A) Interpellanza B) Interrogazione C) Interrogazione
D) Interrogazione E) Interrogazioni
F) Interrogazione G) Interrogazione
il 18 marzo 2002 la procura della Repubblica presso il tribunale di Bari ha dato esecuzione a misure custodiali nei confronti del presidente dell'Eurispes per illeciti asseritamente consumati nella gestione dei corsi di formazione in Puglia alla fine degli anni novanta;
già dal primo mattino dello stesso giorno (18 marzo 2002), notizie Ansa riferivano ogni dettaglio sull'indagine e, addirittura, il testo dell'interrogatorio reso al pubblico ministero, dottor Roberto Rossi, da un teste a nome Petrelli, mentre la stessa fonte giornalistica riportava, tra virgolette, dichiarazioni del pubblico ministero secondo cui «L'Eurispes continua ad essere un pericoloso centro di illecito arricchimento»;
l'Ansa riportava, altresì, dichiarazioni testuali del pubblico ministero, dottor Roberto Rossi, nei confronti dei suoi stessi indagati, i quali venivano definiti «come soggetti altamente pericolosi» che avevano realizzato una «gestione arbitraria e predatoria del denaro pubblico»;
nel tardo pomeriggio del 18 marzo 2002 (esattamente alle ore 19.19), l'Ansa diffondeva un altro comunicato, attribuito in modo testuale al pubblico ministero, dottor Roberto Rossi, secondo cui «alle indagini ha collaborato l'allora pubblico ministero in servizio all'Olaf Nicola Piacente. A questo proposito devo dire, con dispiacere, che Piacente è stato estromesso dall'Olaf, privandoci di una collaborazione di prim'ordine. A Bruxelles sono sconcertati per questo episodio, dato che i magistrati italiani sono molto apprezzati all'estero» -:
se sia lecita e rispettosa dei principi e delle norme positive (stabilite dalla Costituzione e dal processo penale) la realizzazione di una conferenza stampa illustrativa di un'attività di indagine coperta da segreto investigativo e se nel corso della stessa possano essere diffusi particolari e dettagli istruttori ancora in via di accertamento, verifica e confronto;
se siano lecite e rispettose delle norme positive le dichiarazioni degli organi di un ufficio inquirente (nella specie l'affermazione del pubblico ministero, dottor Roberto Rossi) contro una istituzione culturale di rilievo pubblico (l'Eurispes), che, per fatto notorio, non può essere esecutrice in sé di alcuna attività delittuosa, trattandosi di una persona giuridica;
se sia lecito e rispettoso delle norme positive offendere gli indagati con gli epiteti «pericolosi predatori», in disprezzo non solo del principio di garanzia che qualifica un soggetto non colpevole prima della definitiva pronuncia di un giudice, ma della stessa dignità dell'ufficio del pubblico ministero, che in nessun modo può travalicare i limiti di continenza nelle espressioni verbali;
se possa ritenersi vero e possibile quanto riferito dal pubblico ministero, dottor Roberto Rossi, circa una collaborazione all'indagine da parte del dottor Nicola Piacente (asseritamene membro dell'Ufficio europeo di lotta antifrode-Olaf), considerata la circostanza che il predetto dottor Piacente non è mai stato assunto dall'Olaf, bensì dal Tribunale de L'Aja per i crimini commessi nella ex Jugoslavia e che lo stesso non ha mai (neanche per un solo giorno) potuto rivestire la funzione di investigatore presso l'Olaf, causa l'espresso diniego opposto dal ministero della giustizia e dal Presidente del Consiglio dei ministri;
se non siano, pertanto, frutto di fervida immaginazione del pubblico ministero, dottor Roberto Rossi, i costernati rilievi di Bruxelles sulla mai avvenuta «rimozione» del dottor Piacente;
se il Ministro interpellato, dinanzi a tali pesanti violazioni, intenda promuovere ogni doverosa attività di approfondimento delle circostanze di cui sopra ed assumere le eventuali conseguenti iniziative di propria competenza.
(2-00286)
«Mastella, Boato, Malgieri, Volontè, Mancini, Boccia, Intini, Deodato».
