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La seduta comincia alle 13,45.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Prima dello svolgimento dell'audizione all'ordine del giorno, do la parola all'onorevole Bolognesi, che ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.
MARIDA BOLOGNESI. Innanzitutto, intendo scusarmi anticipatamente, perché non potrò rimanere per tutta la durata della seduta, a causa di un impegno. Leggerò comunque attentamente il resoconto stenografico e mi riservo di porre - per iscritto o oralmente alla prossima occasione - delle domande al nostro interlocutore, perché ritengo che l'audizione di oggi sia davvero importante per i nostri lavori.
Presidente, proprio in virtù della correttezza dei nostri rapporti e della stima che nutro nei suoi confronti, al fine di garantire il buon andamento dei lavori, vorrei far presente una questione riguardante il funzionamento della nostra Commissione; credo di poterlo fare, avendo in questi anni contribuito, anche a nome del gruppo dei Democratici di sinistra, al lavoro da essa svolto.
Ho appreso che la Commissione ha ritenuto di rinnovare alcune consulenze - come lei ben sa, ho una idea ben precisa di quello che devono fare questi consulenti (istituzionalmente, essi devono fornire un contributo alla Commissione) - e, leggendo il resoconto stenografico, sono venuta a sapere che è stato nominato un nuovo consulente per la comunicazione, un certo dottor Mario Campanella, il quale sarebbe dovuto essere a disposizione della Commissione stessa, con riferimento ai suoi lavori.
Ho constatato che vi è stato un incremento - e di questo me ne compiaccio - della sua presenza sulle agenzie di stampa, e mi sembra che il signor Campanella abbia essenzialmente svolto il ruolo di addetto stampa della presidente, di suo portavoce (cosa legittima, ovviamente, se la sua collaborazione si fosse configurata in questo modo). Il presidente rappresenta certamente l'intera Commissione, ma solo relativamente alle questioni che rientrano nel lavoro della Commissione stessa; ho letto, invece, esternazioni che sono a tutto campo: si passa da dichiarazioni sui problemi che riguardano la sanità calabrese - che non ho ancora capito bene che cosa c'entrino con la Commissione per l'infanzia -, ad affermazioni contro Piero Fassino in materia di fecondazione assistita, che non mi sembra sia un argomento rientrante nell'attività della Commissione.
La presidente, come ognuno di noi, fa parte di un certo schieramento e fa legittimamente politica, però, al di là della validità di queste esternazioni, che non sta a me giudicare, se si vuol mettere in atto un attacco politico al mio partito e al mio segretario, si deve far ricorso ad un portavoce della presidente, che appartenga all'ufficio della sua segreteria o all'ufficio stampa di Forza Italia. In questo caso, invece, mi sembra siamo di fronte ad una utilizzo improprio di un consulente della Commissione, che dovrebbe aiutare tutti i membri, di maggioranza e di opposizione, nello svolgimento del loro lavoro.
Poiché, come lei sa, tengo molto alle questioni istituzionali e di correttezza dei nostri rapporti, sento l'esigenza di sottolineare la questione. Evidentemente, si tratta di un soggetto che non può essere definito un collaboratore della Commissione. Tra l'altro, da questo individuo, che non conosco, mi è arrivata una sgradevole e-mail (l'ho qui con me), nella quale egli mi dice che ha saputo che mi sono lamentata di lui! Non mi posso lamentare di una persona che non conosco, ho semplicemente fatto presente che un collaboratore della Commissione si deve occupare di questioni che riguardano la Commissione!
Questa persona mi ha comunicato che ha fatto comunque uscire sulle agenzie di stampa una mia dichiarazione. Ora, anche quando mi avvalgo di stretti collaboratori (miei o del mio gruppo), le mie dichiarazioni, prima di essere rese pubbliche, vengono sottoposte alla mia attenzione. Un collaboratore della Commissione, che vuole rendere pubblico un mio pensiero espresso in Commissione, come minimo mi interpella (non dopo, ma prima!) e mi comunica cosa intende farmi dire! Mi è sembrato un po' un modo per porre rimedio alla situazione, visto che avevo esternato informalmente il mio disappunto (evidentemente certe informazioni arrivano facilmente alle persone che ne sono destinatarie).
