TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 441 di Giovedì 18 marzo 2004


INTERPELLANZE URGENTI

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella seduta del 19 giugno 2003, rispondendo ad un'interpellanza urgente avente ad oggetto «presunte anomalie nella vicenda giudiziaria del generale dei carabinieri Stefano Orlando», il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Cosimo Ventucci, affermava testualmente: «in ogni caso, con specifico riguardo al superamento del minimo edittale previsto dall'articolo 280 del codice di procedura penale, che ha comportato l'illegittimità del provvedimento restrittivo adottato, si fa presente che questo profilo è sindacabile in sede disciplinare sotto il profilo dell'eventuale abnormità»;
il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva affermato in quella sede di essere perfettamente a conoscenza dell'esistenza di profili di portata sanzionabile in sede disciplinare, auspicando l'attivazione immediata, da parte del Ministro interpellato, della relativa azione;
ad oggi, gli interpellanti non hanno avuto notizia di alcuna iniziativa tesa a sanzionare in sede disciplinare l'attività certamente illegittima posta in essere dal pubblico ministero e dal giudice per le indagini preliminari di Potenza -:
se abbia o meno promosso l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati indicati in premessa e, in caso affermativo, quale ne sia stato l'esito.
(2-01011)
«Pittelli, Cola, Muratori, Perlini, Cesaro, Lavagnini, Milanato, Oricchio, Parodi, Misuraca, Viale, Palma, Baiamonte, Grimaldi, Sardelli, Giacomo Angelo Rosario Ventura, Perrotta, Taborelli, Savo, Nicotra, Leccisi, Cosentino, Garagnani, Alfredo Vito, Arnoldi, Dorina Bianchi, Zaccheo, Saponara, Blasi, Giudice, Verro, Mario Pepe, Mormino, Cossiga».
(12 dicembre 2003)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
dopo l'attentato alle Twin Towers tutto il mondo occidentale ha modificato e potenziato i sistemi di sicurezza per i cittadini, in modo particolare quelli legati ai trasporti, che dopo l'11 settembre 2001 sono apparsi molto vulnerabili;
l'attentato di Madrid con la sua strage di vittime innocenti, al di là di conferme e riscontri sulla sua matrice, rappresenta un segnale inquietante ed allarmante;
l'opinione pubblica mondiale è fortemente impressionata dalla strage di Madrid e sta prendendo coscienza dell'imperversare di un terrorismo barbaro, globale e, soprattutto, antioccidentale;
se fosse davvero confermata la matrice islamica emersa in queste ultime ore, anche l'Italia potrebbe essere nel mirino, come risulterebbe anche da alcune segnalazioni da parte di servizi di intelligence stranieri avvenute nel corso degli ultimi mesi;
ciò rende necessario ed urgente che, accanto ad un maggiore impegno e sostegno delle attività investigative, si intensifichi anche l'azione di prevenzione degli atti di terrorismo;
è possibile immaginare che in conseguenza dell'attentato di Madrid ci saranno dei riflessi negativi sull'intero comparto del trasporto ferroviario, europeo e nazionale;
allo stato attuale la sicurezza nei trasporti appare adeguata negli aeroporti, sulle strade e nel trasporto in mare, settori nei quali è sempre possibile l'identificazione del passeggero, nonché, nel caso di automobili e barche, del mezzo di trasporto;
l'anello debole della catena nel sistema del trasporto passeggeri appare essere quello su rotaie, che muove l'imponente cifra di 500 milioni di passeggeri all'anno;
il trasporto ferroviario, non essendo per esso mai richiesta l'esibizione di un documento d'identità, è quello che offre le maggiori possibilità di facile spostamento per chi non voglia fornire le proprie generalità ed è per questo, purtroppo, spesso utilizzato da persone che abbiano compiuto - o in animo di compiere - dei reati -:
quale strategia di intervento e quali iniziative intendano adottare per rendere effettiva ed efficace l'azione istituzionale di prevenzione e di contrasto al terrorismo e, in particolare, quali misure intendano mettere in atto per garantire la generale sicurezza nel sistema dei trasporti;
se ritengano utile istituire presso il ministero dell'interno un organismo deputato a tenere il collegamento tra tutti i sistemi di sicurezza in essere negli enti che gestiscono trasporti pubblici e privati, anche al fine di un'armonizzazione delle protezioni, e se non ritengano di promuovere un piano nazionale di sicurezza specificamente per il trasporto ferroviario;
se ritengano utile promuovere forme di cooperazione tra le forze di polizia e i ministeri competenti, con le Ferrovie dello Stato e il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per facilitare l'utilizzo del treno da parte delle forze dell'ordine e, quindi, offrire sicurezza indiretta;
se intendano verificare la possibilità dell'identificazione dei passeggeri dei treni, attraverso nuove tecnologie e strategie.
