TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 418 di Mercoledì 4 febbraio 2004

MOZIONI SULLE INIZIATIVE PER CONTRASTARE L'ANTISEMITISMO

La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni si è registrato in molti Paesi europei un significativo e preoccupante aumento di fenomeni di antisemitismo e di ostilità verso i componenti delle comunità ebraiche;
dal rapporto commissionato dall'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e di xenofobia di Vienna emerge che dopo l'inizio della seconda Intifada si sono moltiplicati gli atti antisemiti, alimentati e promossi dall'opera congiunta di gruppi di estrema sinistra e di fondamentalisti islamici;
i tragici eventi del passato dimostrano che il virus dell'antisemitismo può portare a conseguenze drammatiche in tutte le società democratiche;
la sempre crescente diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare di internet, fa sì che le attività di gruppi isolati razzisti non siano più confinate all'interno di un singolo Paese, rendendo accessibile materiale antisemita e di negazione dell'Olocausto a un pubblico potenzialmente vastissimo e senza alcun controllo;
dai risultati di un sondaggio del novembre 2003 risulta che la maggioranza assoluta degli italiani ritiene che gli ebrei, oltre ad avere una religione diversa, «hanno in comune caratteristiche sociali, culturali e politiche che li distinguono dal resto degli italiani», mentre il 20 per cento pensa che gli ebrei «non sono dei veri italiani»;
da un altro sondaggio, pubblicato nel gennaio 2004, emerge che l'11 per cento degli italiani non crede che la Shoah abbia provocato effettivamente sei milioni di vittime e il 3 per cento nega addirittura che l'Olocausto sia effettivamente avvenuto;
questi dati dimostrano che anche nel nostro Paese determinati pregiudizi e stereotipi contro gli ebrei non appartengono a un periodo storico ormai lontano, ma sono ancora attuali;
autorevoli rappresentanti della comunità ebraica italiana hanno espresso un senso di disagio dettato dalla consapevolezza che molti italiani percepiscono l'ebreo come soggetto estraneo alla realtà nazionale;
la distinzione tra gli ebrei e gli altri cittadini italiani costituisce un pregiudizio diffuso, ma privo di qualsiasi fondamento storico, in quanto gli ebrei italiani hanno un'identità nazionale italiana molto radicata, come dimostra, in particolare, il ruolo di primo piano assunto da cittadini di cultura e fede ebraiche nella storia del nostro Paese;
la lotta all'antisemitismo non è stata ancora vinta, ma costituisce una priorità all'interno di numerosi Paesi della comunità internazionale;
i risultati delle ricerche sopra citate dimostrano che la propaganda xenofoba è oggi particolarmente diffusa in frange radicali ed estremistiche dell'Islam, che sono presenti con una certa consistenza anche in Europa e che utilizzano l'antisemitismo come un vero e proprio strumento di lotta politica contro lo Stato di Israele e le democrazie occidentali;
la violenza contro gli ebrei e le manifestazioni di xenofobia in tutte le forme pregiudicano la democrazia, il pluralismo e la pace in Europa e nel mondo;
l'assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha dimostrato una costante attenzione verso il tema e ha espresso più volte la propria preoccupazione in merito al ripetersi dei fenomeni antisemiti, considerandoli come una minaccia non per i soli ebrei, ma per lo sviluppo armonioso e stabile della società nel suo complesso;
l'assemblea parlamentare Osce ha invitato ripetutamente i Paesi membri ad avviare un'azione comune e coordinata di lotta contro l'antisemitismo e a promuovere sforzi congiunti da parte dei Governi, degli educatori e dei media per combattere il razzismo xenofobo e per promuovere all'interno dei rispettivi Parlamenti nazionali l'adozione di una serie di misure specifiche di contrasto, tra cui l'adozione di risoluzioni per condannare esplicitamente ogni forma di antisemitismo;
sono da condannare ogni forma di antisemitismo e l'allarmante intensificazione delle manifestazioni di ostilità e intolleranza verso gli ebrei recentemente avvenuti in Italia e in altri Paesi europei;

impegna il Governo:

ad accentuare la lotta all'antisemitismo, adottando misure efficaci per la prevenzione di tale esecrabile fenomeno;
a promuovere nelle scuole medie inferiori e superiori, in coincidenza con la Giornata della memoria, l'approfondimento da un lato dell'antisemitismo contemporaneo e dall'altro del contributo fornito dagli ebrei italiani alla storia nazionale, con specifico riferimento alla lotta al fascismo e alla costruzione della Repubblica.
(1-00308) «Pacini, Zacchera, Azzolini, Ricciotti, Rizzi, Muratori, Michelini, Rivolta, Cristaldi, Burani Procaccini, Palumbo, Naro, Paoletti Tangheroni, Orsini, Garagnani, Santulli».
(21 gennaio 2004)

