TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 439 di Martedì 16 marzo 2004

INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI

A) Interpellanza

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri per la funzione pubblica e delle attività produttive, per sapere - premesso che:
il 15 luglio 2003 - a distanza di pochi mesi dal clamoroso errore commesso dall'Istat in ordine all'applicazione della riduzione dei prezzi di alcuni farmaci - il gruppo parlamentare del partito di Rifondazione comunista, nel corso di una conferenza stampa, ha invitato lo stesso Istat a riconsiderare il dato sull'inflazione di giugno 2003, che appariva palesemente affetto da un macroscopico errore riguardante la diminuzione dei prezzi delle chiamate effettuate da un telefono domestico;
la sera dello stesso giorno l'Istat ha diffuso una nota per le redazioni economiche in cui si affermava che non era stato commesso alcun errore nel valutare l'impatto delle riduzioni delle tariffe di telefonia fissa sull'indice generale dei prezzi al consumo di giugno 2003, spiegando, per sommi capi, il meccanismo di calcolo e dichiarando di aver rilevato nel mese di giugno 2003 una diminuzione generalizzata per le comunicazioni verso rete mobile del call setup (o scatto allo risposta) e, differenziato per operatore di destinazione, del prezzo al secondo di conversazione;
il medesimo comunicato veniva inviato al giornale Liberazione e pubblicato dallo stesso il giorno 17 luglio 2003, seguito da una controreplica in cui si evidenziava che, a differenza di quanto sostenuto dall'Istat, lo scatto alla risposta era aumentato da 7,87 centesimi a 12 centesimi di euro e non diminuito;
il 17 luglio 2003 si teneva presso l'Istat il consiglio d'istituto e in quella sede il presidente dell'Istat informava i consiglieri che erano stati effettuati accurati controlli e che non era emerso alcun errore;
il 25 luglio 2003, nel corso dell'audizione sul documento di programmazione economico-finanziaria del presidente dell'Istat presso le Commissioni bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati riunite congiuntamente, lo stesso continuava a negare la presenza di un errore di calcolo nell'indice dei prezzi al consumo di giugno 2003;
finalmente l'11 agosto 2003, in occasione della diffusione del comunicato stampa degli indici dei prezzi al consumo di luglio 2003, l'Istat correggeva il dato di giugno della telefonia, riportando, conseguentemente, l'inflazione al livello di +2,7, anziché +2,6 -:
se non intendano procedere agli opportuni accertamenti attraverso la Commissione per la garanzia dell'informazione statistica, di cui all'articolo 12 del decreto legislativo n. 322 del 6 settembre 1989;
quali verifiche siano state effettuate il pomeriggio del 15 luglio 2003 dalla task force composta dal capo dipartimento, dai due direttori centrali competenti per materia e dal dirigente del servizio sulle statistiche dei prezzi, che non hanno individuato l'errore macroscopico in merito al costo delle chiamate telefoniche da apparecchio domestico fisso a cellulare;
se gli «accurati controlli» dichiarati dal presidente dell'Istat si basino unicamente sulle conclusioni della suddetta task force o se siano state prese in debita considerazione le controrepliche alla nota diffusa dall'Istat pubblicate sul giornale Liberazione;
se si ritenga normale impiegare quasi un mese per rettificare un errore banale ed evidente fin dal primo momento;
quale sia il motivo per il quale si è attesa la concomitanza della diffusione del dato di luglio 2003, avvenuta l'11 agosto 2003, per correggere il dato di giugno 2003, pur sapendo che l'errore aveva causato una falsa inversione di tendenza dell'inflazione - ed in particolare una diminuzione dopo alcuni mesi di stasi - che aveva avuto un notevole risalto sulla stampa ed una ricaduta in termini economici, finanziari, politici e sociali;
se i tempi e le modalità di rettifica del dato di giugno 2003 siano stati concordati con gli organi di vigilanza o se l'Istat abbia agito in piena autonomia e, comunque, se sia stata rispettata la normativa europea in materia statistica, che, in caso di accertamento di errori, statuisce che gli stessi, appena rilevati, debbano essere corretti «senza indugio»;
in particolare, poiché l'indice italiano concorre alla formazione dell'indice armonizzato europeo diffuso da Eurostat e preso come riferimento principale della politica monetaria della Banca centrale europea, se i tempi e le modalità di revisione siano stati concordati anche con l'Istituto statistico europeo e la Banca centrale europea;
se, al momento dell'audizione del 25 luglio 2003, l'Istat fosse già al corrente che era stato commesso l'errore - d'altronde 10 giorni sono più che sufficienti per verificare se uno scatto alla risposta sia aumentato o diminuito - e, in caso di risposta affermativa, quale significato sia da attribuire alla seguente affermazione del presidente dell'Istat: «...se l'errore ci fosse - anche se penso non ci sia - siamo disponibili a correggerlo»;
se l'affermazione, nel corso della medesima audizione del 25 luglio 2003, del direttore del servizio che si occupa delle statistiche sui prezzi - «questo dato è stato brutalmente inserito all'interno di una macchina che in base a certe ipotesi... ha prodotto tale risultato» - stia a significare che il processo di produzione dell'indice dei prezzi al consumo è fuori da qualsiasi controllo e, come tale, soggetto ad un'elevata erraticità;
se, alla luce delle evidenti lacune di gestione del processo di produzione, sia stata disposta una verifica a tappeto su tutte le voci del paniere per evitare che siano presenti ulteriori errori, magari di minor impatto e quindi meno visibili, ma non per questo trascurabili, oppure sulla base di quali elementi oggettivi si possa escludere tale eventualità;
quali siano le ragioni per le quali un dirigente dell'Istat, tra i massimi esperti italiani dell'indice dei prezzi al consumo, apprezzato a livello europeo, autore di numerosi studi e pubblicazioni, da ultimo, in collaborazione con la Banca d'Italia, del saggio «L'euro ha creato inflazione? Changeover e arrotondamenti dei prezzi al consumo in Italia nel 2002», da più di un anno sia stato praticamente ed immotivatamente esautorato da qualsiasi funzione all'interno dell'unità operativa dell'indice dei prezzi al consumo, con conseguenze tutt'altro che benefiche per la medesima unità operativa;
se l'inopinata estromissione del predetto dirigente dall'importante struttura dell'Istat sia da mettere in qualche relazione con l'attività sindacale che, tra l'altro, il medesimo svolge all'interno dell'istituto, quale membro della segreteria nazionale del sindacato USI/RdB-ricerca, che è quello maggiormente rappresentativo all'Istat.
(2-00896) «Alfonso Gianni, Giordano».
(23 settembre 2003)

