa la convivenza democratica in uno Stato di diritto. Solo frange irresponsabili e politicamente marginali in questi difficili giorni sono venute meno a questi principi, in un momento obiettivamente delicatissimo nel quale erano in gioco l'immagine internazionale del nostro paese, da un lato, la sicurezza e la libertà di espressione dei cittadini, dall'altro. Su tutto questo non possono esserci equivoci. Le immagini televisive, che mostrano scontri e devastazioni, resteranno a lungo negli occhi e nella memoria degli italiani. Una vita umana è andata perduta ed è questo motivo - per tutti - di grande dolore. Ma questo è solo un aspetto della realtà.
Il Governo aveva il dovere di garantire lo svolgimento del G8, che, non dobbiamo dimenticarlo, è l'incontro legittimo e utile fra Capi di Stato e di Governo democraticamente eletti, rappresentativi di centinaia di milioni di cittadini. Il G8 si è potuto svolgere in tutti gli appuntamenti previsti, in condizioni di piena sicurezza, lodate e apprezzate da tutti i leader politici stranieri presenti. Oltre all'incolumità dei Capi di Stato e di Governo è stata tutelata quella dei circa 8 mila componenti le delegazioni, dei 5 mila giornalisti accreditati...
PIER PAOLO CENTO. Quelli che stavano dentro la scuola non li hai tutelati!
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Buffone! Buffone (Proteste del deputato Cento)!
PRESIDENTE. La richiamo all'ordine, onorevole Cento.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...e, non ultimi, degli abitanti di Genova.
PIER PAOLO CENTO. Perché non li hai tutelati! Vergognati!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. L'area del vertice non è stata violata, nonostante i ripetuti tentativi dei
gruppi più estremisti, e addirittura gli incitamenti di alcuni massimi responsabili del Genoa social forum.
PIER PAOLO CENTO. Ma che dici! Vergognati.
PRESIDENTE. L'ho già richiamata all'ordine, onorevole Cento.
MAURO BULGARELLI. Basta (Vivi commenti del deputato Giordano)!
PRESIDENTE. Credo sia interesse di tutti, in quest'aula, ascoltare il ministro dell'interno: lo abbiamo chiamato noi per riferire alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e del CCD-CDU Biancofiore)!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. A Genova non si sono create le difficoltà per i lavori del vertice, che hanno invece contraddistinto gli incontri internazionali di Seattle, di Nizza, di Göteborg, dove i contestatori erano soltanto 10 o 20 mila, e le frange violente qualche centinaio di persone. Qui si parla di 200 mila manifestanti e di alcune migliaia di estremisti violenti. Si parla anche di un clima politico di scontro annunciato, di sfida esplicita alle istituzioni, di tentativo dichiarato, da parte dei contestatori, di impedire lo svolgimento di un vertice internazionale messo in cantiere dal precedente Governo di centrosinistra...
ALFONSO GIANNI. Non è vero! Bugiardo!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...che ne ha scelto la sede, che ne ha imposto l'organizzazione (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e del CCD-CDU Biancofiore).
Questo Governo, con senso di responsabilità e di continuità istituzionale, ha portato a completamento una situazione ereditata e che non avremmo avuto il tempo di cambiare, pur non nascondendo serie perplessità sulla scelta della città di Genova, oggettivamente inadeguata a garantire l'ordine pubblico in circostanze difficili.
Il ministro degli esteri e il ministro dell'interno, in piena intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi e a nome dell'intero esecutivo, hanno adottato una linea di condotta ispirata alla prudenza ed alla ragionevolezza, cercando il dialogo con il movimento antiglobalizzazione, lavorando per creare le condizioni per uno svolgimento quanto più possibile sereno del G8...
ELETTRA DEIANA. Cileno!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...e anche delle legittime manifestazioni di dissenso.
ELETTRA DEIANA. Cileno!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Il Parlamento ha votato a larghissima maggioranza uno stanziamento urgente proprio per consentire l'accoglienza dei contestatori. Credo che una scelta diversa, non improntata al dialogo, avrebbe ulteriormente esasperato gli animi, così come, al contrario, un minore rigore nella tutela della sicurezza e della legalità avrebbe generato conseguenze molto più negative. Signor Presidente, ...
RAMON MANTOVANI. Dieci morti!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...onorevoli deputati, la scelta di fondo di consentire le manifestazioni del dissenso contestualmente ai lavori del vertice è stata ponderata e realistica, ma certamente è stata molto complessa la gestione dell'ordine pubblico che doveva coniugarsi con le esigenze di sicurezza del G8.
Occorreva altresì corrispondere alle specifiche richieste dei servizi di polizia stranieri preoccupati dell'incolumità dei propri Capi di Governo...
RAMON MANTOVANI. Ubbidite e basta, perché siete servi di quelli!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...alla luce degli episodi di violenza che già avevano accompagnato i precedenti incontri internazionali.
La cruda ricostruzione dei fatti verificatisi a Genova è una conferma della complessità della vicenda ed aiuterà a chiarire i dubbi e a ridurre le polemiche.
Il 20 luglio erano previste, secondo le richieste degli organizzatori, numerose manifestazioni di natura diversa, contestuali ed in punti sensibili della città, talora distanti tra loro. È stato subito chiaro, sin dall'inizio della mattinata, che i manifestanti non erano certamente tutti pacifici e che anche tra le file del Genoa social forum si annidavano consistenti gruppi...
GRAZIELLA MASCIA. Li avete pagati voi i violenti!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...i quali, dietro la generica formula di disobbedienza civile (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU, e della Lega nord Padania - Applausi polemici dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista) erano comunque...
ALFONSO GIANNI. Ma cosa applaudite! Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Alfonso Gianni, la prego come prego gli altri colleghi di riservarsi alla fine applausi di assenso e di dissenso; cerchiamo di far parlare il ministro dell'interno.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...erano comunque intenzionati a violare la legge. Esempio evidente, come vedremo più avanti, la richiesta non autorizzata delle tute bianche di effettuare un corteo che aveva lo scopo di sfondare le protezioni e attraversare la zona dove iniziavano i lavori del vertice.
È stato chiaro, ed i fatti lo hanno dimostrato, che tale atteggiamento avrebbe ulteriormente favorito quella consistente frangia di estremisti pericolosi e violenti decisa a tutto e pronta a sfidare lo Stato, le sue istituzioni, le sue leggi, i cittadini tutti.
Le autorizzazioni concesse dalle autorità di polizia prevedevano soltanto alcune manifestazioni sotto forma di sit-in in determinate piazze ed un unico corteo nel pomeriggio del 20 luglio richiesto dai lavoratori aderenti al CUB.
Se fossero stati mantenuti gli impegni iniziali in tal senso assunti dal Genoa social forum, certamente sarebbe stato più facile isolare i violenti e ridurre il numero degli incidenti, così com'è avvenuto...
TITTI DE SIMONE. Bugiardi!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...il 19 luglio, il giorno prima, in occasione del corteo dei migrantes, svoltosi in maniera assolutamente pacifica.
Invece gli incidenti più gravi si sono registrati - e lo specificherò più avanti - a ridosso del corteo non autorizzato delle tute bianche in prossimità della zona in cui si è verificato il momento più drammatico con la morte del manifestante. Le piazze richieste erano state concesse, seguendo il criterio di diversificare, nei limiti del possibile, le diverse anime del Genoa social forum come peraltro da essi stessi richiesto; il che evidenzia la piena consapevolezza degli organizzatori di non poter gestire in modo pacifico ed omogeneo tutte le manifestazioni.
GRAZIELLA MASCIA. Li avete caricati tutti: pacifisti e donne!
NICHI VENDOLA. Siete capaci di tutto!
TITTI DE SIMONE. Tutti avete caricato!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Nessuna piazza era stata concessa alle cosiddette tute bianche che avevano
stabilito il loro quartier generale nello stadio Carlini, lo stesso luogo nel quale, questa mattina, dopo l'abbandono del campo da parte dei manifestanti, è stato rinvenuto un considerevole quantitativo di strumenti atti ad offendere e non di mera protezione passiva.
GRAZIELLA MASCIA. Siete ridicoli! Siete ridicoli!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Quella organizzazione aveva chiesto di effettuare un corteo...
ALFONSO GIANNI. Un po' di morale!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...che prevedesse l'attraversamento della zona protetta....
ALFONSO GIANNI. Un po' di buonsenso!
PRESIDENTE. Onorevole Gianni, per cortesia!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...che nonostante il divieto si è ugualmente svolto.
L'unico corteo autorizzato, come ho già detto, era quello dei comitati unitari di base cui aderivano rappresentanti di forze politiche della sinistra estrema, lungo un percorso nella zona di Ponente con partenza da piazza Montano e arrivo in piazza Dinegro. Tale manifestazione si è svolta con assoluta regolarità. È evidente che l'inosservanza dei divieti delle prescrizioni per motivi di ordine pubblico ha notevolmente contribuito a dar luogo ad episodi che non esito a definire di vera e propria guerriglia urbana.
MARIDA BOLOGNESI. Perché non li avete presi?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Genova è stata offesa. Dalla mattina fino a tarda sera sono state infrante vetrine di negozi e di banche, bruciate automobili e cassonetti della nettezza urbana, lanciati sassi e bottiglie incendiarie persino contro la sede del giornale di Genova Corriere mercantile e contro presidi di polizia, impianti pubblici e distributori di carburante.
FAUSTO BERTINOTTI. Una vita umana vale di più!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. In particolare, i gruppi violenti che si riconoscono nella sigla del black bloc si erano riforniti di sbarre di ferro...
GRAZIELLA MASCIA. Vostri amici!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...ed altro materiale, da utilizzare come armi contundenti...
ELETTRA DEIANA. Li avete lasciati indisturbati!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...svaligiando un negozio di ferramenta...
PRESIDENTE. Onorevole Mascia, la prego, stiamo ascoltando il ministro dell'interno; successivamente tutti i gruppi diranno quello che pensano della questione.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...smontando e portando via le cancellate di un ospedale psichiatrico e le impalcature di alcuni cantieri.
Questi facinorosi, che costituiscono l'ala più estremista della contestazione, rientrano nell'area dell'anarco-insurrezionalismo, la stessa cui appartengono i presunti autori degli attentati commessi a Milano, Bologna, a Treviso e nella stessa Genova, non solo nei giorni precedenti il vertice ma anche durante il suo svolgimento, con il duplice attentato alla Rinascente di Milano.
La loro presenza a Genova, che autorevoli fonti statunitensi hanno quantificato in 5 mila unità, comprende una consistente percentuale di stranieri oltre alla componente italiana...
TITTI DE SIMONE. Quali sono queste fonti statunitensi?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...che da sola conta 50 gruppi distribuiti sul territorio nazionale.
Sono proprio costoro che hanno dato vita ad una serie di danneggiamenti ed aggressioni, tipici della guerriglia urbana, in varie zone della città, spesso infiltrandosi e confondendosi con altri dimostranti nelle aree riservate alle manifestazioni autorizzate.
Ogni loro azione è stata fronteggiata da contingenti delle forze dell'ordine che per evitare contatti diretti...
PRESIDENTE. Colleghi per favore! Credo che ci voglia un po' di rispetto. Credo che il Presidente non debba - e non vuole farlo - avvalersi dei poteri che l'articolo 60 del regolamento gli conferisce. Vi chiedo un po' di rispetto, anche per le persone che sono mancate e per tutto quello che è successo. Vi prego, un po' di dignità istituzionale! Ascoltiamo il ministro dell'interno e successivamente ognuno, ogni gruppo potrà dire quello che ritiene, anche nella maniera più dura. Vi prego di ascoltare il ministro dell'interno!
PIER PAOLO CENTO. È una vergogna, non si possono sentire queste cose!
PRESIDENTE. Onorevole Cento, onorevole Cento!
PIER PAOLO CENTO. Non si possono sentire queste cose. Me ne vado (I deputati Cento e Bulgarelli si allontanano dall'aula)!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...dalle forze dell'ordine che, per evitare contatti diretti che avrebbero potuto coinvolgere anche i manifestanti più pacifici, hanno privilegiato, quando è stato possibile, l'impiego dei lacrimogeni. Ciò ha determinato una disseminazione sulle strade dei bossoli necessari per le cariche di lancio di lacrimogeni esibite in televisione, con intento mistificatorio, dal leader delle tute bianche Casarini come bossoli di proiettili di arma da fuoco.
Le zone della città più coinvolte sono state piazza Savonarola, piazza Rossetti, piazza Tommaseo, piazza Da Novi, via Rimassa, via Lagustena e l'ospedale Evangelico. Per ben due volte la caserma della polizia stradale di via Saluzzo è stata accerchiata con tentativi di assalto e con danneggiamenti all'edificio. In questo clima sono poi maturati episodi ancora più gravi quali l'attacco al carcere di Marassi e ai comandi dei Carabinieri e della Guardia di finanza, nonché l'assalto ad un mezzo blindato dell'Arma, successivamente incendiato dai dimostranti.
ELETTRA DEIANA. Sono stati i black bloc!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Ripetuti sono stati, inoltre, i tentativi di sfondamento della zona rossa che hanno obbligato le forze dell'ordine a continui interventi di difesa con idranti e lacrimogeni per respingere i dimostranti. Non è stato risparmiato neanche il ripetitore della RAI assaltato da duecento anarchici.
TITTI DE SIMONE. E quelli che avete mandato all'ospedale voi? E i giornalisti?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Appartenenti al movimento contro la globalizzazione hanno raggiunto piazza Da Novi concessa per la manifestazione. Qui sono stati raggiunti da circa trecento teppisti e hanno dato vita a tafferugli ed aggressioni nei confronti delle forze dell'ordine, costringendo gli aderenti al no-global ad abbandonare la piazza loro assegnata. Approfittando di questa circostanza, i teppisti bardati di passamontagna e tute nere hanno iniziato una sistematica devastazione delle zone circostanti, assaltando e distruggendo una sede bancaria, rompendo numerose vetrine. Gli stessi hanno proseguito la loro azione in un altro presidio pacifista...
TIZIANA VALPIANA. Perché non li avete fermati?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...provocando incidenti con le forze di polizia nel corso dei quali è rimasta ferita la nostra collega parlamentare Elettra Deiana.
RAMON MANTOVANI. No, la polizia l'ha ferita! Tu l'hai ferita!
PRESIDENTE. Onorevole Mantovani, la richiamo all'ordine.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Scontri di minore entità si sono verificati anche durante il corteo non autorizzato delle tute bianche di cui ho parlato in precedenza. In particolare, oltre cinquemila persone si sono mosse dallo stadio Carlini con l'obiettivo dichiarato di sfondare la zona rossa, così favorendo ulteriori iniziative violente degli anarchici. Il corteo delle tute bianche cui si sono aggiunti gli esponenti del partito di Rifondazione comunista e di altre sigle contigue...
FRANCESCO GIORDANO. Che significa contigue?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...alla confluenza con via Tolemaide è stato bloccato dalle forze dell'ordine che hanno raggiunto un accordo con i dimostranti, che prevedeva il loro ritorno indietro. Proprio in questa zona, consistenti gruppi di anarchici, ...
RAMON MANTOVANI. Non è vero! È falso! È tutto falso!
PRESIDENTE. Onorevole Mantovani, l'ho già richiamata all'ordine. Onorevoli Gianni e Mascia, vi richiamo all'ordine.
RAMON MANTOVANI. Non può dire così! Lui non c'era, noi sì!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. La loro strategia è quella di perpetrare azioni violente attraverso gruppi mobili, a viso coperto, che si aggregano e si disaggregano con consistenze che vanno dalle venti fino alle duecento unità, dimostrando grande mobilità, conoscenza del territorio e capacità organizzativa.
Onorevoli colleghi, tutto quello che è avvenuto a Genova non può far pensare ad una casualità degli eventi...
