La Camera,
premesso che:
il 22 marzo 2002 il tribunale di Bakori, nello Stato nigeriano di Katsina, nel quale all'inizio del 2000 è stata introdotta la sharia, ha condannato in primo grado Amina Lawal Kurami alla lapidazione per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio;
l'esecuzione della condanna, ratificata dalla stessa Corte suprema della Nigeria, sarebbe stata rinviata dalla stessa Corte di alcuni mesi, per consentire ad Amina Lawal di portare a compimento l'allattamento della propria bambina;
il 3 giugno 2003 era prevista la sentenza d'appello, che avrebbe potuto confermare l'esecuzione della condanna;
il 28 marzo 2003 l'analoga triste storia di Safiya Hussaini - come Amina condannata alla lapidazione per adulterio - si è conclusa positivamente, anche a seguito di una vasta mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale, con il suo proscioglimento da parte della corte d'appello dello Stato di Sokoto;
i nuovi codici penali basati sulla sharia introdotti nella Nigeria settentrionale prevedono la pena di morte per reati quale l'adulterio e comminano pene inumane e crudelissime, come le frustate e le amputazioni, in piena violazione degli atti sanciti a livello internazionale sui diritti umani, tra cui la Convenzione contro la tortura e il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, entrambi ratificati dalla stessa Nigeria;
a mettere in atto tutte le iniziative necessarie nei confronti del Governo nigeriano, affinché la condanna alla pena capitale eventualmente comminata ad Amina Lawal non venga eseguita;
a sollecitare le organizzazioni internazionali e comunitarie perché promuovano la piena affermazione dei diritti umani in Nigeria;
a proporre e sostenere, in tutte le sedi comunitarie e internazionali di cui l'Italia fa parte, azioni concrete per l'abolizione della pena di morte in tutti i Paesi del mondo.
(1-00200)
«Magnolfi, Amici, Baldi, Bersani, Bimbi, Boccia, Bonito, Cima, Maura Cossutta, Titti De Simone, Di Serio D'Antona, Finocchiaro, Franceschini, Grillini, Innocenti, Labate, Licastro Scardino, Lucidi, Raffaella Mariani, Francesca Martini, Mazzoni, Montecchi, Motta, Paoletti Tangheroni, Pinotti, Spini, Villetti, Zanella, Pollastrini, Giachetti».
(29 aprile 2003)
La Camera,
premesso che:
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, il Patto sui diritti civili e politici del 1966 e le Convenzioni regionali sui diritti umani affermano il valore universale della vita umana e del diritto all'integrità fisica;
nel 1989 è stato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il II protocollo facoltativo al Patto sui diritti civili e politici sull'abolizione della pena di morte;
la tutela del diritto alla vita ed il rifiuto della pena di morte fanno parte della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e di specifiche risoluzioni dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa;
dal 1999 alcuni Stati settentrionali della Repubblica federale di Nigeria hanno adottato la legge islamica della sharia, che prevede punizioni corporali severe, tra cui il taglio della mano per i ladri e la lapidazione delle adultere;
l'adozione della sharia ha provocato scontri sanguinosi nelle zone interessate a seguito dell'opposizione all'introduzione della stessa nei codici penali da parte dei cittadini di fede non musulmana;
i nuovi codici penali basati sulla sharia sono in piena violazione degli atti sanciti a livello internazionale sui diritti umani, tra cui la Convenzione contro la tortura e il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, entrambi ratificati dalla stessa Nigeria;
nel marzo 2002, dopo che alcuni Ministri federali si erano pubblicamente espressi in questo senso, il Governo federale nigeriano ha decretato che la legge islamica, la sharia, è incostituzionale e pertanto incompatibile con l'ordinamento federale nigeriano;
il 22 marzo 2002, nello Stato nigeriano di Katsina, in cui nel 2000 è stata introdotta la sharia, il tribunale di Bakori ha condannato in primo grado Amina Lawal Kurami alla lapidazione per aver avuto una figlia al di fuori dei vincoli del matrimonio;
la condanna, ratificata dalla stessa Corte suprema della Nigeria, è stata rinviata dalla stessa Corte di due mesi per consentire ad Amina Lawal di portare a compimento l'allattamento della propria bambina, che, secondo i giudici nigeriani, costituisce la prova stessa dell'adulterio;
il 3 giugno 2002 la Corte superiore d'appello della sharia di Katsina ha nuovamente rinviato l'udienza, inizialmente fissata per il 25 marzo, al 27 agosto 2003. L'udienza è stata rinviata, come era già successo per il primo rinvio, perché non è stato raggiunto il quorum dei giudici (cinque) necessario per conferire al dibattimento piena validità legale;
per tale data è prevista la sentenza d'appello che potrebbe confermare l'esecuzione della condanna;
il 28 marzo 2003 l'analoga triste storia di Safiya Hussaini - come Amina condannata alla lapidazione per adulterio - si è conclusa positivamente, anche a seguito di una vasta mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale, con il suo proscioglimento da parte della Corte d'appello dello Stato di Sokoto;
a mettere in atto tutte le iniziative necessarie nei confronti del Governo nigeriano, affinché la condanna capitale eventualmente comminata ad Amina Lawal non sia eseguita;
a promuovere e sostenere, presso tutte le sedi istituzionali comunitarie e internazionali, gli atti necessari per l'abolizione della sharia dai codici penali nigeriani e a far rispettare gli impegni firmati dalla Nigeria con gli accordi internazionali in materia di diritti dell'uomo;
a promuovere e sostenere, in tutte le sedi comunitarie e internazionali, azioni, anche di sensibilizzazione, per l'abolizione della pena di morte in tutti i Paesi del mondo.
(1-00245)
«Ronchi, Landolfi, Cannella, Angela Napoli, Lamorte, Malgieri, Franz, Gamba, Menia, Migliori, Saglia, Alberto Giorgetti, Catanoso, Raisi, Saia, Delmastro Delle Vedove, Landi di Chiavenna, Buontempo, Gianni Mancuso, Fatuzzo, Ghiglia, La Starza, Meroi, Luigi Martini».
(21 luglio 2003)