B) Interrogazione

BONITO e FINOCCHIARO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa hanno riportato che il concorso per l'accesso alla magistratura, indetto in data 12 marzo 2002 e svoltosi a maggio 2003, è stato contrassegnato dalla scoperta della manomissione del compito di un candidato;
il Consiglio superiore della magistratura ha sospeso in via cautelare dalle funzioni e dallo stipendio il commissario d'esame Clotilde Renna, sostituto procuratore generale, recentemente trasferito da Napoli a Salerno, che avrebbe maldestramente integrato, con due fogli redatti a mano dall'interessata, il tema di una candidata già bocciata agli scritti;
questo deprecabile e gravissimo episodio può costituire oggetto di valutazione negativa nell'ambito della correttezza e validità del concorso di cui sopra -:
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato;
se sia stata avviata un'inchiesta amministrativa e quali siano i risultati fino ad oggi acquisiti;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'avvenuta presentazione di ricorsi individuali o collettivi da parte di candidati risultati non idonei alla prova orale;
quali iniziative concrete il Ministro interrogato abbia avviato o intenda avviare affinché i concorrenti al concorso in oggetto abbiano la garanzia che, tranne il caso sopra esposto, tutti i compiti scritti siano stati esaminati e corretti in maniera obiettiva e regolare.
(3-02553)
(21 luglio 2003)

C) Interrogazione

CENNAMO, PETRELLA, RANIERI, SINISCALCHI, CARBONI e CHIAROMONTE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
note di stampa pubblicate su un quotidiano con diffusione nazionale riportano la drammatica situazione della casa di reclusione e circondariale di Poggioreale in Napoli;
attualmente sono ristrette nella struttura più di 1600 persone, metà delle quali in attesa di giudizio, distribuite nei 13 padiglioni, con più di dieci persone per cella;
questa situazione non consente agli operatori di prestare alcun servizio trattamentale e non possono essere garantiti l'assistenza sanitaria, il lavoro, la formazione, le visite dei familiari, le ore d'aria consentite in altri istituti;
i disagi si sono acuiti per la chiusura di uno dei padiglioni, per diversi mesi, per eseguirvi lavori di ristrutturazione -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, con urgenza, per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori della casa di reclusione di Poggioreale in Napoli.
(3-02604)
(31 luglio 2003)