ALFONSO GIANNI. Questo è certo!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...bensì ad una strategia di alcuni gruppi eversivi che è stata favorita dal clima di violenza verbale maturato nell'ambito della contestazione al G8 (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania). Tutto questo ha esasperato gli animi e ha creato le condizioni di una vera e propria guerriglia urbana, sfociata nell'aggressione ai carabinieri in piazza Alimonda, durante la quale è stato ucciso il giovane Carlo Giuliani.
Alle 17, in via Caffa, centinaia di facinorosi a viso coperto ed armati di spranghe e bastoni hanno aggredito un contingente del dodicesimo battaglione Sicilia, che è stato costretto ad un ripiegamento per riorganizzarsi. Durante questa fase concitata, due Land Rover dello stesso reparto, impiegate per il supporto logistico, sono rimaste isolate. Mentre una di queste è riuscita con grande difficoltà a sganciarsi e a raggiungere il resto del contingente, l'altra, con a bordo tre carabinieri, di cui due sul sedile posteriore del veicolo, poiché colti da malore per prolungata esposizione al fumo del lacrimogeni, è rimasta bloccata nel tentativo di sottrarsi alla furia dei facinorosi. Le immagini dell'episodio, diffuse da tutti i mezzi di informazione, non lasciano dubbi: il fuoristrada dei carabinieri è stato letteralmente assalito, isolato e circondato da un numeroso gruppo di manifestanti che sembravano ubbidire ad una logica di violenza, armati di spranghe di ferro, di assi di legno e di sanpietrini.
GRAZIELLA MASCIA. Abbiamo i video!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. I giovani carabinieri si sono trovati quindi in pochi, feriti, bloccati e senza via di scampo, in un mezzo danneggiato che non offriva più protezione. Questo spiega la reazione a difesa della propria incolumità con l'ultima, tragica risorsa delle armi.
FRANCESCO GIORDANO. Spiegalo al magistrato!
IGNAZIO LA RUSSA. Stai buono!
MARIO LANDOLFI. Stai zitto!
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Assassino!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. In particolare, uno dei due occupanti il sedile posteriore, colpito alla testa ed accortosi che il mezzo era circondato, ha impugnato la pistola di ordinanza, intimando di allontanarsi ai dimostranti. L'aggressione è divenuta più violenta ancora, uno dei manifestanti si è avvicinato alla parte posteriore del veicolo con la chiara intenzione di lanciare un estintore all'interno. In quel frangente di grande tensione, il carabiniere ha esploso, asseritamente senza mirare, due colpi.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Il carabiniere che guidava l'automezzo, nell'ansia di sottrarsi alla situazione pericolosa, è riuscito a ripartire, investendo il corpo del manifestante. L'arma che ha fatto fuoco, i bossoli ed il fuoristrada stesso sono sotto sequestro dell'autorità giudiziaria. All'interno dell'auto sono stati rinvenuti pietre, corpi contundenti e tracce di sangue. Il giovane è stato identificato in Carlo Giuliani. Alla sua famiglia, ancora una volta, il più profondo cordoglio del Governo della Repubblica.
A conclusione di una drammatica giornata che ha inferto così profonde ferite alla città di Genova...
GRAZIELLA MASCIA. Ne avete feriti altri 63!
MASSIMO MARIA BERRUTI. Basta!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio...
GIOVANNI RUSSO SPENA. Il Presidente del Consiglio era garantista una volta!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...nell'esprimere il proprio dolore per la perdita di una giovane vita umana, hanno lanciato un forte appello ai movimenti di contestazione, affinché cessasse ogni forma di violenza, riconducendo la protesta nei termini di un confronto civile e democratico. La cronaca degli avvenimenti della giornata del 21 luglio dimostra che l'invito è rimasto disatteso.
NICHI VENDOLA. Da voi!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Contestualmente agli incidenti che si verificavano a Genova, altri due gravi atti intimidatori venivano perpetrati in una sede della Rinascente di Milano, nei pressi del Duomo. Veniva rinvenuto, alle 13,30, un manufatto incendiario, collegato ad una sveglia, che sarebbe dovuto esplodere poco dopo. Successivamente, alle 18,30, veniva individuato e disinnescato un altro oggetto del tutto uguale al precedente, collocato nello stesso edificio. Questi episodi, anche se non rivendicati, sembrano riconducibili ai gruppi dell'area anarchica e presentano analogie con precedenti attentati verificatesi nel corso del 1994 in diverse città.
Il 21 luglio si è svolto il corteo internazionale da piazza Sturla a piazza Galileo
Ferraris con una partecipazione stimata in 200 mila dimostranti. Fin dalle ore 11,00, i partecipanti hanno cominciato ad affluire nel punto di concentrazione avviandosi lungo il percorso senza incidenti. Giunti alla confluenza tra corso Marconi e via di Massa, un gruppo di circa 400 dimostranti a viso coperto, che erano al centro del corteo, invece di proseguire sul percorso previsto, ha deviato ed ha iniziato un fitto lancio di sassi, bottiglie ed altri oggetti contro il reparto della polizia attestato nei pressi di piazzale Kennedy, a difesa della zona Fiera.
NICHI VENDOLA. E il candelotto?
GRAZIELLA MASCIA. Avete lanciato un candelotto dalla caserma!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Gli assalitori con bandiere, drappi ed abbigliamenti dei gruppi anarchici hanno incendiato cassonetti, casse di legno e tutto ciò che trovavano, lanciando bombe carta e bottiglie incendiarie, dando fuoco a ciclomotori ed autovetture parcheggiate, dando fuoco ad uffici e abitazioni nelle vicinanze. I ripetuti interventi, effettuati dai partiti polizia, hanno disperso, quindi, il gruppo dei violenti. Il primo troncone del corteo, il più consistente, ha potuto proseguire verso il luogo di conclusione della manifestazione. Nel frattempo, i teppisti alla testa e alla coda del secondo spezzone...
FRANCESCO GIORDANO. Alla testa c'ero io!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...hanno dato luogo a nuovi scontri, ancora più violenti, con le forze di polizia...
FRANCESCO GIORDANO. Io sono il teppista!
FAUSTO BERTINOTTI. Io c'ero!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...che si sono protratti per circa tre ore. L'intervento delle forze dell'ordine ha così vanificato la strategia degli estremisti che tendeva a coinvolgere, a tutto campo, l'imponente numero dei dimostranti.
NICHI VENDOLA. Come fate a dire questo (Vivi commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)?
RAMON MANTOVANI. Ma come si fa?
GRAZIELLA MASCIA. Sono tutte bugie!
PRESIDENTE Onorevole Bertinotti, onorevole Mantovani, onorevole Mascia, vi richiamo all'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania). Onorevole Bertinotti, lei è iscritto a parlare dopo le comunicazioni del ministro dell'interno.
PRESIDENTE. Proceda, ministro Scajola.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Va evidenziato che fin dalla mattinata era stato individuato, con riprese di un elicottero della polizia di Stato, un furgone che, mentre si andava formando il corteo, riforniva, via via, numerosi dimostranti di bastoni e mazze. Il veicolo seguito fino a quando si è diretto alla palestra dell'istituto scolastico Paul Klee, dove gli operatori di polizia hanno trovato decine di mazze di ferro e tubi innocenti, procedendo all'arresto di 23 persone. È altresì significativo che tra le 23 persone arrestate sono stati individuati alcuni esponenti del gruppo anarchico-insurrezionalista. Nella tarda serata di sabato, nell'ambito degli ampi servizi predisposti nell'intero comprensorio cittadino, finalizzati ad impedire ulteriori episodi di violenza connessi alle precedenti manifestazioni, alcuni equipaggi della polizia sono stati oggetto di una violenta aggressione nei pressi dell'istituto Diaz, di fronte al quale si trova...
GRAZIELLA MASCIA. Ma dove?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...la sede del Genoa social forum.
NICHI VENDOLA. Non si può!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Nella circostanza (Vivi commenti di deputati del gruppo di Rifondazione comunista)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!...
Onorevole Vendola, onorevole Bertinotti, apriremo il dibattito non appena il ministro dell'interno avrà completato la sua informativa.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...nella circostanza, gli equipaggi hanno rilevato la presenza sul posto di un centinaio di giovani, i quali, al passaggio delle autovetture, hanno iniziato un serrato lancio di corpi contundenti.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Basta leggere i giornali, Presidente!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Constatata l'impossibilità di contrastare l'assalto, gli equipaggi si sono allontanati velocemente. Sulla scorta di un'attività ricognitiva della Digos e in considerazione del comportamento rilevato, l'autorità locale di pubblica sicurezza ha deciso di procedere ad una perquisizione ai sensi dell'articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza...
TITTI DE SIMONE. Ad un massacro, vorrà dire!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...dandone informazione preventiva all'autorità giudiziaria, pur senza averne l'obbligo. L'operazione tendeva ad evitare che nella giornata del 22, nel corso della cerimonia conclusiva del vertice, potessero esservi ulteriori gravi disordini.
GRAZIELLA MASCIA. Avete massacrato 63 persone! Vi abbiamo visti noi!
NICHI VENDOLA. Volevate distruggere i computer.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Tale rischio trova (Vivi commenti di deputati del gruppo di Rifondazione comunista)...
PRESIDENTE. Colleghi, ho tollerato fin troppo interruzioni, insulti ed altre cose del genere. Per il rispetto che ciascuno deve avere nei confronti dell'altro all'interno di quest'aula, il ministro dell'interno ha il diritto di terminare la sua informativa. Successivamente, ognuno potrà dire quello che riterrà opportuno nel corso del dibattito. Io sono garante di quel rispetto e se le interruzioni continueranno sarò costretto ad interrompere la seduta: questo clima non è accettabile! Prego il ministro dell'interno di continuare la sua informativa.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Tale rischio trova obiettivo riscontro nel fatto che, nella successiva mattinata di domenica, ieri, sono stati arrestati un irlandese, per aggressione ad una pattuglia di carabinieri e tre tedeschi, di cui uno, su un furgone, con mazze ed altri oggetti contundenti, ed altri due giovani sono stati fermati ad un posto di controllo dei carabinieri e sono stati trovati in possesso di coltelli macchiati di sangue. Ricordo che a Seattle i disordini si sono protratti anche fin dopo la chiusura del vertice.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Erano partiti, ma che dici?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Questo è stato il senso, la ragione della perquisizione, non altro.
ALFONSO GIANNI. Dovevate farlo a Seattle, allora! Avete sbagliato nazione!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Lo dimostra il fatto che, essendo stata preventivamente avvertita l'autorità giudiziaria, sarà quest'ultima a verificare i presupposti e la legittimità dell'operazione.
Questa operazione si è svolta in condizioni di particolare difficoltà, con scontri duri e violenti...
NICHI VENDOLA. Nei sacchi a pelo stavano!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...iniziati, all'ingresso degli agenti, con il tentativo di accoltellare al torace un ragazzo, un poliziotto, il quale è rimasto illeso soltanto grazie alla protezione che indossava. A conclusione dell'operazione, sono state arrestate novantadue persone delle seguenti nazionalità: italiana, tedesca, spagnola, polacca, lituana, britannica, svedese, turca, svizzera, neozelandese, canadese e statunitense.
GIANCARLO GIORGETTI. È la globalizzazione!
TIZIANA VALPIANA. È un reato essere stranieri?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. L'identificazione e gli accertamenti svolti su questi arrestati hanno permesso di rilevare che molti di loro fanno parte di organizzazioni anarchiche di grande efficienza ed erano stati già tratti in arresto per violenza consumata in occasione di altri vertici internazionali.
Sulla vicenda, fermi restando gli accertamenti dell'autorità giudiziaria, ho dato disposizione di effettuare una attenta verifica al fine di acclarare eventuali responsabilità di singoli per errori di valutazione o comportamenti censurabili. Preciso che all'esito dell'operazione sono stati rinvenuti e sequestrati all'interno dell'edificio bottiglie molotov, numerose tute...
TIZIANA VALPIANA. Due!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Le avevano già usate...! Dicevo, numerose tute, cappucci e magliette di colore nero (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania), mazze di legno, catene da moto, chiodi, cinture ferrate, coltelli, martelli, maschere antigas, e uno striscione di grande dimensione di colore nero recante la scritta global resistance, seguita da una stella a cinque punte; quest'ultima insegna, dalle segnalazioni dei servizi di informazione, risulterebbe riconducibile al gruppo nero degli anarchici antiimperialisti inglesi, che si raccolgono sotto quella sigla. Ad oggi, ad una prima ricognizione, risultano arrestate 280 persone in relazione ai fatti di Genova; complessivamente, per le ferite riportate nel corso degli incidenti delle due giornate, hanno fatto ricorso alle cure mediche nei locali delle strutture sanitarie di Genova 231 persone di cui 94 appartenenti alle forze dell'ordine, 121 manifestanti e 16 giornalisti.
Desidero, a nome del Governo, a questo proposito, esprimere la vicinanza e la solidarietà ai giornalisti coinvolti negli incidenti mentre svolgevano, in condizioni di estremo disagio, la loro preziosa opera di informazione.
Nella tarda serata di sabato è iniziato il deflusso regolare delle persone convenute a Genova; nell'arco delle giornate di svolgimento del vertice sono state impiegate, a protezione della zona rossa e degli obiettivi ubicati al suo interno, 4.100 unità delle forze di polizia; 6.800 unità sono state invece impiegate nelle altre aree del capoluogo. Infine, altre 2.000 unità sono state impiegate nei vari servizi di vigilanza a protezione di obiettivi, per scorte di sicurezza ai leader e di vigilanza all'aeroporto. Questo complesso impiego di forze destinate al controllo del manifestanti in aree diverse dalla zona rossa, soprattutto per il numero delle unità impiegate, dimostra l'attenzione data anche a quella parte della città da taluni ritenuta abbandonata.
Desidero anche dire che, contestualmente con altre consistenti risorse, non sono stati trascurati tutti gli altri servizi di polizia ordinaria, giudiziaria, di frontiera, stradale, ferroviaria ed aerea. Nella realtà, i 6.800 uomini chiamati a gestire l'ordine pubblico nelle aree della città al di fuori della zona rossa si sono trovati dinanzi non solo ai problemi connessi alla presenza
di 200.000 manifestanti, ma anche ad uno scenario di vera a propria guerriglia urbana condotta da diverse migliaia di facinorosi addestrati e determinati a distruggere.
È stato un numero straordinario quello dei 200.000 manifestanti, se si considera che, in occasione dei precedenti incontri, la partecipazione è stata di gran lunga inferiore, non superando mai le 20.000 presenze. Peraltro, un afflusso così consistente è la dimostrazione più evidente del fatto che a Genova si poteva arrivare, che le vie di comunicazione erano libere, che erano sì controllate, ma non blindate...
RAMON MANTOVANI. Potevano essere il doppio!
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Ocalan!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Grazie alla decisione del Governo Berlusconi di sospendere la convenzione di Schengen ripristinando il controllo alle frontiere, decisione fortemente contrastata da coloro che oggi ci rimproverano di non avere isolato i violenti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania), sono state respinte, dal 14 luglio, 2.093 persone.
In talune circostanze l'attività di cooperazione internazionale non ha sortito i risultati sperati a causa di difficoltà, anche di carattere normativo, incontrate dalle polizie estere a fornire elenchi nominativi di soggetti violenti. È questo il caso di circa 2 mila manifestanti provenienti dalla Grecia per i quali, non essendo in possesso di preventive segnalazioni, le forze di polizia hanno proceduto, nel porto di Ancona, all'identificazione. Sono state così rimpatriate, non senza difficoltà e nonostante le rimostranze avanzate dalle autorità greche, 150 persone sospettate di appartenere ad organizzazioni. Anche in questa circostanza vi sono state forti contestazioni da parte di chi oggi lamenta la carenza di controlli (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania).
