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PRESIDENTE. L'onorevole Loiero ha facoltà di AGAZIO LOIERO. Signor Vicepresidente del Consiglio, circola all'interno delle coalizioni di centrodestra l'ipotesi di uno slittamento del referendum. Addirittura Speroni, che è capo di gabinetto del ministro Bossi e, quindi, ricopre un ruolo istituzionale, ha testualmente affermato: «per noi è poco opportuno fare svolgere ora il referendum istituzionale». Vorrei ricordare all'onorevole Fini che la Cassazione ha ammesso il referendum, sancendone, quindi, la legittimità; pertanto, si lederebbe un diritto perfetto nel caso in cui non lo si facesse svolgere. Aggiungo - e concludo - che la Costituzione può piacere o non piacere alle forze politiche di questo Parlamento, ma picconandola, eludendola, aggirandola si finisce per non rendere certo un grande servizio alla democrazia. Ci può rassicurare a tal proposito il Vicepresidente Fini?
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevole Fini, ha facoltà di GIANFRANCO FINI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Nella ricostruzione che l'onorevole Loiero ha sinteticamente fatto del percorso giuridico compiuto fino ad oggi dalla richiesta di attivare il referendum ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione (almeno, secondo la ricostruzione contenuta nel testo scritto) vi è, ad avviso del Governo, una omissione. Infatti, è stato proprio il Governo di cui l'onorevole Loiero faceva parte, in qualità di autorevole ministro per gli affari regionali, ad interrompere la scansione procedurale prevista dall'articolo 15 della legge n. 352 del maggio 1970, deliberando un rinvio del termine di indizione del referendum oltre il limite massimo previsto dalla legge. Non mi soffermo sul fatto che il Governo Amato abbia sostanzialmente rinviato con un comunicato un termine stabilito dalla legge. Mi pare, anzi, gliene do atto, che il precedente Governo abbia dimostrato su questo argomento una certa sensibilità istituzionale perché, così facendo, riconobbe la fondatezza della questione formale della non coincidenza tra i termini previsti dall'articolo 138 della Costituzione per la raccolta delle 500 mila firme (tre mesi dalla pubblicazione) e il termine previsto dalla legge per l'indizione del referendum (60 giorni dalla comunicazione della decisione dell'ufficio centrale del referendum).
sottolineato che i referendum vanno svolti, che non è possibile evitarli e che nessuno ha intenzione di non far votare la legge costituzionale. Egli ha soltanto affermato che vi sono delle questioni che devono essere valutate ed è ciò che il Governo sta facendo anche in queste ore.
PRESIDENTE. L'onorevole Loiero ha facoltà di AGAZIO LOIERO. Prendo atto del riconoscimento al precedente Governo. Desidero, però, ricordare, visto che ci soffermiamo sulle date, che noi, come Governo Amato, abbiamo inteso far decorrere, in virtù di quella legge che lei citava, i 60 giorni dalla scadenza dei tre mesi a partire dal 13 marzo. Ciò perché la Lega aveva chiesto di raccogliere le firme, quindi, noi abbiamo offerto, come era giusto, un eccesso di garanzia ai cittadini. Solo per questo il termine scatta da 60 giorni dopo.
Ho citato il comportamento del precedente Governo non per muovere una critica - dato che, anzi, su questo punto gli abbiamo riconosciuto una sensibilità istituzionale - ma per sottolineare che la complessità della materia, resa più difficile dalla mancanza di precedenti, è tale da aver già determinato, da parte del precedente Governo, l'aggiramento di una precisa disposizione legislativa. Per dare una risposta ancora più esauriente, quindi nella speranza di corrispondere appieno all'invito dell'onorevole Loiero ad essere tranquillizzato, ricordo quanto detto dal Presidente Berlusconi in sede di dichiarazione programmatica: «Abbiamo criticato la riforma costituzionale "solitaria" della vecchia maggioranza di centrosinistra, perché pensavamo e pensiamo che si debba fare di più e di meglio, ma faremo di tutto affinché gli adempimenti che a quella legge costituzionale conseguono, tra questi la consultazione popolare, non fermino il processo di riforma e il suo allargamento, e non gettino il paese in un'altra stagione di esercitazioni propagandistiche...».
Le ricordo, altresì, che nell'intervista, da lei citata, al capo di gabinetto dell'onorevole Bossi, il dottor Speroni, appaiono anche altre frasi che la invito a rileggere. Nella suddetta intervista, infatti, l'onorevole Speroni ha affermato, testualmente, di non aver mai posto in dubbio il diritto del corpo elettorale a pronunciarsi. In più passaggi dell'intervista stessa ha, inoltre,
Anche se mi ritengo parzialmente soddisfatto da quanto lei ha affermato, perché mi pare che in conclusione abbia detto che farete svolgere il referendum, faccio comunque presente, per quanto riguarda la sostanza del problema, che optando per soluzioni diverse, a procedimento già avviato, con un diritto già maturato, si lederebbe l'articolo 1 della Costituzione là dove si attribuisce al popolo l'esercizio della sovranità.