TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 447 di Martedì 30 marzo 2004

INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI

A) Interpellanza

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
per oltre 48 ore la motonave Sansovino del gruppo Siremar, che collega, in sostituzione della «Paolo Veronese», Porto Empedocle e Lampedusa, non è riuscita ad attraccare a causa delle avverse condizioni atmosferiche, creando disagio e paura ai 97 passeggeri, tra cui tre neonati, costretti ad alimentarsi in maniera molto precaria;
da molto tempo si conoscono le insufficienze tecniche della predetta motonave priva di eliche laterali, la cui mancanza non consente agevolmente l'attracco, soprattutto in presenza di avverse condizioni meteorologiche;
le predette insufficienze sono state da tempo denunciate con prese di posizioni pubbliche -:
quali provvedimenti intenda adottare per evitare altre incresciose navigazioni ad alto rischio e per dotare il servizio di collegamento di Porto Empedocle e Lampedusa di motonavi tecnicamente adeguate, tali da assicurare l'incolumità dei passeggeri e un agevole attracco.
(2-01019) «Cusumano, Mazzuca Poggiolini».
(18 dicembre 2003)

B) Interrogazione

MASTELLA, OSTILLIO, POTENZA, PISICCHIO, CUSUMANO e MAZZUCA POGGIOLINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
gli innumerevoli provvedimenti adottati dalla Ferrovie dello Stato s.p.a. in seguito ad un progetto di ridimensionamento della stazione ferroviaria di Benevento stanno comportando riduzioni di posti di lavoro;
le notizie di un eventuale soppressione del reparto territoriale movimento di Benevento stanno creando nel personale in servizio forti tensioni ed agitazioni, in quanto i dipendenti in questione sarebbero costretti, qualora le indiscrezioni fossero confermate, ad una mobilità territoriale a scapito loro e delle rispettive famiglie -:
se ciò risponda al vero e se non si ritenga, invece, di dover rappresentare a Ferrovie dello Stato s.p.a. l'opportunità di soprassedere nell'applicazione del suddetto progetto, in vista dei gravissimi disagi che si provocherebbero al personale in servizio ed ai passeggeri, viste le condizioni e le problematiche dei collegamenti ferroviari della stazione di Benevento;
quali siano i progetti allo stato e nel prossimo futuro per il rilancio ed il potenziamento della stazione ferroviaria di Benevento. (3-02913)
(17 dicembre 2003)

C) Interrogazione

MAGNOLFI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 24 luglio 2002 è stato approvato dalla Camera dei deputati il disegno di legge di conversione del decreto-legge sull'accesso alle professioni e contemporaneamente è stato approvato un ordine del giorno, proposto dall'interrogante, che impegnava il Governo a risolvere urgentemente la situazione dei laureati in informatica e in scienze dell'informazione, facendoli accedere all'esame di Stato per l'iscrizione all'albo degli informatici, istituito con il decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001;
in data 16 ottobre 2002, il Sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca, senatrice Maria Grazia Siliquini, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo dell'interrogante, informava la Camera dei deputati che, per attuare l'ordine del giorno approvato, erano «state avviate le relative procedure»;
da allora sono proseguite le sessioni dell'esame di Stato per l'accesso all'albo degli informatici, che rimangono purtroppo precluse ai dottori in informatica e in scienze dell'informazione (circa 25.000 professionisti con lauree quadriennali e quinquennali, che sono stati i pionieri dell'informatica in Italia);
nonostante le assicurazioni della Senatrice Siliquini, la differenziazione dei compiti fra gli iscritti e i non iscritti all'albo viene già applicata in molti contesti lavorativi, con il risultato che i laureati in scienze dell'informazione e in informatica si trovano esclusi dagli incarichi pubblici più importanti, senza tener conto della loro esperienza decennale;
la situazione si è aggravata dopo la sentenza della Suprema Corte di cassazione (sentenza n. 1151, depositata in cancelleria l'8 gennaio 2003), secondo cui la professione regolamentata dagli albi può essere esercitata in via continuativa solo dagli iscritti ad essi;
nel frattempo, anche il Consiglio universitario nazionale ha dichiarato che non vi può essere una differenza di trattamento, per i concorsi pubblici e l'accesso agli albi, tra i laureati delle lauree specialistiche (il cosiddetto «3+2») e quelli del vecchio ordinamento;
molti dottori in scienze dell'informazione ed in informatica si sono risolti ad iscriversi di nuovo all'università per prendere la laurea specialistica e si sono trovati di fronte ad atteggiamenti molto differenziati fra i singoli atenei, in ordine al numero di esami da sostenere e alla tesi di laurea, nonché in ordine al pagamento delle tasse universitarie -:
se il Governo non ritenga un'ingiustizia da correggere al più presto il fatto che tanti professionisti, il cui lavoro è più che mai necessario per recuperare il gap tecnologico del nostro Paese, si trovino esclusi di fatto dalla professione che già svolgono da decenni e se non ritenga assurdo che l'accesso all'albo sia consentito a tutti i vecchi laureati in ingegneria (non solo ad indirizzo informatico, ma anche edile e meccanico) e ai nuovi laureati specialistici, ma venga precluso proprio a coloro che, dopo aver sostenuto un corso di laurea quadriennale o quinquennale, hanno per primi maturato l'esperienza professionale necessaria per lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione (Ict) nel nostro Paese;
in caso affermativo, se il Governo non intenda finalmente adottare le opportune iniziative normative per onorare gli impegni assunti, affinché sia consentito ai laureati in scienze dell'informazione ed in informatica di sostenere l'esame di Stato per accedere all'albo, evitando di screditarsi con ulteriori promesse non mantenute e, soprattutto, evitando loro l'umiliante condizione di doversi laureare due volte nella stessa disciplina per continuare a svolgere la professione che svolgono da sempre. (3-02055)
(11 marzo 2003)