ALFONSO GIANNI. Ma cosa applaudite?
FRANCESCO GIORDANO. Erano parlamentari, erano parlamentari! Erano parlamentari greci!
IGNAZIO LA RUSSA. Centocinquanta parlamentari sono un po' troppi!
FRANCESCO GIORDANO. Erano parlamentari greci!
PRESIDENTE. Onorevole Giordano, la prego, lei è anche presidente di gruppo (Commenti).
Una voce dai banchi di Rifondazione comunista: Pagato!
PRESIDENTE. Sì, dal Ministro dell'interno (Commenti)!
Ministro Scajola, proceda pure.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. D'altra parte, prima del ripristino del controllo alle frontiere è stato molto più difficile impedire l'ingresso o adottare provvedimenti di respingimento, né la sospensione dell'accordo di Schengen poteva essere anticipata di molto rispetto alla data di svolgimento del G8.
Signor Presidente, onorevoli deputati, il Governo è stato accusato di aver blindato la città di Genova: se non avessimo adottato misure così rigorose, i danni sarebbero stati maggiori. È stata difesa una città che era stata considerata difficile o impossibile da difendere. Il summit si è svolto in assoluta sicurezza e l'incolumità dei genovesi è stata tutelata nonostante gli incidenti provocati da alcune frange violente, venute a Genova con il solo scopo di colpire persone e cose (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania). Su questo dobbiamo tutti riflettere e ciascuno deve assumersi le
proprie responsabilità quando esprime consenso incondizionato ai movimenti di contestazione senza valutazioni attente al loro interno (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania). L'Italia non è uno Stato di polizia, è una democrazia avanzata che deve tutelare i diritti della libertà di tutti. Il ricorso alla forza, quella legittima e legale, è possibile soltanto quando strettamente necessario e quando non vi siano altre possibilità. Il Governo Berlusconi condanna e condannerà sempre ogni forma di eccesso da qualunque parte esso provenga.
Posso assicurare, e le immagini televisive ampiamente diffuse in questi giorni lo confermano, che le forze di polizia hanno agito con professionalità, con abnegazione, con autocontrollo esemplare, hanno dimostrato un addestramento non comune pur (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania - I deputati si levano in piedi)...
FRANCESCO RUTELLI. Bravo, questo va bene! Non è serio!
PRESIDENTE. Onorevole Rutelli, l'applauso non è insulto a nessuno. È una cosa completamente diversa, e la prego di non dare lezioni!
FRANCESCO RUTELLI. Prima lei ha chiesto di non fare applausi strumentali!
PRESIDENTE. Signor ministro, prego proceda con la sua informativa (Commenti dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...pur in condizioni di assoluta eccezionalità e difficoltà, come è stato riconosciuto da tutti i Capi di Stato e di Governo presenti a Genova. La dignità che le forze dell'ordine hanno dimostrato in tutte le circostanze è esemplare e non può essere fatta oggetto di dileggio o di mortificazione da parte di nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI)!
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, i messaggi lanciati da taluni gruppi anti-globalizzazione non sono stati ispirati a principi pacifisti, come dimostrano le iniziative di addestramento rinvenibili, oggi, sui siti Internet nei quali è esplicito l'invito alla resistenza ed all'assalto scientifico ed organizzato. È stato difficile isolare ed arrestare i facinorosi, perché la tattica utilizzata è stata abile e premeditata: essi attaccavano in punti diversi e si ritiravano subito dopo, applicando quella che viene in gergo definita la tecnica del mordi e fuggi. È una tecnica che richiede una conoscenza perfetta del territorio, che è difficile da contrastare soprattutto quando i reparti inquadrati hanno necessità di restare uniti e di non disperdersi (Commenti dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e di Rifondazione comunista). Quando l'isolamento diventa pericolosissimo per l'incolumità degli stessi può portare a gravi conseguenze, come il noto episodio della Land Rover.
Desidero anche rispondere, avviandomi alla conclusione, a quanti hanno espresso perplessità sull'impiego dei militari di leva. Ricordo a tal proposito che, normalmente, il 70 per cento dei battaglioni mobili dei carabinieri è composto da personale di leva e che, invece, per il G8 la percentuale è stata soltanto del 27 per cento. Si trattava di un 27 per cento particolarmente addestrato già in altre circostanze di ordine pubblico.
Quanto accaduto a Genova richiede riflessioni attente che comportano conseguenze precise. Prima di affrontarle, dinanzi alla Camera desidero citare, per l'apprezzamento e la gratitudine, l'operato della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria, del Corpo forestale dello Stato e, per il loro contributo, delle Forze armate, esercito, marina ed aeronautica, che si sono impegnate con spirito di sacrificio, senso del dovere e grande professionalità (Applausi dei deputati dei
gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI).
Un ringraziamento va rivolto anche ai vigili del fuoco ed ai vigili urbani di Genova (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI). Tutti gli agenti, tutti i militari, ed in particolare i molti che sono rimasti feriti, meritano l'ammirazione degli italiani (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
A loro, a tutti gli italiani che chiedono ordine e sicurezza: questo Governo tutelerà sempre la loro dignità umana e professionale (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI).
PIETRO ARMANI. Bravo!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Per la città di Genova che è stata gravemente offesa (Una voce dai banchi dei democratici di sinistra-l'Ulivo: «Per colpa sua!») ...per i suoi abitanti che senza colpa hanno patito le conseguenze di atti criminali, il Presidente del Consiglio Berlusconi stamattina ha proposto al Consiglio dei ministri - e quest'ultimo lo ha approvato - lo stanziamento di 15 miliardi per un immediato intervento teso al risarcimento dei danni subiti.
Onorevoli colleghi - concludo - i fatti di Genova non resteranno senza conseguenze. Essi potrebbero segnare l'aprirsi di una fase preoccupante per la sicurezza e per l'ordine pubblico. A Genova non abbiamo assistito soltanto all'intemperanza di alcuni estremisti irresponsabili o criminali. Abbiamo constatato e documentato l'esistenza intorno a loro di una rete di tolleranza (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI).
GRAZIELLA MASCIA. La vostra!
FRANCESCO GIORDANO. Anche noi l'abbiamo verificata!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Abbiamo anche ascoltato vere e proprie istigazioni alle violenze pronunciate davanti ai microfoni e alle telecamere. Le scene di violenza alle quali con tristezza noi e tutti gli italiani abbiamo partecipato sono anche figlie di questo linguaggio.
FRANCESCO GIORDANO. Fascisti!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Su questo anche i media, per il ruolo che giocano nel nostro tempo, hanno grandi responsabilità.
Un giornale autorevole e indipendente...
TITTI DE SIMONE. Volete imbavagliare la stampa!
FRANCESCO GIORDANO. Chiudete i giornali!
GRAZIELLA MASCIA. La censura!
TITTI DE SIMONE. Volete chiudere la bocca che era lì e ha visto!
FAUSTO BERTINOTTI. Caricate i giornalisti!
PRESIDENTE. Per favore, vi prego colleghi, facciamo concludere il ministro dell'interno.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Un giornale autorevole e indipendente, il più diffuso in Italia, poneva ieri nell'articolo di fondo una domanda.
FRANCESCO GIORDANO. Vergogna!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. I responsabili del movimento di contestazione e i loro fiancheggiatori politici hanno isolato, hanno consegnato alla
polizia, hanno smascherato, hanno allontanato uno solo dei provocatori che, armati e calzati di rabbia, si mimetizzavano come vietcong nella giungla (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI)?
FRANCESCO GIORDANO. Fascisti!
NICHI VENDOLA. Sei un bugiardo!
PRESIDENTE. Proceda, ministro Scajola.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. La risposta, purtroppo, è «no». Questo ha un significato politico preciso, di fronte al quale non soltanto il Governo, ma tutte le forze politiche democratiche sono tenute a prendere una chiara posizione. Sono convinto che, come è nella tradizione di decenni di vita democratica, tutte le forze politiche non avranno esitazioni.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Eh, sì, infatti!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno Questo è un pericolo reale che sarebbe irragionevole ignorare e che anche l'ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato ci ammonisce a non sottovalutare quando dichiara che non è possibile tacere sui compagni che sbagliano (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI). Il Governo farà la sua parte con determinazione e con senso di responsabilità.
MAURA COSSUTTA. Che ne sai di responsabilità?
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. L'emergere di un'area eversiva anarchico-insurrezionalista è un segnale pericoloso non per questo Governo, ma è un segnale pericoloso per tutti gli italiani e per questo Parlamento e richiede una forte risposta da parte delle istituzioni. Il linguaggio della violenza non si sconfigge con la forza, ma si sconfigge sul terreno della politica. Di questo il Governo Berlusconi è pienamente consapevole, così come è consapevole che i valori della libertà e della democrazia...
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Siete degli incapaci!
TITTI DE SIMONE. L'avete sospesa, la giustizia!
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. ...sui quali si fonda la nostra Costituzione appartengono a tutti e si difendono solo garantendo l'ordine e la sicurezza pubblica. Questo il Governo ha fatto a Genova (Vivi, prolungati applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania e Misto-Nuovo PSI che si levano in piedi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ringrazio il ministro dell'interno per la sua informativa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, c'è un abisso fra il tono trionfale della sua relazione di martedì scorso ed il tono dimesso e insufficiente della sua esposizione di oggi. I vertici politici del Governo si sono occupati più dell'estetica del vertice di Genova: questa è la ragione per la quale oggi ci troviamo con un morto, duecento feriti e miliardi di danni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani).
Signor ministro, lei ha cominciato dicendo che avevate il dovere di garantire il sereno svolgimento del vertice e di assicurare la sicurezza delle persone. Questo è vero, ma lei aveva altri due doveri:
difendere il diritto di chi voleva manifestare pacificamente e difendere la città. Siete venuti meno al secondo ed al terzo dovere, e questo è gravissimo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
Onorevoli colleghi, signor ministro, noi non ci siamo alzati in piedi, né abbiamo applaudito, quando lei ha fatto l'elogio delle forze di polizia non perché non lo condividiamo, ma perché - se mi permette - tale elogio è apparso ipocrita dopo che voi li avete lasciati soli sulle piazze di Genova (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani - Commenti del deputato Bornacin).
Signor ministro, a nostro avviso le sue dimissioni sono inevitabili. Potrei invitare i colleghi del centrodestra a ricordare le volte in cui noi abbiamo chiesto le dimissioni di ministri del centrosinistra, ma non è questa la questione (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia). Signor ministro, non ci aspettavamo la lettura di un mattinale, ma che ci dicesse quali indirizzi politici ha dato alle forze di polizia. Non ha detto una parola su questo. Innanzitutto, non l'ha detta sul tipo di rapporti che bisognava tenere con la parte non violenta. Vi è stato, infatti, eccesso di tolleranza nei confronti della parte violenta e repressione nei confronti della parte pacifica della manifestazione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani). In secondo luogo, lei non ci ha detto quali indirizzi politici ha dato sull'uso delle armi. In terzo luogo, quali siano stati gli indirizzi politici sul rapporto tra sicurezza del vertice, sicurezza della città, sicurezza dei manifestanti. In quarto luogo, non ci ha spiegato l'utilizzazione dei giovani di leva.
Infine, avremmo voluto, signor ministro, che dicesse una parola su quanto è successo in quella scuola di notte. Sappiamo che vi è stato un accoltellamento: si tratta di una cosa gravissima, che naturalmente condanniamo. Dopo, però, ci sono stati pestaggi inammissibili: vi era sangue dappertutto in quella stanza. È in quell'occasione che dico che avete lasciato soli gli agenti della polizia e dei carabinieri, i quali non hanno avuto un fermo indirizzo sul modo in cui comportarsi. Lì c'è la vostra responsabilità, perché voi siete responsabili di quello che è accaduto.
Distinguiamo Governo e forze di polizia per una ragione molto semplice. Nei cinque anni scorsi ci sono state molte ragioni di tensione nel paese: aeroporti bloccati, autostrade bloccate, manifestazioni contro la partecipazione italiana alla questione del Kosovo. Non vi è stato mai uno scontro fisico violento. Vuol dire che allora gli indirizzi politici erano giusti e adesso voi avete dato diversi indirizzi politici alle forze di polizia, altrimenti non si sarebbe realizzato ciò che si è realizzato (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani).
GIORGIO BORNACIN. Perché erano d'accordo con voi!
LUCIANO VIOLANTE. Signor ministro, anche noi manifestiamo solidarietà a Genova, alle sue istituzioni, agli appartenenti alle forze di polizia ed ai cittadini che sono stati colpiti. Lei capisce, però, che questo non basta. Lei deve, con atto responsabile, dimettersi dalla sua carica.
MICHELE SAPONARA. Sì...!
LUCIANO VIOLANTE. Se lei non lo facesse, si caricherebbe di una responsabilità ulteriore: quella di non aver dato alcuna risposta alle domande venute dal paese su quello che è successo lì.
La seconda richiesta è che il Presidente Berlusconi venga in Parlamento a riferirci cosa è accaduto al vertice di Genova per quanto attiene ai contenuti. Ho l'impressione,
infatti, che vi sia stato un fallimento completo: un fallimento di contenuti, un fallimento delle procedure, un fallimento sul piano dell'immagine (guardate i giornali stranieri), un fallimento sul piano sicurezza. Voi avete precipitato l'immagine del paese in una situazione davvero intollerabile ed è vostra responsabilità.
La terza richiesta che noi rivolgiamo a lei, signor Presidente della Camera, è che venga avviata un'indagine conoscitiva dalle Commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato - breve, di una settimana - che possa riferire al Parlamento su tutta la situazione, su quello che è accaduto e, soprattutto, sugli indirizzi e sulle direttive politiche impartite dal ministro e come e se le stesse siano state eseguite.
Voglio fare un esempio: quella notte che si è fatta la perquisizione con centinaia di carabinieri, lei era stato informato preventivamente o no ? Lei mi dice di no! E come è possibile che il ministro degli interni non sia informato preventivamente di un'operazione di quel genere, che ha riguardato centinaia di persone (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani)?
Lei ha fatto il suo dovere chiedendo di essere informato per operazioni di questo peso? No, lei non ha fatto il suo dovere, perché avrebbe dovuto dire che voleva essere informato preventivamente.
Se l'aveva detto e non è stato informato, vuol dire che qualcuno, a Genova, non ha fatto il suo dovere: allora, in un caso o nell'altro, lei è responsabile.
Infine, signor ministro e signor Presidente, lei ha toccato alla fine una questione di grande delicatezza che riguarda il futuro delle giovani generazioni nel nostro paese, ma l'ha toccato in modo sbagliato, perché lei ha fatto, praticamente, una criminalizzazione per nove decimi di tutto il movimento e, alla fine, ha chiesto ordine e sicurezza contro lo stesso.
Questo è sbagliato e le dico il motivo. La questione è abbastanza grave, ma prima voglio dire un'altra cosa, a chi sta in aula e chi sta fuori dell'aula: c'è una responsabilità assai grave di chi va con gli scudi, dicendo che vorrà sfondare la sicurezza e penetrare nella zona rossa, perché chi fa questo e sa quello che c'è attorno, non può non sapere quello che potrebbe accadere ed è responsabile politico di quello che succede. Questo lo diciamo con forza: bisogna ristabilire una linea di confine sulla violenza.
Però, signor ministro, quello che lei ha fatto non ci aiuta, perché il problema è che lì, in mezzo, ci sono migliaia e migliaia di ragazzi, gli esponenti di una generazione che non pratica la violenza, ma non ha interiorizzato il rifiuto alla violenza perché ha vissuto in un'altra fase rispetto a quella cui pensiamo noi. Quindi, questa generazione ha bisogno che il sistema politico, il Parlamento, i partiti recepiscano i loro valori.
