TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 451 di Mercoledì 7 aprile 2004

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

II Commissione permanente (Giustizia):
S. 1930-42-294-302-789-926-1118-1397-1445-1541-1542-1554-1783. - GRIGNAFFINI ed altri; AZZOLINI ed altri; ZANELLA ed altri; ZANELLA ed altri: «Disposizioni a tutela degli animali» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dalla II Commissione permanente del Senato con l'unificazione delle proposte di legge d'iniziativa dei senatori Acciarini ed altri; Ripamonti; Ripamonti ed altri; Pace ed altri; Chincarini ed altri; Acciarini ed altri; Bucciero ed altri; Bongiorno ed altri; Peruzzotti ed altri; Centaro ed altri; Specchia ed altri; Zancan ed altri) (432-1222-2467-2610-B) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta è abbinata la proposta di legge ANGELA NAPOLI n. 4513.


MOZIONI SULLE INIZIATIVE PER FAVORIRE UNA MAGGIORE COESIONE POLITICA DEGLI STATI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA

La Camera,
premesso che:
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea il processo di unificazione politica dell'Europa non ha fatto passi avanti significativi;
la conferenza intergovernativa, tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, non ha approvato il testo della Costituzione europea elaborato nei mesi precedenti dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa;
il principio del diritto di veto concesso ad ogni singolo Paese membro condiziona negativamente il progetto dell'integrazione reale e politica dell'Europa;
il testo della Costituzione non accoglie fra i suoi principi fondanti l'obiettivo prioritario della pace;
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea non sono state superate le divisioni fra i Paesi storicamente fondatori dell'Unione europea sul tema della guerra in Iraq e, più in generale, sulla questione della politica estera degli Usa, basata sul modello della «guerra preventiva»;
di conseguenza, scarsi sono stati i risultati sul modello di difesa comune per l'Europa;
il mancato raggiungimento di una serie di obiettivi rischia di ridimensionare e snaturare il significato del rinnovo a giugno 2004 del Parlamento europeo, considerato che quest'ultimo non elegge un Governo, non ha una carta costituzionale di riferimento e rischia di rappresentare una mera sommatoria di Paesi profondamente divisi sui grandi temi;
in tale quadro la scadenza del 14 giugno 2004 si rivelerebbe una semplice prova elettorale di secondo ordine, dove si saggerebbero soltanto i rapporti di forza fra i partiti all'interno dei singoli Paesi;
malgrado l'esistenza di chiari limiti, che vanno dall'evidente inadeguatezza della conferenza intergovernativa, alle carenze contenute nel testo della Costituzione europea e alle divisioni permanenti riguardo il tema cruciale della pace, pronunciamenti e azioni provenienti da istituzioni, organismi e cittadini dei singoli Paesi possono tuttavia risultare determinanti per il riavvio del processo di unificazione e di autonomia dell'Europa;

impegna il Governo:

a dimostrare nelle parole e nei fatti che sulle questioni fondamentali gli interessi e il ruolo possibile dell'Europa travalicano gli interessi nazionali e di parte;
a prendere in considerazione le proposte di creare un sistema a «doppia velocità» in Europa, non rigettando, quindi, a priori l'ipotesi di creare un gruppo di Paesi che voglia comunque andare avanti più speditamente nell'integrazione politica e nell'autonomia dell'Europa;
a valutare le proposte volte a superare la pericolosa paralisi possibile dovuta al voto all'unanimità;
ad appoggiare, nel corso del semestre di presidenza irlandese dell'Unione europea, tutte le azioni volte allo scioglimento del nodo politico che ha impedito l'approvazione della Costituzione europea, in particolare riavviando un'iniziativa della Convenzione sull'avvenire dell'Europa;
a sostenere, nel corso del medesimo semestre, il testo dell'attuale bozza di Costituzione europea, per dare forza alla trattativa in corso, così come è proposto nell'appello del Movimento federalista europeo, condiviso da numerosi cittadini italiani, associazioni ed enti locali;
a proporre e promuovere in sede europea iniziative che vadano verso una maggiore coesione politica degli Stati membri dell'Unione europea.
(1-00315)
«Cima, Bulgarelli, Cento, Lion, Pecoraro Scanio, Zanella, Boato, Grillini, Rodeghiero, Camo, Diana, Sereni, De Brasi, Benvenuto, Banti, Cossa, Annunziata, Maura Cossutta».
(9 febbraio 2004)