D) Interrogazioni

SQUEGLIA e DIANA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il giorno 4 settembre 2003 nella sede universitaria di Monte S. Angelo, in Napoli, si è svolta la prova per l'ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia della II Università di Napoli, ai sensi del bando di concorso emanato con decreto rettorale n. 2707 del 4 luglio 2003;
il bando stabiliva che:
a) i candidati dovevano presentarsi alla prova concorsuale alle ore 8.00, per sottoporsi alle necessarie procedure di riconoscimento (articolo 7, comma 1, parte II);
b) la prova di ammissione doveva avere inizio alle ore 10.00 ed avere la durata di due ore (articolo 7, comma 1, parte I);
c) alla prova avrebbero dovuto assistere l'intera commissione ed un comitato di vigilanza, guardie giurate e personale tecnico-amministrativo dell'ateneo (articolo 9, comma 4);
d) i concorrenti non potevano tenere con sè borse, zaini, libri, appunti, carta, telefoni cellulari ed altri strumenti elettronici (articolo 9, comma 2);
e) ai concorrenti non era permesso mettersi in relazione con altri, salvo che con gli addetti alla sorveglianza (articolo 9, comma 2);
f) l'accesso alle aule sedi di esame era tassativamente consentito ai soli iscritti alla prova, previa identificazione;
l'indicazione dell'orario di inizio della prova alle ore 10.00, contenuta nel bando, riproponeva medesima prescrizione fissata nel decreto ministeriale del 17 aprile 2003 ed assolveva alla funzione di garantire la par condicio tra i candidati e la correttezza dello svolgimento delle prove concorsuali, ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 686 del 1957;
il decreto ministeriale in parola prevede, infatti, prove di ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia di contenuto identico, da svolgersi contemporaneamente su tutto il territorio nazionale presso le singole sedi universitarie (si veda l'articolo 2 del decreto ministeriale del 17 aprile 2003);
numerosi concorrenti, invece, lamentano che:
a) l'espletamento della prova concorsuale per l'accesso ai corsi di laurea presso la II Università di Napoli non ha seguito l'iter procedimentale previsto espressamente dal predetto bando, risolvendosi in una sostanziale ed assoluta violazione dello stesso;
b) la commissione esaminatrice ha avviato le procedure per l'identificazione dei candidati soltanto intorno alle ore 10,30, concludendo la prova concorsuale addirittura alle ore 15,15;
c) la medesima commissione non ha proceduto all'appello dei candidati;
d) le prove d'esame hanno avuto inizio intorno alle ore 12.45, successivamente alla conclusione delle prove svoltesi presso le altre sedi universitarie;
e) è stato consentito l'accesso alla sala di svolgimento delle prove fino alle ore 12.30 circa, momento nel quale le prove risultavano già concluse presso le altre sedi universitarie e, in particolare, presso l'Università Federico II di Napoli, dove le prove erano state ultimate alle ore 12.00 circa;
f) gli addetti alla vigilanza non hanno provveduto al sequestro dei cellulari, delle borse, dei libri e delle carte in possesso del concorso;
g) non sono stati rispettati i criteri precedentemente stabiliti per l'assegnazione dei posti;
h) non è stato impedito ai concorrenti di comunicare tra loro;
i) successivamente allo svolgimento delle prove è emerso che nove presunti candidati non si erano mai sottoposti all'identificazione, pur avendo partecipato alle prove;
vengono lamentate irregolarità tanto gravi da condizionare pesantemente lo svolgimento della prova di esame, minandone la trasparenza e la correttezza, arrecando grave pregiudizio alla par condicio tra i concorrenti. Infatti, alcuni di essi si sono potuti mettere in contatto con propri colleghi, che avevano regolarmente portato a termine la stessa prova, di identico contenuto, presso l'Università Federico II di Napoli ovvero presso altre università italiane, ovvero hanno potuto consultare siti internet, dove erano state pubblicate le prove con le relative soluzioni, rimanendo così avvantaggiati rispetto ai ricorrenti nello svolgimento dei test;
l'irregolare svolgimento delle prove non consente la selezione dei migliori tra gli aspiranti all'ammissione ai corsi -:
se non ritenga necessario e urgente avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di verificare se vicende come quelle verificatesi a Napoli si siano verificate anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative al riguardo. (3-02722)
(2 ottobre 2003)