Il Presidente del Consiglio dei ministri l'altro giorno ha formulato una frase emblematica, ma del tutto inadatta: parlando di fame, miseria e AIDS li ha definiti «gravi inconvenienti»: in questo caso un cattolico direbbe che egli non sa distinguere tra carità e giustizia.
Quella domanda è domanda di giustizia, non di carità, che è un'altra cosa (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani - Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Quella domanda non è domanda di mance, ma domanda di risorse e di programmi. Noi non dobbiamo correre il rischio né di garantire tutti quelli che erano a Genova né di criminalizzare tutti: tutti abbiamo il dovere, compagni, di fare una distinzione molto ferma tra chi...
PIETRO ARMANI. Compagni?
LUCIANO VIOLANTE. Compagni, certamente, perché sto parlando ai compagni in questo momento. Sbagliate se pensate
che questo non è un problema nazionale. Siccome sono venute delle proteste da questa parte, degli amici e compagni di Rifondazione comunista, voglio dire a tutti quanti noi che esiste un chiaro confine: chi va lì, con manganelli e scudi per sfondare, è politicamente responsabile di quello che succede.
È chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, della Lega nord Padania, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)?
IGNAZIO LA RUSSA. No, è chiaro.
LUCIANO VIOLANTE. A tutta quanta l'Assemblea e all'altra parte dell'Assemblea intendo dire un'altra cosa: stiamo attenti a non fare questo tipo di operazioni, a non capire che questa è una questione nazionale che riguarda il rapporto tra noi e le generazioni future.
GUSTAVO SELVA. Voi cosa avete fatto?
LUCIANO VIOLANTE. Alle generazioni future va detto e spiegato che questo Parlamento, questo sistema politico intende aprirsi ai valori dell'equità e della giustizia, tra i popoli e tra i paesi, dentro i popoli e dentro i paesi: questo voi non l'avete fatto, non una parola avete detto!
Noi ci impegnamo ad avviare questa riflessione, che riguarda la struttura dei partiti, la struttura del nostro Parlamento, i sistemi elettorali, come si apre la politica democratica a questo tipo di domande, perché altrimenti noi corriamo il rischio di mandare al macero pezzi di un'intera generazione e questa è una responsabilità che non possiamo permetterci.
Infine, c'è stata un'altra frase particolarmente infelice del Presidente del Consiglio, quando ha detto al carabiniere che gli avrebbe pagato le vacanze.
ALBERTO GIORGIO GAGLIARDI, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali. E un'indiscrezione dei giornali!
LUCIANO VIOLANTE. Un uomo di Stato che avrebbe pagato le vacanze al carabiniere ferito! Un uomo di Stato non paga le vacanze, assicura dignità alle persone e sicurezza al paese; non ce la si può cavare con una battuta di questo genere.
La sicurezza ai cittadini non è stata garantita, la dignità al paese non è stata garantita, questa è la vostra colpa maggiore. Avete fallito su tutti i versanti...
PIETRO ARMANI. E voi avete fallito alle elezioni!
LUCIANO VIOLANTE. ...e questa è la ragione per la quale, signor ministro, chiediamo le sue dimissioni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di Sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani - Molte congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, a nome dei deputati del gruppo CCD-CDU Biancofiore, desidero esprimere il nostro apprezzamento per la tempestività con cui il Governo è venuto a riferire sui fatti di Genova e ribadire la nostra solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine impegnate durante i tre giorni del vertice del G8.
I gravissimi fatti di Genova hanno mostrato la connivenza tra il Genoa social forum e le frange più violente dei giovani del black bloc. Ci saremmo aspettati, in tale frangente, un atteggiamento diverso da parte delle formazioni politiche dell'opposizione, mentre registriamo la loro solerte presa di posizione di condanna e di attacco all'operato del Governo, del ministro Scajola e delle forze dell'ordine ree, forse, di aver applicato ciò che le norme del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza prevedono in questi casi, ad esempio l'articolo 41.
PRESIDENTE. Prego gli onorevoli colleghi che intendono defluire dall'aula di
farlo con rispetto nei confronti dell'oratore.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Violante, abbiamo tutti il dovere - oltre quelli che lei ha citato - di difendere il diritto dei poliziotti e dei carabinieri a salvaguardare la propria vita e la propria dignità e, con esse, la dignità di questo Stato.
Il blitz effettuato, nella notte di sabato, nella scuola Diaz, ha confermato i dubbi e gli interrogativi su una possibile connivenza fra le tute bianche e le tutte nere, tra l'ala cosiddetta pacifista e quella di violenta anarchia. Scorrendo l'inventario del materiale sequestrato dalle forze di polizia, all'interno della scuola, vorremmo che Agnoletto ci spiegasse la presenza di coltelli, spranghe, mazze ferrate, molotov e altro abbigliamento trovato, nonché la presenza di un furgone con funzione di distributore di bastoni che ha fatto la spola tra una delle sue basi e l'ala violenta del corteo. Anzi, un certo tentativo di spiegazione Agnoletto e company, uomini di chiesa compresi, lo hanno fatto, affermando che le tute nere erano figlie della polizia e alimentate da loro.
Queste accuse sono la dimostrazione della fragilità di chi le lancia; al riguardo pregherei la Rossanda di apprezzare la composta dignità del dolore del padre di Giuliani, piuttosto che urlare all'infamia come fa sulle colonne di un quotidiano.
David Brayden, uno dei fondatori del popolo di Seattle, ha così commentato i fatti di Genova: «La colpa è del Genoa social forum che non ha saputo tenere lontani i violenti» e ancora: «mi sembra sicuro che ci fossero tute nere nascoste fra i pacifisti e questo per un movimento che pretende di essere pulito ed egualitario è un colpo durissimo».
Dobbiamo denunciare, con un certo rammarico, che il Genoa social forum non è stato all'altezza della fiducia che gli abbiamo accordato, come Parlamento e come Governo. Non si manifesta se non si è in grado di separare nettamente la propria manifestazione dagli atti di violenza, anche se rimane un problema di verità, come ha detto l'onorevole Violante. Il problema non sono i neri o i bianchi, entrambi violenti, il problema sono i grigi e perché ci sono così tanti grigi nelle nostre generazioni.
Se c'è qualcosa che emerge chiaramente da queste giornate è la volontà di una certa sinistra, da un lato di oscurare i risultati del G8, qualunque essi fossero, dall'altro di proporsi, per l'ennesima volta, con una funzione mistificante dell'ascolto. Come diceva don Milani, ascoltare vuol dire: I care, io curo ed ho cura, non ho paura nemmeno della responsabilità derivante dal far rispettare le regole. Questo vale per Genova, per l'AIDS in Africa, per la BSE. Governare comporta responsabilità e capacità di prendere decisione per il bene dell'intero insieme del paese. Questo ha fatto il ministro Scajola, utilizzando tutti gli strumenti che questo stato democratico gli consente, per intervenire a salvaguardia degli interessi di tutti cittadini, in primis, in questo caso, degli abitanti di Genova, una città storica martoriata non dal G8, ma da una tre giorni di follia da parte di violenti e trasgressori di qualunque regola civile.
Un anno fa, il raduno di Tor Vergata per la giornata mondiale della gioventù ha dimostrato concretamente la capacità dei giovani di stare all'interno di un movimento organizzato, in grado di essere testimonianza in sé dei valori e degli ideali: milioni di giovani che desiderano qualcosa ed altri, invece, che distruggono. Hanno fatto di più i giovani di Tor Vergata che i 200 mila riuniti a Genova (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU Biancofiore e di Forza Italia).
Il nostro desiderio è di vedere presto Agnoletto e Casarini impegnati in prima linea, in Africa, nelle bidonville e nella tragica miseria, a combattere in prima persona le malattie endemiche, la violenza ed i soprusi (Applausi dei deputati del gruppo del CCD-CDU Biancofiore): lì, ad un bambino - e non ce lo deve raccontare certo il sindaco Veltroni per tre giorni lampo - non viene chiesto se ha mangiato, ma a che altezza vuole che gli siano tagliate le braccia.
Abbiamo sperimentato una violenza di linguaggio - e ho concluso, signor Presidente - che parte da lontano, parte da una campagna elettorale violenta, violenta nei confronti di chi si temeva potesse vincere e che, purtroppo per lor signori, ha vinto; è una violenza di linguaggio che ritroviamo in alcune dichiarazioni scandalose, indegne di parlamentari e di una società civile e democratica come la nostra (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU Biancofiore, di Forza Italia e della Lega Nord Padania).
Dice l'amico Casarini: anche se conoscessi i nomi di queste persone, dei black bloc, di quelli che hanno sfasciato tutto, non li darei mai a questa polizia; dopo ore di attacchi durissimi anche i nostri si sono difesi con gli strumenti che avevano ed io non posso che capirli.
Dice Agnoletto: invito tutti i cittadini democratici. E fa una distinzione nel nostro paese tra quei cittadini di Genova che stavano barricati nelle proprie case per paura di essere malmenati e quei cittadini di Genova - che io non ho visto e non c'erano - che andavano a sprangare i poliziotti. Agnoletto dichiara ancora: la presenza di due o tre black bloc all'interno delle nostre fila non giustifica una carneficina. Mattanza, abbiamo letto.
Abbiamo ascoltato slogan che ci riportano agli anni settanta quelli della violenza, che io non ricordo perché avevo solo quattro anni; ma qualche gesto di responsabilità da parte di chi aveva qualche anno in più, ed allora stava nelle piazze, me lo sarei aspettato anche all'interno di questo Parlamento. «Pagherete caro, pagherete tutto» «Assassini» «Voi G8, noi l'umanità». Ma di quale umanità sono rappresentanti, questi del Genoa social forum? Ieri o stamane, Bertinotti arriva a dire: c'è stata una sospensione dello Stato di diritto, della democrazia e della legalità per tre giorni a Genova.
TIZIANA VALPIANA. Certo!
LUCA VOLONTÈ. Padre Della Sala: «imboscate della polizia»; don Andrea Gallo: «tute nere: solo i carabinieri». E tutto questo in un clima in cui 29 registi sinceramente democratici riprendevano una bellissima manifestazione coreografica ed estroversa.
Ritengo che questo clima, questo linguaggio in Parlamento, sulle testate di alcuni giornali siano preoccupanti. Non sono né il più adatto né il migliore per avere la memoria storica, per ricordare a tutti come, da situazioni analoghe a queste, qualche anno fa scoppiarono e presero corda movimenti drammatici per la storia di questo paese. Queste sono le benevolenze colpevoli.
In conclusione, signor Presidente, sono uno dei più giovani parlamentari di quest'aula e forse uno dei più giovani presidenti di gruppo nella storia di questa Repubblica: vorrei invitare gli amici del centrosinistra ad un atto di responsabilità, perché se, forse, tra di noi ancora non c'è una persona in grado di lanciare l'appello che fece Moro in quegli anni, purtroppo, vedo con grande sconforto che, tra di loro, un Berlinguer manca di certo (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU Biancofiore, di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siccome siamo un paese serio e democratico alla cui guida c'è un Governo serio e democratico, non potevamo uscire dalla comunità internazionale, sospendendo il G8, sotto l'urto di movimenti di piazza, come poco responsabilmente è stato richiesto da un settore dell'opposizione in un momento molto delicato. Di conseguenza, cogliamo questa occasione per ringraziare il Governo che ha retto a tutte queste devastanti sollecitazioni e ha portato a termine il G8, ottenendo, sul terreno dei contenuti, risultati significativi ed apprezzabili. A questo proposito, il commento dell'onorevole Rutelli sullo svolgimento del G8 ci sembra affetto da una sorta di fatuità goliardica, non all'altezza né dei temi in discussione, né di chi si presenta come il capo dell'opposizione.
Veniamo ad un punto politico decisivo. Cosa è il G8? Si tratta dell'incontro fra Pinochet e Pol Pot, fra dittatori e sovrani, come pure è stato detto, oppure, con tutti i suoi limiti, è la sede di confronto fra un complesso di stati democratici, fra uomini di Governo liberamente eletti, alcuni dei quali sono fra i massimi leader della socialdemocrazia? Ancora qualche settimana fa, questa seconda valutazione trovava concordi tutte le forze politiche italiane, con la comprensibile eccezione di Rifondazione comunista, fino a quando una pericolosa deriva movimentista non si è impadronita di una parte dei DS, con esiti negativi per il paese e per loro stessi, come i successivi ondeggiamenti stanno dimostrando (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e del CCD-CDU Biancofiore).
Questo Governo ha ereditato dal precedente esecutivo la scelta della sede e dei temi di discussione del G8. La continuità su questo terreno è stata tale che, come ieri ha ricordato il Presidente del consiglio, i vertici dei servizi della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, nominati a suo tempo dal centrosinistra, e anche la metodologia di azione sul campo - onorevole Violante, che non si improvvisa in due mesi -, sono rimasti gli stessi di quelli decisi dal Governo Amato.
Per parte sua, il Governo Berlusconi si è impegnato in due importanti novità. Per un verso, ha accentuato la tematica solidarista sui contenuti del G8, per altro verso, ha assunto un'iniziativa che i precedenti governi non avevano neanche tentato: ha ricercato un terreno di compromesso con il Genoa social forum. In sostanza, il Governo ha tenuto una linea aperta e moderata. Innanzitutto, lo ha fatto per una questione di principio attinente alla sua natura liberale e democratica, e poi per una ragione politica del tutto ovvia.
Il Governo Berlusconi aveva tutto l'interesse politico a che il G8 si svolgesse in condizioni di assoluta tranquillità e, quindi, che anche i movimenti e le manifestazioni del popolo di Seattle si svolgessero pacificamente.
Dico questo, perché tra le tante affermazioni irresponsabili espresse in questi giorni dal dottor Agnoletto - non soltanto da lui, ma anche da forze presenti in questo Parlamento - vi è anche quella, testuale, per il quale il vero connivente è il Governo, che ha consentito che i black bloc arrivassero e si armassero. Nella realtà Agnoletto e Casarini fanno queste affermazioni per coprire il fatto che essi si sono rivelati interlocutori inaffidabili, segnati da un misto di irresponsabilità, di ambiguità e di qualcosa di peggio (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e del CCD-CDU Biancofiore).
Allora, bisogna prendere atto di un dato di fondo: il movimento con cui abbiamo fatto i conti a Genova è fondamentalmente estremista, nel quale convivono certamente forze molto diverse, ma del quale i centri sociali e i black bloc italiani ed esteri costituiscono parte integrante. Questa è la ragione per cui la componente armata ed eversiva nuota nel movimento come un pesce nell'acqua, entra ed esce dai cortei, se ne serve, neanche fosse accolta e coperta (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e del CCD-CDU Biancofiore - Commenti del deputato Mascia). I centri sociali e i black bloc non sono dei marziani, non sono il prodotto di chissà quale servizio segreto: non ripetiamo, ancora una volta, la storia delle BR, che per diversi anni furono definite come fasciste!
D'altra parte questi gruppi si muovono in un brodo di coltura fondato sull'estremismo. Non dimentichiamo che lo scopo dichiarato di Agnoletto e Casarini non era riformista o rivolto ai contenuti del G8, ma era quello di sfondare la linea rossa.
Consentitemi una sola citazione di Casarini, rilasciata su L'Espresso del 28 giugno 2001: «Quelli che si chiedono perché a Genova saremo disposti a fare battaglia con la polizia dovrebbero andare a vedere
come si vive nel sud del mondo che comprende la maggioranza della popolazione mondiale». Questo è Casarini!