La Camera,
premesso che:
il 1o maggio 2004 verrà completato l'allargamento dell'Unione europea a 25 Stati membri;
il 13 giugno 2004 verrà eletto il nuovo Parlamento europeo;
i motivi che hanno portato alla convocazione della Convenzione sull'avvenire dell'Europa e questa assemblea a convenire su un unico testo di costituzione appaiono più che fondati e l'esigenza di giungere all'approvazione della Costituzione quanto mai urgente;
si prende atto con grande rammarico dell'esclusione dell'Italia dall'incontro al vertice del 18 febbraio 2004 tra i Capi di Stato e di Governo britannico, francese e tedesco e le rispettive delegazioni;
tale vicenda, se da un lato attesta la debolezza e l'insufficienza della politica europea del Governo italiano, dall'altro lato deve trovare nelle nuove regole istituzionali previste nella proposta di Costituzione una garanzia contro ogni forma di direttorio al vertice dell'Unione europea;

impegna il Governo:

a chiedere alla presidenza di turno irlandese l'immediata riconvocazione della conferenza intergovernativa, con l'obiettivo dell'approvazione della Costituzione nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, contestualmente all'ingresso nell'Unione europea di 10 nuovi Stati membri e prima dell'avvio della campagna elettorale per il Parlamento europeo;
a non sostenere soluzioni al ribasso sul progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa e, quindi, a lasciare cadere le ipotesi di modifica formulate nell'annesso dell'11 dicembre 2003, che rappresenterebbero un grave arretramento dal punto di vista del passaggio a votazioni a maggioranza qualificata, sancendo possibilità di veto da parte di ogni singolo Stato membro in materia di cooperazione penale (oltre a ridimensionare la sfera d'azione della procura europea) e in altre materie, nonché nell'ambito delle cooperazioni rafforzate;
a sviluppare, in sede di conferenza intergovernativa, un'azione politica adeguata perché nell'Unione europea si affermi collegialità nelle decisioni e democraticità nelle procedure - che prevedano anche avanguardie aperte sotto forma di cooperazioni rafforzate - e perché l'Italia riprenda la sua tradizionale funzione di punta che l'ha portata ad essere fra i protagonisti del processo di costruzione dell'Unione europea.
(1-00338)
«Spini, Violante, Innocenti, Ruzzante, Calzolaio, Sereni, Ranieri, Melandri, Fumagalli, Folena, Crucianelli, Cabras, Bova, Zani».
(10 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, in quanto quelli attuali non consentono un efficace funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che, a causa delle posizioni troppo rigide di alcuni Stati, non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale;

impegna il Governo:

a svolgere tutte le azioni necessarie ed opportune per conseguire l'obiettivo di una rapida approvazione della Costituzione europea nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, con le sole integrazioni assolutamente indispensabili a superare la situazione di stallo, e questo anche al fine di rendere più agevole e proficuo l'ingresso nell'Unione europea dei 10 nuovi Stati membri;
a sostenere presso la presidenza di turno irlandese la riconvocazione della conferenza intergovernativa non appena matureranno le condizioni per l'approvazione della Costituzione dell'Unione europea, che rappresenta un obiettivo fondamentale per un Paese come l'Italia, che da sempre ha svolto un ruolo trainante nella costruzione europea, fino dalla sua fondazione nel 1957;
a sostenere, come d'altra parte riconosciuto dalla stessa presidenza irlandese, la necessità che i lavori della conferenza intergovernativa riprendano sulla base dell'ambizioso progetto approvato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, completato ed arricchito dal lavoro negoziale compiuto durante la presidenza italiana;
a contribuire attivamente alla creazione di un consenso tra tutti gli Stati membri, mantenendo il coerente rifiuto di compromessi al ribasso.
(1-00347)«Antonio Leone».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:

il Governo italiano nel corso del semestre di presidenza dell'Unione europea ha portato avanti con determinazione una difficile mediazione nell'ambito della conferenza intergovernativa che avrebbe dovuto portare alla firma della Costituzione europea;
nonostante l'impegno del Governo e il fatto che il progetto formulato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa fosse stato accolto dal Consiglio europeo di Salonicco come base unanimemente condivisa, le divergenze emerse in seguito tra alcuni Paesi membri sui futuri assetti dell'Unione europea non hanno consentito di approvare il testo del progetto di Costituzione europea nel corso della conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'approvazione della Costituzione europea qualificherebbe il processo di unificazione politica europea, in quanto sarebbe l'indispensabile premessa per attivare, nell'ambito del diritto dell'Unione europea, strumenti di politica estera, di sicurezza comune, di cooperazione tra forze di polizia e giudiziaria in materia penale più efficaci, che possano dare risposte adeguate ai cittadini europei per contrastare le minacce del terrorismo di qualunque matrice e di qualunque provenienza;
in base agli scenari emersi nel Consiglio europeo di Bruxelles del 25-26 marzo 2004, si sarebbero aperte nuove prospettive per la firma del Trattato costituzionale europeo, in quanto i tragici fatti di Madrid hanno ancora una volta evidenziato la necessità di una maggiore coesione politica degli Stati membri. Le nuove condizioni politiche consentirebbero di superare alcune resistenze che hanno ostacolato la firma del Trattato costituzionale europeo, aprendo prospettive per i negoziati intergovernativi;
il rinnovo del Parlamento europeo, unica istituzione direttamente rappresentativa dei popoli europei, costituirebbe, inoltre, il momento più significativo per un passaggio ad un'unione politica basata su una Costituzione, tenuto conto anche dell'imminente allargamento dell'Unione europea a venticinque Stati;
il Governo italiano potrebbe, infine, porre nuovamente nell'ambito dei negoziati la questione dell'inserimento nel preambolo della futura Costituzione europea di un esplicito richiamo alle comuni radici cristiane dell'Europa, promuovendo così il riconoscimento dei valori democratici fondanti la stessa identità culturale europea:

impegna il Governo:

a continuare con determinazione l'opera di mediazione politica, per addivenire alla sottoscrizione della Costituzione europea possibilmente prima delle elezioni del Parlamento europeo di giugno 2004.
(1-00348)«Naro, Volontè».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende necessario ed urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, per un efficace e produttivo funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata che ambisca a rappresentare un soggetto politico unitario;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, nonostante l'impegno italiano quale presidente di turno;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea: di qui la necessità di rafforzare l'immagine e la credibilità internazionale dell'Unione europea, soprattutto in materia di politica estera;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale e che tale accordo appare realmente ipotizzabile, viste le recenti dichiarazioni espresse dai leader europei a Madrid nei giorni scorsi;

impegna il Governo:

a svolgere tutte le azioni necessarie ed opportune per conseguire l'obiettivo di una rapida approvazione della Costituzione europea nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, se del caso con eventuali integrazioni, tali da rendere certo il risultato finale;
a sostenere presso la presidenza di turno irlandese la riconvocazione della conferenza intergovernativa, non appena matureranno le condizioni per l'approvazione della Costituzione dell'Unione europea, che rappresenta un obiettivo fondamentale per un Paese come l'Italia, che da sempre ha svolto un ruolo trainante nella costruzione europea, fino dalla sua fondazione nel 1957;
a sostenere, come d'altra parte riconosciuto dalla stessa presidenza irlandese, la necessità che i lavori della conferenza intergovemativa riprendano sulla base dell'ambizioso progetto approvato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, completato ed arricchito dal lavoro negoziale compiuto durante la presidenza italiana;
a contribuire attivamente alla creazione di un consenso tra tutti gli Stati membri, mantenendo il coerente rifiuto di compromessi al ribasso, controproducenti per la credibilità e la capacità d'azione dell'Unione europea.
(1-00349)
«Anedda, Landi di Chiavenna, Selva, Amoruso, Bocchino, Cirielli, Malgieri, Zacchera».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
è evidente il fallimento della dottrina della guerra preventiva adottata dall'amministrazione Bush in Iraq, che ha contribuito a destabilizzare lo scenario mondiale;
l'articolo 11 della Costituzione sancisce la contrarietà del nostro Paese alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie tra i popoli;
nel processo costituente europeo tale principio non può essere eluso, in considerazione della sua universalità;
l'Europa può rappresentare un importante punto di riferimento per una politica effettivamente multilaterale;

impegna il Governo:

a promuovere l'inserimento del contenuto dell'articolo 11 della nostra Costituzione nel Trattato costituzionale europeo.
(1-00350)
«Realacci, Folena, Fioroni, Siniscalchi, Gasperoni, Piscitello, Zanella, Pistone, Sasso, Bellini, Bandoli, Innocenti, Battaglia, Vigni, Pinotti, Calzolaio, Monaco, Lion, Boato, Rusconi, Zanotti, Ruggeri, Tocci, Bimbi, Reduzzi, Giachetti, Ruzzante, Panattoni, Cento, Villari, Di Serio D'Antona, Maura Cossutta, Mussi, Cima, Lettieri, Pistelli, Grandi, Pisa, Grignaffini, Sereni».
(29 marzo 2004)


MOZIONI SULLA VACCINAZIONE CONTRO LA «BLUE TONGUE»

La Camera,
premesso che:
a partire dal mese di agosto del 2000 si sono verificati focolai di febbre catarrale degli ovini, inizialmente in Sardegna e poi in molte regioni meridionali e centrali;
con ordinanza ministeriale dell'11 maggio 2001 il Ministro della sanità, in attuazione della direttiva 2000/75/CE del Consiglio dell'Unione europea del 20 novembre 2000 e delle decisioni della Commissione europea 2001/138/CE e 2001/141/CE, disponeva un programma obbligatorio di controllo della febbre catarrale degli ovini, basato su misure di profilassi e principalmente sulla vaccinazione pianificata sia degli ovini che dei bovini allevati nei territori sottoposti a rischio di propagazione dell'infezione;
la legge n. 388 del 2000, all'articolo 129, come modificato dalla legge n. 448 del 2001, ha disposto il finanziamento di 10,329 milioni di euro per ciascuno degli anni 2002 e 2003 per interventi strutturali, di indennizzo e di prevenzione per gli allevamenti siti nelle zone dove sia accertata la presenza dell'infezione, mentre per il 2004 non risulta alcuna disponibilità nella legge finanziaria per il 2004;
le campagne di vaccinazione che si sono susseguite e che hanno interessato sia gli ovini che i bovini, secondo quanto denunciato dagli allevatori e dalle loro organizzazioni, hanno provocato gravissimi effetti collaterali, evidentemente non attesi, che hanno causato notevoli danni alle aziende zootecniche in termini di aborti, riduzione della produzione, morte degli animali e blocco della movimentazione degli animali, che ha prodotto effetti particolarmente gravi alle aziende zootecniche bovine;
il Sottosegretario per la salute, senatore Cesare Cursi, nel rispondere ad un'interrogazione a risposta immediata in Commissione agricoltura presentata nel mese di dicembre 2003, ha fornito dati sconcertanti, affermando che, in seguito alla vaccinazione contro la blue tongue, i servizi veterinari hanno segnalato per il 2001 n. 21 aborti tra gli ovini e n. 318 tra i bovini, mentre per il 2002 si sono registrati n. 32 aborti tra gli ovini e n. 121 tra i bovini;
i dati forniti dal Governo sono in totale contrasto con quanto denunciato dagli allevatori e dimostrano in maniera evidente che il fenomeno sfugge totalmente alle rilevazioni delle autorità veterinarie, a causa di procedure inadeguate e penalizzanti per gli allevatori già danneggiati dai postumi della vaccinazione;
la totale dissonanza tra i dati forniti dal Governo e quelli diffusi dai media nazionali sconcertano e disorientano l'opinione pubblica, che, invece, proprio sui temi della qualità e della sicurezza alimentare, avrebbe bisogno di certezze e rassicurazioni;
le campagne di vaccinazione condotte nei due anni passati hanno mirato essenzialmente a coinvolgere la totalità degli animali presenti nel territorio, indipendentemente dal loro stato di salute, in termini di debilitazione, stato di gravidanza, allattamento, periodo precedente alla rimonta;
la vaccinazione è stata condotta utilizzando un vaccino vivo attenuato e, quindi, dotato di particolare forza, che ha generato fondati sospetti di sieroconversione e, quindi, di propagazione della malattia a causa proprio della vaccinazione;
il vaccino utilizzato è raccomandato per i soli ovini, non risulta testato sui bovini, è privo dell'autorizzazione dell'Unione europea ed è privo, addirittura, dell'obbligatorio foglio illustrativo contenente le controindicazioni;

