Alitalia, dopo un periodo di continui adattamenti della propria strategia sul mercato, dovuti alla questione del ruolo degli hub di Malpensa e Fiumicino e dell'aeroporto di Linate, così come disposto dai decreti Burlando, Bersani e D'Alema che si sono succeduti, e all'alleanza con KLM, terminata a fine aprile 2000, si trova in un momento di grande debolezza strategico/finanziaria dovuto principalmente a:
a) presenza/occupazione insufficiente dei mercati regionali nel nord Italia;
b) forte debolezza nel settore intercontinentale e crescente pressione competitiva esercitata dai grandi carrier europei (Lufthanaa/Star Alliance, British Airways/Oneworld);
c) inadeguatezza della flotta dal punto di vista quantitativo e delle capacità degli aeromobili rispetto alle esigenze di mercato;
d) rischio di perdita di management/capacità professionali;
e) investimenti nel «non core business», che potrebbero sottrarre risorse al core business -:
quali siano le risposte che intenda dare alle problematiche suesposte, poiché l'alleanza con Sky Team non risolve le questioni strategiche dell'azienda, limitandosi soltanto ad offrire maggiori opportunità di mercato. (3-00156)
(31 luglio 2001)
in questi anni il nostro Paese ha investito 205 mila miliardi in meno rispetto alla media europea per le opere pubbliche;
è opportuno l'adeguamento delle infrastrutture italiane, in particolare quelle del sud, ancora carenti, che non permettono uno sviluppo economico soddisfacente del nostro Mezzogiorno, tanto importante per l'economia nazionale e soprattutto necessario per ridurre il divario, esistente oggi, tra sud e nord;
è necessario, inoltre, intervenire per modernizzare il Paese, coinvolgendo anche capitali privati attraverso lo strumento del project financing;
è, da ultimo, necessario attuare nel settore delle infrastrutture una semplificazione delle procedure per approvare i progetti preliminari delle grandi opere pubbliche da realizzare, rispettando la normativa costituzionale, comunitaria e penale, ma garantendo tempi veloci per realizzare le grandi opere così necessarie per lo sviluppo economico del Paese ed in particolare del Mezzogiorno -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per sviluppare il settore delle infrastrutture determinante per la crescita economica del Paese e, in particolare, per eliminare il divario oggi esistente tra nord e sud d'Italia. (3-00157)
(31 luglio 2001)
secondo quanto risulta all'interrogante da innumerevoli testimonianze, da video, da fotografie e da resoconti giornalistici, si evincerebbe un particolare accanimento delle forze dell'ordine nei confronti delle manifestanti donne accorse in gran numero per contestare il vertice del G8 svoltosi a Genova tra il 20 ed il 22 luglio;
in molti casi si sarebbe evidenziato, da parte delle forze dell'ordine, un atteggiamento sessista, con insulti e minacce a sfondo sessuale, ripetuti più volte specialmente nei confronti di donne e ragazze fermate (in particolare nella caserma di Bolzaneto);
la maggioranza dei manifestanti che sono dovuti ricorrere alle cure mediche sarebbero donne, segno evidente di una particolare «attenzione» da parte delle forze dell'ordine -:
quali istruzioni siano state impartite dal Governo e dai funzionari addetti alla gestione dell'ordine pubblico alle forze dell'ordine impiegate a Genova durante il G8, in merito alla tutela della dignità femminile e se non ritenga opportuno che le indagini avviate sui fatti di Genova siano orientate anche a chiarire se da parte delle forze dell'ordine si siano verificati episodi di repressione, contrassegnati da molestie, offese alla dignità, punizioni corporali, violenze a sfondo sessuale contro ragazze e giovani donne. (3-00158)
(31 luglio 2001)
gli esercizi commerciali sono spesso obiettivo di azioni criminali che, oltre a danneggiare economicamente gli esercenti, mettono a repentaglio la vita stessa degli addetti, a causa di condizioni di lavoro «precarie» sotto il profilo della sicurezza;
in particolare, dal 1999 ad oggi, sono caduti vittime della criminalità durante l'esercizio della loro professione, ben sei tabaccai, mentre molti altri sono stati feriti nel corso di rapine;
mediamente in una grande città ogni rivenditore subisce tre rapine ogni due anni, ossia una media per la categoria di otto rapine al giorno;
il denaro in giacenza nella casse dei tabaccai è, per oltre il novanta per cento, di pertinenza dello Stato-:
se non intenda adottare misure urgenti al fine di garantire maggiore sicurezza per i tabaccai ed in genere per tutta la categoria dei commercianti, in modo che essi non siano più il facile bersaglio di qualunque balordo o criminale. (3-00159)
(31 luglio 2001)
l'emanazione della circolare del ministero dell'interno, protocollo n. 051844/bis del 23 maggio 2001, esplicativa del decreto del Presidente della Repubblica del 2 novembre 2000, n. 362, recante «Norme sul reclutamento, avanzamento ed impegno del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco», ha minato le basi per la distruzione di una realtà di volontariato con una tradizione di oltre 200 anni;
il decreto del Presidente della Repubblica già presentava alcuni aspetti anacronistici e discutibili, la citata circolare non soltanto ne stravolge il contenuto, ma introduce deliberatamente regole contrastanti con superiori disposizioni legislative, nonché lesive della dignità del personale volontario in servizio e di quello che aspirerebbe a farne parte, precludendo, di fatto, l'accesso a questo tipo di volontariato da parte della stragrande maggioranza dei cittadini italiani;