Il Governo, il ministero dell'interno, le forze dell'ordine si sono trovati di fronte ad un duplice problema rappresentato da un movimento estremista di massa che voleva sfondare la linea rossa e far saltare il G8, ed alcune migliaia di persone che nella linea gialla praticavano la guerriglia utilizzando gli spazi che il Governo aveva invece concesso al Genoa social forum per manifestazioni civili. Queste migliaia di persone praticanti la guerriglia urbana hanno utilizzato quegli spazi liberi per distruggere un pezzo di città e per aggredire le forze dell'ordine.
Il Governo, il ministro dell'interno, le forze dell'ordine hanno dovuto attuare una scelta di fondo consistente, in primo luogo, nel proteggere la linea rossa - e quindi lo svolgimento del G8 -, ed in secondo luogo tamponare all'interno dell'area gialla una guerriglia urbana durissima e violentissima. Qui giungiamo all'ipocrisia dell'opposizione; Genova ha rappresentato il terreno di incontro tra eversione internazionale, anarchici italiani ed una parte dei centri sociali. Un incontro che ha visto qualche migliaia di persone pronte a tutto.
In questo momento, coloro i quali attaccano le forze dell'ordine per non aver messo in condizione di non nuocere qualche migliaia di giovani scatenati nella guerriglia urbana, che entravano e uscivano da un corteo di 150 mila persone, probabilmente non si rendono conto di quello che dicono. Attuare una vera azione frontale antiguerriglia contro alcune migliaia di persone voleva dire correre il rischio di provocare, non un morto - che purtroppo c'è stato a causa delle tipiche condizioni in cui si è tenuto questo scontro armato -, ma una carneficina, un autentico disastro (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, Alleanza nazionale e del CCD-CDU Biancofiore ). Ciò ha certamente comportato prezzi rilevanti ma ha evitato il peggio ed ha consentito al G8 di svolgersi e di concludersi in presenza di una contestazione di massa che nessun altro paese aveva finora sperimentato.
ELENA MONTECCHI. Eversivi!
FABRIZIO CICCHITTO. Onorevoli colleghi, visto tutto il contesto sarebbe fondamentale un impegno comune da parte di tutte le forze presenti in Parlamento contro questi movimenti rivoltosi ed eversivi.
Invece stiamo andando, purtroppo, verso una deriva di segno opposto. Francamente reputiamo una atto di irresponsabilità ed anche di grande debolezza politica la richiesta di dimissioni del ministro dell'interno, richiesta che logicamente implica anche un atto di sfiducia nei confronti degli attuali vertici delle forze dell'ordine e che avviene sull'onda del tentativo, assai grave, di stabilire un rapporto politico fra l'opposizione parlamentare di sinistra e una forza assai ambigua, quale appunto il Genoa social forum (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, Alleanza nazionale, CCD-CDU e Lega nord Padania).
Non capiamo come su posizioni del genere possano ritrovarsi i popolari ed altre forze del centrosinistra. Riteniamo invece che, in un'intervista resa oggi ad un quotidiano, l'onorevole Dini abbia espresso una posizione in continuità con quello che il centrosinistra ha detto e ha fatto quando era al Governo, ma la posizione dell'onorevole Dini è agli antipodi della linea scelta oggi dall'opposizione.
Il tentativo dei Democratici di sinistra di inseguire o di inserirsi in un movimento di massa di tipo estremista rappresenta una rottura rispetto al passato, anche rispetto al passato migliore del partito comunista italiano.
FRANCESCO GIORDANO. Insegnacela tu la tradizione!
FABRIZIO CICCHITTO. Una rottura assai pericolosa per la stessa sinistra ufficiale e per il paese che prevedibilmente, su questo terreno, dovrà cimentarsi in altre difficili prove.
Francamente ci auguriamo che una linea del genere venga rivista. Di conseguenza respingiamo le richieste di dimissioni del ministro dell'interno, anzi confermiamo la nostra piena fiducia all'onorevole Scajola (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, Alleanza nazionale, CCD-CDU Biancofiore e Lega nord Padania - molte congratulazioni).
Riteniamo che il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Berlusconi, abbia il merito di aver concluso in modo positivo il G8 aprendo una nuova fase per ciò che concerne questi incontri internazionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pecoraro Scanio. Ne ha facoltà.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Signor Presidente, signor ministro, devo dire che siamo a dir poco sorpresi dal tenore delle sue parole espresse in aula. Sicuramente tutto ciò che è accaduto è stato documentato dal lavoro, questa volta amplissimo, delle televisioni, dei fotografi, dei telegiornali. Lei sicuramente avrà visto la rassegna di tutta la stampa europea ed internazionale; non c'è giornale in Europa, anche quelli decisamente di centrodestra, che non condanni la gestione dell'ordine pubblico assolutamente fuori dai canoni di un paese europeo e democratico. Ci saremmo aspettati da lei quanto meno l'ammissione di una parte delle responsabilità che sono evidenti agli occhi di tutti. Si tratta di una situazione per la quale si erano assunti alcuni impegni, anche qui in Parlamento, che si è trasformata in un disastro, con centinaia di feriti; una situazione negativa mentre il Governo viene in Parlamento senza ammettere che vi siano state alcune gravi violazioni di cui devono essere accertate le responsabilità. Mi sembra strano che, parlando di formazioni liberaldemocratiche, non si tenga conto che in qualsiasi paese europeo (signor ministro, la pregherei di ascoltarmi) quanto meno si prevedono forti verifiche di responsabilità su ciò che è avvenuto e che tutti i telespettatori del mondo hanno visto. Il suo intervento - non so chi l'abbia scritto francamente - ...
DONATO BRUNO. Se l'è scritto da solo!
ALFONSO PECORARO SCANIO. ...è un intervento arrogante - lo ripeto arrogante - perché non c'è alcun minimo riconoscimento di ciò che è avvenuto fino al blitz scandaloso perché quella perquisizione, con quell'incredibile accusa e con quell'incredibile violazione ha ricordato, anche all'opinione pubblica moderata di questo paese, immagini che non sono mai appartenute alla tradizione dell'Italia repubblicana.
È stato un fatto scandaloso e gravissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo e di Rifondazione Comunista), e lei non può non dire che è grave e che punirà i responsabili e che verificherà queste vicende. Di ciò noi la accusiamo e così l'intero centrosinistra ed anche Dini che oggi era presente alla riunione del vertice dell'Ulivo e ha condiviso la richiesta delle sue dimissioni. Questo è il dato reale.
In una dittatura, forse, dopo una catastrofe del genere, si può dire «no, me ne frego»; lei in questo modo, in aula, ha detto «me ne frego». Sostanzialmente lei ha difeso tutto, ha detto che tutto era normale, che ciò che hanno visto i cittadini era forse un film e non la drammatica realtà. Pochi minuti fa, il Tg3 ha trasmesso nuovamente un altro filmato in cui si vede che i carabinieri hanno ricevuto l'ordine di ritirarsi davanti al carcere di Marassi, di lasciare le tute nere o questi neri o questi nazisti - come oggi si capisce anche da quello che scrivono alcuni giornali - a confrontarsi solo con la polizia penitenziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo e di Rifondazione comunista).
Questo è il dato. Oggi è di nuovo la televisione di Stato che fa vedere immagini che poi sono state riprese da tutti. Per esempio, un certo Liam Stevens di 26 anni di Birmingham, intervistato dei giornalisti dice «mi sono trovato lì, a battermi con i black bloc ma sono nero, perchè sono un nazista». Non so se da parte di qualcuno vi sia stata tolleranza perché in realtà vi
sono molti neofascisti infiltrati in queste aree cosiddette di black bloc (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo e di Rifondazione comunista - Commenti e applausi polemici dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista). Non a caso si chiamano tute nere; non è un caso.
ALFONSO GIANNI. Leggi i siti fascisti che ha citato Scajola.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi - e l'invito vale per tutti gli interventi - vi prego di non interrompere l'onorevole Pecoraro Scanio. Finora mi sembra che questo dibattito si sia svolto civilmente. Onorevole Bornacin, per favore.
Onorevole Pecoraro Scanio, prego.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Oggi c'è un giornale nazionale a grande tiratura che indica nome, cognome e indirizzo a Birmingham. Lei ha parlato dei servizi segreti. Io gradirei che facessimo riferimento non solo ai servizi segreti degli Stati Uniti, ma anche ai nostri per verificare la situazione.
Mi sembra doveroso ribadire un concetto espresso già in aula: le associazioni del Genoa Social forum avevano pubblicamente affermato che temevano l'infiltrazione di gruppi che non accettano certamente la non violenza. Hanno chiesto in tal senso un sostegno alle forze dell'ordine; i miei colleghi parlamentari hanno addirittura chiesto alle forze dell'ordine di aprire il corteo del 21 luglio con le loro presenze e hanno registrato un rifiuto da parte della questura di Genova. Nel corteo dei manifestanti l'ordine non doveva essere garantito dal Genoa Social forum attraverso un tradizionale sistema di servizio d'ordine o per mezzo di una polizia privata, perché, in un paese democratico, è la polizia che deve garantire le manifestazioni, non le polizie private pagate magari dai manifestanti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e di Rifondazione comunista). Questo suo invito è anzi pericolosissimo: credo che questo doppio gioco del Governo sia stato un danno sia ai manifestanti sia alle forze dell'ordine, dal momento che tale meccanismo ingenera un atteggiamento di tensione non utile a nessuno. Siamo rigidamente non violenti, contrari ad ogni tipo di violenza; tuttavia, proprio per questo, il diritto di manifestare va garantito dalle forze dell'ordine. Abbiamo invece assistito ad uno Stato che non ci piace, dimostratosi forte e addirittura arrogante, violento con i deboli, gli indifesi e gli inermi, mentre è stato fin troppo tollerante, fin troppo disponibile con chi aveva le spranghe e usava le armi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Margherita, DL-l'Ulivo e di Rifondazione comunista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bertinotti. Ne ha facoltà.
FAUSTO BERTINOTTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avremmo oggi voluto parlare di un qualcosa che sta nascendo, ovvero dell'ingresso nella politica di una nuova generazione. Invece, siamo qui a parlare di una tragedia. Mi permetto soltanto, prima di entrare nel merito di questa nostra difficile discussione, di rispondere all'onorevole Cicchitto, che ha accusato questo movimento di essere estremista, citando uno dei più grandi filosofi europei contemporanei, Edgard Morin. Dice infatti il nostro: «Questa chiosa racchiude il peggio dell'ottusità reazionaria: ignoranza, pregiudizio, demonizzazione dell'altro da sé».
Questo movimento nel suo complesso non è portatore di visioni palingenetiche; certo esso esprime radicalità. Parte infatti dalla convinzione che i grandi problemi del pianeta e dei suoi abitanti non possano essere risolti dall'economia liberista. Nella loro eterogeneità, con esclusione delle sole frange minoritarie nichiliste, i popoli di Seattle sono portatori di una critica all'esistente da cui discende la caotica, generosa e fattiva ricerca non del migliore dei mondi, ma di un mondo migliore. Per questa ragione, onorevoli colleghi, questo movimento proseguirà, malgrado le cariche
della polizia, malgrado le violenze (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista e di deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).
Sempre Morin ha affermato: «I più potenti della terra, accerchiati, sgomenti, chiusi in una fortezza mentre tutto intorno brucia sono un simbolo di una classe dirigente autistica, che si allontana dai problemi dell'umanità». Purtroppo essa fa anche vittime: come Carlo Giuliani, un ragazzo come tanti, ucciso da un proiettile della polizia, dei carabinieri, delle forze dell'ordine. Neppure le parole del padre così severe, sagge e generose, hanno potuto lenire quel dolore per il paese e non hanno neppure potuto trasformare la sua drammatica morte in una lezione per i giorni futuri.
Signor ministro dell'interno, erano 24 anni, dall'uccisione di Giorgiana Masi, che in Italia non moriva nessuno in una manifestazione. Era in realtà passato solo un brevissimo lasso di tempo però dall'uccisione di Göteborg: avevamo chiesto di sospendere il G8 e non, come lei ha riferito, intendevamo impedire fisicamente quella manifestazione (Commenti del ministro dell'interno Scajola). Quando queste sinistre hanno deciso di interrompere qualcosa, hanno proclamato quell'obiettivo. Quando nel luglio del 1960 abbiamo affermato che non si sarebbe dovuto tenere il congresso del movimento sociale italiano, l'abbiamo impedito.
Se questa volta non l'abbiamo fatto, è perché avevamo riconosciuto che quel consesso, se pur per non legittimo, doveva potersi svolgere. Dovevano potersi svolgere anche le manifestazioni, però.
Invece avete militarizzato una città - diciamo la verità -, avete costruito dei labirinti ed una città che sembrava invivibile. E cosa è accaduto?
Guardate, signor ministro, signori del Governo, userò parole forti, ma voi dovete riconoscere che noi le possiamo usare, perché abbiamo lavorato lealmente alla ricerca del dialogo e del confronto. Abbiamo lavorato, pur nel nostro dissenso radicale verso il G8, perché si facesse, ma anche perché noi, insieme al Genoa social forum, che rappresentava l'insieme del movimento, potessimo manifestare tutta la nostra avversione. Invece cosa è accaduto? È accaduto - signor ministro, lei lo sa - che il blocco nero ha portato nella città alcune centinaia di violenti e pericolosi, esterni ed estranei al movimento e molti componenti contrari al movimento. Lei sa che hanno potuto scorrazzare per la città, rompendo, devastando e bruciando prima ancora di potere entrare in contatto con qualsiasi parte del movimento. E quando quel contatto è stato cercato nelle «piazze tematiche», i manifestanti pacifici e non violenti spesso hanno opposto la loro resistenza a che questi potessero entrare (Commenti del deputato Bornacin).
Caro Luciano Violante, noi ed i nostri compagni - come anche Elettra Deiana, colpita dalla carica della polizia e non da altri - abbiamo lavorato per tenere fuori dalla manifestazione i «neri» e per impedire che le cariche della polizia calpestassero degli inermi. Forse, Luciano Violante, sarebbe stato bene che ci foste stati anche voi a dare la possibilità di crescita ad un movimento che conteneva al suo interno una grande vocazione democratica e civile (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista). Questi erano i manifestanti. Quelle cariche, signor ministro, su chi sono arrivate? Sui manifestanti. Gli idranti e i lacrimogeni sono stati puntati su di loro, come anche le cariche. In quel clima è maturato l'uso delle armi da fuoco. Perché portarle ad una manifestazione e perché lasciarle nelle mani di persone anche inesperte? Vi è allora una responsabilità generale, che è quella della gestione dell'ordine pubblico e che ha determinato l'assassinio di un ragazzo, Carlo Giuliani, che è il simbolo di una grande tragedia. Quando l'abbiamo saputo, abbiamo capito che tutto poteva cambiare. Poi le parole del padre, dei rappresentanti del Genoa social forum e le nostre hanno fatto pensare di poter andare oltre ed è arrivata una partecipazione straordinaria, come lei del resto ha sottolineato (ed è l'unica cosa che nel suo discorso riconosco come giusta): 200-300 mila persone venute da tutte le parti d'Italia, anche d'Europa,
e potevano essere di più. Ed è accaduto quanto era successo il giorno precedente, signor ministro: i «neri» ancora a scorrazzare, a cercare contatti con la manifestazione, i manifestanti a cercare di respingerli e la polizia che carica, che usa i lacrimogeni, dal mare, dal cielo e dalla terra e che colpisce ripetutamente i manifestanti. La meccanica delle aggressioni è sempre quella: i «neri» che corrono, scorrazzano, intervengono, vengono respinti e la polizia, le forze dell'ordine che spezzano il corteo e lo respingono.
Signor ministro, come molti della mia generazione, ho vissuto molte storie di movimento. Le posso dire, in totale onestà intellettuale, che se non fosse per la straordinaria vocazione pacifista e non violenta di questa nuova generazione, che è stata propria della stragrande maggioranza dei manifestanti, il comportamento della polizia avrebbe determinato una strage... (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista), perché in altri momenti della storia del paese ben altre sono state le reazioni!