La Camera,
premesso che:
a 59 anni dalla liberazione dei sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz, data assunta come simbolo della tragedia dello sterminio del popolo ebraico e di altre minoranze etniche, culturali, politiche e religiose, la malapianta dell'antisemitismo, del razzismo e dell'odio xenofobo non solo non risulta definitivamente estirpata nelle società europee, ma sembra - come dimostrano i risultati delle indagini demoscopiche svolte sia a livello europeo che nazionale - ancora ampiamente diffusa e radicata nella coscienza di vasti settori della popolazione;
gli episodi di intolleranza e di vera e propria violenza nei confronti di rappresentanti delle comunità ebraiche si susseguono con frequenza crescente in diversi Paesi dell'Unione europea: anche in Italia non mancano casi di intimidazione ed oltraggio sia verso le persone che verso i simboli della memoria, della religione e della cultura ebraica;
desta viva preoccupazione la presenza e la diffusione nel nostro Paese di «gruppuscoli» e movimenti che si rifanno alle deliranti tesi del nazi-fascismo e dell'odio antisemita e xenofobo, che attraverso volantini, siti internet e scritte ingiuriose sui muri delle città e negli stadi, tentano di fare opera di proselitismo, soprattutto tra i giovani;
le lodevoli iniziative assunte a livello legislativo, con la celebrazione della Giornata della memoria e l'istituzione del Museo nazionale della Shoah, rappresentano importanti strumenti per la conoscenza e la divulgazione della tragedia che ha segnato la storia del ventesimo secolo in Europa e di lotta a tutte le forme di discriminazione, purché siano accompagnate da una costante iniziativa e impegno da parte di tutte le amministrazioni, sia a livello statale che locale;
nonostante la dovuta approvazione fin dai primi anni cinquanta da parte del nostro Parlamento di leggi finalizzate al riconoscimento alle vittime delle leggi razziali di vitalizi e del diritto al risarcimento dei danni subiti, a tutt'oggi un'ottusa applicazione burocratica ne ha, nella gran parte dei casi, vanificato gli effetti;
anche in sede europea il rilievo di tali tematiche ha determinato l'assunzione di più provvedimenti in materia di lotta alla discriminazione razziale e alla xenofobia, tra cui un'importante proposta di decisione quadro finalizzata a potenziare le misure di diritto penale volte a ravvicinare le disposizioni legislative degli Stati membri in materia di delitti razzisti e xenofobi, nonché ad agevolare ed incentivare la cooperazione tra Stati membri per contrastare tali reati;
tuttavia, proprio la radicale opposizione espressa - con gravi argomentazioni - dal Ministro della giustizia, senatore Roberto Castelli, nel febbraio 2003, ha fatto sì che tale proposta di decisione quadro non sia ancora stata approvata, privando così i cittadini europei di un indispensabile strumento nella lotta contro l'antisemitismo e l'intolleranza razziale;
appare, infine, di cruciale importanza, nel contesto generale, il delicato ruolo di tutti gli organi di informazione, chiamati non solo a svolgere un'opera di denuncia e testimonianza degli orrori del passato, ma anche a favorire una costante sensibilizzazione su tali tematiche, al fine di contribuire ad arginare il rischio di nuove e pericolose forme e di violenza antisemita e xenofoba;