(21 marzo 2002)
l'articolo 266 del codice penale, al primo comma, testualmente recita: «Chiunque istiga i militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa a militari l'apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari, è punito, per ciò solo, se il fatto non costituisce un più grave delitto, con la reclusione da uno a tre anni»;
l'articolo 266 del codice penale, al secondo comma, testualmente recita: «La pena è della reclusione da due a cinque anni se il fatto è commesso pubblicamente», mentre il successivo quarto comma specifica che il reato si considera avvenuto pubblicamente quando il fatto è commesso «in una riunione che, per il luogo in cui è tenuta, o per il numero degli intervenuti, o per lo scopo od oggetto di essa, abbia carattere di riunione non privata»;
il reato previsto e punito dall'articolo 266 del codice penale è procedibile d'ufficio;
la norma incriminatrice è particolarmente importante, in quanto mira a preservare l'ordine interno delle forze armate - e quindi l'ordine pubblico militare - considerate quale organo fondamentale e indispensabile per la difesa della Patria e la conservazione delle istituzioni, come risulta sulla base della dottrina prevalente;
considerato il rilievo del bene giuridico tutelato, il legislatore ha scelto di anticipare la soglia di tutela, vietando condotte come l'istigazione e l'apologia, che sono meramente prodromiche di effettivi comportamenti antidoverosi da parte del personale che compone le forze armate, indipendentemente dal pericolo che potrebbe derivare all'istituzione dall'effettiva violazione dei precetti la cui inosservanza, tramite la condotta vietata, si vuole indurre;
è bene ricordare che il soggetto passivo del reato previsto e punito dall'articolo 266 del codice penale è lo Stato italiano, come titolare del bene giuridico protetto dalla norma, mentre i militari - cui è diretta l'istigazione - non sono soggetti passivi del delitto, perché non sono i soggetti titolari del bene tutelato, ma oggetto dell'istigazione;
i giornali quotidiani, con riferimento alla manifestazione del 10 novembre 2001 svoltasi a Roma, hanno riferito che Luca Casarini avrebbe invitato i soldati di leva «a disertare» (si veda Libero dell'11 novembre 2001, alla pagina 8);
pare evidente che nel fatto, così come riportato dai giornali, si possa ritenere integrata, sia sotto il profilo soggettivo che sotto il profilo oggettivo, la fattispecie di cui all'articolo 266 del codice penale, con l'aggravante prevista dal secondo comma del citato articolo, per essere stato il fatto commesso pubblicamente, cioè nell'ambito di una manifestazione che ha radunato decine di migliaia di persone;
essendo lo Stato il soggetto passivo del reato, ed essendo il reato procedibile d'ufficio, è di tutta evidenza la necessità, per lo Stato medesimo, di seguire con attenzione l'evolversi della situazione, per valutare, altresì, la necessità o quanto meno l'opportunità di provvedere alla costituzione di parte civile nei confronti di Luca Casarini, se ed in quanto abbia commesso il reato di cui si tratta -:
se le notizie riportate dalla stampa circa l'istigazione, da parte di Luca Casarini, alla diserzione rivolta ai militari di leva rispondano a verità e se, dunque, risulti iscritto, il predetto, nel registro generale delle notizie di reato della procura della Repubblica presso il tribunale di Roma;
se, laddove si proceda nei confronti di Luca Casarini per il reato previsto e punito dall'articolo 266 del codice penale, lo Stato, soggetto passivo del reato, intenda costituirsi parte civile per ottenere la giusta punizione di legge ed il ristoro dei danni non patrimoniali subiti.(3-00413)
(13 novembre 2001)
è in corso l'informatizzazione dell'area civile degli uffici giudiziari del tribunale di Vicenza. Verranno installati nuovi programmi per la gestione informatizzata del contenzioso civile, in particolare il programma «Polis», un pacchetto applicativo che consentirà l'archiviazione e la diffusione dei provvedimenti emessi in materia civile, il cui utilizzo avrebbe dovuto trovare applicazione già dal mese di gennaio 2003;
per l'installazione di questi programmi e il loro utilizzo l'utente necessita, tuttavia, di un pc con prestazioni elevate (pentium III, con una ram di almeno 1 kb);
al contrario, i magistrati del tribunale hanno attualmente in dotazione nella quasi totalità un desk-top del tutto insufficiente ed obsoleto per gestire le installazioni di cui sopra, così come le cancellerie;
appare assurdo che magistrati e cancellieri del tribunale di Vicenza non siano nelle condizioni di svolgere la propria attività con mezzi informatici adeguati alle necessità -:
come si intenda intervenire affinché al più presto magistrati e cancellerie del tribunale di Vicenza vengano dotati di mezzi informatici aggiornati ed efficienti.