D) Interrogazione

FINOCCHIARO, BONITO e KESSLER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
si apprende dal quotidiano la Repubblica del 27 ottobre 2003 che a tutti gli uffici giudiziari sono stati inviate, dal ministero della giustizia, copie della rivista Giusto processo -:
se questa notizia corrisponda a verità;
in caso affermativo, quali altre riviste giuridiche siano gratuitamente inviate agli uffici giudiziari a cura del ministero e sulla scorta di quali criteri siano scelte quelle da diffondere;
chi sostenga il costo delle riviste inviate;
chi sostenga le spese di spedizione;
nel caso in cui tali spese siano, in tutto o in parte, a carico del bilancio dello Stato, quale sia l'ammontare della spesa sinora sostenuta e quale previsione di spesa sia stata operata per il futuro, nonché, in particolare, come mai si sia ritenuto di investire risorse nell'invio della predetta rivista ad uffici giudiziari, la cui funzionalità ed efficienza risultano frustrate dalla mancanza di risorse da destinare, per esempio, all'uso della stenotipia nel processo penale, al pagamento degli straordinari al personale amministrativo e, addirittura, all'acquisto di articoli di cancelleria.
(3-02813)
(29 ottobre 2003)

E) Interrogazione

BUONTEMPO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono giacenti presso molte sedi dell'agenzia delle entrate numerosi ricorsi per l'ottenimento del rimborso d'imposte a vario titolo versate erroneamente od in eccesso dai contribuenti;
tali rimborsi legittimi e giustificati non possono essere effettuati per mancanza di fondi da parte delle agenzie -:
quali intendimenti si vogliano porre in essere per stanziare i fondi necessari e quale procedura si intenda attivare affinché le agenzie possano, in tempi ragionevoli, provvedere ai rimborsi, ottenendo così, oltre ad una facilitazione per il cittadino, anche un notevole risparmio per l'erario che non avrebbe l'aggravio di spese legali spesso determinate da cause intentate dai contribuenti.
(3-01582)
(18 novembre 2002)

F) Interrogazione

PAOLA MARIANI, LULLI, GIACCO, GASPERONI, DUCA, GALEAZZI e CALZOLAIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli eventi negativi che hanno coinvolto l'economia mondiale nel corso dell'ultimo triennio hanno fortemente accentuato i disagi del «sistema moda», in particolare del settore calzaturiero, legato all'andamento dei consumi e alle politiche dell'export;
da tempo le confederazioni artigiane, ultimamente anche la Confindustria, hanno fortemente sollecitato le istituzioni locali e nazionali per un intervento globale sull'intero comparto, dalla riduzione dell'iva, alla deducibilità della componente «costo lavoro» dalla base Irap, alle misure «anti-dumping» sociale e, più in particolare, alla tutela del marchio made in Italy, con l'obbligatorietà dell'etichettatura e della tracciabilità e con una lotta più incisiva alle importazioni illegali e alle contraffazioni;
alcuni provvedimenti hanno bisogno di tempi di applicazione ragionevolmente più lunghi, ma altri, come i controlli delle dogane, sono di immediata applicazione;
proprio a seguito di una visita della Confartigianato alla dogana di Civitanova Marche sono state segnalate procedure non sufficienti a sconfiggere le importazioni illegali e anche un organico sottodimensionato per affrontare adeguatamente il problema -:
se non intenda dare un chiaro segnale d'attenzione a tutte queste problematiche, adottando provvedimenti urgenti per migliorare e potenziare il servizio doganale, consentendo così controlli più capillari ed efficaci;
se non ritenga, inoltre, possibile, con provvedimento amministrativo del ministero dell'economia e delle finanze, catalogare le merci del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero dal canale verde al canale rosso, per consentire, in questo modo, non più un semplice controllo cartaceo, ma un reale e visivo controllo delle merci, per contrastare più efficacemente le importazioni illegali e le contraffazioni, venendo incontro, in questo modo, alle difficoltà di un settore economico per il quale le ripercussioni negative hanno un evidente e drammatico risvolto di carattere occupazionale, soprattutto in quelle zone, come il maceratese e il fermano, dove la produzione calzaturiera rappresenta l'economia primaria.
(3-02789)
(23 ottobre 2003)