impegna il Governo

a promuovere e sostenere, anche avvalendosi della collaborazione di istituzioni pubbliche e private operanti in tali attività, iniziative volte a diffondere la conoscenza e la memoria della Shoah, al fine di rafforzare ed arricchire costantemente la cultura della tolleranza e dell'integrazione tra i popoli, già a partire dalle giovani generazioni, attraverso l'individuazione e la realizzazione di specifici strumenti didattici per tutti i gradi della formazione scolastica, nonché per favorire visione diretta dei luoghi della tragedia dello sterminio;
a promuovere specifiche campagne di informazione, in primo luogo attraverso la concessionaria pubblica di emittenza radiotelevisiva, volte a contrastare ogni forma di antisemitismo e di intolleranza culturale, religiosa, sociale e sessuale;
a rivedere, prontamente, l'orientamento che ha sin qui impedito che in sede europea si potesse varare una disciplina penale più rigorosa in materia di condanna e contrasto dei delitti razzisti e xenofobi;
a potenziare l'opera investigativa volta al monitoraggio e alla prevenzione dell'azione dei gruppi che si rifanno all'ideologia nazi-fascista e ad ogni forma di antisemitismo ed odio razziale;
a dare, finalmente, tempestiva e definitiva risposta alle attese di risarcimento delle vittime delle infamanti leggi razziali e, in particolare, degli espropri subiti nei periodi 1938-43 e 1943-45.
(1-00313) «Violante, Agostini, Bogi, Innocenti, Montecchi, Calzolaio, Magnolfi, Nicola Rossi, Ruzzante, Leoni, Grignaffini, Chiaromonte, Caldarola».
(29 gennaio 2004)

La Camera,
premesso che:
l'incontro sempre più frequente e intenso tra uomini, idee e culture differenti è un portato della globalizzazione da considerare vera e propria risorsa del futuro, opportunità di arricchimento attraverso il confronto tra diversità, nella costruzione di una giusta «convivialità delle differenze»;
tuttavia, questa evoluzione porta con sé e risveglia paure, diffidenze e preconcetti sullo «straniero» e sull'«altro» profondamente radicati nella cultura europea, che hanno già nel passato dato vita a azioni mostruose ed inumane e a convinzioni politiche e culturali false e ignobili;
in questi giorni le manifestazioni che hanno accompagnato la Giornata della memoria dell'Olocausto hanno fatto avvertire tutto il peso di un passato che non è ancora del tutto alle nostre spalle, visto che inchieste giornalistiche, sondaggi di opinione, ripetuti episodi di violenza e intimidazione hanno fatto luce su un perdurante antisemitismo strisciante, a volte non esplicito e quindi più pericoloso, che continua a riguardare una percentuale significativa di europei e di italiani;
oltre il 23 per cento degli intervistati in recenti indagini non ritiene gli ebrei veri cittadini del nostro Paese e addirittura l'80 per cento degli immigrati dell'Est europeo in Italia, secondo una ricerca della Comunità di S. Egidio, non conosce il numero di vittime dell'Olocausto, tendendo a minimizzarne la portata;
la situazione è aggravata dal cortocircuito tra la legittima critica politica alla condotta di Governi e leader nazionali nell'ambito della lunga crisi israelo-palestinese, da una parte, e l'esistenza di una cultura velatamente antisemita, fatta di diffidenze e pregiudizi, che nulla hanno a che fare con valutazioni politiche di attualità, ma che finiscono per permeare e inquinare il dibattito, dall'altra parte;
in tutta Europa il tema sta richiedendo risposte normative forti ed efficaci ed in questo senso è necessario accelerare l'approvazione della decisione quadro volta a inasprire le pene per contrastare i reati di matrice razzista e xenofoba, ravvicinando le legislazioni nazionali, non ancora approvata paradossalmente a causa dell'opposizione del Governo italiano;
il dibattito politico e culturale nel nostro Paese, al contrario, ha registrato un sempre più vasto e convinto sostegno alla lotta contro l'antisemitismo, anche a seguito di significative affermazioni di leader ed esponenti politici, con cui si sono prese le distanze da culture politiche ancora insufficientemente liberate dai virus della xenofobia, del razzismo e dell'antisemitismo;
nonostante tutto, rimane fondamentale da una parte mantenere alto il livello di allarme sul fenomeno e, dall'altra, raddoppiare gli sforzi per costruire una cultura dell'accoglienza, dell'apertura e del rispetto delle minoranze, consapevoli che «la memoria non va coltivata un solo giorno» - come hanno ricordato Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, e Tullia Zevi - e che «l'esercizio del ricordare va coltivato nell'interesse non solo degli ebrei ma di tutti»;
il vero orizzonte della sfida ai pregiudizi, all'antisemitismo e alla xenofobia è nelle aule scolastiche e nei luoghi di educazione e di comunicazione sociale, primo fra tutti sulla rete informale e incontrollabile di internet, in cui pregiudizi, intolleranze e falsi miti vengono tramandati e appresi dalle nuove generazioni;

impegna il Governo:

a monitorare in modo sistematico e approfondito i fenomeni del razzismo e dell'antisemitismo nel Paese, ad aumentare l'attenzione verso le espressioni di apologia o di incitazione a sentimenti di intolleranza, in specie quando questo avviene in occasione di eventi sportivi, pubblici, di spettacolo ovvero con strumenti di grande diffusione e fruizione da parte delle giovani generazioni, rendendo, altresì, più efficace l'azione di prevenzione dei reati cui troppo di sovente si assiste in questi frangenti;
in questa prospettiva, ad operare perché si addivenga velocemente ad una normativa quadro europea che rafforzi le sanzioni penali per reati legati a motivazioni razziste o xenofobe;
ad adottare iniziative per sostenere finanziariamente e organizzativamente ogni progetto educativo volto alla promozione di una cultura dell'accoglienza, della tolleranza e del rispetto reciproco, nonché ad assicurare una conoscenza più diffusa della storia della Shoah;
a superare ogni difficoltà sorta per arrivare all'effettivo risarcimento delle vittime di sequestri, confische e furti avvenuti negli anni 1938-1945 per motivi razziali.
(1-00314) «Castagnetti, Loiero, Lusetti, Monaco, Molinari, Boccia, Banti, Carbonella, Ciani, Mantini, Rocchi, Rusconi, Santagata, Squeglia, Stradiotto, Tanoni».
(2 febbraio 2004)



INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

ALFONSO GIANNI, BERTINOTTI, GIORDANO, MASCIA, RUSSO SPENA, DEIANA, VENDOLA, VALPIANA, PISAPIA, TITTI DE SIMONE e MANTOVANI. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
oltre 900 posti di lavoro sono a rischio in seguito alla decisione del gruppo tedesco Thyssen Krupp di abbandonare il proprio impegno produttivo attualmente situato nello stabilimento di Terni;
tale decisione avviene malgrado che venga prodotto un materiale, l'acciaio magnetico, altamente competitivo per qualità e costi;
la chiusura del settore magnetico può configurarsi come un primo passo verso una progressiva chiusura degli stabilimenti e la localizzazione della produzione in altre zone del mondo, ove si conta di ottenere un costo del lavoro assai più basso;
la produzione dell'acciaio magnetico riveste un'importanza decisiva per l'economia del nostro Paese, visto che ne siamo i maggiori esportatori in Europa;
già dieci anni fa il sito ternano, punto di eccellenza europeo nella produzione degli acciai speciali, è stato svenduto ai tedeschi della Krupp affiancati da una cordata di imprenditori italiani, che, però, ha realizzato una semplice speculazione finanziaria, rivendendo lautamente le proprie quote alla multinazionale tedesca;
le garanzie che le relazioni industriali sarebbero state adeguate e che i centri decisionali non si sarebbero allontanati dal nostro Paese sono state quindi vanificate;
già le scelte adottate 18 mesi fa dalla Thyssen Krupp di separare la produzione dell'acciaio magnetico da quello inossidabile potevano fare presagire un disimpegno della medesima dagli stabilimenti ternani;
la condizione industriale generale del nostro Paese è già in una fase di grave declino, rispetto al quale la perdita eventuale della produzione e degli stabilimenti di Terni assesterebbe un altro colpo micidiale;
di fronte a tutto ciò la protesta operaia e delle organizzazioni sindacali, attuata anche con originali e intense forme di lotta, avviene giustamente in un contesto di piena solidarietà della cittadinanza e delle istituzioni al loro massimo vertice regionale, cui si è aggiunta la parola del Papa e il fattivo intervento del monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Narni, Terni ed Amelia -:
cosa intenda urgentemente fare, anche sulla scorta degli errori del passato, per difendere la continuità di una produzione di assoluta eccellenza, gli insediamenti industriali e l'occupazione dei lavoratori, nonché la dignità e la storia di una città da 120 anni all'avanguardia nella produzione dell'acciaio.
(3-03009)
(3 febbraio 2004)