ANTONIO BARBIERI, TAGLIALATELA, BORRIELLO, CESARO, CAPUANO, CORONELLA, BRUSCO e PERROTTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 14 settembre 2003 si sono svolte le prove di ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia presso la II Università di Napoli;
come previsto dal bando di concorso, in tutti gli atenei le prove avrebbero dovuto cominciare alle ore 10.00 e terminare alle ore 12.00;
invece, le prove alla II Università di Napoli sono cominciate alle ore 12.45, quando negli altri atenei erano già concluse;
le posizioni assegnate ai candidati non sono state rispettate;
sono stati ammessi a partecipare medici affermati, professionisti e studenti iscritti ad anni successivi al primo;
il tribunale amministrativo regionale della Campania, con ordinanza del 15 ottobre 2003, ha sospeso la graduatoria di merito;
il Consiglio di Stato ha revocato l'ordinanza di sospensione, rinviando la decisione di merito al tribunale amministrativo regionale della Campania nella seduta fissata per il 23 gennaio 2004;
a partire da ottobre 2003, i candidati che hanno presentato ricorso frequentano regolarmente le lezioni, hanno acquistato i libri di testo, partecipano alle attività didattiche, ma non risultano iscritti ed hanno perso il diritto al rinvio militare e all'esenzione delle tasse per gli aventi diritto -:
se non ritenga necessario avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di accertare se vicende come quelle verificatesi a Napoli abbiano avuto luogo anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative, anche normative, al riguardo. (3-02885)
(3 dicembre 2003)

MILANESE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il giorno 4 settembre 2003 nella sede universitaria di Monte S. Angelo, in Napoli, si è svolta la prova per l'ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia della II Università di Napoli, ai sensi del bando di concorso emanato con decreto rettorale n. 2707 del 4 luglio 2003;
il bando stabiliva che:
a) i candidati dovevano presentarsi alla prova concorsuale alle ore 8,00, per sottoporsi alle necessarie procedure di riconoscimento (articolo 7, comma 1, parte II);
b) la prova di ammissione doveva avere inizio alle ore 10,00 e avere la durata di due ore (articolo 7, comma 1, parte I);
c) alla prova avrebbero dovuto assistere l'intera commissione ed un comitato di vigilanza, guardie giurate e personale tecnico-amministrativo dell'ateneo (articolo 9, comma 4);
d) i concorrenti non potevano tenere con sé borse, zaini, libri, appunti, carta, telefoni cellulari ed altri strumenti elettronici (articolo 9, comma 2);
e) ai concorrenti non era permesso mettersi in relazione con altri, salvo che con gli addetti alla sorveglianza (articolo 9, comma 2);
f) l'accesso alle aule sedi di esame era tassativamente consentito ai soli iscritti alla prova, previa identificazione;
l'indicazione dell'orario di inizio della prova alle ore 10,00, contenuta nel bando, riproponeva medesima prescrizione fissata del decreto ministeriale del 17 aprile 2003 ed assolveva alla funzione di garantire la par condicio tra i candidati e la correttezza dello svolgimento delle prove concorsuali, ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 686 del 1957;
il decreto ministeriale in parola prevede, infatti, prove di ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia di contenuto identico, da svolgersi contemporaneamente su tutto il territorio nazionale presso le singole sedi universitarie (si veda l'articolo 2 del decreto ministeriale del 17 aprile 2003);
l'espletamento della prova concorsuale per l'accesso ai corsi di laurea presso la II Università di Napoli non ha seguito l'iter procedimentale previsto espressamente dal presente bando, risolvendosi in una sostanziale ed assoluta violazione dello stesso;
infatti:
a) la commissione esaminatrice ha avviato le procedure per l'identificazione dei candidati soltanto intorno alle ore 10,30, concludendo la prova concorsuale addirittura alle ore 15,15;
b) la medesima commissione non ha mai proceduto all'appello dei candidati;
c) le prove d'esame hanno avuto inizio intorno alle ore 12,50, successivamente alla conclusione delle prove svoltesi presso le altre sedi universitarie;
d) è stato consentito l'accesso alla sala di svolgimento delle prove fino alle ore 12.30 circa, momento nel quale le prove risultavano già concluse presso le altre sedi universitarie e, in particolare, presso la Federico II di Napoli, dove le prove erano state ultimate alle ore 12.00 circa;
e) non sono stati rispettati i criteri precedentemente stabiliti per l'assegnazione dei posti;
f) non è stato impedito ai concorrenti di comunicare tra loro;
g) successivamente allo svolgimento delle prove è emerso che nove presunti candidati non si erano mai sottoposti all'identificazione, pur avendo partecipato alle prove;
a seguito dell'ordinanza del tribunale amministrativo regionale della Campania del 16 ottobre 2003, che sospendeva la graduatoria di merito, gli studenti ricorrenti hanno cominciato a partecipare alle attività didattiche, hanno acquistato i libri, in attesa del giudizio di merito, fissato per il 23 gennaio 2004;
allo stato, tutti, ammessi e non ammessi, studenti e famiglie, vivono una situazione di grande precarietà e di totale disorientamento;
la conflittualità oggi in atto, tra studenti e studenti, genitori e genitori, è assolutamente sterile -:
se non ritenga necessario avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di accertare se vicende come quelle verificatesi a Napoli abbiano avuto luogo anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative, anche normative, al riguardo. (3-03227)
(25 marzo 2004)
(ex 4-08332 del 10 dicembre 2003)

SANTULLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il giorno 4 settembre 2003 si è svolta, in tutti gli atenei italiani, la prova di ammissione ai corsi di laurea specialistica in medicina e chirurgia;
presso la II Università di Napoli durante lo svolgimento di tale prova si sono verificate gravi irregolarità;
mentre in tutti gli atenei le prove, così come indicato dal bando del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, cominciavano alle ore 10.00 e terminavano alle ore 12.00, alla II Università di Napoli avevano inizio soltanto alle ore 12.45, quando negli altri atenei i test erano ormai terminati e diventati pubblici, permettendo in tal modo ad alcuni candidati di venirne a conoscenza, in piena violazione della regola della concomitanza dello svolgimento delle prove;
alcuni partecipanti presentavano immediatamente ricorso al tribunale amministrativo regionale della Campania, il quale, in data 23 gennaio 2004, si esprimeva favorevolmente riguardo l'istanza degli studenti ricorrenti, dichiarando nulla la prova di ammissione;
tale situazione provoca enorme disagio sia ai circa 300 candidanti che avevano superato la prova, sia ai 200 studenti che non erano risultati idonei -:
se non ritenga necessario avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di accertare se vicende come quelle verificatesi a Napoli abbiano avuto luogo anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative, anche normative, al riguardo. (3-03228)
(25 marzo 2004)
(ex 4-09146 del 2 marzo 2004)

TAGLIALATELA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 4 settembre 2003 si è svolta la prova per l'ammissione alle facoltà di medicina e chirurgia dell'Università Federico II di Napoli e della II Università di Napoli;
da notizie di stampa e da testimonianze dirette di alcuni partecipanti alla selezione si è appreso che le prove si sono svolte in un clima di grande confusione, al punto da generare forti dubbi circa la regolarità dell'esame;
in particolare, è stato denunciato l'incredibile ritardo di circa tre ore con il quale è iniziato presso la II Università di Napoli lo svolgimento della prova rispetto all'Università Federico II, nonostante che, per disposizione ministeriale, sia previsto che l'esame debba avvenire alla stessa ora, considerato che la batteria dei quiz da risolvere è uguale in tutta Italia;
sembra che abbiano partecipato alla prova un numero di partecipanti notevolmente maggiore rispetto agli elenchi di coloro che avevano regolarmente presentato domanda -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di verificare se vicende come quelle verificatesi a Napoli si siano verificate anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative normative al riguardo. (3-03233)
(25 marzo 2004)
(ex 4-07522 del 29 settembre 2003)