GERARDO BIANCO. Viva la democrazia cristiana!
FAUSTO BERTINOTTI. Signori, in realtà avete colpito il movimento. Non so se sia una volontà soggettiva o un comportamento oggettivo, ma quello che si evince dalle cariche della polizia e dal suo comportamento è un'aggressione al movimento, forse per fermarlo.
CARLA CASTELLANI. Era quello che volevate!
ANTONIO MAZZOCCHI. Quello volevate!
FAUSTO BERTINOTTI. E allora, le debbo dire che quello che è accaduto sabato notte è come una drammatica lente di ingrandimento, che illumina anche quello che c'è prima. L'aggressione alla sede del Genoa social forum è inaudita. Qui è avvenuta una sospensione dello Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista), qui in molti hanno avuto la sensazione di essere in un regime di polizia.
Signor ministro, lì c'erano dei parlamentari e la polizia li ha scavalcati, non li ha neanche ascoltati! C'era un avvocato che chiedeva di stare dentro, poiché era un suo diritto costituzionale: è stato prevaricato! C'erano dei medici che chiedevano di poter vedere quei corpi che venivano massacrati: è stato loro impedito! C'erano dei giornalisti che volevano vedere: lo avete loro impedito!
Cos'è questo, se non un atto di regime di polizia! Questa è una responsabilità gravissima (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista e misto-Verdi-l'Ulivo e di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo) che cade su di tutti!
Forse, si voleva sottrarre qualcosa? Ma non lo dico io, signor ministro, non lo dico io! Non lo dicono i nostri compagni presenti, che, pure, hanno qualche titolo. Lo si legga nella testimonianza di una giornalista, che su la Repubblica di oggi, così racconta (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale) ...perché, volete chiudere la Repubblica? Volete chiudere i giornali? Guardate, persino il giornale citato dal ministro - si tratta di un articolo di fondo, del Corriere della Sera, mi lasci dire, assai vergognoso - tuttavia, nella cronaca...
IGNAZIO LA RUSSA. Vuoi chiuderlo? Vuoi chiudere il Corriere?
FAUSTO BERTINOTTI. Signori, signori, tranquilli! Tranquilli!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi sembra che sia improduttivo un dibattito con questi toni. Facciamo terminare l'onorevole Bertinotti.
FAUSTO BERTINOTTI. Quello stesso giornale, nella cronaca, raccontava questa realtà. Eccone una, signor ministro: «Ha trent'anni, lavora in una associazione non governativa del Lussemburgo, fa 'educazione alla non violenza' a Bruxelles».
Racconta: «Era mezzanotte e dormivamo nei sacchi a pelo. Hanno colpito la porta gridando: polizia. D'istinto chi si è alzato è scappato di sopra. È stato un errore, certo, ma stavamo tutti dormendo. Ci hanno fatti stendere pancia in terra, hanno rovesciato tutto, spaccato ogni cosa, strappato documenti. Ci insultavano e picchiavano, coi manganelli, la gente distesa, urlando. Ho visto ragazzine svenire. Uno diceva: attenti che non muoiano. Io sono scappato quando hanno aperto per far uscire il primo massacrato. Era ancora dentro il sacco a pelo. Penso ai più giovani, che sono rimasti lì insanguinati...
GIORGIO BORNACIN. E il poliziotto ferito?
FAUSTO BERTINOTTI. ...per ore, terrorizzati e soli. Vorrei anche ringraziare il vostro paese per la splendida ospitalità». Parli francese, parli qualunque lingua, signor ministro, ma quando un giovane vive un'esperienza come questa, voi dovete sentire tutta la responsabilità di provocare un solco grave tra il Governo, lo Stato e ciò che vive questa nuova generazione.
Un solco può aprirsi - ho concluso - ed per questo, per chiudere questo solco, che, di fronte al fallimento della vostra gestione del G8, noi chiediamo le dimissioni del ministro dell'interno, del capo della polizia, del comandante dei carabinieri, perché vogliamo evitare che ci sia una qualsiasi lettura politica, in certo senso, del nostro atto. Chiediamo che i responsabili dell'ordine pubblico che abbiano fallito, si dimettano per aprire un dialogo tra il Governo ed il paese (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Grazie signor Presidente. Vede, signor ministro dell'interno, non le nascondo che avremmo preferito ascoltare, oggi, qui, in aula, le parole del Presidente del Consiglio, perché si assumesse tutte le responsabilità collegiali del Governo per il fallimento complessivo, sotto ogni aspetto, di questo G8: un Presidente del Consiglio che si è recato a Genova, personalmente, per tre volte, negli ultimi tempi, per occuparsi di ogni singolo dettaglio, a suo dire.
Oggi tutto ciò suona grottesco, evidentemente, ad iniziare da quell'incredibile divieto di esporre biancheria intima alla finestra, incredibile, caricaturale, grottesco appunto. Il Governo, e segnatamente il suo dicastero, quello dell'interno, si è preoccupato - come ci ha detto, d'altro canto - solo dell'incolumità degli otto potenti. Avete lasciato un'intera città abbandonata, indifesa, senza protezione. Avete consentito che gruppi di delinquenti spadroneggiassero e distruggessero Genova. Non li avete contrastati. Così come non siete stati in grado di garantire, alle decine di migliaia di manifestanti specifici, di poter liberamente sfilare per la città - un diritto costituzionalmente garantito.
Ancora. Avete inviato a Genova, in una situazione che - tutti sapevamo - sarebbe stata difficilissima, giovani ausiliari, reclute inesperte, impreparate, inevitabilmente impaurite, non in grado, comunque, di fronteggiare le situazioni più delicate, come si è visto. Una di queste reclute ha sparato ed ucciso. La nostra pietà - come ha detto, con parole di straordinaria umanità il padre della vittima - va, non solo al ventenne ucciso, ma anche al ventenne che gli ha sparato.
Avete, infine, gestito la missione notturna alla sede del Genoa social forum come nessun Governo democratico avrebbe mai fatto - tant'è vero che l'intera stampa estera l'ha stigmatizzata -, con violenza inaudita e disprezzo palese dei diritti delle persone.
Sono a rischio essenziali diritti democratici. A tale riguardo voglio dire a voi della destra, che tante volte avete richiamato le garanzie, il garantismo: su questo fronte sapete che io, per primo, mi sono speso quando ero al Governo, a quei banchi.
CARLA CASTELLANI. Ocalan! Baraldini!
OLIVIERO DILIBERTO. Ma le garanzie o sono per tutti o non sono per nessuno: se sono per pochi, non si chiamano garanzie, si chiamano privilegi, e noi questi non li tollereremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani)! Avete dimostrato, insomma, di non saper governare: la situazione vi è completamente sfuggita di mano. Ve ne dovete andare!
La nostra richiesta di dimissioni è rivolta a chi, ad iniziare da lei, signor ministro, non può e non deve giocare allo scarico delle responsabilità, perché la responsabilità, in questo caso, è tutta politica. Ed oggi, a cose fatte, possiamo ben dire di avere compiuto una scelta giusta quando questo gruppo si rifiutò di astenersi sulla mozione delle destre, qui in Parlamento, e votammo contro di essa, perché la responsabilità - adesso, a posteriori, possiamo dirlo - era ed è politica, di questo Governo, del vostro Governo. Oggi possiamo toccare con mano, già a due mesi dalle elezioni, quale differenza di caratura democratica vi sia tra il Governo di centrosinistra passato e quello odierno di centrodestra. Altro che equivalenza tra centrodestra e centrosinistra!
Ma la nostra radicale critica al Governo, a tutto il Governo, non ci impedisce, anzi ci esorta ancora di più a criticare con nettezza non soltanto le frange violente, ma anche chi non ha preso le distanze da esse in modo inequivoco. Si tratta di una minoranza, certo; ma chi evoca la piazza senza saperla gestire si assume una grande responsabilità; occorre sempre prevedere, organizzare, isolare anche fisicamente, disporre un adeguato servizio d'ordine democratico e chi non lo fa è un po' come l'apprendista stregone, il quale evoca forze che poi non è in grado di controllare: ogni vetrina rotta, ogni casa o negozio devastato, ogni lavoratore delle forze dell'ordine aggredito rappresenta un danno proprio al movimento di massa, è contro di noi, è nemico della sinistra.
ALFREDO BIONDI. È nemico di tutti!
OLIVIERO DILIBERTO. Vi sono state sicuramente collusioni tra gruppi violenti e forze dell'ordine: queste sono documentate. Vi sono stati infiltrati e provocatori di ogni genere: ci sono le prove! Ciò è gravissimo, ma lo si sapeva: ce l'hanno insegnato quando eravamo ragazzi che le provocazioni vanno respinte...
ALFREDO BIONDI. Eh, sì!
OLIVIERO DILIBERTO. Il problema oggi è, com'è sempre stato, quello di individuarle e, appunto, di respingerle, di prevenire, di neutralizzare. Questo si doveva fare! Un Governo incapace ed antidemocratico è la causa principale dei fatti gravissimi avvenuti a Genova. Ma se il movimento di massa vorrà essere vincente e non minoritario, se vorrà parlare a tutto il popolo e non solo a generose avanguardie, dovrà sapere espellere da sé frange che vanno definite per quello che sono...
PRESIDENTE. Onorevole Diliberto, la invito a concludere.
OLIVIERO DILIBERTO. ...per quello che sono: delinquenti senza aggettivi. Chi ha con sé armi non ha giustificazione, porti la tuta nera o di qualunque altro colore. Un ragazzo è morto, Genova è piegata, l'Italia ha perso credibilità internazionale (come dimostrano i commenti della stampa) e l'elemosina che avete deliberato per i paesi in via di sviluppo è offensiva.
Genova è città medaglia d'oro della Resistenza, ma è anche la città di un uomo che oggi voglio ricordare qui, nel Parlamento italiano, perché si tratta di un uomo che ha pagato con la vita la sua inequivoca scelta democratica, il suo rifiuto del terrorismo ed il suo rifiuto di ogni violenza. Noi oggi lo ricordiamo con commozione ed orgoglio e ci inchiniamo alla sua memoria: alla memoria dell'operaio genovese - comunista - Guido Rossa, trucidato, più di vent'anni fa, dalle brigate rosse.
È nel suo nome che, da comunisti italiani, continueremo questa battaglia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto- Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo,
della Margherita, DL-l'Ulivo e del deputato Biondi - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, credo che, come al solito, in questa Assemblea si sia fatto un esercizio protratto di ipocrisia, specialmente dai banchi della sinistra.
ALESSANDRO CÈ. Onorevole Bertinotti, presidente Bertinotti, la televisione l'abbiamo vista tutti - alcuni di noi erano presenti a Genova -, lei ha solo visto persone violente vestite di nero, ma ce ne erano molte e molte altre. Non erano tutti stranieri, molti di più erano gli italiani che ritroviamo in tutte le nostre città nei centri sociali e che voi, per lungo tempo e con grande dovizia di intenti e di finanze, avete allevato in questo paese.
Onorevole Bertinotti, la sospensione dello Stato di diritto, prima di tutto, è stata dichiarata da queste frange violente; la stragrande maggioranza dei cittadini, quasi tutti i cittadini (tranne frange agitate che voi continuamente stimolate alla violenza), volevano una reazione che contenesse i danni per la popolazione residente, in particolare. Questo è stato fatto. Sono molto contento della relazione che ha fatto in questa sede il ministro Scajola. Credo che sia stata una disamina molto precisa di quanto è realmente successo a Genova in questi giorni.
Onorevole Violante, nel suo intervento lei dice che vorrebbe sapere quali siano gli indirizzi politici che il ministro dell'interno ha dato alle forze di polizia. Io credo che questa sia realmente una impostazione, la teoria dello Stato di polizia. Non vedo per quale motivo un ministro dell'interno debba dare degli indirizzi politici quando è capo di un esecutivo che deve fare rispettare la legge e quando è a rischio l'incolumità dei cittadini e di frange di ragazzi - tra l'altro allevati da voi della sinistra e dai cattivi maestri (gli Agnoletto, i Casarini) - che sono andati a manifestare a Genova (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), se vogliamo, anche in conseguenza di dichiarazioni della Chiesa che sono state fatte in maniera incosciente. Io che mi alzo sempre in questa Assemblea a difendere la Chiesa, questa volta voglio dire che le dichiarazioni fatte da alcuni parroci (anche dal cardinale Tettamanzi) sono state assolutamente fuori luogo, perché hanno fatto in modo che dei ragazzi onesti, realmente idealisti, che volevano difendere un progetto di società molto diverso da quello che effettivamente la globalizzazione in certi momenti ci profila, si sono andati a mischiare, sono stati plagiati e strumentalizzati da frange violente allevate da Rifondazione comunista, allevate anche da una buona parte della sinistra presente in questa Assemblea.
Senza ipocrisia, dobbiamo dire che un ex Presidente del Consiglio, l'onorevole D'Alema, per anni ha duettato amorevolmente con il Presidente Clinton quando i problemi della globalizzazione erano già ben chiari a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), e tutti i suoi aspetti negativi potevano essere al centro della discussione internazionale dei vertici che lo stesso Presidente D'Alema ha tenuto con altri Capi di Stato. Invece, la sinistra, su questi temi, non si è mai espressa né a livello internazionale né in questa Assemblea. Abbiamo assistito, in prossimità di questo vertice, addirittura alla delegittimazione del vertice stesso da parte di coloro che l'avevano organizzato. Questo vuol dire automaticamente legittimare e dare forza a quelle frange violente che a Genova volevano portare avanti un altro discorso, un discorso che non ha nulla a che vedere con le istituzioni. Allora, se foste stati veramente responsabili, avreste subito dovuto - D'Alema e tutti gli altri leader del vecchio Governo del centro sinistra - dissociarvi automaticamente da tutte quelle frange violente
che portavano avanti un discorso, che, immancabilmente, doveva sfociare in questi incidenti.
La responsabilità morale di quanto accaduto a Genova non potete scaricarla sul Governo, è vostra, è piena: voi avete creato questi cattivi maestri, questi falsi profeti! È inutile che noi vediamo in televisione il Casarini che si mostra come la persona più pacifica di questo mondo: Casarini ha avuto varie denunce, ha assaltato varie proprietà private ed è un esempio tipico di parassita della società, violento (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale) e tuttavia è diventato, per voi, il sostenitore del cambiamento di quel progetto economico di globalizzazione che tanto danneggia i paesi poveri!
Il gruppo della Lega nord Padania, come anche altre parti politiche, in passato, ha proposto alcune percorsi da seguire, attraverso le vie istituzionali, per migliorare la situazione dei paesi poveri ma non siamo mai andati a mischiarci con queste frange che, invece, hanno ben altri obiettivi di destabilizzazione istituzionale. Obiettivi che fanno comodo a voi! Non vi facevano comodo quando eravate all'interno del sistema e puntavate al cosiddetto Ulivo mondiale. Oggi invece vi fanno comodo! È evidente a tutti che siamo di fronte all'ennesimo revanscismo della logica comunista (non vedo come altro si possa etichettare quella visione internazionalista, utopica anarchica sostenuta anche dal Genoa social forum). E voi avete sostenuto queste logiche!
ALESSANDRO CÈ. Appare chiaro, dunque, che la violenza esplosa a Genova è conseguenza anche, in particolare, del vostro atteggiamento, ed io ribadisco che la responsabilità morale ricade su di voi.
Ci riconosciamo perfettamente nella relazione fatta dal ministro Scajola.