MAZZONI. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
la legge 9 gennaio 1991, n. 10, all'articolo 5, comma 2, prevede l'adozione da parte di ciascuna regione, entro il termine di 180 giorni dall'entrata in vigore della stessa, di un piano energetico che individui, tra le altre cose, la collocazione dei bacini energetici sul territorio;
il decreto legislativo n. 112 del 1998, all'articolo 30, comma l, delega alle regioni le funzioni amministrative in tema di energia, ivi comprese quelle relative alle fonti rinnovabili;
ad oggi, la regione Campania non ha ancora adottato un piano energetico regionale, così come previsto dalla legge n. 10 del 1991 sopra citata;
con delibera della giunta regionale del 15 novembre 2001, n. 6148, la regione Campania ha approvato, nelle more dell'adozione del piano energetico regionale, «Procedure ed indirizzi per la installazione di impianti eolici sul territorio della regione Campania», prevedendo, all'articolo 2, comma 2, che «gli interventi proposti (di installazione di impianti) e quelli già realizzati sul territorio devono rispettare i vincoli di cui al successivo comma 3 (vincoli procedurali e di tutela paesaggistica)»;
tra il 1998, anno di delega delle funzioni in materia di energia eolica alle regioni, ed il 2001, anno di adozione da parte della regione Campania della delibera citata, varie zone della regione sono state fatte oggetto di installazione selvaggia di impianti, nella completa assenza di qualsiasi regolamentazione;
tali impianti, chiaramente al di fuori di qualsiasi parametro di tutela del paesaggio e della sicurezza e salute degli abitanti, tuttora producono i loro effetti negativi, danneggiando la popolazione a causa di un elevato inquinamento acustico, oltre che visivo -:
se non intenda adottare iniziative normative volte a disciplinare, in via generale, le modalità per la messa a norma degli impianti di energia eolica installati in assenza di una pianificazione regionale.
(3-03010)
(3 febbraio 2004)

CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
domenica 1o febbraio 2003 abbiamo assistito ancora una volta alla barbara festa mussulmana del «sacrificio del montone»: in parole povere, ricordando l'omaggio di Abramo a Dio, ogni capo famiglia musulmano immola un montone in questa giornata;
il «sacrificio» avviene in maniera estremamente crudele: il povero animale viene appeso per le zampe, gli viene recisa la vena giugulare e viene lasciato morire dissanguato tra atroci sofferenze;
è evidente che, per quanto si possa essere comprensivi nei confronti delle tradizioni di altre religioni, risulta veramente incomprensibile come «uomini» normali possano anche solo pensare di proseguire nel XXI secolo in una consuetudine veramente inqualificabile;
inoltre, tale pratica contrasta in maniera evidente con le regole di macellazione italiana, che prevedono lo «stordimento dell'animale» e un abbattimento il più possibile indolore;
è attualmente all'esame del Parlamento una riforma che inasprisce le sanzioni previste per il maltrattamento degli animali -:
come sia possibile che questo rito continui a svolgersi nel nostro Paese e cosa s'intenda fare per porvi definitivamente fine.
(3-03011)
(3 febbraio 2004)

DETOMAS, ZELLER, BRUGGER, WIDMANN e COLLÈ. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta «legge obiettivo»), prevede che il Governo individui in un apposito programma inserito nel documento di programmazione economico-finanziaria le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti produttivi e strategici di preminente interesse nazionale da realizzare (articolo 1, comma 1);
la legge 1o agosto 2002, n. 166 (Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti), dispone che gli interventi compresi nel programma con l'indicazione delle risorse disponibili e da reperire siano inseriti in un'intesa generale quadro, avente validità pluriennale tra il Governo e ogni singola regione o provincia autonoma, al fine di un congiunto coordinamento e realizzazione delle opere (articolo 13, comma 3). Anche il decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190 (Attuazione della legge 21 dicembre 2001, n. 443, per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale), prevede che il Ministro interrogato promuova e proponga una intesa quadro tra Governo e singole regioni o province autonome (articolo 2, comma 2);
il primo programma delle infrastrutture strategiche, approvato dal Cipe il 21 dicembre 2001, individua quali opere strategiche per il territorio della provincia di Trento la realizzazione del corridoio ferroviario, ovvero della linea ferroviaria ad alta capacità Verona - Kufstein, ed il tunnel di valico del Brennero, con riferimento all'ambito ricomprendente i territori del Tirolo, della provincia autonoma di Trento e della provincia autonoma di Bolzano;
dopo alcuni incontri con il Ministro interrogato e con gli uffici del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tenutisi a partire dall'autunno dell'anno 2003, si è giunti alla definizione di uno schema di intesa generale quadro tra il ministero stesso e la provincia autonoma di Trento, che ha ad oggetto non solo i corridoi ferroviari indicati nel programma delle opere, ma anche la rete delle strade statali (ammodernamento e integrazione della rete delle strade statali) insistenti sul territorio della provincia autonoma di Trento;
la giunta provinciale di Trento ha approvato lo schema di intesa e autorizzato il presidente alla firma il 16 gennaio 2004 (delibera n. 17) -:
quando preveda il Governo di fissare la data per la firma dell'intesa generale quadro.
(3-03012)
(3 febbraio 2004)

