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Seduta del 30/6/2004


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Audizione degli avvocati Luciano Randazzo e Paolo Paglia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione degli avvocati Luciano Randazzo e Paolo Paglia, nella loro qualità di difensori del signor Igor Marini.


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Signori avvocati, vi abbiamo qui convocati, e vi ringraziamo per essere venuti, non perché intendiamo che voi violiate il vostro segreto professionale, perché non sarebbe proponibile da parte nostra né sarebbe mai accettato da parte vostra, ma perché introdotti da una lettera del vostro cliente in data 3 maggio 2004, in cui dice: «Non chiedo di avere nessuna pubblicità per questo mio ulteriore atto di cittadino italiano. Se fosse consentito vorrei essere audito in seduta segreta. Chiedo unicamente, visto che mi assumo le mie responsabilità, per ciò che ho già dichiarato e che andrò a dichiarare, che siano ricevuti da voi i miei avvocati, rispettivamente Luciano Randazzo, Paolo Paglia e Carlo Maria Gallo, mio consulente legale, del foro di Roma, Parma e Foggia, per espletare le questioni burocratiche che a loro competono in previsione di una mia audizione».
Non si tratta più dell'opportunità di sentire o meno il signor Marini, ma, come voi sapete, la Commissione conclude i suoi lavori la prossima settimana e, quindi, noi abbiamo fatto l'impossibile perché un cittadino istante abbia risposte di legalità, perché questo è il nostro compito, né ci ha sfiorato la tempesta, e lei più dell'altro collega sa, per aver vissuto per intero la vicenda Marini, dall'origine ai nostri giorni. Noi in tutta questa storia abbiamo una sola necessità, vale a dire quella di conoscere ulteriori elementi, se ce ne sono, se ci sarà un seguito con la stessa Commissione o con altri membri; comunque per l'autorità giudiziaria che avrà la competenza - ho letto che sarebbe anche per Igor Marini quella di Roma, questa è la vostra istanza - c'è un nuovo filone che potrà essere prospettato da voi, se siete nelle condizioni di riferirci, per incarico del vostro cliente e non per segreto violato, elementi nuovi suscettibili di apprezzamento. Questo è il tema.

LUCIANO RANDAZZO. Presidente, innanzitutto è un dovere istituzionale comparire davanti alla Commissione. Il punto è il seguente: io personalmente, e successivamente l'avvocato Paolo Paglia, del foro di Parma, sono stato incaricato da parte del signor Igor Aldo Marini di trasmettere una richiesta formale alla Commissione bicamerale d'inchiesta di una sua nuova audizione o, quanto meno, si tratta di un desiderio che lo stesso ha espresso nostro tramite.
Allegando questa richiesta, ho trasmesso altresì, sempre su incarico del signor Igor Aldo Marini, un elenco che personalmente non ho assolutamente verificato non avendo nemmeno le competenze e gli strumenti per farlo, avendo io tra l'altro, presidente, una tradizione squisitamente umanistica per cui non capisco nulla di conti e banche.
Come dicevo, allegando questa richiesta, ricordo di aver depositato altresì un elenco dettagliato di codici - così vengono descritti dal nostro cliente - che mi sono limitato soltanto a vedere. Non ho fatto alcuna analisi preventiva, poiché, come ho detto, ho una cultura ed una tradizione umanistica per cui quando mi si parla di banche, di codici bancari, di codici segreti e segretati sinceramente faccio molta fatica.
Non ho fatto altro che trasmettere questa richiesta, allegando questi codici, che forse erano l'unico elemento nuovo - senza violare il segreto professionale - rispetto a tutto quello che stava succedendo.

PRESIDENTE. Questa richiesta con gli allegati, con questi codici - chiamiamoli così - l'ha avanzata qui in Commissione? Noi non ne abbiamo traccia.

LUCIANO RANDAZZO. Io ho mandato in Commissione una richiesta, sottoscritta da me, allegando alla richiesta stessa dei codici, un elenco di cinque o sei codificazioni.
Signor presidente, leggendo, da cittadino, i resoconti delle sedute della Commissione, mi pare di ricordare che sia stato dato l'incarico ad alcuni consulenti per verificare questi codici. Mi pare di ricordare questo, forse sbaglio.

PRESIDENTE. Queste sono le sue due istanze. Le controlli.


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LUCIANO RANDAZZO. Presidente, io ricordo di aver dato questi codici.

PRESIDENTE. È possibile che la confusione sorga tra quello che lei ha inviato a Torino, all'autorità giudiziaria, e quello che presume di aver inviato a noi, ma noi non abbiamo mai avuto questi codici.

LUCIANO RANDAZZO. Presidente, mi deve scusare di questo equivoco, ma io obiettivamente ricordo di aver mandato un elenco di codici.