ANNUNZIATA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da notizie apparse sulla stampa locale (si veda Il Mattino di Napoli del 17 ottobre 2003) si è appreso che presso la II Università degli studi di Napoli, in occasione delle prove per l'ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia, svoltesi il 4 settembre 2003, si sono verificate irregolarità e violazioni di legge, tali da compromettere la trasparenza e la regolarità stessa delle prove, tant'è che 70 studenti non ammessi hanno ritenuto di ricorrere alla magistratura amministrativa per chiederne l'annullamento;
nel suddetto ricorso gli studenti hanno segnalato una serie di anomalie e di ritardi nello svolgimento delle prove, a cominciare dall'orario di inizio dei test, che, secondo il bando di concorso, avrebbero dovuto iniziare alle ore 10 e terminare alle ore 12, mentre nel caso in specie l'identificazione degli studenti ammessi al concorso sarebbe avvenuta solo alle ore 12, con nessun tipo di controllo per l'accesso alle aule di esame, con la «non corrispondenza» dei posti assegnati ai rispettivi studenti e con la presenza, passata inosservata, di cellulari nelle aule di esame;
inoltre, i ricorrenti hanno denunciato la mancanza di qualsiasi verifica sui partecipanti, alcuni dei quali risultavano essere già iscritti ad anni successivi al primo nella stessa facoltà, per cui la loro presenza al test non aveva altro motivo se non quello di aiutare altri candidati, con cui avevano rapporti di parentela o di amicizia;
in seguito all'esame del suddetto ricorso, il tribunale amministrativo regionale della Campania, con ordinanza del 15 ottobre 2003, ha decretato la sospensione della graduatoria di merito;
successivamente il Consiglio di Stato, a cui la II Università degli studi di Napoli si è appellata, ha revocato l'ordinanza di sospensione, rinviando di nuovo la decisione di merito al tribunale amministrativo regionale della Campania nella seduta fissata per il 23 gennaio 2004;
i candidati ricorrenti, fiduciosi nelle istituzioni e nella giustizia amministrativa, pur non essendo regolarmente iscritti, hanno ritenuto di frequentare comunque le lezioni, acquistando i libri di testo e partecipando a tutte le attività didattiche, sebbene privi di tutte le garanzie, benefici ed opportunità previste per gli studenti regolarmente iscritti ad un corso universitario (rinvio militare, esenzione tasse, mensa ed altro);
tale condizione di precarietà ha mortificato in questi giovani legittime aspirazioni ed ha generato sconforto, disorientamento ed incertezza per il loro futuro professionale -:
se non ritenga necessario avviare un'azione di monitoraggio in tutti gli atenei italiani, al fine di accertare se vicende come quelle verificatesi a Napoli abbiano avuto luogo anche in altri atenei e assumere, se del caso, opportune iniziative, anche normative, al riguardo. (3-03236)
(29 marzo 2004)
(ex 4-08294 del 4 dicembre 2003)

E) Interrogazioni

BATTAGLIA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 251 del 2000 prevede l'istituzione di corsi di laurea specialistici per le professioni sanitarie;
a distanza di tre anni tali corsi di laurea non sono stati ancora attivati;
le regioni hanno definito il fabbisogno in 970 posti su quattro classi di laurea specialistica;
le categorie interessate hanno espresso parere favorevole su tali orientamenti;
è necessario ed urgente attivare i corsi con l'anno accademico 2003-2004;
il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, però, non ha ancora trasmesso al Consiglio universitario nazionale i relativi ordinamenti didattici -:
quali iniziative urgenti intenda assumere per l'attivazione delle lauree specialistiche per le professioni sanitarie a decorrere dal corrente anno accademico 2003-2004. (3-02724)
(3 ottobre 2003)

BATTAGLIA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 251 del 2000 prevede l'istituzione di lauree specialistiche per le professioni sanitarie;
a tutt'oggi detti corsi non sono stati istituiti;
le regioni hanno già definito il fabbisogno in 959 posti di formazione;
il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non ha ancora sottoposto al Consiglio universitario nazionale gli ordinamenti didattici;
tale ingiustificato ritardo sta determinando una situazione di grave ingiustizia e di palese danno al servizio sanitario nazionale -:
cosa intenda fare affinché siano attivate immediatamente per l'anno accademico 2003-2004 le lauree specialistiche per le quattro aree professionali secondo la programmazione regionale. (3-03232)
(25 marzo 2004)
(ex 4-07998 del 10 novembre 2003)


PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

XIII Commissione permanente (Agricoltura):
SEDIOLI ed altri: «Disciplina dell'apicoltura»
(429); de GHISLANZONI CARDOLI ed altri: «Disciplina dell'apicoltura, tutela della sua valenza agricola e ambientale e salvaguardia dell'ape italiana» (2348); CATANOSO e FATUZZO: «Disciplina dell'apicoltura, tutela della sua valenza agricola e ambientale e salvaguardia delle api italiane» (3157) (La Commissione ha elaborato un testo unificato).