ANEDDA, BELLOTTI, AIRAGHI, ALBONI, AMORUSO, ARMANI, ARRIGHI, ASCIERTO, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BORNACIN, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, BUTTI, CANELLI, CANNELLA, CARDIELLO, CARRARA, CARUSO, CASTELLANI, CATANOSO, CIRIELLI, COLA, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI, CORONELLA, CRISTALDI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FASANO, FATUZZO, FIORI, FOTI, FRAGALÀ, FRANZ, GALLO, GAMBA, GERACI, GHIGLIA, ALBERTO GIORGETTI, GIRONDA VERALDI, LA GRUA, LA RUSSA, LA STARZA, LAMORTE, LANDI DI CHIAVENNA, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, LOSURDO, MACERATINI, MAGGI, MALGIERI, GIANNI MANCUSO, LUIGI MARTINI, MAZZOCCHI, MENIA, MEROI, MESSA, MIGLIORI, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, ANTONIO PEPE, PEZZELLA, PORCU, RAISI, RAMPONI, RICCIO, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SAIA, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SELVA, STRANO, TAGLIALATELA, TRANTINO, VILLANI MIGLIETTA, ZACCHEO e ZACCHERA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di giovedì 29 gennaio 2004 e nella notte seguente migliaia di automobilisti sono rimasti bloccati nelle loro automobili lungo alcune delle principali autostrade italiane per diverse ore e, in parte, per l'intera notte, mentre fuori imperversava una bufera di neve;
oltre alle cattive condizioni climatiche ciò - a detta degli stessi sfortunati automobilisti - sarebbe da ricondurre all'assoluta mancanza di informazioni da parte della Società autostrade, che così non è riuscita ad evitare che gli automobilisti continuassero ad immettersi nelle strade, contribuendo all'ulteriore aggravio della situazione;
moltissimi di quelli che sono stati costretti a passare la notte all'interno delle proprie automobili lungo la strada non sono stati raggiunti dai mezzi e, quindi, dall'assistenza della protezione civile, rimanendo al freddo e senza viveri;
il sentimento di smarrimento e di insicurezza diffusosi tra gli automobilisti è stato sicuramente aggravato dall'interruzione - già dalle dieci di sera - del servizio informazioni radiofonico autostradale, mentre il numero verde risultava perennemente occupato;
a fronte di questi evidenti disservizi nella gestione della rete autostradale è di pochissimi giorni fa la notizia di un aumento dei pedaggi del 2,2 per cento a partire dal mese di luglio 2004 -:
se ed in quale modo il Ministro interrogato intenda intervenire, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza e di controllo, al fine di garantire la sicurezza degli utenti ed una più efficiente gestione della rete autostradale nazionale.
(3-03013)
(3 febbraio 2004)

BENVENUTO, RUZZANTE, INNOCENTI, MONTECCHI, AGOSTINI, CENNAMO, COLUCCINI, DE BRASI, FLUVI, GALEAZZI, GRANDI, NANNICINI, NICOLA ROSSI e TOLOTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i nuovi pensionati a decorrere dal 1o gennaio 2003 sono stati e continuano ad essere gravemente discriminati, in quanto il primo modulo della riforma fiscale ha mancato di estendere al trattamento di fine rapporto la «clausola di salvaguardia» - vale a dire quel meccanismo di calcolo che evita gli aggravi rispetto ad un pari reddito andato in pensione fino al 31 dicembre 2002 - già valida, invece, per i redditi di lavoro ed altri;
il risultato è stato una forte ed iniqua penalizzazione economica, soprattutto dei pensionati a più basso reddito e quindi più deboli, anche a causa dell'effetto di retroattività insito nei meccanismi pensionistici;
in mancanza tuttora di dati ufficiali dell'indebita pressione fiscale sui pensionati, occorre rifarsi alle affidabili stime pubblicate nell'atto Camera n. 3705-A, che parlano di un minore introito compreso fra il 15 per cento e il 22,4 per cento in ragione d'anno per ciascun pensionato;
il Governo, secondo gli interroganti, si è finora dimostrato sordo e cieco di fronte alle giuste proteste dei pensionati e alle proposte correttive dell'opposizione, confermando così, una volta di più, la sua vocazione ad essere forte con i deboli -:
quali siano i dati aggiornati di cui è in possesso sul maggior gettito tributario da trattamento di fine rapporto a causa della mancata applicazione della «clausola di salvaguardia» e come intenda provvedervi con il giusto effetto retroattivo dal lo gennaio 2003.
(3-03014)
(3 febbraio 2004)