PRESIDENTE. Ovviamente, è in condizione di rimandarcelo.

LUCIANO RANDAZZO. Sicuramente. Se lo avessi saputo, li avrei portati. Comunque, esiste un elenco di codici che il signor Marini mi ha mandato per trasmetterli a questa Commissione.

PRESIDENTE. Se lei è d'accordo, perché l'oggetto principale è questo e lei lo ha colto, noi la invitiamo per le vie brevi - penso che parli anche a nome dell'altro collega - a farlo pervenire in Commissione, in modo che nella prossima seduta, che sarà l'ultima, noi introitiamo il tema, dopodiché le prospettazioni saranno per il successivo adempimento.

PAOLO PAGLIA. Se è consentito, signor presidente, essendo io di Parma ed essendo Marini domiciliato a Parma in questo momento, fungo da postino. Sono latore di una missiva, che è sigillata, della quale non conosco il contenuto, però ho preteso da Marini che la siglasse con la sua firma. È indirizzata alla Commissione e mi ha pregato di farvela pervenire.

PRESIDENTE. Viene consegnata una missiva chiusa, che nel bordo della busta, vale a dire nella parte posteriore, dove è la colla di chiusura, reca la firma apparente - dico «apparente» perché così è - del signor Igor Marini.
Viene aperta la stessa dal presidente e viene data lettura del contenuto:
«Alla cortese attenzione della Commissione parlamentare Telekom-Serbia.
In questa lettera io, Igor Aldo Maria Marini, nato il 19-3-1963 in Roma, offro alla rispettabile Commissione un percorso indagativo con cui accedere a riscontri sulla mia versione dei fatti inerenti la transazione Telekom-Serbia con l'allora Governo in carica in Italia ed in Serbia, con cui ottenere prove inconfutabili di pieno sostegno alle denunce da me fatte fino ad oggi.
Il percorso non è semplice e non può farsi alzando un telefono e chiamando un direttore di banca all'altro capo del mondo, come è di moda a Torino, è un'indagine seria che va affrontata e pertanto complessa ed utilizzando tutti i mezzi legali necessari.
Ancora oggi i fondi provenienti da Telekom-Serbia vengono usati per approvvigionare settori italiani, da poco è terminata un'assegnazione fondi da banche poste in un paradiso fiscale verso l'Europa, cosa che si ripeterà ancora una volta nel futuro.
Non sono un Nostradamus dei poveri come certi personaggi da me incontrati nell'ambito di questa inchiesta, sono solo ed unicamente una persona a conoscenza di taluni fatti del tutto rilevanti per il proseguimento delle indagini della spettabile Commissione parlamentare di cui voi onorevoli rappresentanti dei cittadini italiani fate parte.
Sono pronto a rispondere personalmente, penalmente e civilmente, ad ogni mia affermazione ulteriore che farò, che ho fatto, che sto facendo, ma chiedo la piena volontà della Commissione nel portare avanti un'indagine completa ed approfondita, senza nessun clamore, in silenzio, con serietà e perseveranza, senza annunci, ma con indagini a tappeto su tutti gli accessi che in questo caso metterò a disposizione della Commissione, codici, numeri di banche, elenco banche, transiti, da chi a chi, dove, quando, come, eccetera.
Io sono disposto a fornire alla Commissione i supporti tecnici da cui far partire un'indagine scevra di qualsivoglia appartenenza politica, limpida e difficile,


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ma se percorsa con impegno e serietà insindacabilmente finalizzata al pieno successo.
Io sono pronto, come ho già fatto ampiamente e dimostrato, ad assumermi ogni mia piena responsabilità inerente a ciò che sono in grado di fornire di utile ad un'indagine seria, chiedo lo stesso impegno dallo Stato italiano che voi rappresentate.
I punti ritengo inutile ripeterli sono nella precedente lettera, vi invito nel considerarmi a vostra completa disposizione in caso risultasse possibile avviare un'indagine indipendente della Commissione parlamentare.
Con il rispetto dovutovi, Igor Aldo Maria Marini."

Si dà atto che questa lettera è presentata dall'avvocato Paglia per incarico del suo cliente.

GIAMPIERO CANTONI. Che data reca?

PRESIDENTE. Il 22 giugno 2004. Non avevo letto la data e, quindi, lei mi ha colto in flagranza di omissione...
Credo che questa lettera possa essere utilmente integrata dalle anticipazioni dell'avvocato Randazzo, che saranno completate nei prossimi giorni - direi nelle prossime ore - per poter avere elementi di giudizio.
Rinvio il seguito dell'audizione dell'avvocato Randazzo alla seduta del 7 luglio 2004.
L'ingegner Leoni, convocato per le 15.30, non è ancora arrivato. Pertanto, sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 15.10.

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