Vorrei ricordare un'ultima cosa per chiudere il mio intervento: in questa manifestazione di Genova, per la prima volta dopo molti anni, vi è stato - in quest'aula non se ne è parlato finora - un attacco violento contro la civiltà occidentale, contro la proprietà privata e contro tutte le logiche che noi, invece, fermamente condividiamo. Questi attacchi vanno assolutamente respinti. La popolazione vuole che problematiche così complesse vengano affrontate attraverso un percorso istituzionale che riveda i meccanismi di funzionamento della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e che rafforzi la cooperazione bilaterale da voi portata, negli ultimi cinque anni di Governo, ai minimi livelli storici. È sotto gli occhi di tutti! Occorre allora trovare la strada istituzionale per arrivare a risultati importanti, ma è necessario emarginare, assolutamente, queste frange violente. Questo segnale deve venire dal Parlamento, anche da parte vostra, altrimenti si profila all'orizzonte uno scenario che, sicuramente, non è dei più tranquilli (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Craxi. Ne ha facoltà.
BOBO CRAXI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel corso del recente dibattito alla Camera, avevo espresso l'auspicio di non rivedere il ministro dell'interno riferire in aula sui fatti di Genova anche se fra me e me, temevo che sarebbe accaduto il contrario. E così è stato. Ogni democratico, ogni cittadino europeo e mondiale non può non dirsi scosso e attonito per quanto è accaduto.
È lecito domandarsi, cercando di rifuggire dalla retorica e dalla demagogia, se tutto questo poteva essere evitato e come.
Rifuggire dalla retorica e dalla demagogia, quelle che generano confusione e violenza, quelle che abbiamo ascoltato dai cosiddetti leader della contestazione e che fanno dire a Giuliano Amato che vi sono ancora dei compagni che sbagliano; ma anche rifuggire dalla retorica di chi deve, sempre e comunque, difendere le forze
dell'ordine - anche quando queste sbagliano vistosamente, come è accaduto nella violenta ed inutile perquisizione di sabato notte - pensando, in tal modo, difendendo loro, di difenedere se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Nuovo PSI, Misto-Verdi-l'Ulivo e di deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
Non vi sono esibizioni muscolari di sorta che possano nascondere la brutta figura dell'Italia in questo frangente. Un fallimento globale, di chi ha preparato con superficialità questo appuntamento e di chi ha cercato di cavalcare l'antiglobalizzazione - che un problema molto serio - assaltando la linea rossa come se fosse il Palazzo d'inverno. Mi domando se fosse proprio necessario utilizzare i ragazzi di leva per garantire l'ordine pubblico a Genova pur nella misura del 27 per cento da lei ricordata, soprattutto in considerazione del loro grado di preparazione. Non importa sapere quale Governo porti la responsabilità: era chiaro come l'avvertimento fosse stato lanciato da tempo; vi erano già stati altri appuntamenti a rischio: come è stato possibile che ciò sia accaduto? Qual è il grado di preparazione delle nostre forze dell'ordine, dei nostri servizi di sicurezza nel loro complesso? Non è per fiducia incondizionata, ma penso sia stata più l'inefficienza, l'impreparazione, piuttosto che l'irresponsabilità politica, a determinare una carenza così vistosa, e questo vale anche per il ministro dell'interno.
La presenza dell'Italia nel novero dei grandi, l'impegno politico per aggredire e padroneggiare le disuguaglianze del mondo, le emergenze ambientali ed anche i risultati positivi che pare non siano mancati, anche grazie all'impegno di questo Governo, sono stati cancellati dalla guerra di Genova. Un fallimento globale! Un fallimento su cui riflettere senza la demagogia dell'opportunismo, senza cercare capri espiatori o responsabilità politiche in modo frettoloso ed inconcludente. Questo però non significa non cercare e non assumersi alcuna responsabilità.
Onorevoli colleghi, la politica, il Governo e l'opposizione, le forze democratiche devono sapere unire e non dividere le nuove generazioni, e quella morte, quello sparo, quelle vite spezzate pesano sulla coscienza e devono pesare sulla responsabilità politica di noi tutti. Onorevoli colleghi, ai cittadini ed alle forze dell'ordine rimasti coinvolti negli scontri, al compagno sindacalista genovese della CGIL che ha perduto suo figlio, i Nuovi socialisti esprimono solidarietà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel villaggio globale mediatico le carte lette dal ministro dell'interno pesano poco. Pesa la carta della stampa internazionale, che dà dell'Italia un quadro disastroso. Pesano, ancor più delle parole, le immagini: quelle delle televisioni di tutto il mondo sono molto più crude delle immagini diffuse dalla televisione italiana.
Ciò che si è visto nelle nostre case ha comunque suscitato sgomento: sgomento per le violenze delle bande criminali vestite di nero, come è ovvio, e sgomento per gli eccessi di violenza da parte della polizia, per le bastonate, i calci contro cittadini già a terra ed inermi, per il sangue sul volto dei ragazzi, sui muri e sui pavimenti della scuola che è stata, più che perquisita, assalita. Sono immagini da paese sudamericano, che ci ricacciano indietro di decenni nella considerazione dell'opinione pubblica internazionale. È un sangue che macchia l'immagine dell'Italia, altro che i panni stesi che urtavano il senso estetico del Presidente del Consiglio!
Dobbiamo allora usare il linguaggio della verità: ci troviamo di fronte ad un disastro mediatico internazionale dal quale deriva un'emergenza nazionale. Non ci si può infatti nascondere dietro un dito: la maggioranza di Governo, a torto o a ragione, non è vista nel mondo come una normale destra europea, per i motivi evidenti che ben conosciamo. L'Italia, a torto o ragione, era sotto osservazione, ed il Governo ha sperato, con il G8, di superare un primo esame, di ottenere una forte
legittimazione, ricavando invece esattamente l'opposto.
Purtroppo per il Governo e per l'Italia, le scene di inaudita violenza sulle televisioni di tutto il mondo hanno coinciso perfettamente con lo stereotipo peggiore che l'immaginario collettivo internazionale potesse conservare di un paese governato da post-fascisti.
ALFREDO BIONDI. Ma la gente ha visto!
UGO INTINI. L'opposizione potrebbe fermarsi qui, fare propaganda e strumentalizzare la delegittimazione internazionale del Governo, ma noi non possiamo fare propaganda; dobbiamo fare politica e dobbiamo farlo nell'interesse dell'Italia, perché la maggioranza parlamentare c'è, è ampia e governerà comunque, ancorché risultasse sempre più delegittimata internazionalmente e ancorché i rapporti di Amnesty International sul nostro paese - già, per la verità, pesanti - diventassero ancora più pesanti. Dobbiamo farlo nell'interesse dell'Italia ma anche nostro, perché a una destra anomala, lungo la strada della propaganda e inevitabilmente della demagogia, finirebbe per corrispondere una sinistra anch'essa anomala, ribellista, massimalista e strutturalmente minoritaria.
Prima del previsto, purtroppo, dobbiamo allora offrire concretamente quel compromesso storico per gli anni 2000 di cui parlavo nel dibattito sulla fiducia al Governo Berlusconi. Dobbiamo aiutare la maggioranza a diventare una normale destra europea...
ALFREDO BIONDI. Grazie!
UGO INTINI. ...per essere anche noi, sino in fondo, una normale sinistra democratica europea, responsabile quando è al Governo e quando non c'è, una sinistra responsabile e soprattutto prudente. Se è vero, com'è vero, che il movimento di Seattle ricorda il sessantotto, dobbiamo anche ricordare che in Italia - e soltanto in Italia - non per caso il sessantotto degenerò negli anni di piombo.
ALBERTO GIORGIO GAGLIARDI, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali. Bravo!
UGO INTINI. Abbiamo già visto e sentito tutto trent'anni fa. Non vogliamo il replay di polemiche pregiudiziali e troppo prevedibili.
La maggioranza, dunque, accetti il compromesso: se è partita con il piede sbagliato, cambi il passo in tempo e non difenda l'indifendibile. Riconosca la sua catastrofe organizzativa e riconosca i due eccessi opposti: l'eccesso di tolleranza verso le poche bande criminali dotate di armi improprie e l'eccesso di violenza verso giovani inermi e persino verso giornalisti. Smetta l'esecutivo di dire che Genova era una città inadatta, scelta colpevolmente dal passato Governo. Qualunque città è inadatta se le forze dell'ordine si blindano e si barricano nel centro e se, nel contempo, lasciano bande di guerriglieri libere di attaccare qualunque punto periferico, senza neppure tenere di riserva i reparti mobili di pronto intervento. Questo la maggioranza di Governo deve al paese; la sinistra, dal canto suo, deve uno sforzo di chiarezza.
Il popolo di Seattle, per fortuna, non è davvero anti-globalizzazione, non è contro la globalizzazione; in pratica è, all'opposto, per la globalizzazione, per una globalizzazione parallela a quella del potere economico, della politica, della solidarietà, della pressione sui Governi da parte dell'opinione pubblica. Una sinistra europea è la prima nemica della violenza: isola i violenti, certo, ma anche le zone grigie di tolleranza, le ambiguità, le incomprensioni e la violenza delle parole. Una sinistra europea non ripete gli errori del post-sessantotto. Sa che, se si sbaglia, arriveranno come negli anni settanta, dopo le spranghe contro il G8, le P38. Una sinistra europea non chiede il disarmo della polizia o - come ha fatto irresponsabilmente il Genoa social forum dopo la morte del giovane - il ritiro della polizia dalla città.
La destra e la sinistra si aiutino a vicenda nell'interesse nazionale. La maggioranza prenda atto del suo fallimento e
consenta di fare chiarezza sino in fondo sull'accaduto. La sinistra sia il principale nemico dell'estremismo e lo sia prima della polizia, perché il giudizio morale e politico viene prima di quello dettato dai codici e l'errore politico viene prima del reato.
Infine, destra e sinistra - e concludo - evitino di trovare capri espiatori, a cominciare dal carabiniere di vent'anni che ha sparato, spezzando sciaguratamente la vita di un suo coetaneo (Applausi dei deputati dei gruppi misto-Socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rutelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO RUTELLI. Signor Presidente, signor ministro dell'interno, è grave lo svolgimento di questo dibattito: noi vorremmo prendere molto sul serio l'occasione per l'Assemblea di Montecitorio di esprimersi. Sta rientrando il Vicepresidente del Consiglio, del quale ho letto poco fa una dichiarazione grave. Il centrosinistra - egli ha scritto o ha detto - si è schierato a fianco dei teppisti che hanno semidistrutto Genova e contro le forze dell'ordine.
MAURIZIO BERTUCCI. È vero!
FRANCESCO RUTELLI. Signor Presidente della Camera, l'onorevole Fini è il Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana: credo debba pronunciarsi sulle grandi questioni che riguardano la convivenza civile in un modo serio ed adeguato. Non deve fare ricorso alla propaganda politica di fronte a tali fatti come ciascuno di voi, colleghi, può constatare. Da questi banchi viene una parola netta e chiara, una volta di più: l'Ulivo non darà mai sostegno né copertura a chi fa uso della violenza (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).
Nei prossimi giorni tutti siamo chiamati a separare, senza possibile dubbio, la propria posizione politica da chi si dimostri tollerante con gli intolleranti. Il momento è troppo delicato per il nostro paese perché di fronte ad inequivocabili comportamenti violenti, o di connivenza con i violenti, chicchessia pensi di chiudere un occhio. Qui si giocano la credibilità democratica dell'Italia e il patto fondamentale che lega chi voglia definirsi democratico nel rispetto della legalità, nel rispetto della persona umana e, signor Vicepresidente del Consiglio, nel rispetto della storia e delle persone che lei ha di fronte. Su questi banchi siedono coloro che in questi anni hanno subito la violenza terroristica per l'intransigenza che hanno manifestato (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani). Questo è un patrimonio nazionale, di fronte al quale la propaganda di parte si addice ad un giovane militante del Movimento sociale, ma non al Vicepresidente del Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).
È per questo, signor Presidente della Camera, che io l'ho interrotta prima, ed ho protestato quando c'è stato un richiamo partigiano nella relazione del ministro dell'interno. Lei prima aveva giustamente invitato le parti a non interrompere, offendere e neanche ad applaudire strumentalmente.
NICOLÒ CRISTALDI. Lo avete fatto anche voi!
FRANCESCO RUTELLI. È così evidente che quell'applauso a proposito del sostegno alle forze dell'ordine non può essere un tema sul quale voi pensiate di dividerci. Lei, signor Presidente, è il garante del fatto che la Camera dei deputati rappresenta l'unità nazionale e l'impegno di tutte le forze democratiche che siedono qui dentro
a tutela della dignità, dell'onorabilità e dell'essere al di sopra delle parti. Noi siamo stati, siamo e saremo sempre, ogni volta che le forze dell'ordine rischieranno e serviranno la comunità, al fianco di poliziotti e carabinieri.
FILIPPO ASCIERTO. Si è visto!
FRANCESCO RUTELLI. Guai se qualcuno pensasse di impadronirsene con un'iniziativa di parte (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani). Sarebbe ancora più grave, signor ministro dell'interno, se pensasse di farlo lei.
Lei ha fatto un discorso - ne parlerò alla fine del mio intervento - che ci ha deluso particolarmente perché ha sorvolato totalmente sul fallimento politico del Governo. Si tratta, infatti, di fallimento politico del Governo, non di riscontro di un mattinale che si può leggere all'indomani di questi eventi come se ci trovassimo soltanto di fronte all'enumerazione di fatti. Il Governo non è stato all'altezza, non ha garantito - come hanno detto tutti i nostri colleghi - l'ordine in un contesto che ha, purtroppo, registrato una vittima, centinaia di feriti ed una città semidistrutta.
Tanti colleghi hanno ricordato che mentre bande di teppisti e di delinquenti sono state lasciate libere di scorrazzare troppo a lungo, di distruggere, di aggredire le forze dell'ordine, allo stesso tempo si sono registrate violenze ingiustificate, brutali, inaccettabili in un grande paese democratico qual è il nostro, verso un ampio numero di persone incolpevoli.
Sono questi due fatti contemporanei che hanno indicato il fallimento della politica del Governo e la sua relazione, signor ministro, cronaca confusa di quei giorni drammatici, è apparsa a noi come il racconto quasi soddisfatto e orgoglioso del fallimento, cioè dell'imprendibilità di questi signori che voi, invece, avreste dovuto prevenire e contrastare, dipingendoli come una sorta di folletti straordinariamente bravi e capaci.
Ma il vostro compito era di bloccarli prima e di intervenire tempestivamente (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani), non quello di portarci davanti, dopo le giornate della tragedia, un bilancio di impotenza.
La sua è stata la relazione dell'impotenza, della constatazione quasi dell'impossibilità di intervenire.
ALBERTO GIORGIO GAGLIARDI, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali. È super partes!
FRANCESCO RUTELLI. Davanti a me ho la denuncia che è stata presentata da un'istituzione locale, la provincia di Genova.
Signor ministro, quando l'onorevole Violante vi ha annunciato il nostro interesse ad una rapida indagine conoscitiva da parte del Parlamento, una delle questioni sulle quali vi chiederemo di dar conto alla città di Genova e al paese, è perché - dopo che nella notte tra giovedì 19 e il 20 si è capito che c'erano invasioni violente dentro la scuola di via Maggio, a Quarto, e che c'è stata un'attività di preparazione violenta, proprio di quelle sbarre e di quegli strumenti contundenti cui lei ha fatto riferimento - le forze dell'ordine interpellate hanno dichiarato di non volere intervenire «per evitare di fomentare gli animi».
ALBERTO GIORGIO GAGLIARDI, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali. Erano vostre richieste!