PAOLETTI TANGHERONI, BERTOLINI, CARLUCCI, LICASTRO SCARDINO, MASSIDDA, MILANATO, MONDELLO, PINTO, RIVOLTA e VERDINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano la Repubblica del 21 gennaio 2004 riporta testualmente la seguente affermazione: «la Toscana potrebbe essere la prima regione europea a praticare le mutilazioni genitali femminili nelle sue strutture sanitarie» attraverso un rito cosiddetto alternativo;
è necessario rilevare che si tratta di una pratica che, anche se effettuata con rito alternativo, è contraria ai principi fondamentali di dignità e di rispetto della persona umana, che la nostra Carta costituzionale prevede;
il ginecologo che dirige il centro dell'ospedale di Careggi, dottor Omar Abdulkadir, ha proposto una formula di infibulazione che prevede «una piccola puntura di spillo sulla clitoride delle bambine», precisando che in tal modo il rituale è compiuto, ma senza danno;
la proposta del rito alternativo è arrivata all'assessore alla salute della regione Toscana, Enrico Rossi, il quale ha deciso di sottoporla al comitato etico regionale per un parere;
il presidente dell'ordine dei medici di Firenze non è contrario alla pratica alternativa proposta, malgrado tale pratica sia in contrasto con qualsiasi principio della deontologia medica, asserendo che l'intervento è così poco invasivo da non doversi considerare neppure un vero e proprio intervento sanitario;
è necessario ricordare che anche pratiche di piccola entità potrebbero causare conseguenze tali da rientrare nel reato di lesioni personali gravi o gravissime, perseguite dal nostro codice penale;
le Commissioni affari sociali e giustizia della Camera dei deputati hanno congiuntamente approvato un testo legislativo che persegue chiunque pratica, agevola o favorisce una mutilazione degli organi genitali femminili, in assenza di esigenze terapeutiche, con o senza il consenso della vittima -:
se in virtù della potestà legislativa conferita in via esclusiva allo Stato dall'articolo 117, lettera m), della Costituzione, relativa alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, non si ritenga assolutamente indispensabile intervenire presso la regione Toscana perché i fondi pubblici per il settore sanitario siano da essa rivolti a finalità che riguardino la tutela della salute dei cittadini, anziché essere distolti da tale obiettivo per finanziare pratiche rituali come quelle descritte in premessa, che, oltretutto, sono contrarie al nostro codice penale.
(3-03015)
(3 febbraio 2004)

LOIERO e VILLARI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le famiglie italiane, secondo l'ultimo rapporto Eurispes, sono sempre più a rischio di povertà: alle 2.500.000 famiglie di poveri, accertate ufficialmente dall'ultimo «Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale», presentato dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, secondo l'Eurispes sono da aggiungere un altro 10 per cento di nuclei a rischio, che in valori assoluti significa altre 2.400.000 famiglie;
questi dati sono confermati anche da altre ricerche pubblicate in questo periodo, che spesso mettono in luce realtà ignorate dalle statistiche ufficiali: per l'Ires-Cgil i «lavoratori poveri», coloro che, pur lavorando tutti i giorni, gravitano intorno alla soglia di povertà, sono 6.000.000;
due terzi dei nuclei poveri vivono nel Mezzogiorno, dove la percentuale continua ad essere più del doppio della media nazionale;
una ricerca Iref-Acli sui servizi sociali nelle regioni conferma un'Italia spaccata in due anche sull'assistenza: al Nord, per citare un dato, ci sono 5,5 posti letto in case di riposo ogni cento anziani, al Sud appena 1,5; lo stesso vale per gli asili nido e, in generale, per quanto riguarda la spesa sociale pro capite dei comuni -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per contrastare la povertà.
(3-03016)
(3 febbraio 2004)