Sono abituata ad essere diretta e ho voluto esprimere queste considerazioni durante la seduta, proprio perché ritengo che il problema non sia personale - non conosco la persona in oggetto! -, ma politico ed istituzionale; istituzionale in quanto coinvolge un collaboratore della Commissione, pagato evidentemente per svolgere questa e non altra funzione, e politico in quanto presuppone una valutazione, appunto, di opportunità. Non mi sembra istituzionalmente e politicamente accettabile che un collaboratore della Commissione attacchi - a nome di una parte politica - il mio gruppo e il mio partito, nella persona del suo segretario! Evidentemente, l'incarico conferito a questa persona non è stato chiarito, e vorrei lo si facesse al più presto. Diversamente, qualora ciò non avvenisse, chiedo sin da adesso la rimozione dell'interessato dalla funzione affidatagli.
Da una disamina delle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, consultate via internet, ho infatti potuto personalmente constatare l'entità e la gravità dell'accaduto. Non solo ho appurato la provenienza - da questa Commissione, tramite l'intervento del presunto consulente - dell'attacco a Piero Fassino, ma addirittura ho scoperto che il certo signor Mario Campanella si firma «capo ufficio stampa dell'onorevole Maria Burani Procaccini»! Se questo fosse vero, se il signor Campanella fosse il capo ufficio stampa personale del presidente della Commissione, dovrebbe risultare retribuito direttamente dall'onorevole Burani Procaccini oppure dal gruppo Forza Italia!
Non metto in dubbio, presidente, che questa persona - provvedendo a rilasciare plurime dichiarazioni a suo nome - voglia dimostrarsi efficiente, ritengo però che probabilmente non gli sia stato spiegato come funziona la Camera dei deputati e come debbono comportarsi i collaboratori istituzionali delle Commissioni parlamentari in generale. Sono felice che lei intervenga a tutto campo, e su più fronti, vorrei però fosse chiarito esattamente a quale titolo, di volta in volta, il signor Campanella sia stato chiamato ad intervenire, perché la Commissione stessa possa valutare la legittimità del suo operato.
Le questioni su cui la presidente si è pronunciata sono state variegate - una della dichiarazioni più recenti riguardava, ad esempio, la smentita di un tizio legato a Scientology, con riferimento al disturbo di iperattività dei minori -, spesso riferite al sud del paese - forse, per promuovere un'eventuale sua candidatura in qualche collegio meridionale, in occasione delle prossime elezioni politiche -, e non esclusivamente di interesse della Commissione stessa. Eppure, ognuna di esse riporta la firma del signor Campanella, in veste di «addetto stampa dell'onorevole Burani Procaccini, presidente della Commissione...».
Questo signore, dunque, a neppure un mese e mezzo dal conferimento dell'incarico, esterna a tutto campo valutazioni a nome della Commissione, facendolo però con scarso senso dell'opportunità. Alla luce di tali considerazioni e dopo aver esaminato la deliberazione con cui la Commissione ha attribuito l'incarico di collaborazione al signor Campanella - che peraltro non ho mai avuto occasione di incontrare in alcuna delle nostre sedi -, vorrei pregarla, presidente, di chiarire la questione: un conto è che il signor Campanella agisca effettivamente svolgendo l'incarico deliberato dalla Commissione e per conto di questa, un altro che svolga mansioni in qualità di «capo ufficio stampa» - per usare l'espressione che l'interessato ha adoperato pubblicamente - dell'onorevole Burani Procaccini. È certamente legittimo che il presidente si esprima per le materie che riguardano l'infanzia, non può esserlo altrettanto nel caso di interventi che esulano dalle materie di lavoro della Commissione, a maggior ragione quando quelle dichiarazioni non siano state sottoposte al vaglio degli altri componenti.
Pronunziandosi in materia di infanzia, la presidente rappresenta la Commissione, ed è altresì naturale che al presidente sia riconosciuta una visibilità maggiore rispetto a quella degli altri componenti di maggioranza e opposizione, i quali pure si adoperano e si impegnano allo stesso modo del primo.