impegna il Governo:

ad attivarsi affinché siano stanziate risorse finanziarie adeguate per sostenere le aziende zootecniche che risultino danneggiate, sia direttamente che indirettamente, in seguito alla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, al fine di accelerare le procedure di liquidazione dei danni diretti e indiretti subiti dalle aziende in seguito alle precedenti campagne di vaccinazione;
ad avviare un costruttivo confronto con gli allevatori - oggi messi in ginocchio anche a causa dei danni subiti in conseguenza della vaccinazione - volto al rilancio della zootecnia di qualità, a partire dalle razze autoctone fino alla chiusura del processo di filiera;
ad intensificare gli sforzi per rendere disponibili al più presto vaccini inattivati;
a disporre, d'intesa con gli istituti zooprofilattici e con le organizzazioni degli allevatori, un approfondito monitoraggio sull'intero territorio interessato dalle precedenti campagne vaccinali, al fine di accertare l'effettiva situazione nelle aziende zootecniche;
tenendo conto della necessità di combattere l'endemizzazione della malattia, a farsi promotore in sede europea di una proposta di cambiamento delle attuali direttive in materia di movimentazione di animali, con particolare riferimento alla rimozione di alcune restrizioni penalizzanti per la zootecnia del nostro Paese, ad ulteriore modifica di quanto già previsto dalla decisione CE del 25 novembre 2003, previa istituzione di uno specifico sistema di sorveglianza;
a sviluppare e migliorare la collaborazione tra tutti gli istituti zooprofilattici per contrastare con maggiore efficacia la blue tongue;
a provvedere allo studio entomologico e ad avviare un programma di lotta contro gli insetti vettori, anche tramite la formazione degli operatori interessati, attivandosi perché siano destinate allo scopo apposite risorse finanziarie;
a rivedere il nuovo protocollo appena definito dal ministero della salute, affinché siano garantite effettivamente l'impossibilità di sieroconversione e la minimizzazione dei danni per gli allevatori;
a sospendere la campagna di generalizzata vaccinazione di imminente avvio, fatta salva la vaccinazione richiesta dagli allevatori che, volontariamente o per stato di necessità, devono ricorrere alla movimentazione del bestiame.
(1-00336)
«Marcora, Borrelli, Rava, Franci, Rossiello, Sedioli, Preda, Oliverio, Ruggieri, Paola Mariani, Buglio, Lettieri, Grandi, Zanella, Santagata, Luongo, Merlo, Albonetti, Abbondanzieri, Sandri, Nannicini, Soro, Pasetto, Ciani, Pisapia, Quartiani, Panattoni, Frigato, Realacci, Rosato, Villari, Franceschini, Meduri, Reduzzi, Rusconi, Volpini, Stradiotto, Potenza, Micheli, Mantini, Morgando, Ladu, Iannuzzi, Boato, Fioroni, Fanfani, Carbonella, Lusetti, Monaco, Boccia, Delbono, Fistarol, Carli, Sasso, Olivieri, Zunino, Angioni, Tidei, Tolotti, Duca, Kessler, Chianale, Raffaella Mariani, Cazzaro, Piscitello, Banti, Innocenti, Ruzzante, Maran, Bimbi, Colasio, Grillini, Guerzoni, Motta, Maurandi, Nieddu, Tonino Loddo, Molinari».
(4 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
a partire dall'anno 2000 si sono verificati in Italia diversi focolai di febbre catarrale degli ovini, in particolare in Sardegna e nelle regioni meridionali e centrali;
con ordinanza dell'11 maggio 2001 del Ministro della sanità, in attuazione della direttiva 2000/75/CE del Consiglio dell'Unione europea del 20 novembre 2000 e delle decisioni della Commissione europea 2001/138/CE e 2001/141/CE, veniva disposto un programma obbligatorio di controllo della febbre catarrale degli ovini, basato, principalmente, sulla vaccinazione pianificata sia degli ovini che dei bovini allevati nei territori ritenuti a rischio di propagazione dell'infezione;
le campagne di vaccinazione che hanno interessato sia gli ovini che i bovini avrebbero provocato, come più volte denunciato dagli allevatori, gravissimi danni economici diretti ed indiretti, questi ultimi a causa di un generalizzato blocco delle movimentazioni imposto alle aziende zootecniche delle aree interessate alle azioni di profilassi;
le campagne di vaccinazione sono state avviate in assenza di uno specifico protocollo operativo e non hanno tenuto in conto adeguato lo stato di salute degli animali trattati in termini di debilitazione, stato di gravidanza, allattamento, periodo precedente alla rimonta;
la vaccinazione condotta utilizzando un vaccino vivo attenuato, peraltro non sperimentato sui soggetti di specie bovina, ha generato fondati sospetti di sieroconversione e, quindi, di propagazione della malattia;
per la nuova campagna di vaccinazione, di imminente avvio, che, tra l'altro, dovrà riguardare più sierotipi, il Ministro della salute ha recentemente ufficializzato un protocollo di vaccinazione;

