La Camera,
premesso che:
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea il processo di unificazione politica dell'Europa non ha fatto passi avanti significativi;
la conferenza intergovernativa, tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, non ha approvato il testo della Costituzione europea elaborato nei mesi precedenti dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa;
il principio del diritto di veto concesso ad ogni singolo Paese membro condiziona negativamente il progetto dell'integrazione reale e politica dell'Europa;
il testo della Costituzione non accoglie fra i suoi principi fondanti l'obiettivo prioritario della pace;
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea non sono state superate le divisioni fra i Paesi storicamente fondatori dell'Unione europea sul tema della guerra in Iraq e, più in generale, sulla questione della politica estera degli Usa, basata sul modello della «guerra preventiva»;
di conseguenza, scarsi sono stati i risultati sul modello di difesa comune per l'Europa;
il mancato raggiungimento di una serie di obiettivi rischia di ridimensionare e snaturare il significato del rinnovo a giugno 2004 del Parlamento europeo, considerato che quest'ultimo non elegge un Governo, non ha una carta costituzionale di riferimento e rischia di rappresentare una mera sommatoria di Paesi profondamente divisi sui grandi temi;
in tale quadro la scadenza del 14 giugno 2004 si rivelerebbe una semplice prova elettorale di secondo ordine, dove si saggerebbero soltanto i rapporti di forza fra i partiti all'interno dei singoli Paesi;
malgrado l'esistenza di chiari limiti, che vanno dall'evidente inadeguatezza della conferenza intergovernativa, alle carenze contenute nel testo della Costituzione europea e alle divisioni permanenti riguardo il tema cruciale della pace, pronunciamenti e azioni provenienti da istituzioni, organismi e cittadini dei singoli Paesi possono tuttavia risultare determinanti per il riavvio del processo di unificazione e di autonomia dell'Europa;
La Camera,
premesso che:
il 1o maggio 2004 verrà completato l'allargamento dell'Unione europea a 25 Stati membri;
il 13 giugno 2004 verrà eletto il nuovo Parlamento europeo;
i motivi che hanno portato alla convocazione della Convenzione sull'avvenire dell'Europa e questa assemblea a convenire su un unico testo di costituzione appaiono più che fondati e l'esigenza di giungere all'approvazione della Costituzione quanto mai urgente;
si prende atto con grande rammarico dell'esclusione dell'Italia dall'incontro al vertice del 18 febbraio 2004 tra i Capi di Stato e di Governo britannico, francese e tedesco e le rispettive delegazioni;
tale vicenda, se da un lato attesta la debolezza e l'insufficienza della politica europea del Governo italiano, dall'altro lato deve trovare nelle nuove regole istituzionali previste nella proposta di Costituzione una garanzia contro ogni forma di direttorio al vertice dell'Unione europea;
La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, in quanto quelli attuali non consentono un efficace funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che, a causa delle posizioni troppo rigide di alcuni Stati, non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale;
La Camera,
premesso che:
il Governo italiano nel corso del semestre di presidenza dell'Unione europea ha portato avanti con determinazione una difficile mediazione nell'ambito della conferenza intergovernativa che avrebbe dovuto portare alla firma della Costituzione europea;
nonostante l'impegno del Governo e il fatto che il progetto formulato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa fosse stato accolto dal Consiglio europeo di Salonicco come base unanimemente condivisa, le divergenze emerse in seguito tra alcuni Paesi membri sui futuri assetti dell'Unione europea non hanno consentito di approvare il testo del progetto di Costituzione europea nel corso della conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'approvazione della Costituzione europea qualificherebbe il processo di unificazione politica europea, in quanto sarebbe l'indispensabile premessa per attivare, nell'ambito del diritto dell'Unione europea, strumenti di politica estera, di sicurezza comune, di cooperazione tra forze di polizia e giudiziaria in materia penale più efficaci, che possano dare risposte adeguate ai cittadini europei per contrastare le minacce del terrorismo di qualunque matrice e di qualunque provenienza;
in base agli scenari emersi nel Consiglio europeo di Bruxelles del 25-26 marzo 2004, si sarebbero aperte nuove prospettive per la firma del Trattato costituzionale europeo, in quanto i tragici fatti di Madrid hanno ancora una volta evidenziato la necessità di una maggiore coesione politica degli Stati membri. Le nuove condizioni politiche consentirebbero di superare alcune resistenze che hanno ostacolato la firma del Trattato costituzionale europeo, aprendo prospettive per i negoziati intergovernativi;
il rinnovo del Parlamento europeo, unica istituzione direttamente rappresentativa dei popoli europei, costituirebbe, inoltre, il momento più significativo per un passaggio ad un'unione politica basata su una Costituzione, tenuto conto anche dell'imminente allargamento dell'Unione europea a venticinque Stati;
il Governo italiano potrebbe, infine, porre nuovamente nell'ambito dei negoziati la questione dell'inserimento nel preambolo della futura Costituzione europea di un esplicito richiamo alle comuni radici cristiane dell'Europa, promuovendo così il riconoscimento dei valori democratici fondanti la stessa identità culturale europea:
La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende necessario ed urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, per un efficace e produttivo funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata che ambisca a rappresentare un soggetto politico unitario;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, nonostante l'impegno italiano quale presidente di turno;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea: di qui la necessità di rafforzare l'immagine e la credibilità internazionale dell'Unione europea, soprattutto in materia di politica estera;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale e che tale accordo appare realmente ipotizzabile, viste le recenti dichiarazioni espresse dai leader europei a Madrid nei giorni scorsi;
La Camera,
premesso che:
è evidente il fallimento della dottrina della guerra preventiva adottata dall'amministrazione Bush in Iraq, che ha contribuito a destabilizzare lo scenario mondiale;
l'articolo 11 della Costituzione sancisce la contrarietà del nostro Paese alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie tra i popoli;
nel processo costituente europeo tale principio non può essere eluso, in considerazione della sua universalità;
l'Europa può rappresentare un importante punto di riferimento per una politica effettivamente multilaterale;