Quando però si trattasse di dover condurre la sua campagna elettorale - che pure ci auguriamo lunga e luminosa -, presidente, la pregherei di farlo avvalendosi degli strumenti e delle persone ad hoc, a questo preposte. Chiedo pertanto una verifica sulla natura dell'incarico attribuito al collaboratore richiamato, non escludendone la rimozione dall'incarico per la Commissione infanzia. Non mi sento infatti assolutamente garantita da un collaboratore della Commissione che faccia pubblicare dichiarazioni del presidente contro il mio segretario, o il mio gruppo, un gruppo che con grande lealtà ed onestà ha sostenuto sempre i lavori della Commissione, presenziando con assiduità alle sue sedute, e garantendone il funzionamento.
Non vorrei essere costretta, onorevole presidente, a fare intervenire il mio capogruppo presso il Presidente della Camera o intervenire io stessa presso di lui, vantando con il Presidente Casini da sempre un corretto rapporto. Una persona assunta - non so se da Forza Italia o da lei - come collaboratore della Commissione, che non si ritenga neppure in dovere di presentarsi alla stessa Commissione per cui afferma di lavorare, limitandosi, invece, ad inviarmi una lettera e scrivermi «so che ella si è lamentata di me», non può che agire in totale contrasto con i principi di correttezza istituzionale! Sono indignata per questo modo di fare, non so nemmeno chi sia questa persona che mi scrive: non mi ero lamentata di nessuno, mi lamento ora, però, della Commissione, di lei, e di come si assumono i collaboratori.
Se costoro non sono in grado di svolgere istituzionalmente l'incarico loro attribuito forse è bene che da quello siano rimossi. Mi riservo, in ogni caso, di andare oltre a riguardo, e sfido chiunque a fare comunicati a mio nome senza avermene data precedente lettura: sarebbe infatti un'ipotesi grave dal punto di vista istituzionale. Allo stesso modo, sarebbe grave che un altro collaboratore presentasse un'interrogazione o elaborasse una proposta di legge a mio nome senza farmela esaminare. Non so se sia un problema della Commissione, dei funzionari della Camera, del Presidente Casini, pretendo però di ottenere risposta alle mie domande.
Mi scuso della durezza dell'intervento, presidente, ma credo che l'argomento richieda una ferma presa di posizione. Ritengo mi sia dovuto, per la lealtà ed il lavoro che in questa Commissione ho svolto durante molti anni.
PRESIDENTE. Mi scuso con il dottor Rossi, ma sono tenuta a rispondere immediatamente all'onorevole Bolognesi su questioni di particolare rilievo per il buon
funzionamento della Commissione stessa. Ringrazio la collega per la correttezza che le è propria, anche nell'esporre le sue doglianze più che legittime. Spiego che il dottor Campanella è un giornalista professionista presentato come persona di grande valore da un'altra collaboratrice della Commissione, la professoressa Parsi - a me personalmente nota -, che lo aveva conosciuto presso l'università calabrese dove lei insegna e nella quale quel giovane ha svolto alcuni incarichi. Mi è sembrata persona senz'altro corretta, fin da subito, sebbene indubbiamente esistano alcuni problemi da risolvere, come quello della sua presenza, durante le sedute di Commissione. Il fatto che il signor Campanella svolga numerosi incarichi non può costituire giustificazione della sua assenza: sono d'accordo con lei, onorevole, che chiunque assuma un incarico istituzionale sia pure tenuto ad onorarlo, come attività principale. Le istituzioni, infatti, vengono prima di qualsiasi altro incarico privato.
Con specifico riferimento alla mia persona, vorrei far presente all'onorevole Bolognesi che tutte le dichiarazioni relative alla depressione infantile e all'uso di psicofarmaci su bambini con iperattività rientrano nel mio ruolo di presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia: in tal senso si deve interpretare anche il mio intervento sulle responsabilità di Scientology riguardo ad un recente caso, che ha sollevato numerose polemiche nell'opinione pubblica; secondo la ricostruzione della vicenda, la setta avrebbe aperto una scuola invitando i genitori - con varie forme di pubblicità - ad iscrivere i propri bambini ai quali sarebbero poi stati somministrati psicofarmaci. Si tratta di un fatto di cronaca molto grave su cui ho naturalmente sentito il dovere di intervenire come presidente della Commissione.