impegna il Governo:

ad attivarsi affinché siano stanziate risorse finanziarie adeguate per sostenere le aziende zootecniche che risultino danneggiate, sia direttamente che indirettamente, a seguito della vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, oltre che dal blocco delle movimentazioni;
ad intensificare gli sforzi per rendere disponibili al più presto vaccini inattivati;
a farsi promotore, in sede europea, di una proposta di modifica delle attuali direttive in materia di movimentazione degli animali, con particolare riferimento alla rimozione di alcune ingiustificate restrizioni, penalizzanti per la zootecnia delle aree centro-meridionali del nostro Paese;
a sviluppare e migliorare la collaborazione tra gli istituti zooprofilattici per contrastare con maggiore efficacia la blue tongue;
ad attivarsi affinché siano stanziate apposite risorse finanziarie per avviare un programma di lotta contro gli insetti vettori, anche tramite la formazione degli operatori interessati;
a sospendere la campagna di generalizzata vaccinazione fino al reperimento di nuove risorse finanziarie necessarie per far fronte ai danni arrecati alle aziende zootecniche, fatta salva la vaccinazione richiesta volontariamente dagli allevatori che per stato di necessità, in attesa della modifica delle attuali direttive in materia di movimentazione degli animali recettivi, debbano ricorrere alla movimentazione del bestiame;
ad avviare un costruttivo confronto con gli allevatori volto al rilancio della zootecnia di qualità e del processo di filiera;
ad attivarsi affinché siano finanziati progetti, anche locali, volti a favorire azioni per il miglioramento della filiera zootecnica.
(1-00330)
«de Ghislanzoni Cardoli, Ricciuti, Misuraca, Masini, Marinello, Meroi, Burani Procaccini, Savo, Collavini, Jacini, Zama, Marras».
(1o marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
in diverse regioni italiane, dall'agosto 2000, sono stati riscontrati focolai di febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue), grave infezione virale che può colpire i capi ovini, caprini e bovini;
tale patologia è dovuta al contagio da Blue Tongue Virus, del quale si conoscono, nel mondo, ben ventiquattro ceppi diversi;
l'agente virale infettante si trasmette non già per contagio diretto tra animali sieropositivi, ma perché inoculato dagli insetti vettori (Culicoidi);
risulta altresì che i diversi ceppi del virus sarebbero diffusi da ben individuabili Culicoidi specializzati. Il Terzo Simposio Internazionale sul tema ha ad esempio evidenziato che il ceppo BTV 2 è trasmesso, in Nord America, dal Culicoides in signis, mentre non può essere trasmesso dal Culicoides sonorensis, pur capace, a sua volta, di inoculare nell'animale ospite i ceppi BTV 10, 11, 13 e 17;
in attuazione della direttiva 2000/175/CE del Consiglio e delle decisioni 2001/138/CE e 2001/141/CE della Commissione europea, nel maggio 2001 il Ministero della Salute disponeva, per i territori ritenuti a rischio di propagazione della malattia, un piano di profilassi obbligatoria, incentrato sulla vaccinazione pianificata dei capi ovicaprini e bovini allevati in quelle zone;
la vaccinazione obbligatoria dei capi sensibili alla predetta patologia è stata attuata durante le campagne di prevenzione degli anni scorsi con un «vaccino vivo attenuato», l'unico esistente in commercio nelle quantità richieste per fronteggiare le epidemie, peraltro neppure adeguatamente sperimentato in precedenza sui bovini. Tuttora non risultano invece disponibili, per tali esigenze, i vaccini «inattivati»;