(3-01760)
(22 dicembre 2002)
nei primi giorni di febbraio 2003 si è paralizzata l'attività del tribunale di Napoli, sia nella sede del centro direzionale, sia in quella del vecchio edificio di Castel Capuano;
le cause della paralisi vanno ricercate nell'interruzione di tutti i servizi di riscaldamento, igienici e di manutenzione, particolarmente importanti nelle condizioni climatiche verificatesi;
lo sciopero degli addetti alla manutenzione è stato redatto per la salvaguardia di 70 posti di lavoro divenuti a rischio dopo la convenzione che affida ad una associazione di imprese questo tipo di servizi;
sulla questione si sono espressi, sin dal mese di dicembre 2002 e, poi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, sia il Consiglio dell'ordine forense, sia l'Associazione nazionale magistrati, che hanno denunziato le inadempienze del Governo sul più volte denunciato problema delle infrastrutture giudiziarie di Napoli;
tra l'altro, viene denunciato dagli avvocati e dai giudici che il ministero della giustizia non risulterebbe ancora aver messo a disposizione i fondi per la stipula dei contratti di appalto per manutenzione e servizi -:
quali interventi immediati abbia intenzione di adottare per consentire il ripristino delle attività giudiziali interrotte con enorme pregiudizio dell'utenza e quali stanziamenti abbia deciso di deliberare.
(3-01929)
(12 febbraio 2003)
dopo l'assoluzione nel 2000 di un imputato al quale era stato riconosciuto il possesso per uso terapeutico di 8230 dosi di cannabis, un'altra persona, trovata con oltre 3400 dosi di hashish, è stata assolta dal tribunale di Roma con la stessa motivazione, ovvero perché il fatto non costituisce reato, essendo le dosi in possesso dell'imputato destinate ad uso terapeutico;
la cannabis contiene un centinaio di principi attivi che si sono rivelati efficaci nella cura di numerose patologie, il cui elenco è in continua espansione: si va dal comune mal di testa ad affezioni particolarmente gravi, come l'asma, il glaucoma, i disturbi neurovegetativi, l'epilessia;
in Italia la coltivazione e la trasformazione della cannabis è ammessa solo per uso tessile, cioè per produrre fibre e tessuti: è, pertanto, precluso l'impiego di tale pianta nel campo terapeutico;
all'estero, ed esattamente negli Usa, in Israele, in Germania, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi, sono in commercio, dietro prescrizione medica, due cannabinoidi impiegati per la cura degli effetti collaterali della chemioterapia e per stimolare l'appetito nei malati di Aids; per il 2002, inoltre, sarà possibile utilizzarli anche per combattere gli spasmi della sclerosi multipla -:
se sia in atto o in programma una sperimentazione sugli effetti terapeutici della cannabis, che consenta una volta per tutte di fare chiarezza su tale materia e, quindi, evitare il rischio attuale di incorrere, da un lato all'uso spontaneo ed improprio dei cannabinoidi e dall'altro all'instaurazione di situazioni speculative da parte o a danno di soggetti non incriminabili.(3-00487)
(28 novembre 2001)
i derivati della pianta cannabis indica hanno comprovate proprietà farmacologiche (antiemetiche, analgesiche e anticonvulsivanti), conosciute fin dall'antichità. Tra gli impieghi moderni spicca il trattamento contro l'intensa nausea conseguente alla chemioterapia antitumorale: numerosi studi climici controllati hanno documentato la maggiore efficacia del Thc rispetto alle alternative disponibili per il trattamento del glaucoma, dell'anoressia e di altre patologie. Ma è soprattutto con la sclerosi multipla che la cannabis ha dato risultati insperati, riuscendo a dominare gli spasmi muscolari e non solo. Gli endocannabinoidi, di cui il più noto è