(2-01119)
«Pezzella, Ascierto, Cristaldi, Fasano, Fatuzzo, Gamba, Scalia, Strano, Gianni Mancuso, Landolfi, Cannella, Saglia, Antonio Pepe, Delmastro Delle Vedove, Cirielli, Lamorte, Saia, Alberto Giorgetti, Bellotti, Giorgio Conte, Alboni, Meroi, Angela Napoli, Menia, Ghiglia, Gallo, Canelli, Taglialatela, Leo, Cesaro, Paolone, Airaghi, Arrighi, La Starza, Anedda, Butti, Catanoso, Franz, Messa, Onnis, Porcu, Villani Miglietta, Amoruso, Armani, Bocchino, Bornacin, Briguglio, Cardiello, Fiori, Foti, Garnero Santanché, Mazzocchi, Ramponi, Trantino, Zaccheo».
(16 marzo 2004)

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
giovedì 25 marzo 2004 il tribunale amministrativo regionale del Lazio discuterà il ricorso presentato dalla società di calcio Cosenza 1914 contro la mancata iscrizione ai campionati professionistici, decretata dal Coni nell'estate del 2003;
a Cosenza c'è un clima di grande attesa per l'esito del procedimento amministrativo, condiviso dai tifosi organizzati e dalla maggioranza della cittadinanza;
è diffusa, se non unanime, la sensazione che la città sia stata vittima di un'ingiustizia del tutto immeritata ed immotivata;
nell'estate del 2003, infatti, i mezzi di informazione spiegarono che l'esclusione dai campionati del sodalizio silano fu presa a causa del difetto e dell'incompletezza della documentazione presentata al momento dell'iscrizione e, più in particolare, per la ritardata copertura di una fideiussione bancaria;
una carenza formale, questa, che col passare dei giorni è apparsa ai cosentini, e non solo, ben poca cosa rispetto alla situazione di dissesto generalizzato del sistema del calcio professionistico, che si è scoperto essere fondato su un regime, conosciuto e tollerato, di irregolarità diffusa nella tenuta dei bilanci, nella loro trasparenza e nel possesso dei requisiti minimi di correttezza, che vedeva e che vede coinvolti insieme i grandi club, anche quelli quotati in borsa, e le piccole e medie società di provincia;
nonostante ciò, a pagare con l'esclusione dal calcio professionistico è stato soltanto il Cosenza;
altri club hanno avuto un trattamento molto diverso e assai più benevolo, ad iniziare da quelli che nonostante fossero retrocessi sul campo sono stati ripescati;
tanti tifosi sono rimasti disgustati da quanto è avvenuto in questi mesi;
occorre pertanto, ad avviso degli interpellanti, ridare un minimo di credibilità ad un sistema che gli accadimenti dell'estate del 2003 e quelli attuali hanno indebolito -:
se non ritenga di adottare iniziative dirette a sanare l'ingiustizia subita dalla città e dai suoi tanti tifosi, adoperandosi presso i competenti organi del Coni affinché sia decretata l'immediata riammissione della squadra del Cosenza, a prescindere dalla sua composizione societaria.