i risultati conseguiti nelle due campagne di vaccinazione già realizzate facendo ricorso ai suddetti «vaccini vivi attenuati» non appaiono certo tranquillizzanti;
infatti, sono stati segnalati dagli allevatori i numerosi e gravissimi effetti collaterali del vaccino, capace di indurre, su animali già in ottima salute, drastica riduzione della produzione di latte, sterilità, aborti e, in molti casi, addirittura la morte dell'esemplare trattato;
si ha ragione di temere, addirittura, che il ricorso a tali vaccini vivi attenuati abbia favorito la diffusione della malattia, anche attraverso lo sviluppo di ceppi virali mai prima individuati nelle zone interessate dalla profilassi. In Sardegna, ad esempio, nel 2002 e nel 2003 la vaccinazione era praticata con il sierotipo BT 2, in quanto questa era l'unica variarnte del virus riscontrata, nell'isola; durante l'estate del 2003, tuttavia, all'esito di una campagna profilattica che aveva coinvolto il 97,7 per cento del patrimonio ovicaprino, si è registrata una recrudescenza dell'infezione e si è scoperto che essa era dovuta all'azione dei ceppi BT 4 e BT 16, fino ad allora non riscontrati;
nella campagna vaccino profilattica per l'anno in corso dovrà impiegarsi un vaccino vivo attenuato polivalente, non adeguatamente sperimentato, che espone gli animali a rischi ancor più gravi, per i devastanti effetti collaterali, e che, per questo, sembra ingenerare perplessità anche nelle autorità sanitarie e nei servizi veterinari incaricati di procedere al trattamento;
in Sardegna, nell'anno in corso le vaccinazioni hanno avuto inizio alla fine del mese di febbraio e gli allevatori denunciano quotidianamente, con forza, i drammatici inconvenienti che paiono conseguire, come inevitabili effetti collaterali, a questa pratica sanitaria;
da ultimo, essendosi evidentemente acquisita piena consapevolezza dei danni connessi alla profilassi, un'ordinanza adottata dal Ministro della Salute dì concerto con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali ha previsto l'erogazione di indennizzi agli allevatori, non solo per gli animali abbattuti nelle zone individuate quali focolai della malattia, ma anche per mortalità, aborti e determinati altri pregiudizi, accertati dalle Autorità regionali competenti;
anche in conseguenza del blocco della movimentazione dei capi le aziende interessate hanno risentito, e risentono, ingenti danni, più marcati nei periodi, quali quelli prossimi alle festività, nei quali è maggiore, sul mercato, la richiesta di carni ovine e caprine;
la campagna di vaccinazione per l'anno in corso, avviata con notevole ritardo, dovrebbe concludersi entro il 30 aprile prossimo e la ristrettezza dei tempi a disposizione dei servizi veterinari competenti non consentirebbe di raggiungere la percentuale di capi vaccinati utile per assicurare l'efficacia preventiva della misura;
il recentissimo provvedimento ministeriale sopra richiamato fra l'altro autorizza le Regioni e le Province autonome a prorogare al 31 maggio p.v. il termine finale della campagna di vaccinazione, tenendo conto, però, dei risultati della sorveglianza entomologica, del clima e delle condizioni fisiologiche degli animali. Tali parametri, peraltro, in molti casi sconsiglieranno di procedere alla vaccinazione oltre la data del 30 aprile originariamente stabilita e, comunque, nemmeno entro il successivo mese di, maggio si potrebbe sottoporre al trattamento immunizzante il previsto 80 per cento dei capi sensibili all'infezione;
pertanto, la campagna profilattica in corso potrà risultare sostanzialmente inefficace, oltre che dannosa;