probabilmente l'anandamide, offrono un'interessante prospettiva per le malattie del sistema nervoso. Oltre agli effetti già noti sul sistema nervoso centrale, possono anche esercitare attività cardiovascolari diverse: riducono la pressione arteriosa e rallentano il battito cardiaco. Gli endocannabinoidi attivano particolari recettori, chiamati Cb, presenti nel cuore, nei vasi sanguigni, nel cervello e in molte altre sedi. Secondo il professor Vincenzo Di Marzo, docente napoletano attualmente impegnato all'Università di Richmond nei più avanzati studi sugli endocannabinoidi, i recettori Cb 1 sembrano anche regolare la tipica proliferazione delle cellule che si verifica nell'arteriosclerosi e nei tumori, aprendo così interessanti possibilità per la sintesi di nuovi farmaci;
il signor Vici Lino, nato a Rimini il 12 aprile 1938, ex assessore, ex presidente di quartiere ed ex presidente di aziende municipalizzate, soffre dal 1989 di sclerosi multipla secondariamente progressiva:
la cannabis gli permette di recuperare una mobilità articolare quasi normale, perché, dice, «mi scioglie i muscoli, diminuiscono i dolori e riesco a camminare»;
esiste sul mercato internazionale un farmaco appositamente studiato, il Marinol, un medicinale a base di cannabis, che serve a rilassare la muscolatura e lenire così gli atroci dolori provocati dagli spasmi della sclerosi;
un articolo pubblicato il 14 dicembre 2002 su La Voce di Rimini riporta un episodio di disobbedienza, di cui Vici e altri sono stati protagonisti a Rimini. Un medico prescrisse a Lino Vici una dose di 5 milligrammi di Marinol. Davanti a fotografi e giornalisti, Lino Vici è stato accompagnato nella farmacia di piazza Cavour da Rita Bernardini e Werther Casali: i tre hanno chiesto alla farmacista il medicinale, ma quest'ultima gli ha risposto che non lo aveva e, comunque, non avrebbe potuto venderlo. A questo punto in piena folla, a Lino Vici sono state consegnate due bustine di marijuana con la dose esatta prescritta dal medico al paziente. Sono intervenuti alcuni poliziotti che assistevano all'iniziativa in borghese. «Gli spacciatori» sono stati accompagnati in questura e le bustine sono state sequestrate. Dopo le analisi di laboratorio, che hanno confermato che la sostanza nelle bustine era cannabis, Lino Vici è stato segnalato alla prefettura come assuntore di droghe;
questo è uno dei tanti casi in cui, a causa dell'arretratezza della legislazione nazionale, lo Stato nega l'unica possibilità di veder alleviati i dolori causati da un male terribile come la sclerosi multipla;
in questa legislatura, da diverse parti politiche della minoranza e della maggioranza, sono state presentate diverse proposte di legge per l'adozione della cannabis a fine terapeutico;
la cannabis è una sostanza facilmente reperibile in tutt'Italia ricorrendo al mercato nero -:
quali siano le intenzioni e le valutazioni del Ministro interrogato circa l'uso terapeutico della cannabis, quali eventuali ragioni esistano per procrastinare l'impiego di questa sostanza scarsamente tossica in ambito farmacologico e, in particolare, se non sia opportuno permettere in via «sperimentale» l'assunzione di farmaci a base di cannabis in casi estremamente gravi, come quello del Vici di cui si è fatta menzione in premessa.(3-02308)
(26 maggio 2003)
(ex 4-05236 del 29 gennaio 2003)
mentre le vittime degli incidenti stradali suscitano grande interesse, le vittime degli errori sanitari, di gran lunga più numerose, sembrano suscitare un interesse decisamente inferiore;
ben 14.000 sono i pazienti che ogni anno muoiono per errori, per la maggior parte evitabili;
peraltro, i 14.000 morti fanno parte della più ampia schiera dei 320.000 pazienti che ogni anno sono vittime di errori o di eventi avversi durante il ricovero;