MOZIONI SULLE INIZIATIVE PER FAVORIRE UNA MAGGIORE COESIONE POLITICA DEGLI STATI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA

La Camera,
premesso che:
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea il processo di unificazione politica dell'Europa non ha fatto passi avanti significativi;
la conferenza intergovernativa, tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, non ha approvato il testo della Costituzione europea elaborato nei mesi precedenti dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa;
il principio del diritto di veto concesso ad ogni singolo Paese membro condiziona negativamente il progetto dell'integrazione reale e politica dell'Europa;
il testo della Costituzione non accoglie fra i suoi principi fondanti l'obiettivo prioritario della pace;
nel corso del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea non sono state superate le divisioni fra i Paesi storicamente fondatori dell'Unione europea sul tema della guerra in Iraq e, più in generale, sulla questione della politica estera degli Usa, basata sul modello della «guerra preventiva»;
di conseguenza, scarsi sono stati i risultati sul modello di difesa comune per l'Europa;
il mancato raggiungimento di una serie di obiettivi rischia di ridimensionare e snaturare il significato del rinnovo a giugno 2004 del Parlamento europeo, considerato che quest'ultimo non elegge un Governo, non ha una carta costituzionale di riferimento e rischia di rappresentare una mera sommatoria di Paesi profondamente divisi sui grandi temi;
in tale quadro la scadenza del 14 giugno 2004 si rivelerebbe una semplice prova elettorale di secondo ordine, dove si saggerebbero soltanto i rapporti di forza fra i partiti all'interno dei singoli Paesi;
malgrado l'esistenza di chiari limiti, che vanno dall'evidente inadeguatezza della conferenza intergovernativa, alle carenze contenute nel testo della Costituzione europea e alle divisioni permanenti riguardo il tema cruciale della pace, pronunciamenti e azioni provenienti da istituzioni, organismi e cittadini dei singoli Paesi possono tuttavia risultare determinanti per il riavvio del processo di unificazione e di autonomia dell'Europa;

impegna il Governo:

a dimostrare nelle parole e nei fatti che sulle questioni fondamentali gli interessi e il ruolo possibile dell'Europa travalicano gli interessi nazionali e di parte;
a prendere in considerazione le proposte di creare un sistema a «doppia velocità» in Europa, non rigettando, quindi, a priori l'ipotesi di creare un gruppo di Paesi che voglia comunque andare avanti più speditamente nell'integrazione politica e nell'autonomia dell'Europa;
a valutare le proposte volte a superare la pericolosa paralisi possibile dovuta al voto all'unanimità;
ad appoggiare, nel corso del semestre di presidenza irlandese dell'Unione europea, tutte le azioni volte allo scioglimento del nodo politico che ha impedito l'approvazione della Costituzione europea, in particolare riavviando un'iniziativa della Convenzione sull'avvenire dell'Europa;
a sostenere, nel corso del medesimo semestre, il testo dell'attuale bozza di Costituzione europea, per dare forza alla trattativa in corso, così come è proposto nell'appello del Movimento federalista europeo, condiviso da numerosi cittadini italiani, associazioni ed enti locali;
a proporre e promuovere in sede europea iniziative che vadano verso una maggiore coesione politica degli Stati membri dell'Unione europea.
(1-00315) «Cima, Bulgarelli, Cento, Lion, Pecoraro Scanio, Zanella, Boato, Grillini, Rodeghiero, Camo, Diana, Sereni, De Brasi, Benvenuto, Banti, Cossa, Annunziata».
(9 febbraio 2004)

La Camera,
premesso che:
il 1o maggio 2004 verrà completato l'allargamento dell'Unione europea a 25 Stati membri;
il 13 giugno 2004 verrà eletto il nuovo Parlamento europeo;
i motivi che hanno portato alla convocazione della Convenzione sull'avvenire dell'Europa e questa assemblea a convenire su un unico testo di costituzione appaiono più che fondati e l'esigenza di giungere all'approvazione della Costituzione quanto mai urgente;
si prende atto con grande rammarico dell'esclusione dell'Italia dall'incontro al vertice del 18 febbraio 2004 tra i Capi di Stato e di Governo britannico, francese e tedesco e le rispettive delegazioni;
tale vicenda, se da un lato attesta la debolezza e l'insufficienza della politica europea del Governo italiano, dall'altro lato deve trovare nelle nuove regole istituzionali previste nella proposta di Costituzione una garanzia contro ogni forma di direttorio al vertice dell'Unione europea;

impegna il Governo:

a chiedere alla presidenza di turno irlandese l'immediata riconvocazione della conferenza intergovernativa, con l'obiettivo dell'approvazione della Costituzione nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, contestualmente all'ingresso nell'Unione europea di 10 nuovi Stati membri e prima dell'avvio della campagna elettorale per il Parlamento europeo;
a non sostenere soluzioni al ribasso sul progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa e, quindi, a lasciare cadere le ipotesi di modifica formulate nell'annesso dell'11 dicembre 2003, che rappresenterebbero un grave arretramento dal punto di vista del passaggio a votazioni a maggioranza qualificata, sancendo possibilità di veto da parte di ogni singolo Stato membro in materia di cooperazione penale (oltre a ridimensionare la sfera d'azione della procura europea) e in altre materie, nonché nell'ambito delle cooperazioni rafforzate;
a sviluppare, in sede di conferenza intergovernativa, un'azione politica adeguata perché nell'Unione europea si affermi collegialità nelle decisioni e democraticità nelle procedure - che prevedano anche avanguardie aperte sotto forma di cooperazioni rafforzate - e perché l'Italia riprenda la sua tradizionale funzione di punta che l'ha portata ad essere fra i protagonisti del processo di costruzione dell'Unione europea.
(1-00338) «Spini, Violante, Innocenti, Ruzzante, Calzolaio, Sereni, Ranieri, Melandri, Fumagalli, Folena, Crucianelli, Cabras, Bova, Zani».
(10 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, in quanto quelli attuali non consentono un efficace funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che, a causa delle posizioni troppo rigide di alcuni Stati, non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale;

impegna il Governo:

a svolgere tutte le azioni necessarie ed opportune per conseguire l'obiettivo di una rapida approvazione della Costituzione europea nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, con le sole integrazioni assolutamente indispensabili a superare la situazione di stallo, e questo anche al fine di rendere più agevole e proficuo l'ingresso nell'Unione europea dei 10 nuovi Stati membri;
a sostenere presso la presidenza di turno irlandese la riconvocazione della conferenza intergovernativa non appena matureranno le condizioni per l'approvazione della Costituzione dell'Unione europea, che rappresenta un obiettivo fondamentale per un Paese come l'Italia, che da sempre ha svolto un ruolo trainante nella costruzione europea, fino dalla sua fondazione nel 1957;
a sostenere, come d'altra parte riconosciuto dalla stessa presidenza irlandese, la necessità che i lavori della conferenza intergovernativa riprendano sulla base dell'ambizioso progetto approvato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, completato ed arricchito dal lavoro negoziale compiuto durante la presidenza italiana;
a contribuire attivamente alla creazione di un consenso tra tutti gli Stati membri, mantenendo il coerente rifiuto di compromessi al ribasso.
(1-00347) «Antonio Leone».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
il Governo italiano nel corso del semestre di presidenza dell'Unione europea ha portato avanti con determinazione una difficile mediazione nell'ambito della conferenza intergovernativa che avrebbe dovuto portare alla firma della Costituzione europea;
nonostante l'impegno del Governo e il fatto che il progetto formulato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa fosse stato accolto dal Consiglio europeo di Salonicco come base unanimemente condivisa, le divergenze emerse in seguito tra alcuni Paesi membri sui futuri assetti dell'Unione europea non hanno consentito di approvare il testo del progetto di Costituzione europea nel corso della conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003;
l'approvazione della Costituzione europea qualificherebbe il processo di unificazione politica europea, in quanto sarebbe l'indispensabile premessa per attivare, nell'ambito del diritto dell'Unione europea, strumenti di politica estera, di sicurezza comune, di cooperazione tra forze di polizia e giudiziaria in materia penale più efficaci, che possano dare risposte adeguate ai cittadini europei per contrastare le minacce del terrorismo di qualunque matrice e di qualunque provenienza;
in base agli scenari emersi nel Consiglio europeo di Bruxelles del 25-26 marzo 2004, si sarebbero aperte nuove prospettive per la firma del Trattato costituzionale europeo, in quanto i tragici fatti di Madrid hanno ancora una volta evidenziato la necessità di una maggiore coesione politica degli Stati membri. Le nuove condizioni politiche consentirebbero di superare alcune resistenze che hanno ostacolato la firma del Trattato costituzionale europeo, aprendo prospettive per i negoziati intergovernativi;
il rinnovo del Parlamento europeo, unica istituzione direttamente rappresentativa dei popoli europei, costituirebbe, inoltre, il momento più significativo per un passaggio ad un'unione politica basata su una Costituzione, tenuto conto anche dell'imminente allargamento dell'Unione europea a venticinque Stati;
il Governo italiano potrebbe, infine, porre nuovamente nell'ambito dei negoziati la questione dell'inserimento nel preambolo della futura Costituzione europea di un esplicito richiamo alle comuni radici cristiane dell'Europa, promuovendo così il riconoscimento dei valori democratici fondanti la stessa identità culturale europea:

impegna il Governo:

a continuare con determinazione l'opera di mediazione politica, per addivenire alla sottoscrizione della Costituzione europea possibilmente prima delle elezioni del Parlamento europeo di giugno 2004.
(1-00348) «Naro, Volontè».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
l'ormai imminente ingresso nell'Unione europea di 10 Stati, che porterà a 25 il numero dei Paesi membri, rende necessario ed urgente il rafforzamento dei meccanismi decisionali, per un efficace e produttivo funzionamento delle istituzioni di una comunità allargata che ambisca a rappresentare un soggetto politico unitario;
appare, quindi, oltremodo auspicabile riprendere il cammino per l'approvazione della Costituzione europea nel testo elaborato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, che non è stato possibile realizzare nella conferenza intergovernativa tenutasi a Bruxelles dal 12 al 13 dicembre 2003, nonostante l'impegno italiano quale presidente di turno;
l'evoluzione della situazione internazionale ed i pericoli per la sicurezza del nostro continente rendono ancora più evidente l'esigenza di un rafforzamento delle istituzioni europee, come strumento essenziale per difendere gli interessi e la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea: di qui la necessità di rafforzare l'immagine e la credibilità internazionale dell'Unione europea, soprattutto in materia di politica estera;
inoltre, il rapporto presentato al Consiglio europeo di marzo 2004 dalla presidenza irlandese, illustrativo dei contatti bilaterali condotti a partire dal mese di gennaio 2004, conferma come il progetto della Convenzione sull'avvenire dell'Europa ed il lavoro negoziale svolto dalla presidenza italiana possono rappresentare la base di un ampio consenso nel quadro di un accordo globale e che tale accordo appare realmente ipotizzabile, viste le recenti dichiarazioni espresse dai leader europei a Madrid nei giorni scorsi;

impegna il Governo:

a svolgere tutte le azioni necessarie ed opportune per conseguire l'obiettivo di una rapida approvazione della Costituzione europea nel testo definito dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, se del caso con eventuali integrazioni, tali da rendere certo il risultato finale;
a sostenere presso la presidenza di turno irlandese la riconvocazione della conferenza intergovernativa, non appena matureranno le condizioni per l'approvazione della Costituzione dell'Unione europea, che rappresenta un obiettivo fondamentale per un Paese come l'Italia, che da sempre ha svolto un ruolo trainante nella costruzione europea, fino dalla sua fondazione nel 1957;
a sostenere, come d'altra parte riconosciuto dalla stessa presidenza irlandese, la necessità che i lavori della conferenza intergovemativa riprendano sulla base dell'ambizioso progetto approvato dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa, completato ed arricchito dal lavoro negoziale compiuto durante la presidenza italiana;
a contribuire attivamente alla creazione di un consenso tra tutti gli Stati membri, mantenendo il coerente rifiuto di compromessi al ribasso, controproducenti per la credibilità e la capacità d'azione dell'Unione europea.
(1-00349) «Anedda, Landi di Chiavenna, Selva, Amoruso, Bocchino, Cirielli, Malgieri, Zacchera».
(29 marzo 2004)

La Camera,
premesso che:
è evidente il fallimento della dottrina della guerra preventiva adottata dall'amministrazione Bush in Iraq, che ha contribuito a destabilizzare lo scenario mondiale;
l'articolo 11 della Costituzione sancisce la contrarietà del nostro Paese alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie tra i popoli;
nel processo costituente europeo tale principio non può essere eluso, in considerazione della sua universalità;
l'Europa può rappresentare un importante punto di riferimento per una politica effettivamente multilaterale;

impegna il Governo

a promuovere l'inserimento del contenuto dell'articolo 11 della nostra Costituzione nel Trattato costituzionale europeo.
(1-00350) «Realacci, Folena, Fioroni, Siniscalchi, Gasperoni, Piscitello, Zanella, Pistone, Sasso, Bellini, Bandoli, Innocenti, Battaglia, Vigni, Pinotti, Calzolaio, Monaco, Lion, Boato, Rusconi, Zanotti, Ruggeri, Tocci, Bimbi, Reduzzi, Giachetti, Ruzzante, Panattoni, Cento, Villari, Di Serio D'Antona, Maura Cossutta, Mussi, Cima, Lettieri, Pistelli».
(29 marzo 2004)