G) Interrogazione

DELMASTRO DELLE VEDOVE, RICCIUTI e ROMELE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le associazioni degli artigiani edili continuano a ribadire che la fissazione dell'iva al 10 per cento sugli interventi di manutenzione potrebbe evitare una brusca frenata del settore;
nel corso del 2003 le comunicazioni di inizio lavori sono state 313.500 e, dopo sei anni di vigenza della normativa in materia, gli interventi per i quali sono state richieste le agevolazioni ammontano ad un milione e settecentosessantamila;
ma nel 2003 le richieste sono calate del 12 per cento, sicché la norma, per alcuni versi, sembra aver perso smalto e slancio;
è doveroso rilevare e ricordare come l'utilizzo della normativa di cui trattasi abbia costituito un significativo incentivo all'utilizzo di forme di lavoro regolare, con aumento dell'occupazione e della sicurezza, soprattutto nei piccoli cantieri;
la Commissione europea ha proposto una proroga di ulteriori due anni dell'esperimento con il quale era stata prevista l'iva all'aliquota del 10 per cento per le attività edilizie ad alta intensità di manodopera;
la richiesta degli artigiani edili, quindi, è quella del varo di una norma, che, conformemente alle opinioni prevalenti a Bruxelles, equipari l'iva delle manutenzioni a quella già attualmente in vigore per i lavori di ristrutturazione e di restauro con l'aliquota del dieci per cento -:
se non ritenga di dover seriamente valutare l'opportunità di adottare iniziative normative dirette a prevedere anche per gli interventi di manutenzione edile l'aliquota dell'iva al dieci per cento, tenuto anche conto degli orientamenti espressi in sede comunitaria dalla Commissione europea e dal Consiglio Ecofin.
(3-02999)
(28 gennaio 2004)

H) Interrogazioni

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è alto l'allarme di migliaia di dipendenti già del ministero delle finanze ed oggi dipendenti dell'agenzia delle entrate;
i dipendenti lamentano la mancanza di una normativa collettiva certa, che stabilisca con precisione la sfera dei reciproci diritti e doveri;
in particolare, i doveri sembrano essere rimasti gli stessi, mentre i diritti sembrano essere sostanzialmente evanescenti e, comunque, non chiaramente individuati;
trattasi di circa 34 mila impiegati, la cui piattaforma contrattuale resta attualmente a livello di bozza da discutere;
da una parte viene richiesta - e giustamente - una sempre maggiore professionalità degli operatori dell'agenzia delle entrate, al fine di migliorare il rapporto con i contribuenti, mentre dall'altra le forti richieste di risparmio (carta, energia elettrica, telefono ed altre) sembrano non tener conto del fatto che l'efficienza degli uffici richiedono un utilizzo razionale dei servizi, ma non certamente un loro sottoutilizzo;
lo stesso ringraziamento formalizzato dal Ministro interrogato ai commercialisti, per la positiva riuscita del condono, ha evidenziato un'ingiusta sottovalutazione del grande impegno degli uffici, proprio perché tale ringraziamento ha completamente dimenticato il personale delle agenzie delle entrate;
risulta, altresì, insufficiente l'applicazione della direttiva del Ministro Manzella sull'abolizione dello strumento cartaceo attraverso la diffusione dello strumento della posta elettronica -:
se non ritenga che il personale dell'agenzia delle entrate abbia o meno il diritto, senza ulteriori dilazioni, di ottenere una normativa contrattuale definita, sì da superare le incertezze che, ad oggi, rendono difficile ed indefinito, soprattutto sul piano retributivo, il rapporto di lavoro di circa 34 mila impiegati;
se non ritenga, dunque, di dover accelerare i tempi per il varo di uno specifico contratto di lavoro per definire in modo giusto ed equo gli elementi retributivi e di carriera, tenuto conto della trasformazione del rapporto avvenuta negli ultimi anni;
se non ritenga di dare effettiva e completa applicazione alla direttiva del Ministro Manzella sull'abolizione dello strumento cartaceo mediante ampia diffusione del sistema di posta elettronica.
(3-02557)
(22 luglio 2003)


GIANNI MANCUSO e DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la decisione di raddoppiare le risorse destinate ai centri di assistenza fiscale ha destato non poche perplessità, soprattutto nell'ambito dei lavoratori dipendenti delle agenzie delle entrate;
mentre i dipendenti sono sempre in attesa che il Governo si preoccupi di portare a termine la contrattazione per la categoria, vengono rinvenute risorse destinate ad organismi che, per un certo verso, duplicano l'attività che viene già istituzionalmente svolta dall'amministrazione finanziaria periferica dello Stato;
il riconoscimento dell'attività svolta dai centri di assistenza fiscale non può che essere posposto al riconoscimento dell'attività svolta dai dipendenti delle agenzie delle entrate, riconoscimento che deve partire dall'accoglimento delle loro (peraltro modestissime) rivendicazioni economiche e dalla sottoscrizione di un formale contratto collettivo;
è di tutta evidenza che, operando in questo modo, si corre il rischio di accentuare il senso di frustrazione e di avvilimento che serpeggia nel settore dei dipendenti delle agenzie delle entrate -:

se e quando, in ragione dell'intervenuto reperimento di nuove risorse finanziarie da destinare ai centri di assistenza fiscale, si riterrà di poter individuare le risorse finanziarie da destinare ai dipendenti delle agenzie delle entrate, contestualmente al varo di una seria contrattazione individuante con precisione la sfera dei diritti e dei doveri.
(3-02571)
(23 luglio 2003)