il sistema sanitario, a causa di questa incredibile statistica, esborsa annualmente l'astronomica somma di 175 milioni di euro (riferita all'anno 2000) a titolo di premi assicurativi;
10 miliardi di euro - e cioè quasi l'1 per cento del prodotto interno lordo - è la somma spesa a causa della disorganizzazione e degli errori nel sistema sanitario;
i dati sovrariportati, elaborati dal Cireas (politecnico di Milano), in collaborazione con Zurich consulting, inducono a ritenere che, con adeguati interventi, sia possibile liberare ingenti risorse finanziarie e, soprattutto, ridurre la terribile strage di 14.000 morti l'anno;
anche a seguito di significative affermazioni del Ministro interrogato (confronta Panorama del 18 luglio 2002, alla pagina 48), sono in corso interessanti sperimentazioni;
presso l'ospedale San Raffaele di Milano sono state attivate sei squadre di «gestione del rischio», che, coordinate da un risk manager, cercano di capire come, dove e perché si verificano gli errori all'interno della struttura sanitaria;
è doveroso ricordare che la «sinistrosità» si traduce, ovviamente, in forti aumenti dei premi assicurativi, aumentati del 400 per cento negli ultimi 10 anni;
ciononostante, le compagnie assicuratrici, attraverso l'Ania, affermano che, nel settore, le perdite sono enormi, con risarcimenti che ammontano al 250 per cento degli incassi;
la strage sanitaria, in primo luogo, e le risorse finanziarie sprecate esigono un'attenta analisi del problema e, quindi, l'assunzione di adeguati provvedimenti per contenere ed anzi ridurre il fenomeno;
l'analisi del problema e lo studio degli interventi possibili potrebbe giovarsi di una proficua sinergia con le stesse compagnie assicuratrici, che certamente avrebbero interesse ad investire risorse in un settore che riduce cospicuamente gli utili d'impresa -:
se siano rispondenti a verità i dati pubblicati su Panorama del 18 luglio 2002 sulle vittime degli errori sanitari e sui costi che conseguentemente si riflettono sul sistema;
se siano allo studio strumenti di intervento per contenere e ridurre il fenomeno;
se non si ritenga efficace il sistema organizzato in modo sistematico presso l'ospedale San Raffaele di Milano;
se non si ritenga possibile richiedere, in forma sinergica, un intervento delle compagnie di assicurazione per contribuire allo studio ed alla ricerca delle cause degli errori sanitari.(3-01246)
(19 luglio 2002)
dagli organi di stampa si apprende che in una scuola media di Bressanone uno studente di 12 anni è stato sospeso per una settimana dalla preside dell'istituto per aver portato in classe ed esibito ai compagni una scatola di preservativi;
il provvedimento appare abnorme e, comunque, sproporzionato rispetto al semplice possesso di una scatola di profilattici;
nella scuola, in generale, non esiste tuttora alcuna iniziativa di informazione sessuale o di igiene sessuale, volta a fornire informazioni essenziali nella lotta alla diffusione delle malattie a trasmissione sessuale e, in particolare, dell'Aids;
il problema dell'informazione e prevenzione tra i giovani è di grande urgenza, viste le preoccupanti statistiche sulla diffusione in età giovanile delle malattie a trasmissione sessuale -:
se i Ministri interrogati non ritengano di censurare e, altresì, intervenire rispetto all'abnorme provvedimento adottato dalla direzione dell'istituto di Bressanone;
se, in considerazione del grave problema della diffusione delle malattie a trasmissione sessuale, non sia intenzione dei Ministri interrogati avviare seri e diffusi programmi di informazione e prevenzione in tutti gli istituti scolastici italiani.(3-01437)
(4 ottobre 2002)