il mantenimento della circolare porterà in tempi brevissimi a drastiche azioni di dissenso che potrebbero sfociare nell'autosospensione da qualsiasi servizio, soccorso compreso, da parte dei vigili del fuoco volontari-:
se il Governo intenda ritirare la citata circolare, al fine rimuovere un serio ostacolo al potenziamento del servizio volontario dei vigili del fuoco. (3-00160)
(31 luglio 2001)
da un'intervista ad un agente di polizia in servizio presso il reparto mobile di Bolzaneto, comparsa sul quotidiano La Repubblica, si apprendono nuove allarmanti notizie su quanto avvenuto a Genova nei confronti degli arrestati e in particolare che:
nella giornata del lunedì precedente alle manifestazioni a Genova sarebbero arrivati un centinaio di agenti appartenenti al Gruppo operativo mobile della penitenziaria, reparto speciale costituito nel 1997 con a capo un ex generale del Sisde, già protagonista di un durissimo intervento di repressione nel carcere di Opera;
questo reparto, secondo quanto riportato sul quotidiano, sarebbe l'autore principale delle sevizie inflitte agli arrestati ed avrebbe organizzato una parte della caserma per «accogliere» gli arrestati;
il pestaggio sistematico sarebbe invece opera dei reparti della celere ai quali sarebbero giunti ordini da Roma di fare arrestare a tutti i costi e che in questa opera edificante si sarebbero messi in luce i reparti provenienti da Roma al diretto comando dei vertici della Sco e di alcuni dirigenti dei Nocs;
tutto ciò che è stato raccontato dall'agente conferma le dichiarazioni riportate da molti degli arrestati all'uscita dal carcere;
tutto ciò, oltre a determinare un allarmante vuoto istituzionale e la sospensione dei diritti umani, sta creando i primi effetti, sia in termini di immagine del nostro Paese all'estero, sia in termini economici in quanto migliaia di turisti tedeschi starebbero revocando le loro vacanze nel nostro Paese e c'è il rischio che così facciano i turisti di altri paesi europei -:
da chi abbiano preso gli ordini su come agire, nella caserma di Bolzaneto, gli uomini del Gruppo operativo mobile, se si abbia intenzione di mantenere attivo un gruppo operativo che sembra distinguersi per l'uso della violenza e non certo per professionalità, se corrisponda al vero che i vertici della questura di Genova (che avevano già segnalato la possibilità di infiltrazioni di tute nere neonaziste nel corteo per creare disordini, senza che su questo sia stato preso alcun provvedimento preventivo) siano stati esautorati dal comando delle operazioni e a chi sia stato affidato il coordinamento delle forze dell'ordine in quelle giornate. (3-00161)
(31 luglio 2001)
il coordinatore nazionale dei patti territoriali, in un articolo riportato dal Sole 24 Ore in data 28 luglio 2001, denuncia, come testualmente riportato, «il Servizio per la programmazione negoziata, per disposizioni superiori, ha smesso di firmare qualsiasi carta»;
da giugno, infatti, non viene messo in pagamento nessun mandato e non si va avanti con le fidejussioni, così come è rimasto fermo il disciplinare del regolamento che sblocca i finanziamenti per i soggetti responsabili dei patti;
la paralisi della programmazione negoziata risulterebbe causata dalla mancata attribuzione delle competenze tra il ministero dell'economia e finanze e quello delle attività produttive;
i patti di prima generazione sono 12 mentre quelli di seconda generazione sono 39 e prevedono complessivamente 2437 iniziative imprenditoriali con oltre 3 mila miliardi di agevolazioni e quasi 26 mila occupati aggiuntivi a regime;
lo stesso problema si riscontra per l'attuazione dei 9 patti per l'occupazione, per un totale di quasi 900 miliardi di lire, e dei 467 contratti d'area, di cui 420 nel Mezzogiorno, con 3099 miliardi di investimenti e oltre 16 mila occupati;
nell'ambito del Dpef appare lacunosa la parte relativa al Mezzogiorno ed in particolare agli strumenti della programmazione negoziata-:
se intenda fare chiarezza in merito a quali siano i reali intendimenti circa il futuro della programmazione negoziata con particolare riferimento al Mezzogiorno. (3-00162)
(31 luglio 2001)
l'operazione di acquisizione diretta dalla finanziaria Bell, con sede a Lussemburgo, del pacchetto di controllo di Olivetti e, a cascata, di Telecom Italia e delle altre aziende collegate, rappresenta un significativo cambiamento nel panorama industriale italiano;
si apre una fase molto importante, che suscita peraltro molte preoccupazioni e che può aprire prospettive positive;
si verifica inoltre una forte penalizzazione del fisco italiano che non può, come in altri casi analoghi, tassare le plusvalenze dell'operazione, peraltro molto consistenti: ciò richiede di accelerare in sede europea il lavoro di omogeneizzazione della normativa fiscale per evitare il ripetersi di analoghe situazioni negative;
l'operazione di acquisizione suscita importanti preoccupazioni per l'occupazione, perché vengono annunciate importanti dismissioni per far fronte agli ingenti debiti del gruppo, e dunque sarebbe opportuno impegnare i nuovi azionisti di controllo alla salvaguardia e allo sviluppo dell'occupazione in tutti i settori del gruppo, che comprende importanti operazioni industriali in Olivetti, in Tecnost e in altri comparti non strettamente Tlc;
appare infine essenziale vincolare da subito l' indipendenza del terzo polo televisivo, evitando eventuali azioni di concentrazione da parte di Mediaset o di Rai, anche attraverso propri associati-:
se ritenga corretta l'operazione di acquisizione diretta del pacchetto di maggioranza condotta fuori dalla borsa, penalizzando i piccoli azionisti e rimarcando ancora una volta la profonda immaturità del mercato azionario italiano. (3-00163)
(31 luglio 2001)