impegna il Governo:

a sospendere la campagna di vaccinazione in corso, facendo salva la possibilità dì sottoporne al trattamento gli animali sensibili all'infezione (ovini, caprini, bovini) dietro specifica richiesta degli allevatori, anche in vista della movimentazione dei capi;
ad assicurare il costante, capillare e tempestivo monitoraggio della diffusione del virus della Blue Tongue e degli effetti collaterali della vaccinazione, finché essa sarà eseguita;
a stanziare le risorse finanziarie adeguate a sostenere economicamente le aziende danneggiate dal contagio del virus della Blue Tongue e dalle misure adottate per contrastare 1'epidemia;
ad accelerare le procedure per l'erogazione degli indennizzi in favore degli allevatori, in relazione ai danni cagionati dal virus e dalle cautele profilattiche a tal proposito imposte;
a riconsiderare - eliminandole o sospendendole, almeno in coincidenza delle prossime festività - le restrizioni adottate per la movimentazione degli animali, promuovendo, se necessario, la modifica delle attuali norme comunitarie in materia, laddove impongano ingiustificate limitazioni, penalizzanti per la zootecnia, soprattutto in determinate aree del territorio nazionale;
a promuovere fin d'ora la più larga sperimentazione dei vaccini che dovranno utilizzarsi nella campagna profilattica per l'anno 2005 (che dovrebbe effettuarsi dal 1 dicembre 2004 al 30 aprile 2005), affinché siano esclusi, o almeno minimizzati, gli effetti collaterali e i rischi di sieroconversione;
a promuovere la ricerca, la sperimentazione e la produzione, per l'immissione sul mercato dei vaccini inattivati, ritenuti meno insidiosi per il bestiame trattato;
a favorire la lotta contro gli insetti vettori (Culicoidi), innanzitutto con misure di carattere economico, pianificando eventuali disinfestazioni e incentivando le aziende a dotarsi delle strutture adeguate a proteggere gli animali dall'aggressione di tali insetti, quindi con lo studio dei meccanismi di trasmissione dei diversi ceppi virali da parte dei vettori specializzati;
ad adottare ogni utile iniziativa per il rilancio della zootecnia di qualità, ricercando, allo scopo, la collaborazione degli allevatori.
(1-00352)
«Onnis, Porcu, Anedda, Losurdo, Bellotti, Catanoso, Franz, La Grua, Patarino, Villani Miglietta».
(6 aprile 2004)