(2-01116)
«Mancini, Camo, Oliverio, Pappaterra, Grotto, Sandi, Amici, Bandoli, Roberto Barbieri, Bersani, Buemi, Burlando, Cabras, Caldarola, Carboni, Chianale, Chiaromonte, Chiti, De Brasi, Alberta De Simone, Diana, Gambini, Giulietti, Grillini, Lucidi, Lumia, Luongo, Mancini, Mazzuca Poggiolini, Minniti, Montecchi, Nigra, Ottone, Luigi Pepe, Piglionica, Pollastrini, Potenza, Quartiani, Rossiello, Sabattini, Sereni, Turco, Vianello, Angioni, Bettini, Carbonella, Carra, Cazzaro, Iannuzzi, Lettieri, Santino Adamo Loddo, Raffaella Mariani, Meduri, Mosella, Olivieri, Panattoni, Petrella, Rotundo, Rugghia, Sasso, Sedioli, Tolotti, Trupia».
(15 marzo 2004)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
nonostante la sentenza del Tar del 2001 e il parere del Consiglio di Stato del 2003, l'Enpaf, nel processo di dismissione del proprio patrimonio immobiliare, continua con pervicacia a mantenere atteggiamenti non rispettosi delle leggi dello Stato, disconoscendo ai propri inquilini diritti acquisiti per effetto della legge e confermati dalla sentenza e dal parere citati;
il Consiglio dei ministri, nella seduta n. 135 del 5 dicembre 2003, in forza di quanto dispone l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1199 del 1971, su proposta del Ministro interpellato, ha disatteso il parere del Consiglio di Stato, privandolo per sempre di qualsivoglia rilevanza;
gli stessi inquilini hanno richiesto il parere del Consiglio di Stato, che nell'adunanza del 18 giugno 2003 in merito al ricorso al Presidente della Repubblica (rif. 3217/2002) confermava l'obbligo da parte degli enti previdenziali di provvedere alle vendite con questa specifica dicitura: «La circostanza che l'ente pubblico si sia trasformato, medio tempore, in soggetto privato non altera in alcun modo le conclusioni qui raggiunte, posto che il quadro dismissorio va sicuramente riportato almeno alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 104 del 1996 e, a quella data, l'Enpaf era sicuramente compreso nella tabella I allegata alla legge n. 70 del 1975. Alla stregua di questi dati, ben si comprende come possa essere invocato, anche nel caso in ispecie, il disposto del comma 20 dell'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, 351, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 410 del 2001, che si riferisce, con ogni evidenza, agli enti pubblici previdenziali presi in considerazione alla data del 17 marzo 1996;
con il decreto-legge 16 febbraio 1996, n. 104, si è prevista la dismissione degli immobili di proprietà degli enti previdenziali;
si è riconosciuto il diritto di prelazione da parte dei conduttori degli immobili ceduti in locazione;
con decreto ministeriale del 7 novembre 2000 l'Enpaf è divenuto «fondazione di diritto privato»;
per effetto della legge n. 410 del 2001, apportante modifiche al predetto decreto-legge, gli enti previdenziali privatizzati hanno ritenuto di non essere più obbligati alla vendita degli immobili di loro proprietà;
gli interessati all'acquisto hanno più volte manifestato la loro volontà di perfezionare gli atti di compravendita -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per far sì che l'Enpaf rispetti per sempre quanto previsto dalle norme di legge, non escluse le prescrizioni dell'articolo 3, comma 134, della legge n. 350 del 27 dicembre 2003 (legge finanziaria per il 2004).
(2-01107)
«Buontempo, Airaghi, Bellotti, Canelli, Cannella, Carrara, Castellani, Cola, Giorgio Conte, Cristaldi, Fasano, Fragalà, Geraci, Ghiglia, Gironda Veraldi, La Grua, Lamorte, Landolfi, Leo, Maceratini, Maggi, Luigi Martini, Migliori, Nespoli, Patarino, Riccio, Rositani, Saia, Zacchera, Raisi, Giulio Conti, Meroi, Losurdo, Gallo, Fatuzzo, La Starza».
(9 marzo 2004)