Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione
5-04162
presentata da SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE martedì 22 marzo 2005 nella seduta n.606

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i tavoli di conciliazione aperti dagli istituti di credito con la propria clientela i cui risparmi sono sfumati a seguito dei numerosi crac finanziari che si sono succeduti negli ultimi anni stanno rivelando, ad avviso dell'interrogante, una natura sostanzialmente propagandistica e calmieratrice delle sacrosante ire dei risparmiatori;

sul punto è apparso sul mensile Investire del mese di marzo 2005 un articolo a firma del dottor Marcello Gualtieri, rappresentante degli obbligazionisti Fin Part, che svela alcuni dati interessanti sulle strombazzatissime conciliazioni fra banche e clienti;

il dottor Gualtieri ha visionato una prima statistica sui tavoli organizzati da Banca Intesa ed alcune associazioni di consumatori per risarcire i possessori di obbligazioni Cina, Giacomelli e Parmalat, e cioè le sole obbligazioni che sono finite nel mirino dei media, con esclusione delle altre, quali le obbligazioni Finmek, caso scolastico di trasferimento del rischio dalla banca al cliente;

su 1.200 pratiche trattate (a fronte delle 14 mila domande presentate) circa il 50 per cento è stato respinto, e nel 40 per cento dei casi la banca ha erogato un rimborso pari, in media, a meno del 25 per cento del capitale investito e solo nel 10 per cento dei casi ha risarcito integralmente;

trattasi dunque di una tendenza che lascia prevedere un risarcimento medio del 20 per cento del capitale investito, e cioè un rimborso inferiore a quello proposta dal governo argentino e definito, nel caso dei «tango-bond», «scandaloso» dalle stesse associazioni che avallano le proposte delle banche ai tavoli di conciliazione;

è legittimo il sospetto che i tavoli di conciliazione si risolvano in un grande business per la banche e per le associazione dei consumatori, mentre per i risparmiatori l'accordo costituisce la normalizzazione definitiva e rinunciataria del disastro;

le banche, in buona sostanza, esborsano cifre irrisorie, le associazioni dei consumatori incassano tessere associative e contributi dalle banche stesse, mentre i piccoli risparmiatori debbono accontentarsi delle briciole;

il numero di risparmiatori coinvolti in queste sciagure ha raggiunto la cifra enorme di un milione di cittadini, cosicché è difficile astenersi dall'intervenire sostenendo che i tavoli di conciliazione sono espressione di autonomia privata - come in effetti sono - senza considerare che parliamo della più gigantesca sottrazione di ricchezza privata dell'ultimo mezzo secolo;

una presenza vigile di una pubblica autorità, accettata dalle parti private, esprimerebbe la certezza di evitare possibili accordi fra le parti (banche ed associazioni dei consumatori) a danno dei piccoli risparmiatori privati -:

in relazione all'attività dei cosiddetti «tavoli di conciliazione» tra banche e associazioni di consumatori, in relazione al numero enorme di risparmiatori coinvolti nei vari crac finanziari di questi ultimi anni (superiore al milione di cittadini), in relazione alla cifra persa dai piccoli risparmiatori (51 miliardi di euro), in relazione alla tendenza emersa dall'analisi delle domande presentate a Banca Intesa così come pubblicata sul mensile Investire di marzo 2005 in un articolo del dottor Marcello Gualtieri, rappresentante degli obbligazionisti Fin Part, in relazione soprattutto alla percentuale di rimborso addirittura inferiore a quella offerta dal governo argentino per lo scandalo del «tango-bond», non ritenga di dover accedere ai tavoli di conciliazione con fiduciari anche periferici del ministero al fine di verificare la assoluta genuinità e trasparenza degli accordi, atteso che per dimensioni quanti-qualitative la trattativa ha assunto una connotazione di rilievo pubblico. (5-04162)