FRANCESCO RUTELLI. Chiediamo perché, quando quella denuncia si è estesa nelle ore, nei giorni successivi e nella notte dalle 23.30 sono stati nuovamente chiamati la prefettura e il 112, la risposta è stata che erano impegnati e non potevano intervenire. Da quella scuola si lanciavano oggetti, esattamente come dalla scuola nella quale la notte successiva, ma tardi, troppo tardi, voi siete intervenuti per compiere
un'azione totalmente ingiustificata, quando i buoi erano scappati e il guasto era stato fatto.
Voi dovete fornire risposte su una quantità di eventi: perché, quando sono stati puntualmente segnalati connivenze, interventi gravi e la preparazione di azioni di guerriglia urbana, nulla è stato fatto?
Tanti dubbi sorgono presso di noi e questo è solo un anticipo di ciò che esige, signor ministro dell'interno, ovvero chiarezza da parte vostra. Lei ha detto che tutto è andato per il meglio.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Beh, no!
FRANCESCO RUTELLI. Mi sembra che non lo si possa dire.
Lei ha avuto un simpatico lapsus quando ha detto che i controlli sono stati molto forti non alle frontiere, ma alle fioriere; questo è un lapsus che l'ha resa per 30 secondi simpatico ai nostri occhi, perché nei giorni precedenti abbiamo ben visto come l'impostazione del vertice del G8 da parte del nostro Presidente del Consiglio dei ministri sia stata tutta rivolta alle fioriere, agli alberi di limone, alla tappezzeria del palazzo ducale, alle decorazioni o al colore delle facciate dei palazzi e l'unico messaggio che non è stato dato all'opinione pubblica italiana era che si potesse creare per il nostro paese un problema di ordine pubblico.
Al contrario, si è divulgato il messaggio che ci si curava del decoro e che ci si preoccupava perché non ci fossero - lo hanno ricordato tanti colleghi - dei panni stesi alle finestre: era una percezione sbagliata del tipo di realtà che si stava affacciando.
Lei ha sostenuto che la scelta di Genova era impossibile. Ma scusatemi - lo dico agli amici perché non ero qui nella passata legislatura - non risultano agli atti del Parlamento della passata legislatura atti contrari dell'allora opposizione alla scelta di Genova: tale scelta è stata votata anche dalla destra, è stato votata da tutti.
BEPPE PISANU, Ministro per l'attuazione del programma di governo. Non ha votato nessuno!
FRANCESCO RUTELLI. Nessuno ha mai fiatato su questo e il voto in Commissione è stato espresso in modo favorevole alla scelta che stata proposta a favore di Genova, anche da parte vostra.
GIORGIO BORNACIN. È ben diverso !
FRANCESCO RUTELLI. Ciò detto, avete votato la legge per Genova.
ALBERTO GIORGIO GAGLIARDI, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali. Si è votato il finanziamento!
PRESIDENTE. Vi prego di lasciare terminare l'onorevole Rutelli, che, peraltro, sarà risarcito del tempo per il quale dureranno queste interruzioni.
FRANCESCO RUTELLI. Vorrei dire al ministro dell'interno Scajola, anche qui delle due l'una, che dovete chiarirvi le idee: se, come lei ha sostenuto, questo GSF è contiguo e complice dei violenti...
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Non tutto!
FRANCESCO RUTELLI. ...perché lo avete incontrato voi per primi, più e più volte, aprendo un dialogo?
Evidentemente, o avevate le informazioni su queste infiltrazioni o le avete ignorate; o avete sottovalutato per settimane quello che oggi definite un così grave pericolo oppure state montando, adesso, un'operazione propagandistica non basata sulla realtà dei fatti, che non crea un buon terreno di confronto per ciò che ci attende nei mesi a venire.
Signor Presidente, noi non faremo come ha fatto il centrodestra nella passata legislatura, noi crediamo che le dimissioni di un ministro dell'interno siano una cosa seria, non da prendere sotto gamba. Per intenderci, non abbiamo fatto come hanno fatto molti suoi compagni di partito, compresi
anche due suoi sottosegretari all'interno, che hanno chiesto le dimissioni del precedente ministro dell'interno, in un'occasione, perché la magistratura, nell'autonomo esercizio dei propri poteri, aveva scarcerato un detenuto e, in un altro caso, per un'altra ragione assolutamente improbabile. Riteniamo, signor Presidente, che le dimissioni del ministro dell'interno siano una cosa seria che non si debba chiedere, come è avvenuto nella passata legislatura e, solo negli ultimi due anni, qualche decina di volte.
PIETRO ARMANI. E faceva pure bene a chiedere quelle dimissioni!
FRANCESCO RUTELLI. Riteniamo che quello che voi avete fatto nei giorni del fallimento della gestione di Genova richiami una vostra responsabilità - signor ministro dell'interno, signor Vicepresidente del Consiglio - a difesa dell'interesse nazionale.
L'Italia è uscita molto male, non pensiate di essere autosufficienti su alcuni canali televisivi. L'Italia subisce oggi, nel mondo, un'umiliazione internazionale a causa della vostra imperizia.
PIETRO ARMANI. Dai, concludi! Non ce ne può «fregare» di meno!
FRANCESCO RUTELLI. Lei avrebbe potuto metterci in difficoltà, nel suo intervento, se avesse ammesso responsabilità ed inadeguatezze, se avesse aperto un dialogo con l'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Rutelli, le chiedo scusa, ma ha parlato un quarto del suo tempo più degli altri. Credo di dover far rispettare il regolamento.
FRANCESCO RUTELLI. Ha ragione, signor Presidente, le chiedo io scusa, anche se avrei voluto aggiungere altre cose, che non aggiungerò.
ALFREDO BIONDI. Alla prossima puntata!
FRANCESCO RUTELLI. Mi avvio a concludere, affermando che la cosa peggiore che, forse, abbiamo ascoltato - posto che ci attendiamo che venga qui il Presidente del Consiglio a parlare dei contenuti del G8 e ciò è urgente, come è stato richiamato politicamente per bocca dell'onorevole Violante - è che lei ha soffiato sul fuoco.
Il ministro dell'interno non deve esasperare gli animi per un breve tornaconto propagandistico e anche per questo crediamo che lei non abbia il controllo della strategia, non abbia avuto il controllo delle operazioni, non sappia controllare le conseguenze di ciò che ha detto (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Per tale motivo l'Ulivo le chiede di rassegnare le dimissioni da ministro della Repubblica questa sera in Parlamento, altrimenti la richiameremo, nei prossimi giorni, alle sue responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di Sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-socialisti democratici italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, mi ero preparato alcuni appunti, ma li ho buttati via dopo l'intervento dell'onorevole Rutelli. Una volta si diceva che il re è nudo, questa volta l'opposizione è nuda. Avete gettato la maschera! Onorevole Rutelli forse per questo linguaggio, la tua speranza di avvicinarti ad una possibile minore sconfitta in campagna elettorale non si è realizzata; ci hanno pensato gli elettori a dimostrarti che questo linguaggio non è proprio gradito. Infatti, tutto si può dire, tranne accusare la maggioranza di propaganda nel mezzo di un'operazione di bassa propaganda, come è stato l'intervento dell'onorevole Rutelli di qualche minuto fa.
Vorrei capire la domanda, perlomeno seria, dell'onorevole Violante, il quale ha chiesto al ministro quale fosse la direttiva politica che è stata impartita.
Il ministro, a mio avviso, lo aveva chiarito benissimo ciò, nella sua relazione: la direttiva era quella di consentire il libero esercizio delle manifestazioni, garantendo la sicurezza dei cittadini e delle manifestazioni all'interno della zona rossa. Questa era la direttiva. È stata fatta una domanda, la risposta c'era già: si trattava di una domanda retorica.
Ma io mi chiedo quale sia il significato politico, la linea politica dell'Ulivo. È questa la domanda.
ALFREDO BIONDI. È una domanda retorica!
IGNAZIO LA RUSSA. Oggi Rutelli si lamenta di una dichiarazione di Fini, si lamenta di essere stato retrocesso insieme a Fassino a vice di Agnoletto e di Casarini: ma a sentirvi bene, è esattamente quello che avete dato l'impressione di essere.
LUCA VOLONTÈ. Bravo, Ignazio!
IGNAZIO LA RUSSA. Vediamo perché. Voi ci avete detto che vi differenziate da loro...
GERARDO BIANCO. Alza un po' il livello del dibattito!
MAURIZIO BERTUCCI. Ma è stato abbassato troppo!
PRESIDENTE. Direi che abbiamo già fatto tanta fatica, oggi. Colleghi, concludiamo senza interruzioni.
IGNAZIO LA RUSSA. Caro Bianco, ci avevo provato! Avevo preparato gli appunti, ma devo stare al bassissimo livello di Rutelli e a quel livello - chiedo scusa - mi atterrò. Pensa, è molto più basso del tuo. Figurati! Scherzo, lo sai che ti rispetto.
Vedete, ci hanno spiegato bene che la sinistra oggi vuole le dimissioni del ministro e contemporaneamente condanna le violenze.
GERARDO BIANCO. I predecessori erano migliori!
IGNAZIO LA RUSSA. Con quale manifestazione concreta la sinistra segue questo doppio binario? Condanna la violenza senza però prendere nessuna distanza da Agnoletto e da Casarini. Basta sfogliare i giornali, basta guardare i siti Internet per vedere che l'obiettivo del Global forum, così come del black bloc, così come dei partecipanti della sinistra era sostanzialmente il medesimo: delegittimare il G8; sfondare la zona rossa, sia pure pacificamente; dare il segnale di una opposizione dura, forte a quello che avveniva.
Non c'è nessuna differenza negli obiettivi, non c'è stata nemmeno alcuna differenza nei metodi. Fino a pochi giorni prima della manifestazione si parlava solo di tute bianche, non si era mai sentito parlare delle tute nere; improvvisamente Casarini ha dichiarato: non vestiremo le tute bianche, ci confonderemo con il resto dei pacifisti. L'indomani sui giornali è scattata la tecnica mass-mediatica di conoscenza di queste fantomatiche tute nere. E abbiamo sentito Pecoraro Scanio, a proposito di livello basso, dire sostanzialmente, seguito in parte da Bertinotti: sono nazisti, sono fascisti, sono neri. È ritornato una vecchia eco: tutti a posto, si ricompatta la sinistra, abbiamo ritrovato il nemico: sono quelli con le tute nere. Finalmente possiamo trovare di nuovo un momento di coesione ed insieme andare all'assalto del Governo. Tutti uniti, perché non c'è stata alcuna differenza.
Qual è stata la realtà? La tecnica di guerriglia - che quelli della mia generazione conoscono bene, hanno visto, hanno sentito - si è sviluppata in modo chiarissimo a Genova; come pesci nel loro mare, coloro che volevano esercitare le azioni di guerriglia del mordi e fuggi, tese ad isolare gruppi di forze dell'ordine e ad aggredirli singolarmente per provocare il maggior danno possibile alle persone che indossavano la divisa, con questa tecnica si sono mossi, coperti dal mare di acqua formato dai gruppi cosiddetti pacifisti. Non ho sentito una parola vera di condanna da
parte dei leader del Global forum nei confronti dei più estremisti (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia). Anzi, andate a sentire su RAI3, sabato sera, le parole di Caruso, vice di Agnoletto, capo del Global forum di Napoli. Egli dice: noi siamo i disobbedienti, che significa coloro che vogliono entrare nella zona rossa, con la forza, contro la polizia. Ripeto testualmente: rispettiamo tutte le altre forme di lotta, dai pacifisti che non vogliono entrare nella zona rossa ai gruppi più estremisti che usano tecniche violente. Rispettiamo!
Il rispetto si è esteso nel coprirli, nell'accordarsi con loro e nel nasconderli, dopo che avevano compiuto le loro azioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore). Allora, onorevole Rutelli, se dopo tutto questo lei pensa di poter venire qui a dirci che sembriamo quelli dell'MSI, noi le diciamo che con questa tecnica non fate altro che ripetere quello che avvenne tanti anni fa. Poi la sinistra pagò e fece una scelta coraggiosa, ho il dovere di riconoscerlo: ma prima, per anni, disse che le Brigate rosse erano nere, che erano sedicenti e che erano compagni che sbagliavano. Lo stesso errore lo state cominciando a commettere ora e lei vorrebbe addossarne a noi le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
Per fortuna, non tutte le voci nell'opposizione sono di questo tenore. Ho letto con piacere le parole del vicepresidente del Senato, che ha un ruolo istituzionale, ma era ministro degli affari esteri dell'ultimo Governo di sinistra, parlo del senatore Dini, persona che certamente non ha più molte simpatie nella nostra area politica, ma che ha avuto il coraggio di dichiarare, testualmente - è l'ex ministro degli esteri Ministro di quel Governo che l'ha indicata per tentare di battere Berlusconi, onorevole Rutelli -, che il Governo ha difeso il summit nel migliore dei modi: polizia violenta? Forse è stata troppo morbida nella zona gialla! Allora, se questo lo dice anche un autorevole esponente di sinistra e invece, anche nell'intervento di Rutelli, ho sentito questo refrain vale a dire che la polizia (questo accomuna black bloc, Casarini e Rutelli) sarebbe stata tenera con i cattivi e cattiva con i buoni, quasi che gli agenti di polizia avessero ordini, voglia oppure desiderio di allearsi con i neri, come li ha chiamati Bertinotti! Vedete come risuona: «camerata basco nero, il tuo posto è al cimitero!». Così venti anni fa chiamavate i carabinieri nelle strade e chiedevate il disarmo della polizia: ritorna questo meccanismo, non l'avete dimenticato (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore)! Oggi, venite a dire questo, quasi che la polizia o chi dà gli ordini, davvero potessero avere una voglia di associarsi ai violenti (Commenti dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo). Addirittura avete dato credito a una fotografia dove ci sono persone in borghese con il casco che, si sa, da che mondo è mondo, sono poliziotti che hanno il dovere di partecipare alle manifestazione per individuare ciò che avviene dall'interno dei cortei, avete avuto il coraggio di associarvi, anche qui, ai signori del movimento, nel dire che erano loro che fomentavano la violenza e che la creavano. Allora, se si fanno queste affermazioni, siete più credibili quando esprimete uguale solidarietà sulle forze dell'ordine.
Onorevole Rutelli, c'era un modo per farlo: quando il ministro ha parlato di loro e questa parte ha applaudito alzandosi in piedi, forse non era necessario alzarsi in piedi, unirsi all'applauso non sarebbe stata una grande fatica (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore)! Ci voleva poco! Poi ci avrebbe fatto il distinguo!
E allora quando l'odio di parte, la propaganda, il disegno di danneggiare l'Italia per poter venire qui ad accusarci di avere danneggiato Italia è così palese, noi diciamo grazie ministro, grazie...
FRANCESCO RUTELLI. ...di esistere!
IGNAZIO LA RUSSA. ...per quello che hai fatto, grazie alle forze dell'ordine per
l'abnegazione, per lo spirito di sacrificio, per la difesa della legalità contro coloro che la volevano minare, difendendo i molti milioni di giovani di tutto il mondo e le migliaia che presidiavano le strade per manifestare pacificamente e che voi avete reso impossibile. Ringrazio ancora e chiudo non con El País, non con The Guardian, non con Libération, che tutti i giorni abbiamo visto citati su RAI3.
Chiudo con tre parole del Corriere della Sera che finora non è stato citato. Si tratta delle parole di un giornalista che non mi è proprio simpaticissimo, ma in questo caso ha riferito che voi avete detto - cito testualmente -...
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, si avvii a concludere.
IGNAZIO LA RUSSA. ...«Avete urlato che la polizia è mefistolicamente complice dei provocatori. Sono agenti segreti corradiani, pedine losche dei reazionari di Stato, degli strateghi della tensione, senza mai dubitare di avere invece, proprio voi, fissato a quel ragazzo l'appuntamento con la morte»; pensiamoci (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Ricordo che domani alle ore 9 è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale.
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