Quanto ad ipotesi di diversa natura, ovvero legate a prese di posizione squisitamente politiche, comprenderei la sua preoccupazione, onorevole, se fosse il signor Campanella a stilare gli articoli; mansione, che però, non è lui a svolgere, essendo stata affidata ad una persona assunta da me, il signor Simone Ciani. In questo caso, il signor Campanella funge piuttosto da semplice intermediario con i canali giornalistici, suoi terminali abituali ma non è lui il diretto estensore degli articoli richiamati, rimanendo suo incarico istituzionale quello di lavorare non già per un singolo componente ma per la Commissione tutta.
Per argomenti che non vengono trattati in Commissione ma sono fatti di cronaca legati ai bambini e per situazioni che esulano la materia dell'infanzia ed attengono a posizioni politiche personali, ci si serve di Campanella non come estensore dell'articolo ma per i suoi canali giornalistici. Per articoli e lanci di agenzie che Mario Campanella scrive su questioni calabresi o di altre regioni meridionali, al di là del fatto che posso compiacermene essendo noi deputati nazionali, lo ho già ripreso dicendo che non deve «precedermi» in nessun caso. Si può trattare di situazioni sociali da affrontare ma, non essendo direttamente legate né alla Commissione né a me né ad alcuno dei deputati della Commissione, ho ritenuto opportuno richiamarlo.
Mi scuso con l'onorevole Bolognesi, le cui rimostranze considero giuste. Tengo a dire che d'ora in poi questi articoli politici non porteranno più la firma di Mario Campanella e tanto meno egli potrà fregiarsi del titolo di capo ufficio stampa dell'onorevole Burani Procaccini non essendo stato assunto con questo ruolo.
MARIDA BOLOGNESI. Poiché Campanella si firma così e poiché le posizioni politiche contro l'onorevole Fassino sono comparse in articoli da lui firmati, questo utilizzo di un collaboratore della Commissione è improprio. Sono stata a mia volta, nel corso della precedente legislatura, presidente e sono consapevole che, in questo ruolo, il presidente di Commissione ha personale in dotazione. Suggerisco di rimuovere dall'incarico di consulente della Commissione Campanella; lei, presidente, sarà naturalmente libera di assumerlo nella sua segreteria se ritiene che svolga
bene il lavoro. Dubito di ciò; il mondo è pieno di piccoli e grandi «venditori di fumo».
Rimane il fatto che se lui è un collaboratore della Commissione è stato completamente sbagliato l'impianto e la modalità del suo utilizzo, mentre se è capo ufficio stampa del presidente (come si firma) deve essere inquadrato diversamente. Forse dovrò riconsiderare la mia disponibilità verso il lavoro della Commissione. Dovrei ritenere che in questa fase politica ognuno fa le proprie esternazioni senza che ciò comporti conseguenze ma ritengo che, su alcuni temi in cui si è lavorato in questi anni, maggioranza ed opposizione abbiano portato avanti congiuntamente questioni riguardanti l'infanzia e, come tali, avulse dagli schieramenti politici. La questione sollevata riguarda la presidente, che come tale ne assume la responsabilità, ma anche il funzionamento della Commissione e quindi gli uffici. Le modalità di lavoro devono essere rispettose delle istituzioni, mentre siamo andati oltre sotto tutti i punti di vista, compresa la questione della mancata presenza. Questa persona può anche avere le sue simpatie politiche che, però, nel lavoro istituzionale, legato alle attività delle Commissioni, non devono trasparire. A me non interessa da chi sia stato presentato. Sarei curiosa comunque di conoscere il suo curriculum, dato che svolge così tante attività tali da impedirgli di partecipare ai nostri lavori.
Per me la questione si chiude qui. Sentivo il dovere di affrontare la situazione in una sede ufficiale, e non soltanto come questione privata da affrontare in separata sede, perché è coinvolta la Camera dei deputati. Sono una «tifosa» delle istituzioni e ritengo che anche attraverso questi contributi, che possono al momento risultare sgradevoli, si difenda l'istituzione.
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Bolognesi. Anch'io ritengo che le istituzioni vadano salvaguardate prima di tutto. Proveremo ad indirizzare meglio il consulente e, qualora ciò non dovesse accadere, ne trarrò le opportune conseguenze.
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